Giorno della Memoria, il messaggio di Beppe Sala
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Giorno della Memoria, il messaggio di Beppe Sala In occasione della Giorno della Memoria, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha affidato la sua commemorazione ad un messaggio su Facebook. Il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria, occasione per commemorare le vittime della Shoah. In questa data, nel 1945, le truppe dell’Armata Rossa, aprirono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz e ne liberarono i detenuti. Ogni anno il 27 gennaio è un giorno in cui si ricordano la storia, le sofferenze, la barbarie, e questa data è diventata un monito che simbolicamente ci rammenta quali atrocità possono nascere dall’odio e dalla paura. Anche il sindaco di Milano Giuseppe “Beppe” Sala si è unito alla lunga lista di messaggi commemorativi pronunciati in questo giorno. Il primo cittadino del capoluogo lombardo ha deciso di affidare il suo omaggio ad un post su Facebook. “Milano porta i segni della Shoah. Le pagine buie della nostra storia, come il rastrellamento degli ebrei o il binario 21, sono affiancate da innumerevoli testimonianze di resistenza alla follia nazifascista”, scrive il sindaco. “Le vite spezzate dei tanti ebrei milanesi sono parte della nostra città, simbolicamente impresse nelle pietre d’inciampo, per
ricordarci ogni giorno che tutto questo è successo e che ogni volta abbiamo la possibilità di decidere da che parte stare”. Sala poi cita la Senatrice Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah, che ricorda che noi tutti “Siamo memoria, siamo futuro”. Perché educare alla memoria significa investire in un futuro migliore, come ricorda Beppe Sala alla fine del suo messaggio: “Ricordare le vittime della Shoah oggi vuol dire fare la scelta di impegnarsi a costruire un mondo senza odio, rifiutare ogni forma di razzismo e non voltarsi mai più dall’altra parte”. Milano, guardia giurata spara al ladro e lo ferisce sul piede Nella notte, una guardia giurata ha sorpreso un ladro in una scuola materna. Dopo una colluttazione, il vigilante ha sparato colpendolo al piede. All’interno di una scuola materna in via Santissima Trinità a Milano, un vigilante ha sorpreso un ladro che cercava di forzare il distributore automatico. Dopo un avvertimento e due
colluttazioni, il ladro è stato colpito ad un piede da un colpo di pistola. Il malcapitato, un uomo di 33 anni, si trovava dentro l’istituto scolastico per manomettere il distributore automatico di bevande. È stato però colto in flagrante da una guardia giurata, intervenuta nella stanza dopo che il ladro aveva fatto scattare l’allarme, poco prima dell’una di notte. Per fermare l’intruso, la guardia giurata gli ha puntato contro la pistola, intimandogli di fermarsi. A quel punto il ladro ha aggredito il vigilante, che nel frattempo aveva contattato la centrale per chiede rinforzi. Intanto, però, il 33enne si è scagliato contro la guardia giurata, colpendolo con dei pugni, e poi ha tentato di fuggire. Il vigilante si è dato all’inseguimento, riuscendo a raggiungerlo. Ne è scaturita una seconda colluttazione, dalla quale il ladro è riuscito di nuovo a fuggire, ma il guardiano ha sparato un colpo di pistola che ha colpito il malfattore al piede. Il ferito è stato portato al Policlinico, dove è stato operato. Nei suoi confronti è stato emesso un ordine di arresto per furto e resistenza a pubblico ufficiale. La guardia giurata, invece, è stata portata in ospedale dove gli sono state curate le ferite derivate dalle colluttazioni.
Ordigno incendiario contro sede della Lega Nord Darsena Nella notte tra lunedì e martedì un ordigno incendiario è stato lanciato contro la sede della Lega Nord Darsena di Milano, danni alla saracinesca. “Ennesimo atto intimidatorio questa notte (con bottiglia incendiaria compresa) nei confronti di una sezione della Lega a Milano. Un abbraccio e un ringraziamento a tutti i militanti della Darsena che come gli altri non mollano Mai!”. Così su Facebook Fabrizio Cecchetti, vice-capogruppo vicario della Lega alla Camera. “La Pazienza è quasi finita”, aggiunge. L’episodio a cui fa riferimento il deputato è accaduto nella notte tra lunedì 21 e martedì 22 gennaio, quando degli ignoti avrebbero lanciato contro la sede della Lega Nord Sezione “Darsena”, Via Francesco Brioschi, all’angolo con via Carcano. Il deputato parla di un “bottiglia incendiaria” e di “atto intimidatorio”. I primi accertamenti sembrano validare l’ipotesi che le fiamme, che hanno danneggiato la parte inferiore della saracinesca, siano state applicate con un liquido incendiari. Anche Paolo Grimoldi, Segretario Nazionale Lega Lombarda, ha dato testimonianza sui social dei danni alla saracinesca della sede della Lega Nord Darsena. Grimoldi sostiene si tratti “dell’ennesimo atto intimidatorio contro una nostra sezione. È da inizio estate che in Lombardia si ripetono attentati contro le nostre sedi, a Cremona, a Varese, a Bergamo, in Brianza, nel milanese. Qui si sta scherzando con il fuoco, questa caccia al leghista rischia di degenerare in tragedia: auguriamoci che non ci scappi il morto”.
Minetti e Bossi jr condannati nel processo “Rimborsopoli” Il Tribunale di Milano ha condannato Nicole Minetti e Renzo Bossi, figlio di Umberto Bossi, al carcere nell’ambito del processo “Rimborsopoli”. Due anni e sei mesi a Renzo Bossi e un anno e otto mesi a Nicole Minetti. Questa la decisione dei giudici del Tribunale di Milano nell’ambito del processo sulla cosiddetta “Rimborsopoli” al Pirellone, che ha visto 57 persone imputate. Tra gli imputati, tutti ex consiglieri ed ex assessori della Regione Lombardia eccetto uno, figuravano anche l’ex igienista dentale di Silvio Berlusconi Nicole Minetti, e il figlio di Umberto Bossi, Renzo Bossi detto il Trota. Entrambi sono stati ex consiglieri del Pdl e della Lega. La prima dovrà scontare un anno e otto mesi di carcere, il secondo due anni e sei mesi. È stato condannato a un anno e otto mesi anche Massimiliano Romeo, attuale capogruppo della Lega al Senato, e ad un anno e sei mesi Angelo Ciocca, oggi eurodeputato del partito di Matteo Salvini. Nel complesso, 52 dei 57 imputati a processo sono stati condannati a pene che variano da un anno e 5 mesi,
fino a quattro anni e 8 mesi. Stefano Maullu, attualmente europarlamentare di Forza Italia, è stato condannato a un anno e sei mesi. Per Romeo, Ciocca e Maullu la pena è stata sospesa ed è stata decisa la non menzione. Alessandro Colucci, deputato del gruppo misto, dovrà scontare due anni e due mesi. La pena maggiore, di quattro anni e otto mesi, è stata inflitta a Stefano Galli, ex capogruppo della pena in regione. Supercoppa, il Milan sconfitto a Gedda 1-0 Si è conclusa con il risultato di 1-0 per la Juve la finale di Supercoppa disputata a Gedda, in Arabia Saudita. Allegri: “È stata una partita divertente”. La finale di Supercoppa disputata al King Abdullah Sports City Stadium, a Gedda, in Arabia Saudita, si è conclusa con la vittoria 1-0 della Juventus sul Milan. Dopo un primo tempo a reti inviolate, Cristiano Ronaldo ha segnato il gol della vittoria, aggiudicandosi il primo trofeo della sua carriera bianconera. È l’ottava Supercoppa che la Juve porta a casa. Higuain, dato per febbricitante nel pomeriggio, è entrato al 26’ della ripresa, al posto dello spagnolo Castillejo. Due
minuti dopo veniva espulso Kessie, per un fallo rivisto al Var. Gli 11 rossoneri schierati all’inizio del match erano Donnarumma, Calabria, Zapata, Romagnoli, Rodriguez, Kessie, Bakayoko, Paqueta, Castillejo, Cutrone, Calhanoglu. “È stata una partita divertente con diverse occasioni”, commenta Massimiliano Allegri al termine della partita. “È stato un buon Milan, che ci ha messo in difficoltà. Noi in undici potevamo fare meglio per chiuderla”, ha ammesso il tecnico del club bianconero. “Il Milan ha fatto una buona partita. Noi abbiamo sbagliato un po’ troppo. Nel primo tempo eravamo lenti, e abbiamo avuto delle situazioni in cui abbiamo affrettato troppo l’ultimo passaggio”, ha aggiunto. Calderoli condannato per aver chiamato Cecile Kyenge “orango” È arrivata la condanna in primo grado a un anno e mezzo di carcere per il senatore della Lega Roberto Carderoli,
che nel 2013 definì Cecile Kyenge “orango”. Il tribunale d Bergamo si è pronunciato sulla vicenda del senatore della Lega Roberto Calderoli, in giudizio per aver dato dell’orango a Cecile Kyenge, ex ministro del governo Letta. La sentenza di primo grado condanna il senatore a un anno e sei mesi di reclusione, riconoscendo il reato di diffamazione con l’aggravante dell’odio razziale. Il fatto è avvenuto nel luglio del 2013, durante la festa della Lega Nord di Treviglio. L’ex ministra non si è costituita parte civile e non riceverà risarcimenti economici, ma sul suo profilo Facebook ha scritto “Evviva evviva evviva. Il razzismo la paga cara. Anche se si tratta del primo grado di giudizio, e anche se la pena è sospesa, è una sentenza incoraggiante per tutti quelli che si battono contro il razzismo. Perciò esprimo la mia soddisfazione per questa vicenda: non solo per questioni personali, ma anche perché la decisione del Tribunale di Bergamo conferma che il razzismo si può e si deve combattere per vie legali, oltre che civili, civiche e politiche”. Il processo aveva subito un primo stop nel 2015, quando la difesa si era appellata all’articolo 68 della Costituzione Italiana, secondo il quale i membri del parlamento non possono essere chiamati a rispondere di affermazioni espresse nell’esercizio delle loro funzioni. La Consulta, però, ha rigettato l’obiezione determinando la ripresa del processo. Lo scorso luglio in udienza Carderoli aveva dichiarato di non ricordare esattamente le parole del suo intervento del 2013, “ma il mio intento era la critica politica al governo Letta, anche per un certo divertimento delle persone presenti, con toni leggeri. Dalle trascrizioni vedo che non ho mai usato la parola ‘orango’, bensì ‘oranghi’, riferendomi a tutto il governo. Intendevo dire che si muovevano come elefanti in una cristalleria: se avessi usato quest’altro paragone, oggi non saremmo in quest’aula”.
Pavia, scatta foto al ladro e riesce a farlo arrestare Un uomo che, rientrato a casa, ha scoperto un ladro nel suo appartamento, è riuscito a farlo arrestare scattandogli prontamente una foto col telefonino. A Pavia un uomo è rientrato in casa e ha sorpreso un ladro nel suo appartamento. Grazie alla foto che il proprietario gli ha prontamente scattato, le autorità sono riuscite a trovarlo e arrestarlo con più facilità, dopo che questo era fuggito. È la curiosa storia di un uomo di Pavia, che tornato a casa ha trovato un ladro che rovistava tra i mobili dell’abitazione in cerca di oggetti di valore da rubare. Accortosi della presenza del proprietario, l’uomo si è dato alla fuga. Così il proprietario lo ha inseguito, e prima che questi si allontanasse troppo, è riuscito a immortalarlo con la fotocamera del cellulare. L’immagine ha consentito agli agenti della Questura di individuare l’uomo e arrestarlo. La prontezza del proprietario nello scattare la fotografia si è rivelata un fattore determinante. L’immagine è stata infatti un prezioso indizio per gli agenti della squadra volante della Questura, che dopo aver ascoltato la versione dell’uomo si
sono messi subito alla ricerca del ladro. Le ricerche sono terminate poco lontane dal luogo del furto. Il ladro era un uomo di 67 anni nato ad Albuzzano, in provincia di Pavia, e residente in un campo nomadi della provincia. Il 67enne, già noto alle forze dell’ordine per alcuni furti in abitazioni e su veicoli, aveva rubato una piccola somma di denaro dall’appartamento, ed è stato arrestato per furto in appartamento. Sarà processato con rito direttissimo. Milano, raddoppiano le EcoIsole per i rifiuti elettronici Il Comune di Milano raddoppia le EcoIsole per la raccolta dei piccoli rifiuti elettronici. I cassonetti intelligenti arrivano nei municipi 6, 7, 8 e 9. L’Amsa-Gruppo A2A lavora con Ecolight (consorzio nazionale per la gestione dei RAEE, Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) e il Comune di Milano per potenziare la raccolta di piccoli rifiuti elettronici in città. Sono stati infatti posizionati anche nei municipi 6, 7, 8 e 9 i cassonetti
intelligenti EcoIsole, dove i cittadini possono gettare smartphone, tablet, piccoli elettrodomestici, caricabatterie e lampadine a risparmio energetico e neon non più funzionanti. Le prime quattro EcoIsole erano state installate nei municipi 2, 3, 4 e 5, e hanno raggiunto risultati positivi confermando la validità dell’iniziativa. In meno di sei mesi sono state utilizzate da circa 2800 utenti, e hanno raccolto più di due tonnellate di RAEE. Così ai quattro cassonetti intelligenti già posizionati via Legioni Romane, via Anselmo da Baggio, via Quarenghi, in viale Guerzoni, si sono aggiunte quelle in viale Zara, presso la Biblioteca Valvassori Peroni (via Valvassori Peroni), in via Oglio e in viale Tibaldi. “L’EcoIsola è un cassonetto intelligente ed interamente automatizzato che nasce da un progetto europeo che Ecolight ha realizzato per la raccolta di prossimità dei RAEE con l’esplicito scopo di facilitare il corretto conferimento dei rifiuti elettronici, in particolare quelli di piccole dimensioni”, spiega Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecolight. “Cellulari, telecomandi, tablet non più funzionanti sono i rifiuti elettronici più difficili da intercettare: solamente poco più del 20% segue un corretto percorso di raccolta e recupero. Eppure sono riciclabili fino a oltre il 90% del loro peso. L’EcoIsola di fatto dà ai cittadini una possibilità in più per conferirli in modo corretto”, aggiunge. Utilizzare le EcoIsole è semplice quanto efficace. È sufficiente strisciare la tessera sanitaria nell’apposita fessura e selezionare il tipo di rifiuto che si intende smaltire, per poi inserirlo nello sportello dedicato. Il cassonetto intelligente avvisa gli operatori Ecolight quando raggiunge la massima capienza.
L’attività di controllo del territorio presso la stazione di Gallarate Negli ultimi giorni è proseguito il servizio di prevenzione e controllo in Piazza Giovanni XXIII a Gallarate, vicino la Stazione Ferroviaria. Gli agenti dell’Ufficio Controllo del Territorio del Commissariato di Polizia di Stato di Gallarate, insieme alle pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine di Milano, hanno effettuato anche in questi giorni un servizio di prevenzione mirato, volto al contrasto del crimine in Piazza Giovanni XXIII, di fronte alla Stazione Ferroviaria. Ieri pomeriggio, giovedì 10 gennaio, l’attività di controllo ha permesso di identificare 36 soggetti, di cui 10 già noti alle autorità, ma senza nessun reato riscontrato. Sono stati poi identificati 10 veicoli e un esercizio pubblico. Inoltre, nella giornata dell’8 gennaio, gli agenti dell’Ufficio Controllo del Territorio del Commissariato hanno messo in atto un’attività di prevenzione e repressione dei reati, identificando 30 soggetti e 10 veicoli. Nella mattinata, poi, una voltante ha effettuato un servizio di prevenzione nei pressi degli istituti scolastici cittadini. Un
giovane italiano è stato denunciato con l’accusa di porto d’armi o oggetti atti ad offendere, poiché nella sua auto sono stati ritrovati un coltello a serramanico e una mazza da baseball, custoditi senza giustificato motivo. La Diocesi di Milano propone un corso di introduzione alla politica L’Arcidiocesi di Milano e il Centro pastorale ambrosiano propongono un programma di sette incontri per fornire “una grammatica per leggere l’attualità”. Un corso diviso in sette incontri, che prenderanno tutta la mattinata e una parte del pomeriggio, per “dare i primi rudimenti per quanti desiderano avere una grammatica per leggere l’attualità”, come spiegato da Walter Magnoni, Responsabile del Servizio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro. Con questo corso di introduzione alla politica, l’Arcidiocesi di Milano e il Centro pastorale ambrosiano vogliono rivolgersi a tutti quei “giovani che desiderano completare la loro formazione umana e
professionale con l’approfondimento degli insegnamenti derivanti dalle esperienze socio-politiche e dalla Dottrina sociale della Chiesa. Inoltre possono partecipare anche gli adulti che vogliono approfondire temi e argomenti determinanti in questo tempo di cambiamento”. Il titolo del corso è “Il buon vicinato – Percorsi per una politica che generi speranza”, e si terrà tra il 12 gennaio e il 25 maggio presso il Centro Ambrosiano Di Documentazione e Studi Religiosi, in Via S. Antonio, 5 a Milano. Magnoni spiega quanto sia “fondamentale recuperare una cura della vita interiore. Per questo ogni appuntamento sarà aperto da un momento di riflessione che, a partire dalla Parola di Dio e dalla Dottrina sociale della chiesa, proverà a mostrare le regioni intrinseche dell’impegno socio-politico dei credenti”. La seconda parte, poi, sarà incentrata sulla “costruzione di un pensiero non superficiale rispetto ad alcuni grandi questioni. Ci preme fornire un metodo per pensare le questioni sociali in gioco”. Di seguito il programma degli appuntamenti.
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