Dalle "regionalie" alle regionali: un'analisi empirica del voto a Cinque Stelle - Società Italiana di ...

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XXIX Convegno SISP
                                 Università della Calabria
                               Arcavacata di Rende (Cosenza)
                                   10 - 12 settembre 2015

                  Sezione «Elezioni e comportamento di voto»
     Panel «Le primarie per la selezione dei candidati alle elezioni regionali»

                    Dalle “regionalie” alle regionali:
                un’analisi empirica del voto a Cinque Stelle

           Maria Elisabetta Lanzone, Université de Nice Sophia-Antipolis
                             (lanzone.lisa@gmail.com )
                        Mara Morini, Università di Genova
                               (mara.morini@unige.it)
                                                   	
  
Abstract. Ormai da qualche anno le elezioni primarie non rappresentano più uno strumento ad uso
esclusivo delle forze politiche di centro-sinistra. A sperimentarle – a vario livello, con regole e
mezzi talvolta anche molto differenti tra loro – sono anche altri partiti e/o liste. Tra questi casi
rientra anche e soprattutto il Movimento 5 Stelle, che a partire dal 2012 organizza, tramite il Web,
consultazioni tra gli iscritti per selezionare i propri candidati nazionali e locali.
Il paper intende esplorare proprio l’impatto del voto alle primarie chiuse – organizzate online dal
M5s per la selezione delle candidature alla Presidenza della Regione e dei componenti
dell’Assemblea legislativa – sul rendimento che il partito ha ottenuto in occasione delle tornate
elettorali dell’autunno 2014 e della primavera 2015.
Avvalendosi di dati aggregati, relativi alle nove regioni interessate dalle elezioni (Veneto, Emilia
Romagna, Calabria, Liguria, Toscana, Puglia, Campania, Marche e Umbria) e tenendo conto delle
regole esclusive adottate dal M5s, l’analisi intende fornire una descrizione della distribuzione del
voto alle primarie rispetto alle successive consultazioni.
Per comprendere il rapporto selettore/elettore e il grado di penetrazione territoriale del M5s, la
ricerca comparata prenderà in considerazione elementi riguardanti il profilo dei candidati e il
numero di preferenze ottenute rispetto alle diverse modalità di partecipazione (web ed urne),
proponendo una valutazione della performance elettorale complessiva.
Il paper sarà suddiviso in quattro sezioni: dopo aver analizzato il contesto nel quale è stata
organizzata la selezione, verranno illustrate le regole e le caratteristiche delle primarie nelle varie
regioni. Si passerà, poi, a esaminare il rapporto tra primarie ed elezioni regionali, considerando,
infine, la relazione tra la partecipazione alle primarie e la competitività/rappresentatività dei
candidati alle successive consultazioni.
1. Introduzione: le primarie a 5 Stelle vs. le primarie “degli altri”

         Ormai da alcuni anni le elezioni primarie non rappresentano più uno strumento a uso
esclusivo delle forze politiche di centro-sinistra. A sperimentarle – con regole e mezzi talvolta
molto differenti tra loro – sono anche altre formazioni. Tra queste primarie “degli altri” (Venturino,
2013: 5) rientrano soprattutto le consultazioni promosse dal Movimento 5 Stelle (M5s), a partire dal
2012 e tramite il Web. Si tratta di consultazioni tra gli iscritti per selezionare i candidati a livello
nazionale e locale.
Per il M5s le elezioni politiche del febbraio 2013 sono state l’occasione per sperimentare il nuovo
strumento di partecipazione. Il 1° novembre 2012, lo stesso Beppe Grillo ha comunicato attraverso
il blog ufficiale che i candidati al Parlamento sarebbero stati scelti direttamente dai cittadini e
attraverso internet1. La consultazione primaria si è svolta sulla piattaforma online, testata per la
prima volta per quell’appuntamento (dal 3 al 6 dicembre 2012). Per il M5s, essa è stata un mezzo
per lanciare l’ennesima sfida ai contestati partiti tradizionali, facendo leva sull’effetto iper-
democratico della rete e sulla possibilità di selezionare gli aspiranti parlamentari e non il leader
della coalizione di governo (come avvenuto per il centro-sinistra). Anche per questa ragione
l’appuntamento è stato denominato “Parlamentarie”.
Quelle a cinque stelle sono, però, state un chiaro esempio di primarie chiuse, riservate a una sola
parte degli iscritti. Altrettanto esclusivi sono stati i criteri per le candidature. Hanno avuto la
possibilità di votare coloro che, iscritti alla piattaforma nazionale prima del 30 settembre, avevano
trasmesso via email una copia di un documento d’identità. Tali procedure dovevano essere
completate già circa un mese prima della consultazione. Secondo i dati diffusi, queste primarie
hanno coinvolto il 64,1% degli aventi diritto. I candidati, invece, sono stati 1.486 a fronte di 945
posti disponibili tra le liste di Camera e Senato. Per fare parte dell’elettorato passivo era necessario
essere incensurati; non essere iscritti ad altri partiti; non aver svolto in passato più di un mandato
elettivo e risiedere nella circoscrizione in cui ci si sarebbe candidati. Ma non solo: per evitare il
rischio di «infiltrati» dell’ultima ora e soprattutto per premiare coloro che si erano già impegnati
nell’attività del M5s (come affermato dallo stesso fondatore), il diritto di partecipare alla
competizione è stato subordinato all’essere già stato candidato, ma non eletto, in occasione delle
elezioni amministrative (2008-2012)2.
In questo primo caso (nazionale) il Web è stato l’unica sede del voto. Invece, tra il 2013 e il 2015 il
M5s ha organizzato anche isolati casi di primarie “di gazebo”, alla vigilia di elezioni comunali3.
Tuttavia per il M5s, la piattaforma online resta il luogo per eccellenza per lo svolgimento delle
primarie: una peculiarità che porta con sé non poche conseguenze sulla partecipazione, sui risultati,
sulla formazione delle liste e, in generale, sull’assetto organizzativo del partito. Una prima
conseguenza che desideriamo qui menzionare è collegata ai risultati delle consultazioni: l’assenza
di seggi allestiti sul territorio, la difficoltà di accesso al web in mancanza dei requisiti richiesti e la
gestione centralizzata della piattaforma non permettono quasi mai una diffusione ufficiale ed
efficace dell’esito del voto. Restano dunque riservati i “numeri” che riguardano la platea degli
aventi diritto (gli iscritti di volta in volta abilitati al voto), in special modo se disaggregata per aree
territoriali. Vedremo in seguito con quali strumenti metodologici è possibile aggirare questo
ostacolo.
A rappresentare un nuovo banco di prova per la “macchina organizzativa” delle primarie del M5s è
stata la tornata di elezioni regionali che si è svolta tra la fine del 2014 e la primavera del 2015.
Ancora in rete e con importanti conseguenze sulle proprie performance elettorali, in tutte le regioni
al voto, il M5s ha scelto di selezionare i candidati alla carica di consigliere e di presidente con
regole simili a quelle delle Parlamentarie.

	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  
1
  www.beppegrillo.it/parlamentarie.html (ultimo accesso: 27 luglio 2015).
2
  Cfr. Lanzone (2015: 114)
3
  Cfr. Venturino (2014).
Ed è proprio di questi esempi di primarie regionali che intendiamo occuparci in questa sede,
analizzando nove casi (Calabria, Emilia Romagna, Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Umbria,
Puglia e Campania) di candidate selection che, nell’ambito del processo di primarizzazione della
politica italiana, ha consentito, anche al M5s, di avere a disposizione uno strumento democratico
per «vagliare, esaminare, indagare nei minimi dettagli le qualità e la preparazione dei candidati»
(Seddone e Valbruzzi, 2012, XIV), sottoposti alla valutazione del proprio selettorato4.
Si procederà, pertanto, nella seconda parte del lavoro a delineare il profilo sociologico dei candidati
alla carica di consigliere regionale (genere, età, titolo di studio e professione) per acquisire
informazioni sul livello di attivismo e di competenze in loro possesso e, al contempo, comprendere
quali modalità di mobilitazione, più o meno tradizionali, e di marketing elettorale hanno adottato
durante la campagna elettorale per le elezioni “secondarie”.
Le elezioni regionali del 23 novembre 2014 in Emilia Romagna e Calabria e del 31 maggio 2015
nelle altre sette regioni concludono un ciclo elettorale, iniziato nel 2013, per il rinnovo delle
assemblee legislative e dei presidenti delle regioni, e sono, al contempo, fortemente condizionate
dal cambiamento intercorso nel sistema partitico nazionale con la fine del bipolarismo, sancita
dall’esito delle elezioni politiche del 2013. Esse testimoniano un consenso elettorale senza
precedenti nella storia elettorale italiana, con il M5s che si è attestato al 25,6% alla Camera (oltre
8,5 milioni di voti, esclusa la circoscrizione estero) e secondo con il 23,8% di voti al Senato alla sua
prima competizione nazionale. Come afferma Corbetta (2013: 197), il M5s è «uno strano
animale…nello zoo della politica italiana» ovvero un terzo polo indubbiamente competitivo che
apre nuovi scenari politici nazionali e induce le altre forze a modificare i propri equilibri.
In questa prospettiva, fornire un quadro complessivo delle preferenze ottenute dai candidati, sia alle
primarie sia alle elezioni regionali – tenendo conto delle peculiarità dei diversi sistemi elettorali
applicati in ciascuna regione – può costituire una prima opportunità di riflessione sul grado di
diffusione territoriale del M5s, ad opera dei propri rappresentanti locali. Il lavoro ci permette inoltre
di verificare la presenza di qualche associazione tra competizione primaria e secondaria, nonché
spiegare la destrutturazione in atto dei sistemi partitici regionali.
Infine, l’analisi del rendimento elettorale delle liste provinciali e regionali, rispetto alle elezioni
politiche del 2013 ed europee del 2014, descrive la capacità di territorializzazione del voto del M5s,
il quale si pone come terzo catalizzatore a livello regionale, dimostrando una crescita progressiva di
consenso che contrasta l’immagine di un fenomeno circoscritto al web 2.0, provvisorio e incapace
di istituzionalizzarsi.

2. Le “Regionalie”: dove, come, quando e per chi?

                                                      Il Movimento 5 Stelle, con lo stesso principio con cui, a dicembre 2012, aveva organizzato
le primarie online per la scelta dei candidati al Parlamento, alla fine del 2014 ha promosso una
nuova consultazione via web per comporre le liste provinciali alle elezioni regionali e per scegliere i
candidati presidenti, ad esse collegati. Ciò è avvenuto in tutte le regioni che sono andate al voto, tra
la fine del 2014 e la primavera del 2015. Parliamo dei casi di Campania, Liguria, Marche, Puglia,
Toscana, Umbria e Veneto, per quanto riguarda il 2015. Calabria ed Emilia Romagna sono, invece,
state interessate da un turno di elezioni anticipate, nell’autunno del 2014. In questi ultimi due casi le
primarie online si sono tenute già nel settembre dello stesso anno. Per gli altri, la data scelta è stata
quella dell’8 gennaio 2015, fatta eccezione per il Veneto, dove si era già votato il 29 ottobre, in
quanto gli elettori della regione avrebbero già dovuto recarsi alle urne insieme a Calabria ed Emilia.
Questo nuovo ciclo di primarie è stato mediaticamente definito come “Regionalie” dallo stesso
fondatore del M5s5 e si è svolto in due turni (fatta eccezione per Emilia e Calabria, dove è stato
scelto il turno unico) a distanza variabile l’uno dall’altro: con il primo sono stati selezionati i
	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  
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  Si tratta del problema di riuscire a identificare e misurare il selettorato avente diritto al voto (problema del
denominatore), cfr. Venturino 2007.
5
  http://www.beppegrillo.it/2015/01/regionalie_e_dintorni.html (ultimo accesso: 22 agosto 2015).
candidati consiglieri; durante il secondo, quelli che hanno ottenuto più voti, hanno partecipato alla
selezione per i candidati presidente.
Sono due gli aspetti che intendiamo analizzare in questa sezione del paper: le regole della
competizione e cioè i requisiti in base ai quali sono stati definiti selettori e candidati e le
caratteristiche della competizione, dal punto di vista dei dati aggregati. Quest’ultimo punto
riguarderà il livello di partecipazione, la distribuzione del voto e la competitività tra i candidati al
primo turno (scelta dei candidati consiglieri). Nella parte conclusiva, guarderemo, invece, a come si
è svolta la consultazione durante il secondo turno, quello per la scelta dei candidati presidenti di
regione. Lasceremo alla terza parte del lavoro il compito di confrontare le primarie con le elezioni
regionali a esse collegate, guardando più da vicino alle caratteristiche individuali dei candidati
selezionati.
Le regole per far parte del selettorato sono state simili a quelle delle “Parlamentarie” del 2012: il
requisito fondamentale al fine di avere accesso alla piattaforma di votazione online era la
preregistrazione sul sito nazionale del M5s. In base alle procedure stabilite sono stati inclusi tra i
selettori delle primarie di settembre e ottobre 2014 soltanto coloro che avevano completato
l’iscrizione entro il 1° luglio dello stesso anno. A quella data, il numero totale (cioè nazionale) degli
abilitati al voto era pari a poco più di 87mila utenti6. Nessun cambiamento in materia di regole è
avvenuto durante la tornata di primarie di gennaio 2015.
Un maggiore livello di inclusività (Hazan, 2006) è, invece, arrivato sul fronte delle candidature e
cioè sul chi poteva essere selezionato: in base al comunicato diffuso dallo staff del M5s (tramite il
blog) poteva far parte delle liste qualunque attivista, regolarmente iscritto al portale e in possesso
dei requisiti previsti dal codice di comportamento dei candidati e degli eletti7. Nessun’altra regola o
limitazione è stata imposta dai vertici nazionali del partito, com’era avvenuto nel 2012. Come
ricordato ancora dallo staff, le liste provinciali sono state composte in base alle leggi elettorali
regionali e rispettando le quote di genere. Come accennato, le primarie hanno dato la possibilità di
scegliere i candidati alla carica di consigliere regionale, oltre che i candidati presidenti. Così lo staff
ha ricordato nel comunicato:

      «Nei prossimi giorni saranno votati i candidati portavoce presidenti di Regione. Questo seguendo le
      regole che il M5S si è dato dall'inizio e promuovendo quindi figure dal basso, quasi sempre attivisti.
      Chiunque sia iscritto regolarmente può diventare consigliere regionale. Non ci sono altre regole o
      salvatori della patria o nomi noti, per vincere […]» (12 gennaio 2015)8.

Potevano dunque presentare la propria candidatura (entro 11 settembre 2014), gli iscritti certificati
prima del 31 dicembre 2013, residenti in regione. Su una pagina dedicata era inoltre possibile, entro
il 13 settembre, inserire un video di presentazione della propria attività politico-programmatica.
Come accennato prima, le primarie regionali si sono svolte in tre differenti tornate: una prima (16
settembre 2014) ha interessato gli attivisti del M5s di Emilia Romagna e Calabria; una seconda data
è stata scelta nel caso del Veneto (29 ottobre per il primo turno e 5 dicembre 2014 per il secondo);
infine, un terzo e più consistente appuntamento è stato quello dell’8 gennaio 2015 (28 gennaio per il
secondo turno), quando, in contemporanea, sono stati scelti i candidati delle altre sei regioni al voto
nella primavera 2015. Un caso particolare è stato rappresentato dalla Puglia, dove – in base a
quanto comunicato dai vertici nazionali del M5s – sono stati riscontrati alcuni problemi nello
svolgimento della votazione online. Per queste ragioni, le operazioni di voto sono state ripetute la
settimana successiva (precisamente, esse si sono chiuse alle ore 19 del 14 gennaio)9. In tutti gli altri
	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  
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   Per la precisione gli utenti registrati a quella data erano 87.656.
7
   http://www.beppegrillo.it/movimento/codice_comportamento_parlamentare.php (ultimo accesso 22 agosto 2015).
8
  http://www.beppegrillo.it/2015/01/regionalie_m5s_vota_oggi_il_candidato_presidente.html ;
http://www.beppegrillo.it/2014/12/candidature_online_per_le_regionalie_2015.html (ultimo accesso 22 agosto 2015).
9
      http://www.immediato.net/2015/01/11/regionalie-5-stelle-in-puglia-da-ripetere-polemiche-degli-attivisti-dambrosio-
vergognatevi/ (ultimo accesso: 22 agosto 2015). http://www.beppegrillo.it/2015/01/risultati_delle_regionalie_m5s.html
(ultimo accesso 23 agosto 2015).
casi, le votazioni si sono svolte durante i due turni, in un’unica giornata, dalle ore 10 alle ore 1910.
In certe regioni, gli utenti hanno sottolineato alcuni problemi nell’accesso al sito, durante gli orari di
maggiore traffico, come segnalato tra i commenti apparsi sui forum di discussione regionale. Sugli
stessi forum sono stati richiesti orari più ampi per la votazione, oltre che un maggiore preavviso
sulla data scelta per la consultazione11.
Veniamo, dunque, ai risultati: la tabella 1 propone una sintesi dell’andamento della competizione in
tutte le regioni considerate. In particolare, essa mostra un confronto tra i votanti nei diversi casi, il
totale delle preferenze espresse per i candidati consiglieri (va ricordato che i selettori avevano la
possibilità di esprimere fino a cinque preferenze) e una stima degli aventi diritto nelle singole
regioni. La stessa stima ci ha permesso, nell’ultima colonna, di calcolare un indice di partecipazione
alla consultazione (costruito in base ai migliori dati in nostro possesso). Dobbiamo considerare che
per il calcolo di questo indicatore esistono differenti strade, in base alle caratteristiche
dell’appuntamento stesso nonché all’accessibilità dei dati. Un metodo ormai diffusamente utilizzato
consiste nel mettere in rapporto il numero dei votanti alle primarie con il numero di voti ottenuti
alle successive elezioni dai candidati nominati o dal partito/coalizione che ha organizzato le
primarie (Seddone e Venturino, 2013: 31), anche se questa soluzione può essere soggetta ad alcune
problematiche (Fiorini e Venturino, 2012: 16). Prima di tutto essa può essere meglio impiegata per
calcolare l’indice di partecipazione a una primaria con un solo nominee (per esempio un candidato
sindaco) e spesso nel caso di primarie aperte, dove può essere difficoltoso individuare la platea
degli aventi diritto al voto. Nel caso di primarie chiuse (riservate agli iscritti o a una parte di essi),
come in questo caso, la migliore soluzione per il calcolo dell’indice di partecipazione (IP) potrebbe
consistere nel porre in rapporto il numero dei votanti con la platea degli aventi diritto. Questo
indicatore sarebbe in grado di rivelarci in quale misura le primarie sono state un richiamo alla
partecipazione per gli iscritti, in possesso dei requisiti. Utilizzando il primo metodo si rischierebbe
di mettere in relazione il voto di alcune migliaia di attivisti con quello di milioni di elettori che
hanno scelto le liste del M5s alle successive elezioni regionali. In questo modo poco o nulla
emergerebbe a proposito del livello di partecipazione che è stato in grado di attivare il partito
promuovendo primarie chiuse per coinvolgere i propri iscritti.
Tuttavia, come già ricordato, l’organizzazione centrale non ha diffuso i dati relativi agli aventi
diritto, se non su base nazionale. A restare ignoto è perciò il dato che riguarda gli utenti registrati al
sito (definiti “iscritti certificati”) in ogni singola regione. Sappiamo, però, che alla data dell’ultima
tornata di “regionalie” gli abilitati al voto, sull’intero territorio nazionale, erano 87.656 (in base ai
risultati diffusi in occasione della votazione per l’adesione al gruppo politico del Parlamento
Europeo, che si è svolta il 12 giugno 2014)12. Alle primarie del 2012 avevano, invece, avuto
accesso 31.612 attivisti. L’unico altro dato, intermedio, che è stato diffuso dall’organizzazione
centrale del partito è stato in occasione delle consultazioni per la scelta del candidato da proporre
per il Quirinale: in quel caso erano stati abilitati 48.301 utenti13. Per le ragioni appena illustrate,
abbiamo dunque ritenuto opportuno calcolare l’IP partendo dall’unico dato ufficiale disponibile
(quello relativo al totale degli aventi diritto) e proponendo una stima degli utenti abilitati in ogni
regione che è andata al voto. Quest’operazione è stata possibile ipotizzando che il numero di scritti
in ogni regione potesse essere proporzionale al numero di elettori che hanno scelto il M5s durante
l’ultimo appuntamento elettorale nazionale (le elezioni europee del 2014). Questo dato ci ha
consentito di ipotizzare il numero di iscritti in ogni regione, basandolo sul totale nazionale e
restando comunque legati al numero di elettori. In questo modo possiamo ottenere un indice di
partecipazione in grado di fornirci un’indicazione sulla partecipazione alla consultazione primaria.

	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  
10
   http://www.beppegrillo.it/2015/01/i_candidati_presidenti_m5s_per_le_elezioni_regionali.html (ultimo accesso 22
agosto 2015).
11
   Problemi simili erano stati evidenziati anche durante le Parlamentarie. Cfr. Lanzone (2014; 2015).
12
   http://www.beppegrillo.it/2014/06/consultazione_o.html (ultimo accesso: 22 agosto 2015).
13
   Alcuni problemi di accesso, per esempio, in Umbria: http://www.umbria24.it/regionalie-m5s-aperte-la-votazioni-
online-per-scegliere-i-21-candidati-in-lizza-130-aspiranti/341240.html (ultimo accesso: 22 agosto 2015).
Guardando la tabella, notiamo che l’indice varia tra un minimo di 0,37 in Veneto e un massimo di
0,62 in Umbria, regione nella quale le primarie sembrano essere state un appuntamento
maggiormente sentito dagli iscritti certificati, così come in Emilia Romagna. L’area della storica
Zona Rossa resta quindi un territorio molto fecondo alla partecipazione (seppur con le regole sopra
descritte), così come era stato in occasione delle Parlamentarie 2012 (Lanzone e Rombi, 2013).
Restano, però, elevati gli indici anche in due delle tre regioni del sud, che sono state interessate da
queste primarie: coinvolti, infatti, oltre la metà degli aventi diritto (stimati) in Puglia e in Campania.
Resta fermo allo 0,41 l’indice di partecipazione in Calabria.
Se guardiamo, invece, a quanto i selettori hanno deciso di sfruttare lo strumento delle cinque
preferenze, vediamo che davvero in pochi ne hanno usufruito pienamente: bassissimo quello che
abbiamo definito come il tasso di preferenza in Calabria, dove gli iscritti hanno espresso meno di
due preferenze ciascuno; lo stesso indicatore arriva a superare di poco le quattro preferenze soltanto
in regioni come Marche e Umbria. Il relativamente basso ricorso allo strumento della preferenza
multipla può evidenziare una tendenza alla distanza tra gli attivisti certificati e i candidati del
proprio territorio. Se in pochi hanno deciso di sfruttare tutte le preferenze a disposizione, possiamo
ipotizzare un numero limitato di candidati cosiddetti forti (o comunque popolari), rispetto
all’elevato numero degli stessi, presenti in ogni regione.
Tab. 1 – Risultati per regione: selettori, votati, voti, tasso di preferenza e indice di partecipazione (valori assoluti)
       Regione             Selettori*        Votanti          Indice partecipazione         Preferenze espresse          Tasso preferenza
Calabria                     2.434             991                      0,41                       1.533                       1,55
Campania                     7.995            3.974                     0,50                      14.673                       3,69
Emilia Romagna               6.718            4.089                     0,61                       9.716                       2,38
Liguria                      3.051            1.301                     0,43                       4.238                       3,26
Marche                       2.950            1.371                     0,46                       5.782                       4,22
Puglia                       6.101            3.404                     0,56                      12.876                       3,78
Toscana                      4.789            2.231                     0,47                       8.685                       3,89
Umbria                       1.369             854                      0,62                       3.494                       4,09
Veneto                       7.207            2.649                     0,37                      10.804                       4,08
 Fonte: nostra elaborazione su dati M5s (www.beppegrillo.it. Ultimo accesso 21 agosto 2015).
 Note: * il numero dei selettori si riferisce a una stima, effettuata in base a quanto descritto nel testo.

Proprio per approfondire gli aspetti legati all’andamento della consultazione dal punto di vista dei
candidati, dopo aver tracciato un quadro generale sull’esito delle primarie, vale ora la pena entrare
più nel dettaglio considerando altri due aspetti: l’indice di attrattività della competizione (indicato
come AC e cioè come il rapporto tra il numero di selezionati e il numero di selezionabili) e l’indice
di competitività della selezione (quanto è stata competitiva la consultazione e dove i candidati si
sono dati più battaglia). Le tabelle 2 e 3 propongono, dunque, un’analisi di questi indicatori, ripartiti
per provincia, perché è a questo livello che sono state composte le liste regionali. Per ragioni di
leggibilità sono stati separati i dati relativi alle due tornate: la prima tabella analizza le primarie
dell’autunno 2014; mentre la seconda propone la sintesi dei casi del 2015. In base ai due indicatori
possiamo dedurre alcune importanti considerazioni in merito a come si sono svolte le primarie
regionali. In linea generale, l’indice AC resta molto elevato in tutti i casi considerati, facendo
emergere un altissimo numero di candidati, rispetto ai posti disponibili. In particolare, lo stesso
indice – che ha un campo di variazione compreso tra 0 e 1 – evidenzia valori molto bassi nelle
regioni del sud, dove la corsa alla candidatura è stata maggiore rispetto ad altre aree. Questo è
avvenuto soprattutto in Campania e Puglia. L’unica vera eccezione all’elevato numero di candidati
rispetto ai posti disponibili, è stata rilevata in Veneto, dove complessivamente il rapporto
candidati/selezionati è più elevato, indicando una minor presenza di candidati. Il caso limite è
rappresentato dalla provincia di Rovigo, dove i candidati alle primarie sono stati insufficienti a
coprire i posti in lista (in questo caso l’indice supera il valore 1).
Con il calcolo dell’indice di competitività14 possiamo, invece, chiederci se all’elevato numero di
candidati è corrisposta una altrettanto elevata competizione tra essi. A questo proposito, notiamo
che i candidati si sono dati accesa battaglia un po’ ovunque: la closeness tra il candidato che ha
ottenuto più voti e il suo successore raggiunge valori vicinissimi al 100 in almeno quattro regioni su
nove. Guardando al livello provinciale, sono molti i casi in cui per i candidati la corsa si è giocata
all’ultimo voto: per esempio nel capoluogo emiliano (99,9), così come a Piacenza, Reggio Emilia e
Rimini. La corsa è stata meno competitiva in Liguria o in Umbria. Il valore più basso si è, però,
registrato a Belluno (80,2) dove il candidato più votato ha ottenuto, da solo, quasi il 51 per cento
delle preferenze totali della provincia. Il secondo si è fermato solo al 30 per cento. Oltre l’80 per
cento dei voti sono stati quindi ripartiti tra i primi due candidati. Le stesse preferenze sono rimaste
concentrate su pochi nomi in pressoché tutti i casi considerati: basti pensare che, guardando al
numero di preferenze in termini di valori assoluti, in cinque casi su nove, è presente un 30 per cento
di candidati che hanno ottenuto meno di dieci preferenze.

Tab. 2 –Primarie 2014: indice di attrattività della competizione e competitività tra candidati; liste provinciali (valori assoluti)
       Regione                                                                                                                                   Numero Candidati                                                                  Indice attrattività   Preferenze espresse   Indice competitività
Catanzaro                                                                                                                                              61                                                                                 0,09                   318                   98,4
Cosenza                                                                                                                                                120                                                                                0,10                   637                   99,1
Crotone                                                                                                                                                17                                                                                 0,11                   117                   91,5
Reggio Calabria                                                                                                                                        51                                                                                 0,13                   352                   89,4
Vibo Valentia                                                                                                                                          29                                                                                 0,10                   109                   87,2
Calabria                                                                                                                                               278                                                                                0,11                  1.533                  98,3
Belluno                                                                                                                                                 3                                                                                 0,67                   71                    80,2
Padova                                                                                                                                                 36                                                                                 0,25                  2.921                  98,2
Rovigo                                                                                                                                                  4                                                                                 1,25                   105                   98,1
Treviso                                                                                                                                                13                                                                                 0,69                  1.661                  99,9
Venezia                                                                                                                                                13                                                                                 0,69                  2.080                  95,8
Verona                                                                                                                                                 18                                                                                 0,50                  1.978                  99,5
Vicenza                                                                                                                                                19                                                                                 0,47                  1.988                  98,1
Veneto                                                                                                                                                 106                                                                                0,49                 10.804                  99,5
Bologna                                                                                                                                                119                                                                                0,15                  2.830                  99,9
Ferrara                                                                                                                                                27                                                                                 0,15                   745                   98,1
Forlì-Cesena                                                                                                                                           36                                                                                 0,14                   854                   98,9
Modena                                                                                                                                                 37                                                                                 0,19                  1.339                  94,1
Parma                                                                                                                                                  19                                                                                 0,26                   736                   98,9
Piacenza                                                                                                                                               21                                                                                 0,19                   431                   99,8
Ravenna                                                                                                                                                18                                                                                 0,22                   665                   92,0
Reggio Emilia                                                                                                                                          30                                                                                 0,20                  1.036                  99,0
Rimini                                                                                                                                                 33                                                                                 0,12                  1.080                  99,2
Emilia Romagna                                                                                                                                         340                                                                                0,17                  9.716                  99,5
Fonte: nostra elaborazione su dati M5s (http://www.beppegrillo.it/2014/09/risultati_delle_regionalie_in_emilia_romagna_e_calabria.html. Ultimo
accesso: 21 agosto 2015).

	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  
14
  L’indice di competitività delle primarie è stato calcolato sottraendo a 100 lo scarto tra la percentuale di voti ottenuti
dal candidato “primo classificato” e quella relativa ai consensi ottenuti dal secondo piazzato. Cfr. Gelli, Mannarini e
Talò (2014).
Tab. 3 –Primarie 2015: indice di attrattività della competizione e competitività tra candidati; liste provinciali (valori assoluti)
          Regione                   Numero Candidati            Indice attrattività        Preferenze espresse            Indice competitività
Avellino                                  68                           0,06                       1.059                           98,9
Benevento                                 29                           0,07                        531                            98,9
Caserta                                   117                          0,05                       1.928                           97,2
Napoli                                    330                          0,08                       7.577                           96,4
Salerno                                   131                          0,07                       3.578                           95,5
Campania                                  675                          0,07                      14.673                           98,5
Bari                                      174                          0,09                       4.010                           97,3
Barletta-Andria-Trani                     38                           0,13                        892                            99,8
Brindisi                                  38                           0,13                        979                            99,4
Foggia                                    103                          0,08                       2.303                           98,6
Lecce                                     97                           0,11                       3.233                           96,3
Taranto                                   62                           0,11                       1.459                           95,8
Puglia                                    512                          0,09                      12.876                           99,1
Genova                                    121                          0,11                       2.190                           95,6
La Spezia                                 26                           0,15                        646                            98,0
Imperia                                   19                           0,16                        554                            99,3
Savona                                    31                           0,13                        848                            99,1
Liguria                                   197                          0,23                       4.238                           95,2
Arezzo                                    34                           0,18                        839                            99,2
Firenze                                   99                           0,18                       2.304                           99,9
Grosseto                                  13                           0,31                        323                            90,4
Livorno                                   44                           0,11                       1.029                           98,1
Lucca                                     32                           0,16                        674                            99,5
Massa-Carrara                             18                           0,22                        489                            97,8
Pisa                                      44                           0,09                       1.092                           96,1
Pistoia                                   30                           0,26                        703                            98,3
Prato                                     11                           0,55                        425                            97,9
Siena                                     30                           0,20                        807                            98,9
Toscana                                   355                          0,62                       8.685                           99,8
Ancona                                    50                           0,18                       2.037                           96,9
Ascoli Piceno                             30                           0,13                        703                            97,8
Fermo                                     16                           0,25                        529                            97,9
Macerata                                  36                           0,17                       1.121                           98,8
Pesaro-Urbino                             44                           0,16                       1.392                           99,8
Marche                                    176                          0,17                       5.782                           98,4
Perugia                                   94                           0,18                       2.674                           97,3
Terni                                     34                           0,09                        820                            99,8
Umbria                                    128                          0,16                       3.494                           97,3
Fonte: nostra elaborazione su dati M5s (http://www.beppegrillo.it/2015/01/risultati_delle_regionalie_m5s.html. Ultimo accesso: 21 agosto 2015)

Complessivamente, abbiamo preso in considerazione tutti i casi di primarie regionali 2014-2015 e
abbiamo analizzato l’andamento della competizione dal punto di vista dei dati aggregati,
considerando la selezione dei candidati alla carica di consigliere regionale: prima di spostare lo
sguardo al secondo turno e cioè alla selezione dei candidati presidenti, vale la pena sintetizzare i
risultati emersi da questa prima analisi. L’eterogeneità dei casi – e cioè la presenza di regioni al
voto in tutte le aree del Paese (Nord, Centro e Sud) – ci ha permesso di compiere una valutazione a
tutto campo sull’evoluzione della struttura organizzativa del M5s. Prima di tutto, notiamo una
crescita, rispetto all’appuntamento nazionale del 2012, nel numero complessivo di iscritti certificati.
Resta tuttavia elevata la porzione di coloro che non hanno preso parte al momento di partecipazione
online proposto dal partito.
Notiamo, poi, che l’indice di partecipazione non evidenzia particolari differenze legate al territorio:
a delinearsi è sempre di più la costruzione di un partito nazionale, non soltanto a livello di risultati
elettorali (che si consolidano anche al Sud)15, ma anche dal punto di vista dell’attivismo e della
militanza politica sul territorio, proposta attraverso i canali tipici del M5s (internet).
Rispetto alle primarie del 2012 notiamo ancora la presenza di un elevatissimo numero di candidati,
in relazione ai posti disponibili nelle liste regionali. A questo proposito, riscontriamo però, uno
sbilanciamento verso le regioni del Sud (Campania, Puglia e Calabria), dove gli indici di attrattività
sono i più bassi. Più proporzionato al numero di posti in lista, quello dei candidati che si sono
presentati alle primarie di Toscana, Veneto e Liguria. E anche dal punto di vista della competitività
tra i candidati possiamo evidenziare una generale tendenza a una corsa all’ultimo voto (anche se
limitata a pochissimi candidati) per aggiudicarsi il posto di primo classificato e di assicurarsi così
una posizione nella lista provinciale alle successive elezioni regionali. In regioni come Veneto,
Emilia, Toscana e Puglia l’indice di competitività indica una battaglia molto accesa tra i primi due
candidati, con una distanza di poche decine di voti. In questo caso non notiamo differenze
significative nello svolgimento della competizione, da un punto di vista territoriale. Indici simili si
rilevano nelle primarie che si sono svolte in una regione del Sud, così come in una regione della
storica Zona Rossa.
Ora possiamo passare all’analisi del secondo turno, durante il quale i candidati più votati in ogni
provincia hanno avuto la possibilità di concorrere per la candidatura a presidente di regione16. La
tabella 4 mostra un panorama complessivo, nei 9 casi, di come è andata la competizione rispetto al
primo turno. Prima di tutto, notiamo che in 4 casi su 9 al secondo turno sono stati coinvolti un
numero maggiore di attivisti, visto che non era stata prevista alcuna regola per vincolare il voto al
secondo turno, alla partecipazione al primo. Il requisito è rimasto quello dell’iscrizione certificata al
portale nazionale del M5s. Vediamo, poi, che in due casi le primarie si sono svolte in un unico turno
e che il numero di votanti resta invariato (Emilia Romagna e Calabria); i restanti tre casi hanno fatto
registrare un lieve calo nella partecipazione al voto.
Tab. 4 –Risultati per regione: votati, voti, candidati e indice di competitività al secondo turno (valori assoluti)
                           Votanti               Votanti               Numero                 Preferenze                                                                                                                              Indice
       Regione
                            I turno              II turno             candidati                 espresse                                                                                                                           competitività
Calabria                      991                  991                    30                     1.318                                                                                                                                 96,0
Campania                     3.974                3.765                   16                     3.765                                                                                                                                 93,4
Emilia R.                    4.089                4.089                   51                     2.139                                                                                                                                 92,2
Liguria                      1.301                1.502                   10                     1.502                                                                                                                                 86,7
Marche                       1.371                1.485                   13                     1.485                                                                                                                                 98,4
Puglia                       3.404                3.034                   11                     3.034                                                                                                                                 95,2
Toscana                      2.231                2.505                   36                     2.505                                                                                                                                 98,9
Umbria                        854                  904                     7                      904                                                                                                                                  97,9
Veneto                       2.649                2.398                   10                     2.398                                                                                                                                 95,0
         Fonte: nostra elaborazione su dati M5s (http://www.beppegrillo.it/2015/01/i_candidati_presidenti_m5s_per_le_elezioni_regionali.html;
         http://www.beppegrillo.it/2014/12/regionalie_online_per_il_veneto.html;
         http://www.beppegrillo.it/2014/09/risultati_delle_regionalie_in_emilia_romagna_e_calabria.html . Ultimo accesso 22 agosto 2015).

Guardando all’indice di competitività possiamo evidenziare una minore battaglia tra i candidati: la
consultazione sembra avere avuto esiti più scontati, rispetto al primo turno in quasi tutti i casi, ma in
particolare in Liguria, Emilia e Campania. La battaglia è, invece, stata accesa anche al secondo
appuntamento in Toscana e Marche.
Infine, la tabella 5 propone un confronto tra la percentuale di voti ottenuti dai candidati vincenti
(che diventeranno i candidati presidenti) durante i due turni: nel primo si tiene conto del “peso” che
il candidato ha avuto sul totale delle preferenze espresse all’interno della provincia nella quale si
presentava; per il secondo turno, si considera, ovviamente, la percentuale delle preferenze ottenute
rispetto al totale regionale. Così è possibile stabilire in quale misura ogni candidato vincente è
	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  
15
   Cfr. risultati elezioni Europee 2014: http://elezioni.interno.it/europee/scrutini/20140525/E0000000000.htm (ultimo
accesso: 22 agosto 2015).
16
   I criteri per partecipare al secondo turno non sono stati chiaramente esplicitati dall’organizzazione nazionale del
partito. Guardando ai risultati, sembra che siano arrivati alla seconda selezione, salvo rinunce, i primi due candidati più
votati in ogni provincia.
riuscito a far convergere i voti su di sé, trasferendoli dal primo al secondo turno e cioè dal livello
provinciale a quello regionale.

Tab. 5 –Risultati per regione: confronto della performance dei candidati presidenti tra primo e secondo turno
                              Preferenze      Preferenze       Preferenze          Preferenze                                                                                                                  % voti
                                                                                                    % voti candidato
         Regione              provinciali        totali        candidato           candidato                                                                                                                 candidato
                                                                                                         I turno
                                I turno         II turno         I turno             II turno                                                                                                                 II turno
Calabria - Catanzaro              318            1.318              41                  183                12,8                                                                                                 13,9
Campania - Napoli                3.578           3.765             559                  804                42,4                                                                                                 21,4
Emilia R. - Modena               1.339           2.139             191                  266                14,3                                                                                                 12,4
Liguria - Genova                 2.190           1.502             305                  469                13,9                                                                                                 31,2
Marche - Ancona                  2.037           1.485             140                  200                 6,8                                                                                                 13,5
Puglia - Bari                    4.010           3.034             334                  596                 8,3                                                                                                 19,6
Toscana – Massa Carrara           489            2.505              92                  258                18,8                                                                                                 10.3
Umbria - Perugia                 2.674             904             188                  268                 7,0                                                                                                 29,6
Veneto - Padova                  2.921           2.398             201                  466                 6,9                                                                                                 19,4
Fonte: nostra elaborazione su dati M5s (http://www.beppegrillo.it/2015/01/i_candidati_presidenti_m5s_per_le_elezioni_regionali.html;
http://www.beppegrillo.it/2014/12/regionalie_online_per_il_veneto.html;
http://www.beppegrillo.it/2014/09/risultati_delle_regionalie_in_emilia_romagna_e_calabria.html . Ultimo accesso 22 agosto 2015).

Dalla stessa tabella notiamo che i candidati più forti al secondo turno sono stati in Veneto, Umbria e
Puglia (con scarti percentuali che arrivano sino a venti punti tra i due turni). Emerge inoltre che il
successo dei candidati alla presidenza non resta necessariamente collegato alla territorialità e alla
provincia-capoluogo. Vince, per esempio, la candidata modenese in Emilia e quella carrarese in
Toscana. Se il successo non resta sempre legato alla centralità dei territori e/o alla maggiore
organizzazione del centro rispetto alla periferia regionale, vale la pena, nel prossimo paragrafo,
indagare più a fondo quali siano state le ragioni del successo dei selezionati. Se quello appena
tracciato resta un bilancio complessivo di queste primarie regionali (interamente composto di dati
aggregati), il paragrafo successivo potrà occuparsi più nel dettaglio del profilo dei candidati
selezionati tramite lo stesso strumento, così da meglio metterli in relazione con la loro performance
alle elezioni “secondarie”.
	
  
3. Dalle “primarie” alle “secondarie”: un’analisi descrittiva

                                                      Le cosiddette “regionalie” del M5s, come abbiamo visto nel precedente paragrafo, sebbene
si avvalgano di uno strumento iper-democratico come il web, hanno dimostrato di essere esclusive e
poco trasparenti nell’individuazione della tipologia di selettorato. Ciò che sappiamo e possiamo,
tuttavia, trovare nel sistema operativo del sito17 sono i curricula e una dichiarazione programmatica
di intenti dei candidati alla carica di consigliere regionale e, conseguentemente, alla presidenza
della regione nel secondo turno, laddove è stato previsto.
I dati riportati nella tabella 6 riassumono le caratteristiche socio-demografiche esclusivamente dei
candidati eletti nelle assemblee legislative di ciascuna regione, il numero di preferenze ottenute
nella consultazione del web e quelle effettivamente raccolte il giorno delle elezioni secondarie.
Il primo dato che emerge dalla lettura della seconda colonna è che gli eletti del M5s hanno un’età
media di 41/42 anni con un range che va dai 25 ai 62 anni, possiedono un diploma di scuola
superiore (34,2 per cento), mentre il 62, 8 per cento è laureato ed un solo eletto ha un dottorato di
ricerca. Diverse sono le professioni, tra le quali si riscontrano imprenditori, informatici, avvocati,
insegnanti, oltre che due studenti della laurea magistrale. La maggior parte dei candidati sono, però,
impiegati (10 per cento).
Queste informazioni ci consentono di affermare che gli eletti nei consigli regionali rappresentano un
ricambio generazionale e una rappresentanza sociale che contraddistingue la classe politica eletta
dal M5s ai vari livelli dal 2012 a oggi, soprattutto nel Parlamento (Tronconi e Verzichelli, 2014:
203-231; Baldi e Tronconi, 2010).	
  
	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  
17
       Cfr. https://sistemaoperativom5s.beppegrillo.it/, (ultimo accesso: 22 agosto 2015).
 	
  
Tab. 6 –Profilo socio anagrafico e preferenze dei consiglieri eletti (valori assoluti)
                                                                                                                                Preferenze	
     Preferenze	
  
           Regione	
            Candidato	
              Età	
      Titolo	
  di	
  studio	
           Professione	
  
                                                                                                                                 primarie	
       regionali	
  
                            Bertani	
  Andrea	
          47	
           dottorato	
                     impiegato	
                 56	
           10878	
  
                            Piccinini	
  Silvia	
        33	
           diploma	
                       impiegato	
                142	
           17108	
  
     Emilia	
  R.	
  
                            Sassi	
  Gian	
  Luca	
      50	
           diploma	
                       impiegato	
                115	
            8320	
  
                           Sensoli	
  Raffaella	
        34	
           diploma	
                       impiegato	
                115	
            735	
  
       Calabria	
                       -­‐	
             -­‐	
             -­‐	
                              -­‐	
                 -­‐	
            -­‐	
  
                             Melis	
  Andrea	
           40	
           diploma	
                       impiegato	
                 77	
            956	
  
                         Battistini	
  Francesco	
       34	
            laurea	
                     informatico	
                 67	
            1122	
  
           Liguria	
      De	
  Ferrari	
  Marco	
       41	
            laurea	
                      insegnante	
                100	
            131	
  
                            Pisani	
  Gabriele	
         39	
            laurea	
                       impiegato	
                 85	
            578	
  
                                Tosi	
  Fabio	
          37	
           diploma	
                       impiegato	
                 59	
            772	
  
                           Scarabel	
  Simone	
          33	
           diploma	
                       impiegato	
                159	
            1167	
  
                              Baldin	
  Erika	
          25	
            laurea	
                     disoccupato	
                307	
            2431	
  
           Veneto	
  
                            Brusco	
  Manuel	
           29	
            laurea	
                        studente	
                138	
            1683	
  
                           Bartelle	
  Patrizia	
        54	
           diploma	
                       impiegato	
                 35	
            538	
  
                           Bianchi	
  Gabriele	
         45	
           diploma	
                        artigiano	
                61	
            4398	
  
                            Cantone	
  Enrico	
          59	
           diploma	
                    imprenditore	
                 99	
            4229	
  
       Toscana	
  
                             Galletti	
  Irene	
         38	
            laurea	
                       impiegato	
                128	
            1234	
  
                           Quartini	
  Andrea	
          55	
            laurea	
                           fisico	
               107	
            2563	
  
                            Bisonni	
  Sandro	
          47	
            laurea	
                       ingegnere	
                118	
            1368	
  
                          Fabbri	
  Piergiorgio	
        52	
            laurea	
                       impiegato	
                111	
            2394	
  
           Marche	
  
                           Giorgini	
  Peppino	
         62	
           diploma	
                   commerciante	
                  65	
            1753	
  
                          Pergolesi	
  Romina	
          41	
           diploma	
                      insegnante	
                225	
            1519	
  
           Umbria	
      Carbonari	
  M.	
  Grazia	
     50	
            laurea	
                   commercialista	
                68	
            1066	
  
                         Cammarano	
  Michele	
          39	
            laurea	
                    imprenditore	
                333	
            8422	
  
                              Cirillo	
  Luigi	
         27	
            laurea	
                        studente	
                209	
            5753	
  
                          Malerba	
  Tommaso	
           49	
            laurea	
                     informatico	
                151	
            3439	
  
  Campania	
  
                            Muscarà	
  Maria	
           60	
            laurea	
                      insegnante	
                225	
            3839	
  
                           Saiello	
  Gennaro	
          32	
            laurea	
                        avvocato	
                152	
            3909	
  
                          ViglioneVincenzo	
             39	
            laurea	
                       ingegnere	
                153	
            5860	
  
                             Barone	
  Rosa	
            38	
            laurea	
                      farmacista	
                145	
            5079	
  
                          Bozzetti	
  Gianluca	
         32	
           diploma	
                    perito	
  tecnico	
            78	
            2381	
  
                             Casili	
  Cristian	
        38	
            laurea	
                      consulente	
                463	
            6062	
  
            Puglia	
         Conca	
  Mario	
            44	
            laurea	
                libero	
  professionista	
        143	
            4136	
  
                             Di	
  Bari	
  Grazia	
      42	
            laurea	
                        avvocato	
                157	
            5057	
  
                            Galante	
  Marco	
           46	
            laurea	
                      infermiere	
                 73	
            3775	
  
                           Guarini	
  Viviana	
          27	
            Laurea	
                        studente	
                223	
            3663	
  
Fonte:   nostra elaborazione su dati M5s (http://www.beppegrillo.it/2015/01/i_candidati_presidenti_m5s_per_le_elezioni_regionali.html;
http://www.beppegrillo.it/2014/12/regionalie_online_per_il_veneto.html;
http://www.beppegrillo.it/2014/09/risultati_delle_regionalie_in_emilia_romagna_e_calabria.html . Ultimo accesso 22 agosto 2015).

Inoltre i consiglieri regionali presentano un profilo anagrafico con un titolo di studio medio/alto,
generalmente interessato alla politica e palesato attraverso la regolare partecipazione a gruppi di
lavoro locali su diverse tematiche - ambiente, sanità, innovazione, sicurezza – che coincide
sostanzialmente con quello dell’attivista, iscritto al M5s (Lanzone, 2015).
Per quanto concerne la rappresentanza di genere, uno dei temi maggiormente discussi in sede di
elaborazione delle leggi elettorali regionali che prevedono l’istituto della “doppia preferenza di
genere” da attribuire a candidati di sesso diverso, si riscontra una prima differenza tra i due tipi di
competizioni.
Alle regionalie solamente il 10,8 per cento sul totale dei candidati del movimento sono donne con
una distribuzione regionale che va da un massimo di 31,1 per cento di candidate in Veneto ad un
minimo del 7,5 per cento in Calabria rispetto al 20,6 per cento di donne complessivamente iscritte
al M5s (Lanzone, 2015: 95).
Come rilevano Valbruzzi e Vignati (2015: 89-95) in questa tornata elettorale la percentuale di
candidate donne è aumentata in tutte le aree politiche rispetto alle consultazioni regionali del 2010,
anche in Puglia e Liguria, dove non è prevista per legge la quota di genere. Questa tendenza è
evidente anche nel M5s in cui la percentuale di donne candidate oscilla dal 33,3 per cento della
Liguria al 50 per cento del Veneto.
Tuttavia, se si passa all’analisi delle donne elette, il M5s si attesta sul 31,4 per cento (11 su 35) di
candidate alle assemblee legislative, rispetto al dato complessivo di tutte le aree politiche. Il dato
conferma la propensione a votare maggiormente per gli uomini, nonostante l’aumento delle
candidature femminili. Ne risulta, pertanto, che oltre ad avere selezionato profili giovani, interessati
alla politica e mediamente ben istruiti, il M5s riesce anche a far eleggere un discreto numero di
donne rispetto al centrosinistra e al centrodestra e indipendentemente dall’adozione del criterio
della doppia preferenza di genere nelle singole leggi elettorali regionali18.
Complessivamente, questa buona affermazione dei candidati alle elezioni regionali si traduce in un
aumento considerevole degli eletti Cinque stelle nelle assemblee legislative con un massimo di sette
consiglieri in Campania e un consigliere eletto in Umbria.
Per quanto concerne la distribuzione di preferenze la vasta letteratura sull’argomento evidenzia e, il
caso delle elezioni 2015 tuttora conferma, il divario nell’utilizzo delle preferenze nelle regioni del
Sud rispetto al Nord. Gli studi sinora condotti per le elezioni europee mettono in luce la relativa
difficoltà da parte dei candidati di raccogliere preferenze poiché il M5s pone una maggiore enfasi
sulla formazione di un “voto di opinione” e in assenza di un radicamento territoriale (Vignati 2015)
e di una forte leaderizzazione del movimento. Ne consegue che i singoli candidati hanno dovuto
confrontarsi con le proprie qualità e capacità di attirare consenso tramite reti di relazioni personali,
talvolta agevolati dalla partecipazione a gruppi di lavoro o ai Meet up locali, talora dall’ambiente
professionale e dal ricorso ai social network per farsi conoscere all’elettorato.
Nella generale diminuzione delle preferenze, anche tra i partiti maggiormente radicati sul territorio
(Valbruzzi e Vignati, 2015: 86-88), il M5s ha aumentato il numero delle stesse, come indicano i dati
nelle tabelle 6 e 7. Si tratta dell’indicazione di un percorso di radicamento territoriale ormai in atto
dalle elezioni amministrative del 2012, dall’apprendimento delle peculiarità delle regole del gioco a
livello locale, dal profilo e dall’attivismo dei candidati che hanno puntato su tematiche nazionali
declinate in chiave territoriale come l’utilizzo delle energie rinnovabili, i costi della politica, la
legalità, la trasparenza e l’innovazione tecnologica.
La tabella 7 si riferisce, invece, ai candidati alla presidenza della Regione che hanno un’età media
di 40 anni, un’istruzione medio/alta con due dottori di ricerca che provengono dall’ambiente
accademico in Emilia Romagna e Liguria, e tra essi vi sono le medesime professioni esercitate,
come abbiamo visto, anche dalla maggior parte dei candidati consiglieri e, dato interessante spesso
sono fondatore dei Meetup locali.
Anche nel caso della presidenza sono state selezionate quattro donne sul totale dei nove candidati:
un numero significativo, che ha consentito di aumentare la percentuale di donne votate
dall’elettorato del M5s, essendo esse presenti anche nelle liste provinciali dei candidati consiglieri
di Puglia, Campania e Liguria dove hanno ottenuto tra le 12.000 e le 34.000 preferenze.
Infine, è noto che la riforma degli enti Locali in questi anni ha favorito il processo di
personalizzazione del Presidente della Regione sia dal punto di vista dell’immagine politica del
leader sia nei poteri attribuiti dai singoli statuti regionali. L’ultima colonna della tabella 7 ci
consente di comprendere se i candidati del M5s hanno una propria autonomia nella ricerca del
consenso e riescano ad incanalarlo verso la lista di partito.
I tassi calcolati evidenziano che la personalizzazione a livello regionale è stata più forte in Liguria
con Alice Salvatore (136), in Veneto con Jacopo Berti (136,4) e nelle Marche con Gianni Maggi
(132,9) e minore in Campania con Valeria Ciarambino (99,6) e Toscana con Giacomo Giannarelli
(102,5).
Come rilevano Bolgherini e Grimaldi (2015: 35-38), in tutti i poli, i tassi di personalizzazione sono
aumentati rispetto alle elezioni regionali del 2010, sia per i candidati vincenti sia per gli sconfitti..
Nel caso del M5s – che, come sappiamo, trova nel leader Beppe Grillo la massima espressione di
leaderizzazione e di freno all’emergere di politici locali e nazionali – questi tre candidati hanno
staccato il partito di oltre trenta punti percentuali, dimostrando di riscuotere la fiducia
	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  
18
  In Liguria, Marche, Calabria, Puglia e Veneto l’elettore ha avuto a disposizione un solo voto di preferenza, in
Campania, Toscana e Umbria, Emilia Romagna è stata prevista la cosiddetta doppia preferenza di genere. 	
  
delle’elettorato. Sebbene tutti i candidati sia per la presidenza sia per il consiglio regionale si siano
presentati all’elettorato come rappresentanti del movimento, è plausibile che vi sia una tendenza a
votare nuovi e competenti profili che possano efficacemente risolvere i problemi del territorio e,
quindi, diversamente dal livello nazionale, assumersi una responsabilità diretta nella gestione della
cosa pubblica.
	
  
Tab. 7 –Profilo socio anagrafico, preferenze e tasso di personalizzazione dei candidati presidente (valori assoluti)	
  
                                                                  Titolo di                      Preferenze      Preferenze          Tasso
 Regione                   Candidato                    Età                     Professione
                                                                   studio                         primarie        regionali     personalizzazione
Emilia R.             Gibertoni Giulia                   41       dottorato      ricercatore        266            12.880            104,7
Calabria               Cantelmi Cono                     42        laurea         Avvocato          183             1.623            103,4
Liguria                Salvatore Alice                   33       dottorato      tirocinante        469             3.636            136,0
Veneto                  Berti Jacopo                     31        laurea       imprenditore        466             7.904            136,4
Toscana             Giannarelli Giacomo•                 37        laurea       imprenditore        258            205.818           102,5
Marche                  Maggi Gianni                     69       diploma        consulente         200             2.918            132,9
Umbria                Liberati Andrea•                   39        laurea        giornalista        196            53.458            104,4
Campania             Ciarambino Valeria                  41       diploma        Impiegato          804            34.398             99,6
Puglia               Laricchia Antonella                 28        laurea         Studente          596            12.979            112,8
Fonte:	
  nostra elaborazione su dati M5s (http://www.beppegrillo.it/2015/01/i_candidati_presidenti_m5s_per_le_elezioni_regionali.html;
http://www.beppegrillo.it/2014/12/regionalie_online_per_il_veneto.html;
http://www.beppegrillo.it/2014/09/risultati_delle_regionalie_in_emilia_romagna_e_calabria.html . Ultimo accesso 22 agosto 2015).
Note: • Sono casi in cui il candidato alla presidenza non è stato inserito anche nelle liste provinciali.	
  

In siffatto contesto il M5s si pone in competizione con i due poli di centrodestra e centrosinistra,
cercando di sfruttare l’ondata di antipolitica, fomentata anche dai recenti casi di “spese pazze” che
hanno riguardato tutte le regioni e, pertanto, aumentato la sfiducia sia nei partiti tradizionali sia nei
politici locali di lungo corso.
Pur non avendo conquistato la guida di nessuna regione, il M5s ha posizionato al secondo posto il
proprio candidato presidente nelle Marche e in Puglia, sfruttando le divisioni interne al centrodestra,
e riuscendo ad erodere il consenso ad entrambi i poli in tutte le altre regioni.
Nella competizione proporzionale (lista provinciale) il M5s è il secondo partito in Liguria, Marche,
Umbria e Puglia, è terzo in Emilia Romagna, Toscana e Campania, mentre in Veneto ha avuto il
peggior risultato nonostante si fosse già presentato alle elezioni del 2010, attestandosi al 2,6 per
cento e non eleggendo alcun consigliere. Cambiando strategia politica, due anni più tardi, il M5s in
Veneto ha presentato alcune liste anti-establishment in diversi comuni e alle politiche del 2013 è
diventato il primo partito, scendendo alla seconda posizione alle europee.
La regione dove la penetrazione territoriale non si è ancora verificata è la Calabria nella quale non è
stato eletto nessun consigliere e dove i voti sono stati solamente il 4,9 per cento: un risultato
decisamente inferiore rispetto alle consultazioni nazionali ed europee. Le migliori prestazioni
elettorali avvengono nelle Marche e in Liguria, regioni in cui il M5s si era affermato positivamente
anche alle politiche superando i 30 punti percentuali e confermando sostanzialmente l’esito delle
europee. Nelle Marche il M5s ha avuto un exploit alle elezioni politiche del 2013 (32,1 per cento),
seguito dal significativo risultato alle europee (24,5 per cento); in Umbria il M5s costituisce una
novità rilevante nonostante la perdita di 39.000 voti rispetto alle europee e 91.000 rispetto alle
politiche del 2013.
Tab. 8 –Rendimento elettorale del M5s: regionali, politiche ed europee
                  Lista provinciale          Lista regionale                                  Elezioni politiche 2013           Elezioni europee
   Regione                                                           Seggi
                         2015                      2015                                        Camera e Senato (%)                 2014 (%)
Emilia R.       159.456       13,2 %      167.022        13,3%         5                        24,6              23,0                19,2
Calabria         38.345        4,9%        39.658         5,0%         -                        24,8              22,2                21,5
Liguria         120.219        22,3%      163.527        24,8%         6                        32,1              30,3                25,9
Veneto          192.630        10,4%      262.749        11,8%         5                        26,5              24,6                19,8
Toscana         200.771        15,1%      205.818        15,0%         4                        24,0              22,7                16,6
Marche          100.202        18,9%      133.178        21,7%         5                        32,1              30,3                24,5
Umbria           51.203        14,6%       53.458        14,3%         1                        27,1              25,3                19,4
Campania        387.546        17,0%      420.839        17,5%         7                        22,1              20,7                22,9
Puglia          257.114        16,3%      310.304        19,0%         6                        25,4              24,1                24,6
Fonte: nostra elaborazione da dati del Ministero dell’Interno
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