Epidemiologia della schizofrenia: lo stato delFarte
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Editoriali Epidemiologia della schizofrenia: lo stato delFarte GIOVANNI de GIROLAMO INTRODUZIONE i tassi riscontrati in numerosi studi epidemiologici con- dotti nel passato in Nord America potrebbero, nel caso della schizofrenia, essere risultati artificialmente L'epidemiologia della schizofrenia rappresenta, da elevati. Tra gli altri problemi metodologici di rilievo molti anni, un'area di particolare pregnanza euristica vanno poi ricordati quelli relativi agli strumenti di per l'intera epidemiologia psichiatrica. La prossima valutazione diagnostica impiegati, alle strategie di pubblicazione, da parte della Organizzazione Mon- campionamento ed individuazione dei casi prescelti, diale della Sanita, di una monografia su questo tema ai diversi periodi impiegati per lo studio dei tassi di (Warner & de Girolamo, 1993), che appare in una prevalenza, ecc. Tutti questi problemi hanno reso ta- nuova serie di pubblicazioni relative all'epidemiolo- lora ardua una reale comparability dei risultati emer- gia dei maggiori disturbi psichiatrici e psicosociali, si in ricerche diverse. Nonostante cid, grazie ad im- fornisce lo spunto per sintetizzare i principali risulta- portanti sforzi coUaborativi realizzati spesso su scala ti emersi dalle numerose ricerche condotte in questo transnazionale ed ai progressi realizzati sia in campo campo. diagnostico-classificatorio, che nei metodi propri della Va subito sottolineato che la ricerca epidemiologi- ricerca epidemiologica, e possibile giungere oggi a del- ca sulla schizofrenia ha dovuto, da sempre, fare i le sintesi unificanti. conti con numerosi ed importanti problemi di carat- tere metodologico: essi riguardano innanzitutto la va- riabilita degli approcci diagnostici e classificatori ri- scontrabili, soprattutto nel passato, tra ricercatori ap- INCIDENZA DELLA SCHIZOFRENIA partenenti a differenti scuole e tradizioni psichiatri- che, differenze evidenziatesi molto chiaramente nello studio USA/UK (Cooper et al., 1972) e neH'ormai Non si discuteranno in dettaglio gli studi relativi famoso studio dell'OMS International Pilot Study of all'incidenza della schizofrenia in quanto la ricerca Schizophrenia (IPPS) (WHO, 1979). Entrambe que- di gran lunga piu importante in questo campo, vale ste ricerche misero infatti in luce la tendenza, da par- a dire lo studio dell'OMS su «Determinants of Out- te degli psichiatri statunitensi in era pre DSM-III, ad come of Severe Mental Disorder» (DOSMED) (Ja- un approccio iperinclusivo nella diagnosi di questo blensky et al., 1992) — i cui risultati, a giudizio di disturbo, in confronto all'approccio europeo tradi- Hafner (1987), «rappresentano il maggiore progresso zionalmente piu restrittivo, con la conseguenza che realizzato nel campo dell'epidemiologia della schizo- frenia nell'arco degli ultimi 50 anni» — sono discussi in dettaglio da Sartorius in questo stesso numero di Indirizzo per la corrispondenza: Dr. G. de Girolamo, Division EPS. of Mental Health, World Health Organization, 1211 Geneva 27 (Switzerland). Un aspetto invece importante da sottolineare, cor- Fax ( + 41) 22-791.0746. relato all'incidenza di questo disturbo, ha a che fare Epidemiologia e Psichiatria Sociale, 2, 1, 1993 1 Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 46.4.80.155, on 04 Dec 2021 at 07:44:22, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. https://doi.org/10.1017/S1121189X00009118
G. de Girolamo con la differente eta media di esordio tra i due sessi. per eta, relativa ai paesi del Terzo Mondo era in me- Vi e infatti unanime accordo sul fatto che questo di- dia pari a 3,4 casi per 1000 (con un range da 0,9 sturbo si manifesta ad un'eta piu precoce nei maschi a 8,0; ds = 2,09) di contro ad un valore medio pari rispetto alle femmine, il che si riflette in una diffe- a 6,3 casi per 1000 (con un range da 1,3 a 17,4; renza nell'eta media di prima ospedalizzazione; in una ds = 4,32) riscontrato negli studi effettuati in Europa rassegna relativa ad oltre 50 studi su questo tema, e Nord America. La differenza tra le due medie e Angermeyer e Kuhn (1988) hanno riscontrato una dif- altamente significativa (t = 4,10; p< 0,001). Data la ferenza media, nell'eta di primo ricovero psichiatrico similarity tra i tassi di incidenza riscontrati nei paesi tra i due sessi, oscillante da 1 a 10 anni. Hafner et sviluppati ed in quelli in via di sviluppo, come e sta- al. (in stampa), da parte loro, hanno trovato, in un to chiaramente messo in luce dallo studio DOSMED, campione di pazienti tedeschi al primo ricovero, che e poco verosimile che la differenza nei tassi di preva- i primi segni di scompenso psichico si erano eviden- lenza possa essere attribuita ad una differenza nel ziati, in media, con un anticipo di 4,5 anni rispetto tasso vero di comparsa del disturbo, mentre e fonda- al momento della prima ospedalizzazione psichiatri- to supporre che sia ascrivibile ad un insieme di fatto- ca, e ad un'eta significativamente piu precoce negli ri specifici dei paesi in via di sviluppo, quali una mag- uomini rispetto alle donne. II fatto che questo dato giore difficolta a localizzare i casi, piu elevati tassi si riscontri in setting socioculturali anche molto dif- di mortalita e (nel caso dei tassi di prevalenza di punto ferenziati fa propendere, almeno in parte, per una e di periodo) maggiori tassi di guarigione (cosa chia- spiegazione in termini biologici, piuttosto che psico- ramente dimostrata dallo studio DOSMED). sociali, centrata sull'effetto protettivo che gli estro- Come accennato sopra, vi e un sostanziale con- geni potrebbero esercitare nel sesso femminile rispet- senso su tale variability nei tassi di prevalenza: signi- to alia comparsa del disturbo (Hafner et al., in ficativamente sia Eaton (1985) che Torrey (1987) han- stampa). no sostenuto che il range della prevalenza di punto della malattia ha una variability da 1 a 10. Inoltre il secondo di questi due autori ha opportunamente sottolineato che tale ampia variability nei tassi di pre- PREVALENZA DELLA SCHIZOFRENIA valenza non e eccezionale, ma rappresenta bensi la regola per quelle condizioni morbose nel cui determi- nismo sia i fattori genetici che quelli non-genetici so- Nella monografia sull'epidemiologia della schizo- no ritenuti importanti, come ad esempio i disturbi frenia sopra citata (Warner & de Girolamo, 1993) cardiaci (variability da 1 a 6), l'artrite reumatoide sono stati analizzati 106 studi di prevalenza della schi- (da 1 a 10), il diabete di tipo I (da 1 a 30) ed infine zofrenia realizzati in 27 paesi, condotti in un totale la sclerosi multipla (da 1 a piu di 50). In generate, di 132 differenti campioni di popolazione. le aree in cui la schizofrenia mostra una minore pre- Nel complesso quanto emerge da questa rassegna, valenza sono quelle tropicali, e questo dato, insieme che e in accordo con le conclusioni raggiunte da altri ad altre evidenze epidemiologiche, fa emergere un pos- autori (Eaton, 1985; Hafner, 1989; Torrey, 1987), e sibile gradiente nord-sud nella distribuzione della ma- una marcata variability nei tassi di prevalenza, visi- lattia, che ricalca un gradiente gia riscontrato per i bile anche nel confronto tra ricerche che hanno im- disturbi cardiaci e per la sclerosi multipla (Torrey, piegato strumenti e metodologie simili. 1987). Negli studi che hanno valutato la prevalenza di Da parte loro, altri due autori, Jablensky (1989) punto, o la prevalenza sino ad un anno, i tassi, cor- ed Hafner (1991), hanno sostenuto che il pattern esi- retti per eta, variano tra un minimo di 0,9 casi per bito dai tassi di prevalenza nel tempo e nello spazio 1000, riscontrato nelle isole Tonga, sino ad un mas- per la schizofrenia ricalca quello mostrato da un al- simo di 17,4 casi per 1000, con un tasso medio di tro disturbo psichiatrico, ossia il ritardo mentale. In 5,8 casi per 1000 (ds = 3,60) (Warner & de Girolamo, tal senso la vulnerability alia schizofrenia potrebbe 1993). Nel Terzo Mondo la prevalenza dei tassi di essere distribuita secondo un continuum nella popo- schizofrenia, corretti per eta, sembra essere minore lazione, al pari dei valori di QI, ed a seconda dei rispetto ai paesi industrializzati, o comunque pare ca- criteri diagnostici impiegati gli studi di prevalenza po- dere nella parte piu bassa dello spettro di prevalenza trebbero identificare un numero maggiore o minore riscontrato nel mondo industrializzato: negli studi esa- di casi, corrispondenti a criteri diagnostici piu o me- minati la prevalenza di punto o ad un anno, corretta no ampi o piu o meno restrittivi. Epidemiologia e Psichiatria Sociale, 2, I, 1993 2 Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 46.4.80.155, on 04 Dec 2021 at 07:44:22, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. https://doi.org/10.1017/S1121189X00009118
Epidemiologia della schizofrenia Dati interessanti relativi alia prevalenza ed alle ca- tura pari a 7,85! Un dato sorprendente, che contrad- ratteristiche sociodemografiche delle persone affette dice anche i risultati di precedenti studi, e rappresen- da schizofrenia provengono dallo studio Epidemiolo- tato dalla percentuale di persone con una diagnosi gic Catchment Area Program (ECA), condotto in 5 di schizofrenia che avevano ricevuto un qualche tipo centri statunitensi su un campione complessivo di ol- di assistenza psichiatrica: cosi, tra coloro che aveva- tre 18000 persone in eta superiore a 18 anni (Keith no esibito sintomi in fase attiva nei 6 mesi precedenti et al., 1991). In questo studio il tasso di prevalenza alia valutazione diagnostica, solo il 57% aveva rice- nella vita per la schizofrenia, diagnosticata secondo vuto un qualche tipo di trattamento psichiatrico am- i criteri propri del DSM-III, e risultato essere di 14 bulatoriale o era stato ospedalizzato nelFanno prece- per 1000 persone in eta superiore a 18 anni; questo dente. In aggiunta, solo il 40% di coloro che aveva- tasso di prevalenze nella vita, nonostante la restritti- no una diagnosi lifetime di schizofrenia riferirono di vita dei criteri propri del DSM-III per la schizofre- essere stati ospedalizzati in qualche momento. nia, e sostanzialmente superiore a quello medio (pari Questi dati devono indurre a ripensare attentamen- a 5,5 per 1000) riscontrato negli studi epidemiologici te quanto, sino a pochissimi decenni o addirittura anche il tasso di prevalenza nella vita e che sono stati anni or sono veniva dato per scontato, ossia Pinelut- rivisti nella monografia succitata (Warner & de Girola- tabile cammino istituzionale delle persone affette dal mo, 1993). Con questo tasso di prevalenza ed una popo- disturbo. Quel che emerge e che una elevata propor- lazione adulta negli Stati Uniti pari a 165 milioni di per- zione di coloro che sono stati ammalati, o sono atti- sone, si ricava che 2.400.000 persone hanno sofferto, vamente sofferenti del disturbo, non sono mai stati, in un qualche momento della loro vita, di un disturbo o non sono, anche durante una fase attiva della ma- schizofrenico; in tal modo la schizofrenia e 5 volte piu lattia, in trattamento presso strutture psichiatriche. frequente della sclerosi multipla, 6 volte del diabete Le implicazioni che da ci6 derivano, soprattutto in insulino-dipendente e 60 volte della distrofia muscola- termini di unmet needs (bisogni inespressi) da parte re. Calcolando che la prevalenza ad un anno del distur- delle persone affette e dei loro familiari, sono molte- bo nella popolazione istituzionalizzata (case di riposo, plici e di rilievo e dovranno essere oggetto di attenta ospedali psichiatrici, carceri) e risultata del 45 per riflessione. 1000, se ne ricava che meno del 6% di coloro che hanno un disturbo schizofrenico in fase attiva si tro- va in una istituzione nel periodo in cui la malattia e in atto. Considerando invece solo la quota di po- RISCHIO DI MALATTIA NEI FAMILIARI polazione istituzionalizzata in ospedali psichiatrici, che E STUDI DI GEMELLI rappresenta negli Stati Uniti solo lo 0,1% del totale della popolazione, solo 1'1,3% di coloro che avevano una diagnosi lifetime di schizofrenia si trovavano, al momento di effettuazione della ricerca, in ospedale Gottesman (1991) ha analizzato circa 40 studi con- psichiatrico. L'eta media di comparsa del disturbo dotti in Europa tra il 1920 ed il 1987 ed ha quindi e risultata essere 19,9 anni, con le donne che presen- calcolato il differente gradiente di rischio per la schi- tavano l'esordio del disturbo in media 3-4 anni piu zofrenia a seconda del grado di consanguineita con tardi degli uomini; tuttavia i tassi di prevalenza nella la persona affetta dal disturbo. Cosi, rispetto ad un vita erano sostanzialmente simili nei due sessi. II di- rischio di ammalarsi di schizofrenia pari all' 1 % nella sturbo era piu frequente nel gruppo di eta 30-44 an- popolazione generale, il rischio aumenta al 2% per ni, tra le persone mai coniugate o divorziate/separa- i cugini, al 17% per i figli con un genitore schizofre- te e senza un titolo di studio universitario. Tuttavia nico o per i gemelli dizigoti, sino ad un massimo del la differenza piu vistosa nei tassi di prevalenza era 48% per i gemelli monozigoti. Questi dati conferma- riscontrabile tra persone appartenenti a differenti no che perch6 si manifesti la schizofrenia, e necessa- gruppi socioeconomici: il tasso di prevalenza nella vita rio che si producano circostanze ambientali in grado per le persone appartenenti alia classe 5 (la piu bas- di rendere fenotipicamente visibile quello che altri- sa) era di 25 per 1000, di contro ad un tasso di 5 menti rimarrebbe solo un inespresso genotipo: cosi, per 1000 tra le persone appartenenti alia classe 1, la nel caso dei gemelli monozigoti, solo in circa meta piu elevata. Allo stesso modo il rischio relativo, tra dei casi essi sono anche concordanti per la schizofre- le persone con il piu basso status socioeconomico com- nia: in questo senso, ci6 che verrebbe ereditato non parate a coloro con lo status piu elevato, era addirit- e il disturbo in se\ quanto piuttosto una vulnerabilita allo scompenso di tipo psicotico, innescata da speci- Epidemiologia e Psichiatria Sociale, 2, 1, 1993 3 Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 46.4.80.155, on 04 Dec 2021 at 07:44:22, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. https://doi.org/10.1017/S1121189X00009118
G. de Girolamo fici stressori ambientali. Al contrario, 1'89% dei pa- piu basse nel mondo sviluppato. I dati delPECA al zienti affetti da schizofrenia non hanno alcun genito- riguardo sono gia stati citati; Eaton (1985), da parte re schizofrenico ed il 63% non hanno alcun congiun- sua, in una esaustiva review delle ricerche sulla epi- to, di alcun grado, sofferente del disturbo in que- demiologia della schizofrenia, ha sostenuto che, sud- stione. dividendo la popolazione in tre classi fondamentali, Per quanto riguarda gli studi sulle adozioni, le evi- la differenza nel rischio relativo per la schizofrenia denze accumulatesi, a cominciare dal famoso studio tra la classe sociale piu bassa e quella piu elevata danese (Kety, 1988), sembrano dimostrare che, nel e di tre ad uno. Due tradizionali ipotesi sono state complesso, l'essere allevato da un genitore schizofre- quindi avanzate per spiegare tutto cid: la causalita nico non accresce in maniera significativa il rischio sociale (social causation) o, viceversa, la deriva so- di malattia nei figli adottati. ciale (social drift). Piu di recente e stata suggerita una terza ipotesi esplicativa, definita del «neurosvi- luppo», per spiegare l'elevato tasso di incidenza del- la schizofrenia riscontrata tra gli immigrati in Inghil- SCHIZOFRENIA E STAGIONE DI NASCITA terra: le persone appartenenti alle classi sociali piu basse potrebbero andare incontro a maggiori rischi nelle fasi cruciali dello sviluppo delle strutture nervo- Piii di 40 ricerche hanno consistentemente dimo- se, rischi ascrivibili ad una maggiore frequenza di strato che una proporzione significativamente mag- complicazioni ostetriche, di infezioni perinatali e di giore di schizofrenici sono nati nella tarda stagione altri fattori. L'ipotesi del neurosviluppo e pertanto invernale o in quella primaverile, rispetto a coloro una variante del modello della causalita sociale. la cui data di nascita si colloca in altre stagioni; l'ec- cesso e pari a circa il 10%. Le spiegazioni per tale Una monumentale ricerca su questo specifico pro- eccesso sono molteplici, e nessuna tra esse e in gra- blema, da poco pubblicata, condotta in Israele da do, da sola, di spiegare interamente il fenomeno. Co- Dohrenwend et al. (1992), ha confermato, nel caso me ha suggerito Eaton (1991), vi sono due possibili della schizofrenia rimportanza della deriva sociale per tipi di evidenza che, se accertati, potrebbero conferi- spiegare l'eccesso di prevalenza nelle classi piu pove- re a tale stagionalita nelle nascite un possibile significa- re, mentre, al contrario ha messo in evidenza l'im- to eziologico: (1) l'esistenza di un grado di associa- portanza della causalita sociale nello sviluppo della zione molto piu forte in uno specifico sottogruppo depressione tra le ^onne e dei disturbi antisociali di di pazienti schizofrenici; (2) l'esistenza di risultati con- personality e dell'abuso di sostanze tra gli uomini. nessi ad una precisa ipotesi eziologica. Ad esempio, Tuttavia, l'ipotesi della deriva sociale incontra delle un'ipotesi virale permette di congetturare che l'asso- difficolta allorche si cerchi di spiegare perche tale gra- ciazione della stagione di nascita con la schizofrenia diente di classe sociale non si osserva di solito nelle sarebbe piu forte in forme del disturbo non-familiari aree rurali, mentre appare addirittura invertito nel rispetto a quelle con elevato grado di familiarita; tut- Terzo Mondo, con un eccesso relafivo di persone af- tavia l'evidenza su questo punto e equivoca. fette da schizofrenia tra coloro che appartengono al- le classi sociali piu elevate (Warner, 1991). Mentre Nel complesso, lo studio di questo specifico aspetto non e questa la sede per discutere in dettaglio tale del problema rappresenta una feconda area di ricer- complessa tematica, si pud concludere che la deriva ca e potrebbe, in futuro, consentire di mettere in lu- sociale e certamente un fattore di grande importanza ce un significativo fattore di rischio per il disturbo tra le popolazioni del mondo industrializzato, men- in questione che sia rilevante in una significativa pro- tre la causalita sociale e fattori correlati al neurosvi- porzione di casi. luppo potrebbero avere un ruolo piu generale in altri contesti socioeconomici. PREVALENZA DELLA SCHIZOFRENIA IN DIFFERENT! CLASSI E GRUPPI SOCIALI CONCLUSIONI Non vi e alcun dubbio sul fatto che la schizofre- nia ed altri disturbi psichiatrici gravi sono piu fre- Si pu6 concludere questa breve discussione dei quenti tra le persone appartenenti alle classi sociali principali risultati emersi nella ricerca relativa alia epi- Epidemiologia e Psichiatria Sociale, 2, 1, 1993 4 Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 46.4.80.155, on 04 Dec 2021 at 07:44:22, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. https://doi.org/10.1017/S1121189X00009118
Epidemiologia della schizofrenia demiologia della schizofrenia enumerando alcuni pro- tonoma (modello discreto/categoriale della malattia) blemi ancora aperti. Come si e detto alFinizio, pro- o invece da interpretare come estremo di un conti- blemi metodologici, legati soprattutto alia mancanza nuum che pud esprimersi, sul piano della fenomeno- di standardizzazione dei criteri diagnostici, hanno li- logia psicopatologica, attraverso una molteplicita di mitato la possibility di comparare i risultati ottenuti gradienti (concetto dello "spettro schizofrenico', o da differenti ricercatori ed osservati in differenti cul- anche modello continuo/dimensionale del disturbo). ture. In assenza di criteri di validazione esterni, la Le evidenza epidemiologiche, genetiche e neurofisio- schizofrenia rimane un concetto di natura essenzial- logiche sembrano chiaramente supportare questo mo- mente clinica: in tal senso si pud legittimamente spe- dello dimensionale e smentiscono ancora una volta rare che la prossima introduzione dell'ICD-10 rap- l'originaria ipotesi kraepeliniana di un'entita diagno- presenti un decisivo progresso per i ricercatori impe- stica reificata e dai confini rigidamente delimitati. gnati in quest'area. Allo stesso modo, la messa a pun- Per finire, bisogna sottolineare che 1'attuale stato to di strumenti di valutazione standardizzata, delle conoscenze epidemiologiche non supporta mo- disponibili in diverse lingue e validati in differenti delli socioculturali di eziologia del disturbo schizo- popolazioni, quali lo SCAN e la CIDI (Pull & Witt- frenico. Tuttavia, essi sono di grande valore euristi- chen, 1991), rappresenta un altro passo in avanti di co al fine di spiegare la variability nel decorso della grande rilevanza per il futuro della ricerca epidemio- malattia — e quindi di spiegare i tassi di prevalenza logica in quest'area. — che dipendono da fattori ambientali molto piu del Per quanto attiene ai problemi di campionamen- rischio di ammalarsi di schizofrenia, e rappresenta- to, il fatto che tale disturbo abbia una relativamente no, per il futuro, una delle strategic di ricerca piu bassa incidenza rende la strategia degli studi multi- feconde per l'intera epidemiologia psichiatrica. centrici particolarmente utile e vantaggiosa al fine di mettere insieme campioni di pazienti di sufficiente nu- merosita, e di studiare anche le variazioni o le uni- formita nella distribuzione di numerosi fattori di BIBLIOGRAFIA rischio. La sostanziale uniformita dei tassi di incidenza del disturbo tra paesi e culture differenti, dimostrata dallo Angermeyer M. C. & Kuhn L. (1988). Gender differences in age studio DOSMED, non deve essere riduttivamente in- at onset of schizophrenia. European Archives of Psychiatry terpretata nei termini di una causalita biologica omo- and Neurological Science 237, 351-364. geneamente manifestantesi: infatti, come ha sottoli- Cooper J. E., Kendell J. E., Gurland B. J., Sharpe L., Copeland neato Jablensky (1989), «Se la schizofrenia non e una J. R. M. & Simon R. (1972). Psychiatric Diagnosis in New York and London. Maudsley Monograph Number 20. Oxford malattia singola con una uniforme eziologia e patofi- University Press: London. siologia ma piuttosto una sorta di "passaggio comu- Dohrenwend B. P., Levav I., Shrout P. E., Schwartz S., Naveh ne" per una varieta di processi patologici ed anoma- G., Link B. G., Skodol A. E. & Stueve A. (1992). 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Gat- tal senso, lo stesso autore ha sottolineato che altre taz), pp. 47-74. Springer-Verlag: Berlin. due condizioni presentano un'analoga eterogeneita Hafner H. (1989). Application of epidemiological research toward eziologica e purtuttavia si manifestano con simile fre- a model for the aetiology of schizophrenia. Schizophrenia Re- quenza in popolazioni differenti: l'epilessia ed il ri- search 2, 357-383. Hafner H. (1991). New perspectives in the epidemiology of schi- tardo mentale. zophrenia. In Search for the Causes of Schizophrenia, Vol. Un importante problema, lungamente dibattutto 2 (ed H. Hafner and W. F. Gattaz), pp. 408-431. Springer- Verlag: Berlin. sul piano teorico e denso di implicazioni anche per Hafner H., Maurer K., Loffler W. & Riecher-Rossler A. (in stam- la ricerca epidemiologica, e relativo poi alia visione pa). The influence of age and sex on onset and early course della schizofrenia quale entita diagnosticamente au- in schizophrenia. British Journal of Psychiatry. Epidemiologia e Psichiatria Sociale, 2, J, 1993 5 Downloaded from https://www.cambridge.org/core. IP address: 46.4.80.155, on 04 Dec 2021 at 07:44:22, subject to the Cambridge Core terms of use, available at https://www.cambridge.org/core/terms. https://doi.org/10.1017/S1121189X00009118
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