Grattacieli: un'intervista a William F. Baker dello storico studio di ingegneria - SOM

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Grattacieli: un’intervista a
William   F.   Baker   dello
storico studio di ingegneria
SOM
                                                         di Fabrizio Aimar

Intervistiamo William F. Baker, ingegnere civile e Partner
della sede di Chicago dello storico studio di ingegneria SOM
(Skidmore, Owings & Merrill, LPP). Entrato in SOM nel 1981, il
nome di Baker si lega subito a quello dei grattacieli,
lavorando al progetto di rifunzionalizzazione della Sears
Tower (meglio nota come Willis Tower). A lui si deve la
progettazione strutturale di alcuni dei più famosi ed elevati
tra questi, secondo la classifica stilata dall’autorevole
CTBUH, come il Burj Khalifa (828 m, il più alto al mondo), la

Zifeng Tower (450 m, in 13a posizione), il Trump International
Hotel and Tower (423,2 m, al 19° posto), la Pearl River Tower
(309,4 m, al 93° posto), The Franklin – North Tower (306,9 m,
in 98a posizione) e la Canyon Tower (306,4 m, al 99° posto).
Fondato nel 1936, SOM è responsabile dei progetti strutturali
di altri noti grattacieli come il One World Trade Center, la
Willis Tower, la Jin Mao Tower e il John Hancock Center,
grazie al lavoro delle sedi di New York, Chicago, San
Francisco, Los Angeles, Washington D.C., Londra, Hong Kong,
Shanghai, Dubai e Mumbai. Con lui parliamo delle sfide che
ognuno di tali edifici si trova a fronteggiare, sia attuali
che future, dalla progettazione al cantiere, passando per la
ricerca applicata.

Burj Khalifa – SOM © Nick Merrick for Hedrich Blessing

Riguardo al Burj Khalifa, lei afferma che crebbe di oltre il
60% in altezza rispetto al suo predecessore, il Taipei 101
(508 m), grazie ad accurati studi in galleria del vento. So
che voi ne utilizzate una a “strato limite sviluppato” vicino
all’aeroporto di London, in condivisione con la nota casa
automobilistica McLaren. Ci può descrivere come il flusso
turbolento e il distacco dei vortici, in particolare,
influiscano nella progettazione strutturale dei grattacieli?
“Sì, noi lavoriamo con alcune tipologie differenti di tunnel.
Per quanto riguarda il Burj Khalifa, abbiamo utilizzato una
galleria del vento che si trova in Canada. In altri tre
lavori, così come in questo, ci siamo appoggiati a RWDI (Rowan
Williams Davies & Irwin Inc., ndr), che ha sede fuori Toronto.
Oltre a loro, vi è da aggiungere la University of Western
Ontario, che si trova a London, sempre nell’Ontario, poco dopo
il confine nazionale. Quello di London è un tunnel BLWTL,
ossia una galleria del vento a strato limite sviluppato. Come
detto, ce ne siamo serviti sia per il Burj così come in molti
altri progetti, e sono i medesimi laboratori che utilizza
anche la McLaren. La McLaren possiede un proprio spazio
personale, a cui possono accedere su appuntamento solo i
docenti. Nemmeno il personale interno può entrare in quello
spazio. Invece, in merito ai fenomeni legati al vento,
proviamo a fare chiarezza. Generalmente, essi si manifestano
in modalità un po’ irregolari. Vengono avvertiti come un
problema fastidioso, in quanto agiscono prima da un lato e poi
dall’altro, per poi ripresentarsi nuovamente. E’ un’azione
ritmica. Più vecchio è l’edificio è più questa viene
avvertita. Le strutture vorticose, di grandezza caratteristica
differente, somigliano a piccole spirali se viste su di un
piano. Ogni qual volta tutti i differenziali di pressione si
incrociano all’interno dell’edificio opponendosi a quella in
esso ospitata, la quale corrisponde alla frequenza naturale
dell’edificio, si genereranno moti e forze molto grandi. La
soluzione sta nell’operare sulla forma dell’edificio durante
le sue fasi progettuali, cercando di realizzare quello che da
noi viene definito con la frase ‘confondere il vento’.
Variando il loro campo di azione rispetto al fabbricato, il
distacco dei vortici diventa così maggiormente confuso secondo
intervalli molto più lunghi. E poi, c’è ancora da tenere conto
delle frequenze rispetto agli impulsi. Quindi, possiamo
affermare che noi analizziamo l’edificio come se avessimo per
le mani uno strumento musicale, in modo tale che si muova in
un determinato modo e secondo un certo periodo. E che abbia,
inoltre, una certa distribuzione delle masse. Così, alla
ricerca di tutte queste cose, siamo riusciti ad andare oltre,
crescendo di altri 310 m in altezza durante le varie fasi
progettuali (del Burj Khalifa, ndr).”

Per approfondire, leggi l’intervista di Fabrizio Aimar “I
grattacieli come ingegneria della sfida: intervista a Dennis
Poon di Thornton Tomasetti”

Per approfondire, leggi l’intervista di Fabrizio Aimar
“Grattacieli: i segreti di Adrian Smith, padre degli edifici
più alti al mondo”

Pearl River Tower – SOM © Tim Griffith

In SOM, e in particolare nelle sue commesse, come lavorate per
ottimizzare il processo costruttivo di un grattacielo dal
punto di vista della sua cantierabilità? Il processo BIM aiuta
le vostre scelte?
“Sì, il processo BIM è utile al fine di documentare lo
sviluppo progettuale. Questo, però, si deve basare sulla
comprensione di come avviene la costruzione e di come le
imprese amino costruire gli edifici, senza dimenticarsi di
loro. Questa è la differenza tra essere ‘solo’ un esperto
nelle costruzioni o colui che parla con gli appaltatori. Molte
volte sviluppiamo idee aggiuntive relativamente alle modalità
costruttive, così come offriamo consigli al team progettuale.
Questo sarebbe il modo più veloce e meno costoso per
realizzare un edificio e, se lo applichi, è perché vuoi
davvero che l’edificio ottenga dei vantaggi. E quindi, ritengo
sia necessario prendere in considerazione l’intera casa per la
sua costruzione.”

Con il Burj Khalifa siete arrivati a 828 m di altezza grazie
alla sua intuizione del “buttressed core” esagonale, il cui
principio sembra informare anche la recente costruzione della
Kingdom Tower a Gedda. Entrambe però hanno quote inferiori
rispetto al celebre “The Illinois”, grattacielo di 1.600 m
progettato da F.L. Wright. Lei ritiene sia possibile giungere
tale altezza, in futuro, e quali sono le sfide da vincere per
arrivarci?
“Penso si possa realizzare una torre alta un miglio, ma
potrebbe necessitare di un sistema strutturale diverso. E’
vero che la Kingdom Tower utilizza, fondamentalmente, il
sistema strutturale sviluppato qui da noi in SOM, ma sai,
anche qualora tale sistema non sia adatto per giungere fino
all’altezza di 1,6 km, esso contribuirà comunque alla ricerca
verso una sua evoluzione. Ragionando su come farlo, non penso
vi sia un problema di costo delle strutture, quanto piuttosto
di problematiche legate al trasporto verticale e alla
pressione atmosferica. Il primo grattacielo venne innalzato
nel 1885 a Chicago, e le questioni che definirono quel primo
edificio furono il sistema strutturale e il trasporto
verticale. Ancor oggi, entrambe costituiscono i problemi più
rilevanti per ogni grattacielo. Ora, tornando al nostro caso,
ci concentriamo sulle 2 questioni sopra citate, ossia il
trasporto verticale anche rispetto al cambiamento della
pressione atmosferica che si andrà a percepire. Vi è un’enorme
quantità di pressione atmosferica che varia tra la sommità e
la base dell’edificio e, quindi, io ritengo sia qualcosa a cui
bisogna pensare in modo più approfondito. È come se andassimo,
seguendo una verticale, da New Orleans a Denver. Sì, Denver
corrisponderebbe proprio alla sommità del nostro ‘miglio high
tech’, per intenderci. E’ un esempio, ma utile per capirci
meglio. Infatti, se salendo in un edificio è possibile
avvertire la pressione cambiare grazie alle tue orecchie, puoi
immaginare come questa sia in un edificio alto un miglio.
Dunque, io penso che ciò debba essere affrontato.”
401 North Wabash – SOM © Tom Rossiter Photography

Per approfondire, leggi l’articolo di Fabrizio Aimar “One
World Trade Center a New York: tutto sul cantiere”
Per approfondire, leggi l’articolo di Fabrizio Aimar “One
World Trade Center a New York: progetto, facciate, sicurezza”

Lei, negli anni, ha avuto modo di conoscere e confrontarsi
direttamente con figure del calibro di William LeMessurier,
Jörg Schlaich, Myron Goldsmith, Fazlur Rahman Khan, Leslie E.
Robertson ecc. Quanto importante è stata ed è importante per
lei la ricerca, come ad esempio la topologia applicata, nel
trovare nuove risposte a sfide complesse?
“Credo sia molto importante fare ricerca, al fine di trovare
nuove tecnologie e sondare nuove idee. Questa può avvenire
attraverso l’ispirazione o l’intuizione, ma, qualche volta, le
intuizioni possono basarsi su ciò che hai già visto in
passato. Successivamente, grazie alla ricerca e alla
sperimentazione, è possibile scoprire cose che non hai mai
visto prima. Ciò può portare a nuove idee, utili al fine di
spingersi verso una nuova architettura, e questo è un po’ il
nostro scopo. A tal proposito, abbiamo creato al nostro
interno, qui in SOM, un gruppo chiamato ‘Research Gang’, il
quale indaga cosa sia possibile ottenere dal nuovo settore
tecnologico con l’obiettivo di pervenire ad un nuovo
significato.”

Preso atto che l’ingegneria è una professione in continua
evoluzione, quali consigli lei ritiene di volere dare ad un
giovane ingegnere che intenda specializzarsi nel campo della
progettazione strutturale di edifici alti e grattacieli?
“È davvero importante che, da studente, si prendano molte
lezioni teoriche sui primi principi dell’ingegneria. Ricorda
dei meccanismi e del comportamento strutturale, così come
della matematica, perché quando farai qualcosa di nuovo, mai
realizzato fatto prima, non lo potrai guardare su un libro. Ma
i principi della fisica non cambiano! Quindi, solo se
comprenderai la teoria e i problemi comportamentali alla base,
potrai innovare, perché è necessario un grande coraggio in
tale azione. Io penso che ciò sia cruciale, sia per i più
giovani che per chiunque intenda provare a realizzare qualcosa
di nuovo. Lo ribadisco, i capisaldi sono le conoscenze di
base, le uniche che ti permetteranno di conseguire qualcosa
che non è mai stato raggiunto in precedenza.”

Photogallery

401 North Wabash - SOM © Tom Rossiter Photography

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Broadgate Exchange House - SOM © Richard Waite

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Burj Khalifa - SOM © Nick Merrick for Hedrich Blessing

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Infinity Tower, Dubai

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GM Renaissance Center - SOM © Justin Maconochie

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Greenland Zifeng Tower - SOM © Liu Qihua

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JTI Headquarters - SOM © Adrien Barakat

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Millennium Park BP Ponte Pedonale - SOM © Peter Barreras
Photography

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Pearl River Tower, Guangzhou

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Per approfondire, consulta il sito web di Skidmore, Owings &
Merrill, LPP (SOM)
Per approfondire, leggi l’ebook di Fabrizio Aimar “Edifici
alti e grattacieli: aspetti strutturali”
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