Donne e ragazze rifugiate e sfollate interne in Mali - Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati

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Donne e ragazze rifugiate e sfollate interne in Mali - Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati
Donne e ragazze rifugiate e sfollate
           interne in Mali
Combattiamo la violenza di genere e creiamo insieme un
                   futuro migliore.

    Alto Commissariato delle Nazioni Unite
               per i Rifugiati

  Anno di finanziamento e realizzazione del progetto: 2014-2015
Donne e ragazze rifugiate e sfollate interne in Mali - Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati
Sintesi del progetto finanziato dalla Fondazione Prosolidar

      DURATA DEL          Periodo d’implementazione:
       PROGETTO           1 Gennaio 2014 – 31 Dicembre 2015
                           -   Prevenire la violenza di genere e ridurre le
                               pratiche e credenze socio culturali dannose (es.
                               matrimoni precoci, infibulazione..) attraverso
                               campagne di sensibilizzazione;
                           -   Fornire assistenza legale e medica alle vittime di
                               violenza di genere (SGBV);
       OBIETTIVI
                           -   Creare opportunità di lavoro;
                           -   Facilitare l’accesso a scuola delle bambine
                               rifugiate e sfollate;
                           -   Realizzare campagne di sensibilizzazione sul tema
                               HIV e per l’accesso a strutture mediche;

                           -   Gli sfollati interni (IDPs) in Mali sono localizzati
                               prevalentemente nelle tre principali città del sud
    LOCALIZZAZIONE             del paese: Bamako, Segou e Mopti.
      GEOGRAFICA
                           -   I rifugiati mauritani in Mali sono residenti nella
                               zona di Kayes (sud ovest).

Contesto
Sfollati interni
Il progetto si inserisce nella grave emergenza che nel 2012 ha colpito il
paese, quando, a seguito dell’occupazione del nord del Mali, circa 300,000
persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case e a cercare
rifugio nelle tre maggiori aree urbane del sud del paese (Bamako, Segou e
Mopti) e altre 170,000 hanno invece cercato rifugio nei paesi circostanti
(Burkina Faso, Niger e Mauritania). Nonostante nel 2013 sia cominciato un
lento ritorno a casa di alcuni sfollati, il nord del Mali rimane caratterizzato
da una forte dose di insicurezza: si stima che almeno 250,000 Maliani siano
rimasti sfollati nel 2014 e rimangano dipendenti dall’aiuto di famigliari e/o
istituzioni per coprire i loro bisogni primari. Molti di loro hanno infatti perso
il lavoro e non sono in grado di sostenere le proprie famiglie. In particolare,

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donne e bambine rappresentano i soggetti più vulnerabili, sia fra gli sfollati
che nelle comunità locali di accoglienza.

Rifugiati Mauritani in Mali
In Mali, nella regione sud ovest al confine con la Mauritania vivono da 24
anni 12,345 rifugiati mauritani, raggruppati in 51 diversi siti sparsi in
un’area di 120,000 km² fra Yelimané e Kayes. Più di 7,800 hanno espresso
la propria volontà di tornare a casa, ma, a causa di mancati accordi fra il
Mali e la Mauritania, non lo possono fare. La maggior parte dei rifugiati
mauritani vive in capanne di fango e paglia in aree rurali molto isolate,
dove le strade sono praticamente inesistenti: raggiungere queste aree è
quindi molto difficile, soprattutto nella stagione delle piogge (agosto-
settembre). Si stima che l’83% di queste persone non sappia né leggere né
scrivere.
Le violenze di genere (SGBV), la mancanza di documenti, insieme
all’accesso all’acqua e ad attività fonti di reddito rappresentano problemi
gravi per questi rifugiati, in modo particolare per le donne e le ragazze,
vittime al contempo di pratiche e credenze socio culturali come
l’infibulazione e il matrimonio in giovane età.

                                                         Rahamatou, 16 anni,
                                                         sfollata interna, a scuola
                                                         nella capitale Bamako.

                                                         Foto di H. Caux /
                                                         Novembre 2012

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Il Progetto
Il progetto finanziato dalla Fondazione Prosolidar si sviluppa in cinque
diverse aree di intervento:

1. Violenze di genere
   Le donne e le persone con speciali bisogni (es. disabili, minori soli, donne
   capofamiglia, anziani…) sono particolarmente vulnerabili ed esposte alle
  violenze di genere. Per limitare il rischio, attraverso questo progetto
  l’UNHCR organizza training specifici e campagne di sensibilizzazione
  finalizzati alla conoscenza e prevenzione della violenza di genere, sia
  nelle aree in cui risiedono gli sfollati, che nelle aree dove essi hanno
  fatto ritorno. Nel contempo, il programma si propone di monitorare gli
  sviluppi e i meccanismi di risposta alle violenze attraverso un approccio
  partecipativo e comunitario. Le autorità del Mali vengono coinvolte in
  tutte le fasi, in modo da garantire sostenibilità e completezza al
  progetto.

2. Attività generatrici di reddito
   Grazie a questo progetto, l’UNHCR e Intersos, il proprio partner
  implementatore, sostengono lo sviluppo di attività finalizzate a garantire
  l’autosufficienza delle donne e delle loro famiglie, come ad esempio
  l’orticultura. La coltura di vegetali infatti è particolarmente apprezzata
  dalle donne, offrendo loro il doppio vantaggio di avere una fonte di
  reddito nel vendere i prodotti e un sostegno alimentare per le proprie
  famiglie. Ogni fase di implementazione del progetto è monitorata
  accuratamente dall’UNHCR e Intersos, in modo da poter intervenire
  tempestivamente in caso di bisogno.

3. Educazione formale
   Questo progetto si propone di dare sostegno all’educazione formale,
   attraverso diverse modalità:
  -   donazione di materiali scolastici (es. cattedre, sedie, banchi…);
  -   attività di advocacy diretta a presidi e amministratori delle scuole;
  -   donazione di materiali ai bambini rifugiati in modo che possano
      prendere parte alle lezioni (borse, penne, libri…).

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-   Sensibilizzazione ai genitori sull’importanza della scuola per i
      bambini;
  -   Formazione ai dirigenti scolastici;
  -   Fornitura di mezzi di trasporto per consentire di andare a scuola
      anche ai bambini che abitano in luoghi remoti.

4. Educazione non formale
  Grazie a questo progetto, l’esistente programma di alfabetizzazione è
  stato rafforzato. L’UNHCR ha nel contempo fornito libri ed altri materiali
  educativi specifici per garantire una migliore formazione di tutti i
  partecipanti.

5. Sistema sanitario locale
   Infine, il progetto si propone di sostenere il Sistema Sanitario Locale
   attraverso diverse modalità:
  -   Distribuzione di materiali sanitari nelle cliniche locali secondo le
      necessità espresse;
  -   Rafforzamento delle capacità di gestione dei centri stessi;
  -   Attività di sensibilizzazione sull’importanza delle cliniche locali.

Attività realizzate col sostegno della Fondazione Prosolidar

 BENEFICIARIE DELLA         -    2,500 donne e ragazze sfollate interne in Mali
 PROPOSTA                   -    1,034 donne e ragazze rifugiate e richiedenti
                                           asilo mauritane in Mali
                                  -   Minor rischio di violenze di genere;
 RISULTATI ATTESI               - Creazione di attività di fonti di reddito;
 DELLE ATTIVITA           -     Sostegno all’educazione formale e non formale;
                           -    Migliori condizioni dei sistema sanitario locale.

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