FVG Digitale Le imprese ICT in Friuli Venezia Giulia - Report 2021 - Confindustria Udine

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FVG Digitale Le imprese ICT in Friuli Venezia Giulia - Report 2021 - Confindustria Udine
Report 2021

FVG
Digitale
Le imprese ICT in
Friuli Venezia Giulia

A cura di:
Guido Bortoluzzi, Maria Chiarvesio, Raffaella Tabacco

Con il contributo di:
FVG Digitale Le imprese ICT in Friuli Venezia Giulia - Report 2021 - Confindustria Udine
Report 2021

         FVG Digitale
                   Le imprese ICT in
                  Friuli Venezia Giulia

                                   A cura di:
         Guido Bortoluzzi, Maria Chiarvesio, Raffaella Tabacco

Progetto realizzato con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
FVG Digitale Le imprese ICT in Friuli Venezia Giulia - Report 2021 - Confindustria Udine
Report realizzato su incarico di DITEDI

Partner Scientifici:
Università degli Studi di Trieste
Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche

Università degli Studi di Udine
Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche

© 2021 DITEDI S.c.ar.l. Tutti i diritti sono riservati.

Stampa: Tipografia Marioni s.n.c.
Progetto grafico e di comunicazione:
FVG Digitale Le imprese ICT in Friuli Venezia Giulia - Report 2021 - Confindustria Udine
PREMESSA

Il presente report è frutto della volontà di DITEDI di conoscere in maniera più approfondita l’andamen-
to economico del settore delle ICT regionale, con un focus strategico sulla competitività dello stesso,
anche alla luce dell’emergenza COVID19. Esso è stato realizzato grazie al prezioso lavoro di ricerca ef-
fettuato dai docenti Guido Bortoluzzi, Maria Chiarvesio e Raffaella Tabacco, dei Dipartimenti di Scienze
economiche, aziendali, matematiche e statistiche dell’Università di Trieste e di Scienze economiche e
statistiche dell’Università di Udine.

DITEDI, Distretto delle Tecnologie Digitali ed ente gestore del Cluster ICT della Regione Friuli Venezia
Giulia riconosciuto con le leggi regionali n. 3/2015 e 3/2021, opera all’interno del territorio regionale,
occupandosi della rappresentanza delle imprese digitali, comprendendone le esigenze, facilitando la
creazione di connessioni e collaborazioni intersettoriali e coinvolgendole nelle attività di diffusione del-
la cultura digitale con un ruolo di coprotagoniste della trasformazione dei nostri territori.

Il comparto digitale regionale consta, al termine del 2020, di 2.206 imprese, la stragrande maggio-
ranza delle quali è di piccole o piccolissime dimensioni. Risulta evidente, numeri alla mano, come sia
necessario fornire rappresentanza, supporto e opportunità di crescita all’intero settore. L’analisi con-
dotta ha permesso di inquadrare meglio le dimensioni e la portata economica del comparto, indagando
le dinamiche di crescita e le strategie di approccio al mercato, individuando infine alcuni casi aziendali
che a giudizio del gruppo di lavoro sono risultati emblematici e meritevoli di un approfondimento.

Il risultato che viene presentato nelle pagine che seguono, enuclea alcuni spunti di riflessione utili ad
alimentare un costruttivo dibattito, ci si augura, tra i decisori politici, le imprese e gli imprenditori del
comparto stesso.

Questo lavoro di ricerca costituisce, in definitiva, una base di conoscenza importante per impostare
con urgenza politiche di intervento e per realizzare i conseguenti progetti di trasformazione digitale
sul territorio regionale.

                                                                                         Francesco Contin
                                                                                   Project manager DITEDI
FVG Digitale Le imprese ICT in Friuli Venezia Giulia - Report 2021 - Confindustria Udine
1.0 INTRODUZIONE                                                               5

2.0 LA SURVEY                                                                  8

    2.1 Popolazione e campione di riferimento                                  9

    2.2 Prodotti e produzione prima dell’emergenza COVID19                    15

    2.3 Strategie, settori e mercati di sbocco prima dell’emergenza COVID19   22

    2.4 Le imprese e l’emergenza COVID19                                      30

    APPENDICE: I percorsi di crescita delle imprese del digitale del FVG      36

3.0 I CASI AZIENDALI                                                          42

    3.1 Il caso beanTech                                                      43

    3.2 Il caso Esteco                                                        47

    3.3 Il caso Heply                                                         51

    3.4 Il caso IKON                                                          55

    3.5 Il caso Modefinance                                                   59

    3.6 Il caso MOLO17                                                        63

    3.7 Il caso Nordest Servizi                                               67

    3.8 Il caso OverIT                                                        70

    3.9 Il caso Soplaya                                                       74

    3.10 Il caso Tempestive                                                   78

    3.11 Il caso VI-grade                                                     82

    3.12 Il caso Video Systems                                                86

4.0 CONCLUSIONI                                                               90
1.0
Introduzione
Il tema della digitalizzazione è nell’agenda politica da molti anni, ma mai come in piena pan-
demia è emerso il ruolo chiave di questo settore nel sostenere le attività e i processi aziendali,
nonché le relazioni tra le persone.

Secondo il Rapporto Anitec-Assinform di No-                     dei processi, opportunità di business. La ricerca
vembre 2020, il comparto del digitale ha soffer-                è stata condotta attraverso una Survey quanti-
to la crisi, ma in modo molto contenuto e molto                 tativa su un campione di imprese regionali ap-
meno di altri settori. Le aziende hanno infatti                 partenenti al comparto, arricchita dall’analisi di
dovuto rinviare alcuni progetti o ridimensionarli,              12 casi aziendali.
ma, accanto a questo, sono emerse in modo for-
te alcune esigenze critiche legate, per esempio,                L’analisi, da un lato, ha operato una ricognizio-
alla sicurezza o al lavoro da remoto, che hanno                 ne descrittiva di alcune dinamiche di rilevanza
fatto registrare crescite importanti in campi                   strategica per le aziende e del loro allineamento
quali quelli della cybersecurity, del cloud com-                con le evoluzioni del mercato e della tecnologia.
puting, degli strumenti di collaboration, dei PC e              Dall’altro lato, ha verificato alcuni effetti dell’e-
tablet (Anitec-Assinform, 2020)1.                               mergenza da COVID19 sul modello di business
                                                                aziendale, sulla temporaneità/permanenza del-
In questo quadro, come si comporta il compar-                   le modifiche intervenute e sulle performance
to del digitale in Friuli Venezia Giulia? Si tratta             aziendali attese per fine anno. Infine, è stato fat-
di un comparto che è cresciuto notevolmente                     to un approfondimento sui percorsi di sviluppo
negli ultimi 10 anni: secondo i dati camerali, tra              delle imprese del settore, a partire dai dati came-
il 2009 e il 2019 le localizzazioni attive nell’ICT             rali, che ha portato ad una clusterizzazione delle
sono aumentate dell’8,8%, mente l’economia                      imprese in base alla velocità di crescita.
regionale nel suo complesso ha visto un calo del                L’analisi ha consentito di far emergere alcuni
6,2%. Spiccano in particolare le attività di svi-               spunti di interesse. Un primo spunto è relativo
luppo software e consulenza informatica, cre-                   alle dinamiche dimensionali delle imprese. Si
sciute del 28% (Camera di Commercio Pordeno-                    tratta di dimensioni mediamente piccole, ma
ne e Udine, 2020)2.                                             non così piccole come ci si potrebbe attendere.
Questa ricerca si pone l’obiettivo di ricostruire               Una parte importante delle aziende campionate
le strategie competitive delle imprese regionali                è figlia della terza rivoluzione industriale, quella
del digitale, nonché di cogliere l’impatto prodot-              delle dot.com dei primi anni Duemila per inten-
to dall’emergenza COVID19 in termini di riorga-                 derci. E da allora molte di loro hanno evidenziato
nizzazione aziendale, innovazione dei prodotti e                dei percorsi di crescita regolari, come evidenzia-

1
     nitec-Assinform (2020), Il digitale in Italia 2020. Mercati, dinamiche, policy, http://ildigitaleinitalia.it.
    A
2
     Camera di Commercio Pordenone e Udine (2020), L’information and communication technology nell’economia
      del Friuli Venezia Giulia, https://www.pnud.camcom.it/allegati/statistica/territorio/ict_fvg_02_2020.pdf.

                                                                                                                        6
no i dati commentati nell’appendice che separa       Infine, per quanto concerne l’impatto dell’emer-
    la prima dalla seconda parte del rapporto. Inol-     genza COVID19 sul modo di fare business del-
    tre, tra le più giovani non mancano alcune inte-     le aziende (business model), l’analisi ha fatto
    ressanti “gazzelle” ad alta intensità di crescita.   emergere come le imprese abbiano operato “in
                                                         attacco” sul fronte dei propri clienti (sviluppan-
    Un secondo spunto è legato alle caratteristiche      do, ad esempio, soluzioni per facilitare il lavoro
    del personale interno. Personale che ha un profi-    a distanza ed accompagnandoli in innovazioni di
    lo molto elevato oltre che variegato in termini di   prodotto), ma in difesa sul fronte interno, adot-
    formazione come mostrano i dati presentati nella     tando pertanto una strategia di “wait and see”
    prima parte del rapporto e le storie imprendito-     accompagnata da una parziale riorganizzazio-
    riali raccolte nella seconda parte. Un comparto      ne dovuta principalmente al remote working
    dove il personale ha un’età media più elevata di     massivo. L’impatto sul portafoglio ordini è sta-
    quanto ci si potrebbe attendere ma in linea con      to limitato: diversi clienti hanno posticipato dei
    l’età media delle imprese. Imprese nelle quali la    progetti di investimento ma si registrano poche
    presenza femminile è un’eccezione, non la regola.    rinunce. In ogni caso il sentiment nei confronti
                                                         dell’andamento del mercato nei prossimi mesi
    Un terzo punto è connesso all’offerta delle im-      ed anno rimane ampiamente positivo.
    prese. Questa intercetta un’ampia varietà di set-
    tori di sbocco, ma mercati geografici piuttosto
    limitati, soprattutto per le aziende più piccole.
    L’offerta contempla ed ingloba molte tecnologie
    dell’Industry 4.0 anche se il fatturato derivante
    da queste tecnologie è ancora piuttosto conte-
    nuto. Ma la soddisfazione di imprenditori e ma-
    nager per le performance aziendali è comunque
    mediamente alta.

    Si tratta di un comparto ad elevata innovazione,
    sia sul fronte interno che esterno, anche se si
    limita a collaborazioni con altre aziende. La col-
    laborazione con istituti universitari e centri di
    ricerca è infatti piuttosto bassa, come dimostra-
    no anche i casi discussi nella seconda parte. Per
    quanto riguarda l’innovazione sul fronte della
    sostenibilità ambientale, essa non sembra par-
    ticolarmente diffusa, mentre è elevata l’atten-
    zione verso il “benessere” del personale come
    testimoniano molte delle storie aziendali.

7
2.0
    La survey

8
2.1 POPOLAZIONE E CAMPIONE DI RIFERIMENTO

A fine 2020 erano presenti sul territorio regionale 2.206 imprese e 2.859 unità locali operanti nel com-
parto digitale (fonte dati: CCIAA di Pordenone e Udine).

Di queste 2.206 imprese, il 44,4% ha la forma della società a responsabilità limitata, mentre le società
per azioni rappresentano un’eccezione: sono appena 16, pari allo 0,7% del totale. Il secondo blocco per
consistenza numerica (35,9%) è costituito dalle ditte individuali, mentre le società di persone (in forma
di Snc o di Sas) ammontano complessivamente al 17,5% del totale.

Le sedi di impresa risultano così distribuite geograficamente: 1.065 imprese (pari 48,3% del totale)
sono localizzate nella provincia di Udine, 515 imprese (pari al 23,3% del totale) nella provincia di Por-
denone, 441 imprese (pari esattamente al 20% della popolazione) nella provincia di Trieste e le restanti
185 (pari all’8,4% della popolazione) nella provincia di Gorizia.

Le imprese che hanno accolto l’invito di DITEDI         Si aggiunge come criterio il possesso della Pec
a partecipare alla ricerca ed hanno quindi rispo-       per l’invio del questionario, la cui mancanza ha
sto in modo completo alla survey predisposta            portato la popolazione di riferimento da 461 a
on-line sono 86. Il numero non è elevato in ter-        381 imprese. Il tasso di risposta è stato quindi
mini assoluti, ma in termini relativi consente co-      del 22,6%.
munque di ottenere una discreta copertura della
popolazione di riferimento.                             La Tabella 1 riporta la distribuzione del campio-
                                                        ne indagato per codici Ateco, confrontata con la
Le imprese risultano infatti appartenenti ad una        distribuzione della popolazione di partenza.
sotto-popolazione complessivamente di 461 im-
prese, ottenuta sulla base dei seguenti criteri di      La Figura 1 evidenzia la distribuzione delle im-
selezione:                                              prese appartenenti al campione per totale ad-
                                                        detti. Il grafico, apparentemente sbilanciato
◼	realizzazione di una delle attività core del
                                                        nelle classi dimensionali inferiori, non deve
   cluster (si vedano le attività riportate in Ta-
                                                        trarre in inganno perché in realtà il campione
   bella 1);
                                                        presenta una componente significativa di im-
◼	essere una società di capitali presenti nel
                                                        prese di medio-grandi dimensioni (pari al 9,3%
   database Aida di Bureau van Dijk a gennaio
                                                        del campione nel complesso). In ogni caso la
   2020;
                                                        categoria “modale” (quella contraddistinta da
◼	avere un fatturato superiore a 250 mila euro         una frequenza assoluta e relativa più elevata) è
   o inferiore a 50 milioni di euro (con poche in-      quella composta da aziende incluse nella fascia
   tegrazioni in casi di particolare interesse e di     10-25 addetti. Si tratta di una fascia dimensio-
   poco lontano rispetto alle soglie indicate);         nale che identifica una categoria di impresa che,

                                                                                                            9
TAB. 1 – LA DISTRIBUZIONE DELLE IMPRESE PER ATTIVITÀ SECONDO CODICI ATECO (VALORI %)

                                                                                      Popolazione       Campione

                                                                                       v.a.      %     v.a.      %

       2611   Fabbricazione di componenti elettronici                                   12      3,1      3      3,5

       2612   Fabbricazione di schede elettroniche integrate                             8      2,1      1      1,2

      2620    Fabbricazione di computer e unità periferiche                             19      5,0      9     10,5

      2630    Fabbricazione di apparecchiature per le comunicazioni                      7      1,8      0      0,0

      5820    Edizione di software                                                       4      1,0      0      0,0

      5829    Edizione di altri software                                                 6      1,6       1     1,2

       6100   Telecomunicazioni                                                           1     0,3      0      0,0

       6110   Telecomunicazioni fisse                                                    0      0,0      0      0,0

       6190   Altre attività di telecomunicazione                                        6      1,6      0      0,0

      6200    Programmazione, consulenza informatica e attività connesse                 0      0,0      0      0,0

       6201   Attività di programmazione informatica                                  128     33,6     35      40,7

      6202    Attività di consulenza informatica                                       33       8,7     13     15,1

      6203    Gestione di strutture informatizzate                                       5      1,3      2      2,3

              Altre attività dei servizi connessi alle tecnologie
      6209                                                                             20       5,2      5      5,8
              dell’informazione e dell’informatica

       6311   Elaborazione dei dati, hosting e attività connesse                       115    30,2       5      5,8

       6312   Portali web                                                                 1     0,3       1     1,2

      6399    Altre attività dei servizi d’informazione n.c.a.                           3      0,8       1     1,2

       9511   Riparazione di computer e di unità periferiche                            10      2,6      3      3,5

       9512   Riparazione di apparecchiature per le comunicazioni                        3      0,8      7      8,1

              Totale                                                                  381     100,0    86     100,0

     con ogni probabilità, ha un modello di business             le aziende hanno dichiarato che, in aggiunta ai
     già ben definito oltre che un posizionamento                dipendenti, possono contare su una rete di col-
     di mercato ben identificato, e che è pertanto               laboratori stabili pari in media a 2,5 unità per
     distante dall’idealtipo della piccola realtà di-            impresa; in effetti, il 48,8% delle imprese ha da
     gitale de-specializzata in grado di (o costret-             1 a 3 collaboratori esterni stabili, il 29,1% non ne
     ta a) agire su diversi fronti. Da considerare che           ha, mentre il 22,1% ne ha più di 3.

10
Da segnalare inoltre l’appartenenza ad un             La Figura 3 distribuisce il campione per per-
gruppo aziendale, fenomeno che coinvolge              centuale di addetti in possesso di un titolo di
circa un quarto (23,3%) della popolazione in-         studio superiore (laurea). Si tratta di un dato di
tervistata. L’appartenenza ad un gruppo può se-       estrema criticità per il settore informatico e del
gnalare due ordini di fenomeni di crescita: da un     digitale. Che è un settore tra i maggiormente in-
lato, una crescita per linee interne condotta at-     teressati ed attraversati dal cambio di paradigma
traverso la generazione di nuove attività azien-      economico-produttivo più importante del XX se-
dali operanti in ambiti di business diversi rispet-   colo (in ulteriore consolidamento in questa prima
to all’impresa-madre. Il percorso – inquadrabile      fase del XXI secolo): il passaggio da una econo-
come spin-off o come strategia di “structural         mia di prodotto costruita attorno all’imprinting
ambidexterity” – risponde principalmente ad           fornito dal sistema di produzione fordista, ad una
una esigenza di diversificazione del business.        economia della conoscenza nella quale i dati e
Dall’altro lato, può derivare da processi di cre-     le informazioni diventano prodotti e le compe-
scita per linee esterne derivanti dalla fusione       tenze rappresentano le principali fonti su cui si
o acquisizione (attiva o passiva) di altre unità      basa il vantaggio competitivo delle imprese.
aziendali. Fenomeno rispetto al quale abbiamo
rilevato una certa vivacità anche in relazione ai     Per assecondare un tale passaggio e per con-
casi esaminati nella seconda parte del report.        sentire alle imprese di competere in un contesto
                                                      produttivo profondamente diverso, servono di-
La Figura 2 classifica le imprese campionate per      verse cose: programmi di acquisizione e crescita
classe di fatturato. Da notare che il 5% del cam-     dei talenti più promettenti (quello che con voca-
pione supera la soglia dei 10 milioni di euro.        bolario manageriale definiamo “talent manage-

FIG. 1 – IMPRESE PER CLASSI DI ADDETTI

                                                                                                           11
ment”), una cultura aziendale in grado di valo-        Per questo motivo è importante sottolineare
     rizzare la creatività ed il contributo dei singoli,    il dato relativo alla percentuale di laureati. Un
     stili di leadership adeguati, e così via. Ma tutto     dato che all’interno del campione è pari al 36,1%
     questo poggia sull’acquisizione di persone for-        del personale in media e al 27,5% in mediana.
     mate, responsabili e competenti. Persone che
     hanno le caratteristiche necessarie (la formazio-      La differenza non esorbitante tra i due dati ci
     ne e il mindset) per mettersi a disposizione delle     consente di assumere che la percentuale non
     organizzazioni di cui fanno parte e liberare all’in-   vari in misura eccessiva tra piccole e grandi
     terno delle stesse tutto il loro potenziale.           aziende.

     FIG. 2 - IMPRESE PER CLASSI DI FATTURATO 2019

     FIG. 3 – IMPRESE PER % LAUREATI SU TOTALE ADDETTI

12
Da considerare anche che il forte sviluppo del          tamente dalla percentuale di personale avente
settore negli ultimi anni ha prodotto un effetto        meno di 35 anni sul totale degli addetti (Figura 5).
di skill shortage ed un rapido assorbimento             Una percentuale piuttosto contenuta (inferiore
delle risorse, che vengono intercettate sul             al 10% del totale addetti) nella metà delle impre-
mercato fin dalla fine delle scuole superiori.          se intervistate.
Questo può produrre, per assurdo, una minore
presenza di laureati in azienda (ed in particolar       Mediamente le imprese contano il 22,8% di ad-
modo di laureati magistrali) non perché non vi          detti con età inferiore ai 35 anni, percentuale
sia interesse, ma perché i ragazzi vengono inter-       superiore nelle aziende focalizzate prevalente-
cettati prima ancora di intraprendere o conclu-         mente sullo sviluppo software (27,3%), rispetto
dere il percorso di studi.                              a quelle focalizzate sull’hardware (20,4%).

Rispetto alle discipline cui afferiscono tali tito-     Il digitale non sembra nemmeno un comparto
li di studio, la Figura 4 da’ evidenza di quelle        femminile, perlomeno guardando il nostro cam-
maggiormente presenti (la Figura va letta in            pione. La percentuale di imprese popolate in pre-
questo modo: nel 69,8% delle aziende intervi-           valenza (almeno il 50%) da donne è dell’8,2%.
state sono presenti laureati in discipline infor-       Nessuna azienda supera la soglia del 75% di ad-
matiche). Tenendo ovviamente conto che nella            detti di sesso femminile. All’esatto opposto, una
medesima azienda possono essere presenti più            quota del 14% delle imprese rispondenti si di-
discipline.                                             chiara esclusivamente maschile (Figura 6).

L’età media del personale è tutt’altro che bassa.       Anche in questo caso il dato medio (19,5%) e
In realtà si tratta di un dato che deriviamo indiret-   quello mediano (15%) risultano abbastanza si-

FIG. 4 – IMPRESE PER LAUREE PRESENTI IN AZIENDA (% SU TOTALE IMPRESE)

                                                                                                               13
mili, a riprova che la situazione risulta piuttosto omogenea all’interno del campione sondato. Si tratta
     comunque di un dato in linea con la media europea; secondo i dati della Commissione Europea, infatti,
     il 18% degli specialisti ICT è donna3.

     FIG. 5 – IMPRESE PER % UNDER 35 SU TOTALE ADDETTI

     FIG. 6 – IMPRESE PER % DONNE SU TOTALE ADDETTI

     3 European Commission (2021), Women in Digital Scoreboard 2020, https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/library/
     women-digital-scoreboard-2020

14
2.2 PRODOTTI E PRODUZIONE PRIMA DELL’EMERGENZA COVID19

Data la naturale varietà delle attività riconducibili al comparto informatico e digitale, abbiamo chiesto alle
imprese intervistate di distribuire il fatturato per alcune macro-categorie di prodotto, distinguendo, in
particolare tra fornitura di Hardware, di Software, di Servizi e soluzioni o di Contenuti, lasciando comun-
que la possibilità alle imprese di inserire il fatturato anche in una voce residuale definita “Altre attività”.

I risultati mostrano una certa ampiezza nella              TAB. 4 – LA DISTRIBUZIONE DEL FATTURATO
distribuzione dei fatturati su quasi tutte le              PER ATTIVITÀ (VALORI %)

categorie considerate. Mediamente, le azien-
                                                                                           Media     Mediana
de del comparto realizzano il 38,6% del loro
                                                             Hardware                        21,9            5
fatturato attraverso la produzione di Software,
il 28,0% attraverso Servizi e soluzioni, il 21,9%            Software                        38,6           30
attraverso la realizzazione di Hardware, il 3,5%             Servizi e soluzioni             28,0           20
attraverso la produzione di Contenuti e per l’8%
                                                             Contenuti                        3,5            0
attraverso Altre attività (Tab. 4).
                                                             Altre attività                   8,0            0
Come evidenziato in Figura 7, solo il 10,7% delle            Totale                         100,0
imprese concentra il fatturato in un’unica attivi-
tà (2 imprese per ogni categoria, 4 nel caso del
                                                           FIG. 7 – IMPRESE PER NUMERO DI ATTIVITÀ
software), mentre la maggioranza (51,2%) ha
                                                           SVOLTE
sviluppato prodotti o servizi in almeno tre am-
biti tra quelli individuati. L’elevata varietà delle
attività presenti in portafoglio viene ulterior-
mente confortata dal dato della mediana che va
letto in questo modo: mentre la produzione di
Software e di Servizi e soluzioni (singolarmen-
te o, più frequentemente in combinazione con
altre attività) riguarda un’ampia maggioranza
delle imprese intervistate, la produzione di
hardware è meno diffusa e più concentrata
verticalmente. Lo stesso dicasi per la produzio-
ne di contenuti e per le attività residuali.

D’altro canto, possiamo leggere in questi dati
una conferma dell’elevato livello di interconnes-
sione fra le diverse attività di questo settore: lo
sviluppo software viene naturalmente accompa-

                                                                                                                  15
gnato da una quota di servizi e consulenza, ma         Abbiamo quindi chiesto alle imprese di indicarci
     anche dalla fornitura di hardware se funzionale        se avessero sviluppato dei prodotti, dei servizi
     all’installazione del software (oltre che in logica    o delle soluzioni in una serie di ambiti tecno-
     di ulteriore servizio al cliente); così come chi re-   logici riconducibili alla fattispecie delle tecno-
     alizza hardware affianca sempre più componen-          logie dell’Industry 4.0 (cloud, IoT, interazione
     ti di sviluppo software necessari per il funziona-     uomo-macchina, big data, blockchain, realtà au-
     mento dell’hardware e, di nuovo, introduce una         mentata, ecc.).
     componente di servizio e sviluppo di soluzioni
     integrate.                                             I risultati relativi allo sviluppo di tali tecnologie
                                                            riassunti all’interno della Figura 8 sono abba-
     A completamento di questo quadro, la Tabella 5         stanza confortanti.
     mostra che il 22,6% delle imprese realizza pre-
     valentemente hardware, laddove la prevalenza           Mediamente ogni azienda ha sviluppato 3,6 tec-
     significa almeno il 50% del fatturato (seconda         nologie; 16 imprese, pari al 18,6% non ha sviluppa-
     parte della tabella) nella quasi totalità dei casi     to nessuna soluzione, il che significa che l’81,4%
     (94,7%). La maggioranza delle imprese del cam-         delle imprese si è inserita nel mercato Industry
     pione (44%) prevalentemente sviluppa softwa-           4.0, seppur in modo selettivo; 11 aziende (12,8%)
     re, anche in questo caso in quasi il 90% dei casi      si sono mosse in oltre metà di questi ambiti.
     realizzando in questo ambito almeno metà del
     fatturato. Servizi e soluzioni sono il core busi-      Se si quantifica l’impatto che tali tecnologie
     ness del 23,8% delle imprese intervistate.             stanno avendo sul fatturato aziendale, in diversi
                                                            casi il contributo risulta ancora modesto (Figura
     TAB. 5 – IMPRESE PER ATTIVITÀ PREVALENTE
     (VALORI %)                                             9). Questo vale sia per tecnologie ancora emer-
                                                            genti come il Quantum computing (con un valo-
                                             L’attività     re medio di 1 su 5), ma anche per altre più con-
                            Attività             copre
                                                            solidate come il 3D printing (1,3), la blockchain
                         prevalente      almeno 50%
                                                            (1,7) ed anche i social media (2,3).
                                         del fatturato

                         v.a.      %       v.a.      %      Il contributo è più elevato, ma moderatamente,
      Hardware            19    22,6        18     94,7     in relazione alle voci smart factory (3,4), wea-
                                                            rable device (3,1), artificial intelligence e cloud
      Software            37    44,0       33     89,2
                                                            (entrambi a 3 su 5).
      Servizi e
                         20     23,8        19    95,0
      soluzioni                                             Le filiere del comparto sono per loro natura mol-
      Contenuti            4      4,8        3     75,0     to estese geograficamente. Inoltre, il comparto
      Altre attività       4      4,8        4    100,0     informatico ha vissuto ben prima di altri settori
                                                            del manifatturiero un processo di ridefinizione
      Totale             84     100,0       77     91,7
                                                            globale delle supply chain che ha portato ad un

16
FIG. 8 – PRODOTTI, SERVIZI O SOLUZIONI SVILUPPATE DALLE IMPRESE IN AMBITI INDUSTRY 4.0
(% IMPRESE SUL TOTALE)

FIG. 9 – CONTRIBUTO DELLE TECNOLOGIE AL FATTURATO AZIENDALE
(SCALA 1-5: 1=TRASCURABILE; 5=ELEVATO)

                                                                                         17
netto spostamento di molte attività produttive         Il fatto risulta particolarmente evidente tra i
     (sia di componenti che di prodotti finiti) verso       produttori di hardware, che si contraddistin-
     i paesi asiatici, ed in particolare Cina ed India.     guono mediamente per un elevato grado di
     Questo inizialmente per motivi legati al minor         internalizzazione in relazione alle attività di
     costo della manodopera, ma successivamente             ricerca/sviluppo/progettazione e per i servizi
     (e sempre più oggi) per la vasta presenza di ca-       post vendita, mentre tendono ad esternalizza-
     pacità produttiva su ampissima scala unita alla        re quasi totalmente le attività di produzione di
     presenza di competenze informatiche diffuse.           componenti, lavorazioni, semilavorati.

     Di conseguenza, anche le imprese del compar-           L’attività di assemblaggio presenta una situazio-
     to regionale hanno nel tempo ridefinito le loro        ne piuttosto dicotomica: o viene fatta totalmen-
     supply chain e, conseguentemente, le strate-           te all’interno o viene totalmente esternalizzata.
     gie di “make or buy”, concentrandosi nelle fasi
     a maggior valore aggiunto ed a minor livello di        Risultano, effettivamente, meno frequenti le so-
     competizione sui costi di produzione.                  luzioni intermedie (Tabella 6).

     TAB. 6 – PRODUTTORI DI HARDWARE: MODALITÀ DI REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ
     (SCALA 1-5: 1=TOTALMENTE INTERNA; 5=TOTALMENTE ESTERNA; 0=NON SVOLTA).

                                                   Più    Parzialmente        Più
                                   Attività    interna        interna e   esterna       Attività     Attività
                                totalmente         che    parzialmente        che    totalmente          non
                                    interna    esterna          esterna   interna        esterna      svolta

      N= 21                                1          2              3           4              5          0
      Ricerca e Sviluppo/
      progettazione/                   28,6        19,0             4,8        4,8             4,8       38,1
      prototipazione

      Produzione di
      componenti,
                                         4,8        9,5             9,5       14,3            23,8       38,1
      lavorazioni,
      semilavorati

      Assemblaggio
      componenti/prodotti              23,8         4,8            14,3        4,8            19,0      33,3
      finiti

      Servizi post-vendita
      (manutenzione,
                                       33,3        19,0            14,3        4,8             4,8      23,8
      riparazione,
      assistenza)

18
Un discorso in parte diverso vale per i produt-         L’unica eccezione è rappresentata dalle atti-
tori di software per i quali si riscontra un’eleva-     vità di cloud service, data warehouse ed as-
tissima integrazione verticale per quasi tutte          similabili per le quali si riscontra una certa di-
le attività indicate (ricerca e sviluppo, program-      cotomizzazione tra internalizzazione totale ed
mazione, consulenza).                                   esternalizzazione totale con poco spazio per le
                                                        soluzioni intermedie (Tabella 7).

TAB. 7 – PRODUTTORI DI SOFTWARE: MODALITÀ DI REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ
(SCALA 1-5: 1=TOTALMENTE INTERNA; 5=TOTALMENTE ESTERNA; 0=NON SVOLTA).

                                               Più    Parzialmente         Più
                               Attività    interna        interna e    esterna       Attività      Attività
                            totalmente         che    parzialmente         che    totalmente           non
                                interna    esterna          esterna    interna        esterna       svolta

 N=73                                  1          2               3           4               5          0
 Ricerca e Sviluppo/
 progettazione/                    49,3        12,3            12,3         2,7             13,7       9,6
 prototipazione
 Programmazione e
 sviluppo software/                47,2        16,7             11,1        2,8             13,9       8,3
 soluzioni/portali
 Cloud services,
 server virtuali e data            23,9        12,7            12,7         8,5             19,7      22,5
 warehouse

 Servizi di consulenza             47,9        13,7             9,6        13,7             6,8        8,2

Uno dei paradigmi più importanti per le disci-          Non vi è dubbio che gli ultimi decenni abbia-
pline aziendali ed organizzative è quello del-          no visto un’accelerazione delle dinamiche di
la “contingency theory” secondo la quale le             cambiamento in tutti i sistemi sopra indicati.
aziende reagiscono ai cambiamenti ambien-               Cambiamenti a cui le imprese hanno fatto fronte
tali (nei sistemi sociali, economici e tecnolo-         agendo sull’alleggerimento delle strutture orga-
gici) adeguando le proprie strategie e strut-           nizzative (rendendole più snelle ed agili) e sull’a-
ture organizzative al fine di raggiungere un            dozione di strategie sempre più agili ed aperte.
elevato “fit” con l’ambiente. Dalla misura con
la quale le imprese raggiungeranno tale fit vie-
ne a dipendere la loro capacità di competere in
modo efficace ed efficiente all’interno dell’am-
biente competitivo.

                                                                                                               19
Tra i cambiamenti maggiormente impattanti a            capacità stesse delle imprese di sopravvivere
     livello ambientale si enumerano certamente:            ai loro effetti.

     a.	
        le discontinuità tecnologiche (discontinuo-
                                                            L’introduzione di nuovi modelli di business (b)
        us innovation);
                                                            si concretizza nell’invenzione da parte di alcune
     b.	l’introduzione di nuovi modelli di business
                                                            imprese di modi nuovi di organizzare la produzio-
        (business model innovation);
                                                            ne e la fruizione di un certo prodotto o servizio.
     c.	la crescente diffusione di “disruptive inno-
                                                            Ne costituiscono degli esempi concreti il low-cost
        vator”, ovvero competitor che offrono solu-
                                                            aereo (tipico del modello di business di Southwest
        zioni tecnologiche più semplici, a basso co-
                                                            Airlines negli Stati Uniti o di Ryanair o Easyjet in
        sto ma ugualmente apprezzate dal mercato.
                                                            Europa) o il caffè in capsule. In entrambi i casi,
     Le discontinuità tecnologiche (a) rappresen-           l’introduzione nel mercato di un nuovo modello di
     tano “balzi improvvisi” nelle tecnologie pro-          business ha generato la creazione di nuove attivi-
     duttive o di consumo che marcano una netta             tà economiche (come, ad esempio, i produttori di
     separazione tra paradigmi tecnologici completa-        capsule compatibili, i distributori verticali di cap-
     mente diversi. Lo rappresentano, a titolo esem-        sule plurimarca, i distributori monomarca), nuove
     plificativo, la stampa 3D rispetto alle tecnologie     filiere produttive (per la realizzazione delle cap-
     di asportazione del metallo o lo streaming mu-         sule o dei macchinari) e nuovi comportamenti di
     sicale rispetto all’acquisto di CD. L’effetto delle    consumo (l’abbandono della moka).
     discontinuità tecnologiche sui mercati e sui set-
     tori produttivi è di solito importante, finanche ri-   L’aspetto più evidente di un cambiamento nei
     voluzionario nel caso in cui le imprese adottanti      modi di fare business e dei modelli connessi è
     le tecnologie emergenti (ad esempio, Netflix)          probabilmente dato dalla modificazione repen-
     finiscono per sostituire in blocco quelle imprese      tina dei comportamenti di consumo dei clien-
     rimaste “ingabbiate” dall’utilizzo di tecnologie       ti, siano essi di tipo B2C o di tipo B2B. Abbiamo
     superate (ad esempio, Blockbuster).                    cercato di catturare l’effetto dei cambiamenti
                                                            dei modelli di business con la seconda delle tre
     Abbiamo cercato di catturare l’effetto delle           domande presentate in Tabella 8 (“nel nostro
     discontinuità tecnologiche con la prima delle          settore il mercato, i clienti e le loro esigenze
     tre domande presentate in Tabella 8 (“i cam-           stanno cambiando rapidamente”).
     biamenti tecnologici in atto nel nostro settore
     si caratterizzano per essere improvvisi - bal-         Il grado di accordo con tale affermazione (me-
     zi tecnologici - e significativi per impatto”). Il     dia di 3,6) è molto elevato; più di una impresa su
     grado di accordo con tale affermazione (me-            due ha dichiarato un livello di accordo con tale
     dia di 3,2), seppure molto vicino alla mediana         affermazione pari a 4 o 5 su 5. Con tutta eviden-
     naturale della distribuzione (pari a 3) è co-          za, le imprese attraversate da fenomeni di business
     munque non trascurabile, dato l’elevato im-            model innovation sono a loro volta costrette a ri-
     patto che tali discontinuità possono avere sulle       mettere più frequentemente in discussione i modi

20
attraverso i quali produrre e generare valore “per”    per primo osservò e descrisse il fenomeno. Per-
(ma sempre più spesso “con”) il cliente. E devono      ché tale presenza rimane a lungo sottotraccia e
farlo adottando appropriate soluzioni strategiche      quando diventa manifesta è solitamente troppo
ed organizzative, fornite da paradigmi emergenti       tardi per le imprese già presenti sul mercato. Che
ma oramai ampiamente diffusi, come quello del          pertanto tendono a sottovalutare la minaccia.
lean start-upping, della corporate entrepreneur-
ship, dell’agile organization e della ambidexterity.   Un caso emblematico che ha segnato profon-
                                                       damente i bilanci di molte imprese italiane
Infine, si intendono “disruptive innovator” (c) del-   dell’arredamento è connesso all’emersione del
le aziende in grado di offrire al mercato soluzioni    “disruptive innovator” IKEA, per lunghi anni
tecnologicamente e qualitativamente accettabili        considerato un “non-competitor” da molte im-
per i consumatori ma a prezzi molto convenienti        prese operanti in fasce medie e medio-alte di
rispetto alla media dei prodotti analoghi, anche       mercato. Quando IKEA ha iniziato ad erodere si-
se tecnologicamente più avanzati, presenti sul         gnificativamente le quote di mercato di tali pro-
mercato. La vera forza di tali disruptive innovator,   duttori, per molti di essi c’è stato ben poco da
spesso ubicati in paesi emergenti, è quella di non     fare. All’interno del nostro campione il feno-
rimanere confinati a vita nell’ambito delle offer-     meno viene considerato come rilevante solo
te di basso costo, ma di avviare un percorso di        da una percentuale modesta di rispondenti.
crescita della qualità percepita dal cliente, man-
tenendo però nel tempo un’elevata convenienza          Circa tre rispondenti su dieci dichiarano di essere
in senso sia assoluto che relativo (rispettivamente    molto o pienamente d’accordo con l’affermazio-
alle offerte dei competitor) per il cliente finale.    ne “nel nostro settore si affacciano sempre più
                                                       nuovi competitor che offrono soluzioni tecnolo-
È la diffusione ad ampio spettro di tali disrup-       gicamente semplici e a basso costo” a fronte di
tive innovator il vero problema per le imprese         un valore medio della distribuzione (2,8) che rag-
“established” secondo Clayton Christensen che          giunge il valore minimo all’interno della Tabella 8.

TAB. 8 – COME SI CARATTERIZZA IL SETTORE DELL’ATTIVITÀ PREVALENTE DELL’IMPRESA
(SCALA 1-5: 1=POCO; 5=MOLTO)

                                                          1       2        3        4        5     Media

 I cambiamenti tecnologici in atto nel nostro
 settore si caratterizzano per essere improvvisi       11,6    16,3     32,6     23,3      16,3       3,2
 (balzi tecnologici) e significativi per impatto
 Nel nostro settore il mercato, i clienti e le loro
                                                       4,7      11,6    30,2     27,9     25,6        3,6
 esigenze stanno cambiando rapidamente
 Nel nostro settore si affacciano sempre
 più nuovi competitor che offrono soluzioni            16,3    32,6     22,1      16,3    12,8        2,8
 tecnologicamente semplici e a basso costo

                                                                                                              21
2.3 STRATEGIE, SETTORI E MERCATI DI SBOCCO PRIMA DELL’EMERGENZA
     COVID19

     Abbiamo chiesto alle imprese rispondenti di in-             ICT regionale. Perché non esiste settore produt-
     dicare i loro primi tre settori di sbocco, partendo         tivo che non risulti servito da una percentuale
     da una lista di settori piuttosto ampia. Questo             non insignificante di imprese. Ed anche nel caso
     al fine di verificare il livello medio di diversifica-      del comparto metalmeccanico dove la concentra-
     zione settoriale (e quindi di mercato) dei rispon-          zione risulta apparentemente elevata - il 37,2%
     denti. I risultati sono molto interessanti.                 delle imprese dichiara di operarvi - occorre con-
                                                                 siderare che si tratta di un comparto complesso,
     Lasciando per un momento da parte l’effetto eser-           costituito da una miriade di attività: dalla subfor-
     citato dagli “altri” potenziali settori di sbocco, il li-   nitura meccanica, alla produzione di macchinari,
     vello di diversificazione settoriale medio misurato         dalle attrezzature alle tecnologie più diverse. Al-
     nel campione è molto elevato. È difficile, infatti,         cuni valori che colpiscono più di altri in Figura 10.
     identificare uno o dei settori di sbocco che pos-
     sano considerarsi “di riferimento” per il comparto          Il primo è quello relativo al Biomedicale/Smart

     FIG. 10 – I PRIMI TRE SETTORI DI SBOCCO DELL’AZIENDA (VALORI %)

22
Health (15,1%), una specializzazione cresciuta                  territorio regionale come il Navale/Cantieristico
in misura significativa negli ultimi anni, storica-             (4,7%) o il Sistema Casa (8,1%).
mente annoverata tra i settori di sbocco elettivi
dell’ICT triestino, ma che oggi si contraddistin-               La Tabella 9 riporta il valore medio del fattura-
gue per una maggiore trasversalità territoriale.                to realizzato dalle imprese nei principali settori
                                                                serviti; è opportuno, tuttavia, segnalare che in
Il secondo è quello della logistica e traspor-                  alcuni casi la numerosità delle imprese è piut-
ti (12,8% di imprese operanti) che fa seguito                   tosto contenuta. Se si guarda all’andamento di-
all’impennata evidenziata dall’intero comparto                  namico dei settori di sbocco, si noterà però che
(sia a livello globale che regionale). Un’impen-                i settori maggiormente in crescita all’interno
nata derivante, da un lato, dalla crescita dei traf-            dei portafogli delle imprese regionali sono altri
fici internazionali (logistica di lungo raggio) e,              rispetto a quelli appena citati (Figura 11). Ed in
dall’altro, dalla crescita della logistica di medio             particolare risultano in forte aumento il compar-
e corto raggio connessa all’aumento dei volumi                  to metalmeccanico e quello della distribuzione
delle vendite on-line e delle relative consegne a               commerciale, mentre appaiono in arretramento
domicilio dei beni acquistati. Quello della logi-               (con valori combinati di stabilità o regressione
stica è un dato assai più elevato di quello riscon-             alti) proprio lo smart-health e la PA, assieme ad
trato in comparti manifatturieri più diffusi sul                altri comparti come il turismo e l’aerospaziale.

TAB. 9 – IL FATTURATO MEDIO REALIZZATO NEI SETTORI DI SBOCCO (% SUL FATTURATO TOTALE)

                                                                                    Primo      Secondo           Terzo
                                                                                 mercato       mercato        mercato
                                                                                di sbocco     di sbocco      di sbocco

 Metalmeccanica (incluso riscaldamento e refrigerazione)                              52,7           25,7            6,5

 Distribuzione commerciale (piccola e grande)                                         54,8          23,0             10,8

 Pubblica amministrazione e sanità                                                    67,4           23,7            16,7

 Biomedicale/Smart health                                                             42,5           19,5            13,4

 Elettronica                                                                          77,4           18,8            0,0

 Turismo, cultura e creatività                                                        30,0          20,0             9,0

 Logistica e trasporti                                                                50,0           16,7            8,3

 Studi professionali/consulenti                                                       62,5           10,3            13,0

 Altro                                                                                75,3           26,1            21,4

Nota. La somma delle % è superiore a 100 perché le aziende potevano indicare fino a 3 settori principali di sbocco

                                                                                                                            23
FIG. 11 – L’ANDAMENTO DEL SETTORE PRINCIPALE NEGLI ULTIMI TRE ANNI, PRIMA DEL COVID 19
     (IMPRESE PER VALORE ASSOLUTO)

     Ma il comparto ICT è un comparto internaziona-       fornendo ad aziende locali prodotti e servizi che
     lizzato sul fronte del mercato di sbocco? In real-   vengono poi montati su macchinari ed attrezza-
     tà molto poco. Come ben evidenziano la Figura        ture destinate ai mercati mondiali – rimane ben
     12 e la Tabella 10, il mercato regionale – forte-    poco: meno del 10% del fatturato. Le percentuali
     mente connesso alla fornitura di soluzioni har-      cambiano se pesiamo la distribuzione con il fat-
     dware e software a clienti B2B – assorbe ben il      turato realizzato dalle imprese; in questo caso
     42% circa del fatturato medio complessivo delle      emerge che quasi si dimezza il fatturato realiz-
     aziende mentre il resto del mercato nazionale        zato in regione, mentre raddoppia quello estero.
     assomma ad un 48,4%, probabilmente con una
     forte concentrazione sul triveneto. Sul versan-      Se l’internazionalizzazione commerciale risulta
     te dell’export – perlomeno quello diretto, dato      limitata, l’attenzione alle dinamiche di innova-
     che molte imprese esportano indirettamente,          zione e marketing è al contrario molto elevata.

24
FIG. 12 – LA DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DEL                 TAB. 10 – LA DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DEL
FATTURATO PER AREA GEOGRAFICA (VALORI %):                 FATTURATO PER AREA GEOGRAFICA E ATTIVITÀ
MEDIA SEMPLICE E PESATA PER FATTURATO                     PREVALENTE (VALORI %)

                                                           Attività
                                                           prevalente         Friuli VG     Italia   Estero

                                                           Hardware                  43,9    44,7      11,4

                                                           Software                  36,5   54,3        9,2

                                                           Servizi e
                                                                                     47,2   48,8        4,1
                                                           soluzioni

                                                           Contenuti                 26,3   50,0      23,8

Lo testimoniano le cinque distribuzioni riassunte per comodità nella Figura 13, dalla quale si evince che
– per quanto concerne le dinamiche di innovazione – ben il 55,8% delle imprese dichiara di possedere
una qualche funzione strutturata dedicata ad attività di ricerca e sviluppo a fronte di percentuali al-
trettanto elevate di imprese che detengono marchi depositati (41,9%), brevetti (12,8%, tra l’altro in un
settore dove la brevettazione non costituisce un’opzione sempre perseguibile legalmente parlando),
copyright (32,6%) ed altri diritti di proprietà intellettuale assimilabili (9,3%).

FIG. 13 – MARCHI, BREVETTI, INNOVAZIONE

                                                                                                              25
Come si vede dalla Tabella 11, marchi e brevet-              internalizzazione da parte delle aziende del com-
     ti sono dominio dei produttori di hardware e                 parto di alcune funzioni chiave, come la ricerca e
     software; questi ultimi affiancano spesso anche              la distribuzione (e supporto commerciale).
     strumenti di tutela dei diritti d’autore sul softwa-
     re sviluppato.                                               Tutte attività per le quali la brevettazione, la di-
                                                                  fesa del marchio e, più in generale, la capacità di
     Si tratta di dati ed informazioni coerenti con quan-         innovazione e le competenze di marketing risul-
     to discusso poco sopra relativamente all’elevata             tano chiave per continuare a competere.

     TAB. 11 – MARCHI, BREVETTI, INNOVAZIONE PER ATTIVITÀ PREVALENTE

                               Marchi propri       Brevetti
                                                                  Diritti d’autore/copyright      R&D strutturata
                                  depositati     industriali

      Hardware                           52,6           15,8                              26,3                 68,4

      Software                           43,2           16,2                              45,9                  51,4

      Servizi e soluzioni                20,0               0,0                           20,0                 55,0

      Contenuti                          50,0               0,0                           25,0                 50,0

     La maggioranza relativa dei rispondenti ritiene, infatti, la propria capacità innovativa in linea o leg-
     germente superiore a quella dei competitor. Ma senza eccessi. Lo stesso campione risponde, invece,
     con grande convinzione quando si tratta di valutare la capacità reattiva (dal punto di vista strategico
     ed organizzativo) rispetto ai cambiamenti dell’ecosistema (nuovi player, nuovi standard tecnologici,
     nuovi mercati, nuove soluzioni, nuovi modelli di business, ecc.) (Tabella 12).

     TAB. 12 – L’ORIENTAMENTO ALL’INNOVAZIONE DELLE IMPRESE (GRADO DI ACCORDO CON LE AFFERMA-
     ZIONI SU SCALA 1-5: 1=PER NULLA D’ACCORDO; 5=MOLTO D’ACCORDO)

                                                            1         2          3          4           5     Media

      La nostra capacità di innovazione è
                                                       3,5          9,3       40,7       32,6        14,0        3,4
      superiore a quella dei competitor

      Sviluppiamo nuovi prodotti investendo
                                                      12,8           8,1      30,2       23,3       25,6         3,4
      in ricerca e sviluppo

      Introduciamo frequentemente
                                                       11,6         12,8       31,4       29,1       15,1        3,2
      innovazioni nell’organizzazione
      La nostra struttura ci consente di
      rispondere rapidamente alle variazioni           2,3          15,1      20,9       34,9       26,7         3,7
      dell’ecosistema

26
Occorre considerare che il comparto dell’ICT                      mici ad altri di carattere umano (la soddisfazione
risulta composto per la gran parte da “fast re-                   del personale, ad esempio, attraverso la massi-
actor” per utilizzare un termine caro alla strate-                mizzazione del work-life balance individuale) e
gia aziendale. Ma è difficile ipotizzare che delle                sociale (contribuire al benessere della società in
aziende locali, soprattutto se di piccole e medie                 senso lato) – contribuisca in misura significativa
dimensioni, possano agire proattivamente lan-                     a generare un differenziale di competitività e di
ciando sul mercato nuovi prodotti e soluzioni in                  redditività a favore di alcune imprese.
grado di diventare degli standard per il compar-
to4. Pertanto, la rapidità di reazione (“la nostra                Abbiamo pertanto chiesto al campione in che
struttura ci consente di rispondere rapidamente                   misura l’azienda adottasse delle attività pianifi-
alle variazioni dell’ecosistema”) e la capacità di                cate relativamente ai temi della Corporate social
adattamento       (“Introduciamo       frequentemen-              responsibility (fare del bene alla società), della
te innovazioni nell’organizzazione”) diventano                    Sostenibilità ambientale (fare del bene all’am-
qualità fondamentali che le imprese rispondenti                   biente) e dell’economia circolare (ripensare i
sentono pienamente di possedere.                                  propri prodotti e processi al fine di limitare l’im-
                                                                  patto degli stessi sull’ambiente).
Quel che è certo è il forte collegamento tra
l’attività di ricerca e quella generativa di nuo-                 I dati raccolti – in una scala da 1 a 5 con 1 cor-
ve offerte testimoniata da un numero elevato                      rispondente al valore “per nulla” e 5 al valore
di aziende (praticamente una su due) che si                       “molto”) – non supportano l’esistenza di gran-
posiziona sui valori massimi alla domanda “Svi-                   di sforzi in queste direzioni da parte delle
luppiamo nuovi prodotti investendo in ricerca e                   aziende del campione (Tabella 13).
sviluppo” della Tabella 12.
                                                                  Poco meno di due aziende su tre non formaliz-
Il tema della responsabilità sociale ed ambien-                   zano (o lo fanno marginalmente) alcun interven-
tale dell’impresa sta guadagnando una crescen-                    to in termini di Corporate social responsibility e
te centralità nella letteratura manageriale, a                    di Economia circolare. Le cose vanno un po’ me-
testimonianza dell’importanza che tali dinamiche                  glio sul fronte della sostenibilità ambientale, ma
hanno nel mondo “reale”. Recentemente, una                        il miglioramento è appena percettibile.
parte della letteratura di management ha avan-
zato l’ipotesi che proprio la “Humane Entrepre-                   Il risultato appare in contraddizione con
neurship5” – ovvero la capacità di alcune aziende                 quanto appreso direttamente dalla voce di
di affiancare il raggiungimento di obiettivi econo-               imprenditori e manager nella seconda parte

4 Una strada che, tra l’altro, sta sperimentando Eurotech in relazione all’Edge computing. Ma si tratta di una eccezione
   relativa ad un ambito di business che l’azienda sta sviluppando attraverso partnership importantissime a livello globale
   con aziende del calibro di IBM.
5 Parente R. et al. (2018), The Epistemology of Humane Entrepreneurship: Theory and Proposal for Future Research
   Agenda, Journal of Small Business Management, 56(2), pp.30–52.

                                                                                                                              27
TAB. 13 – RESPONSABILITÀ SOCIALE E AMBIENTALE (SCALA 1-5: 1=PER NULLA; 5= MOLTO)

                                                          1       2           3         4            5    Media

      Corporate social responsibility               36,4        27,3       18,2       13,6          4,5      2,2

      Sostenibilità ambientale                       27,6      26,4        27,6       14,9          3,4      2,4

      Economia circolare                             41,4      25,3        20,7       10,3          2,3       2,1

     del rapporto. Benché le tematiche centrali og-           ti cambiamenti di rotta da parte di un numero
     getto delle nostre interviste siano state diverse,       crescente di aziende. Soprattutto allorquando
     è però emersa una trasversale attenzione delle           la “meritorietà sociale” diverrà un criterio per
     persone coinvolte per il benessere del perso-            stabilire (perlomeno in parte) anche la merito-
     nale. Attenzione che si concretizza in diverse           rietà creditizia da parte degli intermediari fi-
     misure di work-life balance a favore dei dipen-          nanziari. E la letteratura di finanza aziendale e di
     denti. Poiché tali misure poggiano sugli stessi          intermediari finanziari ci dice che questo sta già
     assunti culturali della Humane Entrepreneur-             iniziando ad accadere, soprattutto per quanto
     ship – l’impresa come strumento per generare             concerne la valutazione che precede gli investi-
     “valore” non solo economico –, diventa difficile         menti in capitale di rischio. Volendo approfondi-
     comprendere le ragioni di valori così contenu-           re il tema, il gruppo di ricerca ha in effetti veri-
     ti. A meno che la forte attenzione al benessere          ficato l’esistenza di una correlazione statistica
     del personale che abbiamo invece riscontrato             tra l’orientamento alla sostenibilità e alla CSR e
     trasversalmente nelle imprese intervistate per           la performance (percepita) dall’azienda stessa.
     la seconda parte del rapporto non sia stata in-
     terpretata dai rispondenti come parte di una più         Ma con chi innovano le imprese del comparto?
     ampia “responsabilità sociale” dell’impresa.             Abbiamo visto che internamente si sono strut-
                                                              turate, dedicando delle risorse specifiche alla
     E pertanto in questo caso il basso valore di CSR         ricerca e sviluppo. L’approccio all’innovazione,
     “nasconderebbe” una situazione di normalità              come emerge dalla Tabella 14, è però piuttosto
     non considerata eccezionale o degna di segna-            chiuso con riferimento agli attori specificamen-
     lazione da parte dei rispondenti.                        te focalizzati sulla ricerca. Solo una percentua-
                                                              le minima di imprese dichiara un buon livello di
     Probabilmente i (pochi) valori elevati espressi          collaborazione con Università, centri di ricerca,
     da alcune aziende intercettano, per il momento,          parchi scientifici.
     solo la naturale predisposizioni di alcuni impren-
     ditori a tali temi.                                      Maggiore apertura si rileva rispetto al mondo
                                                              delle imprese, del medesimo settore o di altri
     Ma è inevitabile che da qui a pochi anni, tali           settori, con cui oltre il 40% delle aziende inter-
     numeri inizieranno a testimoniare anche net-             vistate dichiara relazioni assidue.

28
TAB. 14 - COLLABORAZIONI PER L’INNOVAZIONE (SCALA 1-5: 1=PER NULLA; 5= MOLTO)

                                                             1         2          3       4       5    Media

 Imprese dello stesso settore                             17,5       13,8       26,3    32,5    10,0     3,0

 Imprese di altri settori                                 10,3       26,9       21,8    21,8    19,2     3,1

 Università e centri di ricerca                           40,6       20,3       26,1     5,8     7,2     2,2

 Parchi scientifici/incubatori/acceleratori               53,8       26,2        6,2     6,2     7,7     1,9

 Centri servizi/Studi di design/agenzie
                                                          32,4       23,9       23,9    15,5    4,2      2,4
 di (web)marketing

Infine, in chiusura della prima parte di questio-          Il dato medio – che non deve trarre in ingan-
nario abbiamo chiesto alle aziende di valutare             no perché in questo caso la scala utilizzata ha
l’andamento della performance aziendale ne-                un’ampiezza diversa (1-7) – è comunque ab-
gli ultimi 5 anni e comunque prima dell’in-                bastanza alto per tutte e tre le dimensioni a
sorgere dell’emergenza da COVID19. Abbiamo                 segnalare una buona (anche se non elevatissi-
scomposto la performance in 3 sotto-elementi:              ma) soddisfazione complessiva.
un primo elemento costituito dalla crescita
dei volumi di vendita e pertanto di andamen-
to del fatturato; un secondo elemento con-
nesso alla capacità dell’impresa di generare
margini/utili soddisfacenti; un terzo elemento
omnicomprensivo di soddisfazione generale,
che potrebbe includere nella percezione dei ri-
spondenti le prospettive future di mercato o il
clima interno (Tabella 15).

TAB. 15 - L’ANDAMENTO DELLA PERFORMANCE NEGLI ULTIMI 5 ANNI, PRIMA DELL’EMERGENZA COVID
(SCALA 1-7)

                                                1    2           3          4      5       6      7    Media

 Crescita dei volumi di vendita               1,2   8,1      7,0      23,3       31,4   20,9     8,1     4,7

 Profittabilità/marginalità                   2,3   5,8     16,3       22,1      26,7    18,6    8,1     4,5

 Performance complessiva aziendale            1,2   3,5     10,5      27,9       22,1    29,1   5,8      4,8

                                                                                                               29
2.4 LE IMPRESE E L’EMERGENZA COVID19

     L’emergenza da COVID19 ha avuto un impatto letteralmente devastante sull’economia nel suo com-
     plesso, e su alcuni settori produttivi in particolare.

     È ancora presto per determinare quale sia stato l’impatto definitivo di tale evento sul comparto dell’I-
     CT regionale, in termini di chiusura di imprese, di riduzioni di fatturato e di contrazione del personale. An-
     che perché nel momento in cui scriviamo (Dicembre 2020), l’emergenza può dirsi tutt’altro che conclusa.

     D’altra parte, come tutte le crisi, anche questo          menti che hanno forzato, a propria volta, l’avvio
     periodo ha rappresentato un banco di prova                di percorsi di adattamento, evoluzione e finan-
     per molte imprese. Un periodo durante il quale            che innovazione nei modelli di business delle
     mettere in discussione il proprio modo di fare            imprese intervistate.
     business, le priorità strategiche ed i modelli
     organizzativi. E un periodo nel quale prendere            La Figura 14 mette a confronto quelli che sono
     atto che talune opzioni strategiche ed opportu-           stati i principali cambiamenti nel modo di fare
     nità di mercato non sono più esercitabili e vanno         business delle imprese negli ultimi 5 anni e co-
     pertanto abbandonate.                                     munque prima dell’insorgere dell’emergenza da
                                                               COVID19 (linea di colore blu) con i cambiamenti
     Con questo obiettivo in mente, abbiamo dedicato           avviati invece durante l’emergenza da COVID19
     una parte importante della nostra analisi quan-           (linea di colore grigio).
     titativa ai temi dell’impatto dell’emergenza e
     della reazione all’emergenza. Lo abbiamo fatto            Il quadro che emerge complessivamente dall’a-
     partendo proprio dal modello di business delle            nalisi delinea una situazione di attesa, nella
     imprese. Perché, come hanno ben testimoniato              migliore delle ipotesi. Ma in nessun caso – per-
     le interviste raccolte nella seconda parte del rap-       lomeno dalla lettura dei dati medi relativi ai 9
     porto, i cambiamenti nel frattempo avvenuti nei           building block del modello di business – emer-
     modelli di business delle imprese sono stati tal-         gono segnali che facciano pensare ad una ri-
     volta provvisori e opportunistici (nel senso di volti     sposta compatta in senso proattivo data dal
     a cogliere una specifica opportunità di mercato),         comparto regionale.
     ma più spesso possono considerarsi permanenti.
                                                               In media, le imprese rispondenti non sembrano
     E questo non solo perché è mutato il modo di              aver cercato, perlomeno finora, nuovi segmenti di
     fare business delle imprese intervistate, ma più          clientela (anche in nuovi settori) al fine di colmare
     spesso perché sono intervenuti profondi cam-              l’eventuale perdita di fatturato causata dall’emer-
     biamenti a livello dei modelli di business delle          genza e, sul versante dell’innovazione di prodot-
     imprese appartenenti all’intera supply chain di           to, hanno mantenuto un atteggiamento egual-
     cui le imprese intervistate fanno parte. Cambia-          mente moderato (Tabella 16 e 17 per il dettaglio).

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