Distribuzione e composizione dei liquidi corporei

Pagina creata da Manuel Di Giovanni
 
CONTINUA A LEGGERE
Distribuzione e composizione dei liquidi corporei
Distribuzione e composizione dei liquidi
                corporei
Distribuzione e composizione dei liquidi corporei
Cavità principali del
                  corpo umano

Dee Unglaub Silverthorn, Fisiologia umana © 2010 Pearson Italia S.p.A
Distribuzione e composizione dei liquidi corporei
Organizzazione
    generale
dell’organismo:
   un visione
 semplificata
Distribuzione e composizione dei liquidi corporei
Distribuzione e composizione dei liquidi corporei
Compartimenti liquidi dell’organismo
Distribuzione e composizione dei liquidi corporei
Compartimenti
                     liquidi del
                        corpo

8%   25%   67%   1,5% (liquido transcellulare)
Distribuzione e composizione dei liquidi corporei
Contenuto in cationi ed anioni dei
        liquidi corporei
Distribuzione e composizione dei liquidi corporei
Distribuzione e composizione dei liquidi corporei
Distribuzione e composizione dei liquidi corporei
Misura degli spazi idrici
             (Principio di diluizione di un tracciante)

         Q                Q        Q = quantità del tracciante.
    C                V
         V                C        V = volume spazio idrico.
                                   C = concentrazione tracciante.
                Q2
Q1 C1 V1 V2              Q2   Q1
                C2                 Volume idrico   Volume idrico     Volume
                                       totale      extracellulare   plasmatico

             C1 V1                 2H O
                                     2   ossido       Inulina       Blu Evans
    V2                              di deuterio

              C2                       Urea         Tiocianato      Albumina
                                                                     iodinata
                                    Antipirina
LA MEMBRANA CELLULARE
           e
     I CANALI IONICI
Prove dell’esistenza della membrana

• I coloranti entrano difficilmente nelle cellule,
  ma se vengono microiniettati, colorano
  rapidamente il citoplasma.
• Una soluzione ipertonica provoca perdita di
  acqua dalla cellula, mentre una ipotonica la
  rigonfia (W. Pfeffer).
• Se si aumenta la pressione di turgore
  endocellulare oltre un certo limite la cellula
  esplode.
Modelli della membrana plasmatica
Evidenziazione delle membrane plasmatiche
     al microscopio elettronico (1960)
Il metodo del criodecapaggio ha permesso la
   visualizzazione della struttura fine della
        membrana superficiale (1970)
Modello a mosaico fluido
Funzioni generali di una
        membrana cellulare

• Isolamento fisico

• Regolazione degli scambi con l’ambiente

• Comunicazione tra cellula e ambiente

• Supporto strutturale
I lipidi di membrana

                   Fosfolipide

                   Colesterolo
Organizzazione dei lipidi in doppio strato
 1925 E. Gorter e F. Grendel

   1925 Fricke                  A
                          C
                               4 l
A = area della membrana                = costante dielettrica dei lipidi (6)
l = spessore della membrana (50 Å) C = capacità della membrana (1 Farad · cm-2)
   Studio della diffrazione ai raggi X della mielina, delle membrane degli
eritrociti e dei bastoncelli hanno mostrato una struttura a doppio strato lipidico.
Al microscopio elettronico lo spessore della membrana è risultato pari a 70 Å.
Fosfolipidi di membrana

       Dee Unglaub Silverthorn, Fisiologia umana © 2010 Pearson Italia S.p.A
Formazione del doppio strato fosfolipidico
Formazione delle micelle
Fluidità del doppio strato lipidico
Spettroscopia a risonanza elettronica di spin (ESR).
Fluidità del doppio strato lipidico
CARBOIDRATI :

I carboidrati di membrana sono generalmente polimeri del glucosio legati
    alle proteine di membrana (glicoproteine) oppure ai lipidi di membrana
    (glicolipidi). Essi si trovano esclusivamente sulla superficie esterna
    della cellula, dove formano uno strato protettivo detto glicocalice.

Le glicoproteine sulla superficie della cellula svolgono un ruolo chiave
   nella risposta immunitaria dell’organismo.
Un esempio è dato dai gruppi sanguigni ABO, che vengono determinati
   dal numero e dalla composizione degli zuccheri legati agli sfingolipidi
   della membrana dei globuli rossi.
40% nel monostrato
esterno        della
membrana       delle
cellule   accessorie
del sistema nervoso
(glia e cellule di
Schwann).
         I glicolipidi
         Glicolipidi neutri
           Gangliosidi
Zattere lipidiche (lipid raft)

                                            Funzione:
                                            •Segregazione di proteine,
                                            •Contenuto informazionale
                                            degli antigeni di superficie
                                            •Mantenimento
                                            dell’asimmetria funzionale
                                            delle cellule polarizzate
                                            •Trasduzione del segnale
                                            •Ingresso in cellula di molti
                                            virus (HIV)

Sfingolipidi (in arancione)
Fosfatasi alcalina placentare (in giallo)
Proteine della membrana plasmatica
• Proteine integrali di membrana (proteine intrinseche o
  di transmembrana)
   – Interazioni idrofobiche con l’interno.
• Proteine associate (proteine periferiche o estrinseche).
   – Interazioni elettrostatiche con le proteine integrali o con i
     fosfolipidi.
* Da un punto di vista strutturale, le proteine di membrana vengono
suddivise in tre categorie : proteine intrinseche, proteine estrinseche e
proteine ancorate a lipidi.
PROTEINE INTEGRALI : le molecole di queste proteine sono costituite da catene
polipeptidiche particolarmente lunghe e variamente convolute, che attraversano più
volte il doppio strato lipidico interamente, tramite domini strutturali ad α elica.
Struttura delle proteine transmembranali

                             Segmento transmembrana
Grafico di idropatia (indice d’idropatia)
Associazione delle proteine al doppio strato fosfolipidico

                            Associazione a                    Interazioni non covalenti
                            fosfatidil-inositolo              ad altre proteine

Singola   elica

                  eliche multiple               Associazione
                                              covalente a lipidi
PROTEINE PERIFERICHE : le molecole di queste proteine sono prive di
   caratteristiche anfipatiche e non attraversano l’intero spessore della membrana
   cellulare. Si legano debolmente a proteine transmembranali o alle regioni
   polari dei fosfolipidi, sia sul versante extracellulare (proteine di superficie, che
   sono spesso glicosilate), sia sul versante intracellulare.
Le proteine di superficie hanno spesso carattere di enzimi capaci di operare
   specificamente su substrati che vengano in contatto direttamente con la
   membrana stessa (ad esempio, nelle cellule dell’epitelio intestinale).
Le proteine periferiche sul lato intracellulare possono svolgere funzione
   enzimatica, regolatrice o strutturale.

PROTEINE ANCORATE ai LIPIDI :
queste proteine sono legate covalentemente a code
lipidiche che si inseriscono nel doppio strato,
in entrambi i lati della tela fosfolipidica.
Legame tra proteine e lipidi di membrana

                                 Legame carbamidico

                                  Legame tioeterico
Funzioni delle proteine di membrana

      •   Elementi strutturali
      •   Enzimi
      •   Recettori
      •   Trasportatori (canali o carrier)
Proteine strutturali
Le proteine strutturali di membrana hanno diversi ruoli:
1 - legare la membrana al citoscheletro
2 - formare le giunzioni con le cellule adiacenti
3 - collegare le cellule alle proteine della matrice
Gli enzimi
I recettori.
Queste proteine fanno parte
del sistema di trasmissione di
segnali     chimici.     Ogni
recettore è specifico per un
determinato ligando.

Proteine di trasporto.
Le proteine di trasporto sono
fondamentali per gli scambi tra
citosol e matrice extracellulare.
Si classificano solitamente in
due tipi: canali e carriers.
Canali.     Solitamente i canali       Carrier.    Queste proteine legano
possiedono una apertura centrale       molecole specifiche e le trasportano
che è controllata o meno da un         attraverso la membrana con
meccanismo che ne permette la          meccanismi       che      prevedono
chiusura. L’apertura o la chiusura     cambiamenti conformazionali della
del canale può essere controllata da   proteina stessa.
molecole,     da     voltaggio     o
meccanicamente
Caratteristiche dei canali ionici

L’ apertura dei canali ionici influenza l’equilibrio chimico ed elettrico
della cellula determinando flussi di ioni che generano modificazioni
rapide del suo potenziale transmembrana.

                        Possono essere
                  aperti chiusi inattivati

                 • Pori intramembrana
                 • Selettività
                 • Permeabilità
Selettività dei
       canali ionici
I canali ionici possono avere elevata
selettività per una determinata
specie ionica o permettere il
passaggio di diversi tipi di ioni (Na+,
K+ e Ca2+).
Gli ioni sono circondati da una corona
di molecole di H2O (solvatazione), la
cui dimensione è proporzionale alla
concentrazione della carica elettrica
ionica.
Ione con raggio atomico piccolo
maggiore concentrazione carica
maggiore solvatazione
Carica: Na+ = K+
Dimensioni (raggio atomico): Na+ < K+
Idratazione (raggio solvatazione):
Na+ > K+
Selettività
dei canali
  ionici

              •Dimensioni ioniche
              •Carica dello ione
              •Energia di idratazione
              •Diametro del poro
La selettività dipende da uno specifico filtro molecolare, costituito da residui
aminoacidici polari (regione P), che stabiliscono legami labili con lo ione.
Lo ione lascia una parte rilevante di molecole di H2O, si lega per un
tempo brevissimo (< s) al sito specifico e attraversa il canale spinto
dal gradiente elettrochimico.
Canale del K+
Selettività del canale del K+ e del Na+
Canali presenti nelle membrane cellulari:
Passivi: sempre aperti, il flusso ionico è determinato dalla forza elettrochimica
esistente tra i due versanti della membrana.
Coinvolti nella genesi del potenziale di membrana.
Ad accesso variabile: possiedono un meccanismo che ne regola l’apertura a
seguito di stimoli specifici di natura elettrica (voltaggio-dipendenti), chimica
(ligando-dipendenti) o meccanici.
Responsabili dell’insorgenza di segnali elettrici nelle cellule eccitabili

                                     Canale a cancello: solitamente
         Canale sempre aperto       chiusi si aprono in risposta ad un
                                             fattore specifico
La direzione del flusso ionico dipende dal gradiente elettro-chimico esistente ai
lati della membrana:
 Gradiente di concentrazione (forza chimica)

Differenza di potenziale elettrico (forza elettrica)
Canali ionici passivi (Na+, K+)
       (non-gated channels)
      Leakage = flusso ionico
Permeabilità dei canali ionici
    Apertura e chiusura dei canali ionici ad accesso variabile

• Canali ionici aperti da
  ligandi.
• Canali ionici aperti da
  fosforilazione.
• Canali ionici aperti dal
  voltaggio (voltaggio-
  dipendenti).
• Canali ionici aperti da
  stiramento.
• Canali ionici delle gap
  junction.
Canali ionici aperti dal voltaggio
        (Na+, K+ e Ca2+)
                       Questi canali possiedono
                       una               porzione
                       particolarmente sensibile
                       alle     variazioni    del
                       voltaggio (sensore). Il
                       movimento delle cariche
                       di questa zona sembra
                       responsabile dell’apertura
                       del       cancello      di
                       attivazione.
Canali ionici
aperti da ligandi
Sono canali il cui stato di
apertura è regolato da un
segnale chimico (es.
neurotrasmettitore)

                              Recettore-canale dell’acetilcolina
Inattivazione
 Pur perdurando lo stimolo specifico che determina l’apertura del canale, il transito
 degli ioni è impedito. Chiusura del canale ad opera dello stesso stimolo che lo ha
 aperto.

Dipendenza dal voltaggio: Il
perdurare delle modificazioni del
voltaggio causa un cambiamento
conformazionale di una regione del
canale (canale del Na+).

Dipendenza dallo ione: Lo ione
trasportato si lega al canale
bloccandolo (canali del Ca2+).

Dipendenza dalla defosforilazione

Un canale dallo stato aperto può passare a quello chiuso o refrattario.
Una volta inattivato torna allo stato aperto solo se passa attraverso lo stato chiuso.
Giunzioni comunicanti (gap)
Puoi anche leggere