CONTRIBUTI AL DIBATTITO - SEZIONI REGIONALI COMMISSIONI GRUPPI DI STUDIO a cura di: Silvia Viviani - Urbanistica informazioni

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CONTRIBUTI AL DIBATTITO - SEZIONI REGIONALI COMMISSIONI GRUPPI DI STUDIO a cura di: Silvia Viviani - Urbanistica informazioni
CONTRIBUTI AL DIBATTITO
    SEZIONI REGIONALI
      COMMISSIONI
    GRUPPI DI STUDIO
    a cura di: Silvia Viviani
CONTRIBUTI AL DIBATTITO - SEZIONI REGIONALI COMMISSIONI GRUPPI DI STUDIO a cura di: Silvia Viviani - Urbanistica informazioni
Indice

                                                          La città oltre la crisi: risorse, governo, welfare
                                                          Documento congressuale                               pag. 3
                                                          I contributi pre-congressuali
                                                          Silvia Viviani                                       pag. 10

                                                          SEZIONI REGIONALI
                                                          Energia, sostenibilità e pianificazione locale
                                                          INU Emilia Romagna                                   pag. 11
                                                          Città, motore del futuro
                                                          INU Veneto                                           pag. 14
                                                          Verso un nuovo interesse per il governo del territorio
                                                          INU Calabria                                         pag. 17
                                                          Contributo al dibattito congressuale
                                                          INU Lazio                                            pag. 20
                                                          Urbanistica sarda di inizio secolo: gosos e dannos
                                                          INU Sardegna                                         pag. 25
                                                          Contributo al dibattito congressuale
                                                          INU Toscana                                          pag. 30
                                                          Paesaggi urbani contemporanei
                                                          INU Marche                                           pag. 35
                                                          Urbanistica e risorse per la città
                                                          INU Umbria                                           pag. 38

                                                          COMMISSIONI
                                                          Paesaggio per città intelligenti
                                                          Commissione Paesaggio                                pag. 41
                                                          Temi e obiettivi per il Congresso
                                                          Commissione Politiche infrastrutturali               pag. 44
                                                          Attività e iniziative
XXVII CONGRESSO INU                                       Commissione Partecipazione                           pag. 46
Livorno 2011
                                                          GRUPPI DI LAVORO
                                                          Concorrere mettendo a sistema, semplificare mettendo in
                                                          contatto: sull’adeguatezza nel governo del territorio.
CONTRIBUTI AL DIBATTITO:                                  Pianificazione provinciale                           pag. 48
SEZIONI REGIONALI                                         Nuovi spunti di approfondimento per la VAS: oltre la
COMMISSIONI                                               procedura, i contenuti
GRUPPI DI STUDIO
                                                          La proposta INU per una procedura di VAS più snella per
a cura di: Silvia Viviani                                 una pianificazione efficace
                                                          VAS                                                  pag. 51
                                                          L’edilizia residenziale sociale nella pianificazione urbani-
                                                          stica
                                                          Città contemporanea
ISBN 978-88-7603-053-6                                    Edilizia residenziale sociale                        pag. 55
Editore: INU edizioni • piazza Farnese, 44 • 00186 Roma   Governare il rischio
                                                          Vulnerabilità sismica urbana                         pag. 59
Stampa: GGE srl • Roma                                    Territori della diffusione: Marche, Toscana e Veneto
                                                          Città diffusa                                        pag. 61
Finito di stampare aprile 2011
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XXVII CONGRESSO INU

La città oltre la crisi:
risorse, governo, welfare
Documento congressuale
L’Italia sta vivendo oggi una crisi economica particolarmente         caci politiche di governo del territorio, basate su strategie di-
acuta, insieme a un evidente peggioramento delle condizioni           verse dalle consuete pratiche di valorizzazione del territorio
delle città, nell’ambito del più generale processo di metropo-        non più sostenibili. Si prospetta quindi una quarta genera-
lizzazione che esse stanno vivendo. Questa doppia dinamica            zione dell’urbanistica italiana, caratterizzata da una strategia
recessiva va quindi risolta congiuntamente, affrontando il            tanto chiara, quanto difficile da mettere in atto, soprattutto
problema delle risorse con cui garantire la costruzione della         per le ingenti risorse alle quali deve fare riferimento, oltre
“città pubblica” e, in generale, la qualità e la sostenibilità del-   che per gli strumenti necessari. Il piano appare ancora come
la città. L’attuale riduzione delle risorse necessarie e la loro      lo strumento fondamentale anche se non esclusivo, mentre
probabile ulteriore contrazione nel dopo crisi, rappresenta           la sua riforma proposta dall’INU nel 1995 è ancora oggi la
dunque la problematica principale che l’INU mette al cen-             più efficace. Tuttavia, gli obiettivi della città sostenibile e del
tro del proprio XXVII Congresso.                                      controllo della metropolizzazione non saranno raggiunti
                                                                      senza il contributo determinante di alcune leggi di politica
La riduzione degli investimenti pubblici nelle infrastrutture         urbanistica di competenza statale: lo sviluppo della mobilità
e la tendenza alla loro concentrazione nei poli metropoli-            di massa per le città, il contenimento del consumo di suolo,
tani e lungo le principali dorsali di collegamento europee,           la stabilità e l’equilibrio idrogeologico del suolo, un adegua-
determinano un progressivo peggioramento delle prestazio-             to programma di edilizia residenziale sociale.
ni territoriali delle aree della metropolizzazione, che non si
traduce solo in un più generale degrado delle condizioni di           L’INU richiama, inoltre, l’attenzione su due temi generali
vita della popolazione, ma comporta un’ulteriore perdita di           da approfondire che precedono ogni altro ambito di riflessio-
competitività delle imprese che operano in questi contesti.           ne: la necessità di affrontare la rendita fondiaria nelle nuove
Al contrario, una strategia di uscita dalla crisi basata sullo        forme con cui oggi si presenta e l’adeguamento dell’assetto
sviluppo della green economy prefigura un differente para-            istituzionale alle trasformazioni territoriali avvenute. Per
digma, nel quale le politiche di promozione dello sviluppo            quanto riguarda la rendita, la proposta è di garantirne la ri-
e quelle che puntano ad un diverso ordine urbano possono              distribuzione sociale con una specifica normativa, conside-
realizzare fertili e inattese sinergie. In questa prospettiva, le     randola una risorsa in quanto componente fondamentale del
politiche per il contenimento del consumo di suolo conqui-            surplus generato dall’economia urbana; mentre per quanto
stano una valenza strategica, mentre una maggiore sobrietà            riguarda l’assetto istituzionale, fondamentale per restituire
dei processi di urbanizzazione o la tendenza a ricompattare           competitività al sistema urbano, la prospettiva è quella di
la trama urbana esistente non sembrano destinate a contrap-           una sua organica riorganizzazione, modellandolo sulla di-
porsi frontalmente ai ritmi di una crescita dettata in preva-         mensione della metropolizzazione e comunque sull’assetto
lenza dall’attuale processo di formazione e acquisizione della        reale oggi esistente, anche per dare maggiore efficacia al nuo-
rendita, ma possono far leva su un sistema di valori assai più        vo sistema di pianificazione.
bilanciato e inclusivo. Si può così fare strada una coalizione
di interessi in grado di legare insieme gli obiettivi, spesso con-    Quanto ai tre ambiti di riflessione, essi riguardano le risorse
trapposti, dei produttori della ricchezza nazionale e degli at-       necessarie per il governo del territorio nella situazione che
tori delle trasformazioni urbane, in modo tale che su un nuo-         si creerà dopo la crisi, i decisori e il modello di governo, gli
vo e più equilibrato modello insediativo possano misurarsi            utenti senza welfare.
significative proposte territoriali finalizzate a contrastare la
spinta verso un’ulteriore dilatazione degli insediamenti.             Per quanto riguarda il primo ambito di riflessione, si sottoli-
                                                                      nea la necessità che gli strumenti di pianificazione si facciano
Una parte molto estesa del territorio italiano ha conosciuto          carico di questioni rilevanti quali la riduzione degli sprechi,
gli effetti traumatici di dinamiche urbane che la nostra cultu-       l’efficienza nell’uso delle risorse, una maggiore sobrietà nei
ra tecnica e amministrativa non ha saputo governare. Tali di-         progetti urbani e infrastrutturali, il coinvolgimento di nuovi
namiche, dopo aver favorito un consumo dissennato di risor-           soggetti, la sperimentazione di forme di collaborazione tra
se non riproducibili, possono trasformarsi in un laboratorio          soggetti e interessi differenti, la prefigurazione di abitudini e
in cui sperimentare un nuovo modo di produzione, nel quale            stili di vita improntati ad un uso più consapevole e responsa-
la tensione verso forme insediative “a emissione zero” è tale         bile del proprio territorio. Per il secondo ambito, si eviden-
da alimentare rilevanti programmi di sostituzione edilizia e          ziano le difficoltà che un progetto riformista ha incontrato
di riorganizzazione delle reti infrastrutturali. Il progetto di       in assenza di una riforma statale sui temi della fiscalità, dei
una città sostenibile deve dunque affrancarsi dal marchio di          regimi proprietari, delle prestazioni minime, dell’assetto isti-
un’utopia irrealizzabile per coniugare concretamente il dise-         tuzionale federativo, difficoltà che hanno prodotto una stasi
gno di una nuova forma urbana con le principali articolazio-          nella produzione legislativa delle Regioni, determinando un
ni del benessere ambientale. Lo stesso legame già evidenziato         sistema che ha ridotto le responsabilità frazionandole, senza
tra crisi economica e crisi urbana deve essere infranto da effi-      verificarne l’adeguatezza né la autonomia delle singole com-          3
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XXVII CONGRESSO INU

    ponenti decisionali. Infine per quanto riguarda il terzo ambi-      le criticità manifestate dal sistema economico e quelle rela-
    to di riflessione, vengono evidenziate le conseguenze dell’ef-      tive al nostro modello insediativo. Emerge con evidenza il
    fetto congiunto della diffusione insediativa e dei tagli operati    problema delle risorse con cui contrastare l’insostenibilità e
    nella pubblica amministrazione e nel sistema del welfare, con       garantire la qualità della città italiana, un problema aggrava-
    il progressivo “avvitamento” della crisi dell’occupazione e         to dalla crisi economica che ha ridotto le disponibilità mar-
    dell’economia urbana che rischia di minare in profondità il         ginali della crescita e, contemporaneamente, ha spinto la po-
    ruolo stesso delle città a livello nazionale e internazionale.      litica verso una riduzione della spesa pubblica. La riduzione
                                                                        delle risorse utilizzate nel governo del territorio e lo scenario
    Per ciascun ambito di riflessione sono indicate, a titolo esem-     di ulteriore contrazione che sembra delinearsi nel dopo cri-
    plificativo, alcune linee di approfondimento da sviluppare          si, sono le problematiche fondamentali che l’INU intende
    nell’ambito della discussione congressuale.                         mettere al centro del proprio XXVII Congresso, consapevo-
                                                                        le che le soluzioni non saranno di natura congiunturale, ma
    1. Crisi economica e crisi urbana                                   tali da prefigurare una radicale prospettiva di cambiamento.
    il nostro Paese sta vivendo oggi una crisi economica partico-
    larmente acuta, insieme a un drastico peggioramento delle           2. Verso l’affermazione di un nuovo paradigma insediativo
    condizioni insediative offerte dalle nostre città e dal nostro      Negli anni dell’esposizione crescente dei mercati locali alla
    territorio. Per quanto marcate siano le differenze che questi       competizione internazionale il ritardo maturato dalla arma-
    fenomeni evidenziano (il declino della nostra economia è            tura urbana e dalle principali infrastrutture non costituisce
    iniziato almeno dieci anni fa, mentre il settore immobiliare,       più solamente un fattore di arretratezza civile e sociale, ma si
    che maggiormente riguarda la crescita urbana, ha registrato         trasferisce inevitabilmente sui costi produttivi sostenuti dalle
    andamenti largamente positivi almeno fino al 2008) non si           imprese. Una siffatta lettura sembra confermata dalle scelte
    può dimenticare che nemmeno nel periodo economico più               operate tra il 2007 e il 2010 in materia di investimenti in ope-
    favorevole la struttura urbana e l’organizzazione del territo-      re pubbliche (- 21%), che nel testimoniare la preoccupazione
    rio hanno saputo dotarsi di istituti più moderni e di dota-         del nostro Governo per la stabilità dei nostri conti pubblici
    zioni territoriali più avanzate, in grado di mantenere il passo     hanno tuttavia comportato la rinuncia a varare quelle misure
    degli altri Paesi europei.                                          anticicliche adottate da altri Paesi europei con effetti positivi
                                                                        per l’occupazione e per il sistema delle imprese.
    Tutto ciò nell’ambito del grande cambiamento che la città
    contemporanea ha registrato in questa fase di metropoliz-           Si deve inoltre a questa linea di rigore se l’impulso alla polve-
    zazione: la città, in Italia come in Europa e nel mondo è il        rizzazione che è stato fortemente sospinto in questi anni dal-
    luogo dove la maggioranza della popolazione vuole vivere,           lo sprawl urbano e che rappresenta l’immagine speculare di
    dove si concentrano i migranti, dove nuovi abitanti sperano         una struttura produttiva sempre più orientata alla frammen-
    di trovare una casa, un lavoro, una vita migliore. Dopo la bre-     tazione, subisce inevitabilmente gli effetti di questa tendenza
    ve crisi conseguente alla fase più acuta delle trasformazioni       preoccupante al disinvestimento, che sembra coronare una
    economiche e produttive nella parte finale del XX secolo,           prolungata tendenza a concentrare gli interventi infrastrut-
    la città contemporanea italiana ha ricominciato a crescere          turali nei poli metropolitani e lungo le principali dorsali di
    con grande intensità, superiore per occupazione territoriale        collegamento con la rete europea. Ne consegue che il pro-
    anche a quella della fase dell’espansione urbana, un processo       gressivo peggioramento delle prestazioni territoriali offerte
    che è stato rallentato solo negli ultimi anni dagli effetti della   dalle aree della dispersione non si traduce solo in un più ge-
    crisi economica. D’altronde, non si può dimenticare che le          nerale degrado delle condizioni di vita della popolazione, ma
    città accolgono oggi il 50% della popolazione mondiale (un          comporta un’ulteriore perdita di competitività delle imprese
    dato in continua crescita) e consumano il 75% delle risorse         che operano in questi contesti.
    dell’intero pianeta: le città pongono quindi un sostanziale
    problema di sostenibilità, la cui soluzione rappresenta la sfi-     Nel più generale favore che ha accompagnato la presentazio-
    da principale da affrontare, insieme alla necessità di assicura-    ne delle tesi che associano la ricerca di una strategia di uscita
    re condizioni di vita (e quindi di qualità della città) accetta-    dalla crisi a un consistente sviluppo della green economy non
    bili per la popolazione urbana.                                     è difficile cogliere alcune implicazioni territoriali e specifica-
                                                                        tamente urbanistiche di qualche interesse. Basti pensare che
    In Italia, la crisi economica e la crisi urbana, pur seguendo       la prefigurazione di nuove frontiere nel campo del risparmio
    logiche talvolta contrapposte, sembrano, comunque, il pro-          energetico o della lotta all’inquinamento non rappresenta
    dotto di uno stesso e più generale declino e di un modello di       soltanto un disegno di lungo periodo, in grado cioè di orien-
    sviluppo diventato sempre più insostenibile; sembra quindi          tare i processi di globalizzazione verso obiettivi più sosteni-
    giusto affidare l’obiettivo di contrastare questa dinamica re-      bili, ma punta a definire un differente paradigma, nel quale le
4   cessiva ad una azione comune, che affronti congiuntamente           politiche di promozione dello sviluppo, e quelle che puntano
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invece ad un diverso ordine urbano, possono realizzare fertili         sperimentare un nuovo modo di produzione, nel quale la
e inattese sinergie.                                                   tensione verso forme insediative “a emissione zero” è tale da
                                                                       alimentare ambiziosi programmi di sostituzione edilizia e di
In questa prospettiva, le politiche per il contenimento del            riorganizzazione delle reti infrastrutturali, tali da favorire la
consumo di suolo possono sfuggire a una discussione specia-            riconversione del nostro apparato produttivo e, più in gene-
listica sul corretto uso delle risorse o sul tradizionale conflitto    rale, di promuovere la modernizzazione della cultura tecnica
tra impieghi agricoli e urbani del territorio, per conquistare         e della società.
una valenza strategica: una maggiore sobrietà dei processi di
urbanizzazione o la tendenza a ricompattare la trama urba-             E’ altresì evidente che se il progetto di una città sostenibile
na esistente non sembrano destinate a contrapporsi frontal-            in grado di produrre più energia di quanto ne consumi, deve
mente ai ritmi di una crescita dettata in prevalenza dall’at-          affrancarsi dal marchio di un’utopia irrealizzabile per coniu-
tuale processo di formazione e acquisizione della rendita, ma          gare concretamente il disegno di una nuova forma urbana
possono far leva su un sistema di valori assai più bilanciato e        con le principali articolazioni del benessere ambientale: dal
inclusivo.                                                             potenziamento e razionalizzazione del sistema della mobilità
                                                                       e del trasporto pubblico al trattamento più efficiente dei ri-
In questo modo può farsi strada una coalizione di interessi            fiuti, dal risparmio dell’energia e delle risorse idriche alla rea-
in grado di legare insieme gli obiettivi, troppo spesso con-           lizzazione di corridoi verdi. Lo stesso legame già evidenziato
fliggenti, dei produttori della ricchezza nazionale e degli            tra crisi economica e crisi urbana può e deve essere infranto
attori delle trasformazioni urbane, in modo tale che su un             da efficaci politiche di governo del territorio. Sono tuttavia
nuovo e più equilibrato modello insediativo possa misurarsi            necessarie strategie diverse dalle consuete pratiche di valoriz-
la concretezza di significative proposte territoriali finalizzate      zazione del territorio non più sostenibili, che promuovano,
a contrastare la spinta verso una ulteriore dilatazione degli          in alternativa, l’adozione di politiche urbane finalizzate a
insediamenti.                                                          invertire la tendenza alla riduzione degli investimenti nelle
                                                                       dotazioni urbanistiche e territoriali.
3. Quali contenuti per le politiche urbane
Alcuni recenti studi sul consumo di suolo, evidenziano il              Si prospetta quindi una quarta generazione dell’urbanistica
condizionamento della impostazione ideologica adottata                 italiana, caratterizzata da una strategia tanto chiara, quanto
sulla qualità dei risultati ottenuti e, al tempo stesso, la diffi-     difficile da mettere in atto, soprattutto per le ingenti risorse
coltà a sistematizzare comportamenti insediativi che, soprat-          alle quali deve fare riferimento, per ridurre la distanza tra il
tutto negli interstizi della città diffusa, si rivelano di difficile   nostro Paese e il resto dell’Europa. A questo proposito bi-
classificazione. Ma per quanto le cifre utilizzate per descrive-       sogna porsi il problema fondamentale su quali possano es-
re il consumo di suolo possano apparire discutibili, è difficile       sere gli strumenti e le risorse sulle quali basare un rinnovato
negare che una parte molto estesa del territorio italiano ha           governo del territorio. Per quanto riguarda gli strumenti,
conosciuto gli effetti traumatici (alterazione e talvolta can-         l’approccio in termini di piano appare ancora fondamentale
cellazione dei paesaggi storici, annullamento della identità           anche se non esclusivo e la riforma del modello di pianifica-
urbana, grave squilibrio del bilancio energetico, ecc.) di di-         zione proposta dall’INU nel 1995 risulta ancora oggi la più
namiche urbane che la nostra cultura tecnica e amministra-             efficace; essa deve però essere da un lato completata con la
tiva non ha saputo governare. E se il cosiddetto “piano casa”          legge statale sui principi fondamentali, mentre dall’altro lato
promosso dal Governo e la legislazione regionale che ne è              il modello proposto deve essere meglio realizzato a livello
conseguita non hanno determinato finora le conseguenze                 regionale, liberandolo da ogni condizionamento del passa-
traumatiche che molti avevano paventato, ciò rappresenta               to. L’obiettivo della città sostenibile e quello del contestuale
probabilmente la conseguenza preterintenzionale del corto-             controllo della metropolizzazione del territorio non potran-
circuito che si è stabilito tra le nuove norme e deregolatrici e       no tuttavia essere raggiunti senza alcune leggi di politica
una congiuntura particolarmente sfavorevole per gli investi-           urbanistica di competenza statale che devono diventare una
menti immobiliari.                                                     rivendicazione dell’INU per i prossimi anni: ci si riferisce, in
                                                                       particolare, alla mobilità di massa sostenibile per la città e il
Privilegiando questo punto di vista si può dunque ritenere             territorio, al contenimento del consumo di suolo, alla stabi-
che non solo la crisi economica che ha investito i mercati             lità ed all’equilibrio idrogeologico del suolo, ai nuovi diritti
mondiali, ma anche il cambiamento climatico causato dalla              di cittadinanza tra i quali preminente quello all’abitazione
precedente e prolungata fase di crescita, potranno costituire          sociale. Quanto alle risorse, il nuovo sistema di fiscalità lo-
al tempo stesso una minaccia e un’opportunità per le nostre            cale in corso di definizione con la riforma federalista dovrà
città e la nostra economia. Le dinamiche urbane più recen-             affrontare oltre al funzionamento delle amministrazioni e
ti, dopo aver favorito un consumo dissennato di risorse non            l’attuazione delle stesse leggi regionali di governo del terri-
riproducibili, possono trasformarsi in un laboratorio in cui           torio, anche le questioni strutturali delle trasformazioni ter-       5
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    ritoriali: da questo punto di vista, appare necessario allargare     La rendita fondiaria e la sua totale privatizzazione sono stati
    anche alla rendita fondiaria le politiche fiscali, con l’obietti-    i più pesanti fattori distorcenti le trasformazioni territoria-
    vo primario della sua ridistribuzione sociale.                       li dell’Italia moderna e contemporanea e il motore del re-
                                                                         gime immobiliare. Pur essendo valutata negativamente dai
    Quanto al modello di valutazione ambientale, l’INU ritiene           principi dell’economia liberale, la concreta applicazione
    che lo stesso debba essere pienamente integrato nella piani-         più o meno liberista dell’economia capitalista italiana non
    ficazione, che diventa sistema di eccellenza per la per pro-         ha mai voluto attuare un controllo reale dei meccanismi di
    mozione della sostenibilità complessiva delle trasformazioni.        formazione e, soprattutto, di acquisizione della rendita stes-
    L’endoprocedimentalità della VAS, codificata nella proposta          sa. Dopo il ritiro della riforma Sullo nel 1963, che attraverso
    INU di emendamento al TU sull’ambiente, che già nel 2009             l’esproprio preventivo annullava sostanzialmente la rendita
    anticipava quanto sancito dalla recente sentenza del Consi-          assoluta, cioè quella componente fondamentale della rendita
    glio di Stato n. 133/2011, si rende sempre più necessaria per        che si formava nelle aree di attesa dell’espansione urbana an-
    conferire maggiore certezza alla pianificazione e rendere la         che se non rese formalmente edificabili dalle scelte di piano,
    VAS un elemento di snellimento delle procedure, anziché un           nessun Governo ha più affrontato tale questione, ad ecce-
    inutile esercizio di valutazione ex post.                            zione della riforma Bucalossi del 1977, che introducendo il
                                                                         principio della concessione edilizia, intendeva ridistribuire
    4. Le questioni da affrontare nel prossimo Congresso                 socialmente una quota della rendita attraverso i relativi one-
    In questa transizione è necessario che la cultura urbanistica,       ri, troppo esigui però per controbilanciarne il peso effettivo.
    e quindi in primo luogo l’INU, sappiano analizzare in modo           Il controllo della rendita è stato quindi affrontato solo attra-
    critico e autocritico la propria storia più recente e le prossime    verso la pianificazione, che ha utilizzato i limitati strumenti a
    sfide, sottoponendo a revisione anche i traguardi raggiunti in       disposizione: riproporre oggi la massimizzazione delle zone
    campo disciplinare. Più in particolare, il prossimo Congresso        pubbliche per servizi e per insediamenti sociali attraverso
    di Livorno consentirà di mettere a punto nuove proposte e            l’esproprio sarebbe, a parte le evidenti difficoltà di fattibili-
    iniziative con cui affrontare la complessa inversione di ten-        tà, del tutto inutile a causa dei valori raggiunti dalle relative
    denza prima evidenziata, predisponendo un’agenda dei temi            indennità. Va quindi dato atto all’INU agli urbanisti rifor-
    che sembrano in grado di orientare una riflessione finalizzata       misti, di avere cercato di fornire alle Amministrazioni più
    non solo a rinnovare la nostra disciplina, ma anche, e soprat-       impegnate, pur senza strumenti risolutivi, un supporto per
    tutto, a contrastare la crisi urbana con la proposta di una cit-     il governo della rendita urbana, sperimentando nuove forme
    tà più efficiente, più giusta e anche più bella.                     di pianificazione e sollecitando l’innovazione legislativa.

    Il dibattito precongressuale e le iniziative che hanno già ac-       L’assenza di una norma legislativa efficace di controllo della
    compagnato il percorso verso il Congresso si sono articolati         rendita fondiaria ne ha tuttavia spesso legittimato una ge-
    in tre ambiti di riflessione: le risorse necessarie per il governo   stione politica, consentendone colpevoli distorsioni del pro-
    del territorio nella situazione che si creerà dopo la crisi, i de-   cesso decisionale, oltre che delle trasformazioni territoriali.
    cisori e il modello di governo, gli utenti senza welfare.            Tuttavia, in Italia, la messa in discussione di questa straor-
                                                                         dinaria anomalia rappresentata dai meccanismi di formazio-
    Preliminarmente emergono, tuttavia, due temi di grande im-           ne e distribuzione della rendita, è letteralmente scomparsa
    portanza: la rendita fondiaria e le modalità della sua ridistri-     dall’agenda politica, ma anche da quella disciplinare. Oggi
    buzione sociale e l’assetto istituzionale delle nostre città e del   tale messa in discussione va ripresa, anche alle luce delle pro-
    nostro territorio; il primo tema è evidentemente relativo alle       fonde modificazioni che la rendita fondiaria ha nel frattem-
    risorse, mentre il secondo al modello decisionale e di gover-        po subito: nella dimensione della metropolizzazione, infat-
    no. Si tratta di temi che comportano una riflessione di carat-       ti, la rendita assoluta si è dilatata su tutte le aree interessate
    tere interdisciplinare, anche nella definizione degli strumen-       dall’esplosione della città, vuoti e interstizi più o meno ampi
    ti d’intervento, che sollecitano un ampio coinvolgimento di          compresi; una situazione resa ancora più problematica dal
    saperi e di competenze e che quindi chiamano in causa, oltre         venire meno dell’efficacia dell’approccio regolativo - autori-
    agli urbanisti, gli economisti, i sociologi, i geografi, il mon-     tativo nella pianificazione e dall’affermarsi di quello nego-
    do della progettazione e della produzione edilizia, gli esperti      ziale. La rendita oggi si trasforma così da problema da con-
    del settore immobiliare e, ovviamente, gli amministratori e          trastare in opportunità da governare, perché rappresenta il
    i politici. La discussione che s’intende sviluppare non par-         surplus di ricchezza che oggi il territorio offre: se le città de-
    te, evidentemente, da zero e sarà cura dell’INU evidenziare          vono competere con i propri specifici progetti territoriali per
    e sostenere le politiche positive che sono state promosse in         acquisire ogni risorsa disponibile, devono soprattutto gestire
    questi anni da soggetti pubblici e privati.                          il surplus che si genera all’interno del proprio sistema econo-
                                                                         mico e affrontare la regolazione della rendita fondiaria, che è
6                                                                        una componente fondamentale di tale surplus urbano.
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Altrettanto importante è il tema dell’assetto istituzionale:          curare la sostenibilità dei processi di valorizzazione, evitando
molti studiosi hanno, giustamente, messo in relazione la crisi        di valorizzare beni collettivi e diffusi.
urbana italiana, valutata in termini di mancato incremento            Come già sottolineato, tra questioni inerenti le risorse neces-
dell’occupazione, di diminuzione della competitività e di ri-         sarie emergono le problematiche legate alla ridistribuzione
duzione della spesa sociale, con il mancato adeguamento isti-         sociale della rendita fondiaria, il surplus che il territorio pro-
tuzionale alla nuova dimensione che la città ha assunto non           duce, e che può essere garantita attraverso un provvedimento
solo ora nella fase della metropolizzazione, ma già dalla fine        organico di riforma della fiscalità, che elimini l’attuale di-
degli anni ottanta con gli effetti dell’espansione urbana nella       storsione nell’utilizzazione degli oneri di costruzione (oneri
fase dell’industrializzazione diffusa. Cambiare l’assetto isti-       di urbanizzazione e contributo sul costo di costruzione) per
tuzionale italiano non è certamente semplice per la storia del        la spesa corrente dei Comuni e che restituisca una capacità
Paese e il ruolo che i Comuni hanno svolto e svolgono tutto-          adeguata di investimento per gli stessi finalizzata alla riqua-
ra e una conseguente cultura municipalista, ma le trasforma-          lificazione della città e alla costruzione della città pubblica.
zioni più recenti e ancora in atto rendono questo passaggio           Una riforma che consenta a tutti i Comuni di partecipare
assolutamente indispensabile, non solo per consentire un ef-          alla competizione per lo sviluppo, senza forzature sia negli
fettivo governo dei territori metropolizzati, ma per raziona-         strumenti urbanistici, sia nello sfruttamento caso per caso
lizzare e ridurre la spesa pubblica, senza intaccare il livello dei   delle occasioni di trasformazione.
servizi, come invece si è fatto recentemente, con tagli gene-
ralizzati e indiscriminati. L’obiettivo, semplice e chiaro nella      I contributi propositivi che INU intende sollecitare nel
sua enunciazione ma difficile e complesso nella sua realizza-         prossimo Congresso, oltre a quello generale della rendita,
zione, è quindi quello di riorganizzare il sistema istituzionale      potrebbero riguardano i temi di seguito indicati in via esem-
italiano per restituire competitività al sistema insediativo,         plificativa:
modellandolo sulla dimensione della metropolizzazione e               • la dimostrazione che la tracimazione edilizia costituisce
comunque sull’assetto reale oggi esistente. Coerentemente                   il frutto malato della rinuncia ad affrontare i problemi
con il ridisegno del sistema di pianificazione si pone quindi               del governo territorio, e che la contabilizzazione dei
l’esigenza di collegare i temi della riforma delle istituzioni              costi, pubblici e privati, dello sprawl si propone come
di governo alla riorganizzazione della mappa amministrati-                  autentico snodo concettuale in vista della messa a punto
va del Paese (Città metropolitane, Circondari, Unione dei                   di nuove politiche pubbliche
Comuni, ecc.), proponendo eventualmente il rafforzamento              • la definizione di un progetto di città dopo la crisi che
delle competenze provinciali in materia di pianificazione di                sappia coniugare la fattibilità economica ai principi
area vasta anche attraverso un più efficace coordinamento tra               della sostenibilità e che si proponga di mettere a punto
pianificazione territoriale e di settore.                                   politiche integrate volte al contenimento del consumo
                                                                            di suolo, al risparmio energetico, alla razionalizzazione
4.1. Le risorse dopo la crisi                                               del sistema della mobilità e alla tutela della diversità
In un contesto caratterizzato da una scarsità di risorse pub-               ecologica;
bliche e private, gli strumenti di pianificazione dovranno            • la sperimentazione di un vasto programma di demoli-
farsi carico, in modo creativo e non subendole passivamen-                  zione e ricostruzione (messa in sicurezza del patrimo-
te, di questioni quali la riduzione degli sprechi, l’efficienza             nio, riduzione dei consumi energetici, controllo degli
nell’uso delle risorse, una maggiore sobrietà nei progetti ur-              effetti del cambiamento climatico, riqualificazione del
bani e infrastrutturali, il coinvolgimento di nuovi soggetti,               paesaggio) che utilizzi la leva normativa e fiscale per
la piena applicazione del principio di sussidiarietà la speri-              determinare un consistente afflusso di risorse private,
mentazione di inedite forme di collaborazione tra soggetti                  favorendo, con apposite incentivazioni, la mobilità dei
e interessi differenti, la prefigurazione di abitudini e stili di           residenti all’interno del patrimonio edilizio esistente;
vita improntati ad un uso più consapevole e responsabile del          • l’innovazione (e il rafforzamento) dei fondamentali ri-
proprio territorio. Si tratta, quindi, per l’urbanistica di inter-          ferimenti del piano, laddove quest’ultimo è chiamato a
pretare un nuovo modello sociale.                                           promuovere una distribuzione equa ed efficace del sur-
                                                                            plus urbano, allargando la platea dei soggetti che posso-
Il primo ambito tematico di riflessione del Congresso ri-                   no essere invitati a partecipare alla riqualificazione della
guarda la formazione e l’impiego delle risorse (pubbliche e                 città e alla costruzione della “città pubblica”;
private), che occupano, come già evidenziato, un ruolo fon-           • il contrasto risoluto, grazie alla migliore comprensione
damentale, anche perché in una situazione economica parti-                  del ruolo svolto dalla rendita nei nuovi processi di ur-
colarmente difficile come quella attuale si profila l’esigenza              banizzazione, dell’alleanza tra promotori immobiliari
di elaborare un progetto di città e di territorio in grado di               e capitale finanziario che rischia di mettere a repenta-
attrarre nuovi investimenti, di modificare i comportamenti                  glio il principio stesso della lealtà territoriale e quindi
delle persone e delle imprese orientati al consumo, e di assi-              la proponibilità un approccio integrato allo sviluppo          7
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         sostenibile;                                                   te più brevi, e il loro centraggio verso il basso vive momenti
    •    la verifica dello strumento della perequazione urbani-         profondamente contraddittori (energia, paesaggio).
         stica, la cui applicazione, anche se ha dimostrato di co-      In parallelo è aumentata la deresponsabilizzazione dei sog-
         stituire un metodo di notevole efficacia nel perseguire        getti decisionali centrali a fronte di una incerta dimensio-
         una maggiore giustizia distributiva (oltre a risolvere il      ne di localismo che ha mostrato le sue implicite debolezze
         problema dell’acquisizione delle aree necessarie per la        nell’esperienza della Programmazione dei fondi strutturali.
         collettività), non ha evitato, a volte, la formazione di       Ciò nel momento in cui solo interventi centrali di riscalatura
         nuove plusvalenze che possono mettere in discussione           e ridefinizione di rigorose priorità sembra l’unico in grado
         la natura pubblica del piano.                                  di fronteggiare l’impressionante crisi sistemica che va matu-
                                                                        rando.
    4.2 Decisori e modelli di governo
    Il secondo ambito di riflessione ci invita ad approfondire          Coerentemente con questa impostazione, i contributi che si
    le prospettive di affermazione di un nuovo modello di go-           sollecitano in sede congressuale potrebbero riguardare, sem-
    verno della città, premettendo che esiste il problema gene-         pre in via esemplificativa, i seguenti argomenti:
    rale, prima ricordato, dell’adeguamento del nostro sistema          • la titolarità pubblica del governo del territorio deve
    istituzione all’assetto reale del nostro territorio e alla nuove         poter contare su capacità politiche, culturali, ammini-
    dimensione delle città.                                                  strative e tecniche straordinarie, tali cioè da legittima-
    Anche un affrettato esame delle criticità che hanno impedito             re costantemente l’impiego di risorse particolarmente
    negli ultimi anni un efficace governo del territorio, evidenzia          scarse a presidio del patrimonio territoriale, del ridise-
    subito le difficoltà che un progetto riformista ha incontrato            gno degli assetti urbani, delle solidarietà istituzionali e
    in assenza di una riforma della fiscalità, dei regimi proprieta-         del rilancio della cultura del territorio;
    ri, delle prestazioni minime (diritti di cittadinanza, obiettivi    • il completamento della riforma del governo del territo-
    di qualità), dell’assetto istituzionale federativo o comunque            rio per eliminare gli inevitabili elementi di criticità che
    destrutturato nella prospettiva del titolo V della Costituzio-           si traducono in particolare nella moltiplicazione e/o
    ne.                                                                      nella sovrapposizione dei processi decisionali, e in un
    Queste difficoltà hanno prodotto una stasi nella produzione              crescente divario tra aree del Paese a differente capacità
    legislativa regionale (Vedi Rapporto dal Territorio 2007-                di autogoverno;
    2010) e al contempo una “inutile” differenziazione che,             • emerge la necessità di un progetto politico complessivo,
    giocata essenzialmente in termini nominalistici, ha però                 che punti a rifondare il patto fra istituzioni e cittadini,
    prodotto un disorientamento notevole non solo negli ope-                 e a recuperare la serenità del dialogo e un pari ruolo de-
    ratori; ma sono difficoltà derivanti anche da un’accelerata              cisionale anche attivando l’assunzione di responsabilità
    disarticolazione del modello Paese intesa nelle sue compo-               in merito alla eccessiva complessità delle procedure di
    nenti essenziali.                                                        pianificazione che hanno prodotto conseguenze parti-
                                                                             colarmente negative sotto il profilo del’efficienza e della
    I sistemi di pianificazione regionali non facilitano la costru-          trasparenza degli atti amministrativi;
    zione di catene decisionali efficaci in quanto sovrapposti alle     • appare necessario basare il processo decisionale su Qua-
    tutele separate dello Stato e intersecati da forme di valuta-            dri Conoscitivi certi, sia nella logica di una progressiva
    zione strutturale (VAS, VINCA, VIA) applicate a piani e                  condivisone da parte delle società locali del conferimen-
    progetti in maniera non strutturale ed endoprocedimentale,               to di senso e di valore agli oggetti territoriali, al paesag-
    senza un riferimento a Quadri conoscitivi e valutativi con-              gio e all’ambiente, sia per il superamento delle ambigue
    divisi.                                                                  forme di autoreferenzialità pseudoscientifica propria
    L’assenza di modelli territoriali credibili, sia a livello locale        delle valutazioni strutturate predisposte a monte dei
    che centrale, alimenta processi localizzativi non pianificati            progetti;
    e favorisce l’affermazione inerziale di un modello centrato         • la possibilità di innovare il governo del territorio senza
    sulla mobilità privata di massa e la conseguente dispersione             apportare cambiamenti radicali appare pertanto illu-
    insediativa. Tali processi hanno pesantemente modificato i               soria, mentre è necessaria l’assunzione di una esplicita
    sistemi insediativi regionali, in particolare quelli a più alto          posizione di contrasto nei confronti della proliferazio-
    tasso di metropolizzazione, che ora si presentano con inedite            ne degli strumenti e delle procedure, della burocratiz-
    forme post urbane.                                                       zazione degli atti amministrativi, del continuo muta-
    Quello che nei fatti si è determinato è un sistema zoppo che             mento di disposizioni e indirizzi e della tendenza a non
    ha ridotto le responsabilità frazionandole, ma senza verificar-          considerare gli effetti negativi indotti da una eccessiva
    ne l’adeguatezza né la autonomia delle singole componenti                durata dell’iter di pianificazione; a questo proposito
8   decisionali. Le catene decisionali sono solo apparentemen-               è fondamentale proporre l’innovazione nelle norme
CONTRIBUTI AL DIBATTITO - SEZIONI REGIONALI COMMISSIONI GRUPPI DI STUDIO a cura di: Silvia Viviani - Urbanistica informazioni
XXVII CONGRESSO INU

     e nella prassi, per pervenire ad una piena integrazione         •   se non si vuole mettere in crisi il rapporto fondamentale
     della VAS nella pianificazione, utilizzandola come sede             tra città e democrazia, le richieste partecipative e la do-
     per annullare duplicazioni e sovrapposizioni di proce-              manda di governo della trasformazione urbana devono
     dure e come vero snodo concreto di articolazione della              diventare componenti positive di un progetto pubblico
     sostenibilità di piani e programmi;                                 di rigenerazione urbana, soprattutto a partire da una
•    la necessità di garantire una maggiore coerenza tra le              interpretazione in chiave federalista del demanio, che
     scelte urbanistiche e il sistema della mobilità, anche              tuttavia deve porsi l’esigenza di prevedere regole più
     attraverso un orientamento della domanda verso il tra-              chiare e condivise circa la valorizzazione di un ingente
     sporto pubblico, insieme all’adozione di politiche inte-            patrimonio che altrimenti rischia di rappresentare un
     grate tra i diversi settori del governo locale ed eventual-         ulteriore fattore di squilibrio;
     mente alla creazione di nuove authority.                        •   nel proporre un differente scenario per la città del fu-
                                                                         turo dovremmo sfuggire alla apparente contraddizione
4.3 Verso un’accresciuta sostenibilità dei sistemi del welfare           tra gli oneri non sostenibili di un apparato pubblico
Per quanto riguarda infine l’ultimo ambito di riflessione,               costoso e poco qualificato e la necessità di immaginare
conviene partire da una valutazione critica delle conseguen-             percorsi innovativi – e compatibili con le nostre esigen-
ze prodotte sulle trasformazioni insediative dalla crisi                 ze – in grado di utilizzare al meglio la creatività e il ta-
del welfare, per poi evidenziare i possibili effetti di misure ri-       lento delle nuove generazioni.
volte ad accentuare la competitività dei sistemi urbani. E’, in-
fatti, sufficiente pensare all’effetto congiunto della diffusione
insediativa, che mina alla base i processi che contribuiscono
al rafforzamento della centralità urbana e dei tagli operati
nella pubblica amministrazione e nel sistema del welfare, per
accorgersi che il progressivo “avvitamento” della crisi della
occupazione e della economia urbana rischia di minare in
profondità il ruolo stesso delle città a livello nazionale e in-
ternazionale.

Il dibattito e l’approfondimento potrebbero essere indiriz-
zati verso alcuni assi tematici in grado di proporre soluzioni
concrete e positive, superando una riflessione attualmente
penalizzata dal prevalere di visioni negative e pessimistiche;
anche per questo ambito di riflessione si indicano alcuni
temi di possibile approfondimento:
• il modello di una città solidale e amica è ancora molto
      radicato nell’immaginario collettivo e nelle aspirazioni
      di larghi strati della popolazione, che sono orientati a
      ritenere che il suo conseguimento presupponga inevita-
      bilmente l’adozione di politiche pubbliche e il progetto
      di spazi di relazione e di condivisione;
• a fronte dei tagli operati nei bilanci delle Amministra-
      zioni e degli Enti Locali il primato della dimensione
      pubblica della città può essere sostenuto e praticato
      solamente se si diffonde la consapevolezza che esso è
      ingrediente fondamentale delle capacità attrattive di un
      insediamento e del suo successo durevole;
• nel difficile equilibrio tra i costi e i benefici della “città
      pubblica”, l’aumento progressivo della popolazione im-
      migrata di recente nel nostro Paese introduce un nuovo
      elemento di criticità e pone la questione di una difficile
      compatibilità tra la formazione della città multietnica
      e la crisi del welfare, che può essere risolta solamente
      ricordando che l’immigrazione non costituisce il pro-
      blema, ma piuttosto la sua soluzione;                                                                                             9
CONTRIBUTI AL DIBATTITO - SEZIONI REGIONALI COMMISSIONI GRUPPI DI STUDIO a cura di: Silvia Viviani - Urbanistica informazioni
XXVII CONGRESSO INU

     I contributi pre-congressuali
     Silvia Viviani
     La lettura dei testi inviati da sezioni regionali, commissio-      In questo campo, l’Istituto può essere soggetto formativo,
     ni e gruppi di studio, restituisce un quadro nel quale non         può incidere sul consolidamento teorico e per pratiche spe-
     mancano analisi e proposte.                                        rimentali, utilizzando forme e modalità di approfondimen-
     Nelle diversità dei campi di lavoro o delle realtà territoriali,   to scientifico, dalle quali muovere verso l’esterno con la di-
     emergono sostanziali convergenze.                                  vulgazione degli esiti più proficui, per incrementare qualità
     Infine, i ranghi e i ruoli dei diversi organi sono profili chia-   e coraggio delle filiere istituzionali, consapevolezza e cultu-
     ramente riconoscibili: la precisa collocazione delle sezioni       ra delle forze politiche, alleanze fra le forze culturali.
     nei contesti territoriali e il loro sostegno per processi di       Appaiono prioritarie la necessità di una riforma della finan-
     pianificazione culturalmente avanzati, declinati in ordine         za locale che risponda a pochi ma stringenti principi (ma-
     ai caratteri emergenti delle differenti situazioni; gli ap-        nutenzione e gestione urbana, tassazione commisurata del-
     profondimenti dei gruppi di studio che supportano o re-            le trasformazioni, credibilità del piano a fronte di concrete
     indirizzano i campi di attenzione e di lavoro; il riordino         risorse); il riordino del processo di formazione del piano
     delle materie trattate dalle commissioni, ove si individuano       in ordine alla sua sostenibilità (integrazione della VAS nel
     le priorità e le posizioni dell’Istituto.                          procedimento, partecipazione sostantiva scevra dall’in-
     Gli scenari di crisi, già diversi da quelli nei quali è partita    tercettazione dello scontento, consapevolezza dei rischi
     la discussione pre-congressuale, assumono connotazioni             sociali e culturali della calamità naturale e relativa capaci-
     drammatiche, che aggiungono distrazione alla ordinaria             tà di strutturare il piano, dalla formazione all’attuazione
     disattenzione verso il governo del territorio.                     per garantire la tenuta sia fisica che funzionale della città);
     Comunemente, fuori dagli ambienti tecnici più attrezzati e         l’investimento in risorse non banalmente finanziarie (in-
     dagli interessi politici più raffinati, non si colgono le rela-    frastrutture energetiche e ambientali e gestione dei servizi
     zioni fra le sciagure che si stanno abbattendo sul Paese, che      a rete: energia, acqua, rifiuti) e la rigenerazione ambientale
     irrompono in diretta dalla rete e dalle televisioni, e la pre-     delle componenti urbane più suscettibili alla trasformazio-
     venzione del rischio quale componente della pianificazio-          ne (dalle periferie residenziali alle aree produttive).
     ne sostenibile, irrorata da politiche integrate e programmi
     accorti di spesa; non si connettono le masse contrapposte          L’altra impone un rapporto diretto verso l’esterno, verso la
     di cittadini vecchi e nuovi con l’inefficienza delle relazioni     società e la politica, di affondo. E’ qui che l’analisi critica
     fra i soggetti pubblici, chiusi nell’avvitamento burocratico       dell’applicazione del modello INU svela inerzie e ineffi-
     e con la miope misura del taglio generalizzato, che copre,         cienze, soprattutto per quel che riguarda la filiera istituzio-
                                                                        nale: le catene decisionali si vanno disfacendo, tirate agli
     grazie a emergenza e scarsità delle risorse, visioni strumen-
                                                                        opposti estremi da forze tra loro divergenti.
     tali ed egoistiche.
                                                                        Si tratta di proporre un miglior funzionamento degli asset-
                                                                        ti istituzionali e robuste quote di politiche pubbliche: una
     Da tutti i contributi espressi dall’Istituto emerge un indi-
                                                                        efficace applicazione degli attrezzi a disposizione, a partire
     rizzo di lavoro, in due diverse forme, convergenti verso un
                                                                        da una lucida interpretazione delle nostre città e dei nostri
     posizionamento energico e robusto di INU nel Paese.
                                                                        territori. Dai quadri offerti dai gruppi pianificazione pro-
     L’una si muove da un bilancio critico e onesto del modello
                                                                        vinciale, città contemporanea, edilizia residenziale sociale,
     lanciato nel 1995 e compiuto nel 2008. Ciò è utile per le          come dai testi di Inu Calabria, Inu Sardegna, Inu Toscana,
     realtà territoriali che ora vedono il rinnovo della pianifi-       Inu Marche, e delle commissioni paesaggio, e infrastruttu-
     cazione, ma anche per quelle nelle quali, a maturo quadro          re, emergono spunti di creatività: un colpo d’ala per l’Isti-
     di leggi e piani, si affrontano questioni rilevanti di politi-     tuto, con il quale si interpretano senza timore le differenze
     che e programmi. Qui si tratta di definire con chiarezza           d’Italia, si tratteggiano città riorganizzate e piacevoli, non
     le disfunzioni e le misure irrinunciabili: dalla fiscalità alla    si sfugge al faticoso cammino dell’innovazione, non si cade
     co-pianificazione, dal progetto dello spazio pubblico alla         nella facile restaurazione né nel rassicurante decisionismo,
     manutenzione urbana, dalla conoscenza non autoreferen-             e si delinea un progetto di città ove si affronta l’emergenza
     ziale ma a supporto della sostenibilità e della prevenzione        abitativa con lungimiranza.
     ambientale, dalla perequazione alle alleanze per gestire
     strumenti complessi, dalla valutazione alla partecipazione.        Tutti i testi, mi pare, possono essere stoffa per consolida-
     Vi si collocano anche la consapevolezza e la definizione           re impegno e fiducia, per allargare l'orizzonte del nostro
     delle molteplici condizioni territoriali, che nel nostro Pae-      sguardo e delle nostre riflessioni, per parlare di società e
     se sono differenziate tanto da non permettere la riduzione         di senso civico, di un progetto culturale e politico, perchè
     banale dei termini. Con ciò anche denunciando la scarsa            dare senso e qualità alla città contemporanea non è mera-
     utilità delle immagini unificanti, che nel dibattito corrente      mente un progetto tecnico, bensì presuppone uno scenario
     vengono usate per avallare i prevalenti giudizi di indiscri-       di valori da offrire alle popolazioni.
     minata condanna.
     Valgano per questi temi le letture dei contributi dei gruppi
     vulnerabilità sismica, partecipazione, VAS, città diffusa,
     delle sezioni Umbria, Emilia Romagna, Veneto e Lazio.

10
XXVII CONGRESSO INU

Energia, sostenibilità e pianificazione locale
in Emilia Romagna
Sezione Emilia Romagna
Risorse e sostenibilità ambientale                                  buire direttamente ai propri fabbisogni. Una città energeti-
La crisi economica degli ultimi anni, dalla quale l’Italia sta      camente efficiente consuma meno e produce di più introdu-
uscendo con grande fatica e maggiore inerzia rispetto agli          cendo un nuovo modello di produzione dell’energia diffusa
altri paesi dell’Unione Europea ha fatto emergere molte del-        sul territorio e discretizzata. Paradossalmente la compatibi-
le difficoltà delle politiche locali di governo del territorio,     lità paesaggistica di impianti per la produzione di energia da
basate in gran parte sull’attivazione di investimenti privati       fonti rinnovabili (eolico e fotovoltaico in particolare) è stato
esterni a sostegno anche del sistema infrastrutturale e degli       uno dei pochi temi che negli ultimi anni ha tenuto vivo il
obiettivi pubblici dei piani. La riduzione degli investimenti,      dibattito, anche mediatico, sulle trasformazioni territoriali.
sia pubblici che privati, ha provocato una contrazione drasti-      La produzione di energia da fonti rinnovabili beneficia del-
ca delle possibilità locali di qualificare città e centri urbani.   le agevolazioni riassumibili nel comma 1 del famoso art.12
Fra i nodi emersi vi è quello delle risorse inteso, si badi bene,   del DLgs 387/2003 che sembra svincolare la localizzazione
non soltanto come sinonimo elegante di denaro ma come               degli impianti dagli strumenti di pianificazione territoriale3.
alimentazione della vita urbana: l’energia, l’acqua, le materie     Molte regioni, fra cui l’Emilia Romagna si sono dotate di li-
prime per le costruzioni ecc. Il fatto di dover ragionare con       nee guida per indicare le aree non idonee alla localizzazione
un costo crescente di queste risorse aumenta la consapevo-          ed i criteri di inserimento. La normativa è in costante e rapi-
lezza rispetto alla loro finitezza a livello locale.                da evoluzione: è in fase di approvazione il decreto legislativo
Gli studi del Dipartimento Programmazione del Comune                di recepimento della Direttiva 2009/28/CE sulla promozio-
di Bologna mostrano come la spesa energetica di una fami-           ne delle fonti rinnovabili che definisce anche le condizioni
glia media sia aumentata nell’ultimo anno di circa 250 euro         all’interno delle quali saranno concessi gli incentivi.
fra benzina per l’auto e gas o gasolio per il riscaldamento1. La    Il proliferare di impianti per la produzione di energia non
Camera di Commercio di Milano ha quantificato in 3.500              è l’unico esito tangibile di una graduale transizione verso
euro l’anno la perdita media di una singola azienda che ope-        un’economia sostenibile. La riqualificazione ambientale sta
ra nel milanese dovuta al traffico ed all’inquinamento per          portando a trasformazioni a volte frutto di scelte consapevo-
un totale di un miliardo di euro. L’inquinamento atmosferi-         li dei piani ed a volte conseguenze di eventi e accordi ulterio-
co determina anche un impatto sanitario stimabile in termi-         ri rispetto agli strumenti di pianificazione territoriale e legati
ni di ricoveri e patologie diffuse oltre che di riduzione della     alle politiche economiche o agricole.
speranza di vita2.                                                  Il primo esempio è quello delle Aree Produttive Ecologica-
Il tema è ancora da approfondire perché molti dei costi legati      mente Attrezzate (APEA). La LR 20/20004, recepita nei
all’ambiente sono costi indiretti o esternalità che non appa-       PTCP, richiede agli Ambiti Produttivi di rilievo sovraco-
iono esplicitamente nei bilanci dell’ente locale che pianifica.     munale di acquisire la qualifica di APEA. Le Provincie sono
Un esempio noto a tutti riguarda la bonifica dei siti conta-        quindi chiamate a fornire indicazioni su come le aree pro-
minati. Solo sul territorio di Bologna (che non può dirsi,          duttive debbano essere pianificate per acquisire le caratteri-
nel panorama nazionale, una città industriale come Torino           stiche di ecologicamente attrezzate attraverso la definizione
o Mestre) sono presenti oltre 90 siti contaminati in corso
                                                                    di linee guida. Le APEA programmate sul territorio regio-
di bonifica. Il costo della bonifica è sostenuto nella maggior
                                                                    nale sono 43, coinvolgono circa 3000 aziende già insediate
parte dei casi dalla proprietà e rientra fra gli oneri necessari
                                                                    e 1500 aziende che si insedieranno5.
alla trasformazione di quell’area. In un equilibrio comples-
                                                                    Altro esempio riguarda l’accordo sottoscritto nel 2010 tra
sivo di risorse questo costo andrà perciò a pesare sul costo
                                                                    proprietà, istituzioni e sindacati, per la riconversione degli
finale della trasformazione urbana. I temi ambientali impat-
                                                                    zuccherifici emiliano-romagnoli. Per 3 ex zuccherifici (Rus-
tano quindi sulla competitività dei sistemi urbani e sulla loro
                                                                    si, Finale Emilia, Ostellato) è in corso la riconversione alla
capacità di trasformazione e qualificazione.
                                                                    produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di ori-
                                                                    gine agricola consolidando una nuova filiera produttiva sul
Un territorio in trasformazione
                                                                    territorio e garantendo l’occupazione.
La graduale transizione verso modelli produttivi ed econo-
                                                                    La Regione ha inoltre avviato negli ultimi anni un consi-
mici ambientalmente più sostenibili coinvolge in vari modi
                                                                    stente programma per promuovere la ricerca industriale e
il territorio e l’evoluzione dei sistemi insediativi.
                                                                    il trasferimento di conoscenze scientifiche verso il sistema
Un nodo strategico emerso con prepotenza negli ultimi
anni riguarda le infrastrutture energetiche e ambientali e la       produttivo. Ne è nata una rete di strutture dedicate a te-
gestione dei servizi a rete: energia, acqua, rifiuti. Sul fronte    matiche di interesse industriale che, con il contributo dei
energetico, la combinazione tra risparmio e sviluppo delle
fonti rinnovabili può consentire ai sistemi urbani di contri-       3 Il comma recita: “Le opere per la realizzazione degli impianti alimentati
                                                                    da fonti rinnovabili [...] sono di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti”.
                                                                    4 Legge Regionale 24 marzo 2000, n. 20 “Disciplina generale sulla tutela e
1 Cfr. www.comune.Bologna.it                                        l’uso del territorio”
2 Cfr. www.saluter.it                                               5 Cfr. Atlante ERVET delle APEA http://atlante.ervet.it/apa/                        11
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