M. Giovanna Ciaccioni - Scienze della formazione, dei beni ...

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M. Giovanna Ciaccioni - Scienze della formazione, dei beni ...
M. Giovanna Ciaccioni
M. Giovanna Ciaccioni - Scienze della formazione, dei beni ...
EDUCAZIONE
Obiettivo dell’educazione è aiutare lo sviluppo
integrato e totale della personalità nell’intero arco di
tutta la vita perché tutti possano autorealizzarsi in
maniera compiuta e possano contribuire attivamente
alla costruzione di un mondo umano in cui vivere , con i
propri simili, in condizioni sempre più soddisfacenti per
tutti” ( Aldo Fabi da Pedagogia Clinica , pag113)

EDUCAZIONE E’ AIUTO ALLO SVILUPPO
M. Giovanna Ciaccioni - Scienze della formazione, dei beni ...
 Educare « tirare fuori quel che è nell’uomo», stanare
  ( pedagogia dell’indugio)

 Aiuto , intenzionale, clinico, scientificamente
  orientato, recato ai processi evolutivi di ciascun
  individuo in relazione ai suoi bisogni
  ( educazione= relazione di aiuto- percorso formativo
  assistito- io assisto la tua formazione (S.+ E.)

 Educazione si correla allo sviluppo ( definito come il
  predicato, l’agire dell’uomo)
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Educazione diretta- intervento educativo portato empiricamente e
individualmente a qualsiasi età ed in ogni condizione personale
( curricolo esplicito)

Educazione indiretta- intervento di aiuto sulla situazione, sulle
dinamiche relazionali, sull’ambiente fisico, sull’organizzazione
scolastica, sui programmi, sui sussidi…( curricolo implicito)

Tratti dell’educazione:
 - relazione di aiuto
- ecologica – clinica - individuale
- diagnostica ( controlla e valuta l’andamento evolutivo dei soggetti)   -
progettata
- permanente
- decentrata ( non solo a scuola e in famiglia ma ha sedi plurime)
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Maturazione- avveramento delle condizioni biologiche geneticamente
          preordinate e costitutive dell’individuo di una specie
                                    +

     Ambiente che attiva esperienze, adattamento, apprendimento

                                            =

  SVILUPPO non aggiunta di funzioni
                                 ma
SVILUPPO QUALITATIVO non quantitativo ma per diversificazione-
Interdipendenza funzionale -Parziale dipendenza temporale: cambiano i
tempi ma non l’ordine

CRISI: squilibrio – equilibrio- adattamento
ristrutturazione interna delle stesse funzioni e dei loro rapporti
MATURAZIONE + AMBIENTE = SVILUPPO
                                                  FORMAZIONE
EDUCAZIONE D. + EDUCAZIONE I.= EDUCAZIONE

   P. C: scienza dello sviluppo, scienza dell’educazione e
   scienza della formazione
Quando gli atti di permanente indisciplina
siano tali da lasciare il dubbio che possano                                Rifiuto dello
derivare da anormalità psichiche, il maestro                                Stato
può su conforme parere dell’ufficiale                                       nell’educazione
sanitario,           proporre               l’allontanamento                di soggetti con
definitivo dell’alunno al direttore didattico                               deficit
governativo o comunale, il quale curerà
l’assegnazione dello scolaro alle classi                                    Delega ad altre
differenziali che siano istituite nel Comune o,                             istituzioni
secondo i casi, d’accordo con la famiglia,                                  comunali,
inizierà le pratiche opportune per il ricovero                              religiose…
in istituti per l’educazione dei corrigendi”
 (1928, Regolamento generale sui servizi dell’istruzione elementare, art.
415)
• Diritto sancito dalla Costituzione
Legge 118/1971
• Azione di collocamento del soggetto
    disabile all’interno delle sedi, delle attività
    e dei momenti di formazione, lavoro e
    relazione
• Riconoscimento etico e giuridico della INSERIMENTO
    diversità
• Soggetto in situazione: porre accanto,
    mettere in presenza…( ma non basta)
Mancano interventi attuativi,
specializzazione insegnanti, formazione
( inserimento selvaggio)
• Apertura a una funzione educativa
    pedagogicamente più significativa
    (integrazione)
• Legge 517/ 1977
• Coinvolgimento in una situazione di vita
• Partecipazione alle situazioni grazie a due
  requisiti dell’ambiente: accettazione del
  soggetto, disegno di aiuto alla persona
• Modalità organizzative flessibili, funzionali   INTEGRAZIONE
  per i bisogni degli alunni
• La scuola come comunità si assume la
  responsabilità del successo degli alunni
  indipendentemente dalla loro situazione
  di partenza
• Convergenza di intenzionalità e risorse,
  servizi e professionalità, azioni
  diagnostiche ed educative
• Presa in carico per far partecipare alla vita
  di tutti secondo le proprie capacità
• Inclusione ecologica                            INCLUSIONE,
• Normalizzare: accettare il proprio stato,
  convivere con la propria disabilità,            NORMALIZZA-
  ottimizzare le funzioni, le potenzialità,
  predisporre progetto di vita, condizione di     ZIONE
  equilibrio ( benessere )
• MIGLIORARE LA QUALITA’ DI VITA
• La diversità diventa normale- «Normale
  diversità» ( senso della normalizzazione)
MODELLO GLOBALE DI UNA PERSONA ( ICF): condizione di salute

        CORPO
                                CAPACITA’

                              PERFORMANCES

       I FATTORI CHE INTERAGENDO TRA LORO, DETERMINANO IL
      FUNZIONAMENTO GLOBALE DI UNA PERSONA
Direttiva 27 dic. 2012
CM n° 8 del 6/3/2013
SVANTAGGIO :
           - SOCIO ECONOMICO
        – LINGUISTICO CULTURALE
     – DISAGIO COMPORTAMENTALE/
             RELAZIONALE -……

DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI:
    - DSA ( L.170/20110; linee Guida DSA)
                – ADHD LIEVE
         – SPETTRO AUTISTICO LIEVE
  - DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO
          -BORDERLINE COGNITIVO
            – DEFICIT LINGUAGGIO
                - DISPRASSIA
- DISTURBO CONDOTTA NELL’ADOLESCENZA

   DISABILITA     ’: L. 104
 OMS: la salute non è assenza di malattia ma benessere
  bio psico sociale, piena realizzazione della propria
  cabability e ciò chiama in causa dimensioni sociali,
  culturali, economiche… che non sono biostrutturali
 Modello ICF: globalità e complessità del funzionamento
  delle persone e non solo degli aspetti strutturali.
 BES: qualsiasi difficoltà evolutiva ( che deve manifestarsi
  entro i 18 anni) in ambito apprenditivo-educativo
  ( relazioni educative, sviluppo di competenze e di
  comportamenti adattivi, apprendimenti scolastici e vita
  quotidiana, partecipazione ai ruoli sociali) che consiste in
  un funzionamento ( frutto dell’interrelazione reciproca tra
  i sette ambiti di salute ICF) problematico per il soggetto
  in termine di danno, ostacolo o stigma sociale e che
  necessita di educazione speciale individualizzata.
• Con la D. M. 27 dicembre 2012 la scuola deve attivare azioni per
  superare antitesi abilità/deficit avvenuta con la 517/77
• Non più attenzione sulle forme metodologiche di compensazione dei
  deficit ma sullo studio delle condizioni per rendere gli ambienti
  scolastici più inclusivi: Scuola per tutti e per ciascuno: adattarsi alla
  persona e non viceversa, intervento precoce per rinforzare
  rieducazione, autonomia
• Superare le logiche del confine a favore di una pedagogia
  dell’inclusione ( Canevaro). Curricolo partecipato e integrato da tutti e
  per tutti.
• Creare un ambiente inclusivo significa pensare a una scuola che ha
  come oggetto non la centratura dello sguardo sul limite ma le
  condizioni che rendono la classe ospitale, accogliente, dispositivo
  istituente l’apprendimento nella sua complessità differenziata,
  attenta alle potenzialità di ciascuno.
 L’agire scolastico mette al centro la dimensione
  relazionale del progetto didattico. L’inclusione focalizza
  la persona nel gruppo
 La didattica inclusiva ( disagio, BES, marginalità)
guarda il NOI, poggia su scelte metodologiche cooperative
 La relazione educativa è la base epistemica e pratica
  più appropriata per edificare il progetto dell’inclusione:
  un incontro dunque con L’ALTRO ABITATO DALLA
  DIVERSITA’.
 Nel paradigma relazionale va individuata la radice
  dell’agire educativo. Aver cura della relazione educativa
  conduce e induce la scuola a sviluppare uno STILE
  DELL’ACCOGLIENZA come tratto distintivo della
  persona.
Quali azioni qualificano la relazione educativa in questa
prospettiva inclusiva?

-Comportamenti di CURA : capacità dell’insegnante a saper
generare occasioni di apprendimento all’autonomia
-Postura relazionale asimmetrica orientati all’ascolto,
all’empatia, a una comunicazione senza barriere
-Strategie di lavoro in aula improntate su scelte cooperative e
metacognitive, organizzazione laboratoriale. L’alternanza tra
grande gruppo ( classe ) e gruppi cooperativi permette di
rendere funzionali le pratiche del curricolo e di attivare percorsi
personalizzati sui bisogni cognitivi specifici.
-Sguardo attento alla costruzione degli ambienti di
apprendimento
L’educazione inclusiva
    propone di modificare sistemi
      e pratiche di insegnamento
in modo da poter dare risposte coerenti
         ed efficaci ai bisogni
        delle DIVERSE tipicità.
PEDAGOGIA DELL’INCLUSIONE
Indicatori dell’azione didattica
inclusiva:
 ripensare e riprogettare
 Spazio classe
 Tempo scuola
  Relazioni
IL DOCENTE INCLUSIVO:
       quali azioni per creare un clima inclusivo?

ADATTARE stile insegnamento, materiali, tempi,
tecnologie
MODIFICARE strategie in itinere
SVILUPPARE didattica cooperativa e metacognitiva
TROVARE punti di contatto tra le programmazioni
classe e progr. individualizzata/ personalizzata
FAVORIRE la creazioni di reti relazionali (famiglia,
territorio, specialisti…)
BIBLIOGRAFIA

Pedagogia clinica – P. Crispiani- Ed. Junior
Per una didattica inclusiva – Perla- Ed Pensa
Alunni con BES- Janes , Cramerotti- Ed.
Erickson
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