DANNO PERINEALE DA PARTO! - (LACERAZIONI ED EPISIOTOMIA)! CON RELATIVE RIPARAZIONI - L'ostetrica in Viola

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DANNO PERINEALE DA PARTO! - (LACERAZIONI ED EPISIOTOMIA)! CON RELATIVE RIPARAZIONI - L'ostetrica in Viola
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  DANNO PERINEALE DA PARTO!
       (LACERAZIONI ED EPISIOTOMIA)!
              CON RELATIVE RIPARAZIONI

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LE LACERAZIONI PERINEALI
Sono uno dei traumi più frequenti nel parto, anche quando questo è fisiologico, classificati
in base alla loro estensione:

1. Primo grado: interessano la mucosa vaginale e/o la forchetta, e/o la cute perineale
   senza interessare i muscoli sottostanti;
2. Secondo grado: sono coinvolti i muscoli perineali senza interessare lo sfintere anale
   (in questo gruppo è compresa lʼepisiotomia);
3. Terzo grado: interessano alcune o tutte le fibre dello sfintere anale;
4. Quarto grado: interessano lo sfintere anale e la mucosa rettale.

La morbosità collegata alle lacerazioni vaginali (e allʼepisiotomia), è data da emorragie,
infezioni, dolore e formazione di ematomi; una sutura tempestiva garantisce lʼemostasi
riducendo il rischio infettivo e favorendo la cicatrizzazione. Alcuni studi dimostrano che
lacerazioni minori possono essere lasciate a guarigione spontanea col vantaggio di evitare
il disagio di anestesia e sutura con un collegato miglioramento nel primo approccio madre-
bambino e un conseguente incremento dellʼallattamento al seno.

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LʼEPISIOTOMIA
Anche detta perineotomia è un taglio praticato ad
arte con le forbici appropriate (Braun-Stadler o
forbice retta a margini smussi da Mayo) nello
spessore del perineo ed ha lo scopo di allargare
lʼostio vulvare evitando così eccessive
sollecitazioni meccaniche alle parti molli ed accelerare il periodo espulsivo. Riduce, ove
sia presente, il rischio di estese lacerazioni vagino-perineali preservando quindi in questi
casi le strutture muscolari e aponeurotiche del pavimento pelvico e dello sfintere anale.
Lʼepisiotomia, inoltre, dove indicata e se tempestiva, evita compressioni troppo prolungate
sul collo vescicale e sul retto, preservando da future incontinenze e riduce le sollecitazioni
meccaniche sulla testa fetale, questo è importante in caso di feto piccolo e di bassa e.g.,
infatti in tale condizione la volta cranica non è ancora ben ossificata e le strutture interne
sono ancora molto fragili, evita, in questo caso eventuali emorragie endocraniche.

In che tempi eseguirla?

                                                Il momento ottimale per lʼesecuzione è
                                                quando il perineo inizia a distendersi sotto
                                                la pressione della parte presentata, in modo
                                                da poter agevolmente determinare la
                                                direzione e lʼestensione dellʼincisione. Non
                                                bisogna attendere la completa distensione
                                                con la massima tensione dei tessuti
                                                perineali poichè in questa condizione
                                                verrebbe meno il principio di preservare le
                                                parti molli materne da uno stiramento
                                                eccessivo e ridurre le sollecitazioni
                                                meccaniche sulla parte presentata.
                                                Se eseguita con un taglio netto allʼacme di
                                                una contrazione associata ad uno sforzo
                                                espulsivo, non è particolarmente dolorosa,
                                                tuttavia ormai si pratica quasi sempre in
                                                anestesia locale per infiltrazione (che può
                                                essere eseguita dallʼostetrica) o con un
                                                apposito rabbocco di farmaco in luogo di
                                                unʼanestesia epidurale che serve a bloccare
il nervo pudendo (eseguito dallʼanestesista).

Indicazioni allʼepisiotomia

Lʼepisiotomia non andrebbe eseguita come pratica routinaria a tutte le donne senza
discriminazione, per rispettare la minor invasività e medicalizzazione possibile del parto;
andrebbe quindi eseguita seguendo determinate indicazioni:

1. Parto operativo: per permettere un più agevole accesso nello scavo pelvico e favorire
   le manovre del caso; anche in caso di manovre ostetriche manuali; manovra di
   Jacquemier per il disimpegno dellʼarto posteriore nella distocia di spalle;
2. Prematurità: per proteggere il cranio fetale ancora poco maturo e per ridurre il rischio di
   asfissia in un feto già soggetto a possibili disagi di ossigenazione;

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DANNO PERINEALE DA PARTO! - (LACERAZIONI ED EPISIOTOMIA)! CON RELATIVE RIPARAZIONI - L'ostetrica in Viola
3. Macrosomia: per ridurre il rischio della distocia di spalla e per agevolare il passaggio di
   una parte presentata di grosse dimensioni;
4. Sofferenza fetale: per abbreviare il periodo espulsivo;
5. Parto precipitoso: poichè in questo caso la vagina non ha tempo di prepararsi e
   distendersi come dovrebbe;
6. Presentazioni anomale e rotazione sacrale dellʼoccipite nella presentazione di vertice;
7. “perineo a rischio”: perineo con caratteristiche anatomiche che aumentano il rischio di
   lacerazioni (distanza forchetta-ano inferiore a 4 cm) e ralllentano il passaggio ddella
   parte presentata

Modalità di esecuzione

                                    A seconda della direzione
                                    dellʼincisione si distingue in
                                    perineotomia mediana,
                                    mediolaterale o laterale.

                                        Lʼepisiotomia laterale è quella che
                                        da maggior spazio e scarica in
                                        modo soddisfacente le
                                      sollecitazioni che andrebbero ad
                                    agire sul retto.Tuttavia,    la perdita
                                 ematica è considerevole, la sutura è poco
agevole ed ha quindi una più difficile riparazione e guarigione, nonchè
un maggior danno estetico. Si incide a partire qualche centimetro a
destra o sinistra della commessura vulvare e si dirige di lato e verso
lʼindietro. Interessa i fasci della porzione pubo-coccigea dellʼelevatore dellʼano e si estende
alla fossa ischio-rettale. Non è quasi più praticata.

Lʼepisiotomia mediana, non è molto raccomandata perchè produce solo un modesto
allargamento vulvare e aumenta il rischio di lacerazioni vagino-perineali di terzo grado
poichè aumenta il rischio che la lacerazione chirurgica si estenda allʼano e alla mucosa
ano-rettale, causando una fistola retto-vaginale. In compenso, in questo caso la perdita
ematica è ridotta, la riparazione semplice e i risultati estetici, soddisfacenti. Si incide a
partire dalla commessura vulvare posteriore e si dirige lungo il rafe perineale, arrestandosi
e deviando in una piccola codetta laterale in prossimità dei fasci periferici dello sfintere
anale. Interessa i tessuti del rafe perineale. Oggi è molto poco praticata.

                                            Lʼepisiotomia mediolaterale, quindi, rappresenta
                                            un compromesso tra le due tecniche che
                                            fornisce vantaggi di spazio simili a quella
                                            laterale, escludendone molti inconvenienti:
                                            modesto sanguinamento, facile riparazione,
                                            accettabilità estetica. Si incide a partire dalla
                                            linea mediana e si dirige verso lʼindietro con
                                            decorso leggermente obliquo, tale da evitare le
                                            porzione più laterale dello sfintere anale.
                                            Interessa i muscoli perinaeali trasverso
                                            superficiale e profondo, il muscolo bulbo-
                                            cavernoso e i fasci mediali della porzione pubo-
                                            coccigea dellʼelevatore dellʼano. Più utilizzata e
                                            più consigliata.
!                                                                                           43
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Perineo e diaframma (trigono) urogenitale

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Vascolarizzazione del perineo

Tecnica

- Donna in posizione litotomica;
- Disinfezione accurata dei genitali esterni;
- PP al piano perineale che abbia almeno
  iniziato a distendere lʼanello vulvo-vagino-
  prineale (PP a +3);
- Inserimento di indice e medio in vagina a
  difesa della PP e per meglio evidenziare il
  tratto di tessuto da sezionare;
- Sezionare con una sola chiusura di forbice
  il tratto necessario imprimendo la
  direzione voluta.

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RIPARAZIONE DELLE LACERAZIONI VULVARI, VAGINALI E
PERINEALI
Le lacerazioni vaginali si associano quasi sempre a lacerazioni perineali, per questo
vengono definite lacerazioni vaginoperineali. Solitamente il tratto vaginale della
lacerazione viene suturato a punti staccati in filo sintetico riassorbibile sottile, badando ad
afferrare bene col punto più profondo, il vertice della lacerazione. Per avere una buona
esposizione della lacerazione, applicare, se necessario, delle valve vaginali. I punti
devono essere abbastanza profondi da comprendere mucosa, sottomucosa e parete
muscolare, ed esercitare anche unʼazione emostatica.
!      Nelle lacerazioni posteriori, medialmente, prima di passare lʼago, è bene sollevare
con una pinza il bordo della lacerazione per non comprendere la parete rettale nel punto di
sutura.
!      In prossimità della forchetta è importante collocare i punti in modo da ricostruire il
più accuratamente possibile la simmetria della commessura vulvare.

Le lacerazioni vulvari si riparano con punti in filo sintetico riassorbibile sottile eseguendo
uno o due piani di sutura, a seconda della profondità della lacerazione. Devono essere
suturate con molta cura soprattutto le lacerazioni paraclitoridee, per assicurare unʼottima
emostasi, essendo questa una zona riccamente vascolarizzata.
!      Per evitare di includere in un punto il canale uretrale è prudente introdurre un
catetere in uretra prima di suturare.
!      Se le lacerazioni sono superficiali e non sanguinano si possono lasciare a
guarigione spontanea.

Le lacerazioni perineali, a seconda del tipo richiedono diverse riparazioni.
- I grado: sono sufficienti uno o più punti nel sottocutaneo ed uno o più punti ulla cute con
  filo sintetico rissorbibile sottile.
- II grado: si applicano punti staccati con filo sintetico riassorbibile (n.0) sui piani muscolari
  discontinuati cercando di ottenere contemporaneamente lʼemostasi e il riavvicinamento
  dei bordi della lesione, poi si sutura la vagina come descritto sopra, si sutura il sottocute
  con punti continui con materiale monofilamento sintetico riassorbibile molto sottile ed
  infine si pratica la sutura cutanea con punti staccati in filo sintetico riassorbibile, stretti
  solo quel tanto che basta ad avvicinare i bordi.
- III grado: comprendono anche la ricostruzione dello sfintere anale.
- IV grado: si deve suturare anche la lesione del retto.

EPISIORRAFIA
Viene eseguita con la stessa tecnica delle lacerazioni di II
grado poichè è una di queste, sebbene chirurgica.
Poichè si tratta di unʼincisione chirurgica lineare senza
eccessivo traumatismo dei tessuti si può applicare una
serie di punti staccati in filo sintetico riassorbibile sottile sul
piano muscolare e poi si possono suturare la vagina, il
sottocute e la cute perineale o con punti staccati o con
unʼunica sutura continua in filo sintetico riassorbibile,
usando un ago atraumatico.

Fili: Vycril 2/0 per i piani profondi; 3/0 piani superficiali.

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Lʼepisiorrafia va sempre iniziata dallʼangolo superiore dellʼepisiotomia, e per meglio
evidenziarlo, un aiuto-operatore introduce in vagina un batuffolo di garza montato su una
Schroeder lunga posizionandolo esattamente al di sopra dellʼangolo oppure si pongono
due pean sulla parte terminale dei margini della ferita che vengono divaricati. In alternativa
lʼoperatore pone il 2° e 3° dito della mano sinistra in prossimità dellʼangolo della ferita
episiotomica e lo spinge in basso rendendolo maggiormente visible e dominabile.

Tecnica

- Dopo il secondamento, prima di procedere alla episiorrafia occorre ispezionare
  attentamente tutto il canale vaginale per escludere eventuali altre lesioni, specialmente
  del collo e dei fornici, che vanno suturate per prime. Quindi si introduce in vagina un
  grosso tampone repertato per proteggere il campo operatorio dal sanguinamento uterino.
- È opportuno evidenziare la ferita con la mano libera dal portaghi, divaricando con due
  dita i lembi vaginali, deprimendo il retto affinchè lʼago non lo comprenda nella sutura.
  Riparazione della mucosa vaginale iniziando al di sopra dellʼapice vaginale con ago
  atraumatico e Vycril 0 in sutura continua.
- Giunti ai margini imenali si prosegue fino alla forchetta dove il filo viene annodato e
  tenuto come repere.
- Sutura del muscolo bulbo cavernoso in unico o duplice strato con punti staccati (Vycril 0
  su ago rotondo di media o larga curvatura).
- Sutura cutanea con punti secondo la tecnica di Donati.

           SUTURA SECONDO DONATI

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