Di fiabe e storie similari
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Di fiabe e storie similari Cosa sono le fiabe? - Sono storie relativamente brevi (non sono un romanzo) - Non hanno una morale esplicita (non sono favole) - Hanno una morale implicita - Tempo e ambientazione sono vaghi e indeterminati - Hanno una struttura: si parte da un livello di tensione quasi zero- sopraggiungono degli ostacoli che fanno crescere la tensione- avviene lo sgonfiamento della tensione
Origine delle fiabe Antichissime, si perdono nella notte dei tempi Rientrano nell’immaginario collettivo che fa parte della cultura e delle tradizioni dei popoli Sono state tramandate di generazione in generazione, dapprima oralmente Analogie di fiabe in popoli molto diversi e lontani fra loro-> materiale di base comune
Teorie ed interpretazioni: struttura delle fiabe secondo Vladimir Propp Secondo Propp nelle fiabe ci sono elementi costanti Protagonista Antagonista (essere umano, mostro, drago, spesso con poteri magici) Magia Abbandono/allontanamento Divieto/violazione del divieto Partenza dell’eroe Lotta tra eroe e antagonista Vittoria dell’eroe Punizione dell’antagonista …
Bettelheim e Il mondo incantato la fiaba e’ una rappresentazione simbolica della vita. le vicende raccontate mostrano esperienze di vita, difficoltà, tentativi di risoluzione Le fiabe riproducono le tappe fondamentali dello sviluppo umano in cui ognuno può riconoscersi e individuarvi strumenti per affrontare gli avvenimenti della propria vita La fiaba non mostra come dovrebbero andare le cose, ma piuttosto rappresenta come esse sono in realtà, con tutte le difficoltà e complessità
Bettelheim e Il mondo incantato/2 La vita del bambino è costellata di Ansie e paure che accompagnano la crescita (tappe fisiologiche) Le fiabe servono a esorcizzare le paure infantili Le fiabe forniscono all’inconscio messaggi di speranza Espressi nel lieto fine
Bettelheim e Il mondo incantato/3 Le fiabe sono adatte ai bambini anche se prevedono elementi cruenti e spaventosi? Si. Le fiabe non spaventano i bambini. Le paure sono già dentro di noi (“paure antiche”…es la paura dell’abbandono…). La fiaba traduce nella storia queste paure. Le fiaba parla ai bambini di quello che loro stanno provando/hanno provato/proveranno. Il lieto fine rassicura. Le fiaba aiuta a nominare/gestire emozioni e paure (funzione “terapeutica”) Le fiabe vanno censurate? No! Le fiabe parlano all’inconscio e rispondono al modo di pensare dei bambini (buono/cattivo…il lupo DEVE morire…) Le fiabe vanno lette o raccontate? Meglio se raccontate. Il racconto permette di modulare i toni della storia a seconda delle reazioni dei bambini
“La lotta con le gravi difficoltà della vita è inevitabile, è una parte intrinseca dell’esistenza umana, che soltanto chi non si ritrae intimorito ma affronta risolutamente avversità inaspettate e spesso immeritate può superare tutti gli ostacoli e alla fine uscire vittorioso (…); una vita gratificante e positiva è alla portata di ciascuno nonostante le avversità, ma soltanto se non si cerca di evitare le rischiose lotte senza le quali nessuno può mai raggiungere una vera identità” (Bettelheim, 1982)
Da L’arte di inventare fiabe Fiabe e racconti possiedono l’intrinseca capacità di mostrare le complessità dell’esistenza umana e di trasmettere significati, attraverso l’adozione di metafore Gli scenari del racconto consentono di sperimentare un mondo parallelo in cui immaginarsi, ossia quello del ‘far finta che’ (Rondot,Varano, 2006)
La fiaba parla al bambino su due livelli: -livello simbolico -livello logico Segnali di chiamata C’era una volta Tanto tempo fa In un paese molto lontano … Avvertono il bambino che sta entrando in un altro mondo, che non va confuso con quello di tutti i giorni
Fiabe, emozioni, vita interiore Le fiabe sono il luogo in cui si può trovare un contenimento o una sperimentazione protetta delle nostre emozioni Paure, mancanze e bisogni nella fiaba vengono tradotte in immagini (animali, fate, orchi) “le storie mettono in moto la nostra vita interiore, e ciò è particolarmente importante là dove la vita interiore è spaventata, incastrata o messa alle strette […] Le storie sono medicine (…). Hanno un tale potere… non ci chiedono di fare, essere, agire: basta solo ascoltare” Pinkola Estés, 1993)
Fiabe e punti di vista Le fiabe aiutano la formazione di una mente produttiva e flessibile attraverso la stimolazione del pensiero creativo. “Secondo noi le fiabe servono soprattutto alla formazione della mente: di una mente aperta in tutte le direzioni del possibile” (Gianni Rodari, 1970)
Fiabe e sofferenza Lefiabe pongono il bambino di fronte ai principali problemi umani Lasofferenza ha bisogno di uno luogo in cui essere riconosciuta, comunicata, contenuta. La parola narrata, come quella delle fiabe, rappresenta uno spazio possibile di accoglienza
La Sirenetta esperienza della morte, intesa come cambiamento di stato definitivo e assunzione di un’altra forma. La versione cinematografica del film di animazione della Walt Disney ha privato la fiaba di un importante potenziale formativo
Fiaba e desiderio di fuga “il desiderio di fuga dal rassicurante legame materno è caratteristico di tutti i bambini. La grande sfida della crescita sta proprio nella capacità di gestire due movimenti contrastanti: la tendenza al mantenimento dei legami affettivi e del senso di appartenenza da un lato, e la spinta verso l’autonomia e la differenziazione dall’altro”.
Citazione da? Scappai di casa perché sentii il mio papà e la mia mamma che parlavano di quel che avrei fatto una volta diventato adulto” disse con filo di voce. Adesso era tremendamente agitato. “Non voglio crescere, mai e poi mai” disse con foga.
Peter Pan Peter Pan per sfuggire alla gabbia delle aspettative genitoriali rinuncia per sempre alla possibilità di diventare adulto L’Isola che non c’è come rito di passaggio - avventura, azione, iniziativa, rischio, impegno – necessario per poter accedere ad uno stadio di sviluppo successivo. Peter Pan ci ricorda che non c’è ricerca dell’identità senza sperimentazione di sè
“Per creare un rapporto con il reale, il bambino non deve subirlo ma padroneggiarlo e rimodellarlo assimilandolo al suo mondo magico.[…] Le produzioni fantastiche non lo allontanano dalla realtà ma lo aiutano a starci meglio.” (Carbone, Coralli, 1988)
“La lettura risulta tanto più gratificante quanto più permette ai bambini di esorcizzare le paure di ogni giorno. E questo li aiuta a crescere. Per crescere io debbo avere la possibilità di consegnare a qualcun altro le mie paure di bambino, le mie angosce, (paura dell’abbandono, della solitudine, della realtà sconosciuta, del buio ecc.) perché tenerle dentro di me potrebbe essere rischioso. Ho bisogno di trovare qualcuno a cui “appoggiarmi”, a cui “appendere” le mie ansie, di cui fidarmi e con cui condividere, che si faccia “mediatore” tra me e le mie ansie e che mi restituisca “familiarità con me stesso” offrendomi specularità” (Moschini, Perché le fiabe, www.marco-moschini.it)
In pratica… Quando proponiamo una fiaba ai bambini…/1 …ci deve essere il lieto fine! …gli elementi semplici, quasi banali, devono essere narrati come fossero eventi straordinari. Ogni più piccolo elemento deve essere enfatizzato, per far sentire che accadono cose stupefacenti. Lo stupore, che aumenta nel corso della fiaba, deve esistere prima di tutto nel narratore …nei momenti clou (es quando Cappuccetto Rosso incontra il lupo) è importante guadagnare tempo, dilatare il tempo per esempio descrivendo in maniera più dettagliata ciò che accade (“che occhi grandi che hai”)
Quando proponiamo una fiaba ai bambini…/2 …non preoccuparsi di diventare grossolani, di usare tinte forti ed accese …quando c’è un “improvvisamente” passare alla modalità “hic et nunc” (qui ed ora). Per es divento per un momento il brutto anatroccolo, parlando in prima persona, poi riprendo ad essere il narratore (entrare ed uscire dal personaggio). Il discorso diretto va tagliato con la modalità “narratore” …l’impressione che dobbiamo dare a chi ci ascolta è che noi non conosciamo cosa succederà
Quando proponiamo una fiaba ai bambini…/3 …vedere come una sequenza di film. Stiamo creando un film …prima vedo e poi racconto …evitare le spiegazioni …tenere presente che il narratore non è il personaggio, tiene insieme il tutto e a volte s’immedesima nei personaggi ...non perdere il contatto visivo con chi ascolta
Il contesto Spazio neutro privo di stimoli distraenti Spazio predisposto (es sedia del narratore, cuscini a ferro di cavallo…) I bambini non devono essere a ridosso del narratore ma ci deve essere uno spazio teatrale che raccolga ciò che il narratore crea e gli dia la possibilità di ampliare i movimenti Dare ad ogni bambino il proprio oggetto transizionale consente di tranquillizzarlo in quei momenti del racconto emotivamente più coinvolgenti
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