Giuseppe Mininni, Mauro Rotatori
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Criticità e prospettive sulla gestione in Italia del CSS combustibile Giuseppe Mininni, Mauro Rotatori Comitato CSS del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (Roma) mininni.giuseppe@minambiente.it, mininni0@gmail.com, rotatori@iia.cnr.it Il combustibile solido secondario dopo i primi quattro anni di vita Martedì 7 Novembre 2017 – Sala Noce Pad A6
Richiami sull’origine del CSSC • Dal 2011 la nuova definizione di combustibile derivato dai rifiuti, approvata all'interno del Comitato Europeo CEN-TC 343, è Combustibile solido di recupero (SRF nella terminologia inglese, CSS in quella italiana). • SRF è un combustibile solido preparato da rifiuti non pericolosi da utilizzare per il recupero di energia negli impianti di incenerimento o di coincenerimento e che soddisfi i requisiti di classificazione previsti dall'EN15359. • La norma EN 15359 è una norma tecnica del Comitato europeo di normalizzazione (CEN) che fornisce metodi di classificazione del CSS.
Da CDR a CSS combustibile • La prima definizione di «Combustibile da rifiuto» cioè CDR è stata data con il D. Lgs. 22/97 (cosiddetto decreto Ronchi). Il CDR era stato definito come il combustibile recuperato dai rifiuti solidi urbani mediante un processo idoneo a rimuovere le sostanze potenzialmente pericolose per ottenere un adeguato potere calorifico. Inoltre, il CDR doveva essere conforme a specifiche standard. • Il DM 5 febbraio 1998 riporta le regole per il recupero di CDR in procedura semplificata, in riferimento sia alla sua produzione (allegato 1) sia al suo utilizzo (allegato2). • Inizialmente la produzione era consentita solo da rifiuti urbani indifferenziati. Nel 2006 fra i rifiuti ammessi alla produzione di CDR sono stati compresi anche quelli di imballaggio (plastica, carta, e misti), pneumatici usati, legno, e plastica presente nei rifiuti di demolizione. • L’uso del CDR è consentito solo in impianti dedicati al recupero di energia dai rifiuti con potenza almeno pari a 10 MW o in impianti industriali con potenza almeno pari a 20 MW. • Nel 2006 con la riforma del DM 5/2/1998 sono stati introdotti anche limiti di produzione e di messa in riserva che delimitano ulteriormente le condizioni per condurre le attività di produzione e di utilizzazione in procedura semplificata (80.000 t/anno, 7.000 t messa in riserva per la produzione, 25.000 t/anno e 9.700 t messa in riserva per l’utilizzazione).
Da CDR a CSS combustibile Il D. Lgs. 152/06 definisce il combustibile solido secondario (CSS) il combustibile solido prodotto da rifiuti che rispetta le caratteristiche di classificazione e di specificazione individuate delle norme tecniche UNI CEN/TS 15359 e successive modifiche ed integrazioni. Fatta salva l’applicazione dell’articolo 184-ter, il combustibile solido secondario, è classificato come rifiuto speciale.
Condizioni per la qualificazione di un materia prima secondaria come «end-of-waste» (art. 184 ter) a) la sostanza o l’oggetto è comunemente utilizzato per scopi specifici; b) esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto; c) la sostanza o l’oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti; d) l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto non porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o sulla salute umana.
Decreto ministeriale 14 febbraio, 2013, n. 22 • Il DM 22/2013 costituisce una delle misure per l’implementazione dei principi europei sulla politica di riduzione del ricorso allo smaltimento dei rifiuti, privilegiandone il riciclo dei materiali presenti nel rifiuto che possono esercitare un ruolo ancora utile. • Obiettivo specifico del decreto è di facilitare la gestione di rifiuti urbani e di molti rifiuti speciali attraverso il recupero delle frazioni combustibili in essi presenti (principalmente carta, plastica, legno, tessili e pneumatici) che possono trovare utilizzazione in cementificio e in impianti di potenza. D.M. Ambiente del 20/3/2013 • Il CSS combustibile è stato aggiunto fra i combustibili (Parte I, Sezione 1, punto 10 e Parte II, Sezione 7, punto 10 dell’Allegato X alla parte V del D. Lgs. 152/06 e s.m.i.
Condizioni affinché il CSS non sia più un rifiuto 1) Origine dei rifiuti (sono esclusi i rifiuti elencati nell’allegato 2); 2) L’impianto di produzione deve essere autorizzato in procedura ordinaria. 3) Il CSS deve essere conforme alle caratteristiche di classificazione riportate nell’Allegato 1 Tabella 1. 4) I parametri da controllare sono potere calorifico inferiore, contenuto di cloro e mercurio. Tali caratteristiche devono essere controllate su ciascun sottolotto di produzione giornaliera. Ai fini della emissione di un omologa, conformemente alla norma EN 15359, dovrebbero essere considerati 10 RdP su altrettanti sotto-lotti. Il legislatore, tuttavia, ha prescritto che la dichiarazione di conformità debba essere emessa per singolo sottolotto di produzione giornaliera e non sulla base dei risultati dei RdP di 10 sottolotti successivi. 5) Nel periodo tra la messa in esercizio dell’impianto e la sua messa a regime devono essere controllate, sempre su ciascun sottolotto di produzione giornaliera, anche le caratteristiche di specificazione dei parametri riportati in Tabella 2 dell’Allegato 1 (Sb, As, Cd, Cr, Co, Mn, Ni, Pb, Cu, Tl and V). Successivamente alla messa a regime il produttore controlla le caratteristiche di specificazione su ciascun lotto non superiore a 1.500 t. 6) Le destinazioni ammesse per il CSS combustibile sono i cementifici con produzione di clinker superiore a 500 t/d o in impianti di produzione d’energia con potenza superiore a 50 MW. 7) Il tempo massimo di stoccaggio ammesso per il CSS combustibile dopo l’emissione della dichiarazione di conformità è di 6 mesi superato il quale il CSS deve essere gestito come «rifiuto». 8) I limiti di emissione nell’utilizzazione del CSS combustibile sono i medesimi della disciplina su incenerimento e coincenerimento di cui al titolo III-bis del D. Lgs. 152/06 e s.m.i. (artt. 237 bis – 237 duovicies).
Caratteristiche di classificazione del CSS Limiti Unità misura 1 2 3 4 5 PCI Media MJ/kg t.q. ≥ 25 ≥ 20 ≥ 15 ≥ 10 ≥ 3 Cl Media % SS ≤ 0,2 ≤ 0,6 ≤1 ≤ 1,5 ≤ 3 Mediana mg/MJ t.q. ≤ 0,02 ≤ 0,03 ≤ 0,08 ≤ 0,15 ≤ 0,5 Hg 80° percentile mg/MJ t.q. ≤ 0,04 ≤ 0,06 ≤ 0,16 ≤ 0,3 ≤ 1 Caratteristiche del CDR PCI Min 15 MJ/kg Umidità Max 25% Cloro Max 0,9% Zolfo Max 0,6% Cd + Hg Max 7 mg/kg SS
Caratteristiche di specificazione Parametro Unità di misura Valore limite CSS Combustibile CDR Ceneri (%) media % SS (1) ≤ 20% of SS Umidità (%) media % of the sample (1) ≤ 25% Parametri chimici Antimonio (Sb) media mg/kg SS ≤ 50 Arsenico (As) media mg/kg SS ≤5 ≤9 Cadmio (Cd) media mg/kg SS ≤4 Cromo (Cr) media mg/kg SS ≤ 100 ≤ 100 Cobalto (Co) media mg/kg SS ≤ 18 Manganese (Mn) media mg/kg SS ≤ 250 ≤ 400 Nichel (Ni) media mg/kg SS ≤ 30 ≤ 40 Piombo (Pb) media mg/kg SS ≤ 240 ≤ 200 Rame (Cu) media mg/kg SS ≤ 500 ≤ 300 Tallio(Tl) media mg/kg SS ≤5 Vanadio (V) media mg/kg SS ≤ 10 (1) Non vengono fissati i valori limite per ceneri e umidità. Gli stessi sono di natura prettamente commerciale. La definizione dei valori limite per ceneri e umidità è rimessa a specifici accordi tra produttore e utilizzatore
Situazione sull’utilizzazione
DM 22/2013 – criticità Errori interpretativi relativamente alla corretta qualificazione CDR, CSS rifiuto, CSS combustibile CDR CSS rifiuto CSS combustibile Rifiuto Speciale non pericoloso Rifiuto Speciale non pericoloso Combustibile/prodotto Derivato da trattamento di Derivato da trattamento rifiuti Derivato da trattamento rifiuti rifiuti non pericolosi non pericolosi (urbani e non pericolosi (urbani e (prevalentemente urbani e speciali) o anche prodotto speciali) o anche prodotto assimilati) direttamente come tale direttamente come tale 2 tipologie (CDR e CDR-Q) 125 classi 18 classi UNI 9903-01 UNI EN 15359:2011 UNI EN 15359:2011 DM 14/02/2013, n. 22 DM 5/2/98 e s.m.i. Art 183 D. Lgs. 152/06 DM 20/3/2013
DM 22/2013 – criticità Rilascio delle autorizzazioni per l’utilizzo di CSS combustibile • Le autorità competenti destinatarie di una domanda di modifica/rinnovo o riesame di AIA per l’utilizzo di CSS combustibile (ad esempio in cementifici attualmente già autorizzati al recupero di energia dai rifiuti), in molti casi ritengono tali modifiche/ adeguamenti come modifiche sostanziali apertura di procedure di screening di VIA e successivamente di VIA l’Autorità competente potrebbe valutare necessaria l’apertura di una procedura di VIS (Valutazione di Impatto Sanitario) qualora venga codificata nell’ordinamento legislativo nazionale (attualmente è proposta in un disegno di legge) ile soluzi one L’emanazione di una circolare o di una linea guida di applicazione della norma da parte del MATTM alle Regioni o alle Province competenti in materia di AIA e VIA, sulle circostanze che possono determinare la sussistenza di una modifica sostanziale o non sostanziale in caso di utilizzo di CSS combustibile può consentire l’armonizzazione dell’applicazione della disciplina a livello nazionale.
DM 22/2013 – criticità Informazione • Il DM 22/2013 è stato oggetto di interrogazioni parlamentari alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica e di ricorsi al TAR presentati da associazioni di cittadini che ne chiedevano l’abolizione. • Tali ricorsi sono stati spesso basati su pregiudizi dovuti alla scarsa conoscenza delle norme nazionale ed europea, e di conseguenza privi di adeguate argomentazioni tecnico-scientifiche. • In alcune aree ove sono ubicati impianti produttori o potenziali utilizzatori di CSS combustibile sono nati comitati popolari contro il DM 22/2013 e contro i CSS. Creazione di un pagina web all’interno del sito del Ministero Possibile dell’Ambiente interamente dedicata all’argomento CSS di soluzione informazione alle Amministrazioni centrali e locali, a tutti i portatori di interessi e ai cittadini La pagina web inoltre consentirebbe al Comitato di adempiere ad uno dei suoi compiti descritti all’art. 15 comma 2 (lett. d) del DM 22/2013: “intraprendere le iniziative idonee a portare a conoscenza del pubblico informazioni utili o opportune in relazione alla produzione e all'utilizzo del CSS-Combustibile”.
DM 22/2013 – proposte di modifica PROBLEMI PROPOSTA Aspetti tecnici Netta distinzione tra CSS Introduzione di una nuova nomenclatura del combustibile e CSS rifiuto CSS rifiuto Aspetti amministrativi Riesame dell’AIA per adeguare i limiti emissivi e Impianti che richiedono di le altre prescrizioni legate all’esercizio del sostituire il combustibile combustibile. convenzionale (carbone, petcoke Non dovrebbe essere necessaria una nuova etc) e/o quota parte di CDR/CSS procedura VIA ove la potenzialità produttiva rifiuto con CSS combustibile dell’impianto rimanga invariata Aspetti divulgativi Scarsa conoscenza degli aspetti Realizzazione di un sito web dedicato al CSS tecnici relativi alla combustibile di consultazione, eventuale caratterizzazione del CSS interlocuzione con le Autorità competenti e combustibile e all’emissione della divulgazione delle informazioni dichiarazione di conformità
Conclusioni • L’attuazione del regolamento CSS combustibile dopo oltre 4 anni dalla sua emanazione, ha evidenziato le seguenti criticità: Il DM non dovrebbe fare riferimento, anche indirettamente, al CSS rifiuto. Le caratteristiche di specificazione, indicate come limiti nel DM, non sono state riportate nella norma EN 15359. Ciò ha generato confusione. Le autorità locali hanno mostrato molta cautela ad autorizzare l’utilizzazione del CSS combustibile. I casi di utilizzazione sono isolati. Nel caso di sostituzione di CSS rifiuto con CSS combustibile alcune autorità hanno richiesto che il proponente, oltre a richiedere un riesame dell’AIA, presentasse anche richiesta di VIA del nuovo assetto impiantistico. Ciò appare sproporzionato ove la potenzialità dell’impianto rimanesse invariata e, comunque, nei casi in cui la modifica di assetto dell’impianto non dovesse essere considerata modifica sostanziale. Attualmente l’uso di CSS combustibile è marginale mentre quello di CSS rifiuto e CDR ammonta a circa 1.000.000 t/anno. Il comitato ritiene che il CSS-combustibile debba essere sottoposto alla registrazione REACH, non avendo, tra l’altro, conoscenza di specifiche esenzioni. La registrazione REACH in questo caso mira ad assicurare un maggiore livello di protezione della salute umana e dell'ambiente. Quello che è auspicabile è l’estensione della registrazione da parte di chi l’ha registrato a chi produce lo stesso CSS combustibile, ovviamente riconoscendone le royalty. • Produzione e uso del CSS combustibile possono costituire una leva per l’attuazione dei criteri dell’economia circolare a condizione che la norma vigente sia accompagnata da circolari attuative o addirittura sia emendata per chiarire i punti controversi della materia. Il DM dovrebbe essere coerente con la definizione di cui all’art. 183 comma 1 lettera cc). • In alcuni punti il DM si discosta dalla norma EN 15359 soprattutto in relazione ai criteri che devono portare all’emanazione della dichiarazione di conformità.
Grazie per la cortese attenzione mininni0@gmail.com
Stato e Prospettive del “Solid Recovered Fuel” (SRF) in 14 paesi UE Ecomondo, 2017 – Rimini (IT)
Case Studies (anno 2016) 1 https://cembureau.eu/news-views/publications/status-and-prospects-of-co-processing-of-waste-in-eu-cement-plants/
Tasso di sostituzione calorica nel settore del cemento (baseline 2014) 2 https://cembureau.eu/news-views/publications/status-and-prospects-of-co-processing-of-waste-in-eu-cement-plants/
«Evolution» of coprocessing in Italy Alterantive Raw Materials Alterantive Fuels 16,5 14,9 Substitution Rate % 13,3 11,4 10,2 6,9 7,2 6,3 6,8 6,4 6,6 6,7 6,2 4,0 4,3 4,3 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 3
Tasso di sostituzione calorica nel settore del cemento EU (baseline 2014) Tasso di sostituzione calorica media Gestione Rifiuti – Smaltimento in discarica (in rosso i paesi sotto la media EU) Divieto di smaltimento Costi elevati 44% Parziale divieto di smaltimento Costi elevati Parziale divieto di smaltimento Costi bassi Nessun divieto di smaltimento 13% Costi bassi 4
Smaltimento in discarica Vs. coincenerimento Tasso di smaltimento in discarica Tasso di sostituzione calorica in cementeria (%) 5
Germania: elevato livello di “maturità” del mercato (waste & cement) Gestione Rifiuti (inclusi C&D) Utilizzo CSS nella produzione del cemento 53% 22 cementerie = 32.1 mln ton cemento (2014)
Germania: barriere e opportunità per i CSS 53%
Polonia: gestione rifiuti e settore cemento ”in via di sviluppo” Gestione Rifiuti Utilizzo CSS nella produzione del cemento 53% 11 cementerie = 11,8 mln ton cemento (2014)
Polonia: barriere e opportunità per i CSS 53%
Spagna: cemento pronto per i CSS ma gestione rifiuti “immatura” Gestione Rifiuti Utilizzo CSS nella produzione del cemento 53% 33 cementerie = 16,4 mln ton cemento (2014)
Spagna: barriere e opportunità per i CSS 53%
Regno Unito: elevate disponibilità di CSS Gestione Rifiuti Utilizzo CSS nella produzione del cemento The quadrupling of the landfill tax standard rate 53% between 2006 (£21 /t) and 2014 (£80/t) has led to increased recycling of waste and higher availability of RDF for WtE applications. 12 cementerie = 8,9 mln ton cemento (2014)
Regno Unito (UK): barriere e opportunità per i CSS 53%
The Cement Sector in 2016 (AITEC and Associates) 33 Full cycle plants 29 Grinding plants 14 Source : «AITEC http://www.aitecweb.com/Portals/0/pub/Repository/Area%20Economica/Pubblicazioni%20AITEC/Relazione_Annuale_2016.pdf
Production 2014 -2016 15 Source : «AITEC Sustainability Report 2016» in press
Alterantive fuels in cement sector (2014 -2016) 2016 334.000 tons - total 220,000 t di CO2 saved (biomass) 16,5 % Thermal Substitution Rate 16 Source : «AITEC Sustainability Report 2016» in press
«Evolution» of alternative fuels (tons/year) 400.000 350.000 Refeuse Derived Fuel RDF 300.000 Plastic, Rubber, Tyers 250.000 Dried Sewage Slugde (DDS) 200.000 Waste oils 150.000 Solvents 100.000 Other Liquids 50.000 Animal meat 0 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 17 Source : «AITEC Sustainability Report 2016» in press
CO2 Stack Emissions / Cement Production 18 Source : «AITEC Sustainability Report 2016» in press
SO2 Stack Emissions / Clinker Production 19 Source : «AITEC Sustainability Report 2016» in press
DUST PM10 Stack Emissions / Clinker Production 20 Source : «AITEC Sustainability Report 2016» in press
70 Millions of Euro in 3 years Investments in Health – Environment 21 Source : «AITEC Sustainability Report 2016» in press
Thanks for your attention ! www.aitecweb.com Ing. Daniele Gizzi AITEC Environmental Manager dgizzi@aitecweb.com 22
“Il combustibile solido secondario dopo i primi quattro anni di vita” Irma Lupica, ISPRA 7 novembre 2017 I DATI ISPRA SU PRODUZIONE E GESTIONE DEL CSS
FONTE DEI DATI ISPRA - MODELLO UNICO DI DICHIARAZIONE AMBIENTALE (art. 189 d.lgs. 152/06 “Il Catasto dei rifiuti…..è articolato in una sezione nazionale che ha sede in Roma presso l’ISPRA….… Le Sezioni regionali e provinciali e delle provincie autonome del catasto, sulla base dei dati trasmessi dalle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, provvedono all’elaborazione dei dati ed alla successiva trasmissione alla Sezione nazionale….L’ISPRA elabora i dati, evidenziando le tipologie e le quantità dei rifiuti prodotti, raccolti, trasportati, recuperati e smaltiti, nonché gli impianti di smaltimento e di recupero in esercizio e ne assicura la pubblicità.”); - DATI ARPA/APPA (La Legge 28 giugno 2016, n. 132 istituisce Sistema Nazionale a rete per la protezione dell'ambiente (SNPA) di cui ISPRA ha funzione di indirizzo e coordinamento tecnico); - QUESTIONARI COMPILATI DAI GESTORI DEGLI IMPIANTI
DATI ISPRA CSS definito all’art. 183 comma 1, lettera cc) del d.lgs. 152/06 - Produzione in impianti di TMB di RU del CSS e relativa gestione CSS definito all’art. 183 comma 1, lettera cc) del d.lgs. 152/06 - Gestione del CSS in impianti di incenerimento e coincenerimento CSS combustibile ai sensi dell’art. 184-ter comma 2 del d.lgs. 152/06 – Produzione
Impianti di Trattamento Meccanico Biologico di RU che producono CSS – anno 2016 Numero Capacità Totale rifiuti Impianti autorizzata trattati 103t % 103t % Nord 17 1.870 34 1.312 31 Centro 14 2.543 46 1.867 44 Sud 8 1.121 20 1.111 26 Italia 39 5.533 100 4.290 100 Dei 130 impianti di TMB operativi censiti sul territorio nazionale, il 30% produce Combustibile Solido Secondario. Sebbene il numero di impianti presenti al Nord sia maggiore rispetto alle restanti macroaree geografiche, è nel centro del paese che sono autorizzate (46%) e gestite (44%) le maggiori quantità di rifiuti urbani da cui si produce CSS.
Impianti di Trattamento Meccanico Biologico di RU – Tipologie di rifiuti trattati, anno 2016 1.800 1.600 1.400 1.200 1.000 800 103 t 600 400 200 - RU indiff. RU pretrattati Altri RU Altri RS NP (capitolo EER 19) Nord 879 281 41 61 Centro 1.801 14 41 11 Sud 869 236 6 - Al Nord il 70% dei rifiuti trattati è costuito da RU indifferenziati e il 22% da RU pretrattati Al Centro il 96% dei rifiuti trattati è costuito da RU indifferenziati e l’1% da RU pretrattati Al Sud il 78% dei rifiuti trattati è costuito da RU indifferenziati e il 19% da RU pretrattati
Impianti di Trattamento Meccanico Biologico di RU – CSS prodotto, anno 2016 6.000 5.000 4.000 103 t 3.000 2.000 38% 1.000 35% 49% 33% - Nord Centro Sud Italia Quantità autorizzata 1.870 2.543 1.121 5.533 Tot. rifiuti trattati 1.312 1.867 1.111 4.290 CSS prodotto 433 659 542 1.634
% 10 20 30 40 50 60 70 80 90 0 100 Cavallino 88 87 San Vito al Tagliamento Roccavione 2016 81 80 Bergamo 67 Motta Sant’Anastasia Castelforte Sommariva del Bosco 50 49 49 Roma 3 Corteolona 48 47 Marghera Roma 2 Chieti 45 44 44 Conversano Colfelice Viterbo Pinerolo 38 36 36 36 Verona Lovadina di Spresiano Aprilia 34 34 34 Aviano Isernia Villa Falletto Massarosa Sesto Fiorentino Udine 32 32 31 31 30 30 Grosseto Aulla Ceresara Roma 1 29 28 27 27 Albano Laziale 24 Ravenna Flusso unico Gioia Tauro 20 18 Reggio Calabria Prato Siderno Vezzano Ligure 12 12 12 10 Borgo Val di Taro Crotone Doppio flusso 3 2 Alessandria Impianti di TMB di RU – CSS prodotto/Totale rifiuti trattati, anno 43% 60% 35% 25%
Impianti di TMB di RU – Destinazione CSS prodotto, anno 2016 Raffinazione Recupero di CSS; 4% materia; 1% Coincenerimento; Messa in riserva; 24% 10% Discarica; 13% Incenerimento con recupero di energia; 48% Nel 2016 sono destinate ad incenerimento con recupero di energia circa 778 mila tonnellate, 374 mila tonnellate a coincenerimento e in discarica oltre 213 mila tonnellate di CSS.
Impianti di TMB di RU – Destinazioni transfrontaliere CSS prodotto, anno 2016 REPUBBLICA CECA GERMANIA 1% 0,3% MAROCCO GRECIA PORTOGALLO 2% 0,1% 8% AUSTRIA 30% BULGARIA 9% CIPRO 10% SLOVACCHIA 12% UNGHERIA 28% Quasi 132 mila tonnellate di Combustibile Solido Secondario (8% del CSS prodotto da impianti di TMB) viene destinato in impianti esteri produttivi prevalentemente cementifici.
Impianti di TMB di RU – Regioni esportatrici del CSS , anno 2016 Friuli Venezia Abruzzo MAROCCO; Giulia 2.500 GRECIA; 25 BULGARIA; 4.999 UNGHERIA; AUSTRIA; 17.527 19.799 SLOVACCHI CIPRO; A; 12.419 12.498 Lombardia Veneto UNGHERIA; 1.015 GERMANIA; AUSTRIA; 460 14.181 UNGHERIA; 17.780 AUSTRIA; 5.316 REPUBBLICA SLOVACCHIA; CECA ; 711 3.822
Impianti di incenerimento con recupero di energia che trattano CSS, anni 2014-2016 6.000 5.000 4.000 3.000 103 t 2.000 1.000 0 Totale rifiuti trattati Totale RU CSS 2014 6.279 5.302 1.133 2015 6.159 5.582 1.104 2016 6.206 5.404 1.145 Nel 2014 l’84% del totale dei rifiuti trattati è costituito da RU e il 18% da CSS; Nel 2015 il 91% del totale dei rifiuti trattati è costituito da RU e il 18% da CSS; Nel 2016 l’87% del totale dei rifiuti trattati è costituito da RU e il 18% da CSS
CSS trattato in impianti di incenerimento con recupero di energia, anni 2014-2016 1.200 1.000 92% 800 88% 81% 600 103 t 400 200 19% 8% 12% 0 CSS CSS urb CSS spec 2014 1.133 912 220 2015 1.104 1.019 85 2016 1.145 1.005 140
Impianti di incenerimento con recupero di energia – anno 2016 4.500 4.000 3.500 3.000 2.500 2.000 103 t 1.500 1.000 500 0 Totale rifiuti Totale RU trattati CSS totale CSS urb CSS spec trattati Nord 4.464 3.726 583 451 133 Centro 653 652 387 387 0 Sud 1.088 1.026 174 167 7 Dei 41 impianti di incenerimento di RU con recupero di energia operativi sul territorio nazionale, circa la metà tratta CSS. Al Nord ne sono presenti 13, 4 al Centro e 3 al Sud. Il 59% dei rifiuti trattati dagli impianti del Centro è costituito dal CSS, il 16% al Sud e il 13% al Nord
Impianti di coincenerimento che trattano CSS, anni 2015-2016 700 600 500 400 300 103 t 200 100 - Totale rifiuti trattati Totale RU CSS tot 2015 614 458 385 2016 625 461 406 Nel 2015 il 63% dei rifiuti trattati in impianti di coincenerimento è costituito da CSS; Nel 2016 il 65% dei rifiuti trattati in impianti di coincenerimento è costituito da CSS
CSS trattato in impianti di coincenerimento, anni 2014-2016 450 400 350 300 250 200 103 t 150 100 50 0 CSS tot CSS urb CSS spec 2015 385 351 34 2016 406 376 30 Nel 2015 il 91% del CSS trattato proviene dal trattamento di RU; Nel 2016 il 93% del CSS trattato proviene dal trattamento di RU
CSS trattato in impianti di coincenerimento per macroarea , anno 2016 250 200 150 103 t 100 50 - CSS tot CSS urb CSS spec Nord 226 213 13 Centro 23 15 7 Sud 158 148 10 Nel 2016 sono presenti 11 impianti di coinceneriemnto che trattano CSS di cui 8 al Nord, 1 al Centro e 2 al Sud
CSS combustibile ai sensi dell’art. 184-ter del d.lgs. 152/06 21.000 20.500 20.000 19.500 19.000 tonnellate 18.500 18.000 17.500 17.000 16.500 2014 2015 2016 CSS combustibile 20.102 20.605 18.192 Il Modello Unico di Dichiarazione ambientale prevede nella Comunicazione Rifiuti anche la scheda MAT (Materiali secondari ai sensi dell’articolo 184-ter del d.lgs. 152/2006) nella quale i soggetti che svolgono attività di recupero rifiuti comunicano la quantità di “end of waste” e/o materiali secondari compreso il CSS combustibile di cui al DM Ambiente 14 febbraio 2013 n.22
CSS combustibile ai sensi dell’art. 184-ter del d.lgs. 152/06 Numero CSS combustibile prodotto (t/a) Regione impianti 2014 2015 2016 Veneto 2 - - 470 Emilia Romagna 5 20.072 20.376 17.661 Lazio 1 - 199 - Abruzzo 1 30 30 61 Totale 20.102 20.605 18.192
Ringraziamenti Gabriella Aragona Valeria Frittelloni Lucia Muto
CSS - Quadro Normativo tecnico a livello internazionale Giovanni Ciceri (RSE) Mattia Merlini (CTI) Il combustibile solido secondario dopo i primi quattro anni di vita – ECOMONDO. Rimini - 7 novembre 2017
ISO/TC 300 “Solid recovered fuels” Segreteria: SFS (Finlandia) Data di creazione: 2015 Scopo Standardization of solid recovered fuels, from point of acceptance of material to be recovered to point of delivery, prepared from non-hazardous waste to be used for energy purposes, excluding fuels that are included in the scope of ISO/TC 238 and ISO/TC 28
ISO/TC 300 “Solid recovered fuels” Membri Segreteria Paesi partecipanti (17) Paesi Osservatori (16)
ISO/TC 300 “Solid recovered fuels” Struttura Gruppi di Lavoro Titoli ISO/TC 300/GL 1 Terminologia e gestione della qualità (UK) ISO/TC 300/GL 2 Classificazione e specifiche (SE) ISO/TC 300/GL 3 Campionamento e riduzione del campione (NL) ISO/TC 300/GL 4 Prove fisiche e Meccaniche (D) ISO/TC 300/GL 5 Prove chimiche e determinazione del contenuto di biomassa (IT) ISO/TC 300/GL 6 Sicurezza dei combustibili solidi secondari (SE)
IL SISTEMA UNI/CEN/ISO ESPERTI NOMINATI DAL CTI PARTECIPANO ALLE ATTIVITÀ CEN E ISO ISO/TC 300 ‘SOLID RECOVERED FUELS’ CEN/TC 343 ‘SOLID RECOVERED FUELS’
LA SEGRETERIA DELL’ISO/TC 300 WG 5 Grazie al supporto economico di alcune aziende della CT 283 “Energia da rifiuti” del CTI è stato possibile portare avanti la gestione della segreteria del WG 5. Partecipano al Business Plan della CT 283: RSE AITEC FISE ASSOAMBIENTE A2A ECOPNEUS MONTELLO HERAMBIENTE SEA AMBIENTE LA NORMAZIONE È UN CANTIERE SEMPRE APERTO…TUTTI POSSONO ACCEDERE E LAVORARE PER ARRIVARE A RISULTATI CONCRETI!
ISO/TC 300 “Solid recovered fuels” Norme in elaborazione ISO/AWI 21637 Terminology, definitions and descriptions GL 1 ISO/AWI 21640 Specifications and classes GL 2 ISO/AWI TR 21916 Guidance for specification of solid recovered fuels (SRF) for GL 2 selected uses ISO/CD 21654 Determination of calorific value GL 4 ISO/CD 21656 Determination of ash content GL 4 ISO/CD 21660-3 Determination of moisture content using the oven dry GL 4 method -- Part 3: Moisture in general analysis sample ISO/CD 22167 Determination of content of volatile matter GL 4 ISO/AWI 21663 Methods for the determination of carbon (C), hydrogen (H), GL 5 nitrogen (N) and sulphur (S) by the instrumental method ISO/AWI 21644 Method for the determination of biomass content GL 5
ISO/TC 300 “Solid recovered fuels” Norme in elaborazione ISO/AWI 22105 Determination of the total Sulphur content using a high GL 5 temperature tube furnace combustion method -- IR-detection ISO/AWI TS 22940 Determination of elemental composition by X-ray GL 5 fluorescence ISO/AWI 21911 Determination of self-heating GL 6 ISO/AWI 21912 Safe handling and storage of solid recovered fuels GL 6
ISO/TC 300 “Solid recovered fuels” Meetings TC meetings Aprile 2015 - Helsinki Novembre 2016 - Tokyo (Giappone) Settembre 2017 - Stoccolma (Svezia) Settembre/Ottobre 2018 - Firenze (Italia) GL meetings GL (tutti) Novembre 2016 – Tokyo (Giappone) GL2 Febbraio 2017 (web meeting) GL 2, GL 5 e GL6 Giugno 2017 – Milano (Italia) GL2 Novembre 2017 (web meeting) GL1 e GL2 Marzo 2018 – Tokyo (Giappone) GL (tutti) Settembre/Ottobre 2018 - Firenze (Italia)
ISO/TC 300 “Solid recovered fuels” Principali argomenti in discussione Terminologia Scopo Standardization of solid recovered fuels, from point of acceptance of material to be recovered to point of delivery, prepared from non-hazardous waste to be used for energy purposes, excluding fuels that are included in the scope of ISO/TC 238 and ISO/TC 28 Questa declaratoria lasciava aperte alcune questioni sul reale significato di alcuni termini non ancora definiti dal WG 1 “Terminology and quality assurance” , come il “point of acceptance” dei rifiuti in ingresso all’impianto di produzione dei Combustibili Solidi Secondari (CSS o SRF in inglese) ed il “point of delivery” del prodotto finito (CSS). Inoltre, alcuni termini quali “rifiuto”, “rifiuto non pericoloso” e “rifiuto pericoloso”, non avevano una definizione specifica nel corrispondente WG di CEN/TC 343 “Solid Recovered Fuel” il quale, operando in campo europeo, semplicemente rimandava tali definizioni a quelle contenuti in diverse Direttive europee.
ISO/TC 300 “Solid recovered fuels” Principali argomenti in discussione Terminologia Scopo Standardization of solid recovered fuels, from point of acceptance of material to be recovered to point of delivery, prepared from non-hazardous waste to be used for energy purposes, excluding fuels that are included in the scope of ISO/TC 238 and ISO/TC 28 Ragionando in termini internazionali, ISO/TC 300 debba invece condividere una terminologia che tenga conto delle diverse definizioni di rifiuto e degli aggettivi “non pericoloso” e “pericoloso” utilizzate e normate in contesti extra europei Si è quindi giunti ad una proposta di revisione dello Scopo del TC: “Standardization of solid recovered fuels used for energy purposes originating from non-hazardous waste. The boundaries of this scope are from the point of raw material acceptance to the point of energy recovery. This excludes fuels that are included in the scope of ISO/TC 238 and ISO/TC 28.”
ISO/TC 300 “Solid recovered fuels” Principali argomenti in discussione Terminologia Waste: substances or objects which are discarded or are intended to be discarded or are required to be discarded by the provisions of national law [Note for ISO/TC 300, Definition of disposal from the Waste Framework Directive: Any operation, which is not recovery, even where the operation has as a secondary consequence the reclamation of substances or energy [Note for ISO/TC 300: This is taken from the Basel Convention (modified).] Hazardous waste: any waste which, due to its nature, physical, chemical or infectious properties, is potentially hazardous to human health and/or the environment during use, handling, storage or transportation [ISO 21070:2011]. Note to entry: Most nations have legislative and regulatory frameworks for hazardous waste. These might differ nation to nation. The movement andtrading of the material within the solid recovered fuel supply chain might be affected by several different legislative and regulatory frameworks.
ISO/TC 300 “Solid recovered fuels” Principali argomenti in discussione Terminologia Non-hazardous waste: any waste which, due to its nature, does not have the physical, chemical or infectious properties potentially hazardous to human health and/or the environment during use, handling, storage or transportation, as defined in “hazardous waste”. Point of raw material acceptance: point where the non-hazardous waste is accepted as raw material for the production of solid recovered fuels point of acceptance point of delivery location specified in the delivery agreement, at which the proprietary rights of and responsibility for a fuel are transferred from one organization or unit to, and accepted by, another. Point of energy recovery: last point at which the solid recovered fuel is accessible either before it has been mixed with other non-solid recovered fuels or before it has been converted into energy. Note to entry: This is before any energy conversion takes place.
ISO/TC 300 “Solid recovered fuels” Principali argomenti in discussione Terminologia Le definizioni proposte permettono di meglio interpretare i confini di azione di ISO/TC 300, ed in particolare il punto di consegna dei rifiuti in ingresso ed il punto di rilascio, ora chiaramente distinto tra il mero scambio di responsabilità di diversi operatori nella presa in carico del CSS prodotto, e identificato come il reale punto di utilizzo finale del CSS, dove termina la competenza del Comitato Tecnico.
ISO/TC 300 “Solid recovered fuels” Principali argomenti in discussione Classificazione e specifiche Il quarto meeting dell’ISO/TC 300 “Solid Recovered Fuels” si è tenuto a Stoccolma il 27 e 28 settembre 2017. Gli argomenti principali trattati hanno riguardato: • ISO WD 21640 - Solid recovered fuels — Specifications and classes • TR WD 21916 - Solid recovered fuels – Guidance for specification of solid recovered fuels (SRF) for selected uses (Capo Progetto: Giovanna Martignon – RSE)
ISO/AWI 21640 Specifications and classes Scopo della norma è stabilire un criterio di classificazione e specificazione dei CSS condiviso in ambito internazionale. Il punto di partenza è la norma EN 15359 “Classification and classes”, rielaborata ed ampliata per superare le criticità di applicazione emerse in ambito europeo e per tenere conto delle differenze oggettive tra i vari paesi in termini di modalità di produzione, utilizzo e regolamentazione di legge dei CSS. Il compromesso proposto è quello di mantenere lo stesso schema di classificazione riportato nella EN 15359 “Classification and classes”, senza procedere né ad un incremento di parametri da considerare, né una riduzione delle possibili classi Classification Statistical Unit Classes characteristic measure 1 2 3 4 5 Net calorific Mean MJ/kg (ar) ≥ 25 ≥ 20 ≥ 15 ≥ 10 ≥3 value (NCV) Classification Statistical Unit Classes characteristic measure 1 2 3 4 5 Chlorine (Cl) Mean % (d) ≤ 0,2 ≤ 0,6 ≤ 1,0 ≤ 1,5 ≤3 Classification Statistical Unit Classes characteristic measure 1 2 3 4 5 Mercury (Hg) Median mg/MJ (ar) ≤ 0,02 ≤ 0,03 ≤ 0,08 ≤ 0,15 ≤ 0,50 th 80 percentile mg/MJ (ar) ≤ 0,04 ≤ 0,06 ≤ 0,16 ≤ 0,30 ≤ 1,00
ISO/AWI 21640 Specifications and classes In alternativa è stato proposto di considerare solamente uno schema di classificazione su due livelli: • il primo (obbligatorio) considera solo i valori minimi dei tre parametri di classificazione • il secondo (facoltativo) riprende integralmente la classificazione di Tabella precedente
ISO/AWI 21640 Specifications and classes La parte più controversa della futura norma è tuttavia costituita dalla suddivisione dei parametri di specifica in due liste, di cui la prima è obbligatoria (nel senso che il CSS deve comunque essere analizzato ed i risultati analitici riportati esplicitamente), e comprende: • il codice di classe e l’origine dei rifiuti utilizzati per la preparazione del CSS; • forma (pellets, balle, bricchette, cippato, fluff, lanugine e polvere) e dimensione delle particelle di CSS • contenuto di ceneri • contenuto di umidità • potere calorifico netto sul tal quale e sul secco; • contenuto di cloro • contenuto di antimonio, arsenico, cadmio, cromo, cobalto, rame, piombo, manganese, mercurio, nichel, tallio e vanadio
ISO/AWI 21640 Specifications and classes La seconda lista di parametri di specifica non è invece obbligatoria (nel senso che il CSS devono essere analizzati per il contenuto di questi parametri, solo se concordato tra produttore ed utilizzatore), e comprende: • contenuto di biomassa • composizione merceologica in termini di contenuto di legno, carta, plastica, gomma, tessuti, ecc. (natura e numero delle frazioni da concordate tra il produttore ed utilizzatore) • informazioni riguardanti la preparazione del CSS • altre proprietà quali: densità apparente, contenuto di sostanze volatili, comportamento delle ceneri alla fusione, contenuto di polveri, odore, temperatura di accensione • contenuto di allumino metallico, carbonio, idrogeno, azoto, zolfo, bromo, fluoro, PCB, composti organici estraibili, alluminio, ferro, potassio, sodio, silicio, fosforo, titanio, magnesio, calcio, molibdeno, zinco, bario, berillio, selenio • ogni altra proprietà ritenuta utile nella trattativa di compravendita tra produttore ed utilizzatore dei CSS.
ISO/AWI 21640 Specifications and classes I maggiori dubbi espressi dalla delegazione italiana, in parte condivisi da altre delegazioni riguardano: • l’eccessiva attenzione prestata, nella lista obbligatorio di parametri di specifica, ad una fine caratterizzazione del CSS in termini granulometrici che, a parte casi specifici quali i CSS derivati da legno da demolizione, risulta del tutto inutile e ridondante, con conseguente incremento ingiustificato dei costi analitici • l’esplicitazione, nella lista non obbligatoria, di una lunga serie di parametri che, per il solo fatto di essere citati, potrebbero essere assunti come necessari se non dall’utilizzatore, dalle autorità competenti e ciò senza una esplicita motivazione del loro inserimento nella lista di specifica
ISO/AWI TR 21916 Guidance for specification of solid recovered fuels (SRF) for selected uses Lo scopo è fornire informazioni di base per stabilire i requisiti qualitativi (parametri chiave e valori di riferimento) che i CSS devono soddisfare se utilizzati per la produzione di energia Inoltre il Rapporto tecnico intende sostenere il mercato dei CSS supportando le parti interessate (produttori, utenti finali, legislatore, enti locali autorizzativi e organismi normativi) nell’individuazione dei requisiti tecnici, ambientali ed economici che ne consentano un utilizzo sostenibile facilitandone nel contempo l’accettabilità sociale
ISO/AWI TR 21916 Guidance for specification of solid recovered fuels (SRF) for selected uses I possibili utilizzi considerati riguardano CSS: • co-combustione in cementeria, come sostituti dei combustibili fossili normalmente utilizzati • co-combustione in centrali di potenza (es. operanti a carbon fossile); • combustione in impianti dedicati, quali inceneritori a griglia e letti fluidi; • gassificazione e/o pirolisi I valori di specifica per i vari utilizzi saranno definiti sulla base dell’attuale esperienza degli utilizzatori, delle migliori tecnologie di conversione energetica disponibili e sui limiti imposti dalla legislazione dei vari paesi
QUADRO NORMATIVO NAZIONALE VIGENTE NORMA TITOLO PUBBLICAZIONE UNI/TS 11461 IMPIANTI DI CO-COMBUSTIONE, INCENERIMENTO E 2012 CO-INCENERIMENTO - DETERMINAZIONE DELLA FRAZIONE DI ENERGIA RINNOVABILE PRODOTTA DALL’IMPIANTO MEDIANTE LA MISURA DEL 14C UNI/TS 11553 SPECIFICHE DEI CSS OTTENUTI DAL TRATTAMENTO 2014 MECCANICO DEI RIFIUTI NON PERICOLOSI UNI/TR 11581 LINEE GUIDA APPLICATIVE DELLE NORME UNI EN 2015 15359 E UNI 15358 UNI/TS 11597 CARATTERIZZAZIONE DERIFIUTI E DEI CSS IN TERMINI 2015 DI CONTENUTO DI BIOMASSA ED ENERGETICO
QUADRO NORMATIVO NAZIONALE VIGENTE NORMA TITOLO PUBBLICAZIONE UNI 9903-1 COMBUSTIBILI SOLIDI NON MINERALI RICAVATI DA 2004 RIFIUTI (RDF) - SPECIFICHE E CLASSIFICAZIONE UNI 9903-2 COMBUSTIBILI SOLIDI NON MINERALI RICAVATI DA 2004 RIFIUTI (RDF) - TERMINI E DEFINIZIONI UNI 9903-14 COMBUSTIBILI SOLIDI NON MINERALI RICAVATI DA 1997 RIFIUTI. (RDF). DETERMINAZIONE DEL CONTENUTO DI VETRO. …OLTRE A TUTTE LE NORME EUROPEE ELABORATE DAL CEN/TC 343 SU MANDATO M/325 DELLA CE.
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