COSTANZA PRINCIPE ANBETA TOROMANI AMILCAR MORET GONZALEZ ALESSANDRO MACARIO MASSIMO MORICONE - pianoforte ballerini coreografo
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SALA VERDI 2022 - 2023 COSTANZA PRINCIPE pianoforte ANBETA TOROMANI AMILCAR MORET GONZALEZ ALESSANDRO MACARIO ballerini MASSIMO MORICONE coreografo SERIE SMERALDO
MER PROGRAMMA SERIE SMERALDO 16 NOV “Préludes” – Ideazione e coreografia di Massimo Moricone F. CHOPIN (Żelazowa Wola 1810 – Parigi 1849) da Vingt-quatre Préludes Op. 28 in memoria di Evgenij Polyakov (1943-1996) Preludio n. 2 in la minore Preludio n. 4 in mi minore Preludio n. 21 in si bemolle maggiore Preludio n. 15 in re bemolle maggiore Preludio n. 6 in si minore Preludio n. 7 in la minore Preludio n. 13 in fa diesis maggiore 17’ danzatori: Anbeta Toromani, Amilcar Moret Gonzales, Alessandro Macario pianoforte: Costanza Principe C. DEBUSSY (St.Germain-en-Laye 1862 - Parigi 1918) Preludio dal I libro: La cathédrale engloutie 5’ Solo pianoforte: Costanza Principe Prélude à l’après-midi d’un faune (trascrizione per piano solo di Leonard Borwick) 12’ danzatori: Anbeta Toromani, Alessandro Macario pianoforte: Costanza Principe 2
MER PROGRAMMA SERIE SMERALDO 16 NOV Intervallo S. RACHMANINOV (Novogorod 1873 – Beverly Hills 1943) Preludio in do diesis minore Op. 3 n. 2 4’ danzatori: Alessandro Macario, Amilcar Moret Gonzalez pianoforte Costanza Principe R. SCHUMANN (Zwickau 1810 – Bonn 1856) Allegro Op. 8 in si minore 9’ Solo pianoforte: Costanza Principe F. BUSONI (Empoli 1866 – Berlino 1924) Ciaccona dalla Partita n. 2 in re minore per 15’ violino, BWV 1004 di J.S.Bach danzatori Anbeta Toromani, Alessandro Macario, Amilcar Moret Gonzalez pianoforte Costanza Principe 3
ANBETA TOROMANI Anbeta Toromani è nata a Tirana in Albania, dove ha frequentato l’Accademia Nazionale di Danza. Conseguito il diploma si è perfezionata a Baku, in Azerbaijan. Rientrata in Albania è immediatamente entrata a far parte del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Tirana come Prima ballerina dove ha ricoperto, fin dal suo ingresso in compagnia, i ruoli principali di balletti celebri quali “Giselle”, “Don Chisciotte”, “Cenerentola”, “Paquita”, “Carmen”. Nella stagione 2002-2003 partecipa, arrivando in finale, alla trasmissione “Amici”, condotta da Maria De Filippi, dove, grazie al suo straordinario talento, rimane svariati anni, come Prima Ballerina e quindi come giudice, conquistando rapidamente l’ammirazione del grande pubblico. Tra i riconoscimenti ottenuti in questi anni il Premio Gino Tani per le arti dello spettacolo ed il Premio Danza&Danza. Anbeta Toromani è stata invitata a danzare in diverse produzioni di opere e balletto, quali il “Macbeth”, con la regia di Pier Luigi Pizzi e le coreografie di Gheorghe Iancu, “Carmen”, con le coreografie di Gheorghe Iancu e la regia del Premio Oscar Dante Ferretti. Dal 2012 al 2017 balla regolarmente per il Teatro San Carlo di Napoli, ricoprendo i ruoli principali in “lo Schiaccianoci”, “ Mozart Requiem” coreografia di B. Eifman, “Otello” coreografia di F. Monteverde, Giselle coreografia di L. Semenyaka, Coppelia coreografia di R. Petit, “Romeo e Giulietta” coreografia di M. Lavrovsky. Nel 2013 è ospite all’ Opera di Bratislava per “ Romeo e Giulietta” di Massimo Moricone, balletto che ha avuto successo anche in Italia con repliche a Roma, Udine, Rovigo e Gorizia. Dal 2016 ad oggi è ospite in diverse produzioni e serate gala in tutta Italia. ALESSANDRO MACARIO Nato a Napoli, Alessandro Macario entra a far parte della scuola di ballo del Teatro Di San Carlo a dieci anni e consegue il diploma sotto la guida di Anna Razzi nel 1998. In pochi anni è arrivato a esibirsi alla Scala in numerosi balletti quali Cenerentola di Nurejev; Don Quixote di Nurejev; Romeo e Giulietta di K. Macmillan; Excelsior di U. Dell’Ara; Ondine di Ashton; Il Grande Gatsby di A. Prokovsky; Amarcord di L. Cannito; La Strada di M. Pistoni; Giselle di P. Ruanne; Schiaccianoci di Hynd; Lago dei Cigni di Nurejev, Etude di Harald Lander, Carmen di Roland Petit, Il Figliuol Prodigo di Balanchine, Troy Game di Robert North, Giselle di S. Guillem. Con la compagnia del Teatro alla Scala ha partecipato alle tournee in: Turchia, Polonia e Giappone, Stati Uniti ed Inghilterra. Ha vinto il premio Positano conferitogli dal Prof. Alberto Testa. Ha quindi ballato con il Balletto del Teatro Comunale di Firenze, il Teatro di San Carlo di Napoli, il Teatro dell’Opera di Roma dove ha danzato in diversi ruoli principali nelle produzioni di Romeo e Giulietta di J. Cranko, Don Quixote di Nurejev, Gerusalemme di Luc Bouy, Sacra della Primavera, Shèhèrazade di Michel Fokine. Negli ultimi anni danza regolarmente con Anbeta Toromani, sua compagna anche nella vita, ed insieme vengono invitati a danzare in numerose produzioni e gala, in Italia e all’estero. 4
© Kaupo Kikkas
AMILCAR MORET GONZALEZ Amilcar Moret Gonzalez è nato a L’Havana (Cuba). Si è diplomato al “National Ballet School of Cuba” studiando con insegnanti del calibro di Mirta Hermida, Magaly Suarez, Laura Alonso, Ofelia Gonzalez e Pablo Moret. È stato primo ballerino presso il “Bavarian State Ballet”, “Les Ballets de Monte- Carlo”, “Zurich Ballet” e “The Hamburg Ballet”. Ha danzato in qualità di Solista in “Vier Temperamente” (George Balanchine), “Grosse Fuge” (Hans Van Manen), “Giselle” (Mats Ek), “The Unsung” (Josè Limòn), “Bella Figura” (Jiri Kylian). Inoltre ha preso parte a balletti di repertorio, tra i quali, “Lady of the Camellias” (John Neumeier), “Don Quixote” (Marius Petipa/Ray Barra). Tra i suoi premi si annoverano la medaglia d’oro al “Concours International de la Dance” (Parigi 1996) e la medaglia di bronzo all’”Helsinki International Ballet & Choreography Competition” (1995). Ha inoltre danzato in ruoli principali in Brasile, Stati Uniti e Messico in opere come “Coppélia”, “La fille mal gardée”, “Lo Schiaccianoci” e “Le Corsaire”. Ha lavorato come ballerino professionista e insegnante di danza classica nella trasmissione televisiva “Amici di Maria De Filippi”. Attualmente è primo ballerino del Ballet Kiel. MASSIMO MORICONE coreografo Danzatore e coreografo italiano, fonda nel 1983 la Compagnia Teatro Koros collaborando negli anni, con istituzioni prestigiose come La Scala di Milano, Sagra Musicale Umbra, Fondo Pasolini, Biennale di Venezia, Dance Triennale Tokyo, Piccolo Teatro di Milano, Festival de Paris. Ha presentato il suo lavoro in Belgio, Francia, Grecia, Messico, Cuba, India, Giappone e Spagna. Nel 1984 vince il Primo Premio al Concours International de Choreographie de Nyon e riceve da Serge Lifar il Prix de l’Université de la Danse de Paris. E’ stato coreografo ospite al Teatro alla Scala, Arena di Verona, Opera di Roma, San Carlo di Napoli, Balletto di Toscana, Aterballetto, MaggioDanza, Northern Ballet, Deutsche Oper Berlin, Ballet Nacional de Cuba, Scottish Ballet, Royal New Zealand Ballet, Slovak National Ballet. Dal 1989 ha una collaborazione costante con la Scuola di Danza dell’Opera di Roma come Professore di Danza Contemporanea e coreografo e con eguali mansioni dal 2005 viene regolarmente invitato al Instituo Superior de Danza Alicia Alonso - Universidad Rey Juan Carlos de Madrid. Ha creato coreografie per Carlos Acosta, Federico Bonelli, Jose’ Manuel Carreno, Alina Cojocaru, Lynne Charles, Vladimir Derevianko, Elisabetta Terabust, Luciana Savignano. 6
© Kaupo Kikkas
COSTANZA PRINCIPE pianoforte Dal suo debutto in pubblico all’età di sette anni, la pianista Costanza Principe si è esibita come solista e in formazione cameristica in Italia, Francia, Regno Unito, Sud America, Polonia e Armenia. Vincitrice di premi in concorsi pianistici nazionali e internazionali, tra cui il Lilian Davies Prize della Royal Academy of Music a Londra, il secondo premio al Beethoven Society of Europe Intercollegiate Senior Competition, al Concours International de Piano a Lagny-sur-Marne e al Concorso Internazionale “Premio Pecar” di Gorizia, della borsa di studio “Giulio Forziati” e del prestigioso riconoscimento “Giuseppe Verdi – La Musica per la Vita” dell’associazione ASSAMI, ha debuttato nel 2008 con l’orchestra eseguendo tre concerti di Mozart sotto la direzione di Aldo Ceccato. Ha suonato come solista con orchestre tra cui l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali, l’Orchestra Filarmonica Marchigiana, l’Orquesta Sinfonica Provincial de Santa Fe, l’Orchestra del Teatro Coccia di Novara, la Royal Academy Symphony Orchestra, l’Orchestra Sinfonica Siciliana, la Filarmonica Toscanini oltre a suonare in numerosi recital nelle più importanti stagioni di musica da camera. Nata in Italia nel 1993, Costanza ha iniziato lo studio del pianoforte all’età di sei anni e si è diplomata presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano sotto la guida di Vincenzo Balzani nel 2010 con il massimo dei voti, la lode e la menzione. Nel 2015 ha conseguito a pieni voti il Bachelor of Music presso la Royal Academy of Music di Londra, dove ha studiato dal 2011 con Christopher Elton. Vincitrice di tre borse di studio dal Martin Musical Scholarship Fund- Philharmonia Orchestra (2013, 2014 e 2015), ha conseguito il Master of Music presso la stessa scuola. Nel 2020 si diploma con il massimo dei voti presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dove ha studiato dal 2017 con Benedetto Lupo. Il suo disco di debutto, interamente dedicato a musiche di Robert Schumann, è uscito ad aprile 2022 per l’etichetta Piano Classics. 8
© Kaupo Kikkas
NOTE AL PROGRAMMA Il connubio fra musica e danza è intrinseco alla natura dell’essere umano e si perde nella notte dei tempi. Un momento cruciale nell’interazione fra queste due arti è il teatro greco antico: musica e danza, in connessione con la poesia, costituiscono una sorta di unità lirica inscindibile (il termine stesso mousikè rimanda all’insieme delle arti presiedute dalle Muse). Tale fusione viene intaccata nella Roma cristiana dalla convinzione che la danza induca in tentazione: la dimensione dionisiaca, esaltata dalla grecità, diventa un pericolo. Il ballo alimenta desideri carnali, viene bandito dalla dimensione pubblica attraverso una serie di editti e definito da Sant’Agostino “un cerchio al cui centro c’è il diavolo”. Questo punto di vista permane nel Medioevo, addirittura irrigidendosi con la proibizione generale della danza da parte di Carlo Magno nell’800. A livello popolare, però, il ballo non può essere completamente represso e viene accettato dalla Chiesa come un male necessario. Soltanto con il Rinascimento la danza riacquista dignità, diventando anche fondamento per l’emancipazione della musica strumentale - si pensi alla nascita della Suite. È però solo nell’Ottocento, con il ballet d’action, che musica e danza tornano a fondersi in un’opera d’arte totale: in alcuni casi la musica diventa addirittura “serva” della danza, in altri si realizza un’ideale pariteticità fra le due dimensioni (si pensi ai balletti di Čajkovskij o, nel Novecento, a quelli di Stravinsky). La proposta, nella nostra contemporaneità, di “concerti danzati” come quello di stasera è un ulteriore importante passo nella ricongiunzione di due arti troppo spesso separate in passato per ragioni moralistiche. Aprendo il recital (e le danze) di stasera con Frédéric Chopin, Costanza Principe individua un compositore nel quale la dimensione coreutica, benché sublimata in fatto squisitamente musicale, è cruciale: si pensi alla congerie di valzer, mazurche, polacche che costituiscono una parte rilevante della produzione pianistica chopiniana, nonché al Boléro e alla Tarantella. Come insegna la storia della danza del Novecento, i coreografi si sono progressivamente distaccati dalla consuetudine di utilizzare danze vere e proprie per le loro creazioni: nel caso di Chopin, il primo lavoro emblematico in tal senso è Les Sylphides di Michel Fokine, in cui compaiono anche Notturni e Preludi, orchestrati da Glazunov; altro esempio importante è The Concert di Jerome Robbins, che utilizza non solo alcune danze di Chopin, ma anche diversi Preludi (n. 4, 7, 16, 18), la terza Ballata e la Berceuse, giocando spesso con il romanticismo chopiniano e i cliché ballettistici in chiave ironica e postmoderna; oppure La dame aux camélias di John Neumeier, in cui i concerti per pianoforte e orchestra e la terza Sonata op. 58 hanno un ruolo cruciale. Neumeier ritorna poi su Chopin con Nocturnes, in cui le pagine chopiniane che danno il titolo allo spettacolo definiscono una narrazione. Benché la musica di Chopin non sia mai, al contrario di quella di Liszt, “musica a programma”, ricordiamo qui una frase determinante del compositore franco- polacco: “Niente di più detestabile di una musica senza retropensieri”. Per tale motivo, non sembra affatto peregrino dare corpo, attraverso un’arte che si muove fra narrazione e astrazione come la danza, a un immaginario latente 10
SALA VERDI 2022-2023 (seppur non esplicito) della musica di Chopin. Anche il fatto di proporre soltanto alcuni dei Préludes op. 28, invece dell’integrale, è filologicamente corretto: benché ispirati nel numero (ventiquattro) al Wohltemperierte Klavier di Bach (come del resto altre raccolte di Clementi, Hummel, Klengel, Kalkbrenner, Kessler), questi Preludi non nacquero per essere necessariamente eseguiti integralmente - una prassi subentrata solo nel corso del Novecento (ma ricordiamo ad esempio che Svjatoslav Richter ne eseguiva spesso soltanto una selezione, ricombinando l’ordine in modo diverso rispetto all’originale). Nonostante l’intima organicità che abita la raccolta, la definizione più suggestiva di queste pagine rimane quella di Robert Schumann: “Sono schizzi, frammenti iniziali di studi o - se vogliamo - ruderi, penne d’aquila, selvaggiamente disposte alla rinfusa. Ma la scrittura delicata e perlacea indica in ciascuno di essi: lo scrisse Fryderyk Chopin. Lo si riconosce dalle pause e dal respiro impetuoso. Egli è e rimarrà il più ardito e il più fiero spirito poetico dell’epoca”. Fra i Preludi presenti nell’impaginato di stasera, alcuni rimandano a danze (il n. 7, quasi una mazurka), mentre altri sembrano ispirati al clima dei notturni (il 13 e il 15). Il n. 4, particolarmente amato per il suo accorato patetismo, fu eseguito insieme al n. 6 (Assai lento) durante i funerali di Chopin il 30 ottobre 1849, nella chiesa della Maddalena a Parigi. Claude Debussy, a differenza di Chopin, scrisse balletti veri e propri: Jeux (ispirato al gioco del tennis), La boîte à jouxjoux e Khamma. La correlazione fra Debussy e la danza è tuttavia legata nell’immaginario collettivo all’interpretazione coreutica che il leggendario ballerino e coreografo Vaslaw Nijinsky diede nel 1912 del Prélude à l’après-midi d’un faune, nato come lavoro sinfonico nel 1894 e basato su un’egloga di Stéphane Mallarmé. Con un cast di otto danzatori (un fauno, la ninfa principale e sei altre ninfe), il balletto all’epoca provocò uno choc negli spettatori: non tanto per l’esplicito erotismo del soggetto, quanto per lo stile coreografico austero e angolare, basato sui movimenti geometrici e arcaicizzanti concepiti da Nijinsky. Le ninfe, che si muovono in linee parallele attraverso il palcoscenico, con i piedi flessi, i fianchi e la testa di profilo, assomigliano a un antico fregio, una similitudine intensificata anche dalle lunghe pause che interrompono il movimento. Nella coreografia non ci sono passi ispirati ai consueti virtuosismi del balletto ottocentesco. Nei Préludes di Debussy, al contrario di quelli di Chopin, il riferimento extra- musicale è esplicitato, ma soltanto alla fine di ogni brano: secondo Alfred Cortot, Chopin desiderava “che il piacere del lettore fosse di indovinare il sentimento che è reso musicalmente e che dalla verifica di un sentimento giusto potesse nascere una sorta di intima effusione”. La Cathédrale Engloutie, Preludio ispirato al mito della città bretone di Ys sommersa dalle acque, inizia con una sorta di stasi onirica caratterizzata da suoni di campane per svilupparsi in un movimento che delinea il riaffiorare della Cattedrale all’alba “avvolta nella nebbia dolcemente sonora”, come indica il musicista. 11
SALA VERDI GEN-GIU 2022 Ritroviamo il senso debussiano di un “gonfiarsi” della sonorità per evocare qualcosa di misterioso e grandioso al tempo stesso, nonché le sonorità ispirate alle campane tipiche del mondo russo ortodosso, nel celeberrimo Preludio op. 3 n. 2 in do diesis minore di Sergej Rachmaninov, caratterizzato da una massiccia scrittura accordale che nella sezione centrale si fa più agile e inquieta. L’inquietudine e il pathos della dynamis caratterizzano anche l’Allegro op. 8 di Schumann, che nonostante il numero d’opus è un’opera prima a tutti gli effetti, creazione di un ventunenne che cerca di conciliare in un primo movimento di Sonata (mai completata) un proprio impulso romantico rivoluzionario, contraddistinto da una sorta di visionaria “estetica del frammento”, con gli studi severi di contrappunto. È negli anni di Weimar che Bach scrisse probabilmente le Sonate e Partite per violino solo. Secondo la musicologa Helga Thoene, esse furono composte dal Kapellmeister durante il periodo in cui fu incarcerato dal duca locale per aver accettato un nuovo posto a Köthen: il titolo Sei Solo rimanderebbe alla solitudine del prigioniero. Con queste opere, Bach, che suonava assai bene il violino, trascese i pur mirabili lavori di Pisendel e Biber: esse non rappresentano soltanto un compendio delle possibilità virtuosistiche del violino barocco, ma anche un ciclo unitario in cui si intrecciano riferimenti teologici e apertura a nuove “galanterie”. La fama della Partita n. 2 in re minore è dovuta principalmente alla Ciaccona, chiave di volta della raccolta: si tratta di una serie di trentaquattro variazioni su una progressione armonica di otto misure. Bach sublima l’originale senso di danza della Chaconne francese: la sua stilizzazione diviene caleidoscopio di affetti e colori. Si tratta di un capolavoro di organizzazione dinamica, in cui le transizioni da una variazione all’altra lasciano senza fiato. Ferruccio Busoni, in base a criteri opposti all’arrangiamento per mano sinistra sola di Brahms, ne diede una versione pianistica divenuta iconica. L’empolese affermò di aver trattato “l’effetto sonoro in senso organistico. Questo procedimento, molto contestato, trova la sua giustificazione anzitutto nel contenuto,[…] in secondo luogo nell’esempio proposto da Bach con la sua trascrizione per organo della sua Fuga in sol minore per violino”. Luca Ciammarughi Pianista, scrittore, conduttore radiofonico. 12
I bis del concerto del 19 ottobre I bis del concerto del 26 ottobre: Il pianista Ramin Bahrami con I Solisti Aquilani La pianista Ying Li ha eseguito: R.Schumann, hanno eseguito : J.S. Bach, dal Concerto n.3 in da Phantasiestücke: “Des Abends”; J.S.Bach, re magg. per pianoforte e orchestra BWV 1054: dalla Suite Francese n.5 BWV 816: Allemande Adagio e piano sempre.
I PROSSIMI CONCERTI 0RE 20:30 0RE 17:00 - SERIE ZAFFIRO POMERIDIANA AUDITORIUM LATTUADA SALA VERDI DEL CONSERVATORIO LUN SEBASTIANO BENZING pianoforte MER RUDOLF BUCHBINDER pianoforte 21 23 NOV NOV La Meglio Gioventù “Schubert e Beethoven: universi paralleli” C. Franck, A.Scriabin, S.Prokofiev F. Schubert, L. van Beethoven 0RE 20:45 - SERIE RUBINO 0RE 20:30 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO AUDITORIUM LATTUADA MER RUDOLF BUCHBINDER pianoforte LUN TRIO RIGAMONTI 23 28 NOV NOV “Eredità Beethoven” La Meglio Gioventù L. van Beethoven F. J. Haydn, C. Franck, M. Ravel 0RE 20:45 0RE 20:45 - SERIE SMERALDO SALA VERDI DEL CONSERVATORIO SALA VERDI DEL CONSERVATORIO GLORIA CAMPANER SAB pianoforte MER BEATRICE RANA pianoforte 03 IVANNA SPERANZA soprano 14 DIC EMMA ARIZZA violino DIC Concerto per Antonio “Chopin e Beethoven : le grandi sonate” F. Chopin, A. Dvořák, F. P. Tosti, J. S. Bach/T. A.Skriabin, F.Chopin, L. van Beethoven Nikolaeva, L. Arditi, A. Bazzini, P. Luna, G. Giménez. Iscriviti alla nostra newsletter! Sulla home page di www.soconcerti.it Sarete aggiornati su tutte le attività della Fondazione: concerti, eventi straordinari, progetto educativo “Note... di scuola”, artisti in residenza, e altro ancora.
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