CONSIGLIO DI CLASSE - CLASSE .SCUOLA ..COORDINATORE ..DATA
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Qualche numero per cominciare …i dati della classe Risultati prove di Allineamento Risultati Prove Invalsi Risultati Scolastici: quante insufficienze, in quali discipline….. Lavorare per gruppi Compiti Metodo di studio Certificazione delle competenze Utilizzo delle risorse digitali Inserire slide necessarie a dare conto dei dati in possesso 3
Riforma: la quadratura del cerchio? • Dove va la scuola? La capacità della ricerca in educazione di anticipare i cambiamenti e pilotarli è messa in crisi da: - rivoluzione tecnologica - globalizzazione • Quello che pare certo: l’attuale struttura della scuola non durerà a lungo: scuole “private” – “home schooling” 4
Quale modello per la scuola? “Nel corso della storia umana il lavoro della cultura è consistito nel selezionare e sedimentare nuclei duri di perpetuità estraendoli dalle vite umane passeggere e dalle precarie azioni umane, nel creare il duraturo dallo scorrevole, nel ricercare la continuità nella discontinuità” Z. Bauman “Formare i giovani per adeguarli al mondo di oggi sarebbe diseducativo, in quanto non è questo il mondo in cui vivranno. La vera sfida culturale è quella di educarli a distanziarsi e ad andare oltre, superando i limiti di un sapere astratto e nozionistico e assaporando il piacere della ricerca e la passione per il conoscere” A. Braga 5
Un profilo degli studenti: ignoranza e demotivazione Gli studenti rivelano in molti casi: • forti lacune sul piano delle competenze linguistiche e culturali di base; • debolezza marcata sul piano della motivazione. Ma: difficile motivare allo studio una generazione a cui si sta letteralmente rubando il futuro “Non si tratta di A.D.D. [Sindrome da deficit di attenzione]. Non ti sto proprio ascoltando!” Scritta sulla t-shirt di un adolescente 6
La scuola del disagio COSA FACCIAMO? RIFERIMENTI AL PASSAGGIO TRA SCUOLE E ALLE PROBLEMATICHE EMERSE NEL CORSO DELL’ANNO. RIFERIMENTI AL DM 8/2011, AL CURRICOLO DELLE CLASSI AD INDIRIZZO MUSICALE, AL BENESSERE/ACCOGLIENZA/INCLU SIONE, ALLE DIVERSE VALUTAZIONI ANCORA ESISTENTI, ALLA RICERCA AZIONE………AGGIUNGERE SLIDE PER OGNI PUNTO 7
I “barbari” a scuola Gap generazionale e inversione dei ruoli generazionali La velocità della conoscenza istantanea del mouse sembra non lasciare scampo alla lentezza dell’apprendimento faticoso, quello dei libri, della biblioteca e dell’esperienza. Risposte della scuola: “una cultura della velocità necessita di una didattica della lentezza”. Un rischio: la sindrome della Grande Muraglia. 8
Un rischio: la sindrome della Grande Muraglia Gli anni recenti hanno visto una prorompente e quasi inarrestabile entrata di internet nella vita di tutti i giorni, sia nella sfera privata sia lavorativa. Se da un lato i pericoli connessi con la navigazione in “un mare” così vasto sono in fondo ancora poco noti ai più, dall’altro la libertà di espressione che il web consente ha rappresentato uno degli aspetti con maggior valore aggiunto, per i suoi utenti. Il Governo Cinese, evidentemente spaventato dalla possibilità che i propri cittadini possano scambiare idee ed informazioni non regolamentate, con il mondo esterno, da questo fine settimana ha aumentato ancora di più i filtri del proprio “Great Firewall“, la versione digitale della Grande Muraglia. 9
Il dilemma della scuola L’insieme dei fattori di crisi produce l’improbabilità educativa nella scuola Aumenta nei giovani l’indisponibilità formativa atteggiamenti di aggressività o disinteresse Da parte della scuola 2 soluzioni: 1 (prevalente) “accomodante” 2 “neo-rigorista” (voti, sanzioni, ritorno ai “bei tempi”) 10
Conoscenze e competenze: risposta al dilemma • La direzione del cambiamento: dalla trasmissione di conoscenze all’acquisizione di competenze: “Privilegiare l’azione” • Un dubbio: didattica per competenze equivale a cedimento alle ragioni dell’economia e del mercato? “A che pro andare a scuola se non vi si acquisiscono affatto strumenti per agire nel e sul mondo?” (P. Perrenoud, 2000). • La competenza nell’orchestrare gli schemi per affrontare una situazione trova un supporto fondamentale nella creatività. “Creatività e competenza binomio della formazione”. Indicare in slide successive i laboratori attivati 11
Creatività e scuola Creatività = apprendimento “nobile”, rivolto alla comprensione più che alla riproduzione di contenuti. Ma tra scuola e creatività c’è scarso feeling. Secondo una recente indagine: • più della metà degli insegnanti sostiene di promuovere un tipo di apprendimento basato sulla ricostruzione accurata di nozioni e fatti • le verifiche formali di fine unità sono riconosciute come principale metodo di valutazione da 9 insegnanti su 10. Le tecniche educative utilizzate nella nostra società sono repressive per la creatività Aggiungere slide relative alla tematica in relazione alle classi/sezioni di riferimento 12
Apprendere dalla realtà Dal “sandwich” del cognitivismo ai neuroni specchio: esiste uno stretto nesso tra percezione azione e progetto “Alla base dell’apprendimento c’è l’azione” (Rizzolatti 2003) “Un cervello che agisce è anche e innanzitutto un cervello che comprende”(G.Rizzolatti-C.Sinigaglia). Aggiungere slide relative alla tematica in relazione alle classi/sezioni di riferimento …. Viaggi, visite, uscite, concorsi, pausa didattica, PON, MUSEI CIVICI, ERASMUS, PIANO DIGITALE, EPOLICY, Pensagramma e ciò che è stato effettivamente svolto 13
Innovazione organizzativa e competenze Una nuova organizzazione del tempo scuola è inscindibile da una nuova organizzazione del sapere e da nuovi modi di apprendere. Sul piano dell’attività didattica: • “contaminare” il curricolo attraverso la costruzione di ambienti di apprendimento • concepire l’azione didattica in forme laboratoriali Sul piano dell’organizzazione: • dare una nuova articolazione al tempo scuola • passare dall’individualismo al lavoro di equipe Aggiungere slide relative all’organizzazione attuata nell’anno scolastico in corso, compreso il POTENZIAMENTO (fase C) 14
Impostazione della riforma Le tendenze essenziali della riforma sono: • verticalizzazione del curricolo • essenzializzazione dei contenuti didattici per favorire l’acquisizione di una base comune di competenze di cittadinanza • introduzione di standard di contenuto e di dispositivi di certificazione delle competenze Aggiungere slide relative a come le diverse discipline hanno essenzializzato i contenuti didattici 15
Una mappa metodologica [secondo Nicoli] 16
Elaborazione del repertorio delle competenze Per lavorare secondo l’approccio per competenze sono necessari: • un repertorio delle competenze che ne individui una serie essenziale secondo un continuum tra quelle comuni, che appartengono ad un campo di vita personale e sociale disponibile a tutti, tenendo conto degli standard fissati (es.: obbligo di istruzione); • un linguaggio comune che indichi i significati dei termini utilizzati ed il tipo di “lavoro” che essi implicano; • un metodo condiviso circa la gestione delle rubriche; • una comunità professionale che sceglie questo metodo ed opera in coerenza ad esso in modo da generale apprendimento dalle proprie esperienze. 17
Elaborazione del percorso formativo Il Percorso formativo rappresenta, nell’ambito del piano dell’offerta formativa dell’Istituto, il documento di progettazione elaborato dal Consiglio di Classe, ciascuno per la parte di sua pertinenza. Il Percorso formativo è coerente con gli obiettivi generali ed educativi dell’indirizzo di riferimento determinati a livello nazionale, con riferimento a: - Profilo in uscita dal primo ciclo - Regolamenti - Linee guida 18
La responsabilità del consiglio di classe Principio fondamentale: coinvolgimento degli studenti. Da valorizzare tutte le occasioni di apprendimento possibili (anche ad esperienze formative extrascolastiche), che richiedono differenti modi di implicazione: • Attività: è ciò che accade normalmente nella vita del gruppo classe, con un coinvolgimento tipicamente da “studente”, ovvero le lezioni, le esercitazioni e le verifiche. • Azioni: sono situazioni di apprendimento attivo chiaramente riferite ad un processo di apprendimento per scoperta, sulla base di simulazioni, progetti e compiti reali che vengono gestiti in modo sistematico. Sono intenzionali e programmate e si svolgono secondo un metodo preciso definito come “formazione autentica”. • Esperienze: sono situazioni formative non strettamente curricolari relative alla vita di classe e di istituto (es.: accoglienza ed aiuto rispetto a compagni in difficoltà, organizzazione di incontri ed eventi) oppure riferite a contesti esterni alla scuola, purché documentate e sorrette da elementi probatori. 19
Elementi di un piano formativo 20
Elaborazione delle rubriche della competenza Il cambiamento di prospettiva degli insegnanti in quanto valutatori comporta: • il passaggio di focalizzazione dall’insegnamento all’apprendimento (dei singoli e dei gruppi); • la centralità del soggetto che apprende e, per il docente il ruolo di facilitatore dell’apprendimento e di costruttore di un ambiente nel quale lo studente possa e voglia apprendere •QUALI LIBRI DI TESTO? QUALE IL RUOLO DELLA BIBLIOTECA SCOLASTICA? DEL LABORATORIO SCIENTIFICO? DEI CONTENUTI DIDATTICI ON LINE? •FLIPPED CLASSROOM 21
Un esempio di rubrica delle competenze La struttura della rubrica prevede: SEZIONE A: Traguardi formativi • L’individuazione della competenza (es.: Competenza n. X). Ogni competenza viene analizzata indicando: - le Fonti normative che danno legittimità alla competenza stessa; - le Discipline di riferimento (alcune competenze coinvolgono la totalità delle discipline, altre riguardano un ambito disciplinare più preciso); - le competenze specifiche, le conoscenze e le abilità che concorrono al costituirsi della competenza organizzate per la QUINTA PRIMARIA e per la TERZA SECONDARIA, per L’INFANZIA; SEZIONE B: Evidenze, nuclei essenziali, compiti, sviluppati lungo tutto l’arco del quinquennio, apparentando le competenze affini del biennio e del triennio SEZIONE C: Livelli di padronanza : con riferimento ai livelli del MODELLO NAZIONALE DI CERTIFICAZIONE 22
Elaborazione della unità di apprendimento L’Unità di apprendimento (UdA) rappresenta la struttura di base dell’azione formativa; indica un insieme di occasioni di apprendimento che consentono all’allievo di entrare in un rapporto personale con il sapere, attraverso una mobilitazione diretta su compiti che conducano a prodotti veri e propri che possano costituire oggetto di una valutazione più autentica. Tutte le situazioni che accadono nel percorso formativo debbono essere organizzate per unità di apprendimento. Esse si distinguono però in tre categorie: a) le situazioni connesse alla vita di classe per così dire “ordinaria” che si svolgono tramite lezioni, esercitazioni, compiti e verifiche e che richiedono una gestione ed un controllo centrati più su conoscenze ed abilità; b) le situazioni significative e rilevanti, che indicano snodi importanti del processo di sviluppo della persona, che impegnano la totalità dell’équipe dei docenti/consiglio di classe e che presentano una gestione strutturata; c) le situazioni connesse alle esperienze formative non strettamente curricolari relative alla vita di classe e di istituto (es.: accoglienza ed aiuto rispetto a compagni in difficoltà, organizzazione di incontri ed eventi) oppure riferite a contesti esterni alla scuola. 23
Format di Unità di Apprendimento 24
INDICARE LE UDA PROGETTATE E REALIZZATE 25
Valutazione delle competenze I criteri metodologici di una corretta valutazione della competenza sono: a. presenza di un piano formativo condiviso tra l’équipe dei docenti/consiglio di classe che preveda varie situazioni di apprendimento (attività, esperienze, azioni) finalizzate in modo intenzionale e programmato a quella specifica padronanza; b. riferimento esplicito e sistematico alle situazioni di apprendimento (attività, esperienze, azioni) che lo studente ha svolto in riferimento alla specifica competenza, ricordando che per ogni competenza occorre almeno un prodotto reale elaborato a tale scopo dallo studente; c. analisi delle varie performance dell’allievo (prodotti, comportamenti, riflessioni, maturazioni) viste in rapporto ad una griglia di valutazione della competenza che preveda descrittori distinti per livelli espressi in modo da poter essere compresi dallo studente e dalla famiglia; d. espressione del giudizio di padronanza della competenza dello studente ricordando che questo non può che prevedere livelli positivi 26
Come si misura la competenza? Per misurare la competenza non sono sufficienti i tradizionali “test a scelta multipla”. Sul piano tecnico si tende ad adottare strumenti più complessi, quali ad esempio: - le rubriche, - il portfolio. Si tratta di strumenti collegati naturalmente a nuove forme di progettazione e organizzazione didattica come le “unità di apprendimento”, i moduli, ... Bisogna giungere alla valutazione autentica. 27
Certificazione / validazione delle competenze • La certificazione delle competenze rappresenta il momento in cui, a seguito della valutazione, si passa alla loro registrazione entro una scheda che ne indichi il livello di padronanza e le altre informazioni utili alla comprensione del giudizio. • La validazione delle competenze è un’operazione che mira ad attribuire valore a quanto perseguito e certificato dalla scuola in riferimento alle competenze. 28
Progettazione futura Esiti di apprendimento Prove - griglie di osservazione (correlazione tra le abilità della competenza, gli item o richieste dalla prove e i livelli) Progettazione del percorso formativo 29
Progettazione futura e per l’a.s.2016/2017 Prima fase: identificare gli esiti di apprendimento desiderati • individuare le mete a cui condurre lo studente nelle diverse classi, considerando le competenze descritte nel profilo in uscita. Le attività di progettazione didattica effettuate all’interno dei gruppi di lavoro analizzano innanzitutto il prodotto finale cui l’insegnamento deve condurre per delineare gli apprendimenti dello studente alla fine del percorso scolastico. 30
Progettazione futura e per l’a.s.2016/2017 Seconda fase: determinare cosa costituisce evidenza accettabile degli esiti 1. Adozione di strategie funzionali ad un’interpretazione univoca di alcune delle competenze elencate nei profili. Dettagliare alcuni significativi enunciati di competenza scomponendoli in enunciati meno generali per definire abilità e conoscenze così come chiarite dal gruppo ministeriale. Tali enunciati meno generali (abilità e conoscenze) prefigurano attività osservabili che, messe in atto dallo studente, inducono una misurazione da effettuare mediante indicatori di prestazione. 2. Formulazione di prove di accertamento delle competenze e determinazione dei livelli di possesso. Fissati gli esiti di apprendimento, il processo di progettazione si focalizza sulla modalità di accertamento degli stessi, ossia sulla tipologia di prove e sul sistema di rilevazione del possesso delle competenze. Si costruiscono prove e correttori. 31
Progettazione futura e per l’a.s.2016/2017 Terza fase: pianificare strategie di insegnamento/esperienze di apprendimento •mediante la formulazione di prove gli esiti di apprendimento, si struttura il percorso didattico. • Si costruiscono moduli complessi, che coinvolgano aree formative differenti, organizzati intorno a un compito unitario di realtà, al fine di realizzare esperienze di apprendimento che superino la parcellizzazione dei saperi e permettano allo studente di fronteggiare in sede di apprendimento situazioni complesse. 32
Indicare dove si colloca le clasi/sezioni rispetto al PTOF 2016/2019 33
INDICARE LE PRESENZE AL CONSIGLIO 34
PRESENTAZIONE A CURA DEL COORDINATORE……………… CON L’INSERIMENTO DI SLIDE SPECIFICHE E COERENTI ALLA PRESENTAZIONE DA PARTE DEI DOCENTI ( SCRIVERE I NOMI E LA SLIDE DI RIFERIMENTO) 35
“Se si cambiano solo i programmi che figurano nei documenti, senza scalfire quelli che sono nelle teste, l’approccio per competenze non ha nessun futuro” P. Perrenoud, Costruire competenze a partire dalla scuola, Roma, 2003 Grazie per l’attenzione 36
Puoi anche leggere