Effetti dei filtri elettrostatici attivi contro virus e batteri - VMC Italia
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Effetti dei filtri elettrostatici attivi contro virus e batteri Introduzione Lo scopo di questo documento è di descrivere la soluzione adeguata in conformità con lo stato dell'arte attuale nella tecnologia di trattamento dell'aria e controllo della contaminazione. Secondo l'Organizzazione Mondiale Della Sanità, le malattie trasmissibili più diffuse al mondo sono le infezioni respiratorie. (Household-air-pollution-and-health,2018). Questo articolo dell’Organizzazione Mondiale Della Salute OMS di Maggio 2018 descrive dettagliatamente varie questioni relative alle malattie respiratorie domestiche: https://www.who.int/en/news-room/fact-sheets/detail/household-air-pollution-and-health Queste infezioni, originate dall'esposizione batterica o virale, possono essere trasmesse in ambienti interni in diversi modi: contatto diretto o indiretto con una superficie infetta, la trasmissione di goccioline o la trasmissione di aerosol tramite apparecchiature di condizionamento dell'aria o da vigorosi movimenti dell'aria. Le particelle sospese nell'aria possono trasportare microrganismi come batteri e virus. Metodi di filtrazione impropri come tipologie errate di filtri o mancanza di manutenzione possono generare la crescita di entrambi i microrganismi e talvolta delle endotossine nei filtri. I filtri meccanici solitamente fungono da incubatori per questi microrganismi e, se non viene effettuata regolare manutenzione e sostituzione, possono diffondere la contaminazione a valle in tutti gli ambienti a cui viene fornito il flusso d’aria. Confronto tra sistemi di filtraggio L’efficienza del filtro dipende dal materiale filtrante utilizzato e dal rispettivo grado di pulizia. L’efficienza quindi è un fattore variabile. Quando il filtro si sporca, il flusso d’aria che passa attraverso il filtro diminuisce con conseguente aumento delle perdite di carico. Il filtro meccanico è una rete che è stata progettata per catturare particelle di dimensioni relative alla media filtrante intercettando e catturando per inerzia, che colpisce per diffusione e per effetto setaccio. A causa di questo processo di cattura continua, la quantità di aria trattata diminuisce nel tempo, i filtri si intasano determinando un aumento delle perdite di carico e del consumo di energia.
I filtri meccanici richiedono procedure di sostituzione programmate molto accurate e precise per evitare contaminazioni. Come accennato in precedenza, nella peggiore delle ipotesi, i filtri meccanici fungono da terreno di coltura per i microbi. I metaboliti microbici tossici possono passare attraverso il filtro, di conseguenza l’aria che fuoriesce è contaminata e il risultato può essere letale. La filtrazione dell'aria ad alta efficienza (HEPA) può essere utilizzata per rimuovere particelle sospese nell'aria di origine biologica (ad es. bioaerosols) in molti ambienti interni, inclusi ospedali, edifici per uffici e cabine di aeromobili. Tuttavia, l'implementazione della filtrazione HEPA comporta costi operativi eccessivi a causa della regolare sostituzione del filtro e dei requisiti di alimentazione aggiuntivi per il ricircolo dell'aria a causa di una grande caduta di pressione attraverso il materiale del filtro. Pur essendo sempre installata dopo sistemi di prefiltrazione, anche questa tipologia di filtri può diventare un habitat ideale per virus e batteri. La Filtrazione Elettrostatica, denominata anche filtrazione elettronica o purificazione elettrostatica (ESP), è una tecnologia ben nota che usa livelli elevati di tensione elettrica e campi di ionizzazione per catturare le particelle aero disperse. Gli ESP basano il loro funzionamento su campi elettrici e forze elettrostatiche applicate direttamente sulle particelle e sui microrganismi presenti nell'aria. Il principio operativo di filtrazione nel dispositivo si sviluppa in due fasi: • il conferimento di una carica elettrica a particelle e microrganismi trasportati dall'aria • la precipitazione elettrostatica di particelle/microrganismi carichi. Il filtro elettrostatico è dunque costruito con due sezioni separate: • una sezione ionizzante • una sezione di raccolta/precipitazione. Nella prima fase, la carica di particelle e microrganismi (ad esempio batteri, spore, lieviti) avviene nella sezione di ionizzazione attraverso elettrodi che generano una scarica a corona positiva o negativa. Nella seconda fase, la precipitazione elettrostatica delle particelle e dei microbi precedentemente caricati, si verifica nella sezione di raccolta, su una serie di piastre di raccolta parallele caricate elettricamente. Il campo elettrico generato tra queste piastre cattura le particelle e le intrappola sulla superficie delle piastre di raccolta. Il contatto con le piastre causa
l’immediata distruzione di qualsiasi microrganismo ed evita il rilascio di endotossine quando i batteri sono lisati come avviene nei filtri meccanici. I principali vantaggi dei Precipitatori Elettrostatici (ESPs) sono i seguenti: • catturano particelle da 0,01 µm a 100 µm fino ad un’efficienza del 99% • operano ad elevate portate d’aria, fino a 3.000.000 cfm ( 1.400 m3/s) • operano ad elevati carichi di particelle, 500 grammi/m3 • hanno bassi costi energetici – 100 Watts/1.000 m3/h • hanno perdite di carico molto basse. Le tecnologie di filtrazione elettrostatica mostrano anche vantaggi specifici quando applicate alla decontaminazione dell'aria di aree critiche in ambienti nosocomiali in cui le malattie trasportate dall'aria sono spesso diffuse. L’efficienza della filtrazione dell’aria è elevata, in quanto raccolgono particelle di tutte le dimensioni, comprese quelle ultrafini. La distruzione dei microbi viene gestita in modo efficace ed il sistema è in grado di rimuovere anche i Composti Organici Volatili (COV). L'utilità della tecnologia ESP nella mitigazione degli aerosol biologici è stata dimostrata utilizzando sia endospore batteriche che varie specie batteriche. Questa tecnologia distrugge i microrganismi trasportati dai flussi d'aria prima che rischino di diventare contaminanti per l'essere umano. Gli ESP sono considerati per questo motivo una “filtrazione omicida attiva”. Ciò poiché non consente a microbi, funghi o spore di vegetare e prosperare sulla superficie del filtro, prevenendo anche l'emissione di sostanze nell'ambiente derivanti dal metabolismo e dalla distruzione della flora microbiologica catturata. Anche la filtrazione HEPA può catturare particelle di virus ed è essenziale per trattare ambienti classificati al di sotto di ISO7 come sistema di filtraggio finale. Tuttavia, gli ESP proteggono l'ambiente interno senza dover sostituire il filtro e senza problemi associati alla caduta di pressione per locali con classificazione uguale o superiore a ISO7. L'irradiazione UV può inattivare virus e batteri in condizioni stabili dal momento che il processo richiede tempo in base all’intensità, che solitamente richiede da minuti a ore per raggiungere la dose letale al 99%. Di conseguenza, le lampade UV non sono adatte per la purificazione dell’aria all’interno delle Unità di trattamento aria, dal momento che il tempo in cui il flusso dell’aria e le particelle aero disperse sono esposte all’irradiazione UV è minimo (una frazione di secondi) comparato con il tempo necessario per inattivare i microrganismi.
La cattura e inattivazione dei virus aero dispersi da parte dei Precipitatori elettrostatici sono state studiate in diverse occasioni. Qui di seguito alcuni articoli interessanti: (Department of Energy, n.d.) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19731701 (Ayse Fidan Altun, n.d.) https://www.e3s-conferences.org/articles/e3sconf/pdf/2019/37/e3sconf_clima2019_02020.pdf (Journal of applied microbiology, n.d.) https://sfamjournals.onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/jam.14278 (Park, n.d.) http://large.stanford.edu/courses/2017/ph240/park2/ Conclusioni Dalla letteratura e dai test di laboratorio è evidente che è stato accertato l'effetto dei filtri elettrostatici attivi contro i virus che si muovono nelle particelle sospese nell'aria, oltre all'effetto igienico e antibatterico certificato dall'Institute of Air Hygiene di Berlino (ILH): il 98-99% dei batteri presenti nell'aria viene eliminato dai filtri elettrostatici attivi di Expansion Electronic. Come nota finale, considerando le dimensioni dei virus, questi rientrano nel campo dell'abbattimento dei nostri filtri elettrostatici attivi, secondo la certificazione UNI EN ISO 16890. I virus dispersi nell'aria vengono quindi catturati e inattivati dai filtri elettrostatici attivi. Bibliografia Ayse Fidan Altun, M. K. (n.d.). Web Conference. Retrieved from Clima 2019: https://www.e3s- conferences.org/articles/e3sconf/pdf/2019/37/e3sconf_clima2019_02020.pdf Department of Energy, E. a. (n.d.). NCBI. Retrieved from Pubmed: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19731701 Household-air-pollution-and-health. (2018, May). Retrieved from WHO: https://www.who.int/en/news- room/fact-sheets/detail/household-air-pollution-and-health Journal of applied microbiology. (n.d.). Retrieved from SFAM: https://sfamjournals.onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/jam.14278 Park, S. (n.d.). Electrostatic Precipitator: An Electric Air Filter. Retrieved from Stanford University: http://large.stanford.edu/courses/2017/ph240/park2/ Traduzione dall’inglese del Report redatto dall’Ing. Giancarlo Pertegato
POSITION PAPER Relazione circa l’effetto dell’inquinamento da particolato atmosferico e la diffusione di virus nella popolazione Leonardo Setti - Università di Bologna Fabrizio Passarini - Università di Bologna Gianluigi de Gennaro - Università di Bari Alessia Di Gilio - Università di Bari Jolanda Palmisani - Università di Bari Paolo Buono - Università di Bari Gianna Fornari - Università di Bari Maria Grazia Perrone- Università di Milano Andrea Piazzalunga - Esperto Milano Pierluigi Barbieri - Università di Trieste Emanuele Rizzo - Società Italiana Medicina Ambientale Alessandro Miani - Società Italiana Medicina Ambientale ELEMENTI DI CONOSCENZA SCIENTIFICA Riguardo agli studi sulla diffusione dei virus nella popolazione vi è una solida letteratura scientifica che correla l’incidenza dei casi di infezione virale con le concentrazioni di particolato atmosferico (es. PM10 e PM2,5) (1, 2). È noto che il particolato atmosferico funziona da carrier, ovvero da vettore di trasporto, per molti contaminanti chimici e biologici, inclusi i virus. I virus si “attaccano” (con un processo di coagulazione) al particolato atmosferico, costituito da particelle solide e/o liquide in grado di rimanere in atmosfera anche per ore, giorni o settimane, e che possono diffondere ed essere trasportate anche per lunghe distanze. Il particolato atmosferico, oltre ad essere un carrier, costituisce un substrato che può permettere al virus di rimanere nell’aria in condizioni vitali per un certo tempo, nell’ordine di ore o giorni. Il tasso di inattivazione dei virus nel particolato atmosferico dipende dalle condizioni ambientali: mentre un aumento delle temperature e di radiazione solare influisce positivamente sulla velocità di inattivazione del virus, un’umidità relativa elevata può favorire un più elevato tasso diffusione del virus cioè di virulenza (3). Nel caso di precedenti casi di contagi virali, le ricerche scientifiche hanno evidenziato alcune caratteristiche della diffusione dei virus in relazione alle concentrazioni di particolato atmosferico. Di seguito alcuni risultati e conclusioni: - (2010) l’influenza aviaria può essere veicolata per lunghe distanze attraverso tempeste asiatiche di polveri che trasportano il virus. I ricercatori hanno dimostrato che vi è una correlazione di tipo esponenziale tra le quantità di casi di infezione (Overall Cumulative Relative Risk RR) e le concentrazioni di PM10 e PM2.5 (μg m-3) (4) 1
- (2016) esiste una relazione tra la diffusione del virus respiratorio sinciziale umano (RSV) nei bambini e le concentrazioni di particolato. Questo virus causa polmoniti in bambini e viene veicolato attraverso il particolato in profondità nei polmoni. La velocità di diffusione del contagio (Average RSV positive rate %) è correlata alla concentrazione di PM10 e PM2.5 (μg m-3) (5). - (2017) il numero di casi di morbillo su 21 città cinesi nel periodo 2013-2014 varia in relazione alle concentrazioni di PM2.5. I ricercatori dimostrano che un aumento delle concentrazioni di PM2.5 pari a 10 μg/m3 incide significativamente sull’incremento del numero di casi di virus del morbillo (6). I ricercatori suggeriscono di ridurre le concentrazioni di PM2,5 per ridurre la diffusione dell’infezione. 2
- (2020) uno dei maggiori fattori di diffusione giornaliera del virus del morbillo in Lanzhou (Cina) sono i livelli di inquinamento di particolato atmosferico (7). In relazione all’evidenza che l’incidenza del morbillo sia associata all’esposizione a PM2.5 ambientale in Cina, i ricercatori suggeriscono che politiche efficaci di riduzione dell’inquinamento atmosferico possono ridurre l’incidenza del morbillo. Sulla base di questa sintetica introduzione e rassegna scientifica, storicamente ricostruita, si può quindi dedurre che il particolato atmosferico (PM10, PM2.5) costituisce un efficace vettore per il trasporto, la diffusione e la proliferazione delle infezioni virali. UNA PRIMA ANALISI SULLA DIFFUSIONE DEL COVID-19 IN ITALIA IN RELAZIONE AI SUPERAMENTI DEI LIMITI DI PM10 Per valutare una possibile correlazione tra i livelli di inquinamento di particolato atmosferico e la diffusione del COVID-19 in Italia, sono stati analizzati per ciascuna Provincia: - i dati di concentrazione giornaliera di PM10 rilevati dalle Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale (ARPA) di tutta Italia. Sono stati esaminati i dati pubblicati sui siti delle ARPA relativi a tutte le centraline di rilevamento attive sul territorio, considerando il numero degli eventi di superamento del limite di legge (50 μg m-3) per la concentrazione giornaliera di PM10, rapportato al numero di centraline attive per Provincia (n° superamenti limite PM10 giornaliero/n° centraline Provincia) - i dati sul numero di casi infetti da COVID-19 riportati sul sito della Protezione Civile (COVID-19 ITALIA) In particolare si evidenzia una relazione tra i superamenti dei limiti di legge delle concentrazioni di PM10 registrati nel periodo 10 Febbraio-29 Febbraio e il numero di casi infetti da COVID-19 aggiornati al 3 Marzo (considerando un ritardo temporale intermedio relativo al periodo 10-29 Febbraio di 14 gg approssimativamente pari al tempo di incubazione del virus fino alla identificazione della infezione contratta). 3
Il grafico sottostante evidenzia una relazione lineare (R2=0,98), raggruppando le Province in 5 classi sulla base del numero di casi infetti (in scala logaritmica: log contagiati), in relazione ai superamenti del limite delle concentrazioni di PM10 per ognuna delle 5 classi di Province (media per classe: media n° superamenti lim PM10/n° centraline Prov.) (Figura 1) Figura 1 Tale analisi sembra indicare una relazione diretta tra il numero di casi di COVID-19 e lo stato di inquinamento da PM10 dei territori, coerentemente con quanto ormai ben descritto dalla più recente letteratura scientifica per altre infezioni virali. La relazione tra i casi di COVID-19 e PM10 suggerisce un’interessante riflessione sul fatto che la concentrazione dei maggiori focolai si è registrata proprio in Pianura Padana mentre minori casi di infezione si sono registrati in altre zone d’Italia (Figura 2). Figura 2 4
Considerando il tempo di latenza con cui viene diagnosticata l’infezione da COVID-19 mediamente di 14 giorni, allora significa che la fase virulenta del virus, che stiamo monitorando dal 24 febbraio (dati della Protezione Civile COVID-19) al 15 Marzo, si può posizionare intorno al periodo tra il 6 febbraio e il 25 febbraio. Le curve di espansione dell’infezione nelle regioni (Figura 3) presentano andamenti perfettamente compatibili con i modelli epidemici, tipici di una trasmissione persona- persona, per le regioni del sud Italia mentre mostrano accelerazioni anomale proprio per quelle ubicate in Pianura Padana in cui i focolai risultano particolarmente virulenti e lasciano ragionevolmente ipotizzare ad una diffusione mediata da carrier ovvero da un veicolante. Figura 3 Le fasi in cui si evidenziano questi effetti di impulso ovvero di boost sono concomitanti con la presenza di elevate concentrazioni di particolato atmosferico che in regione Lombardia ha presentato una serie di andamenti oscillanti caratterizzati da tre importanti periodi di sforamenti delle concentrazioni di PM10 ben oltre i limiti (Figura 4: esempio Provincia di Brescia). Figura 4 5
Tali analisi sembrano quindi dimostrare che, in relazione al periodo 10-29 Febbraio, concentrazioni elevate superiori al limite di PM10 in alcune Province del Nord Italia possano aver esercitato un’azione di boost, cioè di impulso alla diffusione virulenta dell’epidemia in Pianura Padana che non si è osservata in altre zone d’Italia che presentavano casi di contagi nello stesso periodo. A questo proposito è emblematico il caso di Roma in cui la presenza di contagi era già manifesta negli stessi giorni delle regioni padane senza però innescare un fenomeno così virulento. Oltre alle concentrazioni di particolato atmosferico, come fattore veicolante del virus, in alcune zone territoriali possono inoltre aver influito condizioni ambientali sfavorevoli al tasso di inattivazione virale. Il gruppo di lavoro sta approfondendo tali aspetti per contribuire ad una comprensione del fenomeno più approfondita. CONCLUSIONI E SUGGERIMENTI Si evidenzia come la specificità della velocità di incremento dei casi di contagio che ha interessato in particolare alcune zone del Nord Italia potrebbe essere legata alle condizioni di inquinamento da particolato atmosferico che ha esercitato un’azione di carrier e di boost. Come già riportato in casi precedenti di elevata diffusione di infezione virale in relazione ad elevati livelli di contaminazione da particolato atmosferico, si suggerisce di tenere conto di questo contributo sollecitando misure restrittive di contenimento dell’inquinamento. BIBLIOGRAFIA (1) Ciencewicki J et al., 2007. “Air Pollution and Respiratory Viral Infection” Inhalation Toxicology, 19: 1135-1146 (2) Sedlmaier N., et al., 2009 “Generation of avian influenza virus (AIV) contaminated fecal fine particulate matter (PM2.5): Genome and infectivity detection and calculation of immission” Veterinary Microbiology 139, 156-164 (3) Despres V.R., et al., 2012 “Primary biological aerosol particles in the atmosphere: a review” Tellus B, 64, 15598 (4) Chen P-S., et al., 2010 “Ambient Influenza and Avian Influenza Virus during Dust Storm Days and Background Days” Environmental Health Perspectives, 118, 9 (5) Ye Q., et al., 2016 “Haze is a risk factor contributing to the rapid spread of respiratory syncytial virus in children” Environ Science and Pollution Research, 23, 20178-20185 (6) Chen G., et al., 2017 “Is short-term exposure to ambient fine particles associated with measles incidence in China? A multi-city study.” Environmental Research 156, 306-311 (7) Peng L., et al., 2020 “The effects of air pollution and meteorological factors on measles cases in Lanzhou, China” Environmental Science and Pollution Research https://doi.org/10.1007/s11356-020-07903-4 6
Environmental Pollution xxx (xxxx) xxx Contents lists available at ScienceDirect Environmental Pollution journal homepage: www.elsevier.com/locate/envpol Can atmospheric pollution be considered a co-factor in extremely high level of SARS-CoV-2 lethality in Northern Italy?* Edoardo Conticini a, Bruno Frediani a, Dario Caro b, * a Rheumatology Unit, Department of Medicine, Surgery and Neurosciences, University of Siena, Policlinico Le Scotte, viale Mario Bracci 1, Siena, Italy b Department of Environmental Science, Aarhus University, Frederiksborgvej 399, Roskilde, Denmark a r t i c l e i n f o a b s t r a c t Article history: This paper investigates the correlation between the high level of Severe Acute Respiratory Syndrome Received 22 March 2020 CoronaVirus 2 (SARS-CoV-2) lethality and the atmospheric pollution in Northern Italy. Indeed, Lombardy Accepted 24 March 2020 and Emilia Romagna are Italian regions with both the highest level of virus lethality in the world and one Available online xxx of Europe’s most polluted area. Based on this correlation, this paper analyzes the possible link between pollution and the development of acute respiratory distress syndrome and eventually death. We provide Keywords: evidence that people living in an area with high levels of pollutant are more prone to develop chronic Covid-19 respiratory conditions and suitable to any infective agent. Moreover, a prolonged exposure to air Coronavirus Atmospheric pollution pollution leads to a chronic inflammatory stimulus, even in young and healthy subjects. We conclude Inflammation that the high level of pollution in Northern Italy should be considered an additional co-factor of the high ARDS level of lethality recorded in that area. © 2020 Elsevier Ltd. All rights reserved. 1. Introduction particularly Spain and Germany, nevertheless with evident inter- national dissimilarities which cannot be explained only by different Severe Acute Respiratory Syndrome CoronaVirus 2 (SARS-CoV- health policies and systems. In particular, since the virus began to 2) (Lu et al., 2020) is the pathogenic agent of Covid-19, a disease spread in Italy, Lombardy and Emilia Romagna recorded a sub- first reported in a small cluster in Wuhan, Hubei Province, China, in stantial high level of lethality if compared with other countries but December 2019, and subsequently spread all over the world. Due to also than other Italian regions. Despite the difficulty in assessing its high contagiousness and aggressive course, it has been declared the reasons of such differences in the middle of this enormous by World Health Organization (WHO) a Public Health Emergency of health emergency, researchers all around the world have linked International Concern (A public health emergency, 2019). The this unexpected surplus of lethality in North Italy with two main course of the disease is often mild, undistinguishable from a com- co-factors i) the different way to report the number of deaths and mon flu, but in a considerable number of cases may require hos- infects among countries; ii) the old age of Italian population. Few or pitalization, eventually leading to an acute respiratory distress no hypothesis have identified the atmospheric pollution as poten- syndrome (ARDS) and death. tial and additional co-factor of lethality. Although a study con- Due to the high variability of political and sanitary decisions ducted by Sima (http://www.simaonlus.it/w, 2020) has showed taken by the different Governments, data about incidence, lethality that pollution has played a key role in the propagation of SARS- and mortality are notably different among countries and even CoV-2 there is no evidence about if pollution may have had an among regions of the same country. Starting from the end of impact on communities exposed to toxic air in terms of worsening February 2020, contagious has rapidly spread in Italy, particularly of initial health status in order to be considered an additional co- in the North (Lombardy, Veneto and Emilia-Romagna), apparently factor of SARS-CoV-2 lethality. sparing central and southern regions. After a delay of a few days, According to data from Italian Civil Protection on March 21st, Covid-19 is now widely diffuse in many other European countries, 2020, lethality in Lombardy and Emilia Romagna was about 12% whereas in the rest of Italy was about 4.5% (Protezione Civile Italian). A team of researchers at the Royal Netherlands Meteoro- * This paper has been recommended for acceptance by Dr. Payam Dadvand. logical Institute by using data from the Ozone Monitoring Instru- * Corresponding author. ment on NASA’s Aura satellite, revealed that Northern Italy is one of E-mail address: dac@envs.au.dk (D. Caro). https://doi.org/10.1016/j.envpol.2020.114465 0269-7491/© 2020 Elsevier Ltd. All rights reserved. Please cite this article as: Conticini, E et al., Can atmospheric pollution be considered a co-factor in extremely high level of SARS-CoV-2 lethality in Northern Italy?, Environmental Pollution, https://doi.org/10.1016/j.envpol.2020.114465
2 E. Conticini et al. / Environmental Pollution xxx (xxxx) xxx Europe’s most polluted areas in terms of smog and air pollution also airways too: an outdated paper (Ishii et al., 2004) found that due to its climatic and geographic conditions, which cause the alveolar macrophages (AM), exposed in vitro to PM10, significantly stagnation of pollutants (Earth Observatory. A, 1590). The European increased the levels of IL-1b, IL-6, IL-8 and TNF-a, thus underlining Environment Agency (EEA) has recently introduced an aggregated the prominent role of AM in cleaning particulates and activating index named as Air Quality Index (AQI), index reflecting the po- immune response. Such evidences are remarked by a more recent tential impact of air quality on health, driven by the pollutants in paper, which investigated the effects of Milan city (Lombardy, Italy) geographical regions. It is calculated hourly for more than two winter PM2.5 and summer PM10: as expected, human bronchial cells thousand air quality monitoring stations across Europe, using up- evidenced an in vitro elevated production of both IL-6 and IL-8 to-date data reported by EEA member countries (European Air (Longhin et al., 2018). Also, a high correlation between nitrogen Quality Inde). The AQI is based on concentration values for up to dioxide (NO2) and particulate in inducing IL-6 hyperexpression was five key pollutants, including: PM10, PM2.5, O3, SO2 and NO2. Ac- found (Perret et al., 2017), being both responsible of an inflam- cording to the AQI the area covering Lombardia and Emilia Roma- matory status even in a pediatric population (Gruzieva et al., 2017). gna results to be the most polluted area in Italy (and one of the Among the other more common pollutants, ozone (O3) and most polluted in Europe) (Indice di qualita dell’ar). Qin et al., 2020 sulfur dioxide (SO2) have also a prominent role in inducing sys- Based on this direct and evident correlation between high level temic and respiratory system inflammation, particularly via IL-8 of lethality and atmospheric pollution, the overreaching question (Kurai et al., 2018), IL-17 (Che et al., 2016) and TNF-a (Cho et al., addressed from this paper is: are communities living in polluted 2007), both in vitro and in vivo (Knorst et al., 1996). All these area such as Lombardy and Emilia Romagna more predisposed to modifications are well known to contribute to atherogenesis, die of Covid-19 due to their health status? chronic respiratory diseases and cardiovascular events, the latter strictly correlated with IL-6 serum levels (Aromolaran et al., 2018). Nevertheless, aside of “classical” pollution-related conditions, 2. Analysis several recent studies have pointed out a possible correlation be- tween poor air quality and development and worsening of chronic As previously mentioned, the physio pathological event leading inflammatory disease, such as systemic lupus erythematous (Alves to intensive care unit (ICU) and to death is an ARDS, a dramatic et al., 2018; Gulati and Brunner, 2018) and rheumatoid arthritis event whose treatment is usually only supportive, requiring me- (Sigaux et al., 2019). chanical ventilation. Regardless of the etiology (Aisiku et al., 2016), a hyper-activation of immune innate system is thought to have a 3. Conclusions paramount role in this condition: inflammatory cytokines and chemokines, such as tumor necrosis factor (TNF) a, interleukin (IL) In conclusion, it is well known that pollution impairs the first 1b, IL-6, IL-8, IL-17 and IL-18, as well as several growth factors, are line of defense of upper airways, namely cilia (Cao et al., 2020), thus overexpressed in ARDS, triggering apoptotic cascade and epithelial- a subject living in an area with high levels of pollutant is more mesenchymal transition (Gouda et al., 2018). Moreover, their high prone to develop chronic respiratory conditions and suitable to any serum and bronchoalveolar lavage level seem related to a poorer infective agent. Moreover, as we previously pointed out, a pro- prognosis (Butt et al., 2016). These findings, although not validated longed exposure to air pollution leads to a chronic inflammatory and not available in the common clinical practice, make them stimulus, even in young and healthy subjects. suitable as potential biomarkers and targets for the therapy. This, in our opinion, may partly explain a higher prevalence and Similar evidences have been reported in patients affected by lethality of a novel, very contagious, viral agent such as SARS-CoV- severe viral pneumoniae such as SARS (Wong et al., 2004) and 2, among a population living in areas with a higher level of air MERS (Min et al., 2016) and an immune dysregulation is thought to pollution, particularly if we consider the relatively high average age be responsible of a worse outcome in patients affected by Covid-19. of this population. Among elderly living in such a region and Recently published papers have found an imbalance in T cells, as affected by other comorbidities, the cilia and upper airways de- well as high serum levels of IL-6, IL-1 and TNFa (Qin et al., 2020), in fenses could have been weakened both by age and chronic expo- the subjects requiring hospitalization and admitted to ICU: this sure to air pollution, which, in turn, could facilitate virus invasion suggests an intriguing role of the most recent immunosuppressive by allowing virus reaching lower airways. Subsequently, a dysre- drugs in the treatment of Covid-19 (Stebbing et al., 2020). This gulated, weak immune system, triggered by chronic air pollution being said, we must remind that an overexpression of the above- exposure may lead to ARDS and eventually death, particularly in mentioned cytokines occurs in many other conditions in addition to case of severe respiratory and cardiovascular comorbidities. viral pneumonia and ARDS. Moreover, since the prolonged exposure to atmospheric pollution Air pollution represents one of the most well-known causes of could induce persistent modifications of the immune system (Tsai prolonged inflammation, eventually leading to an innate immune et al., 2019), short-term changes in the air quality may not be suf- system hyper-activation. In a small cohort of mice exposed for three ficient to break this vicious circle. This might be supported by the months to particulate matter 2.5 mm in diameter (PM2.5), IL-4, persistent high fatality rate, despite the dramatical reduction of air TNF-a and transforming growth factor (TGF)-b1 were significantly pollution levels in Lombardy since the start of the outbreak. Obvi- increased in both serum and lung parenchyma, as well as leuco- ously, our considerations must not let us neglect other critical cytes and macrophages (Yang et al., 2019). Obviously, a high sys- factors responsible for the high contagiousness and fatality of this temic inflammation impairs heart function too, as witnessed in rapidly spreading disease. Important factors such as the age another cohort of mice exposed to PM2.5 and PM10 (Radan et al., structure of the affected population, the wide differences among 2019). All these findings have been extensively confirmed in Italian regional health systems, capacity of the intensive care units humans too: both PM2.5 and PM10 lead to systemic inflammation in the region, and the prevention policies taken by the Government with an overexpression of PDGF, VEGF, TNFa, IL-1 and IL-6 even in have had a paramount role in the spreading of SARS-CoV-2, pre- healthy, non-smoker and young subjects (Pope et al., 2016), directly sumably more than the air pollution itself. At the same time, our related to the length of the exposure to the pollutant (Tsai et al., paper evaluated fatality rate only in two Italian regions: given the 2019). pandemic dimension of Covid-19, it will be interesting to evaluate Similarly, an exaggerated inflammatory status is found in if, similarly, a higher lethality will be also recorded in the most Please cite this article as: Conticini, E et al., Can atmospheric pollution be considered a co-factor in extremely high level of SARS-CoV-2 lethality in Northern Italy?, Environmental Pollution, https://doi.org/10.1016/j.envpol.2020.114465
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Milan winter fine particulate matter (wPM2.5) induces IL-6 and IL-8 synthesis in human We have no conflict of interests for the paper titled: can atmo- bronchial BEAS-2B cells, but specifically impairs IL-8 release. Toxicol. In Vitro spheric pollution be considered a co-factor in extremely high level 52, 365e373. of SARS-CoV-2 lethality in Northern Italy? Lu, R., Zhao, X., Li, J., Niu, P., Yang, B., Wu, H., Wang, W., Song, H., Huang, B., Zhu, N., et al., 2020. Genomic characterisation and epidemiology of 2019 novel coro- navirus: implications for virus origins and receptor binding. Lancet 395 (10224), References 565e574. Min, C.K., Cheon, S., Ha, N.Y., et al., 2016. Comparative and kinetic analysis of viral A public health emergency of international concern over the global outbreak of shedding and immunological responses in MERS patients representing a broad novel coronavirus declared by WHO. Available at: https://www.who.int/dg/ spectrum of disease severity. Sci. 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