DOMENICA 9 GIUNGO 2019 PENTECOSTE - Parrocchia Biassono
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DOMENICA 9 GIUNGO 2019 PENTECOSTE L’OPERA DELLO SPIRITO SANTO: “L’UMILTA’ DELL’ASCOLTO, IL CARISMA DELL’INSIEME, IL CORAGGIO DELLA RINUNCIA”. PAPA FRANCESCO SANTA MESSA PER L’APERTURA DELLA XXI ASSEMBLEA GENERALE DELLA CARITAS INTERNATIONALIS La Parola di Dio, nella Lettura odierna degli Atti degli Apostoli, narra la prima grande riunione della storia della Chiesa. Si era verificata una situazione inaspettata: i pagani venivano alla fede. E nasce una questione: devono adeguarsi, come gli altri, anche a tutte le norme della Legge antica? Era una decisione difficile da prendere e il Signore non era più presente. Verrebbe da chiedersi: perché Gesù non aveva lasciato un suggerimento per dirimere almeno questa prima «grande discussione» (At 15,7)? Sarebbe bastata una piccola indicazione agli Apostoli, che per anni erano stati con Lui ogni giorno. Perché Gesù non aveva dato regole sempre chiare e rapidamente risolutive? Ecco la tentazione dell’efficientismo, del pensare che la Chiesa va bene se ha tutto sotto controllo, se vive senza scossoni, con l’agenda sempre in ordine, tutto regolato… È anche la tentazione della casistica. Ma il Signore non procede così; infatti ai suoi dal cielo non manda una risposta, manda lo Spirito Santo. E lo Spirito non viene portando l’ordine del giorno, viene come fuoco. Gesù non vuole che la Chiesa sia un modellino perfetto, che si compiace della
propria organizzazione ed è capace di difendere il proprio buon nome. Povere quelle Chiese particolari che si affannano tanto nell’organizzazione, nei piani, cercando di avere tutto chiaro, tutto distribuito. A me fa soffrire. Gesù non ha vissuto così, ma in cammino, senza temere gli scossoni della vita. Il Vangelo è il nostro programma di vita, lì c’è tutto. Ci insegna che le questioni non si affrontano con la ricetta pronta e che la fede non è una tabella di marcia, ma una «Via» (At 9,2) da percorrere insieme, sempre insieme, con spirito di fiducia. Dal racconto degli Atti apprendiamo tre elementi essenziali per la Chiesa in cammino: l’umiltà dell’ascolto, il carisma dell’insieme, il coraggio della rinuncia. Cominciamo dalla fine: il coraggio della rinuncia. L’esito di quella grande discussione non è stato imporre qualcosa di nuovo, ma lasciare qualcosa di vecchio. Però quei primi cristiani non hanno abbandonato cose da nulla: si trattava di tradizioni e precetti religiosi importanti, cari al popolo eletto. C’era in gioco l’identità religiosa. Tuttavia hanno scelto che l’annuncio del Signore viene prima e vale più di tutto. Per il bene della missione, per annunciare a chiunque, in modo trasparente e credibile, che Dio è amore, anche quelle convinzioni e tradizioni umane che sono più di ostacolo che d’aiuto, possono e devono essere lasciate. Il coraggio di lasciare. Anche noi abbiamo bisogno di riscoprire insieme la bellezza della rinuncia, anzitutto a noi stessi. San Pietro dice che il Signore “ha purificato i cuori con la fede” (cfr At 15,9). Dio purifica, Dio semplifica, spesso fa crescere togliendo, non aggiungendo, come faremmo noi. La vera fede purifica dagli attaccamenti. Per seguire il Signore bisogna camminare spediti e per camminare spediti bisogna alleggerirsi, anche se costa. Come Chiesa, non siamo chiamati a compromessi aziendali, ma a slanci evangelici. E nel purificarci, nel riformarci dobbiamo evitare il gattopardismo, cioè il fingere di cambiare qualcosa perché in realtà non cambi nulla. Questo succede ad esempio quando, per cercare di stare al passo coi tempi, si trucca un po’ la superficie delle cose, ma è solo maquillage per sembrare giovani. Il Signore non vuole aggiustamenti cosmetici, vuole la conversione del cuore, che passa attraverso la rinuncia. Uscire da sé è la riforma fondamentale.
Vediamo come ci sono arrivati i primi cristiani. Sono giunti al coraggio della rinuncia partendo dall’umiltà dell’ascolto. Si sono esercitati nel disinteresse di sé: vediamo che ciascuno lascia parlare l’altro ed è disponibile a cambiare le proprie convinzioni. Sa ascoltare solo chi lascia che la voce dell’altro entri veramente in lui. E quando cresce l’interesse per gli altri, aumenta il disinteresse per sé. Si diventa umili seguendo la via dell’ascolto, che trattiene dal volersi affermare, dal portare avanti risolutamente le proprie idee, dal ricercare consensi con ogni mezzo. L’umiltà nasce quando, anziché parlare, si ascolta; quando si smette di stare al centro. Poi cresce attraverso le umiliazioni. È la strada del servizio umile, quella che ha percorso Gesù. È su questa strada di carità che lo Spirito scende e orienta. Per chi vuole percorrere le vie della carità, l’umiltà e l’ascolto significano orecchio teso ai piccoli. Guardiamo ancora ai primi cristiani: tutti tacciono per ascoltare Barnaba e Paolo. Erano gli ultimi arrivati, ma li lasciano riferire tutto quello che Dio aveva compiuto per mezzo loro (cfr v. 12). È sempre importante ascoltare la voce di tutti, specialmente dei piccoli e degli ultimi. Nel mondo chi ha più mezzi parla di più, ma tra noi non può essere così, perché Dio ama rivelarsi attraverso i piccoli e gli ultimi. E a ciascuno chiede di non guardare nessuno dall’alto in basso. È lecito guardare una persona dall’alto in basso soltanto per aiutarla a sollevarsi; l’unica volta, altrimenti non si può. E infine l’ascolto della vita: Paolo e Barnaba raccontano esperienze, non idee. La Chiesa fa discernimento così; non davanti al computer, ma davanti alla realtà delle persone. Si discutono le idee, ma le situazioni si discernono. Persone prima dei programmi, con lo sguardo umile di chi sa cercare negli altri la presenza di Dio, che non abita nella grandezza di quello che facciamo, ma nella piccolezza dei poveri che incontriamo. Se non guardiamo direttamente a loro, finiamo per guardare sempre a noi stessi; e per fare di loro degli strumenti del nostro affermarci, usiamo gli altri. Dall’umiltà dell’ascolto al coraggio della rinuncia, tutto passa attraverso il carisma dell’insieme. Infatti, nella discussione della prima Chiesa l’unità prevale sempre sulle differenze. Per ciascuno al primo posto non ci sono le proprie preferenze e strategie, ma
l’essere e sentirsi Chiesa di Gesù, raccolta attorno a Pietro, nella carità che non crea uniformità, ma comunione. Nessuno sapeva tutto, nessuno aveva l’insieme dei carismi, ma ciascuno teneva al carisma dell’insieme. È essenziale, perché non si può fare davvero il bene senza volersi davvero bene. Qual era il segreto di quei cristiani? Avevano sensibilità e orientamenti diversi, c’erano anche personalità forti, ma c’era la forza di amarsi nel Signore. Lo vediamo in Giacomo che, al momento di trarre le conclusioni, dice poche parole sue e cita molta Parola di Dio (cfr vv. 16-18). Lascia parlare la Parola. Mentre le voci del diavolo e del mondo portano alla divisione, la voce del Buon Pastore forma un solo gregge. E così la comunità si fonda sulla Parola di Dio e rimane nel suo amore. «Rimanete nel mio amore» (Gv 15,9): è quello che chiede Gesù nel Vangelo. E come si fa? Bisogna stare vicini a Lui, Pane spezzato. Ci aiuta stare davanti al tabernacolo e davanti ai tanti tabernacoli viventi che sono i poveri. L’Eucaristia e i poveri, tabernacolo fisso e tabernacoli mobili: lì si rimane nell’amore e si assorbe la mentalità del Pane spezzato. Lì si capisce il «come» di cui parla Gesù: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi» (ibid.). E come il Padre ha amato Gesù? Dandogli tutto, non trattenendo nulla per sé. Lo diciamo nel Credo: «Dio da Dio, luce da luce»; gli ha dato tutto. Quando invece ci tratteniamo dal dare, quando al primo posto ci sono i nostri interessi da difendere, non imitiamo il come di Dio, non siamo una Chiesa libera e liberante. Gesù chiede di rimanere in Lui, non nelle nostre idee; di uscire dalla pretesa di controllare e gestire; ci chiede di fidarci dell’altro e di donarci all’altro. Chiediamo al Signore che ci liberi dall’efficientismo, dalla mondanità, dalla sottile tentazione di rendere culto a noi stessi e alla nostra bravura, dall’ossessiva organizzazione. Chiediamo la grazia di accogliere la via indicata dalla Parola di Dio: umiltà, comunione, rinuncia.
COMUNITA’ PASTORALE “Maria vergine madre dell’ascolto” VERSO IL RINNOVO DEI CONSIGLI DI COMUNITA’ Carissimi Amici, nel mese di Ottobre 2019, saremo chiamati a rinnovare il CONSIGLIO PASTORALE della nostra COMUNITA’ PASTORALE, insieme ai Consigli per gli Affari Economici, ai Consigli degli Oratori e a tutte le commissioni. Ringrazio di cuore tutti gli Amici del “vecchio” Consiglio pastorale, così come delle diverse Commissioni, prima di tutto per l’aiuto ricevuto, che mi ha permesso di introdurmi nella vita delle nostre Parrocchie. E, ancora di più ringrazio per l’esperienza molto bella e intensa di condivisione, di discernimento e di consiglio. Di questo, infatti, si tratta: * CONDIVISIONE: del Dono della Presenza di Gesù che attraverso le circostanze della vita ci Incontra. * DISCERNIMENTO: perchè questo Incontro, da ciascuno sia riconosciuto e accolto come la Grazia più grande della vita. * CONSIGLIO: per indicare i passi che ci permettano di camminare sulla strada del Vangelo e nella Sua Compagnia. Nessuno in questo "lavoro" è Maestro (nemmeno il Parroco), ma tutti siamo discepoli, perciò necessari gli uni agli altri. Da Domenica 9/6, perciò, è aperta la raccolta di candidature per l’elezione del nuovo Consiglio di Comunità Pastorale. Per raccontarci meglio “di che cosa si tratta”, trovate in allegato la nota del Vicario Generale della Diocesi. Per un confronto più personale, tutti i nostri sacerdoti sono disponibili per un colloquio. E ancora: LUNEDI’ 17/672019 alle ore 21 all’oratorio di Macherio, ci sarà un incontro aperto a tutti coloro che lo desiderano, per spiegare qual è la natura e lo scopo del Consiglio pastorale. Grazie di cuore Don Ivano.
VERSO IL RINNOVO DEI CONSIGLI DI COMUNITÁ PASTORALE E PARROCCHIALI Domenica 20 ottobre 2019 saremo chiamati a rinnovare i membri dei Consigli Pastorali e degli Affari Economici delle nostre Comunità Pastorali e Parrocchiali. Il Consiglio Pastorale «ha un duplice fondamentale significato: da una parte, rappresenta l’immagine della fraternità e della comunione dell’intera comunità di cui è espressione in tutte le sue componenti, dall’altra, costituisce lo strumento della decisione comune pastorale». Il Consiglio per gli Affari economici «è moralmente responsabile con il parroco davanti alla comunità parrocchiale del corretto e puntuale assolvimento di tutti gli adempimenti e delle obbligazioni che, per diritto canonico o norma civile, sono poste a capo della Parrocchia»1. Rinnoveremo questi Consigli per gli anni 2019-2023 e lo faremo non con la rassegnazione di una Chiesa in decadenza, ma animati dalla gioia di percorrere una nuova tappa evangelizzatrice nella vita della nostra Diocesi. Camminiamo insieme custodendo il dono della comunione e la coscienza della corresponsabilità. La scelta della Comunità Pastorale è promettente: in essa rimangono le Parrocchie come “chiesa tra le case”, ci si scambiano i doni che lo Spirito diffonde e si cercano vie per essere discepoli testimoni. Come camminare? L’occasione del rinnovo ci può rimettere in gioco, guardando decisamente al domani, secondo i quattro tratti irrinunciabili che il vescovo Mario ha indicato, promulgando il Sinodo minore “Chiesa dalle Genti”. 1 Sinodo 47°, cost. 147, § 2; cost. 148, § 3
Dimorare nello stupore. È una condizione spirituale che rende leggeri, lieti, contenti: suggerisce che l’esperienza cristiana è una grazia sorprendente. Prima dei doveri da adempiere, prima delle verità da imparare, prima dei problemi da affrontare, prima delle procedure da osservare, la convocazione di tutti i popoli sul monte del Signore è una festa da celebrare, una sorpresa che commuove e trafigge il cuore (cfr. At 2,37). A proprio agio nella storia. Si è sperimentato che l’intraprendenza e la creatività, se vissute con costanza e saggezza, permettono di affrontare i problemi, di risolverne molti e di convivere con quelli che non si possono risolvere. Ci ha sempre accompagnato quel senso di responsabilità per i talenti ricevuti che impedisce di restare inoperosi e di pensare solo a se stessi. Il forte grido. La vocazione a dare forma alla Chiesa di domani, vissuta nella docilità allo Spirito di Dio, impegna a percorsi di sobrietà, a forme pratiche di solidarietà, a una sensibilità cattolica che non tollera discriminazioni. Vieni, ti mostrerò la promessa sposa, la sposa dell’Agnello (Ap 21,9). Le nostre liturgie, i nostri canti, la nostra poesia, le immagini della nostra devozione: ogni celebrazione accoglie il dono della comunione che ci unisce e invita ad esprimerlo con gratitudine e gioia edificando una Comunità che rivela nell’unità la ricchezza della pluriformità. Ma è davvero possibile consigliare nella Chiesa? Quanta gioia, quanta formazione ecclesiale nella partecipazione ai Consigli! Ma anche quante frustrazioni, esitazioni, paure bloccano l’assunzione di responsabilità nelle nostre Comunità! Molti potrebbero essere i motivi di turbamento e di sfiducia che rendono rassegnati i cristiani; e lungo ci appare il cammino per un rinnovamento evangelico della Chiesa e delle nostre Comunità. Dobbiamo, quindi, accettare, con pazienza, di «lavorare a lunga scadenza, senza l’ossessione di risultati immediati». Molti cristiani, poi, - forse anche alcuni, che già hanno fatto parte dei Consigli da rinnovare - sono scoraggiati dalle incomprensioni e dalla conflittualità, che si sperimentano nelle nostre assemblee. Altri battezzati, ancora, potranno dire che non si sentono all’altezza di essere eletti e di assumersi una responsabilità nei Consigli.
Troviamo l’occasione per parlarne tra i consiglieri uscenti per fare una semplice verifica che diventi anche concreta proposta rivolta ad altri. Facciamo passare il cammino fatto in questi quattro anni e domandiamoci: Quali argomenti abbiamo trattato? Quali decisioni abbiamo preso? Che cosa consegniamo come invito e suggerimento al nuovo Consiglio Pastorale? Perché proprio io? Come posso partecipare? Forse, nelle nostre Comunità ci si sente spesso “controparte” e “voce fuori dal coro”, invece di sentirci tutti dediti con passione e generosità alla vita e alla crescita di una Comunità. È ancora Papa Francesco, in Evangelii Gaudium, a ricordarci quattro punti di stile con cui consigliare. “Il tempo è superiore allo spazio”; “l’unità prevale sul conflitto”; “la realtà è più importante dell’idea”; “il tutto è superiore alla parte”. Questo stile orientato al bene comune e alla pace rasserena e incoraggia. In questo cammino di evangelizzazione, infine, nessuna Comunità è sola. Ogni Comunità, infatti, sa di essere inserita dentro un cammino diocesano e di Chiesa universale, che ci impedisce di cadere nella lamentela e nel campanilismo. Questo «sentirci parte» della Chiesa ci fa acquistare respiro e ampiezza di orizzonti, recuperando anche speranza e prospettive2. Che cosa è affidato ai Consigli Pastorali? Ai Consigli Pastorali è affidata la cura che la comunità dei discepoli del Signore viva del rapporto con il Signore. Che sia una comunità che nasce dall’Eucaristia, che ascolta la Parola e che vive un clima di preghiera fedele e fiduciosa, nella persuasione che senza il Signore non possiamo fare nulla. Inoltre, è affidata la cura che la comunità dei discepoli del Signore sia il contesto in cui ciascuno riconosce che la sua vita è una grazia, una vocazione, una missione. In particolare che l’Oratorio e la pastorale giovanile siano scuola di preghiera e percorso vocazionale accompagnati con sapienza e autorevolezza da adulti che si pensano come Comunità educante. 2 Per tutti questi suggerimenti, cfr. EV, 223; 228; 231-237
Infine, è affidata la cura che la comunità dei discepoli del Signore sia presente, nel contesto in cui vive, come il sale della terra, la luce del mondo, il lievito che fa fermentare tutta la pasta. Con la creatività che la carità, la cultura, le feste e il buon vicinato ne siano segni semplici e luminosi. Sono i passi, oltre quelli decisi da ogni singola Comunità, su cui si sofferma la Visita Pastorale, che il nostro Arcivescovo sta compiendo. Ai Consigli per gli Affari Economici è chiesto sempre più, nella attuale situazione economica delle nostre Comunità, di far prevalere il «bene comune» della Comunità pastorale anche nella gestione dei beni economici. Dovremmo gradualmente superare il tempo, in cui ogni comunità parrocchiale - pur sapendosi inserita in una comunità pastorale - gestisca in modo strettamente privatistico i propri beni economici. É opportuno rimandare al Decanato e alla Zona pastorale, i temi che toccano il discernimento di ciò che richiede l’attuazione del Sinodo Chiesa dalle Genti. Così come la formazione, l’ideazione, la realizzazione e il coordinamento di eventi, anche in collaborazione con le Istituzioni civili locali, in momenti simbolici e date specifiche dell’anno. Calendario degli adempimenti per il rinnovo dei Consigli Costituzione della Commissione elettorale e verifica del quadriennio 2015-2019: mese di maggio. Annuncio del rinnovo e richiesta di candidature: da Pentecoste (9 giugno). Presentazione delle liste: domenica 13 ottobre. Elezioni: domenica 20 ottobre (a partire dalla Messa vigiliare). Costituzione del nuovo Consiglio Pastorale: entro domenica 10 novembre. Presentazione alla Comunità dei nuovi Consigli: domenica 10 novembre. + Franco Agnesi Vicario Generale
AVVISO CATECHESI 2019-2020 Da settembre 2020, orario dalle 17 alle 18: * La prossima 2° elementare avrà l’incontro il Mercoledì, e manterrà lo stesso giorno sino alla 5°. * La prossima 3° elementare avrà l’incontro il Giovedì e manterrà lo stesso giorno sino alla 5°. * La prossima 4° elementare avrà l’incontro il Lunedì e manterrà lo stesso giorno sino alla 5°. * La prossima 5° elementare avrà l’incontro il Martedì. * I pre-ado: avranno il loro incontro il Venerdì. La 1° Media dalle ore 17 alle ore 18. La 2° e 3° Media dalle ore 18,30 alle 19,30. * Gli Adolescenti avranno il loro incontro il Venerdì alle ore 21,00. * I diciottenni/diciannovenni e i Giovani di tutta la Comunità pastorale, avranno il loro incontro il Mercoledì alle ore 21,00 a Biassono. * Gli Adulti avranno il loro incontro in Quaresima.
AVVISI PARROCCHIA S. MARTINO ORARI S. MESSE * FERIALI: * ore 9,00 * 18,30 * SABATO E PREFESTIVI: * ore 9,00 * ore 17,30 (prefestiva) * DOMENICA E FESTIVI: ore 8,00 (Cascine) Parrocchia: * ore 9,00 * ore 10,15 * ore 11,30 (sospesa nel mese di agosto) * ore 17,30. SEGRETERIA PARROCCHIALE * Dal LUNEDI’ al VENERDI’ dalle ore 16,00 alle 18,30. * LUNEDI’ * MERCOLEDI’ * SABATO mattina dalle 9,30 alle ore 11,00. CELEBRAZIONI SACRAMENTI * BATTESIMI: Domenica 14/7/2019 ore 15,30 Domenica 15/9/2019 ore 15,30 Domenica 13/10/2019 ore 15,30 Domenica 3/11/2019 ore 15,30 Domenica 15/12/2019 ore 15,00 Prendere contatto con il Parroco con qualche mese di anticipo. ORATORIO ESTIVO 2019 * Sono aperte le iscrizioni per l'ORATORIO ESTIVO 2019. MUSICAL * Come ogni anno i giovani della Pastorale giovanile hanno realizzato un MUSICAL dal titolo "Tu sei il più grande show" . La prima rappresentazione sarà sabato 8 giugno alle ore 21,00 presso il Cinepax di Macherio. La replica sarà invece sabato 15 giugno. AVVISI * Lunedì 19/6: Festa di MARIA MADRE della CHIESA. * Giovedì 13/6: FESTA di S. ANTONIO da PADOVA Ore 16: S. MESSA presso i giardini “Padre Pio” Insieme agli ospiti degli “Anni Verdi” (non sarà celebrata la S. Messa delle ore 18,30 in Chiesa) DOMENICA 23/6/2019: ore 21,00 PROCESSIONE DEL “CORPUS DOMINI” * Percorso: Chiesa parrocchiale, via Ansperto, via Porta d’Arnolfo, via Martiri delle Foibe, via Manara, via Alberto da Giussano, via Dei Mille, via Mazzini, via Battisti, vai Matteotti, via S. Martino, conclusione in Chiesa parrocchiale. * Chi desiderasse gli addobbi per la propria casa potrà ritirarli all’oratorio femminile, da LUNEDI’ 17 a VENERDI’ 21 dalle ore 15,30 alle ore 18,oo, e SABATO 22 dalle ore 9,30 alle ore 11,30.
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