CONDIZIONI DI EQUILIBRIO DEL TOKAMAK - 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK (ultima modifica 12/12/2017)
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7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK (ultima modifica 12/12/2017) CONDIZIONI DI EQUILIBRIO DEL TOKAMAK M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 1
Condizioni di Equilibrio nel Tokamak Le condizioni di equilibrio e stabilità del Tokamak presentano due aspetti fondamentali: 1. Il primo aspetto riguarda il bilancio interno tra la pressione del plasma p e le forze dovute al campo magnetico: . 2. Il secondo aspetto è legato alla forma e posizione del plasma , che devono essere determinati e controllati dalle correnti che circolano nelle bobine toroidali , bobine esterne poloidali , dalla corrente nel plasma e dalle correnti delle bobine di correzione, che insieme danno luogo a un campo magnetico complessivo dovuto alla contemporanea presenza: • del campo magnetico principale è il campo toroidale prodotto BT dalle correnti nelle spire esterne al plasma, • del campo magnetico poloidale Bp più piccolo prodotto principalmente dalle correnti toroidali del plasma • dei campi dovuti alle correnti presenti in altri avvolgimenti poloidali esterni al toro, realizzati per controllare e dare la forma al plasma e • campi generati dalle bobine di correzione M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 2
Condizioni di Equilibrio: corrente di bootstrap La corrente di bootstrap costituisce una sostanziale aliquota della corrente totale del plasma e contribuisce sostanzialmente al riscaldamento del plasma. Essa è principalmente dovuta alla combinazione di due cause: • i gradienti radiali della pressione, funzione della densità n e della temperatura T, dovuti al campo disomogeneo toroidale BT. • e • la geometria magnetica toroidale. La corrente di bootstrap è • parallela al campo magnetico toroidale BT (tangente alle superfici magnetiche), • dipende dal gradiente di pressione radiale ∆p dovuto all’ anisotropia di pressione, che si genera in un campo magnetico disomogeneo come quello toroidale: BT = f (1/R) e Per un reattore tokamak che è ottimizzato per un buon confinamento e un buona stabilità, e che ha una dimensione limitata, la corrente di plasma totale Ip = 3÷5 la corrente bootstrap I bootstrap e quindi quasi tutta la corrente plasma deve essere ottenuta e controllata attraverso altri mezzi. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 3
Condizioni di Equilibrio: corrente di bootstrap Poiché il funzionamento del tokamak dipende dalla corrente del plasma, la corrente di bootstrap presenta il vantaggio di essere generata automaticamente, quando si confina il plasma ad alta pressione, senza dover richiedere l’ausilio di dispositivi esterni. In linea di principio si può ottenere un reattore tokamak a regime stazionario nel quale la stessa corrente di plasma, che genera un campo poloidale, confina il plasma, riducendo così l’intervento dei dispositivi esterni a un contributo modesto. Ma il rendimento di questo tipo di confinamento mediante il solo campo poloidale dovuto alla corrente nel plasma, in sostituzione anche dei metodi non induttivi esterni, è economicamente interessante, quando si è in presenza di un'elevata aliquota di corrente bootstrap. Al contrario negli stellarator, poiché il confinamento del plasma è essenzialmente ottenuto per mezzo delle bobine elicoidali esterne e non per mezzo della corrente del plasma, la corrente nel plasma risulta svantaggiosa per ottenere il confinamento desiderato. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 4
Condizioni di Equilibrio Le correnti di Bootstrap sono positive per il confinamento, possono essere determinate con il “Modello di Trasporto Neoclassico” (Neoclassical Transport Model) che è un modello base della fisica dei plasmi confinati magneticamente, ma le correnti di Bootstrap hanno l’inconveniente di essere particolarmente instabili . Il modello con il “Modello di Trasporto Neoclassico” (Neoclassical Transport Model) descrive il comportamento di particelle intrappolate in sistemi di confinamento magnetico toroidale, in presenza di un gradiente di pressione e di densità, considerando le particelle neutre. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 5
Corrente di “bootstrap” Nel Tokamak vengono chiamate • ‘trapped particles’ ( particelle intrapolate) le particelle che seguono le linee di forza poloidali, oscillando lungo traiettorie dette a ‘banana’ , mentre • quelle che si spostano approssimativamente in orbite circolari, si dicono chiamano Quando un orbita a banana è più interna un ‘passing particles’ ( particelle numero maggiore di particelle la seguono passanti). rispetto a un orbita più lontano Le particelle intrappolate (in un percorso a forma di “banana” nei tokamak più moderni) devono essere in grado di completare la loro orbite senza abbandonarle, per non generare instabilità. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 6
. Compensazione delle derive per mezzo del campo addizionale poloidale Bp La proiezione nel piano poloidale delle orbite delle particelle energetiche in un Tokomak Le particelle passanti ‘passing particles’ si spostano approssimativamente seguendo orbite circolari. Le particelle ‘ trapped particles’ si muovono su orbite più grandi e allungate a forma di banana. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 7
Compensazione delle derive per mezzo del campo addizionale poloidale Bp Orbita a banana di una ‘trapped particle’ con la sua proiezione su un piano poloidale L’asse maggiore del toro, relativo al raggio R , è a sinistra nel foglio Superfici di deriva • per le orbite circolari per ‘passing particles’ e • per orbita a banana ‘trapped particles’ M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 8
Corrente di “bootstrap” La corrente di bootstrap dovuta alle differenze della densità n e della pressione p delle particelle nello strato più esterno del plasma , è stimata grossolanamente dalla seguente relazione che esprime la densità di corrente di bootstrap : 1/ 2 1 dp a 1 dp J b 1/ 2 B p dR R B p dR • ε è il rapporto a / R, • a raggio della sezione del toro a R • R raggio del toro • Bp è il campo magnetico poloidale, e • p la pressione. Jp in base alla relazione precedente: • aumenta con il gradiente di pressione in direzione radiale, • aumenta con il rapporto a/R e • diminuisce all’aumentare del campo poloidale . Una stima più precisa comporta una simulazione esatta delle orbite delle particelle. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 9
Condizioni di Equilibrio Nel dispositivo toroidale per la fusione nucleare, il plasma è confinato all'interno di un toro e la pressione del plasma varia con la densità diminuendo, dai punti più esterni a quelli più interni della sezione del toro. Queste variazioni della pressione p e della densità n fanno sorgere una ↓ una corrente elettrica naturale radiale nel plasma verso le pareti esterne che deve essere valutata per la progettazione del reattore Tokamak. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 10
Condizioni di Equilibrio Per creare un sistema stabile di confinamento nel Tokamak, si utilizza una combinazione degli effetti dovuti: • alla presenza dei magneti esterni e • alla corrente indotta nel plasma che insieme concorrono a creare flussi magnetici poloidali e migliorano il confinamento del plasma. Uno degli obiettivi della progettazione avanzata di Tokamak è quello di ottimizzare il fenomeno delle correnti di bootstrap, cercando di ridurre o addirittura eliminare gli induttori esterni di corrente attualmente in uso. Questo potrebbe diminuire drasticamente il costo e la complessità del dispositivo e la complessità dell’intero impianto e dei sistemi di controllo. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 11
Condizioni di equilibrio Il campo magnetico complessivo produce un serie infinta di superfici toroidali magnetiche nidificate. Le stesse linee di flusso seguono un percorso elicoidale sulla superficie magnetica e si avvolgono intorno al toro. • La velocità di trasmissione delle particelle nel plasma è tipicamente da 105÷ 106 ms-1 e • la pressione è costante nella direzione del campo magnetico toroidale e ogni sbilanciamento viene eliminato velocemente. Ma la direzione del campo magnetico toroidale cambia da sezione a sezione del plasma per la forma del toro e questa discontinuità del campo magnetico ha importanti implicazioni per la stabilità del plasma. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 12
Condizioni di Equilibrio La geometria toroidale del plasma da luogo a una forza centrifuga Fc, nella direzione di espansione dell’anello di plasma. Questa forza è bilanciata applicando un campo magnetico verticale che interagisce con la corrente toroidale dando luogo a una forza rivolta verso l’interno. I movimenti delle particelle sono abbastanza complessi. Alle basse temperature le particelle subiscono frequenti collisioni e complessivamente possono essere considerate come un fluido. La resistenza elettrica del plasma, che è una manifestazione delle collisioni che avvengono tra elettroni e ioni, decresce con la temperatura e decresce quindi anche la potenza elettrica generata, a parità di corrente dissipata. Ad una temperatura di circa 10 MK, il calore generato per effetto resistivo non riesce a compensare le perdite radiative del plasma. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 13
Condizioni di Equilibrio A questo punto, disponendo della sola potenza termica resistiva, non si potrebbe più riscaldare il plasma e, alla temperatura di10 MK, la velocità di reazione della fusione è ancora troppo bassa. Diventa quindi indispensabile apportare ulteriore energia al plasma con altre modalità. Una consistente aliquota delle particelle è intrappolata dove il campo magnetico toroidale BT è più debole, sul lato esterno del toro. Anche se l’equilibrio è parzialmente determinato e controllato attraverso le condizioni imposte dall’esterno, come la corrente che circola nelle bobine toroidali e la quantità di di calore trasmesso al plasma, alcune caratteristiche del trasporto sono dovute al comportamento del plasma. Quindi le variazioni della densità n e della temperatura T che a loro volta dipendono dalle instabilità del plasma, determinano le proprietà di trasporto. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 14
Instabilità del plasma La corrente radiale in corrispondenza della struttura del contenitore fluisce approssimativamente a 90 gradi rispetto alla direzione del campo toroidale; quindi si verifica una forza la forza proporzionale a JxB abbastanza alta da allontanare le particelle del plasma verso l’esterno del toro. Questo fenomeno ha indotto danni su i molti Tokamak sperimentati. Dagli esprimenti più recenti è risultato chiaro che i Tokamak sono soggetti a una varietà di macroscopiche instabilità. Sebbene queste instabilità non sono pienamente comprese esse possono essere principalmente attribuite ai modi identificabili con la Magnetoidrodinamica MHD e all’effetto Hall. Quando la corrente aumenta spesso si verificano scopi dovuti a oscillazioni magnetiche. Questi fenomeni sono stati rilevati sperimentalmente usando bobine magnetiche intorno alla superficie del plasma, le oscillazioni sono chiamate oscillazioni di Mirnov . Le instabilità di plasma (in genere modi oscillatori) a volte crescono e possono causare→ brusche diminuzioni della temperatura T e la cessazione del confinamento sperimentale del plasma . M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 15
Stabilità di uno stato di equilibrio Con l’equazione di Grad-Shafranov si descrive l’equilibrio delle forze, ma non si hanno informazioni sulla stabilità dell’equilibrio, cioè l’equazione non è in grado di indicare se una piccola variazione dei parametri del plasma (densità , temperatura, pressione) o delle correnti di controllo esterno porta a un altra condizione di equilibrio o a una situazione di instabilità. Le instabilità MHD comportano diversi effetti dannosi per il plasma: • le instabilità su larga scala possono portare alla perdita di controllo del plasma (cioè durante una disrupzione, la corrente del plasma collassa in modo incontrollabile in un intervallo di tempo molto breve) mentre • le perturbazioni su piccola scala e la turbolenza MHD può significativamente aumentare il trasporto radiale di particelle ed di energia. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 16
Instabilità: disrupzioni. Una disrupzione è un'improvvisa perdita di stabilità o di confinamento del plasma del Tokamak; è un evento critico in cui l'energia all’interno del plasma viene persa di un lasso di tempo di pochi millisecondi che espongono ↓ • le pareti interne del contenitore plasma del Vessel a gravi sollecitazioni termo-meccaniche e • i conduttori che circondano il contenitore (Vessel) a enormi forze elettromagnetiche. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 17
Instabilità: disrupzioni. Nelle interruzioni veloci del JET, l'energia del plasma viene completamente persa in pochi ms e la corrente del plasma decade in circa 10 ms. La figura seguente mostra il veloce decadimento della corrente del plasma per una disrupzione rapida tipica nel JET. La perdita di potenza associata al decadimento della corrente del plasma può essere di diversi GW, dell’ordine di cento volte la potenza applicata per il riscaldamento del plasma. Questi eventi di interruzione causano il flusso di correnti parassite nel vessel, che generano forze di centinaia di tonnellate. 1 kgp = 9,81 N → 1 t=1000 kg M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 18
Instabilità: disrupzioni. Da ciò si comprende l’importanza di studiare questi eventi per far si che le disrupzioni possano essere evitate o quantomeno ridotte al minimo, eliminando quelle che comportano effetti dannosi più gravi, al fine di preservare l'integrità della macchina. Diventa particolarmente importante riuscire a distinguere i diversi tipi di disrupzione, correlandole alle possibili cause con la finalità di ↓ ottimizzare le strategie di intervento. Per la complessità dei fenomeni che possono provocarle, non sono al momento disponibili i modelli fisici in grado di riconoscerle e prevederle in modo affidabile. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 19
Instabilità: disrupzioni. Lo studio delle disrupzioni non ha portato a risultati soddisfacenti o spiegazioni complete • su come l’energia può essere persa in un tempo così breve, o • su come, quando esse si verificano, si sviluppino grandi forze con il conseguente danneggiamento alle strutture adiacenti al plasma. Attualmente si sta ancora studiando il fenomeno, mettendo a punto i metodi per prevenire e limitare gli effetti delle disrupzioni. Tuttavia, in questa fase sperimentale di messa a punto dell’intero sistema di funzionamento del Tokamak, il rilevamento delle disrupzioni può aiutare a stabilire come controllare i parametri del plasma per alcuni fattori concorrenti; per esempio definire la periodicità con la quale espellere le impurità dal contorno del plasma per mantenere il plasma pulito e più efficiente. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 20
Instabilità: disrupzioni. Attualmente con gli esperimenti fatti nei Tokamak esistenti si conoscono gli effetti negativi delle correnti radiali nel contorno che delimita il circuito che possono dar luogo: • alle grandi forze elettromeccaniche nelle strutture che sono state rilevate durante gli esperimenti fatti, ma anche a • i danni alla strutture dovuti agli archi intensi che si possono verificare, e • il veloce decadimento di energia nel plasma che viene rapidamente trasmessa al resto del sistema sperimentale (pareti del contenitore sottovuoto, spire magnetiche, ecc) con conseguenti fenomeni degenerativi. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 21
La componente del campo normale Bn al campo toroidale BT è: • Bn = 0 nella superficie interna del contenitore • Bn ≈ 0 nella regione del nucleo del plasma non è esattamente uguale a zero. Quindi il flusso toroidale delle particelle cariche nel contorno del plasma è interessato da un campo netto normale Bn e le cariche sul contorno del plasma sono sottoposte a un potenziale Vp e quindi ad una forza di campo radiale Fr : Vp = l v Bn 10-8 [V] l= lunghezza del contorno in [cm] v= velocità delle cariche sul contorno in [cm/s] Bn = campo normale netto nella regione del contorno espresso in gauss [G]. (1G=0,0001T=10-4 T) M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 22
Le correnti radiali si richiudono in un circuito Ohmico-Induttivo R-L • L’induttanza L di questo circuito delle correnti radiali è proporzionale a) al volume tra la superficie del contenitore vuoto e il contorno del plasma e quindi al rapporto a/R e b) dipende dalla μ0 del vuoto. • La resistenza del circuito R è legata alla forma contenitore ed è proporzionale allo spessore a/R del contenitore e la resistività ρcont del materiale del contenitore. Vp vuoto In equilibrio (quando le dimensioni del plasma non variano), la differenza di z Vo potenziale Up=Vp –Vo nello spazio vuoto, tra il potenziale Vp sulla superficie esterna del a R plasma e il potenziale sulla superficie interna del contenitore (Vessel) per Vo=0, sarà : Vp = iR + L di / dt M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 23
Valori approssimati della induttanza L e resistenza Rp del plasma L’induttanza dell’anello di plasma L, è calcolata come somma di due contributi, uno relativo alla induttanza interna ed uno relativo alla induttanza esterna: L = Li + Le L’induttanza interna è molto difficile da definire, perché dipende dal profilo della densità di corrente nel plasma e dal rapporto R/a. Approssimativamente è data da: Li = 2πRp ∙ li in cui Rp è il raggio maggiore del plasma, li è l’induttanza interna specifica per unità di lunghezza; • considerando un plasma con un grande rapporto R/a e densità di corrente uniforme, allora li è indipendente dal raggio minore a e il suo valore è circa uguale a Li=0.05 [H/m]. • Per un piccolo rapporto R/a e densità di corrente non uniforme, il valore di li è maggiore: Li = 0.1 [H/m]. Con l’ipotesi di plasma a sezione circolare → l’induttanza esterna è : Le = μ0 ∙ R [( 1 + a2 /8R2 )∙ ln (8R/ a) + a2 /(24R2 )− 2] che dipende unicamente dai parametri geometrici del plasma. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 24
Occorre tener conto che l’ipotesi di un plasma circolare da un valore approssimato, poiché la sezione del plasma nel Tokamak ha la forma di una D allungata. La resistività di plasma (espressa in [Ωm]) è calcolata sulla base della relazione di Spitzer: ρP = 6 ∙ 10−5 ∙ T−3/2 ∙ ln Λ, dove: T è la temperatuta delle particelle assunta uguale per gli elettroni e gli ioni e ln Λ è una quantità nota come logaritmo di Coulomb, ed è praticamente costante per gran parte dei plasmi di laboratorio e varia fra 10 e 20 per grandi campi di variazione di parametri ai quali è legato. Nella espressione della resistività, esso è un fattore correttivo che tiene conto del fatto che le collisioni coinvolgono più di due particelle alla volta. La resistenza del plasma può essere quindi calcolata secondo la relazione seguente nell’ipotesi che il plasma si comporti, da un punto di vista elettrico, come un conduttore ohmico: = ρP ∙ 2π ∙R/( πa2∙δ) in cui δ è un parametro, generalmente compreso fra 0,6 e 0,7, che tiene conto sia dell’elongazione del plasma, che del profilo di distribuzione delle particelle. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 25
Vp = iR + L di / dt E’ stato calcolato che la maggior parte dei Tokamak hanno costante di tempo radiale R/L di circa 50 µs , che è un fattore importante associato al tempo di decadimento della disrupzione. In particolare è chiamato “scrape-off layer’’ ( strato di raschiatura ) o SOL , il circuito radiale nel contorno più esterno del plasma, dove le linee del campo vengono a contatto con una superficie di materiale (come nel divertore o nel limitatore). Il trasporto del plasma fa si che esso nei contorni che lo delimitano limitatore, raschi via lo strato esterno delle superfici limitanti (che hanno solitamente uno spessore di circa 2 cm). La misura dello spessore asportato consente di definire con precisione il contorno limite esterno del plasma. Le disrupzione dovute a una variazione di densità del plasma n per una riduzione di temperatura T, provocano → una espansione del plasma con conseguente → variazione dello spazio vuoto tra la superficie interna del contenitore (vessel) e il plasma. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 26
La variazione dello spessore di questo strato di spazio vuoto lungo il quale circolano le correnti della disrupzione, ↓ comporta una conseguente variazione della induttanza L ↓ e quindi una conseguente variazione della differenza di potenziale ΔVp ↓ nello spazio vuoto tra la superficie interna del contenitore (vessel) e la superficie esterna del plasma. Infatti dalla espressione analitica della differenza di potenziale, si può verificare come la variazione della induttanza L dL / dt comporti un ulteriore variazione della differenza di potenziale ΔVp= idL / dt : se L= cost → Vp = iR + L di / dt ma se L varia → Vp+ ΔVp = iR + L di / dt + idL / dt, ossia il dL → comporta un picco di tensione Vp innescando così un fenomeno degenerativo. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 27
Le correnti radiali sul bordo nelle strutture possono fluire ruotando di mezzo giro in direzione tangenziale al contorno del Vessel Vacuum, prima di rientrare sul contorno o strato vuoto di scrape-off e/o del contorno del plasma. Una disrupzione può avvenire quando: • vi è una anomalia nel cuore del plasma (densità delle particelle non è uniforme) o • si può sviluppare anche a causa di un perturbazione nel circuito esterno (come ad esempio una sufficiente corrente radiale che interessa direttamente le pareti del contenitore o i limitatori. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 28
Quindi una disrupzione si verifica quando la corrente trasversale nella struttura (corrente radiale) aumenta improvvisamente. Partendo da una condizoni di equilibrio: p JB ( p è la forza agente sul fluido dovuta al gradiente di pressione), La densità di corrente può aumentare improvvisamente perché la tensione interna magnetoidrodinamica MHD aumenta a causa di una ridistribuzione della pressione e quindi della densità di corrente del plasma, cioè quando si verifica un cambiamento: • della J (densità di corrente toroidale sul contorno) e/o • di B (componente di campo autoindotto normale al contorno del plasma). M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 29
Nel plasma le cariche ad alta velocità toroidale si muovono radialmente in corrispondenza della regione di bordo del nucleo verso il contorno del contenitore. Nel contorno del contenitore, gli elettroni con alta velocità ve sono gradualmente costretti dalla azione MHD magnetoidrodinamica a muoversi verso l’interno nella camera vuota della struttura sino al bordo del plasma. Quando gli elettroni entrano nel plasma, hanno una velocità tangenziale piccola o nulla. Se rimangono nella regione di bordo, vengono accelerati di nuovo verso l’esterno, ma possono anche diffondersi nel nucleo del plasma e raffreddarlo. • In condizioni normali di funzionamento l’ampiezza della corrente radiale è minore del 0.1% della corrente del plasma e il suo effetto di campo non è determinante, mentre • Quando la corrente trasversale aumenta assumendo valori compresi tra il 10% ÷ 50% gli effetti sulla configurazione del campo possono essere importanti. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 30
Quando le cariche lasciano la regione del contorno del plasma, la corrente del plasma deve essere rigenerata per cercare di mantenere le condizioni di flusso costante. In corrispondenza del nucleo del plasma si verifica uno scambio di cariche a velocità elevata. Alcune cariche vengono fornite direttamente nel bordo del plasma dai sistemi di controllo delle correnti. Se le cariche delle correnti radiali non vengono rigenerate in modo graduale e regolare, si verifica un brusco crollo • della temperatura T, • della densità n e • del campo poloidale Bp . Il brusco crollo è caratterizzato da un andamento a dente di sega (con un lento costante oscillante aumento, seguito da brusche brevi diminuzioni) e si verifica una condizione di disrupzione termica. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 31
fase del lento e oscillante aumento fase della brusca diminuzione Nella seconda parte della fase termica di una disrupzione, gli elettroni ad alta velocità nel contorno si esauriscono e il nucleo non può rigenerarli. ↓ Ciò comporta la fine della fase termica della disrupzione o il limite inferiore della caduta a dente di sega. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 32
La prima volta furono rilevate da von Goeler nel 1974, sono state evidenziate in molte diagnostiche in tutti i Tokamak, sia in quelli di grandi dimensioni che in quelli di piccole dimensioni. Il ciclo completo di eventi può essere suddivisa in tre regimi: (i) la fase di rampa Sawtooth, un periodo durante il quale nel cuore del plasma, la densità n e la temperatura del plasma T aumentano con andamento circa lineare con il tempo; (ii) fase preliminare di oscillazione, essa è la fase preliminare alle disrupzioni, durante la quale una perturbazione magnetica elicoidale cresce e, a causa della rotazione toroidale del plasma, si verifica un crescente comportamento oscillatorio, (iii) fase di caduta o crollo, in cui la densità n e la temperatura T diminuiscono rapidamente a valori più bassi compromettendo la stabilità del fenomeno della fusione. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 33
Dopo che la terza fase si esaurisce, non ci sono sufficienti cariche che fluiscono nel circuito del contorno esterno del plasma per mantenere la corrente di bordo, di conseguenza le correnti di bordo cessano momentaneamente di fluire, se non si interviene dall’esterno. Nel Tokamak riscaldati ohmicamente le modulazioni risultanti sono meno del 10% ed il periodo del ciclo completo, aumenta con la dimensione del dispositivo. Nel TEXTOR (maggiore raggio R0 D 1:75 m) τs= 20 msec e nel JET (R0 =3 m) τs 100 msec. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 34
In questa fase del fenomeno: • il nucleo del plasma si riduce con un raggio minore di quello che presentava all'inizio del decadimento e • inoltre subito dopo il decadimento termico di una disrupzione, il nucleo del plasma (a piccolo raggio) non rimane nella posizione di equilibrio perfettamente distaccato. Esso espande rapidamente il suo raggio e ristabilisce la condizione normale, con un nuovo contorno ricostruito. Le disrupzioni possono essere controllate, ma se il fenomeno delle disrupzioni persiste sino a comportare il processo finale, della variazione di densità del plasma n con un conseguente crollo della temperatura T a dente di sega, è irreversibile e non consente la rigenerazione del plasma con conseguente perdita della stabilità del fenomeno della fusione. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 35
Instabilità Il MARFE è il bagliore visibile in prossimità del vessel, che si verifica solo quando una disrupzione si presenta con una densità e un flusso di corrente sufficientemente alti. La presenza di MARFE è indice di cattivo funzionamento, ma la sua assenza non esclude l’esistenza di disrupzioni che potrebbero diventare pericolose, se non venissero controllate. Non tutte le disrupzioni sono accompagnate da bagliori visibili. Si può comunque affermare che a un buon confinamento corrisponde una bassa probabilità di MARFE. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 36
Immagini di Plasma nei Tokamak M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 37
Per eliminare le correnti radiali pericolose si dovrebbe costruire il Tokamak con una impedenza radiale L (delle strutture e del contorno vuoto) molto alta, in grado di → aumentare considerevolmente l’impedenza Z=R+jL del circuito delle correnti relativo al percorso delle correnti delle disrupzioni, contrastandole. La struttura ad alta impedenza potrebbe essere realizzata ↓ con un limitatore toroidale. Purtroppo anche una struttura ad alta impedenza così ottenibile, non è sufficiente a garantisce una condizione di equilibrio stabile. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 38
Impurità nel plasma La delaminazione e lo sfaldamento degli strati più interni e sollecitati del contenitore del plasma, formando polveri radioattive e chimicamente reattive, possono provocare, se si accumulano e diventano spesse, potenziali di radiazioni e pericoli di esplosione M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 39
Impurità nel plasma I danni che le impurità possono provocare impongono la necessità di un limite all’ingresso di impurità nel plasma che ha un ruolo importante nel dimensionamento del Tokamak. Per ridurre la quantità di impurità nel plasma è richiesta la separazione del plasma dal contenitore del vuoto. Le tecniche comunemente usate sono 2: • la prima consiste nel definire il contorno esterno del plasma con un limitatore materiale. • la seconda consiste nel convogliare le particelle all’esterno della contenitore del vuoto modificando le linee del campo magnetico per mezzo di un divertore magnetico. Il limitatore e il divertore contribuiscono sensibilmente alla riduzione degli eventi di disrupzioni. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 40
Limitatore (Limiter) Strutture poste a contatto con il bordo di un plasma confinato che vengono utilizzati per definire la forma della superficie magnetica più esterna. La superficie solida del limitatore definisce il bordo del plasma. I limitatori possono avere forma diverse: poloidale, radiale e toroidale (questi ultimi disposti sulla pareti laterali toro). plasma Limitatore poloidale Limitatore radiale Limitatore toroidale M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 41
Limitatore del Plasma (Limiter) M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 42
Limitatore del Plasma (Limiter) Limiter una struttura materiale sporgente della parete principale utilizzato per intercettare le particelle nel bordo del plasma Last Closed Surface (LCFS) la superficie magnetica che tocca la parte più interna del limitatore Scrape-off Layer (SOL) La regione di plasma situata all'ombra del limitatore cioè tra le LCFS e la parete del contenitore M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 43
Divertore (Divertor) • Il calore prodotto nel plasma e perso per conduzione deve essere smaltito senza produzione di impurezze. • Le ceneri di combustione devono essere asportate per evitare lo spegnimento della reazione di fusione Con il divertore: • Il calore e le ceneri che escono dal toro di plasma fluiscono verso il divertore; • Parte del calore viene convertito in radiazione che si deposita sulla parete • Il flusso di particelle verso il divertore tiene confinate nel divertore le impurezze estratte dalle piastre • I processi di ricombinazione consentono di ridurre il carico termico sulle piastre del divertore M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 44
Divertore (Divertor) L'efficacia del sistema di rimozione delle particelle alfa in eccesso dal centro del plasma è basato su una configurazione a X del campo magnetico. Questa configurazione permette l'utilizzo di un componente della macchina come bersaglio per le particelle cariche pesanti: questo componente è parte integrante del divertore . Il divertore è un dispositivo sperimentale che devia ioni caricati sul bordo esterno del plasma, in una camera separata in cui le particelle di carica possono colpire una barriera e diventano atomi neutri. Il divertore è già utilizzato negli esperimenti Tokamak esistenti, ma non è stato mai utilizzato nelle condizioni di alti flussi termici previsti per l’ITER. Il divertore necessita di particolari sistemi di estrazione (pompe a vuoto) delle impurità emesse al contatto con le pareti del deviatore che, essendo molto sollecitate dal punto di vista termico, devono essere intensamente refrigerate. In prossimità del deviatore sono localizzate le perdite di energia per conduzione più rilevanti del plasma. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 45
Divertore del Plasma (Divertor) M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 46
Divertore del Plasma (Divertor) La forma del divertore insieme ai campi creati dalle sue bobine devono modificare le linee di forza del campo magnetico presente sul plasma sulla parte inferiore del Vessel, precisamente in corrispondenza del punto X. Infatti il contorno della sua forma metallica tende a deviare le linee di flusso del campo nel rispetto delle condizioni al contorno valide per un interfaccia vuoto-conduttore (tendenza delle linee di flusso all’andamento tangenziale alla interfaccia). Ma dimensionalmente l’elemento più critico del divertore è costituito dalle sue bobine. Infatti il divertore deve annullare il campo poloidale dovuto alla corrente del plasma in corrispondenza del bordo del plasma nel punto X, e questo implica che le correnti nelle bobine del divertore ID siano dello stesso ordine di grandezza della corrente del plasma Ip ( centinaia di Ampere) in modo tale che ↓ il campo netto dovuto alle due correnti ID e Ip sia nullo nel punto X , In modo che le particelle in quel punto perdano il controllo magnetico e tendano a depositarsi sul fondo del divertore per gravità. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 47
Divertore del Plasma (Divertor) In corrispondenza del canale del divertore si può ottenere: Un flusso di plasma fat, largo può essere ottenuto principalmente utilizzando solo le bobine centrali del divertore (D2 e D3). Un flusso di plasma slim sottile può essere ottenuto alimentando principalmente le le bobine laterali del divertore (D1 e D3). In realtà esistono anche altre bobine che vengono utilizzate per dare la forma desiderata alla geometria magnetica nella regione del divertore. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 48
Limitatore e Divertore del Plasma M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 49
Divertore (Divertor) In questo disegno è riportato l’andamento qualitativo delle linee di flusso del campo magnetico in presenza di un divertore. Si noti come la forma delle pareti del divertore dia luogo a una configurazione a X del campo magnetico nella parte inferiore della camera del vuoto, che favorisce l’incanalamento delle impurità verso il basso. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 50
Configurazione del divertore con un punto X nel quale il campo magnetico poloidale si annulla. L’annulamento del campo poloidale nel punto X consente di mantenere il plasma lontano dalle pareti del divertore dove vengono incanalate le impurità. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 51
Per garantire la stabilità del scarico delle impurità è necessario il controllo in feedback della posizione e della forma del plasma M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 52
Divertore (Divertor) Negli Stellerator poiché il plasma segue le rotazioni del campo toroidale, il punto X deve ruotare con il plasma per seguire la rotazione del profilo a forma di D. I divertori devono essere traslati lungo il vessel per poter seguire la rotazione del profilo a forma di D e quindi vengono posizionati anche nella parte opposta superiore rispetto a un tokamak tradizionale. L’abbandono delle linee di flusso da parte delle particelle, per quasi tutti i divertori , non può essere legato alla forza di gravità. Esso dipenderà principalmente sia dalla accelerazione che possiedono nel momento in cui passano per il punto X, sia dia campi delle bobine dei divertori che dovranno agire in modo differente Ciò comporta un dimensionamento più sofisticato. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 53
Divertore (Divertor) Gli obiettivi della progettazione di un divertore sono principalmente 3: 1) Ridurre al minimo il contenuto di impurità del plasma che hanno interazioni remote sulla superficie del plasma e progettare il flusso delle particelle nel divertore così che tutte le impurità prodotte non possano entrare nel plasma confinato 2) Recuperare l’energia delle particelle α con un trasferimento di calore attraverso una superficie solida, a mezzo fluido termovettore che consentirà di essere trasferito dal reattore e utilizzato per generare energia elettrica. 3) Rimuovere la ceneri (impurità) dannose per il controllo del sistema. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 54
Divertore (Divertor) Sarà composto da due parti principali: • una struttura di supporto fatta principalmente di acciaio inossidabile (fibre di carbonio rinforzate con carbonio composito (CFC). (Temperatura di fusione 1370÷1530 °C) e • la superficie che si affaccia direttamente al plasma sarà di Tungsteno, che presenta il vantaggio di avere un basso tasso di erosione e la possibilità di lavorare con temperature più elevate consentendo una durata di vita più lunga. (Temperatura di fusione °C 3410 +/-20) (Il deviatore nei Tokamak esistenti è stato realizzato con tegole di grafite o di Berillio) Il peso del divertore è di circa 700 tonnellate. M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 55
Settore del Divertore (Divertor) M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 56
Metà dei settori del Divertore assemblati M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 57
Controllo della temperatura del Plasma Per raggiungere la temperatura di ignizione si deve scaldare convenientemente il plasma con metodi differenti: 1 - riscaldamento ohmico che consiste nello ionizzare la miscela (ad esempio) di deuterio e trizio ottenendo un plasma e quindi agendo sui campi magnetici rapidamente variabili che inducono un campo elettrico il quale, a sua volta, origina una corrente nel plasma che lo riscalda; 2 - riscaldamento per compressione magnetica (o adiabatica) che si ha aumentando bruscamente il campo magnetico toroidale, fatto che fa aumentare l'energia cinetica e quindi la temperatura del plasma; un campo elettrico toroidale mantiene una corrente elettrica, pure toroidale, che fluisce nel plasma e questa corrente, a sua volta, genera una componente del campo magnetico che è poloidale M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 58
Controllo della temperatura del Plasma 3 - riscaldamento per pompaggio magnetico che si origina facendo variare periodicamente il campo magnetico; 4 - riscaldamento attraverso microonde che devono avere la stessa frequenza con cui vibrano le particelle del plasma; 5 - riscaldamento per iniezione di fasci di atomi neutri, che accellerati possono penetrare nel plasma, ionizzandosi e trasferendo parte della loro energia cinetica al plasma per urto. Tale procedimento può essere applicato in combinazione con altri; 6 - riscaldamento per onde d'urto è quello che si ottiene attraverso raggi laser di elevata potenza che vanno ad incidere sul plasma (si può anche operare attraverso elettroni accelerati o ioni pesanti). M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 59
Controllo della temperatura del Plasma Comunque le metodologie più importanti per controllare che la temperatura del plasma non diminuisca al di sotto dei valori per i quali il plasma diventa gas: • Radiazioni con antenne a radio frequenza Ossia trasferimento di energia attraverso onde elettromagnetiche convogliate da una antenna a radio frequenza (ICRF Ion Cyclotron Radio Frequency) “RF waves “ (Radio Frequency→ 3 kHz ÷ 300 GHz) • Iniettori ad atomi neutri Iniezione di atomi neutri (NBI Neutral Beam Injection) consiste nell'iniettare un fascio di atomi neutri ad alta energia ( fortemente accelerati) nel nucleo del plasma, tipicamente un isotopo dell'idrogeno come deuterio. Questi atomi energetici trasferiscono la loro energia al plasma, aumentando la temperatura globale. • Compressione adiabatica del plasma, che si ottiene spostando la miscela dei reagenti verso regioni a campo magnetico più forte che determinano il suo riscaldamento M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 60
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Sintesi delle questioni da affrontare per lo sviluppo di energia da fusione M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 62
Siti utili per tutorial, definizioni e il dizionario dei termini tecnici tutorial http://fusionwiki.ciemat.es/fusionwiki/index.php/Main_Page http://www-fusion-magnetique.cea.fr/ dizionari http://fusedweb.llnl.gov/glossary-plasma-fusion/ (cliccando di seguito search) http://plasmadictionary.llnl.gov/ M. Usai 7f_EAIEE_FUSIONE_NUCLEARE_TOKAMAK_Condizioni di equilibrio 63
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