CONVEGNO ORNITOLOGICO - "SELEZIONARE IL CARDELLINO L'ESOTICO PRINCIPE DEI NOSTRI INDIGENI"
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CONVEGNO ORNITOLOGICO «SELEZIONARE IL CARDELLINO L’ESOTICO PRINCIPE DEI NOSTRI INDIGENI» Carmelo Montagno - Presidente CTN-EFI Giudice Nazionale FOI Giudice Internazionale COM-OMJ sezione G-H PATERNO’(CT) - 04/01/2020
IL CARDELLINO (Carduelis carduelis) INDICE DEGLI ARGOMENTI IDENTIFICAZIONE TASSONOMICA DEL CARDELLINO (La specie – le 10 sottospecie) - (Pag.4-17) LO STANDARD F.O.I., QUELLO C.O.M. E LE RISPETTIVE CATEGORIE A CONCORSO DEL CARDELLINO NELLE ESPOSIZIONI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI - (Pag.18-29) GENETICA APPLICATA AL CARDELLINO - DAL FENOTIPO CLASSICO AI FATTORI MUTANTI - (Pag.31-48) I COLORI PIGMENTARI E STRUTTURALI NEL CARDELLINO - (Pag.49-70) TUTELA ED ADEMPIMENTI LEGISLATIVI PER SOGGETTI A FENOTIPO CLASSICO – OBBLIGHI SULL’INANELLAMENTO- (Pag.71-73)
IDENTIFICAZIONE TASSONOMICA DEL CARDELLINO CARDELLINO EuroAsiatico CARDELLINO Asiatico VENTURONE VENTURONE Corso
Il Cardellino (Carduelis carduelis) contempla 10 sottospecie, e soltanto due di queste vivono in Italia: (Carduelis carduelis carduelis) e (Carduelis carduelis tschusii) 1. Carduelis carduelis carduelis (Linnaeus, 1758) – vive in Scandinavia in Finlandia in Francia, in Italia, Slovenia, Romania, Moldova, Ukraina. 2. Carduelis carduelis britannica (E. J. O. Hartert, 1903) – vive in Gran Bretagna, in Francia in Olanda; 3. Carduelis carduelis parva (Tschusi, 1901) – vive a Madeira a nelle isole Canarie, Francia, Spagna, isole Baleari, Marocco e Libia. 4. Carduelis carduelis tschusii (Arrigoni, 1902) – vive in Corsica, Sardegna e Sicilia. 5. Carduelis carduelis balcanica (Sachtleben, 1919) – vive nei Paesi Balcanici, in Grecia, Creta e in Turchia. 6. Carduelis carduelis brevirostris (loudoni) (Zarudny, 1889) – vive in Turchia, Azerbaijan, Iran. 7. Carduelis carduelis colchica (Koudashev, 1915) –vive in Crimea e nel Caucaso 8. Carduelis carduelis volgensis (Buturlin, 1906) – vive in Ukraina, Russia, Kazakhistan; 9. Carduelis carduelis frigoris (Wolters, 1953) – vive in Siberia e Kazakhistan; 10.Carduelis carduelis niediecki (Reichenow, 1907) –vive a Rodi, in Turchia nel Caucaso, a Cipro, in Libano, Israele, Iran, Egitto e Iraq.
Le 10 sottospecie del Cardellino EuroAsiatico attualmente riconosciute dalla più recente classificazione Tassonomica 1. Carduelis carduelis carduelis 2. C. c. britannica 3. C. c. parva 4. C. c. tschusii 5. C. c. balcanica 6. Carduelis carduelis brevirostris (loudoni) 7. C. c. colchica 8. C. c. volgensis 9. Carduelis carduelis frigoris (major) 10.C. c. niediecki
Le precedenti 9 sottospecie riconosciute del Cardellino EuroAsiatico 1. Carduelis carduelis carduelis 2. C. c. britannica 3. C. c. parva 4. C. c. tschusii 5. C. c. balcanica 6. Carduelis carduelis brevirostris 7. C. c. loudoni 8. Carduelis carduelis major (frigoris) 9. C. c. niediecki
Le principali differenze fra ieri ed oggi nella elencazione delle sottospecie riconosciute nel Cardellino EuroAsiatico IERI OGGI 1. Carduelis carduelis carduelis 1. Carduelis carduelis carduelis 2. C. c. britannica 2. C. c. britannica 3. C. c. parva 3. C. c. parva 4. C. c. tschusii 4. C. c. tschusii 5. C. c. balcanica 5. C. c. balcanica 6. Carduelis carduelis brevirostris 6. Carduelis carduelis brevirostris 7. C. c. loudoni (loudoni) 8. Carduelis carduelis major (frigoris) 7. C. c. colchica 9. C. c. niediecki 8. C. c. volgensis 9. Carduelis carduelis frigoris (major) 10. C. c. niediecki Oggi, rispetto alla precedente classificazione, sono state inserite due nuove sottospecie: la «colchica e la volgensis». Mentre la «brevirostris e la loudoni» vengono considerate un’unica sottospecie. Le differenze fra le varie sottospecie sono minime ed attengono principalmente a diverse tonalità di colore ed a piccole differenze di taglia corporea. Gli esemplari «brevirostris (loudoni)» hanno del marrone intenso e molto scuro sulle parti superiori del corpo e nel petto. La «niediecki» è più chiara su tutto il mantello.
Il Cardellino Asiatico o Cardellino dell’Himalaya appartiene ad una specie diversa (Carduelis caniceps) e contempla 4 sottospecie 1. Carduelis caniceps caniceps (Vigors, 1831) – Ovest e Nord Pakistan (Baluchistan e Nord- Ovest Provincia della Frontiera), Kashmir e Nord-Ovest Himalaya, Est fino al Centro del Nepal e Sud-Ovest della Cina (Sud-Ovest Xizang). 2. C. caniceps paropanisi (Kollibay, 1910) – W Turkmenistan e Nord-Est Iran, Afghanistan, Ovest Pamirs, Tien Shan, Sud-Est Kazakhistan e Nord-Ovest Cina (Nord-Ovest Xinjiang). 3. Carduelis caniceps subulata (Gloger, 1833) – estremo NE del Kazakhistan, Russia (Lago Baikal) e Nord Ovest Mongolia. 4. C. caniceps ultima (Koelz, 1949) – Sud Iran (Sud-Est Fars e Kerman).
CARDELLINO HIMALAYANO (Carduelis carduelis caniceps)
Le sottospecie del Cardellino maggiormente allevate Carduelis carduelis carduelis (Linnaeus, 1758) La specie nominale carduelis presente anche in Italia, rappresenta sia nel colore che nella taglia, caratteristiche intermedie, sia nella taglia che nel colore, fra gli estremi rappresentati delle sottospecie: «britannica e frigoris (major)». Mâle
Le sottospecie del Cardellino maggiormente allevate Carduelis carduelis parva (Tschusi, 1901). La sottospecie parva è caratterizzata da dimensioni corporee pari a 10,5/11 cm. Sulle ali presenta le classiche olive bianche di dimensioni ridotte e macchiate di bruno. Inoltre presenta una lunetta sul collo (dietro la croce) dalle dimensioni ridotte ed anch’essa macchiata di bruno. I toni del mantello sono molto carichi di feo. La carica di feo è talmente importante da macchiare di bruno anche le guance normalmente bianche Guance infiltrate di bruno Gola, Fungo e Ventre di colore Bianco Fianchi e disegni pettorali di Colore Bruno chiaro Groppone Bianco sporco infiltrato di Bruno Lunetta sulla nuca ristretta e di colore bianco Becco Lungo e Forte leggermente sproporzionato rispetto alla taglia
Le sottospecie del Cardellino maggiormente allevate Carduelis carduelis tschusii (Arrigoni, 1902) La sottospecie tschusii è caratterizzata da dimensioni corporee pari ad 11 cm. Sulle ali presenta le classiche olive bianche di dimensioni ridotte e macchiate di bruno. Inoltre contrariamente a tutte le altre sottospecie la classica lunetta sul collo (dietro la croce) è quasi del tutto inesistente. I toni del mantello sono molto più carichi di feo della sottospecie parva. Tant’è che le classiche guance bianche risultano parecchio macchiate di bruno. Lunetta sulla nuca quasi inesistente Guance infiltrate di Bruno Gola, Ventre e Fungo di colore Bianco Disegno Pettorale e Fianchi colore Bruno chiaro Mantello di Colore Bruno Scuro Groppone Bianco sporco infiltrato di Bruno Becco Lungo e Forte (più piccolo rispetto al Parva)
Le sottospecie del Cardellino maggiormente allevate Carduelis carduelis britannica (E. J. O. Hartert, 1903). La sottospecie britannica è caratterizzata da dimensioni corporee pari ad 12/12,5 cm. I colori sono marroni più scuri sia sul mantello che sul dorso che ai lati del petto, rispetto alla sottospecie niediecki che risulta caratterizzata da un colore più chiaro (più grigia) sul mantello e sul dorso Lunetta sulla nuca ristretta e di colore bianco sporco Guance e Gola di colore Beige slavato. Fungo e ventre Bianco sporco Fianchi e disegni pettorali di Colore Bruno Mantello di Colore Bruno Scuro Groppone Bianco sporco infiltrato di Bruno
Le sottospecie del Cardellino maggiormente allevate Carduelis carduelis frigoris (Wolters, 1953). Le sottospecie Siberiane sono caratterizzate da dimensioni corporee pari ad 14/16 cm. I colori sono molto più chiari e grigiastri per la minor carica melanica presente. Lunetta sulla nuca ampia e di colore bianco Guance, Gola e Fungo di colore Bianco Croce Nera ed estesa Disegno Pettorale di colore Intenso con soventi tracce di colore Nero e Giallo. Il contorno del fungo ampio e netto Fianchi ben marcati Groppone Bianco con sfumature di Beige
Cardellino frigoris (Buon disegno della maschera. Tracce melaniche ammesse nel petto per la sottospecie. Colore della maschera non ottimale)
Lo Standard del Cardellino Domestico Becco: carnicino con punta scura, assai lungo ed affilato. Occhi: bruno scuri. Testa: maschera rosso scarlatta inglobante la fronte, il mento e la metà delle guance fino all’occhio. Dietro detta maschera c’è una maschera interrotta sulla calotta dalla forma a “T”. Calotta, nuca e lori: neri. Dorso: bruno scuro. Collo: collare bianco sulla nuca, separante il nero della testa dal bruno del dorso. Petto: bruno sui lati, con un disegno a forma di fungo al centro. Spalle: nere nel maschio, bruno verdastre nella femmina. Fianchi: Brunastri che si schiariscono verso il ventre. Ventre: biancastro. Ali: Nere con un grande specchio alare giallo vivo. “Perle” bianche all'estremità di ogni remigante. Sopraccoda: biancastro. Coda: Nera con punti bianchi all'estremità delle timoniere. Una grande macchia bianca nella parte inferiore delle timoniere esterne, che interessa le prime due, ma a volte la terza timoniera e nei casi estremi la quarta. Zampe e dita: di color carnicino. Unghie: scure.
STRUTTURA: il Cardellino è uccello dalla struttura slanciata ed armoniosa nello stesso tempo, con una lunghezza totale a seconda delle sottospecie che va dagli 11 ai 16 cm. Il petto è leggermente bombato. La testa deve avere una buona struttura con fronte che stacca sul becco di forma conica, non arcuato ma a punta, con base larga e ben proporzionato. La forma del corpo tiene conto delle varie sottospecie ed è molto variabile in quanto, per esempio il frigoris (major) è nell’insieme assai più tozzo che un Balcanico. Per la differenza morfologica di cui sopra dobbiamo tenere conto che le popolazioni meridionali presentano una forma più slanciata ed esile, con collo ben staccato dalle spalle, petto prominente, testa in proporzione più piccola e becco più lungo. Le sottospecie nordiche hanno invece spalle più larghe, collo più corto e testa più ampia e rotonda. Sempre però va ricercata un’armonia d’insieme necessaria e una grandezza o piccolezza anomala della taglia, becchi troppo sottili e teste strette vanno sempre penalizzati. Così come tutti i soggetti intermedi.
DISEGNO: il Cardellino è un uccello che presenta grosso modo lo stesso disegno caratteristico in tutte le sottospecie ed in tutte le mutazioni (tranne per l’albino e la testa bianca). Nel maschio la maschera deve essere sempre presente in tutti i tipi così come le redini, e la sua estensione deve partire dalla sommità della testa comprendere l’intero occhio nelle guance (nel maschio) e scendere in forma abbastanza quadrata nella gola. Nella femmina tale maschera arriverà nella parte di sopra nell’occhio alla fine dello stesso e ripartirà verso la gola dalla metà dell’occhio proseguendo verso il basso in forma assai più arrotondata e meno squadrata che nel maschio (elemento di dimorfismo sessuale). Dal becco fino alla nuca il cardellino ha un disegno, cosiddetto a T, che scende lungo le guance ed è circondato verso il dorso da un collare bianco. Tale disegno a T deve essere quanto più uniforme e completo possibile, caratterizzandosi come un importante elemento del nostro soggetto. Tale disegno è assente nel “testa bianca e nell’albino. Altro disegno caratteristico è posizionato nel petto dove due macchie melaniche danno origine ad un disegno dalla forma di un fungo. Nell’ala è presente e sempre visibile in tutte le mutazioni una larga macchia gialla che prende sia le remiganti primarie che le secondarie. I termini delle remiganti e delle timoniere presentano delle macchie bianche che sono visibili in tutte le sottospecie ma in numero ed anche forma diverse. Nelle timoniere le parti inferiori sono macchiate di bianco ed il numero delle penne esterne interessate può variare da due fino a quattro. Da considerare assai importante, in sede di valutazione, la regolarità della maschera, del disegno a T della nuca, del disegno del fungo e del disegno alare e caudale.
COLORE: il colore del nostro soggetto è estremamente variabile tra una sottospecie ed un’altra e nell’insieme varia da una tonalità estremamente bianca e chiara nelle nordiche fino allo scuro delle meridionali. Tutto è dovuto alla carica melanica dei soggetti che va ad incidere pesantemente nel colore che si presentano chiari e grigiastri nel frigoris (major), per esempio, con nero che certe volte fatica ad estrinsecarsi (vedi disegno a T) e soggetti tschusii dove la carica di feo è talmente importante da macchiare di bruno anche le guance normalmente bianche. Ovviamente queste differenze di colore incidono molto anche nelle mutazioni che si presentano con carica melanica diversa incidendo fortemente in questa voce. Anche lo stesso rosso della maschera è molto variabile da un rosso acceso e brillante nelle specie con forte carica eumelanica ad un rosso scuro, a volte opaco, nelle specie con più carica feomelanica, ad un rosso aranciato laddove la carica melanica viene a mancare: possiamo quindi dire che il colore è influenzato dalla mutazione in gioco, ma ancor più dall’effetto della stessa sulle melanine. Il giallo dell’ala deve tendere ad un giallo limone carico e brillante privo di soffusioni arancio. Il dorso si può presentare bruno grigiastro fino a bruno carico scuro. Nella valutazione del colore è assai importante considerare sempre le sottospecie di partenza e le caratteristiche precipue di questa.
PRINCIPALI DIFETTI Struttura: Corpo troppo esile e troppo allungato, testa piatta o piccola e sproporzionata rispetto al corpo, becco sproporzionato, ecc. Disegno: maschera piccola e non regolare, macchie alari gialle ridotte. Disegno a T della testa spezzato o non regolare. Disegno del fungo assente, eccessivo, senza forma, incompleto o con infiltrazioni dovute a colorazione. Mancanza o asimmetria delle macchie bianche nelle remiganti, timoniere e sottocoda. Collare eccessivo. Contorni irregolare dei disegni o incompleti, debordazioni, ecc. Colore: troppo slavato riguardo alla sottospecie di appartenenza, scialbo e non intenso, troppo grigio dove deve essere nero brillante, opaco; macchie bianche troppo brune (guance), in particolar modo nelle sottospecie nordiche, mancanza di brillantezza nel colore di fondo, colore rosso aranciato, presenza eccessiva di brinature, ecc. Piumaggio: troppo rado o corto, in crescita, non regolare, giovanile, ecc. Portamento: troppo statico o troppo selvatico, non perfetta presa del posatoio, torcicollo, stazionamento eccessivo a terra, giro del soffitto della gabbia ecc. Condizioni generali: penne spezzate, piumaggio, zampe, becco ed anellino sporchi, unghie lunghe, becco scagliato e zampe scagliose, ecc.
DIFETTO: COLORE ROSSO ARANCIATO DELLA MASCHERA COLORE MASCHERA ROSSO CREMISI (OTTIMALE)
PRINCIPALI PREGI E DIFETTI Croce (disegno della nuca) incompleta o deforme (è richiesta netta, regolare e completa) Aureola di colore lipocromico (generalmente giallo/arancio) in concomitanza della croce (disegno della nuca) IN PARTICOLARE NEL WHITE-COP. In questa specie l'aureola sotto la croce deve essere bianca nelle specie maggiori o melanizzata di bruno/nocciola nelle specie minori. La sottospecie frigoris (Cardellino major) a fenotipo selvatico, in aderenza allo standard della COM il disegno pettorale può essere accettato di colore nocciola (camoscio) intenso, tollerando piccole tracce di melanina nera o di colore giallo. La varietà Testa Bianca nonostante l’aureola (lunetta) dietro la nuca deve mantenersi di colore più bianco possibile (come peraltro nel fenotipo selvatico). Non sono tollerate tracce di melanina sulla testa nelle zone ove nel fenotipo selvatico è presente il disegno della croce, viceversa sono accettate in questa zona della testa, tracce di pigmento lipocromico di colore rosso o arancione lungo le flange del casco ove nel fenotipo selvatico vi è presenza di melanina nera (croce di colore nero). Eccessiva presenza di melanina nera o di lipocromo arancio sul petto è richiesto un petto limpido dove si possa apprezzare un "fungo” di colore nocciola o comunque adeguato alla varietà considerata. Nelle sottospecie Siberiane è consentita la presenza di tracce melaniche nere. Specchio alare interessato da lipocromo rosso deve essere assolutamente giallo
DIFETTO GRAVE: DIFETTO GRAVE: AUREOLA SULLA NUCA INFILTRATA DI LIPOCROMO TESTA BIANCA CON AUREOLA ROSSO. (NELLA SOTTOSPECIE FRIGORIS SONO INFILTRATA DI LIPOCROMO. Lungo le AMMESSE TRACCE DI MELANINA NERA NEL PETTO) flange del casco ove nel fenotipo selvatico vi è presenza di melanina nera (croce) sono accettate tracce di pigmento lipocromico di colore rosso o arancione
DIFETTO GRAVE: ECCESSIVA PRESENZA DI MELANINA NERA NEL PETTO (CRAVATTA)
Le Categorie a Concorso FOI sul Cardellino Quindi nella categoria G93-94 andranno esposte le altre mutazioni (Albino etc…) nonché le multisovrapposizioni di mutazioni ammesse (due di Melanine + 1 del Lipocromo) e quelle che riguardano il Testa Bianca nelle combinazioni ammesse (Testa Bianca Giallo, Testa Bianca Agata, Testa Bianca Agata Giallo, Testa Bianca Bruno e Testa Bianca Bruno Giallo).
Le Categorie a Concorso COM sul Cardellino Nella sezione G1 vanno esposti i fenotipi classici (nero-bruni) differenziando le sottospecie minori e maggiori in due distinte categorie a concorso. Mentre nella sezione G2 vanno esposti i fenotipi mutati. La mutazione Opale (non standardizzata) va in altre mutazioni, categoria G2 81-82 ove concorre insieme ad altre mutazioni di specie non standardizzate (Verzellino, Verdone, Lucherino e Organetto)
Le Categorie a Concorso COM sul Cardellino
COFFEE BREAK !!! (Pausa di 30 min.)
Le multisovrapposizioni di mutazioni nel Cardellino In virtù della DELIBERA di CTN-EFI N°15 del 2018 è stata modificata la regola generale che limitava LA NON AMMISSIONE A CONCORSO PER LE MULTISOVRAPPOSIZIONI DI OLTRE DUE MUTAZIONI, ridefinendo una nuova regola per il futuro, fissando la limitazione a due mutazioni che riguardano le MELANINE (Eu-Nera, Eu-Bruna, Feomelanina), tranne le elencate eccezioni, E DI ACCETTARE IN OGNI SPECIE LA AMMISSIONE A CONCORSO DELLA ULTERIORE MULTISOVRAPPOSIZIONE DI MUTAZIONE DEL LIPOCROMO. In virtù di questa delibera adesso è possibile esporre un: Cardellino Isabella Giallo (due mutazioni di melanine + 1 di lipocromo) Inoltre in virtù della precedente delibera è stato reso possibile poter esporre a concorso il Cardellino Testa Bianca anche nelle combinazioni con la mutazione Bruno e con la mutazione Agata, oltre alla ulteriore sovrapposizione di mutazioni del Lipocromo (Cardellino Testa Bianca Bruno Giallo, oppure Cardellino Testa Bianca Agata Giallo). Pertanto le precedenti limitazioni di Multisovrapposizione di Mutazioni che contenevano delle ECCEZIONI, adesso per il Cardellino assumono il seguente nuovo indirizzo: Cardellino si accettano massimo due mutazioni di Melanine combinate E SOVRAPPOSTE AD UNA MUTAZIONE DEL LIPOCROMO, con la eccezione della mutazione Testa Bianca che può essere accettata solo su base nero-bruno, Bruna, Agata e combinata in SOVRAPPOSIZIONE CON UNA MUTAZIONE DEL LIPOCROMO.
ISABELLA-PASTELLO Multisovrapposizione di mutazioni non esponibili Trattandosi di tre mutazioni che interessano le melanine (Agata+Bruno+Pastello)
Cardellino Favato (pezzato) A partire dalla stagione Mostre 2019 i Cardellini pezzati possono essere esposti in una categoria generica loro dedicata presente in ogni sezione (F e G). Non sono esponibili in Gare C.O.M.
Cardellino Bruno Mutazione Recessiva Sesso-Legata, apparsa nella stagione 1990-1991 presso gli allevatori: Peter Fransen – Eindhoven (Olanda) Paolo Gregorutti (Italia) Tutte le zone normalmente nere diventano marrone scuro (testa di moro) per effetto della trasformazione della eumelanina nera che diventa bruna. Restano inalterati la Feomelanina ed i lipocromi. Uccello che presenta una forte carica di bruno e si differenzia da tutti gli altri per il cambiamento di tutti i colori neri (testa, ali e coda) in bruno testa di moro scuro. Testa: Maschera rossa, inglobante fronte, mento e metà delle guance, ma che presenta (rispetto ad un fenotipo classico) un rosso meno intenso per via del substrato bruno e non più nero. Redini bruno molto scure. Calotta e nuca, disegno a T bruno molto scuro. Collare bianco della nuca. Dorso bruno caldo uniforme. Le spalle sono bruno scuro (nella femmina verdastre), il petto è bruno caldo con fungo bianco al centro. Il ventre è biancastro. Le ali sono bruno scure con largo specchio alare giallo vivo. Punti bianchi all’estremità delle remiganti. Sopraccoda biancastro con infiltrazioni di bruno, la coda è bruno scura. Zampe, dita, unghie e becco carnicino con estremità bruna. Occhi bruno scuri. (dalla nascita per i primi dieci giorni bruno rossicci)
Cardellino Agata Mutazione Recessiva Sesso-Legata, apparsa nella stagione 1989-1990 presso l’allevatore: Den Hoed - Olanda Primo fattore di riduzione. Tutte le zone normalmente nere subiscono, per effetto della mutazione agata una riduzione delle eumelanine nere e brune e di una ancor più drastica riduzione della feo. Tale riduzione è meno evidente nelle parti nere del disegno. Mutazione Allelica alla lutino Testa: maschera rosso scarlatta, inglobante fronte, mento e metà delle guance. Redini nerastre. Calotta, nuca, disegno a T nerastro. Collare bianco della nuca. Dorso grigio uniforme. Il residuo di eu bruna fa sì che nel colore del dorso si accetti una leggera tonalità bruna, ma sempre tendente al grigio. Le spalle sono nere (nella femmina grigio verdastre). Il petto è grigio beige con fungo bianco al centro. Il ventre è biancastro. Le ali sono nerastre con larga banda giallo vivo. Sopraccoda biancastro con infiltrazioni di grigio beige. La coda è nera con punti bianchi all’estremità delle timoniere. Becco con apice nero diluito. Zampe e dita carnicine e unghie scure. Occhi molto scuri.
Cardellino Isabella Mutazione Recessiva Sesso-Legata, ottenuta per crossing-over nella stagione 1994-1995 dall’allevatore: Paolo Gregorutti (Italia) E’ una combinazione del bruno con il 1^ fattore di riduzione agata. Tale combinazione di mutazioni provoca una riduzione di tutte le zone brune. Testa: maschera rosso aranciata per via della mancanza della base eumelanica nera. Redini brune. Calotta, nuca, disegno a T bruno. Collare bianco della nuca. Dorso beige uniforme. Le spalle sono brune (nella femmina bruno verdastre) il petto è bruno beige con fungo bianco al centro. Il ventre è biancastro. Le ali sono brune con larga banda giallo vivo. Sopraccoda biancastro con infiltrazioni beige. La coda è bruno con punti bianchi all’estremità delle timoniere. Becco carnicino con apice lievemente brunastro. Zampe, dita e unghie carnicine. Occhio bruno.
Cardellino Lutino Mutazione Recessiva Sesso-Legata, Allelica all’Agata, apparsa nel 1996, presso l’allevatore: Louis Paris (Francia) da un soggetto di provenienza Algerina La drastica riduzione della eu nera, la totale inibizione della feo, unita ad una forte riduzione della eu bruna fa sì che tutte le zone normalmente nere diventino grigie beige. Uccello che presenta delle differenze con il satinè (ino bruno) per la presenza, in quest’ultimo di una più forte carica di eumelanina bruna residua, che dà una tonalità calda. Il lutino presenta una tinta di beige assai più fredda e maggiormente diluita. Testa: Maschera rosso aranciata, (forte riduzione eu di base). redini beige. Calotta e nuca, disegno a T grigio beige. Collare bianco della nuca. Dorso biancastro. Le spalle sono beige ed il petto è biancastro. Evidenza del lipocromo giallo nel petto. Il ventre è biancastro. Le ali sono grigio beige, con larga banda giallo vivo. Sopraccoda biancastro, la coda è del colore delle ali, con punti bianchi all’estremità delle timoniere. Becco carnicino. Zampe, dita e unghie carnicine. Occhi rossi.
Cardellino Satine’ Mutazione Recessiva Sesso-Legata, ottenuta per crossing-over dopo la stagione 1996 (anno cui apparve la Lutino) E’ una combinazione di mutazioni (Lutino+Bruno) che partendo dalla base del Bruno lascia nel fenotipo un disegno ed un fondo assai più evidente e marcato rispetto alla Lutino, specialmente sulla testa, ali e coda. Il dorso deve tendere alla assenza di feomelanina Testa: Maschera rosso aranciata, (forte riduzione eu di base). Redini beige. Calotta e nuca, disegno a T bruno beige. Collare bianco della nuca. Dorso biancastro più caldo che nel lutino. Le spalle sono bruno beige ed il petto è biancastro. Evidenza del lipocromo giallo nel petto. Il ventre è bianco sporco. Le ali sono bruno beige, di intensità più evidente che nel lutino, con larga banda giallo vivo. Sopraccoda biancastro. La coda è del colore delle ali, con punti bianchi all’estremità delle timoniere. Becco carnicino. Zampe, dita e unghie carnicine. Occhi rossi cupo.
Cardellino Pastello Mutazione Recessiva Sesso-Legata, apparsa nel 1987 presso l’allevatore: Gottfried Callens (Belgio) E’ stata la prima mutazione fissata di tipo sesso-legato Per la drastica riduzione della eu bruna, il dimezzamento della eu nera e la parziale riduzione della feo tutte le zone normalmente nere diventano grigio acciaio con effetto perlaceo. Testa: Maschera rosso scarlatta. Redini grigio bruno. Calotta e nuca, disegno a T grigio scuro. Collare bianco della nuca, Dorso grigio bruno uniforme. Il petto è grigio bruno chiaro con fungo bianco al centro. Il ventre è biancastro. Le remiganti primarie sono grigio scuro piombo con effetto perlaceo, le secondarie grigio scure. Largo specchio alare giallo vivo. Sopraccoda grigio bruno chiaro che si trasforma in biancastro verso la coda. La coda è grigia della stessa tonalità delle ali. Becco carnicino con apice scuro. Zampe e dita carnicine. Unghie scure. Occhi scuri.
Cardellino Opale Mutazione Autosomica-Recessiva, apparsa nel 2001 presso l’allevatore: Paolo Gregorutti (Italia) Eu bruna quasi azzerata e riduzione notevole della eu nera. FEOMELANINA estremamente ridotta. Il soggetto, per effetto della mutazione opale che toglie quasi completamente la feomelanina si presenta con tonalità grigia azzurrata. Testa: Maschera rossa. Redini grigio scuro. Calotta e nuca, disegno a T grigio piombo. Collare bianco della nuca Dorso grigio chiaro uniforme (colore freddo). Il petto è grigio chiaro con fungo bianco al centro. Il ventre è biancastro. Le remiganti sono grigio piombo con effetto azzurrino per fenomeno fisico di riflessione. Largo specchio giallo. Sopraccoda grigio chiaro. La coda è grigia della stessa tonalità delle ali. Becco carnicino con apice scuro. La mutazione Opale non risulta Zampe e dita carnicine. Standardizzata in ambito COM Unghie scure. Occhi scuri.
Cardellino Albino Mutazione Autosomica-Recessiva, apparsa nel 1994 in Polonia. L’allevatore cedette il padre portatore al Belga: Roland Raskin, che riuscì successivamente a fissarla E’ una mutazione che agisce togliendo tutto il pigmento melanico e lasciando inalterati i lipocromi (Carotenoidi). Il Fenotipo è’ equiparabile ad un lipocromico ad occhio rosso. Tutti i disegni melanici vengono eliminati e quindi: Testa: Maschera rossa aranciata (per mancanza di supporto melanico). Redini bianche, assente il disegno della calotta. Dorso bianco. Il petto è bianco con leggere soffusioni lipocromiche gialle ai lati del non visibile fungo. Il ventre è bianco. Le remiganti sono bianche. Largo specchio giallo con debordazione dello stesso in un lipocromo più diffuso. Sopraccoda bianco. La coda è bianca. Becco carnicino. Zampe, dita e unghie carnicine. Occhi rossi.
Cardellino Giallo Mutazione Autosomica-Dominante. Nel 1989 l’allevatore Tedesco Robert Bender riuscì ad avere un soggetto mutato di provenienza Croata che non destò molto interesse. Successivamente nel 1996 l’allevatore Italiano Massimo Natale, tramite un maschio, riuscì a fissare la mutazione selezionando un ceppo tutto Italiano Mutazione che provoca infiltrazione del colore giallo nel fenotipo del cardellino. Risposta assai diversa al variare della sottospecie adoperata. Il soggetto si presenta velato di giallo su tutto il piumaggio con più evidenza nelle zone normalmente bianche. Tale infiltrazione di lipocromo non deve comunque andare ad inquinare i disegni caratteristici né a debordarli né a modificarli. E’ tollerato solo un leggero allargamento della maschera rossa che comunque non deve debordare all’interno della lunetta sulla nuca che deve diventare di colore giallo
Cardellino Testa Bianca (Wit Kop) Mutazione Autosomica-Recessiva, apparsa nel 1991 in Belgio, tramite l’allevatore Romain Mekers che riuscì a fissarla da un gruppo di soggetti portatori Il soggetto si presenta con la testa bianca e la maschera rossa, senza calotta. Il colore generale dell’uccello si presenta non come quello di un fenotipo classico, ma di tonalità leggermente più chiara nel dorso dovuto ad una mancanza di eumelanina nel sottopiuma. Testa: maschera rosso aranciata (per mancanza del supporto eumelanico) con disegni netti. Redini bianche, disegno della T assente. Sono accettate lievi infiltrazioni lipocromiche nel collare. Dorso di colore bruno freddo, E’ una mutazione di disegno che si Ali: specchio lipocromico alare giallo. evidenzia con la eliminazione del Spalla gialla. Petto: evidenza ridotta del fungo con soffusione disegno nero a T della testa e con lipocromiche gialle. l’esaltazione del lipocromo giallo Becco carnicino sulle spalle Zampe, dita carnicine e unghie scure. Occhi scuri.
Cardellino Testa Bianca GIALLO La mutazione Testa Bianca è Ammessa in sovrapposizione con nessun’altra mutazione delle melanine, tranne l’Agata e la Bruno. Mentre è ammessa in sovrapposizione con una qualunque mutazione del lipocromo (come la Giallo) anche combinata con l’Agata e la Bruno
Cardellino Mascherato (Aminet) Mutazione Recessiva Sesso-Legata, apparsa nel 1996 in Belgio presso l’allevatore: Jan Leppens Lommel Da un gruppo di Cardellini Major di provenienza Ungherese Attualmente lo Standard della Varietà Mascherato del Cardellino non è ufficiale in quanto, nonostante sia stato Deliberato dalla precedente CTN-EFI, non è mai stato ratificato dal CDF-FOI - Becco e zampe carnicine (è tollerata ma non gradita la punta del becco appena melanizzata) - Maschera rosso brillante sostenuta da un adeguato fondo di melanina nera - Redini e croce neri/testa di moro scuro - Guance bianche - Stacco nucale bianco, (è considerato difetto grave di colore Mutazione Allelica all’Agata, traccia di colore rosso arancio all'attaccatura con la croce) rispetto alla quale è recessiva e - Dorso beige alla Lutino, rispetto alla quale - Gola bianca così come il centro del petto, mentre è apprezzabile risulta dominante. Tale varietà l’evidenza di una soffusione melanica di colore beige chiaro che si differenzia bene dalla forma il disegno a fungo del petto. (è tollerata, ma non gradita la mutazione agata perché il presenza di soffusioni gialle sul fungo, mentre è considerato colore di fondo appare più difetto grave l’eventuale infiltrazione di melanina nera). chiaro e tendente al beige - Fianchi, ventre, groppone e codione bianco piuttosto che opportunamente - Ali marrone testa di moro scuro con ampia banda alare giallo grigio così come è richiesto per brillante e candide perle apicali l'agata. - Coda marrone testa di moro scuro con candide perle apicali
Cardellino Mascherato (Aminet) Lo standard FOI al confronto di quello COM La CTN-EFI intende delineare il futuro del collegio di specializzazione con un indirizzo tecnico sostanzialmente allineato con gli Standard e le Regole della COM-OMJ. Standard, denominazioni di mutazioni, motivi di non giudizio, penalizzazioni, pregi e difetti ecc., andrebbero resi uniformi con gli indirizzi della COM-OMJ. Un giudice FOI non deve applicare un diverso metro di giudizio a seconda se si tratti di mostra nazionale o internazionale, affinché mai più si vedano difetti in una mostra di carattere nazionale, considerati però come pregi in una internazionale (vedi standard mutazione Testa Bianca e Mascherato nel Cardellino). Le mutazioni Testa Bianca e Cardellino Agata a Sinistra Mascherato del Cardellino, giusto per fare Mascherato a Destra un esempio, hanno uno standard FOI, disallineato rispetto a quello della COM.
Cardellino: Varietà Mascherato (Aminet) e Varietà Testa Bianca Lo standard FOI al confronto di quello COM La CTN-EFI durante la riunione del 09/06/2018, ha evidenziato tale discrepanza, mettendo in evidenza l’indirizzo selettivo della suddetta varietà Mascherato del Cardellino, tendente ad indirizzare le zone di eumelanina nera fortemente ossidate (quali croce, ali e coda) verso un colore marrone scuro (testa di moro) ritenuto fuorviante per la tipicità della varietà Mascherato che invece dovrebbe assumere un colore Nero fortemente ossidato come peraltro correttamente indicato nello standard della COM (Mutazione Aminet ex-Eumo). Anche lo standard FOI della varietà Testa Bianca del Cardellino, presenta una discrepanza con lo standard COM. Infatti lo Standard FOI, considera Difetti Gravi nel CARDELLINO i seguenti fenotipi: - Croce (disegno della nuca) incompleta o deforme (è richiesta netta, regolare e completa). - Aureola di colore lipocromico (generalmente giallo/arancio) in concomitanza della croce (disegno della nuca) IN PARTICOLARE NEL WHITE-COP. In questa specie l'aureola sotto la croce deve essere bianca nelle specie maggiori o melanizzata di bruno/nocciola nelle specie minori) - Evidente infiltrazione di melanina nera o di lipocromo arancio sul petto (è richiesto un petto limpido dove si possa apprezzare un "fungo di colore nocciola o comunque adeguato alla varietà considerata). - Specchio alare interessato da lipocromo rosso (deve essere assolutamente giallo) Sempre durante la riunione del 09/06/2018 la CTN-EFI ha ritenuto di modificare l’indirizzo selettivo del Cardellino frigoris (major) a fenotipo classico, per renderlo aderente allo standard della COM nel disegno pettorale, accettandolo di colore nocciola (camoscio) intenso, tollerando piccole tracce di melanina nera o di colore giallo.
Cardellino Testa Bianca - Lo standard FOI al confronto di quello COM Nella varietà Testa Bianca, l’aureola (lunetta) dietro la nuca deve continuare a mantenersi di colore più bianco possibile (come peraltro nel fenotipo classico), così come non sono tollerate tracce di melanina sulla testa nelle zone ove nel fenotipo classico è presente il disegno della croce nero, viceversa sono accettate in questa zona della testa, tracce di colore rosso o arancione lungo le flange del casco (ove nel fenotipo classico è presente la croce). Il soggetto di destra risulta eccessivamente inquinato di lipocromo nelle zone delle guance che devono rimanere bianche
I colori del Cardellino Euroasiatico Il Cardellino è considerato un uccello a fattore Giallo quindi in linea di massima in ibridazione non andrebbe colorato, ma allorquando viene ad essere ibridato con un'altra specie a fattore Rosso per esempio con il: Cardinalino del Venezuela (Spinus cucullata) oppure con il Carpodaco Messicano (Haemorhous mexicanus) in questi casi è ammessa la colorazione artificiale rossa. Il ROSSO della maschera contiene gli stessi carotenoidi gialli delle remiganti; la differenza di colore è dovuta al particolare legame tra cheratina e carotenoide che sposta il colore di quest’ultimo verso il rosso
I colori del Cardellino Euroasiatico I colori negli animali possono avere origine STRUTTURALE (Schemocromo) dovuti a Fenomeni Fisici oppure possono essere generati da PIGMENTI dovuti a Fenomeni Chimici. I PIGMENTI a loro volto possono avere natura ESOGENA (derivati direttamente o indirettamente da piante o animali utilizzati come cibo) o ENDOGENA (sintetizzati da processi biochimici caratteristici del metabolismo degli animali). In molti casi uno Schemocromo (colore fisico) coesiste con un vero pigmento (colore chimico), con il risultato della produzione di un colore diverso da quello che sarebbe stato fornito dall’uno o dall’altro fattore isolato (il colore Verde del dorso di un Gould è il risultato della sommatoria di un colore FISICO Blù e di un colore CHIMICO carotenoide giallo).
I colori del Cardellino Euroasiatico I Pigmenti responsabili del Colore e del Disegno nel piumaggio hanno origine diverse e si distinguono in: PIGMENTO MELANICO (molecole di struttura chimica poco definita) di natura endogena (derivano dalla ossidazione metabolica dell’aminoacido Tirosina) e si dividono in EUMELANINE (aventi colore che vanno dal bruno, al grigio al nero) ed in FEOMELANINE (di colore marrone chiaro, rosso mattone, giallo sporco). PIGMENTO LIPOCROMICO (Pigmenti con struttura chimica ben definita) responsabili dei colori più caldi e delicati del piumaggio. Il Giallo, l’Arancio, il Rosso, il Verde, il Viola sono dovuti alla presenza di queste sostanze che a loro volta si dividono in due grandi categorie: le PSITTACOFULVINE (molecole che dipingono il piumaggio dei pappagalli) e i CAROTENOIDI (piccole molecole colorate che vengono ingerite con il cibo e utilizzate per la produzione del colore del piumaggio nella maggior parte degli uccelli). In natura sono stati isolati più di 600 CAROTENOIDI diversi, si trovano nel mondo vegetale ed animale, ma che soltanto le specie vegetali sono in grado di sintetizzare. Infatti gli uccelli non sono capaci di fabbricarsi i CAROTENOIDI e pertanto devono assorbirli con il cibo.
Il PIGMENTO I CAROTENOIDI ingeriti con la dieta possono seguire due strade: 1) Essere assorbiti direttamente nel piumaggio senza subire modifiche strutturali 2) Subire delle trasformazioni metaboliche prima del loro assorbimento definitivo, comportando a volte pure un cambiamento di colore rispetto al CAROTENOIDE ingerito. Tale meccanismo è complesso e diversificato. E’ specifico della specie e spesso nell’ambito della stessa specie dipende dal sesso, dall’età, dalla sottospecie, dall’habitat etc..
Il PIGMENTO I principali CAROTENOIDI isolati ed identificati nei lipocromi del piumaggio possono essere divisi in due classi cromatiche: 1) I CAROTENOIDI di colore GIALLO e/o GIALLO ARANCIO. Appartengono a questo gruppo la LUTEINA e la ZEAXANTINA che in alcune specie (RIGOGOLO e CINCIALLEGRA) passano dalla dieta al piumaggio senza subire modifiche strutturali. 2) I CAROTENOIDI di colore dall’ARANCIO SCURO al VIOLETTO. Appartengono a questo gruppo i Carotenoidi che derivano da un profondo processo di ossidazione delle molecole ingerite con l’alimentazione, l’ECHINONE (Arancio) e la CANTAXANTINA (Rosso) derivano dalla trasformazione biologica del b-Carotene (nonostante molto abbondante nella dieta, non ha i requisiti strutturali per legarsi alla cheratina e pertanto viene trattenuto nel piumaggio soltanto in minima parte e non contribuisce direttamente alla pigmentazione) e sono i principali componenti dei lipocromi negli uccelli come i Fenicotteri e l’Ibis Rosso. L’a- doradexantina (Rosso) e il papilioeritrinone (Rosso) si formano per ossidazione della Luteina, e l’astaxantina (Rosso Rosato) per ossidazione della Zeaxantina.
Colori Pigmentari (fenomeno chimico). La colorazione IL Pigmento Chimico Gialla può derivare dai Carotenoidi (pigmenti biologici di colore variabile tra il Giallo e il Rosso) assunti con la dieta e del Cardellino EuroAsiatico assorbiti come tali direttamente nel piumaggio (i più diffusi sono la Luteina e la Zeaxantina ingerite attraverso diete vegetali ed animali). Ma il Giallo può essere dovuto ai loro prodotti di trasformazione metabolica (tra i Gialli di Ossidazione ci sono le Xantofille del Canarino che derivano molto probabilmente dalla Luteina che subisce l’Ossidazione di uno o due gruppi Idrossilici). La dieta dei Cardellini è molto ricca di luteina e zeaxantina, ma che non vengono assorbite come tali se non in minima parte. I Cardellini come tanti altri Fringillidi hanno la capacità di trasformare le due molecole di luteina e zeaxantina in «e,e-carotenoidi» a vari livelli di ossidazione, le così dette Xantofille del Canarino. Soltanto dopo questa trasformazione metabolica avviene l’assorbimento nel piumaggio. Sia nelle remiganti che nelle piume della maschera, il carotenoide più abbondante è la Xantofilla del Canarino B. Nella maschera rossa sono presenti inoltre le Xantofille del Canarino C e D. Il Cardellino rappresenta un brillante esempio di come uno stesso carotenoide può portare a colori differenti nel fenotipo. In sostanza analizzando la composizione molecolare del Giallo nella banda alare e del Rosso nella maschera, si nota che è praticamente identica. Varia soltanto la concentrazione del pigmento ed il modo di interazione con la cheratina della barbula.
I colori Strutturali Colori Strutturali (Schemocromo) fenomeno fisico dovuto alla riflessione della radiazione elettromagnetica. La particolare struttura della penna è responsabile del fenomeno fisico. Il colore non è una caratteristica INTRINSECA DEGLI OGGETTI che ci circondano. Potremmo tranquillamente dire che i colori non esistono. Non è corretto dire che il pomodoro è ROSSO, ma che ci appare Rosso. In un ambiente al buio, pur continuando ad esistere le cose intorno a noi, non vediamo nessun colore. I colori in realtà non sono altro che lunghezze d’onda che vengono percepiti dai fotoricettori centrali del nostro occhio (i coni), trasformati in segnali bioelettrici, inviati al cervello che si occupa di tradurli e interpretarli per fornirceli così come noi li vediamo (e crediamo che siano). Sappiamo pure che i colori che percepiamo non sono gli stessi che percepisce il nostro vicino! Così come i colori non si presentano in egual modo ad altri esseri viventi a noi vicini come gli Uccelli, il gatto o il cane. Possiamo pure affermare che gli oggetti che ci circondano ed anche i nostri amati Uccellini, non sono colorati. I colori che vediamo nella realtà non sono altro che lunghezze d’onda riflesse e non assorbite.
I colori Strutturali Una luce proiettata su un oggetto potrà essere totalmente riflessa e il nostro occhio percepirà la tonalità bianca; oppure potrà non essere riflessa per nulla, e allora percepiremo il nero. In condizioni intermedie un oggetto assorbirà determinate lunghezze d’onda riflettendone altre, e quello che noi percepiremo sarà il colore che l’oggetto avrà rifiutato e respinto. Gli Uccelli non sono colorati. Sono composti da piume e penne il cui contenuto chimico è capace di assorbire e riflettere delle onde elettromagnetiche. Sappiamo pure che, tanta più energia sono capaci di assorbire e tanto più accumuleranno calore. In effetti, le lunghezze d’onda che compongono la luce sono energia. Se assorbite da un uccello o da un oggetto o da un indumento, l’energia visiva si trasforma in energia termica e quindi in calore. Il nero è il “colore” che assorbe più calore in assoluto, il bianco è il più fresco
I colori Strutturali Percepiamo un oggetto di colore giallo perché quando viene colpito da luce bianca, riflette le frequenze che compongono il giallo e assorbe le altre. Dal disegno riportato si nota che il giallo è formato dal verde+rosso mentre è assente il blu. Un oggetto giallo quindi assorbe il blu e riflette il Rosso ed il Verde
La visione del colore è un fenomeno complesso I colori Strutturali nel quale intervengono molti fattori quali: la luce, le relazioni occhio/cervello, le interazioni di "assorbimento e riflessione" e "rifrazione" (legate alla struttura e alla diversa composizione chimica della materia) e anche fattori genetici, che possono influire sulla maggiore o minore ricchezza di sensazioni cromatiche percepibili da una persona. Il colore è il complesso risultato dell'effetto della luce sul sistema percettivo. Senza Luce, per l’occhio umano, non esisterebbe il COLORE. Quando un corpo viene illuminato da una sorgente luminosa, non tutta la luce incidente sul corpo viene riflessa, parte di questa viene assorbita. Il colore degli oggetti colpiti dalla luce è quello della luce che riflettono, cioè quella parte di colore che non hanno assorbito. I corpi neri assorbono tutte le radiazioni luminose. I corpi bianchi diffondono tutte le radiazioni luminose. Rosso, Verde e Blu sono i colori fondamentali, dalla loro fusione otteniamo il Bianco.
I colori Strutturali Facendo passare un fascio di luce bianca attraverso un prisma di vetro a base triangolare si verifica il fenomeno della dispersione: la luce bianca si scompone nei sei colori dell’arcobaleno (non sette come ipotizzato inizialmente da Newton) spettro della luce
I colori Strutturali Passando attraverso il Prisma la luce subisce una doppia rifrazione (dall’aria al vetro e viceversa). La luce di ogni colore viene deviata in modo diverso. Il Rosso è il colore deviato in misura minore. Il Violetto è quello deviato in misura maggiore. Si può quindi ammettere che la luce bianca è POLICROMATICA (formata dai sei colori dell’ARCOBALENO). Ad ogni colore è associata un’onda. La luce è una radiazione elettromagnetica: è un'onda che si propaga nello spazio ad altissima velocità. La velocità della luce è pari a circa 300.000 Km/sec.
I colori Strutturali Le tre caratteristiche principali di una onda sono: la lunghezza d’onda, l’ampiezza e la frequenza. La lunghezza d'onda è la distanza tra due creste successive, mentre l'ampiezza è la distanza tra una cresta ed il piano mediano che interseca l'onda; la frequenza, infine, è la quantità di oscillazioni che l'onda compie nell'unità di tempo (si misura in Hertz, oscillazioni al secondo). La frequenza è inversamente proporzionale alla lunghezza d'onda: minore è la lunghezza d'onda maggiore è la frequenza, e viceversa. La lunghezza d'onda delle radiazioni luminose é molto piccola ed è espressa in nanometri (10-9 metri). Ai fini della visione dei colori, l'ampiezza dell'onda influisce sull'intensità luminosa percepita dal cervello, mentre la lunghezza dell'onda influenza sulla tonalità del colore percepito. Un'onda elettromagnetica di lunghezza compresa tra i 620 e i 750 nanometri (nm) viene percepita dal cervello di una persona con capacità visiva normale, come colore rosso.
I colori Strutturali Non tutte le onde elettromagnetiche sono visibili ma solo una piccolissima porzione di esse appartiene allo spettro visibile, cioè all'insieme delle lunghezze d'onda a cui l'occhio umano è sensibile e che sono alla base della percezione dei colori. Lo spettro del visibile umano si colloca tra i 380 e i 780 nanometri: alla lunghezza d'onda minore corrisponde la gamma cromatica del Blu-Violetto, a quella maggiore corrisponde invece la gamma dei Rossi. I colori percepibili partono dal violetto, con una lunghezza d’onda pari a 380/450 nm, si passa al blu (450/495 nm), al verde (495/570), al giallo (570/590 nm) all’arancione (590/620 nm), per finire al rosso (620/750 nm).
I colori Strutturali I colori percepibili partono dal violetto, con una lunghezza d’onda pari a 380/450 nm, si passa al blu (450/495 nm), al verde (495/570), al giallo (570/590 nm) all’arancione (590/620 nm), per finire al rosso (620/750 nm).
I colori Strutturali Oltre ai colori visibili, lo spettro elettromagnetico comprende anche onde elettromagnetiche che i nostri occhi non possono vedere: Le Onde Radio: si trovano ad un’estremità dello spettro elettromagnetico (sopra la gamma dei Rossi). Hanno lunghezza d’onda pari ad 1-10 m. Sono utilizzate nelle comunicazioni radiofoniche, televisive e nei cellulari. Le microonde: Sono onde radio di cortissima lunghezza d’onda 1/100 m (sopra la gamma dei Rossi), utilizzate in cucina negli appositi forni a microonde.
I colori Strutturali La radiazione infrarossa: sono radiazioni termiche, cioè calore emesso sotto forma di onde da tutti i corpi caldi che hanno una temperatura maggiore di quella dell’ambiente in cui si trovano. Sono utilizzati anche sotto forma di lampade per scaldare i pulcini appena nati. Hanno lunghezza d’onda pari ad 1/10.000 m (sopra la gamma dei Rossi). La radiazione ultravioletta: è quella parte di radiazione emessa dal Sole che ci fa abbronzare. I raggi UV sono trattenuti dallo strato dell’ozono atmosferico. Questi hanno una lunghezza d’onda = 1/100000000 m (sotto la gamma dei Violetti). I Raggi X: su metalli bersaglio sono usati per scopi medici nelle radiografie poiché riescono ad attraversare tessuti a bassa densità ma non quelli ad alta densità come le ossa. Hanno una lunghezza d’onda pari ad 1/10000000000 m (sotto la gamma dei Violetti). I Raggi Gamma: Si trovano all’estremità dello spettro elettromagnetico (sotto la gamma dei Violetti). Sono emessi da sostanze radioattive e sono molto penetranti, dannosi per gli esseri viventi. Sono usati nel trattamento medico dei tumori e per sterilizzare gli strumenti medici. Hanno una lunghezza d’onda pari ad 1/1000000000000 m
I colori Strutturali
I colori Strutturali Quando la luce colpisce un oggetto essa può subire una RIFLESSIONE (rimbalza sul corpo e torna indietro), oppure può subire una RIFRAZIONE (attraversa il corpo e viene deviata), o infine può subire un ASSORBIMENTO (viene assorbita dal corpo). Le quantità di luce assorbita e di luce riflessa dipendono dal materiale di cui sono fatti (anche dal livello di finitura della superficie colpita) e dalla lunghezza d'onda. Ai fini della determinazione del colore da parte di un osservatore umano, l'elemento principale da tenere presente è la curva di riflessione propria della superficie interposta. Il colore visibile di una qualsiasi superficie dipende infatti dal potere di quella superficie di assorbire una parte della luce ricevuta dall'ambiente e di rimandarne verso l'osservatore la parte non assorbita sotto forma di luce riflessa. Un oggetto Rosso avrà ad esempio uno spettro di riflessione con un picco nella zona delle lunghezze d'onda lunghe.
Riassumendo, se alcune lunghezze d'onda I colori Strutturali dello spettro visibile sono più assorbite di altre, l'oggetto ci appare colorato: se assorbe tutte le onde tranne una, risulta del colore corrispondente a quella radiazione: se non assorbe il rosso, risulta rosso, ecc.; se riflette tutte le onde luminose appare bianco (bianco = somma di tutti i colori); se assorbe tutte le onde, senza restituirle ai nostri occhi, viene percepito come nero (assenza di colori). Il colore dei corpi trasparenti dipende dal colore del raggio luminoso che essi lasciano passare. Se ad esempio vediamo un vetro di colore Blu vuol dire che solamente il raggio luminoso di colore blu è riuscito a passare. Se il vetro ci appare incolore vuol dire che esso lascia passare tutti i tipi di raggi luminosi. Alcuni artisti definiscono il bianco e il nero “non colori” perché il bianco è dato dalla somma di tutti i colori, il nero dall’assenza di colori. Una foglia di colore Verde ci appare tale in quanto i pigmenti presenti nelle piante capaci di assorbire la luce sono principalmente le clorofille “a” e “b” che catturano radiazioni di lunghezza d’onda corrispondenti al rosso-arancione e all’azzurro-violetto. Queste clorofille non assorbono la luce nella parte verde dello spettro, ma la riflettono. E’ questo il motivo per cui le foglie appaiono Verdi ad un essere umano.
I colori Strutturali L’arcobaleno è un fenomeno ottico e meteorologico, che produce uno spettro continuo di luce nel cielo, quando il sole proveniente dalle spalle dell’osservatore si riflette sulle gocce rimaste in sospensione subito dopo un temporale. La sequenza completa dei colori di un arcobaleno, associati alle diverse lunghezze d’onda, procedendo dall’esterno verso l’interno sono: Rosso, Arancione, Giallo, Verde, Azzurro, «Indaco» e Violetto. Quello che noi percepiamo è la conseguenza della dispersione (Rifrazione) dei raggi solari contro le pareti delle goccioline d’acqua sospese nell’aria.
Effetto Tyndall I colori Strutturali L'effetto Tyndall è un fenomeno di diffusione della luce dovuto alla presenza di particelle, di dimensioni comparabili a quelle delle lunghezze d'onda della luce incidente, presenti in sistemi colloidali, nelle sospensioni o nelle emulsioni. In sostanza quando un raggio di luce viene fatto passare attraverso un liquido puro, il suo percorso non è visibile agli occhi di un osservatore posto lateralmente, poiché le particelle in sospensione sono troppo piccole per disperdere la luce che lo attraversa. Mentre nei Molto frequentemente, anche nel recente passato, tale sistemi colloidali le particelle sono di fenomenologia fisica di Diffusione (Rifrazione) della luce, dimensioni abbastanza grandi da è stata usata in maniera inappropriata, per descrivere i disperdere la luce che lo attraversa fenomeni di Riflessione della luce, che generano la rendendolo visibile agli occhi di un percezione di alcuni colori strutturali, quali l’azzurro il Verde osservatore posto lateralmente. ed il Viola, nel Diamante di Gould.
La Tutela della specie – Adempimenti ed Obblighi Problematiche Regionali riguardanti la detenzione e l’allevamento di fauna selvatica ornitica autoctona a scopo amatoriale ed ornamentale In Italia la Norma di riferimento è la Legge 11 febbraio 1992, n. 157, “Norme per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio”. E’ una legge che regolamenta la caccia. All’art.1 (fauna selvatica) comma 3, la norma demanda alle Regioni la competenza ad emanare norme relative alla gestione ed alla tutela di tutte le specie della fauna selvatica, in conformità alle convenzioni internazionali ed alle direttive comunitarie La materia, sul territorio Regionale Siciliano è regolamentata dalla Legge Regionale N°33 del 01/09/1997 e ss.mm.ii. (che prevedeva fra le altre cose all’art.38 che il comparto fosse normato da un disciplinare adottato nel rispetto della Legge Nazionale N°157 dell’11 febbraio 1992) e dal D.A. N°2313 del 30/06/1998 (con il quale è stato adottato il Disciplinare per il rilascio delle Autorizzazioni all’allevamento di fauna a scopo amatoriale ed ornamentale) e dal D.R.S. N°1371 del 22/12/2015 (con il quale sono state apportate modifiche ed integrazioni al citato Disciplinare per adeguarlo alla giurisprudenza vigente e tese allo snellimento delle procedure) per il rilascio delle Autorizzazioni all’allevamento di fauna a scopo amatoriale ed ornamentale, che danno disposizioni circa l’allevamento nonché la riproduzione di fauna selvatica autoctona a scopo amatoriale ed ornamentale.
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