GRAFICA E POLITICA - Archivio 68 Sondrio
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GRAFICA E POLITICA Nel 1977, a diciott’anni, mi sono trasferito a Milano per studiare grafica, che poi è diventata il mio mestiere. Con piacere ho accettato l’invito di archivio 68 Sondrio di raccogliere in un documento quella parte di lavoro fatta a cavallo degli anni che videro la trasformazione del PCI in altra cosa. La qualità delle immagini non sempre è buona, me ne scuso, ma come sempre non si conserva mai abbastanza. Lodovico Gualzetti
2021 sono 100 anni dalla nascita del ADESIVO REALIZZATO CON LA FAMOSA FOTO DELLO Partito Comunista Italiano. Vi racconterò STUDENTE DAVANTI una storia di grafica e politica o grafica AL CARROARMATO politica, come preferite. Negli anni ’80 con i miei soci di studio Aldo Persi, Roberto Maremmani, Benno Simma abbiamo lavorato diverso tempo per il Partito Comunista Italiano Federazione di Milano insieme ad Emilia De Biasi, da poco mancata, che dirigeva l’ufficio comunicazione. Mi concentrerò in questo breve testo sugli anni in cui il PCI si avviò a cambiare il suo nome e ad abbandonare pian piano il termine comunista togliendolo dalla sua ragione sociale. MANIFESTO PER LA Nel giugno del 1989 si tennero le Elezioni CAMPAGNA ELETTORALE Europee e nel PCI iniziava un dibattito DELLE EUROPEE 1989 Sempre in quell’anno avvengono i fatti che sarebbe durato fino al 1991 su come di piazza Tienanmen a Pechino tra aprile trasformare il Partito. e giugno manifestazioni e repressioni, centinaia di morti, il PCI milanese ci chiede un’idea al volo per stigmatizzare gli eventi. Ci inventiamo quello che potrete leggere, bontà vostra, nell’articolo che riproduciamo, con le altre immagini, nella pagina seguente. 1789/1989 duecento anni dalla Rivoluzione francese: sarà a suo modo un anno rivoluzionario. A luglio il PCI milanese vuole riproporre i valori della rivoluzione e realizziamo un manifesto, una cartolina e degli adesivi.Nel PCI ci sono già fermenti di cambiamento e noi li cogliamo espandendo il rosso, sacro colore della sinistra, cominciamo ad aggredire un poco il simbolo del PCI. Nessuno ci fa caso e chi se ne accorge tace. Il 9 novembre 1989 cade il muro di Berlino. Al volo dobbiamo fare un manifesto in cui il PCI milanese celebra l’avvenimento. 17 parole: noi le abbiamo ordinate per bene su due colonne, lasciando fuori questo poetico A EST (che poi sarebbero i Paesi del blocco sovietico), ma trovarle quelle parole fu un lavoraccio. Dopo tutto c’era sempre una falce e martello su quel manifesto e nel PCI
ARTICOLO A COMMENTO DELL’INIZIATIVA DEL PCI FEDERAZIONE MILANESE MANIFESTO PER A SOSTEGNO DELLE CELEBRARE I 200 ANNI PROTESTE DEGLI STUDENTI DALLA RIVOLUZIONE CINESI FRANCESE molti avevano ancora simpatie per l’Unione Sovietica. Noi pensammo che attraverso la breccia nel muro le idee (intanto rosse, poi che ciascuno ci mettesse le sue) potessero saltare di qua e di là. P.S. In casi come questi il tempo era pochissimo, noi mandavano il disegno e un bozzetto, spesso schizzato a mano, in tipografia e loro facevano l’esecutivo per stampare al volo e affidare ai compagni delle sezioni per l’affissione spesso notturna e abusiva. Tutto questo per dire che noi avremmo messo l’accento e non l’apostrofo.
Eccoci al 12 gennaio 1990 e nuovamente sul tema: dovremmo fare un nuovo partito. Anche a Milano vengono organizzati dibattiti per presentare le mozioni in vista del congresso che porterà grandi novità. Noi presi dal sacro fuoco del cambiamento, eravamo giovani, decidiamo di intervenire sul simbolo del PCI con i nostri pennelli e realizziamo un progetto grafico in cui il classico cerchio attorno al simbolo è tracciato con una pennellata, così come la sigla PCI dove la C (comunista) è resa più lieve sempre dall’uso del pennello. Mal ce ne incolse, classica fuga in avanti tipica dell’estremismo, l’On. Nilde Iotti che partecipava al dibattito si espresse chiaramente: non era il momento di TOCCARE il simbolo del Partito. Effettivamente ci stavano ancora discutendo sopra. Morale ci chiama l’azienda che stava allestendo la Sala della Provincia per l’evento e ci dice: “ragazzi non incazzatevi quando venite oggi, ma il PCI ci sta facendo cambiare tutti i marchi, quelli con la pennellata, e anche nella grossa scritta PCI dobbiamo rifare la C”. Ubi maior… Uscirono un po’ di articoli sui giornali e ci abbiamo guadagnato, grazie a un bravo titolista, un bellissimo titolo quasi una medaglia per un grafico: “Una guerra per falce e pennello”. Poetico. Direi quasi a livello della “Guerra delle due rose”.
Grafica e politica, il giorno fatidico dell’autocritica. Come tutti i 21 gennaio anche nel 1990 il PCI ricorda la sua fondazione. Nonostante le nostre “fughe grafiche” in avanti la Federazione milanese ci chiede gli annunci stampa e gli inviti per la celebrazione. Se li riguardiamo adesso ci sembrano annunci per il caro estinto, ma allora pensammo fossero solo sobri. Eravamo rientrati nei ranghi, il cambiamento poteva aspettare e anche le nostre matite si erano calmate. L’aria era comunque quella che fosse una delle ultime celebrazioni politiche del Partito, che la falce e martello fosse avviata al suo tramonto e che in seguito la parola sarebbe passata agli storici. Luglio 1990 Confindustria non firma il contratto con i lavoratori metalmeccanici. Cosa fare? Ci inventiamo un grande muro itinerante, H 2,50 x 15 metri che prende vita una prima volta in Piazza Scala il 6 luglio per una iniziativa di solidarietà e poi nuovamente l’11 luglio in Piazza Duomo in occasione dello sciopero. La storia della ruota dentata raccontata dall’allora Segretario regionale del PCI Vitali è un suo efficace storytelling (bravo!) per colorire un dettaglio della realizzazione del segno grafico.
Grafica e politica, la vendetta. Un anno è passato, siamo al 31 gennaio del 1991. A Rimini si tiene il XX congresso del PCI, quello dello scioglimento; il 3 febbraio nasce il PDS Partito Democratico della Sinistra. Segue un tour per l’Italia di Occhetto primo segretario del PDS per preparare tutti i congressi di federazione e “accompagnarli” verso il nuovo partito. Ci viene chiesto il manifesto, noi ci armiamo di forbici e, in una sorta di delirio grafico, tagliuzziamo a pezzetti i simboli del PCI e poi li ricomponiamo in forme e dinamismi che citano il costruttivismo. Il risultato, che io considero l’apice del nostro apporto alla grafica politica, lo potrete vedere nella pagina seguente. Una rappresentazione del processo di PROGETTO DEMOCRATICO DELLA trasformazione più netta rispetto al DELL’ALLESTIMENTO DEL SINISTRA.. MILANO simbolo PCI alle radici della quercia PRIMO CONGRESSO DELLA TEATRO NUOVO 1991. presente nel simbolo PDS, disegnato da FEDERAZIONE MILANESE PARLA LA SEGRETARIA DEL PDS PARTITO BARBARA POLLASTRINI. Bruno Magno.
Grafica per la politica termina qui. Voglio ricordare che nessuno di noi era iscritto al PCI, Aldo simpatizzava, gli altri tre estremizzavano. Eppure, grazie all’apertutra di Emilia De Biasi e Barbara Pollastrini, fu un bellissimo rapporto di lavoro. Smettiamo di lavorare come grafici per la politica più o meno con l’arrivo dei faccioni: manifesti completamente basati sul volto del candidato: non serviva più un grafico, servivano un bravo fotografo e un ottimo operatore in Photoshop. Prima dei faccioni abbiamo ancora provato a contenere Occhetto in un “faccino” però abbiamo perso la battaglia.
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