Dai fattori di rischio alla cura dell'infarto miocardico acuto

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Dai fattori di rischio alla cura dell'infarto miocardico acuto
ATTIVITA’ FISICA NEL PAZIENTE AD
 ALTO RISCHIO CARDIOVASCOLARE
    Dai fattori di rischio alla cura
     dell’infarto miocardico acuto

                27 settembre 2012
       Centro Congressi Padri Oblati Missionari
           Corso Europa, 228 - 20017 Rho

     Anna Frisinghelli
UOSD Cardiologia Riabilitativa
   Ospedale di Passirana
     AO “G SALVINI”
     Garbagnate M.se
Dai fattori di rischio alla cura dell'infarto miocardico acuto
Agenda
• Fattori di rischio
     • Rischio cardiovascolare globale

• HDL-colesterolo = a “never-ending” story

• IMA = terza nuova Definizione Universale
Dai fattori di rischio alla cura dell'infarto miocardico acuto
FONTI
     www.iss.cuore.it
    www.escardio.org
      www.anmco.it
      www.acc.com
 www.americanheart.com
       www.gicr.it
www.giornaledicardiologia.it
Dai fattori di rischio alla cura dell'infarto miocardico acuto
www.cuore.iss.it
Dai fattori di rischio alla cura dell'infarto miocardico acuto
Superior doctors prevent the disease.
Mediocre doctors treat the disease before evident.
     Inferior doctors treat the full-blown disease.
                        -- Huang Dee Nai-Chang --
               (2600 BC 1st Chinese Medical Text)
Dai fattori di rischio alla cura dell'infarto miocardico acuto
ITALIA

                 1,5%          2,6%
                        0,4%
                                       1,0%
                  INFARTO

         DONNE                  Ipertrofia
                        3,9%   Ventricolare
UOMINI           3,3%            Sinistra

                                       2,5%
                               1,9%

                  ANGINA

                               Claudicatio
Dai fattori di rischio alla cura dell'infarto miocardico acuto
ITALIA

                                     1,1%    0,8%

                                         ICTUS

         DONNE

UOMINI

                                                    0,8%
                                                            0,6%
                     0,8%
                              0,7%
                                                      TIA
                 Fibrillazione Atriale
Dai fattori di rischio alla cura dell'infarto miocardico acuto
ITALIA                                         PRESSIONE ARTERIOSA
                                    FREQUENZA
                                     CARDIACA
                                                          PAS           PAD                 33%31%
                                      Freq.              mm Hg          mm Hg
                                     Batt./min
                                                                                19%
                                                        135 ± 18 86 ± 10              14%
                                     70 ± 10
                                                        132 + 18 82 + 10
                                     73 ± 10                                    Border      Ipertesi

                                BASSO c-HDL                             COLESTEROLEMIA

                                                               COL               36%33%
                            HDL                  29%
                                        23%                    mg/dl
                 DONNE      mg/dl                                                           21% 25%
                                                           205 ± 42
                           49 ± 13
UOMINI                                                     207 + 43
                           58 + 15
                                                                                Border       Ipercol

             ELEVATA                                                   ELEVATO c-LDL
         TRIGLICERIDEMIA                                                         62%        61%
                                                         LDL
     Trigl.                                             mg/dl
     mg/dl          30%

                             17%                       128 ± 36
   142 ± 102
                                                       126 + 37
   112 + 70
Dai fattori di rischio alla cura dell'infarto miocardico acuto
Fattori di Rischio Cardiovascolare
     La percezione negli italiani
(Base campione n = 10.000 soggetti, età > 14 anni)

                             %
Nessun FR cardiovascolare        8

     1 FR cardiovascolare             24

     2 FR cardiovascolare                  35

    3 + FR cardiovascolare                 33

                                     Fonte: Eurisko
Dai fattori di rischio alla cura dell'infarto miocardico acuto
Fattore di
  rischio cardiovascolare
Un fattore di rischio per una patologia è
una condizione biologica o una abitudine di
vita presente più frequentemente nei
soggetti che hanno o che svilupperanno
quella patologia, rispetto alla popolazione
di controllo
La correzione del fattore di rischio, con
interventi di tipo farmacologico o
comportamentale, determina la riduzione
dell'incidenza dell'evento clinico o della
patologia.
        Piano nazionale per le linee guida (PNLG)
Fumo
 Età
                                                    Dislipidemie
                          Diabete
            Familiarità             Ipertensione
Obesità                                            Omocisteina

                   Sedentarietà
                                    Basso
   Genere                            HDL             Aritmie

                      Rischio       Menopausa
                      globale                      Ischemia
                                                    residua
   LVH

            Eventi cardiovascolari
Studio INTERHEART
                       “The Lancet” - settembre 2004

  Nove fattori di rischio, facilmente misurabili, “spiegano”
             oltre il 90% degli infarti miocardici
1) Fumo
2) Ipertensione
3) Diabete
4) Dislipidemia (elevati livelli colesterolo totale e LDL, bassi livelli HDL)
5) Obesità addominale
6) Stress
7) Inattività fisica
8) Scarsa assunzione di frutta e verdura
9) Non assunzione di alcool

      L’ associazione di più fattori di rischio moltiplica
              enormemente la probabilità di infarto:
Chi presenta tutti i nove fattori ha una probabilità di infarto
    che è più di 330 volte superiore a quella di chi non ne ha
                              nessuno !
Fattori di rischio singoli

         il rischio
         aumenta
con l’aumentare del fattore
S. Yusuf Lancet 2004; 364: 937-952
Rischio CV globale

        versus

fattori di rischio singoli
Studio INTERHEART
   1+1+1+1 non = 4
    ma = 42,3 !!!
Valutazione del rischio

Uomo                         50 anni         50 anni

Fumo,si-no                     no              si

TC, mg/dl                     260             220

HDL, mg/dl                     40              38

PAS, mmHg                     110             130

Diabete, si-no                 no              no

T. ipertensione, si-no         no              no

Rischio MCV, % in 10 anni     3,6              6,1
CARTE DEL
RISCHIO CARDIOVASCOLARE
CARTE DEL
RISCHIO CARDIOVASCOLARE
HDL-colesterolo
      “a never-ending story”
• …Tutto è cominciato con la paura che
  innalzare il colesterolo HDL con un
  farmaco potesse essere pericoloso …
• … ora il problema della sicurezza è
  dimenticato, MA si affaccia il timore che
  l’ipotesi innalzamento dell’HDL non sia
  importante nel ridurre il rischio
  cardiovascolare …
HDL-colesterolo
         “a never-ending story”
• … Il contesto epidemiologico
• La relazione epidemiologica tra un basso livello
  circolante di HDL e un aumento del rischio di eventi
  cardiovascolari non è in discussione. Sono troppe e
  indiscutibili le prove, e la plausibilità biologica delle
  stesse, della relazione lineare fra livelli di HDL e
  mortalità coronarica (per ogni livello di HDL e anche di
  LDL) per mettere in discussione l’ipotesi dal punto di
  vista epidemiologico.
• Questo ovviamente non significa che innalzando i livelli
  di HDL farmacologicamente si possano ottenere
  benefici.
• Per dimostrare questo ci vogliono gli studi controllati
HDL-colesterolo
              “a never-ending story”
• La “paura” della tossicità

• Quando i risultati del primo trial (ILLUMINATE) che
   testava un farmaco elevatore di HDL, il torcetrapib,
   dimostrarono un aumento di mortalità e di eventi clinici
   nei trattati ci fu il primo attacco all’ipotesi (…che
   innalzare l’HDL facesse bene…)
 - La dimostrazione che il tutto era dovuto allo specifico
   effetto negativo sulla pressione arteriosa di quella
   molecola, il torcetrapib, ha cancellato quella paura. I
   risultati di due trial successivi, lo studio AIM-High e il
   dal-OUTCOMES, il primo con la niacina, il secondo con
   una molecola della stessa classe del torcetrapib, il
   dalcetrapib, hanno fugato i dubbi relativamente al
   profilo di sicurezza e tollerabilità di un innalzamento
   farmacologico dei livelli di HDL, anche se ottenuto con
   un farmaco CEPT inibitore, ma diverso dal torcetrapib.
CETP - inibitori

- inibitori della proteina trasportatrice
   degli esteri del colesterolo
  (CETP - Cholesteryl Ester Transfer
   Protein)
HDL-colesterolo
                 “a never-ending story”
       Il sospetto che innalzare farmacologicamente
            il colesterolo HDL non serva a nulla
• Nello Studio AIM-High, che ha testato la niacina in 3.414 pazienti,
  uno dei problemi è stata la dimensione del tutto inadeguata del
  campione: oggi i pazienti ricevono una serie di trattamenti di
  prevenzione cardiovascolare così efficaci che pensare di dimostrare
  la superiorità di un nuovo farmaco, qualunque esso sia, in aggiunta ad
  essi, in un numero limitato di pazienti, è pura illusione.

• Oltre al fatto di essere sottodimensionato, lo studio AIM-High,
  insieme allo studio dal-OUTCOMES, condotto in circa 15.000
  pazienti con dalcetrapib, scontano probabilmente una seconda
  illusione: quella di ritenere che con modesti aumenti di
  colesterolemia HDL si possano ottenere risultati positivi in termini
  di riduzione di eventi clinici. Sia niacina che dalcetrapib innalzano
  infatti il colesterolo HDL di solo il 20-30%, quantità probabilmente
  insufficiente a svolgere l’attività favorevole di rimozione del
  colesterolo LDL dalle sedi periferiche, pareti vascolari incluse
HDL-colesterolo
                 “a never-ending story”
Un discorso analogo può essere fatto per i risultati di uno
  studio genetico recentemente pubblicati su Lancet [Voight
  BF, Peloso GM, Orho-Melander M, et al. Plasma HDL cholesterol and risk of
  myocardial infarction: a mendelian randomisation study. Lancet. 2012 May
  17]
Gli aumenti di HDL, associati alla gran parte dei geni
 valutati in questo studio, sono quantitativamente limitati,
 con la sola eccezione del gene della lipasi endoteliale, e
 questa potrebbe essere la spiegazione del fatto che
 profili genetici, potenzialmente protettivi, non si siano
 associati a una riduzione di eventi coronarici. Più ricerca
 di base sulle diverse funzioni dell’HDL è necessaria per
 cercare di andare oltre il concetto, dimostrato ma forse
 troppo semplicistico, della relazione fra livelli circolanti
 e eventi coronarici.
HDL-colesterolo
                    “a never-ending story”
In un contesto di evidenze epidemiologiche chiare (bassi livelli di
   HDL = elevata probabilità di eventi coronarici), abbiamo
   ancora l’anacetrapib, che ha due caratteristiche
 - non ha gli effetti indesiderati comparsi con l’uso di
   torcetrapib (studio DEFINE)
 - ha un effetto farmacologico estremamente potente
   (aumento HDL circa 140%, riduzione LDL circa 40%).
Cosa questo effetto farmacologico possa esprimere in termini di
   riduzione di eventi coronarici o vascolari non lo sappiamo
I CARDIOLOGI ANMCO - come rete di centri cardiologici
   italiani – stanno cercando di dare una risposta definitiva alla
   domanda, con lo studio REVEAL – HPS, di dimensione adeguata
   a dimostrare un beneficio anche moderato in una popolazione
   di 30.000 pazienti trattati al meglio delle terapie esistenti e
   seguita per un periodo di circa 4 anni.
BIBLIOGRAFIA HDL
•   Barter PJ, Caulfield M, Eriksson M, Grundy SM, Kastelein JJ, Komajda M,
    Lopez-Sendon J, Mosca L, Tardif JC, Waters DD, Shear CL, Revkin JH,
    Buhr KA, Fisher MR, Tall AR, Brewer B; ILLUMINATE Investigators.
    Effects of torcetrapib in patients at high risk for coronary events. N Engl
    J Med 2007;357:2109-22.
•   AIM-HIGH Investigators, Boden WE, Probstfield JL, Anderson T,
    Chaitman BR, Desvignes-Nickens P, Koprowicz K, McBride R, Teo K,
    Weintraub W. Niacin in patients with low HDL cholesterol levels receiving
    intensive statin therapy. N Engl J Med 2011; 365: 2255-2267
•   Reed Miller. Roche stops dalcetrapib trial for lack of benefit.
    theheart.org. [Clinical Conditions > Lipid/Metabolic > Lipid/Metabolic]; May
    7, 2012. Access at http://www.theheart.org/article/1395141.do
•   Voight BF, Peloso GM, Orho-Melander M, et al. Plasma HDL cholesterol and
    risk of myocardial infarction: a mendelian randomisation study. Lancet.
    2012 May 17. [Epub ahead of print]
•   Cannon CP, Shah S, Dansky HM, Davidson M, Brinton EA, Gotto AM,
    Stepanavage M, Liu SX, Gibbons P, Ashraf TB, Zafarino J, Mitchel Y,
    Barter P; Determining the Efficacy and Tolerability Investigators. Safety
    of Anacetrapib in Patients with or at High Risk for Coronary Heart Disease.
    N Engl J Med 2010;363:2406-15.
Infarto Miocardico Acuto (IMA)

L’IMA e’ la conseguenza di una riduzione
critica dell’apporto di ossigeno che giunge al
muscolo cardiaco attraverso il flusso sanguigno
delle arterie coronariche
L’infarto miocardico é quindi la conseguenza di
una occlusione di un’arteria coronarica.
La conseguenza di questa occlusione é lo
sviluppo di alterazioni irreversibili (necrosi) del
tessuto miocardico, che diventa elettricamente
e meccanicamente inerte e viene sostituito da
tessuto di cicatrizzazione fibroso.
Infarto Miocardico Acuto (IMA)

In età giovane adulta l’infarto miocardico colpisce
in misura maggiore gli uomini, mentre nelle età piu’
avanzate (e comunque a partire dalla menopausa)
le differenze di incidenza relate al sesso si
attenuano (uomini = donne)

La malattia compare più frequentemente sopra i
45 anni, tuttavia alcuni gruppi particolari di
popolazione (fumatori, consumatori di cocaina,
pazienti con diabete mellito o gravemente
ipercolesterolemici,  o    con     predisposizione
genetica) possono esserne colpiti anche in età piu’
giovanile.
Infarto Miocardico Acuto (IMA)

Può essere presente una precedente storia di angina
pectoris,  ma    l’infarto   è    spesso    la prima
manifestazione della cardiopatia ischemica.
Il quadro iniziale dell’infarto miocardico è dominato
solitamente dal dolore toracico, anche se a volte
possono prevalere sintomi di tipo neurovegetativo
(sudorazione, nausea, vomito, malessere generale)

Il dolore toracico dell’IMA è simile al dolore anginoso,
sia per caratteristiche che per irradiazioni, se pure di
intensità maggiore, di più lunga durata e che non si
risolve completamente con il riposo.
Infarto Miocardico Acuto (IMA)

La cardiologia del 3^ millennio si pone come
principale obiettivo per il trattamento
dell’infarto miocardico acuto l’identificazione
rapida dei pazienti candidati alla riapertura
dell’arteria coronaria (“riperfusione”).

La riperfusione può essere farmacologica
(trombolitici) o meccanica (riapertura del vaso
mediante angioplastica coronarica percutanea
PCI – Percutaneous Coronary Intervention) o
chirurgica (intervento di bypass AO-CO)
Angioplastica Coronarica

L’angioplastica coronarica percutanea
(PCI) è una metodica che consente di
dilatare in maniera meccanica le arterie
totalmente o parzialmente occluse dalle
placche aterosclerotiche.

E’ (quasi sempre) seguita dall’impianto di
uno STENT (BMS o DES…ma ora anche
BAS…etc…)
Lo STENT coronarico

Lo “stent” è supporto metallico che consente di
ridurre la probabilita’ di riocclusione dell’arteria
coronarica (dopo angioplastica) (evento mche in
assena di stent può verificarsi in circa il 35% dei
casi)
Lo stent è una piccola struttura di metallo (simile a
una “retina cilindrica”) montata su un catetere a
palloncino utilizzato per l’inserimento. Quando
raggiunge la stenosi, il palloncino viene gonfiato e
lo stent espanso fino a quando non si adatta alla
parete interna del vaso. Il catetere a palloncino
viene poi sgonfiato e rimosso dall’arteria e lo stent
resta permanentemente in posizione.
Lo stent coronarico
Il bypass aorto-coronarico

In     casi   selezionati    (occlusione
contemporanea di piu’ vasi, occlusioni
troppo prossimali, anatomia del circolo
coronarico) la PCI non puo’ essere
effettuata
Il paziente allora è candidato all’intervento
chirurgico di bypass aortocoronarico.
Il pontaggio (by-pass) puo’ essere
effettuato con tratti di vena (solitamente
safena) o di arteria (mammaria, radiale)
IMA – Definizione Universale
• La terza definizione è frutto di una Third Global MI Task
Force formata da 52 esperti rappresentanti dell’American
College of Cardiology , American Heart Association,
European Society of Cardiology e World Heart Federation.
Il documento di consenso presentato al Congresso ESC di
agosto 2012 è stato pubblicato in contemporanea da cinque
riviste: Circulation, Journal of the American College of
Cardiology, European Heart Journal (2), Global Heart e
Nature Reviews Cardiology.
INFARTO del MIOCARDIO
Nuova Definizione Universale
IMA -…”Definizione Universale”…
• Cosa c’è di nuovo?
In primis il ruolo della troponina (cTn) come il
  marker di riferimento per la diagnosi di infarto
  miocardico periprocedurale dopo angioplastica
  coronarica, intervento di bypass
  aortocoronarico, altre procedure cardiache e
  non cardiache.
• “Il criterio-chiave per diagnosticare un
  infarto acuto del miocardio rimane l’evidenza
  di necrosi miocardica in un quadro clinico
  coerente con una ischemia miocardia acuta.
  Deve esserci come minimo un valore di
  troponina cardiaca oltre il 99esimo percentile
  rispetto al normale”
IMA – 3^ definizione universale
• Nella 3^ definizione un infarto del miocardio è
  definito da valori specifici di cTroponina e almeno
  1 dei seguenti 5 criteri diagnostici
• - sintomi di ischemia
  - recenti o presumibilmente recenti cambiamenti in
  ST/T e onda T o blocco di branca sinistro
  - sviluppo di onde Q patologiche
  - evidenze di anormalità delle pareti o perdita di
  vitalità miocardica
  - identificazione di trombi intracoronarici
• L’ECG rimane strumento importante per la diagnosi
  ma è insufficiente. Diventa essenziale l’uso di
  biomarker cardiaci Le tecniche di imaging – quali
  ecocardiografia, imaging nucleare, RMN e TC – possono
  essere preziose nella diagnosi (individuazione anormalità
  delle pareti o perdita di vitalità miocardica).
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
IL PADRINO
  Regia: Francis Ford Coppola

• Interpreti: Marlon Brando, Al Pacino, James
  Caan, Robert Duvall, Diane Keaton

• Anno di produzione: 1972
  Durata: 175’
  Tipologia: lungometraggio
  Genere:Drammatico
  Paese: Stati Uniti
  Produzione: Paramount Pictures
•   IL PADRINO

    La storia
•   Essere a capo di una potentissima famiglia criminale; avere la
    responsabilità, per anni, di prendere tutte le decisioni importanti e
    pericolose, facendosi orde di nemici, e difendersi poi dagli attentati che
    gli avversari scatenano contro di te e i tuoi cari. Questa la vita di stress
    di don Vito di Corleone: una vicenda legata per sempre a mafia e violenza,
    senza tuttavia soccombere mai, neppure quando si è crivellati dai colpi di
    un mitra in un agguato che sembra fatale. Per cedere invece all'assassino
    più pericoloso di tutti, l'attacco cardiaco

•   Così viene stroncato il Padrino, nella prima pellicola della saga diretta da
    Francis Ford Coppola, protagonista Marlon Brando, vincitore dell’Oscar. E
    non stupisce più di tanto, se si bada alla vita che lo spettatore ha visto
    condurre a don Vito: anni e anni trascorsi seduto alla scrivania ad
    impartire ordini, pranzi e cene contraddistinte da impressionanti porzioni
    di cibo, lo stress e le preoccupazioni che lo consumano, un sigaro sempre
    acceso all’angolo della bocca. Tutto ciò che non si deve fare per la salute
    del proprio cuore.
•   E allora può divenire fatale anche giocare col proprio nipote: muore così il
    vecchio boss, rincorrendo il bambino nell’orto di casa, abbattendosi tra i
    filari                            di                              pomodoro.
    Dalla fiction alla realtà: anche Luciano Liggio morì d’infarto, dopo
    diciannove anni di carcere dove stava scontando l'ergastolo per
    l'assassinio di Michele Navarra, capomafia (vero) di Corleone negli anni
    '50.
•   Ed anche Totò Riina fu colpito da infarto mentre era nella sua cella nel
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