CONTRIBUTI AL DIBATTITO - SEZIONI REGIONALI COMMISSIONI GRUPPI DI STUDIO a cura di: Silvia Viviani - Urbanistica informazioni
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Indice La città oltre la crisi: risorse, governo, welfare Documento congressuale pag. 3 I contributi pre-congressuali Silvia Viviani pag. 10 SEZIONI REGIONALI Energia, sostenibilità e pianificazione locale INU Emilia Romagna pag. 11 Città, motore del futuro INU Veneto pag. 14 Verso un nuovo interesse per il governo del territorio INU Calabria pag. 17 Contributo al dibattito congressuale INU Lazio pag. 20 Urbanistica sarda di inizio secolo: gosos e dannos INU Sardegna pag. 25 Contributo al dibattito congressuale INU Toscana pag. 30 Paesaggi urbani contemporanei INU Marche pag. 35 Urbanistica e risorse per la città INU Umbria pag. 38 COMMISSIONI Paesaggio per città intelligenti Commissione Paesaggio pag. 41 Temi e obiettivi per il Congresso Commissione Politiche infrastrutturali pag. 44 Attività e iniziative XXVII CONGRESSO INU Commissione Partecipazione pag. 46 Livorno 2011 GRUPPI DI LAVORO Concorrere mettendo a sistema, semplificare mettendo in contatto: sull’adeguatezza nel governo del territorio. CONTRIBUTI AL DIBATTITO: Pianificazione provinciale pag. 48 SEZIONI REGIONALI Nuovi spunti di approfondimento per la VAS: oltre la COMMISSIONI procedura, i contenuti GRUPPI DI STUDIO La proposta INU per una procedura di VAS più snella per a cura di: Silvia Viviani una pianificazione efficace VAS pag. 51 L’edilizia residenziale sociale nella pianificazione urbani- stica Città contemporanea ISBN 978-88-7603-053-6 Edilizia residenziale sociale pag. 55 Editore: INU edizioni • piazza Farnese, 44 • 00186 Roma Governare il rischio Vulnerabilità sismica urbana pag. 59 Stampa: GGE srl • Roma Territori della diffusione: Marche, Toscana e Veneto Città diffusa pag. 61 Finito di stampare aprile 2011
XXVII CONGRESSO INU La città oltre la crisi: risorse, governo, welfare Documento congressuale L’Italia sta vivendo oggi una crisi economica particolarmente caci politiche di governo del territorio, basate su strategie di- acuta, insieme a un evidente peggioramento delle condizioni verse dalle consuete pratiche di valorizzazione del territorio delle città, nell’ambito del più generale processo di metropo- non più sostenibili. Si prospetta quindi una quarta genera- lizzazione che esse stanno vivendo. Questa doppia dinamica zione dell’urbanistica italiana, caratterizzata da una strategia recessiva va quindi risolta congiuntamente, affrontando il tanto chiara, quanto difficile da mettere in atto, soprattutto problema delle risorse con cui garantire la costruzione della per le ingenti risorse alle quali deve fare riferimento, oltre “città pubblica” e, in generale, la qualità e la sostenibilità del- che per gli strumenti necessari. Il piano appare ancora come la città. L’attuale riduzione delle risorse necessarie e la loro lo strumento fondamentale anche se non esclusivo, mentre probabile ulteriore contrazione nel dopo crisi, rappresenta la sua riforma proposta dall’INU nel 1995 è ancora oggi la dunque la problematica principale che l’INU mette al cen- più efficace. Tuttavia, gli obiettivi della città sostenibile e del tro del proprio XXVII Congresso. controllo della metropolizzazione non saranno raggiunti senza il contributo determinante di alcune leggi di politica La riduzione degli investimenti pubblici nelle infrastrutture urbanistica di competenza statale: lo sviluppo della mobilità e la tendenza alla loro concentrazione nei poli metropoli- di massa per le città, il contenimento del consumo di suolo, tani e lungo le principali dorsali di collegamento europee, la stabilità e l’equilibrio idrogeologico del suolo, un adegua- determinano un progressivo peggioramento delle prestazio- to programma di edilizia residenziale sociale. ni territoriali delle aree della metropolizzazione, che non si traduce solo in un più generale degrado delle condizioni di L’INU richiama, inoltre, l’attenzione su due temi generali vita della popolazione, ma comporta un’ulteriore perdita di da approfondire che precedono ogni altro ambito di riflessio- competitività delle imprese che operano in questi contesti. ne: la necessità di affrontare la rendita fondiaria nelle nuove Al contrario, una strategia di uscita dalla crisi basata sullo forme con cui oggi si presenta e l’adeguamento dell’assetto sviluppo della green economy prefigura un differente para- istituzionale alle trasformazioni territoriali avvenute. Per digma, nel quale le politiche di promozione dello sviluppo quanto riguarda la rendita, la proposta è di garantirne la ri- e quelle che puntano ad un diverso ordine urbano possono distribuzione sociale con una specifica normativa, conside- realizzare fertili e inattese sinergie. In questa prospettiva, le randola una risorsa in quanto componente fondamentale del politiche per il contenimento del consumo di suolo conqui- surplus generato dall’economia urbana; mentre per quanto stano una valenza strategica, mentre una maggiore sobrietà riguarda l’assetto istituzionale, fondamentale per restituire dei processi di urbanizzazione o la tendenza a ricompattare competitività al sistema urbano, la prospettiva è quella di la trama urbana esistente non sembrano destinate a contrap- una sua organica riorganizzazione, modellandolo sulla di- porsi frontalmente ai ritmi di una crescita dettata in preva- mensione della metropolizzazione e comunque sull’assetto lenza dall’attuale processo di formazione e acquisizione della reale oggi esistente, anche per dare maggiore efficacia al nuo- rendita, ma possono far leva su un sistema di valori assai più vo sistema di pianificazione. bilanciato e inclusivo. Si può così fare strada una coalizione di interessi in grado di legare insieme gli obiettivi, spesso con- Quanto ai tre ambiti di riflessione, essi riguardano le risorse trapposti, dei produttori della ricchezza nazionale e degli at- necessarie per il governo del territorio nella situazione che tori delle trasformazioni urbane, in modo tale che su un nuo- si creerà dopo la crisi, i decisori e il modello di governo, gli vo e più equilibrato modello insediativo possano misurarsi utenti senza welfare. significative proposte territoriali finalizzate a contrastare la spinta verso un’ulteriore dilatazione degli insediamenti. Per quanto riguarda il primo ambito di riflessione, si sottoli- nea la necessità che gli strumenti di pianificazione si facciano Una parte molto estesa del territorio italiano ha conosciuto carico di questioni rilevanti quali la riduzione degli sprechi, gli effetti traumatici di dinamiche urbane che la nostra cultu- l’efficienza nell’uso delle risorse, una maggiore sobrietà nei ra tecnica e amministrativa non ha saputo governare. Tali di- progetti urbani e infrastrutturali, il coinvolgimento di nuovi namiche, dopo aver favorito un consumo dissennato di risor- soggetti, la sperimentazione di forme di collaborazione tra se non riproducibili, possono trasformarsi in un laboratorio soggetti e interessi differenti, la prefigurazione di abitudini e in cui sperimentare un nuovo modo di produzione, nel quale stili di vita improntati ad un uso più consapevole e responsa- la tensione verso forme insediative “a emissione zero” è tale bile del proprio territorio. Per il secondo ambito, si eviden- da alimentare rilevanti programmi di sostituzione edilizia e ziano le difficoltà che un progetto riformista ha incontrato di riorganizzazione delle reti infrastrutturali. Il progetto di in assenza di una riforma statale sui temi della fiscalità, dei una città sostenibile deve dunque affrancarsi dal marchio di regimi proprietari, delle prestazioni minime, dell’assetto isti- un’utopia irrealizzabile per coniugare concretamente il dise- tuzionale federativo, difficoltà che hanno prodotto una stasi gno di una nuova forma urbana con le principali articolazio- nella produzione legislativa delle Regioni, determinando un ni del benessere ambientale. Lo stesso legame già evidenziato sistema che ha ridotto le responsabilità frazionandole, senza tra crisi economica e crisi urbana deve essere infranto da effi- verificarne l’adeguatezza né la autonomia delle singole com- 3
XXVII CONGRESSO INU ponenti decisionali. Infine per quanto riguarda il terzo ambi- le criticità manifestate dal sistema economico e quelle rela- to di riflessione, vengono evidenziate le conseguenze dell’ef- tive al nostro modello insediativo. Emerge con evidenza il fetto congiunto della diffusione insediativa e dei tagli operati problema delle risorse con cui contrastare l’insostenibilità e nella pubblica amministrazione e nel sistema del welfare, con garantire la qualità della città italiana, un problema aggrava- il progressivo “avvitamento” della crisi dell’occupazione e to dalla crisi economica che ha ridotto le disponibilità mar- dell’economia urbana che rischia di minare in profondità il ginali della crescita e, contemporaneamente, ha spinto la po- ruolo stesso delle città a livello nazionale e internazionale. litica verso una riduzione della spesa pubblica. La riduzione delle risorse utilizzate nel governo del territorio e lo scenario Per ciascun ambito di riflessione sono indicate, a titolo esem- di ulteriore contrazione che sembra delinearsi nel dopo cri- plificativo, alcune linee di approfondimento da sviluppare si, sono le problematiche fondamentali che l’INU intende nell’ambito della discussione congressuale. mettere al centro del proprio XXVII Congresso, consapevo- le che le soluzioni non saranno di natura congiunturale, ma 1. Crisi economica e crisi urbana tali da prefigurare una radicale prospettiva di cambiamento. il nostro Paese sta vivendo oggi una crisi economica partico- larmente acuta, insieme a un drastico peggioramento delle 2. Verso l’affermazione di un nuovo paradigma insediativo condizioni insediative offerte dalle nostre città e dal nostro Negli anni dell’esposizione crescente dei mercati locali alla territorio. Per quanto marcate siano le differenze che questi competizione internazionale il ritardo maturato dalla arma- fenomeni evidenziano (il declino della nostra economia è tura urbana e dalle principali infrastrutture non costituisce iniziato almeno dieci anni fa, mentre il settore immobiliare, più solamente un fattore di arretratezza civile e sociale, ma si che maggiormente riguarda la crescita urbana, ha registrato trasferisce inevitabilmente sui costi produttivi sostenuti dalle andamenti largamente positivi almeno fino al 2008) non si imprese. Una siffatta lettura sembra confermata dalle scelte può dimenticare che nemmeno nel periodo economico più operate tra il 2007 e il 2010 in materia di investimenti in ope- favorevole la struttura urbana e l’organizzazione del territo- re pubbliche (- 21%), che nel testimoniare la preoccupazione rio hanno saputo dotarsi di istituti più moderni e di dota- del nostro Governo per la stabilità dei nostri conti pubblici zioni territoriali più avanzate, in grado di mantenere il passo hanno tuttavia comportato la rinuncia a varare quelle misure degli altri Paesi europei. anticicliche adottate da altri Paesi europei con effetti positivi per l’occupazione e per il sistema delle imprese. Tutto ciò nell’ambito del grande cambiamento che la città contemporanea ha registrato in questa fase di metropoliz- Si deve inoltre a questa linea di rigore se l’impulso alla polve- zazione: la città, in Italia come in Europa e nel mondo è il rizzazione che è stato fortemente sospinto in questi anni dal- luogo dove la maggioranza della popolazione vuole vivere, lo sprawl urbano e che rappresenta l’immagine speculare di dove si concentrano i migranti, dove nuovi abitanti sperano una struttura produttiva sempre più orientata alla frammen- di trovare una casa, un lavoro, una vita migliore. Dopo la bre- tazione, subisce inevitabilmente gli effetti di questa tendenza ve crisi conseguente alla fase più acuta delle trasformazioni preoccupante al disinvestimento, che sembra coronare una economiche e produttive nella parte finale del XX secolo, prolungata tendenza a concentrare gli interventi infrastrut- la città contemporanea italiana ha ricominciato a crescere turali nei poli metropolitani e lungo le principali dorsali di con grande intensità, superiore per occupazione territoriale collegamento con la rete europea. Ne consegue che il pro- anche a quella della fase dell’espansione urbana, un processo gressivo peggioramento delle prestazioni territoriali offerte che è stato rallentato solo negli ultimi anni dagli effetti della dalle aree della dispersione non si traduce solo in un più ge- crisi economica. D’altronde, non si può dimenticare che le nerale degrado delle condizioni di vita della popolazione, ma città accolgono oggi il 50% della popolazione mondiale (un comporta un’ulteriore perdita di competitività delle imprese dato in continua crescita) e consumano il 75% delle risorse che operano in questi contesti. dell’intero pianeta: le città pongono quindi un sostanziale problema di sostenibilità, la cui soluzione rappresenta la sfi- Nel più generale favore che ha accompagnato la presentazio- da principale da affrontare, insieme alla necessità di assicura- ne delle tesi che associano la ricerca di una strategia di uscita re condizioni di vita (e quindi di qualità della città) accetta- dalla crisi a un consistente sviluppo della green economy non bili per la popolazione urbana. è difficile cogliere alcune implicazioni territoriali e specifica- tamente urbanistiche di qualche interesse. Basti pensare che In Italia, la crisi economica e la crisi urbana, pur seguendo la prefigurazione di nuove frontiere nel campo del risparmio logiche talvolta contrapposte, sembrano, comunque, il pro- energetico o della lotta all’inquinamento non rappresenta dotto di uno stesso e più generale declino e di un modello di soltanto un disegno di lungo periodo, in grado cioè di orien- sviluppo diventato sempre più insostenibile; sembra quindi tare i processi di globalizzazione verso obiettivi più sosteni- giusto affidare l’obiettivo di contrastare questa dinamica re- bili, ma punta a definire un differente paradigma, nel quale le 4 cessiva ad una azione comune, che affronti congiuntamente politiche di promozione dello sviluppo, e quelle che puntano
XXVII CONGRESSO INU invece ad un diverso ordine urbano, possono realizzare fertili sperimentare un nuovo modo di produzione, nel quale la e inattese sinergie. tensione verso forme insediative “a emissione zero” è tale da alimentare ambiziosi programmi di sostituzione edilizia e di In questa prospettiva, le politiche per il contenimento del riorganizzazione delle reti infrastrutturali, tali da favorire la consumo di suolo possono sfuggire a una discussione specia- riconversione del nostro apparato produttivo e, più in gene- listica sul corretto uso delle risorse o sul tradizionale conflitto rale, di promuovere la modernizzazione della cultura tecnica tra impieghi agricoli e urbani del territorio, per conquistare e della società. una valenza strategica: una maggiore sobrietà dei processi di urbanizzazione o la tendenza a ricompattare la trama urba- E’ altresì evidente che se il progetto di una città sostenibile na esistente non sembrano destinate a contrapporsi frontal- in grado di produrre più energia di quanto ne consumi, deve mente ai ritmi di una crescita dettata in prevalenza dall’at- affrancarsi dal marchio di un’utopia irrealizzabile per coniu- tuale processo di formazione e acquisizione della rendita, ma gare concretamente il disegno di una nuova forma urbana possono far leva su un sistema di valori assai più bilanciato e con le principali articolazioni del benessere ambientale: dal inclusivo. potenziamento e razionalizzazione del sistema della mobilità e del trasporto pubblico al trattamento più efficiente dei ri- In questo modo può farsi strada una coalizione di interessi fiuti, dal risparmio dell’energia e delle risorse idriche alla rea- in grado di legare insieme gli obiettivi, troppo spesso con- lizzazione di corridoi verdi. Lo stesso legame già evidenziato fliggenti, dei produttori della ricchezza nazionale e degli tra crisi economica e crisi urbana può e deve essere infranto attori delle trasformazioni urbane, in modo tale che su un da efficaci politiche di governo del territorio. Sono tuttavia nuovo e più equilibrato modello insediativo possa misurarsi necessarie strategie diverse dalle consuete pratiche di valoriz- la concretezza di significative proposte territoriali finalizzate zazione del territorio non più sostenibili, che promuovano, a contrastare la spinta verso una ulteriore dilatazione degli in alternativa, l’adozione di politiche urbane finalizzate a insediamenti. invertire la tendenza alla riduzione degli investimenti nelle dotazioni urbanistiche e territoriali. 3. Quali contenuti per le politiche urbane Alcuni recenti studi sul consumo di suolo, evidenziano il Si prospetta quindi una quarta generazione dell’urbanistica condizionamento della impostazione ideologica adottata italiana, caratterizzata da una strategia tanto chiara, quanto sulla qualità dei risultati ottenuti e, al tempo stesso, la diffi- difficile da mettere in atto, soprattutto per le ingenti risorse coltà a sistematizzare comportamenti insediativi che, soprat- alle quali deve fare riferimento, per ridurre la distanza tra il tutto negli interstizi della città diffusa, si rivelano di difficile nostro Paese e il resto dell’Europa. A questo proposito bi- classificazione. Ma per quanto le cifre utilizzate per descrive- sogna porsi il problema fondamentale su quali possano es- re il consumo di suolo possano apparire discutibili, è difficile sere gli strumenti e le risorse sulle quali basare un rinnovato negare che una parte molto estesa del territorio italiano ha governo del territorio. Per quanto riguarda gli strumenti, conosciuto gli effetti traumatici (alterazione e talvolta can- l’approccio in termini di piano appare ancora fondamentale cellazione dei paesaggi storici, annullamento della identità anche se non esclusivo e la riforma del modello di pianifica- urbana, grave squilibrio del bilancio energetico, ecc.) di di- zione proposta dall’INU nel 1995 risulta ancora oggi la più namiche urbane che la nostra cultura tecnica e amministra- efficace; essa deve però essere da un lato completata con la tiva non ha saputo governare. E se il cosiddetto “piano casa” legge statale sui principi fondamentali, mentre dall’altro lato promosso dal Governo e la legislazione regionale che ne è il modello proposto deve essere meglio realizzato a livello conseguita non hanno determinato finora le conseguenze regionale, liberandolo da ogni condizionamento del passa- traumatiche che molti avevano paventato, ciò rappresenta to. L’obiettivo della città sostenibile e quello del contestuale probabilmente la conseguenza preterintenzionale del corto- controllo della metropolizzazione del territorio non potran- circuito che si è stabilito tra le nuove norme e deregolatrici e no tuttavia essere raggiunti senza alcune leggi di politica una congiuntura particolarmente sfavorevole per gli investi- urbanistica di competenza statale che devono diventare una menti immobiliari. rivendicazione dell’INU per i prossimi anni: ci si riferisce, in particolare, alla mobilità di massa sostenibile per la città e il Privilegiando questo punto di vista si può dunque ritenere territorio, al contenimento del consumo di suolo, alla stabi- che non solo la crisi economica che ha investito i mercati lità ed all’equilibrio idrogeologico del suolo, ai nuovi diritti mondiali, ma anche il cambiamento climatico causato dalla di cittadinanza tra i quali preminente quello all’abitazione precedente e prolungata fase di crescita, potranno costituire sociale. Quanto alle risorse, il nuovo sistema di fiscalità lo- al tempo stesso una minaccia e un’opportunità per le nostre cale in corso di definizione con la riforma federalista dovrà città e la nostra economia. Le dinamiche urbane più recen- affrontare oltre al funzionamento delle amministrazioni e ti, dopo aver favorito un consumo dissennato di risorse non l’attuazione delle stesse leggi regionali di governo del terri- riproducibili, possono trasformarsi in un laboratorio in cui torio, anche le questioni strutturali delle trasformazioni ter- 5
XXVII CONGRESSO INU ritoriali: da questo punto di vista, appare necessario allargare La rendita fondiaria e la sua totale privatizzazione sono stati anche alla rendita fondiaria le politiche fiscali, con l’obietti- i più pesanti fattori distorcenti le trasformazioni territoria- vo primario della sua ridistribuzione sociale. li dell’Italia moderna e contemporanea e il motore del re- gime immobiliare. Pur essendo valutata negativamente dai Quanto al modello di valutazione ambientale, l’INU ritiene principi dell’economia liberale, la concreta applicazione che lo stesso debba essere pienamente integrato nella piani- più o meno liberista dell’economia capitalista italiana non ficazione, che diventa sistema di eccellenza per la per pro- ha mai voluto attuare un controllo reale dei meccanismi di mozione della sostenibilità complessiva delle trasformazioni. formazione e, soprattutto, di acquisizione della rendita stes- L’endoprocedimentalità della VAS, codificata nella proposta sa. Dopo il ritiro della riforma Sullo nel 1963, che attraverso INU di emendamento al TU sull’ambiente, che già nel 2009 l’esproprio preventivo annullava sostanzialmente la rendita anticipava quanto sancito dalla recente sentenza del Consi- assoluta, cioè quella componente fondamentale della rendita glio di Stato n. 133/2011, si rende sempre più necessaria per che si formava nelle aree di attesa dell’espansione urbana an- conferire maggiore certezza alla pianificazione e rendere la che se non rese formalmente edificabili dalle scelte di piano, VAS un elemento di snellimento delle procedure, anziché un nessun Governo ha più affrontato tale questione, ad ecce- inutile esercizio di valutazione ex post. zione della riforma Bucalossi del 1977, che introducendo il principio della concessione edilizia, intendeva ridistribuire 4. Le questioni da affrontare nel prossimo Congresso socialmente una quota della rendita attraverso i relativi one- In questa transizione è necessario che la cultura urbanistica, ri, troppo esigui però per controbilanciarne il peso effettivo. e quindi in primo luogo l’INU, sappiano analizzare in modo Il controllo della rendita è stato quindi affrontato solo attra- critico e autocritico la propria storia più recente e le prossime verso la pianificazione, che ha utilizzato i limitati strumenti a sfide, sottoponendo a revisione anche i traguardi raggiunti in disposizione: riproporre oggi la massimizzazione delle zone campo disciplinare. Più in particolare, il prossimo Congresso pubbliche per servizi e per insediamenti sociali attraverso di Livorno consentirà di mettere a punto nuove proposte e l’esproprio sarebbe, a parte le evidenti difficoltà di fattibili- iniziative con cui affrontare la complessa inversione di ten- tà, del tutto inutile a causa dei valori raggiunti dalle relative denza prima evidenziata, predisponendo un’agenda dei temi indennità. Va quindi dato atto all’INU agli urbanisti rifor- che sembrano in grado di orientare una riflessione finalizzata misti, di avere cercato di fornire alle Amministrazioni più non solo a rinnovare la nostra disciplina, ma anche, e soprat- impegnate, pur senza strumenti risolutivi, un supporto per tutto, a contrastare la crisi urbana con la proposta di una cit- il governo della rendita urbana, sperimentando nuove forme tà più efficiente, più giusta e anche più bella. di pianificazione e sollecitando l’innovazione legislativa. Il dibattito precongressuale e le iniziative che hanno già ac- L’assenza di una norma legislativa efficace di controllo della compagnato il percorso verso il Congresso si sono articolati rendita fondiaria ne ha tuttavia spesso legittimato una ge- in tre ambiti di riflessione: le risorse necessarie per il governo stione politica, consentendone colpevoli distorsioni del pro- del territorio nella situazione che si creerà dopo la crisi, i de- cesso decisionale, oltre che delle trasformazioni territoriali. cisori e il modello di governo, gli utenti senza welfare. Tuttavia, in Italia, la messa in discussione di questa straor- dinaria anomalia rappresentata dai meccanismi di formazio- Preliminarmente emergono, tuttavia, due temi di grande im- ne e distribuzione della rendita, è letteralmente scomparsa portanza: la rendita fondiaria e le modalità della sua ridistri- dall’agenda politica, ma anche da quella disciplinare. Oggi buzione sociale e l’assetto istituzionale delle nostre città e del tale messa in discussione va ripresa, anche alle luce delle pro- nostro territorio; il primo tema è evidentemente relativo alle fonde modificazioni che la rendita fondiaria ha nel frattem- risorse, mentre il secondo al modello decisionale e di gover- po subito: nella dimensione della metropolizzazione, infat- no. Si tratta di temi che comportano una riflessione di carat- ti, la rendita assoluta si è dilatata su tutte le aree interessate tere interdisciplinare, anche nella definizione degli strumen- dall’esplosione della città, vuoti e interstizi più o meno ampi ti d’intervento, che sollecitano un ampio coinvolgimento di compresi; una situazione resa ancora più problematica dal saperi e di competenze e che quindi chiamano in causa, oltre venire meno dell’efficacia dell’approccio regolativo - autori- agli urbanisti, gli economisti, i sociologi, i geografi, il mon- tativo nella pianificazione e dall’affermarsi di quello nego- do della progettazione e della produzione edilizia, gli esperti ziale. La rendita oggi si trasforma così da problema da con- del settore immobiliare e, ovviamente, gli amministratori e trastare in opportunità da governare, perché rappresenta il i politici. La discussione che s’intende sviluppare non par- surplus di ricchezza che oggi il territorio offre: se le città de- te, evidentemente, da zero e sarà cura dell’INU evidenziare vono competere con i propri specifici progetti territoriali per e sostenere le politiche positive che sono state promosse in acquisire ogni risorsa disponibile, devono soprattutto gestire questi anni da soggetti pubblici e privati. il surplus che si genera all’interno del proprio sistema econo- mico e affrontare la regolazione della rendita fondiaria, che è 6 una componente fondamentale di tale surplus urbano.
XXVII CONGRESSO INU Altrettanto importante è il tema dell’assetto istituzionale: curare la sostenibilità dei processi di valorizzazione, evitando molti studiosi hanno, giustamente, messo in relazione la crisi di valorizzare beni collettivi e diffusi. urbana italiana, valutata in termini di mancato incremento Come già sottolineato, tra questioni inerenti le risorse neces- dell’occupazione, di diminuzione della competitività e di ri- sarie emergono le problematiche legate alla ridistribuzione duzione della spesa sociale, con il mancato adeguamento isti- sociale della rendita fondiaria, il surplus che il territorio pro- tuzionale alla nuova dimensione che la città ha assunto non duce, e che può essere garantita attraverso un provvedimento solo ora nella fase della metropolizzazione, ma già dalla fine organico di riforma della fiscalità, che elimini l’attuale di- degli anni ottanta con gli effetti dell’espansione urbana nella storsione nell’utilizzazione degli oneri di costruzione (oneri fase dell’industrializzazione diffusa. Cambiare l’assetto isti- di urbanizzazione e contributo sul costo di costruzione) per tuzionale italiano non è certamente semplice per la storia del la spesa corrente dei Comuni e che restituisca una capacità Paese e il ruolo che i Comuni hanno svolto e svolgono tutto- adeguata di investimento per gli stessi finalizzata alla riqua- ra e una conseguente cultura municipalista, ma le trasforma- lificazione della città e alla costruzione della città pubblica. zioni più recenti e ancora in atto rendono questo passaggio Una riforma che consenta a tutti i Comuni di partecipare assolutamente indispensabile, non solo per consentire un ef- alla competizione per lo sviluppo, senza forzature sia negli fettivo governo dei territori metropolizzati, ma per raziona- strumenti urbanistici, sia nello sfruttamento caso per caso lizzare e ridurre la spesa pubblica, senza intaccare il livello dei delle occasioni di trasformazione. servizi, come invece si è fatto recentemente, con tagli gene- ralizzati e indiscriminati. L’obiettivo, semplice e chiaro nella I contributi propositivi che INU intende sollecitare nel sua enunciazione ma difficile e complesso nella sua realizza- prossimo Congresso, oltre a quello generale della rendita, zione, è quindi quello di riorganizzare il sistema istituzionale potrebbero riguardano i temi di seguito indicati in via esem- italiano per restituire competitività al sistema insediativo, plificativa: modellandolo sulla dimensione della metropolizzazione e • la dimostrazione che la tracimazione edilizia costituisce comunque sull’assetto reale oggi esistente. Coerentemente il frutto malato della rinuncia ad affrontare i problemi con il ridisegno del sistema di pianificazione si pone quindi del governo territorio, e che la contabilizzazione dei l’esigenza di collegare i temi della riforma delle istituzioni costi, pubblici e privati, dello sprawl si propone come di governo alla riorganizzazione della mappa amministrati- autentico snodo concettuale in vista della messa a punto va del Paese (Città metropolitane, Circondari, Unione dei di nuove politiche pubbliche Comuni, ecc.), proponendo eventualmente il rafforzamento • la definizione di un progetto di città dopo la crisi che delle competenze provinciali in materia di pianificazione di sappia coniugare la fattibilità economica ai principi area vasta anche attraverso un più efficace coordinamento tra della sostenibilità e che si proponga di mettere a punto pianificazione territoriale e di settore. politiche integrate volte al contenimento del consumo di suolo, al risparmio energetico, alla razionalizzazione 4.1. Le risorse dopo la crisi del sistema della mobilità e alla tutela della diversità In un contesto caratterizzato da una scarsità di risorse pub- ecologica; bliche e private, gli strumenti di pianificazione dovranno • la sperimentazione di un vasto programma di demoli- farsi carico, in modo creativo e non subendole passivamen- zione e ricostruzione (messa in sicurezza del patrimo- te, di questioni quali la riduzione degli sprechi, l’efficienza nio, riduzione dei consumi energetici, controllo degli nell’uso delle risorse, una maggiore sobrietà nei progetti ur- effetti del cambiamento climatico, riqualificazione del bani e infrastrutturali, il coinvolgimento di nuovi soggetti, paesaggio) che utilizzi la leva normativa e fiscale per la piena applicazione del principio di sussidiarietà la speri- determinare un consistente afflusso di risorse private, mentazione di inedite forme di collaborazione tra soggetti favorendo, con apposite incentivazioni, la mobilità dei e interessi differenti, la prefigurazione di abitudini e stili di residenti all’interno del patrimonio edilizio esistente; vita improntati ad un uso più consapevole e responsabile del • l’innovazione (e il rafforzamento) dei fondamentali ri- proprio territorio. Si tratta, quindi, per l’urbanistica di inter- ferimenti del piano, laddove quest’ultimo è chiamato a pretare un nuovo modello sociale. promuovere una distribuzione equa ed efficace del sur- plus urbano, allargando la platea dei soggetti che posso- Il primo ambito tematico di riflessione del Congresso ri- no essere invitati a partecipare alla riqualificazione della guarda la formazione e l’impiego delle risorse (pubbliche e città e alla costruzione della “città pubblica”; private), che occupano, come già evidenziato, un ruolo fon- • il contrasto risoluto, grazie alla migliore comprensione damentale, anche perché in una situazione economica parti- del ruolo svolto dalla rendita nei nuovi processi di ur- colarmente difficile come quella attuale si profila l’esigenza banizzazione, dell’alleanza tra promotori immobiliari di elaborare un progetto di città e di territorio in grado di e capitale finanziario che rischia di mettere a repenta- attrarre nuovi investimenti, di modificare i comportamenti glio il principio stesso della lealtà territoriale e quindi delle persone e delle imprese orientati al consumo, e di assi- la proponibilità un approccio integrato allo sviluppo 7
XXVII CONGRESSO INU sostenibile; te più brevi, e il loro centraggio verso il basso vive momenti • la verifica dello strumento della perequazione urbani- profondamente contraddittori (energia, paesaggio). stica, la cui applicazione, anche se ha dimostrato di co- In parallelo è aumentata la deresponsabilizzazione dei sog- stituire un metodo di notevole efficacia nel perseguire getti decisionali centrali a fronte di una incerta dimensio- una maggiore giustizia distributiva (oltre a risolvere il ne di localismo che ha mostrato le sue implicite debolezze problema dell’acquisizione delle aree necessarie per la nell’esperienza della Programmazione dei fondi strutturali. collettività), non ha evitato, a volte, la formazione di Ciò nel momento in cui solo interventi centrali di riscalatura nuove plusvalenze che possono mettere in discussione e ridefinizione di rigorose priorità sembra l’unico in grado la natura pubblica del piano. di fronteggiare l’impressionante crisi sistemica che va matu- rando. 4.2 Decisori e modelli di governo Il secondo ambito di riflessione ci invita ad approfondire Coerentemente con questa impostazione, i contributi che si le prospettive di affermazione di un nuovo modello di go- sollecitano in sede congressuale potrebbero riguardare, sem- verno della città, premettendo che esiste il problema gene- pre in via esemplificativa, i seguenti argomenti: rale, prima ricordato, dell’adeguamento del nostro sistema • la titolarità pubblica del governo del territorio deve istituzione all’assetto reale del nostro territorio e alla nuove poter contare su capacità politiche, culturali, ammini- dimensione delle città. strative e tecniche straordinarie, tali cioè da legittima- Anche un affrettato esame delle criticità che hanno impedito re costantemente l’impiego di risorse particolarmente negli ultimi anni un efficace governo del territorio, evidenzia scarse a presidio del patrimonio territoriale, del ridise- subito le difficoltà che un progetto riformista ha incontrato gno degli assetti urbani, delle solidarietà istituzionali e in assenza di una riforma della fiscalità, dei regimi proprieta- del rilancio della cultura del territorio; ri, delle prestazioni minime (diritti di cittadinanza, obiettivi • il completamento della riforma del governo del territo- di qualità), dell’assetto istituzionale federativo o comunque rio per eliminare gli inevitabili elementi di criticità che destrutturato nella prospettiva del titolo V della Costituzio- si traducono in particolare nella moltiplicazione e/o ne. nella sovrapposizione dei processi decisionali, e in un Queste difficoltà hanno prodotto una stasi nella produzione crescente divario tra aree del Paese a differente capacità legislativa regionale (Vedi Rapporto dal Territorio 2007- di autogoverno; 2010) e al contempo una “inutile” differenziazione che, • emerge la necessità di un progetto politico complessivo, giocata essenzialmente in termini nominalistici, ha però che punti a rifondare il patto fra istituzioni e cittadini, prodotto un disorientamento notevole non solo negli ope- e a recuperare la serenità del dialogo e un pari ruolo de- ratori; ma sono difficoltà derivanti anche da un’accelerata cisionale anche attivando l’assunzione di responsabilità disarticolazione del modello Paese intesa nelle sue compo- in merito alla eccessiva complessità delle procedure di nenti essenziali. pianificazione che hanno prodotto conseguenze parti- colarmente negative sotto il profilo del’efficienza e della I sistemi di pianificazione regionali non facilitano la costru- trasparenza degli atti amministrativi; zione di catene decisionali efficaci in quanto sovrapposti alle • appare necessario basare il processo decisionale su Qua- tutele separate dello Stato e intersecati da forme di valuta- dri Conoscitivi certi, sia nella logica di una progressiva zione strutturale (VAS, VINCA, VIA) applicate a piani e condivisone da parte delle società locali del conferimen- progetti in maniera non strutturale ed endoprocedimentale, to di senso e di valore agli oggetti territoriali, al paesag- senza un riferimento a Quadri conoscitivi e valutativi con- gio e all’ambiente, sia per il superamento delle ambigue divisi. forme di autoreferenzialità pseudoscientifica propria L’assenza di modelli territoriali credibili, sia a livello locale delle valutazioni strutturate predisposte a monte dei che centrale, alimenta processi localizzativi non pianificati progetti; e favorisce l’affermazione inerziale di un modello centrato • la possibilità di innovare il governo del territorio senza sulla mobilità privata di massa e la conseguente dispersione apportare cambiamenti radicali appare pertanto illu- insediativa. Tali processi hanno pesantemente modificato i soria, mentre è necessaria l’assunzione di una esplicita sistemi insediativi regionali, in particolare quelli a più alto posizione di contrasto nei confronti della proliferazio- tasso di metropolizzazione, che ora si presentano con inedite ne degli strumenti e delle procedure, della burocratiz- forme post urbane. zazione degli atti amministrativi, del continuo muta- Quello che nei fatti si è determinato è un sistema zoppo che mento di disposizioni e indirizzi e della tendenza a non ha ridotto le responsabilità frazionandole, ma senza verificar- considerare gli effetti negativi indotti da una eccessiva ne l’adeguatezza né la autonomia delle singole componenti durata dell’iter di pianificazione; a questo proposito 8 decisionali. Le catene decisionali sono solo apparentemen- è fondamentale proporre l’innovazione nelle norme
XXVII CONGRESSO INU e nella prassi, per pervenire ad una piena integrazione • se non si vuole mettere in crisi il rapporto fondamentale della VAS nella pianificazione, utilizzandola come sede tra città e democrazia, le richieste partecipative e la do- per annullare duplicazioni e sovrapposizioni di proce- manda di governo della trasformazione urbana devono dure e come vero snodo concreto di articolazione della diventare componenti positive di un progetto pubblico sostenibilità di piani e programmi; di rigenerazione urbana, soprattutto a partire da una • la necessità di garantire una maggiore coerenza tra le interpretazione in chiave federalista del demanio, che scelte urbanistiche e il sistema della mobilità, anche tuttavia deve porsi l’esigenza di prevedere regole più attraverso un orientamento della domanda verso il tra- chiare e condivise circa la valorizzazione di un ingente sporto pubblico, insieme all’adozione di politiche inte- patrimonio che altrimenti rischia di rappresentare un grate tra i diversi settori del governo locale ed eventual- ulteriore fattore di squilibrio; mente alla creazione di nuove authority. • nel proporre un differente scenario per la città del fu- turo dovremmo sfuggire alla apparente contraddizione 4.3 Verso un’accresciuta sostenibilità dei sistemi del welfare tra gli oneri non sostenibili di un apparato pubblico Per quanto riguarda infine l’ultimo ambito di riflessione, costoso e poco qualificato e la necessità di immaginare conviene partire da una valutazione critica delle conseguen- percorsi innovativi – e compatibili con le nostre esigen- ze prodotte sulle trasformazioni insediative dalla crisi ze – in grado di utilizzare al meglio la creatività e il ta- del welfare, per poi evidenziare i possibili effetti di misure ri- lento delle nuove generazioni. volte ad accentuare la competitività dei sistemi urbani. E’, in- fatti, sufficiente pensare all’effetto congiunto della diffusione insediativa, che mina alla base i processi che contribuiscono al rafforzamento della centralità urbana e dei tagli operati nella pubblica amministrazione e nel sistema del welfare, per accorgersi che il progressivo “avvitamento” della crisi della occupazione e della economia urbana rischia di minare in profondità il ruolo stesso delle città a livello nazionale e in- ternazionale. Il dibattito e l’approfondimento potrebbero essere indiriz- zati verso alcuni assi tematici in grado di proporre soluzioni concrete e positive, superando una riflessione attualmente penalizzata dal prevalere di visioni negative e pessimistiche; anche per questo ambito di riflessione si indicano alcuni temi di possibile approfondimento: • il modello di una città solidale e amica è ancora molto radicato nell’immaginario collettivo e nelle aspirazioni di larghi strati della popolazione, che sono orientati a ritenere che il suo conseguimento presupponga inevita- bilmente l’adozione di politiche pubbliche e il progetto di spazi di relazione e di condivisione; • a fronte dei tagli operati nei bilanci delle Amministra- zioni e degli Enti Locali il primato della dimensione pubblica della città può essere sostenuto e praticato solamente se si diffonde la consapevolezza che esso è ingrediente fondamentale delle capacità attrattive di un insediamento e del suo successo durevole; • nel difficile equilibrio tra i costi e i benefici della “città pubblica”, l’aumento progressivo della popolazione im- migrata di recente nel nostro Paese introduce un nuovo elemento di criticità e pone la questione di una difficile compatibilità tra la formazione della città multietnica e la crisi del welfare, che può essere risolta solamente ricordando che l’immigrazione non costituisce il pro- blema, ma piuttosto la sua soluzione; 9
XXVII CONGRESSO INU I contributi pre-congressuali Silvia Viviani La lettura dei testi inviati da sezioni regionali, commissio- In questo campo, l’Istituto può essere soggetto formativo, ni e gruppi di studio, restituisce un quadro nel quale non può incidere sul consolidamento teorico e per pratiche spe- mancano analisi e proposte. rimentali, utilizzando forme e modalità di approfondimen- Nelle diversità dei campi di lavoro o delle realtà territoriali, to scientifico, dalle quali muovere verso l’esterno con la di- emergono sostanziali convergenze. vulgazione degli esiti più proficui, per incrementare qualità Infine, i ranghi e i ruoli dei diversi organi sono profili chia- e coraggio delle filiere istituzionali, consapevolezza e cultu- ramente riconoscibili: la precisa collocazione delle sezioni ra delle forze politiche, alleanze fra le forze culturali. nei contesti territoriali e il loro sostegno per processi di Appaiono prioritarie la necessità di una riforma della finan- pianificazione culturalmente avanzati, declinati in ordine za locale che risponda a pochi ma stringenti principi (ma- ai caratteri emergenti delle differenti situazioni; gli ap- nutenzione e gestione urbana, tassazione commisurata del- profondimenti dei gruppi di studio che supportano o re- le trasformazioni, credibilità del piano a fronte di concrete indirizzano i campi di attenzione e di lavoro; il riordino risorse); il riordino del processo di formazione del piano delle materie trattate dalle commissioni, ove si individuano in ordine alla sua sostenibilità (integrazione della VAS nel le priorità e le posizioni dell’Istituto. procedimento, partecipazione sostantiva scevra dall’in- Gli scenari di crisi, già diversi da quelli nei quali è partita tercettazione dello scontento, consapevolezza dei rischi la discussione pre-congressuale, assumono connotazioni sociali e culturali della calamità naturale e relativa capaci- drammatiche, che aggiungono distrazione alla ordinaria tà di strutturare il piano, dalla formazione all’attuazione disattenzione verso il governo del territorio. per garantire la tenuta sia fisica che funzionale della città); Comunemente, fuori dagli ambienti tecnici più attrezzati e l’investimento in risorse non banalmente finanziarie (in- dagli interessi politici più raffinati, non si colgono le rela- frastrutture energetiche e ambientali e gestione dei servizi zioni fra le sciagure che si stanno abbattendo sul Paese, che a rete: energia, acqua, rifiuti) e la rigenerazione ambientale irrompono in diretta dalla rete e dalle televisioni, e la pre- delle componenti urbane più suscettibili alla trasformazio- venzione del rischio quale componente della pianificazio- ne (dalle periferie residenziali alle aree produttive). ne sostenibile, irrorata da politiche integrate e programmi accorti di spesa; non si connettono le masse contrapposte L’altra impone un rapporto diretto verso l’esterno, verso la di cittadini vecchi e nuovi con l’inefficienza delle relazioni società e la politica, di affondo. E’ qui che l’analisi critica fra i soggetti pubblici, chiusi nell’avvitamento burocratico dell’applicazione del modello INU svela inerzie e ineffi- e con la miope misura del taglio generalizzato, che copre, cienze, soprattutto per quel che riguarda la filiera istituzio- nale: le catene decisionali si vanno disfacendo, tirate agli grazie a emergenza e scarsità delle risorse, visioni strumen- opposti estremi da forze tra loro divergenti. tali ed egoistiche. Si tratta di proporre un miglior funzionamento degli asset- ti istituzionali e robuste quote di politiche pubbliche: una Da tutti i contributi espressi dall’Istituto emerge un indi- efficace applicazione degli attrezzi a disposizione, a partire rizzo di lavoro, in due diverse forme, convergenti verso un da una lucida interpretazione delle nostre città e dei nostri posizionamento energico e robusto di INU nel Paese. territori. Dai quadri offerti dai gruppi pianificazione pro- L’una si muove da un bilancio critico e onesto del modello vinciale, città contemporanea, edilizia residenziale sociale, lanciato nel 1995 e compiuto nel 2008. Ciò è utile per le come dai testi di Inu Calabria, Inu Sardegna, Inu Toscana, realtà territoriali che ora vedono il rinnovo della pianifi- Inu Marche, e delle commissioni paesaggio, e infrastruttu- cazione, ma anche per quelle nelle quali, a maturo quadro re, emergono spunti di creatività: un colpo d’ala per l’Isti- di leggi e piani, si affrontano questioni rilevanti di politi- tuto, con il quale si interpretano senza timore le differenze che e programmi. Qui si tratta di definire con chiarezza d’Italia, si tratteggiano città riorganizzate e piacevoli, non le disfunzioni e le misure irrinunciabili: dalla fiscalità alla si sfugge al faticoso cammino dell’innovazione, non si cade co-pianificazione, dal progetto dello spazio pubblico alla nella facile restaurazione né nel rassicurante decisionismo, manutenzione urbana, dalla conoscenza non autoreferen- e si delinea un progetto di città ove si affronta l’emergenza ziale ma a supporto della sostenibilità e della prevenzione abitativa con lungimiranza. ambientale, dalla perequazione alle alleanze per gestire strumenti complessi, dalla valutazione alla partecipazione. Tutti i testi, mi pare, possono essere stoffa per consolida- Vi si collocano anche la consapevolezza e la definizione re impegno e fiducia, per allargare l'orizzonte del nostro delle molteplici condizioni territoriali, che nel nostro Pae- sguardo e delle nostre riflessioni, per parlare di società e se sono differenziate tanto da non permettere la riduzione di senso civico, di un progetto culturale e politico, perchè banale dei termini. Con ciò anche denunciando la scarsa dare senso e qualità alla città contemporanea non è mera- utilità delle immagini unificanti, che nel dibattito corrente mente un progetto tecnico, bensì presuppone uno scenario vengono usate per avallare i prevalenti giudizi di indiscri- di valori da offrire alle popolazioni. minata condanna. Valgano per questi temi le letture dei contributi dei gruppi vulnerabilità sismica, partecipazione, VAS, città diffusa, delle sezioni Umbria, Emilia Romagna, Veneto e Lazio. 10
XXVII CONGRESSO INU Energia, sostenibilità e pianificazione locale in Emilia Romagna Sezione Emilia Romagna Risorse e sostenibilità ambientale buire direttamente ai propri fabbisogni. Una città energeti- La crisi economica degli ultimi anni, dalla quale l’Italia sta camente efficiente consuma meno e produce di più introdu- uscendo con grande fatica e maggiore inerzia rispetto agli cendo un nuovo modello di produzione dell’energia diffusa altri paesi dell’Unione Europea ha fatto emergere molte del- sul territorio e discretizzata. Paradossalmente la compatibi- le difficoltà delle politiche locali di governo del territorio, lità paesaggistica di impianti per la produzione di energia da basate in gran parte sull’attivazione di investimenti privati fonti rinnovabili (eolico e fotovoltaico in particolare) è stato esterni a sostegno anche del sistema infrastrutturale e degli uno dei pochi temi che negli ultimi anni ha tenuto vivo il obiettivi pubblici dei piani. La riduzione degli investimenti, dibattito, anche mediatico, sulle trasformazioni territoriali. sia pubblici che privati, ha provocato una contrazione drasti- La produzione di energia da fonti rinnovabili beneficia del- ca delle possibilità locali di qualificare città e centri urbani. le agevolazioni riassumibili nel comma 1 del famoso art.12 Fra i nodi emersi vi è quello delle risorse inteso, si badi bene, del DLgs 387/2003 che sembra svincolare la localizzazione non soltanto come sinonimo elegante di denaro ma come degli impianti dagli strumenti di pianificazione territoriale3. alimentazione della vita urbana: l’energia, l’acqua, le materie Molte regioni, fra cui l’Emilia Romagna si sono dotate di li- prime per le costruzioni ecc. Il fatto di dover ragionare con nee guida per indicare le aree non idonee alla localizzazione un costo crescente di queste risorse aumenta la consapevo- ed i criteri di inserimento. La normativa è in costante e rapi- lezza rispetto alla loro finitezza a livello locale. da evoluzione: è in fase di approvazione il decreto legislativo Gli studi del Dipartimento Programmazione del Comune di recepimento della Direttiva 2009/28/CE sulla promozio- di Bologna mostrano come la spesa energetica di una fami- ne delle fonti rinnovabili che definisce anche le condizioni glia media sia aumentata nell’ultimo anno di circa 250 euro all’interno delle quali saranno concessi gli incentivi. fra benzina per l’auto e gas o gasolio per il riscaldamento1. La Il proliferare di impianti per la produzione di energia non Camera di Commercio di Milano ha quantificato in 3.500 è l’unico esito tangibile di una graduale transizione verso euro l’anno la perdita media di una singola azienda che ope- un’economia sostenibile. La riqualificazione ambientale sta ra nel milanese dovuta al traffico ed all’inquinamento per portando a trasformazioni a volte frutto di scelte consapevo- un totale di un miliardo di euro. L’inquinamento atmosferi- li dei piani ed a volte conseguenze di eventi e accordi ulterio- co determina anche un impatto sanitario stimabile in termi- ri rispetto agli strumenti di pianificazione territoriale e legati ni di ricoveri e patologie diffuse oltre che di riduzione della alle politiche economiche o agricole. speranza di vita2. Il primo esempio è quello delle Aree Produttive Ecologica- Il tema è ancora da approfondire perché molti dei costi legati mente Attrezzate (APEA). La LR 20/20004, recepita nei all’ambiente sono costi indiretti o esternalità che non appa- PTCP, richiede agli Ambiti Produttivi di rilievo sovraco- iono esplicitamente nei bilanci dell’ente locale che pianifica. munale di acquisire la qualifica di APEA. Le Provincie sono Un esempio noto a tutti riguarda la bonifica dei siti conta- quindi chiamate a fornire indicazioni su come le aree pro- minati. Solo sul territorio di Bologna (che non può dirsi, duttive debbano essere pianificate per acquisire le caratteri- nel panorama nazionale, una città industriale come Torino stiche di ecologicamente attrezzate attraverso la definizione o Mestre) sono presenti oltre 90 siti contaminati in corso di linee guida. Le APEA programmate sul territorio regio- di bonifica. Il costo della bonifica è sostenuto nella maggior nale sono 43, coinvolgono circa 3000 aziende già insediate parte dei casi dalla proprietà e rientra fra gli oneri necessari e 1500 aziende che si insedieranno5. alla trasformazione di quell’area. In un equilibrio comples- Altro esempio riguarda l’accordo sottoscritto nel 2010 tra sivo di risorse questo costo andrà perciò a pesare sul costo proprietà, istituzioni e sindacati, per la riconversione degli finale della trasformazione urbana. I temi ambientali impat- zuccherifici emiliano-romagnoli. Per 3 ex zuccherifici (Rus- tano quindi sulla competitività dei sistemi urbani e sulla loro si, Finale Emilia, Ostellato) è in corso la riconversione alla capacità di trasformazione e qualificazione. produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di ori- gine agricola consolidando una nuova filiera produttiva sul Un territorio in trasformazione territorio e garantendo l’occupazione. La graduale transizione verso modelli produttivi ed econo- La Regione ha inoltre avviato negli ultimi anni un consi- mici ambientalmente più sostenibili coinvolge in vari modi stente programma per promuovere la ricerca industriale e il territorio e l’evoluzione dei sistemi insediativi. il trasferimento di conoscenze scientifiche verso il sistema Un nodo strategico emerso con prepotenza negli ultimi anni riguarda le infrastrutture energetiche e ambientali e la produttivo. Ne è nata una rete di strutture dedicate a te- gestione dei servizi a rete: energia, acqua, rifiuti. Sul fronte matiche di interesse industriale che, con il contributo dei energetico, la combinazione tra risparmio e sviluppo delle fonti rinnovabili può consentire ai sistemi urbani di contri- 3 Il comma recita: “Le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili [...] sono di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti”. 4 Legge Regionale 24 marzo 2000, n. 20 “Disciplina generale sulla tutela e 1 Cfr. www.comune.Bologna.it l’uso del territorio” 2 Cfr. www.saluter.it 5 Cfr. Atlante ERVET delle APEA http://atlante.ervet.it/apa/ 11
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