FUMONE:TRA STORIA ANTICA E MISTERO - concorso ...
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Fumone è un comune italiano di circa 2.044 abitanti della provincia di Frosinone nel Lazio. Il centro storico è posto su un colle dalla caratteristica forma di cono, visibile anche da notevole distanza, posto tra i rilievi montuosi dei monti Ernici e dei monti Lepini. Il paese, posto sui 783 m s.l.m. dell'omonimo monte, che nel suo punto più elevato, raggiunge 793 m s.l.m.[4], in posizione isolata tra la valle del Sacco e la conca compresa tra Fiuggi e Alatri.
Il territorio comunale, non molto esteso, che appare dominato dall'alto rilievo su cui sorge il centro abitato, si presenta con tratti montuosi e collinari, digradando ed assumendo un andamento più regolare pianeggiante avvicinandosi alle sponde del lago di Canterno che, in parte, ricadono nel territorio comunale e che, comunque si trovano su quote intorno ai 540 m s.l.m. Gli isolotti, che caratterizzano la parte più meridionale del piccolo lago, ricadono nel territorio di Fumone. I rilievi montuosi più importanti sono rappresentati[4] dal Monte Scremoni, 753 m, dal Moniticchio, 733 m., dal Monte Maino, 806 m., dal Monte del Lago, 807 m., che si elevano a nord-ovest rispetto Fumone, e il Colle le Morette, 635 m, che invece eleva a sud-est rispetto a Fumone.
Il castello di Fumone è stato la principale fortezza militare dello Stato Pontificio del basso Lazio; fu usato per oltre 500 anni (XI-XVI secolo) come punto di avvistamento. Le fumate che venivano prodotte dall'alta torre comunicavano in tutta la Campagna e Marittima che dei nemici si erano immessi sulla via Casilina ed avvertivano la popolazione di trovare un rifugio. Da ciò nacque l'adagio popolare: Quando Fumone fuma, tutta la campagna trema, ed anche il nome del paese. Grazie alla sua posizione strategica, Fumone si rivelò nella storia una fortezza inespugnabile e furono vani i tentativi di conquista anche da parte di Federico Barbarossa ed Enrico VI di Svevia; ci riuscì solamente papa Gregorio IX nel tredicesimo secolo ma pacificamente e sotto pagamento di un ingente somma di denaro. Nel 1121 il castello di Fumone fu luogo di prigionia e di morte per Maurizio Bordino, antipapa francese conosciuto anche con il nome di Gregorio VIII, che venne condotto a Fumone da papa Callisto II; il corpo dell'antipapa sepolto nella rocca non venne mai più ritrovato. L'episodio più importante avvenne però nel 1295 quando venne fatto prigioniero nel castello il papa Celestino V (noto con l'appellativo di Pietro da Morrone). Dopo una prigionia durata dieci mesi, morì a Fumone il 19 maggio del 1296; da allora il maniero iniziò ad essere anche un luogo spiritualmente importante
Nel corso del 1500 però la fortezza, avendo perso la sua importanza militare e non avendo più lavori di manutenzione, stava decadendo; per tale motivo, nel 1584 il papa Sisto V, decise che essendovi morto Celestino V, l'edificio doveva essere conservato come luogo di memoria storica e lo affidò ad una nobile famiglia di Roma: i marchesi Longhi. Sisto V scelse proprio tale casata perché il loro antenato Guglielmo, che venne nominato cardinale da Celestino V iniziò a espanderne il culto, proteggendo la congregazione dei celestini fondata da Pietro da Morrone.[2] Il castello di Fumone venne nel corso degli anni trasformato dalla famiglia Longhi[3]. in una vera e propria residenza, ancora oggi è una proprietà privata ed è abitato dagli attuali eredi del casato
Quando si parla di eventi misteriosi avvenuti nel Castello di Fumone in primis la memoria va necessariamente al dì 19 maggio 1296. Fu quello il giorno della morte di Papa Celestino V. In occasione dell'agonia di Celestino si verificò un portento di dimensioni straordinarie che ne preannunciò la morte : l'apparizione di una croce splendente rimasta pendente per lungo tempo in aria sulla porta della cella ove dormiva ed era recluso. Miracolo questo, di grande importanza per accelerarne la beatificazione, che avvenne il 13 maggio 1313 ad opera di Papa Clemente V. Se esistono i fantasmi, il Castello Fumone, che fu per cinque secoli prigione di Stato, ne è certamente un covo. Si favoleggia che ne esistono un minimo di diciotto. Il primo dovrebbe essere quello dell'Antipapa Gregorio VIII ( al secolo Maurice Bourdin ) morto a Fumone nel 1124. Il mistero che lo lega al Castello è dovuto soprattutto al luogo della sua sepoltura, difatti la sua tomba ad oggi non è ancora stata scoperta. Altro mistero del castello di Fumone è quello legato alla morte del marchesino Francesco Longhi, avvenuta alla metà del 1800. Misteriose sono le ragioni della sua morte, come non è chiaro il nome dei suoi presunti autori, e contraddittoria anche l'arma del delitto. In varie epoche la gente del posto ha raccontato di aver sentito provenire dalle finestre del castello disabitato pianti e lamentele, probabilmente quelle della madre di Francesco, la Duchessa Emilia Caetani nel suo disperato dolore. In ogni caso, il piccolo corpicino imbalsamato di Francesco Longhi, è ancora custodito in un secretaire nell' Archivio del Castello, e probabilmente anche lui è tra i fantasmi che lo popolano.
Molti misteri circondano il maniero, misteri alimentati dai racconti che in ogni secolo si sono succeduti. In quello attuale, oltre ai resoconti delle terrificanti sedute spiritiche organizzate nell'ala ovest del castello, o ai pianti e alle lamentele della Duchessa Emilia, si racconta di luci che a volte si accendono da sole, di mobili spostati dalla loro sede, di oggetti misteriosamente scomparsi per poi essere ritrovati altrove, di un pesante lampadario di ferro battuto crollato durante una notte d'estate su di un tavolo colmo di bicchieri di cristallo. Crollato si, ma benignamente, senza provocare alcun danno a cose o persone, se non quello di essersi rotto da solo nello scollamento in uno dei suoi bracci di ferro. Misteri avvenuti in una dimora antichissima, strani episodi che ogni tanto ancora accadono. Ma misteriosa è soprattutto l'atmosfera che si respira all' interno del castello di Fumone e nei suoi giardini pensili. La ragione potrà essere legata ai suoi mille anni di storia, ai suoi ambienti di austera eleganza, ai suoi camminamenti di ronda, alle storie e alle leggende che circondano l'antico maniero. In ogni caso è ancora così.
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