Gmg diocesana ai tempi della pandemia: "Alzati! Anche da essere - Diocesi di Cremona
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Gmg diocesana ai tempi della pandemia: “Alzati! Anche da casa puoi essere protagonista” “Il Papa parla ai giovani di un Gesù che tocca l’altro per comunicare la vita, tocca la bara di un giovane, in un momento nel quale non possiamo toccare gli altri, e penetra in una realtà di disperazione, per piangere con chi piange. E dice: solo così sarete felici”. Padre Alexandre Awi Mello, brasiliano di Rio del Janeiro, segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, presenta così il Messaggio di Papa Francesco per la 35 esima Giornata Mondiale della Gioventù che si celebra la Domenica delle Palme, a livello diocesano in tutto il mondo, sul tema “Giovane, dico a te, alzati!”. E invita i giovani a rilanciarlo sui social media e a partecipare alla Messa del Papa attraverso la diretta streaming e tv. Ascolta l’intervista a padre Alexandre Awi Mello https://media.vaticannews.va/media/audio/s1/2020/04/04/09/1355 51935_F135551935.mp3 «È molto interessante che la Giornata di quest’anno abbia come tema “Giovane, dico a te, alzati!”, dopo, il prossimo anno, “Alzati, ti costituisco testimone di quel che hai visto”, e per la giornata internazionale a Lisbona “Maria si alzò e andò in fretta”, una continuazione anche della Gmg di Panamà. Continuiamo a camminare con i giovani nel senso anche del Sinodo sui giovani, della Christus vivit che è l’esortazione che il Papa ha scritto invitando i giovani a lasciarsi toccare dalla potenza del Signore risorto e riprendere, come lui dice,
il vigore interiore, i sogni, l’entusiasmo, la speranza, la generosità che caratterizzano la gioventù. La parola “Alzati”, l’alzarsi nel senso biblico del testo originale di Luca ha questo significato di risorgere, di risvegliarsi alla vita. E questo proprio l’invito che il Papa fa in questo cammino che facciamo tutti, come Chiesa, con i giovani insieme verso Lisbona». Quali sono in sintesi le indicazioni più forti che il Papa dà in questo suo messaggio ai giovani, per questo nuovo cammino, e che riflesso possono avere nella situazione particolare che stanno vivendo nel mondo in questi mesi? «Il Papa lo ha scritto, ovviamente, alcuni mesi fa e adesso assume un significato molto speciale, in questa situazione di pandemia che viviamo tutti. E’ un testo che mette al centro la figura di un giovane che è morto, la madre è vedova, lui è figlio unico. In tutta questa situazione di morte, di dolore, di mancanza di speranza, il Signore si avvicina e dice a questo giovane “Giovane, alzati!”. Ha pietà, ha compassione di questo giovane. In questa scena biblica possiamo vedere tutte le persone che vivono in questo momento delle difficoltà, per la pandemia o per altri problemi. Pensiamo per esempio a tanti giovani, però anche a tante vedove, tanti anziani, che vivono questo momento con paura, con mancanza di speranza, con angoscia. Tutto il messaggio è davvero una lectio divina con il Signore che vede il dolore, la morte, che si rende conto di questa situazione e che si fa vicino, addirittura che tocca, in un momento nel quale non possiamo toccare gli altri, proprio quello che non dobbiamo fare è toccare. Ma il Signore sì, lo può fare e lo fa anche in questa situazione. Il tocco di Gesù, dice il Papa, il vivente, comunica la vita. Quel tocco penetra nella realtà di sconforto e disperazione». Siamo tutti il giovane figlio della vedova di Nain «Credo che tutti noi siamo invitati ad immedesimarci in questo giovane, e a sentire anche che queste parole sono dirette a
noi. “Ti dico alzati, non lasciarti scoraggiare in questo momento”. Il Signore prende su di sé anche la miseria dell’altro: il dolore di quella madre diventa il suo dolore. La morte di quel figlio, però anche la morte di tutti i figli di Dio che in questo momento stanno soffrendo, diventa la sua morte. E’ un invito, proprio all’inizio della Settimana Santa per vivere questo momento di pandemia ispirati da questo testo, che è così bello. E il Papa ci fa anche l’invito, come ha fatto tante volte in questi giorni, a piangere con chi piange. “Se saprete piangere con chi piange – scrive – sarete davvero felici”, perché sarete portatori di speranza in questo mondo. Potrete dire al fratello, alla sorella: “Alzati, non sei solo”. Anche se adesso siamo richiusi nelle nostre case, siamo invitati a fare nelle reti sociali, per esempio, un cammino di incontro, a comunicare con il cuore, comunicare questo messaggio di speranza e di risurrezione». E poi c’è anche l’ invito ad alzarsi dal divano, che in questo momento potrebbe essere importante per muoversi, che ha anche un legame con la Gmg di Cracovia e i “giovani – divano” di cui parlava il Papa nella veglia del 2016… «Il Papa parla ai giovani dell’importanza di seguire le passioni, i sogni che loro hanno. “Fateli emergere” dice, e attraverso di essi, proponete al mondo, alla Chiesa, ad altri giovani qualcosa di bello nel campo spirituale, artistico, sociale. “Ti alzi dal divano, e se vedi qualcosa di bello, decidi di farlo anche tu”, è la parola di una giovane che il Papa ha sentito una volta, e la raccoglie qui in questo messaggio. Francesco invita, e in questo momento di pandemia è veramente importante, a cercare i mezzi per non rimanere sul divano, rassegnati, perché non si può fare niente per cambiare la situazione. Dunque si rimane a casa, non si fa nulla di più che semplicemente guardare lo schermo del telefonino. Invece davvero dobbiamo essere protagonisti, essere attivi, nel comunicare il messaggio di risurrezione, di salvezza, di vita che viene da Gesù. E alzarsi, nella casa, ma da casa si può
fare moltissimo. I giovani, possono aiutare tutta la società, perché loro conoscono questi mezzi di comunicazione, come infatti vediamo che questi giorni fanno tantissimi di loro. Aiutano i preti, le comunità parrocchiali, a diventare un po’ più “moderne”, nel senso dell’utilizzo dei social network. Così possono collaborare di una forma molto concreta a superare questo momento di disagio che tutti viviamo». Quale legame ha questo invito ad alzarsi con l’esortazione Christus vivit e il percorso avviato nella Chiesa con il sinodo dedicato ai giovani del 2018? «Questi due anni di cammino che abbiamo fatto sono proprio un invito ai giovani a prendere la parola, a essere protagonisti, ad alzarsi, ad uscire, a fare conoscere i loro sogni, quello che loro vogliono e aspettano anche dalla Chiesa. L’invito che il Papa fa nella Christus vivit, e che il Sinodo ha fatto anche alla Chiesa, è infatti ad ascoltare di più i giovani, a metterli davvero al centro della nostra pastorale e lasciare spazio perché loro possono anche avere delle iniziative». La Gmg sarà vissuta dai giovani, praticamente in tutto il mondo, nelle loro case e nessuno di loro sarà con Francesco nella Basilica di San Pietro. Come arriverà i giovani il messaggio del Papa e che consigli dà a loro per vivere al meglio questa Giornata mondiale? I mezzi di comunicazione, i social media, avranno un ruolo fondamentale, credo… «Sicuramente. Durante la celebrazione della Domenica della Palme, il Papa parlerà ai giovani, e sicuramente ricorderà che sono 35 anni che la Chiesa dedica una giornata come questa, ai giovani. Però sicuramente sarà una Giornata molto diversa dalle altre, perché i giovani non saranno fisicamente presenti. Per questo lo sforzo è adesso quello di diffondere il messaggio che domenica 5 aprile , ci sarà la celebrazione con il Santo Padre, e di tutti sono invitati a partecipare tramite Vatican News, TV2000, la Rai e gli altri mezzi di comunicazione sociale che diffonderanno questa celebrazione.
E’ il modo di partecipare a questo momento e poi approfondire il messaggio del Santo Padre per questa Giornata».
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