EFFETTI DI UNA ESPOSIZIONE CRONICA ALLO STIMOLO VIBRATORIO SU UN MODELLO SPERIMENTALE MURINO - Scienza e Movimento
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NOTE SULL’AUTORE dell’allenamento Dott. Gherardo Bertocchi fisiologia Laureato in Scienze motorie e sportive, Master in Osteopatia, laureato in Attività motorie preventive e adattate con 110 e lode. Responsabile tecnico/scientifico nazionale Fitandgo. gherardo.bertocchi@gmail.com EFFETTI DI UNA ESPOSIZIONE CRONICA ALLO STIMOLO VIBRATORIO SU UN MODELLO SPERIMENTALE MURINO di Gherardo Bertocchi INTRODUZIONE venti finalizzati a contenere o a superare esiti di Quando si parla di plasticità ci si riferisce, di soli- patologie anche molto gravi che costituiscono to, alla particolare proprietà che ha un solido di il presupposto fondamentale per la formulazio- subire deformazioni di notevole ampiezza che ne di qualsiasi intervento riabilitativo. Paralle- permangono al cessare della sollecitazione che lamente, si è andato sempre più affermando in le ha prodotte. campo scientifico il concetto che vede la sfera L’impiego scientifico di questo termine ha tro- cognitiva collegata a quella motoria. vato ovvia collocazione in discipline come la fi- Studi effettuati sugli animali e sull’uomo hanno sica e l’ingegneria con lo scopo di descrivere le confermato che l’esercizio agisce positivamente proprietà meccaniche tipiche di alcuni materiali. su diversi aspetti del funzionamento cerebrale, Solo in tempi più recenti il termine “plasticità” sull’apprendimento e sulla memoria, proteg- ha trovato applicazione anche in campo neu- gendo dalla neurodegenerazione e alleviando robiologico, con riferimento alla “modificabili- la depressione. Il movimento aumenta la pla- tà” dimostrata dal sistema nervoso in risposta sticità sinaptica, modificando direttamente la all’esposizione di determinate “esperienze”. I fe- struttura della sinapsi e potenziandone la forza, nomeni plastici all’interno del sistema nervoso rafforzando allo stesso tempo i sistemi che sup- centrale (SNC) rappresentano ormai la necessa- portano la plasticità, come il metabolismo e la ria premessa teorica per poter ipotizzare inter- funzione vascolare. >> Scienza e Movimento - N.20 Ottobre-Dicembre 2019 5
fisiologia dell’allenamento Queste modificazioni strutturali e funzionali quelle discendenti, oltre che dalle fibre di altri sono state dimostrate in diverse aree cerebrali, interneuroni, influenzando a loro volta l’attività ma gli studi più significativi sono stati condotti a dei motoneuroni. livello ippocampale. L’interazione di questi diversi input determina ADATTAMENTI ALL’ALLENAMENTO le modalità di reclutamento delle unità motorie VIBRATORIO nel corso del movimento. Durante l’AV questo Ad oggi sono numerosi gli studi inerenti i pos- pattern propriocettivo viene fortemente stimo- sibili effetti positivi dell’AV sulla prestazione. lato, l’incremento della forza che si registra dopo Bosco et al. (1998) riferiscono di come un alle- un periodo d’allenamento è in parte imputabi- namento della durata di 10 giorni costituito le, soprattutto nel primo periodo in cui non si è dalla somministrazione di vibrazioni sinusoidali ancora verificato alcun fenomeno ipertrofico, ad ad una frequenza di 26 Hz, in ragione di 5 serie un’ottimizzazione di questo meccanismo di fee- giornaliere della durata di 90 secondi ciascuna, dback propriocettivo (Gandevia, 2001). abbia portato ad un significativo incremento L’aumento transitorio della forza contrattile e della produzione di potenza meccanica durante della produzione di potenza da parte del mu- l’esercitazione di salti continui della durata di 5 scolo dopo essere stato sottoposto a vibrazio- secondi. Runge et al. (2000) riferiscono di un au- ne, potrebbe basarsi sugli stessi meccanismi di mento del 18% della potenza degli arti inferiori facilitazione neurale (Delecluse e coll., 2003). in una popolazione anziana sottoposta ad AV Inoltre alcuni studi dimostrerebbero come l’AV con le seguenti modalità: 3 sedute a settimana, possa migliorare la capacità di forza esplosiva 3 serie da 2 minuti alla frequenza di 27 Hz, per grazie ad una maggiore sincronizzazione delle una durata complessiva di 12 settimane. unità motorie implicate nel movimento, oltre che ad un miglioramento della coordinazione Un altro recente studio (Torvinen e coll., 2002) dei muscoli sinergici, unito ad un aumento dell’i- riporta di un significativo aumento della presta- nibizione degli antagonisti (Bosco e coll., 2000). zione di salto, pari all’8.5%, dopo 4 mesi di AV Tuttavia, è corretto ricordare come alcuni autori condotto su di un gruppo di adulti non-atle- riportino come l’effetto di potenziamento del ti, Decluse e coll. (2003) hanno prelevano dati, gesto indotto dalle vibrazioni, sia di tipo transi- dopo un AV condotto, rispettando i seguenti torio e si vanifichi nell’arco di circa 60’ dopo la parametri: somministrazione delle stesse (Torvinen e coll., 2002; Delecluse e coll., 2003). • intensità e durata delle sedute progressiva (ini- zialmente 3’ portati a 20’ alla fine del periodo Questa transitorietà del potenziamento provo- d’allenamento); cato dalle vibrazioni può esser spiegato da due • frequenza compresa tra 35 e 40 Hz; fattori: il primo è costituito dal fatto che il RTV • frequenza degli allenamenti trisettimanale; induce un sostanziale ma temporaneo miglio- • durata totale 12 settimane. ramento dell’utilizzo del riflesso miotatico da stiramento (Delecluse e coll., 2003); il secondo I risultati riportati sono: un aumento significati- invece è basato sull’influenza positiva esercita- vo della forza isometrica e dinamica, degli arti ta dal RTV nel facilitare la produzione di un’alta inferiori, pari al 16,6% ed al 9,0 %. Alla luce di frequenza di scarica nelle unità motorie ad alta questi risultati, appare chiaro come l’AV compor- soglia d’attivazione, ossia quelle costituite da fi- ti un adattamento biologico che risulta in ultima bre di tipo FT (Bongiovanni e coll., 1990). analisi essere correlato ad un effetto di potenzia- È comunque importante sottolineare, che al di mento neurale, simile a quello indotto dall’alle- là di questo particolare aspetto, l’AV effettuato namento di forza e/o di potenza. Recentemente in maniera razionale e sistematica, può indurre alcuni Autori (Carrol e coll., 2001; Carrol e coll., positivi e duraturi adattamenti neuromuscolari 2002) hanno avanzato l’ipotesi che l’allenamen- (Bosco e coll., 1999). Un ulteriore interessante to di forza possa modificare le connessioni tra le aspetto dell’AV è che attraverso quest’ultimo cellule corticospinali e i motoneuroni spinali. è possibile effettuare una stimolazione prefe- Gli interneuroni dislocati nel midollo spinale renziale delle fibre di tipo FT (Rittweger e coll., ricevono input sia dalle fibre afferenti, che da 2001). 6 WWW.NONSOLOFITNESS.IT
Questa selettività di reclutamento sarebbe do- somministrazione (18-20 Hz) (Rittweger e coll., vuta al fatto che il RTV viene trasmesso grazie 2003). Questo particolare aspetto può risultare all’attivazione delle fibre Ia afferenti, le quali di grande importanza al fine di ottimizzare e/o dell’allenamento sono responsabili, tramite gli a motoneuroni, complementare i programmi di lavoro basati su principalmente dell’attivazione delle fibre mu- tecniche di stretching, oppure in protocolli ria- fisiologia scolari di tipo II (Hagbarth, 1973). bilitativi specifici, come nel caso ad esempio del In effetti durante l’AV, il corpo subisce delle im- lower back pain (Rittweger e coll., 2003; Rittwe- portantissime sollecitazioni accelerative, ad ger e coll., 2002)1. esempio ad una frequenza di 30 Hz con un am- piezza d’oscillazione di 5 mm, si è sottoposti ad Recentemente l’allenamento vibratorio (AV) è un accelerazione pari a 18 volte l’accelerazione divenuto una realtà molto diffusa sia in ambi- di gravità (Rittweger e coll., 2001), mentre in una to professionale, che amatoriale. Durante una classica esercitazione di drop jump (salto prece- seduta di allenamento le accelerazioni, gene- duto da una caduta verso il basso) l’accelerazio- rate dalle vibrazioni, potrebbero raggiungere la ne sviluppata risulta pari a solamente 5 g. Il fatto testa e, anche se attenuate attraverso il corpo, di essere sottoposti a forze accelerative di simile potrebbero incrementare risposte vestibolari entità può risultare un fattore cruciale nel deter- e/o visive, aumentando il rischio di caduta ac- minare un incremento della potenza espressa cidentale durante e/o immediatamente dopo nelle azioni balistiche che, di fatto, sono carat- l’intervento vibratorio, soprattutto negli anziani. terizzate dalla possibilità, da parte dell’atleta, di Inoltre, studi discordanti presenti in letteratura poter produrre importantissime forze accelera- hanno evidenziato la difficoltà e la necessità tive (Bosco e coll., 2000). d’impostare un corretto protocollo di AV attra- verso l’identificazione della propria frequenza di Sempre a questo proposito, al fine di sottolineare vibrazione individuale (F.O.V). Ad oggi esiste un il potenziale d’efficacia dell’AV, basti pensare che solo protocollo, piuttosto lungo (36 minuti), per 10 minuti di AV durante il quale si sia sottoposti l’individuazione della F.O.V. ad un’accelerazione di 17 g, corrispondono allo stesso carico accelerativo che si svilupperebbe I risultati della ricerca hanno evidenziato che effettuando per 40 sedute d’allenamento 200 l’AV, con pedana vibrante, siano sicuri e ben drop jumps cadendo dall’altezza di 100 cm (Bo- tollerati sia nei giovani che negli anziani, sugge- sco e coll., 2000). Un ultimo importante aspetto rendo che, con un’appropriata introduzione alle delle vibrazioni è l’effetto miorilassante indot- modalità di esercizio vibratorio, quest’ultimo sia to da queste ultime a particolari frequenze di sicuro per la maggior parte delle persone. >> Scienza e Movimento - N.20 Ottobre-Dicembre 2019 7
fisiologia dell’allenamento Per quanto riguarda la F.O.V è emerso che esi- Il glutammato viene rilasciato come trasmettito- stono due possibili alternative al protocollo re in molte sinapsi eccitatorie del sistema nervo- suggerito dalla letteratura, ugualmente efficaci, so centrale. Esistono diversi tipi di recettori per il ma con tempi molto più ridotti (50 secondi e glutammato. In particolare, per quanto riguarda 20 minuti). Inoltre la posizione assunta durante i fenomeni di plasticità sinaptica, svolgono fun- l’esecuzione del protocollo non sembrerebbe zioni fondamentali i recettori ionotropici NMDA influenzare i risultati della F.O.V. (agonista del glutammato) e AMPA3-4. Nella maggior parte delle sinapsi, i recettori L’AV si presenta quindi particolarmente effica- AMPA formano canali permeabili al Na+ ed im- ce in tre campi applicativi tra loro ben distinti: permeabili al Ca2+. I recettori NMDA sono inve- nell’ambito delle strategie rivolte a particolari ce permeabili al Ca2+, ma la loro attività è inibita patologie geriatriche, come nel caso dell’osteo- dagli ioni Mg2+, che vengono intrappolati all’in- porosi, e comunque in tutti quei piani riabilita- terno del canale ionico. Durante la trasmissione tivi e non atti al miglioramento della qualità di sinaptica di base vengono attivati i recettori vita, intesa in termini di livello di funzionalità ar- AMPA, mentre quelli NMDA risultano bloccati. ticolare, muscolare e neuromuscolare, del sog- L’attivazione dei recettori NMDA è resa possibile getto d’interesse geriatrico. dalla depolarizzazione di membrana della spina dendridica determinata da una stimolazione Nel campo dell’allenamento sportivo, soprat- tetanica, che rimuove gli ioni Mg2+ dal canale tutto quando quest’ultimo sia rivolto all’incre- ionico, permettendo l’entrata degli ioni Ca2+ at- mento dei livelli di forza esplosiva, rivelandosi traverso il canale NMDA (Figura 1). di fatto un’ottima metodica alternativa e/o com- plementare all’allenamento di forza classico (Delecluse e coll., 2003). Come parte integrante di tutti i programmi in cui si ricerchi la massima estensibilità arto-muscolare nonché nei piani di lavoro rivolti a patologie algiche di carattere cronico che possano trarre beneficio da un in- cremento della compliance muscolo-tendinea (Rittwegere coll., 2002)2. LTP E PLASTICITÀ SINAPTICA La plasticità sinaptica è la capacità del sistema nervoso di modificarsi al fine di apprendere, me- morizzare nuove informazioni e reagire ad even- tuali lesioni. I meccanismi responsabili di questi continui cambiamenti vengono ricondotti alla forza delle sinapsi esistenti. Quest’ultime possono essere modificate per pe- riodi che vanno da alcuni millisecondi a diversi mesi. Il glutammato è alla base di cambiamenti di lunga durata della forza sinaptica che posso- no esser causati da brevi periodi di attività neu- ronale, e principalmente da due processi detti potenziamento a lungo termine (LTP), che au- menta la forza sinaptica, e depressione a lungo termine (LTD), che la diminuisce. LTP e LTD sono termini generali che vanno a descrivere la dire- zione della modificazione dell’efficacia sinapti- ca. Tali forme di plasticità e vengono mediate da Figura 1 Fonte: https://www.researchgate.net/figure/LTD-mechanism-a-Ca2-ions-enter-in- differenti meccanismi di trasduzione del segna- small-quantities-through-NMDA-receptors-b_fig2_284032093 le nelle cellule nervose coinvolte. 8 WWW.NONSOLOFITNESS.IT
L’ingresso del calcio all’interno delle spine dendri- tiche del neurone post sinaptico produce un au- mento dell’ampiezza dei potenziali post sinaptici, dell’allenamento dunque il potenziamento a lungo termine (LTP)5. fisiologia Nello specifico, l’entrata del calcio determina una serie di eventi intracellulari, legati all’attiva- zione delle protein chinasi (per esempio la pro- tein chinasi A, PKA). Tali proteine, una volta at- tivate, determinano la fosforilazione del fattore chiave per la trascrizione genica, CREB. Quest’ul- timo promuove la trascrizione di numerosi geni specifici, per la trascrizione di nuove proteine e dei geni che codificano il fattore neutrofico BDNF (Brain-Derived-Neutrofic-Factor), che fa- vorisce la sopravvivenza dei neuroni. Il potenziamento a lungo termine è stato riscon- trato in molte vie sinaptiche. L’LTP può richiedere modalità di stimolazione diverse in casi diversi, può decadere con diverso andamento e può implicare meccanismi diffe- renti6-7. Il ruolo dei recettori NMDA dell’ippocampo, è quello di indurre l’LTP. Esistono a sua volta, dei recettori agonisti del NMDA che bloccano l’in- duzione dello stesso. L’LTP non si riduce, se i recettori intervengono, nel momento in cui il processo è stato indotto8-9. Le ricerche sull’LTP cominciarono intorno al 1970 in Inghilterra, quando Timothy Bliss e i suoi colleghi scoprirono che una stimolazione elet- trica ad alta frequenza di pochi secondi poteva aumentare la trasmissione sinaptica dell’ippo- campo di coniglio per giorni o anche per setti- mane10. Molto del lavoro sperimentale sull’LTP si è con- centrato sulle connessioni tra le collaterali di Schaffer e i neuroni piramidali della regione CA1. Se si vanno a stimolare elettricamente le collaterali di Schaffer, si dà origine a potenziali post sinaptici eccitatori (EPSP) nei neuroni post- sinaptici della regione CA1. Se le collaterali di Schaffer ricevono una stimo- lazione due o tre volte al minuto, l’ampiezza dell’EPSP rimane costante. Se viene mandata una stimolazione tetanica, ovvero un breve tre- no di impulsi ad alta frequenza sulle stesse colla- terali, si ha la generazione dell’LTP: un prolunga- to aumento dell’ampiezza dell’EPSP. >> Scienza e Movimento - N.20 Ottobre-Dicembre 2019 9
fisiologia dell’allenamento L’LTP possiede diverse proprietà11: Studi precedentemente condotti nel laborato- rio di elettrofisiologia, hanno evidenziato una • è un fenomeno stato-dipendente. Come si “plasticità muscolare”, in seguito all’esposizione è detto precedentemente, la possibilità che di differenti protocolli. Dai dati istologici, sono l’LTP avvenga è determinata dal grado di de- emerse modificazioni della lunghezza, dell’al- polarizzazione della cellula post sinaptica. Se si lineamento e delle proprietà morfologiche dei stimolano le collaterali con un singolo stimolo sarcomeri; questi ci fanno ipotizzare la possibi- in concomitanza con una forte depolarizzazio- lità di un adattamento di queste caratteristiche ne delle cellule postsinaptiche CA1, aumenta anche in seguito all’allenamento vibratorio. l’ampiezza dell’EPSP. Ciò si verifica solo in un intervallo di 100 millisecondi, dopo la libera- RISULTATI zione del neurotrasmettitore presinaptico; Il lavoro sperimentale portato avanti in questo studio ha condotto ad una serie di risultati sia in • gode di specificità. Quando l’LTP viene indotta vivo che in vitro attraverso l’analisi dei parametri dalla stimolazione di una data sinapsi, essa non misurati prima, durante e dopo il periodo di al- si verifica in altre sinapsi inattive che si trovano lenamento, lo studio elettrofisiologico dell’LTP a sullo stesso neurone. L’LTP dipende specifica- livello ippocampale e l’analisi ultrastrutturale. Le tamente dalla terminazione afferente. Questa valutazioni del peso sono state effettuate ogni caratteristica è concomitante con il processo di settimana prima dell’ultima seduta di allena- memorizzazione e di apprendimento: se l’atti- mento. Per tutti i topi presi in esame si è visto un vazione di un gruppo di sinapsi portasse al po- incremento del peso graduale e crescente. tenziamento di tutte le altre sinapsi, comprese Le prove dinamometriche evidenziano com- quelle inattive, risulterebbe difficile il processo plessivamente una diminuzione del tempo di di selezionamento di determinate afferenze; sospensione nelle prove finali, pari al 64,1 %. É possibile ipotizzare che il decremento del tem- • gode dell’associatività. Come è stato già af- po di sospensione possa essere collegato all’au- frontato, una debole stimolazione non è suf- mento del peso in quanto abbiamo osservato ficiente a innescare il potenziamento a lungo una correlazione tra l’aumento ponderale e la termine. Se si attiva una debole stimolazione diminuzione del tempo di sospensione. Anche e contemporaneamente si dà luogo anche ad per quanto riguarda le prove di endurance, ab- una forte stimolazione ad una via adiacente, si biamo riscontrato un peggioramento dovuto ad genera l’LTP nelle sinapsi appartenenti ad en- una diminuzione del tempo di permanenza sul trambe le vie. L’associatività è la caratteristica Rotarod. Nella registrazione dell’LTP, il gruppo che ha il compito di collegare tra loro le diverse WBV è stato messo a confronto con un gruppo informazioni. di controllo di topi non allenati. La fase di indu- zione mostra nel gruppo allenato una riduzione IPOTESI DI STUDIO non significativa del potenziamento, mentre Lo scopo del seguente lavoro, svolto presso l’U- nella fase di mantenimento si osserva una so- niversità degli Studi di Roma Tor Vergata, nel vrapposizione tra gli andamenti dei due gruppi laboratorio di Elettrofisiologia, della sezione studiati. Dunque, in base ai dati raccolti, possia- di Fisiologia nel Dipartimento di Medicina dei mo affermare che l’allenamento WBV non è in sistemi, è stato quello di analizzare gli effetti grado di indurre un effetto modulatorio positivo indotti da un allenamento vibratorio in un mo- sulla plasticità sinaptica. dello sperimentale murino, sull’espressione del “Potenziamento a Lungo Termine” (LTP) e sull’ul- L’esame istologico ed ultramicroscopico dei mu- tra-struttura del muscolo scheletrico. scoli degli arti posteriori degli animali sottopo- sti al protocollo di allenamento ha evidenziato Nello specifico si ipotizzano potenziali modifi- differenze ultrastrutturali: Infatti due topi (topo cazioni, a livello della “plasticità sinaptica ippo- 1 e topo 2) non presentano modificazioni della campale”, con adattamenti funzionali valutati struttura muscolare, mentre negli altri due topi attraverso uno studio elettro-fisiologico e mi- (topo 0 e 3) sono evidenziabili lievi segni di sof- croscopico. ferenza a livello mitocondriale e sarcomerico. 10 WWW.NONSOLOFITNESS.IT
dell’allenamento fisiologia CONCLUSIONI Il protocollo WBV somministrato con tale dura- Studi futuri permetteranno di ottimizzare, par- ta, volume e frequenza, è risultato inadeguato tendo dai dati di questo studio pilota, i tempi a livello muscolare ed inefficacie nel modulare di esposizione allo stimolo vibratorio, anche in positivamente la plasticità sinaptica; nello spe- relazione al tipo di pedana vibrante, visto che in cifico, non si evidenziano modificazioni a livello letteratura non vi sono dati omogenei sugli ef- del sistema nervoso centrale. fetti stimolo-risposta. ABSTRACT REFERENZE When we speak of “plasticity” we usually 1. Gian Nicola Bisciotti Ph.D, Aspetti neurofisiologici refer to the particular property that has ed applicativi dell’allenamento vibratorio,Centro a solid to undergo deformations of con- di ricerca d’innovazione per lo sport, Facoltà di Scienze dello Sport dell’Università Claude Bernard siderable amplitude that remain at the di Lione. end of the solicitation that produced 2. F.Carlucci, Allenamento vibratorio: principi, sicu- them. rezza di utilizzo ed ottimizzazione. The scientific use of this term has found 3. Betz, H., Neuron, 5, pp 383-392, 1990 obvious place in disciplines such as 4. Casi clinici del substrato anatomico della memoria physics and engineering with the aim dichiarative (H.M, N.A, R.B) Neuroscience, 31, 601- 603 of describing the mechanical properties 5. Madison, D.V., Malenka, R.A. e Nicoll, R.A. Annu. typical of some materials. Only in more Rev. Neuros, 14, pp 379-397, 1991 recent times has the term “plasticity” 6. Brown, T.H., Kairiss, E.W. e Keenan, C.L., Annu. Rev. been applied also in the neurobiologi- Neuroscience, 13, pp 475-551, 1990 cal field, with reference to the “modifi- 7. Collingridge, G.L., Kehl, S.J e McLennan, H., J. Phy- ability” demonstrated by the nervous siol., 334, pp 33-46, 1983 system in response to the exposure of 8. Muller, D., Joly, M. e Lynch, G., Science, 242, pp 1694-1697, 1988 certain “experiences”. The plastic phe- 9. Bliss, T.V.P (1973) Long-Lasting potentation of sy- nomena within the central nervous naptic transmission in the dentate area of the ana- system (CNS) now represent the nec- esthetizeld rabbit following stimulation of perfo- essary theoretical premise to be able rant path, J. Physiol, 232: 331-356 to hypothesize interventions aimed at 10. Lanfield, P.W., S.A. 1988, Long-term potentation: containing or overcoming even very From Biophysics to Behaviour. New York, A.R. Liss 11. Papez, J.W. (1937) A proposed mechanism of emo- serious outcomes that constitute the tion. Arch. Neurol, Psychiat 38: 725-743 fundamental prerequisite for the for- mulation of any rehabilitation interven- tion. At the same time, the concept that sees the cognitive sphere connected to the motor sphere has been increasingly affirmed in the scientific field. Scienza e Movimento - N.20 Ottobre-Dicembre 2019 11
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