COMUNITÀ 130 - L'Ora del Pellice

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COMUNITÀ 130 - L'Ora del Pellice
COMUNITÀ
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COMUNITÀ 130 - L'Ora del Pellice
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Cosa cercano i giovani all’estero                                                                       rilevante
                                                                                                           Il Consiglio generale degli

VIAGGIO,
                                                                                                        italiani all’estero ha presentato
                                                                                                        il 28 marzo scorso, alla Camera
                                                                                                        dei Deputati, un’approfondita
                                                                                                        relazione sul fenomeno della
                                                                                                        nuova emigrazione italiana.
                                                                                                        Considerando le cancellazioni

DIMENSIONE
                                                                                                        di cittadini italiani dall’anagra-
                                                                                                        fe per trasferimento all’estero,
                                                                                                        il dato è salito dalle 36.000 del
                                                                                                        2007 alle 102.000 del 2015. Ma
                                                                                                        gli emigranti sono molti di più,

DELL’ANIMA
                                                                                                        visto che la maggioranza prov-
                                                                                                        vede solo in seguito alla can-
                                                                                                        cellazione. Il Cgie ha stimato
                                                                                                        che, nello stesso periodo, han-
                                                                                                        no lasciato il nostro Paese al-
                                                                                                        meno 1,1 milioni di italiani. Nel
                                                                                                        2014, oltre la metà dei nuovi
STUDIO DELLE LINGUE, OPPORTUNITÀ DI CRESCITA                                                            emigrati italiani aveva un’età
                                                                                                        compresa tra i 18 e i 39 anni.
PROFESSIONALE, MA ANCHE UN PERCORSO                                                                     Erasmus
CHE STIMOLA LA CONOSCENZA DI SÉ. REBECCA                                                                  Programma dell’Unione Euro-
                                                                                                        pea che consente a uno studen-
BACIARELLI, ALICE AIROLA E PIETRO MILANESI:                                                             te universitario di svolgere una
                                                                                                        parte dei propri studi (dai tre ai
STORIE DIVERSISSIME CHE SPIEGANO COSA SPINGE                                                            dodici mesi) in un’altra nazione.
                                                                                                        È stato istituito trent’anni fa, nel
UNA GENERAZIONE A MIGRARE OLTRE CONFINE                                                                 1987.

EE Daniele Arghittu e Michele Barbero
EE Michela Perrone

 C
        iascuno di noi ne conosce almeno uno.
        In famiglia o nella cerchia di amici non
        manca sicuramente una ragazza o un
ragazzo che vive o che ha vissuto all’estero:
esperienze brevi o lunghe, che talvolta – sem-
pre più spesso – diventano definitive.
  Abbiamo già parlato dei nuovi emigranti
italiani, esattamente un anno fa, nel nostro
numero 1. Il fenomeno, però, è talmente
rilevante che merita di essere affrontato di
nuovo: per scoprire le ragioni profonde che
muovono così tante persone a cercare altrove
la propria realizzazione personale e profes-
sionale.

UN CLIC ALL’ULTIMO
  Si può partire quasi per gioco, inoltrando la
domanda per l’Erasmus alla mezzanotte del
giorno di scadenza. E si può scoprire – così,
per caso – di essere fatti per viaggiare. Al
punto da vivere in tre continenti, trovando la
propria dimensione, e il grande amore, nella
lontanissima India.
  La storia di Rebecca Baciarelli, 31 anni,
somiglia a un romanzo. Mentre la racconta,
sorride con gli occhi. E pensare che tutto è         Rebecca Baciarelli in Tasmania (Australia), con un piccolo canguro che si lascia
cominciato per caso. «Nel 2009 avevo una vita       accarezzare. Nella pagina accanto, Rebecca di fronte al Taj Mahal, straordinario
piena, tra amicizie e sport. Non avrei mai              mausoleo che si trova nella città indiana di Agra, non lontana da New Delhi.
immaginato di lasciare Luserna San Giovanni,                                                     C ARCHIVIO REBECCA BACIARELLI
COMUNITÀ 130 - L'Ora del Pellice
132                    Comunità

    Un’immagine che esprime           l’Italia. Poi, un giorno, parlai con una compa-     c’era anche Pietro, un ragazzo conosciuto
    il senso di libertà               gna di università, a Scienze motorie, cui ero       all’Università di Torino: «Abbiamo deciso di
    che si prova viaggiando.          molto legata. Lei doveva cominciare un              andare a vivere insieme. E io ho trovato un
    È scattata nel Kerala,            periodo di studio all’estero, ma era dubbiosa.      posto come nanny, che ho conservato per un
    dopo aver raggiunto               Io le dissi: “Cos’hai da perdere?”. Replicò: “E     anno e mezzo».
                                      tu? Cos’hai da perdere”. Rimasi senza parole.         Intanto in Italia la situazione restava
    la cima di un colle
                                      Poi accettai la sfida. Siamo partite insieme».      sempre la stessa: nessuna possibilità per gli
    per veder spuntare il sole.
                                         Il primo distacco, il più difficile: «Lasciare   aspiranti insegnanti. «La prospettiva di
                    C ARCHIVIO        la famiglia, lasciare la squadra di pallamano       tornare non mi convinceva fino in fondo.
          REBECCA BACIARELLI          di cui ero allenatrice… È stato un po’ come         Non apprezzavo la vita frenetica di Londra e
                                      morire. Eppure ci deve essere una prima             mi mancava tantissimo la possibilità di
                                      volta: la prima grande valigia da preparare, il     condividere quanto mi accadeva con la mia
                                      primo itinerario da pianificare…».                  famiglia, con le mie amiche. Ma ormai mi ero
                                         Lione, Francia. Sembra dietro l’angolo.          innamorata della dimensione del viaggio».
                                      «Eppure è stata un’esperienza traumatica. Era       Che è qualcosa di molto diverso rispetto alla
                                      tutto così complicato. La lingua, farsi accettare   routine del vivere quotidiano: «Mi sentivo
Paralimpiadi                          dai nuovi compagni, affermare te stesso in un       costretta. Lavoravo tantissimo per potermi
  Giochi olimpici per atleti con
                                      contesto diverso. Eppure – me ne sono accorta       permettere di andare, di sera, stanca, al pub.
disabilità fisiche. I Giochi para-
limpici di Londra si sono svolti      dopo – affrontare quei problemi mi è servito        Che senso aveva? Per cosa stavo spendendo
dal 29 agosto al 9 settembre          tantissimo. Mi sono fatta gli anticorpi: quel       la mia vita? Sentivo il bisogno di fare
2012.                                 tipo di disagio non l’avrei mai più vissuto».       qualcosa di diverso, di sfuggire ai condizio-
                                                                                          namenti di un’esistenza preordinata, di
au pair                               AUTISTA A LONDRA                                    spezzare quelle catene che impediscono di
  Espressione francese, utiliz-         Rientrata in Italia, l’attendeva una nuova        realizzarti come persona. E così ho proposto
zata anche in altre lingue, che       valigia. Anche perché il suo sogno di diventa-      a Pietro di partire».
indica un giovane o una giova-        re insegnante si è scontrato con il blocco dei        Lui, però, desiderava compiere un’esperienza
ne, in genere tra i 18 e i 30 anni,
                                      corsi. «Decisi di imparare l’inglese e partii       negli Stati Uniti, lei invece bramava il contatto
che decide di trascorrere un
periodo di tempo all’estero, ac-      per Londra, una città che non era assoluta-         con la natura: «Abbiamo trovato un compro-
colto in una famiglia. In cambio      mente in cima alla lista delle mie preferenze.      messo. E abbiamo optato per l’Australia».
dell’ospitalità (e di una paghet-     Ma era l’anno dei Giochi: pensai che avrei
ta) si occupa dei bambini e del-      potuto propormi come volontaria, come già           IN CAMPER IN AUSTRALIA
le piccole mansioni domesti-          avevo fatto per Torino 2006».                         Lasciato il posto da nanny alla sorella
che.                                    Immaginate una ragazza italiana proiettata        Elisabetta, Rebecca comincia una straordina-
                                      in una metropoli e incaricata di fare da            ria avventura dall’altra parte del mondo.
nanny                                 autista per gli atleti delle Paralimpiadi…          Lavora per sette mesi a Perth, sulla costa
  Bambinaia, in inglese.
                                      «Non avevo un inglese fluente, la guida è sul       occidentale, con l’obiettivo di comprare un
Perth                                 lato opposto e il traffico a Londra è pazze-        furgoncino adattato a camper: «Due ragazzi,
  Città costiera capitale dello       sco!». Un’altra esperienza da aggiungere al         incontrati in un ostello, ci avevano consigliato
Stato dell’Australia occidenta-       curriculum della vita.                              di fare così, per poter girare l’Australia
le. Conta circa due milioni di          Nel frattempo, Rebecca lavorava come au           spendendo poco». E così è stato: 26.000
abitanti.                             pair in una famiglia italo-tedesca. A Londra        chilometri, indimenticabili, percorsi in cinque
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Viaggio, dimensione dell’anima                                                                                                      133

mesi, tra spiagge meravigliose, animali allo            Partire, di nuovo: un impulso irresistibile.     Servizio volontariato europeo
stato brado, panorami mozzafiato.                    Nel dicembre 2014, grazie a un annuncio letto         Noto anche come Sve, è un
  Rebecca e Pietro condividono un percorso           casualmente su Facebook, Rebecca inoltra la         progetto finanziato dall’Unio-
straordinario, superando mille sfide. Ma le          domanda per partecipare al Servizio volon-          ne europea che consente ai
circostanze non aiutano il loro progetto di          tariato europeo, con la Diaconia valdese.           giovani tra i 17 e i 30 anni di
vita: «Lui aveva 31 anni e non avrebbe potuto        Destinazione: Bangalore, India.                     svolgere un periodo di volonta-
                                                                                                         riato all’estero. Il volontario ri-
rinnovare il visto. Io invece sarei rimasta             «I nove mesi di preparazione, prima della        ceve vitto e alloggio, oltre a un
volentieri in Australia. Ho rinunciato per stare     partenza, sono stati molto particolari. In          rimborso per le spese di viag-
insieme a lui, ma ancora una volta mi sono           valle, immersa nella natura, ho vissuto             gio. Inoltre gode di una piccola
sentita costretta». Rebecca la descrive come         intensamente. Mi sono venuti dei dubbi, ho          retribuzione forfettaria.
una fitta al cuore: «Quando viaggi, le sensazio-     riflettuto a lungo. Infine, ho deciso di non
ni che provi sono più intense. Non sei aneste-       rinunciare: non volevo che a frenarmi fossero       Bangalore
tizzato dalla routine quotidiana. Ti ascolti e       le mie paure». Rebecca ha preso l’aereo per           Metropoli dell’India meridio-
capisci quello che desideri veramente. Nel mio       l’India chiedendo a questo viaggio una              nale, in cui vivono 8.500.000
caso, non certo una vita preconfezionata, di         risposta su se stessa, sul suo destino: «Volevo     persone. È un grande centro in-
                                                                                                         dustriale, capitale dello Stato
lavoro e di presunto divertimento, ad esempio        scoprire se c’era davvero la possibilità di         del Karnataka. Quasi l’80% del-
l’andare a fare shopping, che invece non è altro     stare bene e di amare in modo universale.           la popolazione è induista; i mu-
che una distrazione per rendere più sopporta-        Senza gelosie, senza vincoli».                      sulmani rappresentano il 13%, i
bile il tran tran di tutti i giorni…».                                                                   cristiani il 6%, i giainisti l’1%.
  Non è un discorso facile da capire. Rebecca lo     IL DESTINO ALL’ARRIVO
sa e prova a spiegarsi con una metafora:               Come in un romanzo, un nuovo destino              febbre dengue
«Quando sei sull’altalena, è bello sentirsi          l’aspettava – letteralmente – a destinazione.         Malattia infettiva, tipica dei
dondolare e gustare la sensazione del vento in       «Tre persone dell’ufficio di Bangalore cui ero      tropici, causata dal virus Den-
faccia. Ma per farlo, devi lasciarti andare: non     stata assegnata, un’associazione cristiana che      gue. È trasmessa attraverso le
                                                                                                         zanzare Aedes.
devi preoccuparti della possibilità di cadere,       svolgeva attività culturali e di sensibilizza-
del rischio che il meccanismo si rompa».             zione, erano assenti perché colpite dalla           Kerala
Queste preoccupazioni rappresentano i vincoli        febbre dengue. Mi sono trovata da sola con            Stato dell’India sudocciden-
imposti, le necessità economiche: «Non               un ragazzo, Jain. Immediatamente, abbiamo           tale: una striscia costiera
devono impedirti di vivere fino in fondo».           avuto entrambi la sensazione di conoscerci          sull’Oceano Indiano. È uno de-
                                                     da sempre, come se ci ritrovassimo dopo             gli Stati in cui la minoranza cri-
COSA VOGLIO FARE?                                    tanto tempo».                                       stiana è più presente, raggiun-
  «In Australia mi svegliavo al mattino e mi           Nati e cresciuti in contesti completamente        gendo il 19% della popolazione.
chiedevo: “Cosa voglio fare, oggi? Dove voglio       diversi, a livello emotivo avevano compiuto il      In Italia è noto perché è il luogo
                                                                                                         dov’è avvenuto l’arresto dei
essere?”. In quella condizione di spirito, tutto     medesimo percorso. «Jain è un attore teatrale       due marò, in servizio sulla pe-
era più semplice. Ti fidavi, ti affidavi alla        originario del Kerala – racconta Rebecca –.         troliera Enrica Lexie, accusati
vita». Una sensazione meravigliosa, impossi-         Non avrebbe neppure dovuto trovarsi a               di avere ucciso due pescatori il
bile da riprodurre dopo il rientro in Italia.        Bangalore, perché il lavoro nell’ufficio non lo     15 febbraio 2012.
«Pietro è volato in Sardegna dalla sua               soddisfaceva e aveva deciso di andarsene».
famiglia, io a Luserna San Giovanni dalla              Tra i due nasce un rapporto speciale:             villaggio
mia. Volevo stare vicino a mia mamma, che            «Come se le nostre anime fossero una sola.
da poco era andata in pensione. E ho comin-          Ma all’inizio escludemmo un coinvolgimento
ciato a lavorare in una gelateria. Di quell’e-       di tipo romantico». Jain ha lasciato Bangalore
state ricordo le discese in bicicletta, con l’aria   ed è tornato nel suo villaggio del Kerala, per
fresca sul viso. O le notti con il cielo stellato.   assistere il padre gravemente ammalato.
L’idea di tornare a vivere in una grande città         Nelle vacanze di Natale del 2015, tuttavia,
mi atterriva. E ho capito che la mia strada e        Rebecca va a far visita all’amico: «In quel luogo
quella di Pietro si sarebbero separate: lui          immerso nel verde, tra banani e risaie, mi
aveva vissuto l’esperienza in Australia come         sono sentita proprio come a casa. Il padre mi
un anno sabbatico, prima di ritrovare le sue         ha accolta cantandomi una canzone e chie-
certezze quotidiane; io invece avevo scoperto        dendomi di fare lo stesso per lui». Quanta
di volere ancora lasciarmi dondolare sull’al-        differenza, con la frenesia e l’inquinamento di
talena».                                             Bangalore… «Nel Kerala si vive con estrema
  È stato un momento straziante. «Ho dovuto          rilassatezza, mettendosi a disposizione degli
infliggere grandi sofferenze. Le persone che         altri. Certo, ci sono anche chiusure e pregiudi-      Muthukulam, vicino alla cit-
mi volevano bene non riuscivano a capire.            zi. Ma quando – dopo dieci giorni – ho dovuto       tadina di Nilambur. Qui Rebec-
Dall’esterno ci vedevano come la coppia              lasciare quella dimensione, non sono riuscita       ca ha imparato, ad esempio, a
perfetta: non litigavamo mai, avevamo                a trattenere il pianto».                            pulire il jackfruit, il frutto più
compiuto delle esperienze meravigliose                                                                   grande del mondo (nella foto).
insieme. È stata mia mamma la prima a                LE CONTRADDIZIONI DELL’INDIA                        Si mangia in grandi quantità:
comprendere la ragione del mio disagio. E si           Conclusa l’esperienza a Bangalore, Rebecca        sia maturo, sia acerbo (in que-
                                                                                                         sto caso cotto).
è schierata dalla mia parte».                        comincia una tribolata peregrinazione in
COMUNITÀ 130 - L'Ora del Pellice
134

Chennai
  Conosciuta come Madras fi-
no al 1996, è una città di oltre 4
milioni di abitanti, capitale del-
lo Stato del Tamil Nadu. Si tro-
va sulla costa sud-orientale.

Jharkand
  Stato dell’India nord-orienta-
le. È ricco di risorse minerarie,
ma il 39,1% della popolazione
vive sotto la soglia di povertà.
Questa contraddizione alimen-
ta la ribellione dei naxaliti.

Governo Modi
   L’India è governata, dal 2014,
dal controverso Damodardas
Modi Narendra, leader del Par-
tito Popolare Indiano (Bjp).

rupie
  Moneta indiana. Un euro
equivale a circa 75 rupie, quin-
                                     In una via di Jodhpur, prendendo il tradizionale masala tea: è servito in una coppetta di terracot-
di le banconote soppresse va-        ta che viene rotta dopo aver bevuto.                          C ARCHIVIO REBECCA BACIARELLI
levano circa 6,5 e 13 euro.

pregiudizi                           India, assegnata ad altre strutture di solida-    avevano ancora sono state prese d’assalto:
   L’India è un Paese molto ge-      rietà: «Sono stata in un ostello per ragazze      nelle lunghe file di persone in attesa spesso si
loso della sua millenaria cul-       povere a Chennai, in una scuola per bimbi         veniva alle mani. Insomma, ci si doveva
tura e non sempre gli stranieri      ciechi nello Stato del Jharkand. Ho vissuto       arrangiare con le poche banconote di piccolo
sono visti di buon occhio. Mol-      delle prove durissime, al cospetto di tanta       taglio che erano rimaste».
to indicativa la vicenda di So-
                                     indigenza e violenza». L’India è un paese           Inoltre, i pregiudizi nei confronti di
nia Gandhi, presidente dell’In-
dian National Congress (lo           complesso, difficile: «Mi sono resa conto che     Rebecca hanno creato tensione nella famiglia
storico partito, laico e progres-    l’essere nata in Occidente mi aveva assegnato     di Jain: «La nostra relazione era fonte di
sista, che guidò la battaglia        un potere che quelle persone non avevano: la      scandalo. Solo il matrimonio avrebbe potuto
per l’indipendenza). Nata nel        possibilità di decidere per me stessa. Un         tranquillizzarli». Di nuovo un vincolo, una
1946, in Veneto, come Edvige         potere che va gestito in modo saggio, con         regola da rispettare: «In breve tempo ho
Maino, è cresciuta a Orbassa-        gratitudine e consapevolezza».                    dovuto decidere. E ho optato per il sì. Ci
no. Studiando in Inghilterra, ha        Nel marzo del 2016 il nuovo incontro con       siamo sposati, con rito cristiano, nell’aprile
conosciuto Rajiv Gandhi (figlio      Jain: «Eravamo finalmente pronti per              di quest’anno».
di Indira e nipote di Nehru), fu-
                                     compiere il passo di sperimentarci come
turo primo ministro dell’India:
i due si sono sposati nel 1968 e     coppia». Non è stato agevole superare le          UN LUNGO PERCORSO
Sonia si è trasferita a Delhi, ac-   diffidenze di chi stava loro attorno: «Quando       Viaggi avventurosi, incontri straordinari e
quisendo nel 1983 la cittadi-        a maggio è morto il padre di Jain mi sono         soprattutto un lungo percorso interiore.
nanza indiana. In seguito            recata per un giorno nel Kerala, in occasione     Sembra incredibile che tutto questo sia
all’assassinio di Rajiv (1991),      del funerale. Ebbene, diversi parenti si sono     accaduto come conseguenza di quel clic sul
ha iniziato un’importante car-       chiesti cosa ci facesse lì una straniera in un    computer, alla mezzanotte meno cinque
riera politica. Ma gli avversari     momento tanto delicato».                          minuti dell’ultimo giorno per iscriversi
continuano ancora oggi a con-           Concluso l’anno di Servizio civile, Rebecca    all’Erasmus. «Hai presente il giochino Campo
testarle le origini italiane.
                                     è tornata in Italia e – per tre mesi – ha         minato, preinstallato su molti computer?
compagnia teatrale                   lavorato presso la Diaconia valdese: «Un          Clicchi su un punto e ti si aprono un sacco di
   Dal marzo 2017, Jain e Rebec-     bellissimo ambiente. Ma questa dimensione,        caselle tutto intorno. Ecco, a me è successo
ca fanno parte di una compa-         ormai, non è più la mia».                         proprio così. Quando prendi una decisione
gnia teatrale insieme a un              L’aereo che l’ha riportata in India, nel       non è tanto importante quello che succede,
gruppo di amici: un progetto         novembre 2016, l’ha proiettata in una             quanto piuttosto il fatto che tu l’abbia presa».
sostenuto da finanziatori au-        situazione molto complessa. La grande               Rebecca Baciarelli ha trascorso l’ultima
straliani. Rebecca si era speri-     nazione asiatica stava vivendo una grave crisi    estate in Val Pellice. In India l’attende un
mentata per la prima volta con
                                     economica, conseguenza della decisione del        marito, una compagnia teatrale in cui ha
il teatro a Bangalore, in uno
spettacolo con finalità educati-     Governo Modi di bandire le banconote da           già sperimentato le sue doti, ma soprattutto
ve allestito da un prete della       500 e 1.000 rupie per combattere la corru-        possibili risposte alle tante nuove domande
Chiesa ortodossa siro-malan-         zione e l’evasione fiscale. «Per diverse          che continua a porsi. Per crescere, per
karese: «Un’esperienza che mi        settimane le banche hanno chiuso per              evolvere, per vivere.
è piaciuta tantissimo».              mancanza di denaro. Le poche che ne                                                (daniele arghittu)
COMUNITÀ 130 - L'Ora del Pellice
135

  «Andare all’estero, di per sé, non vuol dire
niente. È l’uso dell’esperienza che fai che ti
toglie o che ti dà».
  Alice Airola parla via Skype da Vancouver,
città canadese sulla costa del Pacifico. Laggiù
è mattina, nove ore indietro rispetto all’Italia.
«Quando ho vissuto in Francia e in Inghilter-
ra ho conosciuto persone che, pur essendo
oltre confine da anni, parlavano soltanto
italiano con altri connazionali. Ciò che fa la
differenza è la volontà di mettere a frutto le
opportunità. E poi, naturalmente, l’apertura
mentale. Altrimenti, che tu sia in Val Pellice,
in Congo o nel Regno Unito non cambia
nulla».                                                  Alice Airola a Vancouver,
  Airola, 27 anni, lusernese, è una ricercatrice         la città canadese in cui
universitaria. Ha conseguito la laurea                   lavora come ricercatrice
magistrale in Scienze criminologiche per l’investi-      universitaria nel settore
gazione e la sicurezza all’Università di Bologna e       della Criminologia.
ha svolto un tirocinio formativo presso la                            C ARCHIVIO
redazione di Narcomafie. In Canada sta                               ALICE AIROLA
completando un internship alla School of
Criminology Simon Fraser University (SFU) di
Burnaby. «Sto studiando il crimine organiz-

                                                      «ANDARE
zato. In sostanza, la mafia. Ho iniziato a
giugno e ho subito trovato il team di lavoro
estremamente stimolante». L’ambiente

                                                      ALL’ESTERO
accademico, in Nord America, è più informa-
le. La distanza tra docenti, ricercatori e
studenti è ridotta: ci si chiama per nome, si
mangia insieme, ci si vede anche al di fuori

                                                      NON BASTA»
del lavoro. Un clima che aveva già sperimen-
tato, da studentessa, durante l’anno trascorso
all’Università di Montréal, nel Canada
francofono.
  I tre mesi di esperienza a Vancouver si chiu-         La cosa più difficile? «Superare il primo            Narcomafie
dono proprio a metà settembre. Al momento             impatto. Non conosci la città, il contesto.              Mensile di informazione e
di andare in stampa Alice non conosce                 Eppure devi subito trovare una sistemazione.           analisi del Gruppo Abele, nato
ancora il suo futuro. «Di certo proseguirò la         E un tuo equilibrio personale. All’inizio sei          nel 1993 per contrastare la cri-
collaborazione con il professor Martin                solo, devi costruirti la tua nuova nicchia             minalità e i poteri corrotti. La
Bouchard per una ricerca su un omicidio               personale. Poi inizi a conoscere persone. E            sede è a Torino.
piuttosto famoso avvenuto in Canada».                 tutto diventa più facile».                             internship
  Nulla sarà lasciato al caso. Tutto sarà               Alice, però, mette in guardia contro i facili          Termine inglese che indica
ponderato con attenzione. In fondo, quando            entusiasmi: «L’estero non risolve tutti i tuoi         un tirocinio.
Alice ha deciso di lasciare casa lo ha fatto per      problemi. Non è sufficiente per diventare una
una ragione ben precisa: «Volevo formarmi e           persona migliore. Devi essere consapevole di           Burnaby
ampliare le mie possibilità di scelta. Non            ciò che stai facendo. Se lasci l’Italia tentando         Città di 230.000 abitanti che fa
escludo di lavorare in Italia, in futuro: ma          semplicemente la fortuna, può andarti molto            parte della Grande Vancouver.
vorrei poter valutare più di un’opzione».             bene ma anche molto male».                             Università di Montréal
  La vita da emigrante è cominciata cinque              Airola – che nell’ultimo anno, prima di                 Dove Airola aveva già potuto
anni fa, con esperienze di studio a Leuven            Vancouver, ha vissuto due mesi in Irlanda e            sperimentarsi in un centro ri-
(Belgio) e Antibes (Francia): «L’idea iniziale        cinque in Scozia per perfezionare l’inglese –          cerca, pubblicando uno studio
era imparare bene le lingue, che è fondamen-          sa di star vivendo una situazione destinata a          comparato sui tribunali specia-
tale. Poco per volta ho scoperto che anche il         concludersi: «Sto completando la mia                   lizzati in violenza domestica, in
viaggio in sé, se interpretato nel modo giusto,       formazione. E devo dire che, senza l’aiuto             Canada e in Italia.
ti fa acquisire una serie di capacità: quella di      decisivo della mia famiglia, non avrei potuto          Leuven
adattarsi, quella di essere flessibili, quella di     permettermelo. Presto dovrò entrare,                     Città del Brabante fiammin-
aprirsi a chi è diverso da te. Se sei lontano da      definitivamente, nel mondo del lavoro». In             go, conosciuta in Italia come
casa, senza la tua famiglia e senza gli amici,        Italia o all’estero: questo si vedrà. Di sicuro        Lovanio. Conta circa 100.000
devi metterti in gioco. Andare oltre i tuoi           sarà una decisione consapevole.                        abitanti ed è sede di prestigio-
limiti».                                                                                (daniele arghittu)   se e antiche Università.
COMUNITÀ 130 - L'Ora del Pellice
136                    Comunità

LA COLONNA SONORA
DELLA VITA
Seattle                                  Che prima o poi sarebbe finito in pianta           in Italia. Prima la Scuola di Alto Perfeziona-
  La più grande città dello Sta-      stabile negli Stati Uniti, Pietro Milanesi lo         mento Musicale di Saluzzo, poi il lavoro a
to di Washington. Si trova a me-      sapeva da molto tempo. L’idea gli frullava in         Roma in uno studio di registrazione. Fra i
no di duecento chilometri dal         testa fin dal liceo, quando trascorse un anno         clienti anche Ennio Morricone e Nicola
confine con il Canada. Città          vicino a Seattle. «Io scrivo musica, e in             Piovani. Pietro ricorda le lunghe giornate
dall’orientamento politico pro-       America ce n’è molta di più che in Italia»            passate in sala di registrazione, seguendo i
gressista.
                                      spiega questo torrese di 28 anni. Musica di           dettami di Morricone e del suo orecchio
Ennio Morricone                       ogni genere: album, colonne sonore di film,           impeccabile.
  Uno dei compositori italiani        serie tv e spettacoli... O semplicemente «gente         In seguito, finalmente, gli Stati Uniti.
più celebri nel mondo. Autore         che suona, concerti» nelle strade e nei locali.       Pietro si iscrive al Berklee College of
di colonne sonore entrate nella          La sua voce va e viene, in questa chiamata         Music di Boston, una città di cui sembra
storia del cinema, come quelle        intercontinentale. Mentre racconta, Pietro            parlare con una po’ di nostalgia. «È sede di
dei western di Sergio Leone e di      sta ripulendo la sua cucina a Los Angeles             decine di università e quindi ci sono studen-
Nuovo Cinema Paradiso. Ha             dallo yogurt che a quanto pare gli si è sparso        ti dappertutto; è molto viva». Vita da
vinto due Oscar: uno alla car-
                                      ovunque mentre sistemava la spesa. A                  studente anche la sua, in quegli anni: «Stavo
riera, uno per le musiche di The
Hateful Eight, regia di Quentin       giudicare dai suoni che giungono attraverso           a dieci minuti dal college, la mia esistenza era
Tarantino.                            la connessione Facebook, sarà un’impresa              tutta racchiusa nel raggio di due chilometri
                                      lunga e dall’esito incerto.                           quadrati».
Nicola Piovani                           «Il 90% di quello che ascolto viene dagli Usa»       Terminati gli studi, il trasferimento a Los
   Altro noto compositore e di-       continua. Cambiare Paese ha significato               Angeles. Una scelta quasi ovvia, ma che ha
rettore d’orchestra italiano. Ha      quindi andare alla fonte; ritrovarsi nel luogo        portato un cambiamento di vita radicale.
firmato, fra le altre cose, le mu-    dove si produce quello che ha sempre suscitato        Una città di freeways, a misura di macchi-
siche del film di Roberto Beni-       il suo interesse di fruitore. Il discorso vale        na più che di uomo, dove gli amici abitano
gni La vita è bella.
                                      soprattutto per la musica da film. Tecnico del        spesso a ore di distanza. «Venendo da Torre,
Berklee College of Music              suono e compositore di colonne sonore per il          un po’ di provincialismo penso di averlo nel
  Fondata nel 1945, è una delle       cinema, per Pietro Los Angeles e Hollywood            sangue. La dimensione dell’andare a
più prestigiose scuole di musica      sono state un magnete irresistibile. «Quando          comprare il giornale sotto casa, fare due
del mondo. Offre decine di corsi      ho cominciato a lavorare in questo campo, mi          chiacchiere con l’edicolante, andare a bersi
su ogni aspetto della musica          sono accorto che gli Stati Uniti sono un’altra        una birra veloce con gli amici qui manca un
contemporanea, inclusi compo-         cosa, e per lavorare in progetti di un certo          po’».
sizione, esecuzione, missaggio        livello l’unica soluzione era trasferirsi». Il giro
e business management.
                                      d’affari e la scala delle produzioni non sono         UNA FORTE COMPETIZIONE
freeways                              neanche paragonabili con quelli italiani, così          Le sfide non sono solo logistiche. Come
  Termine traducibile approssi-       come la varietà di generi. «In Italia il 60-70 per    tutte le grandi città statunitensi, anche la
mativamente con “superstrade”.        cento del mercato cinematografico consiste in         Città degli Angeli attira un sacco di gente di
                                      film drammatici e commedie» spiega. La                talento – dall’America e dal mondo intero. La
Oliver Stone                          California permette di cimentarsi anche in            competizione è forte, forse più di quanto
  Acclamato regista statuni-          altri campi, film d’animazione, di azione, di         Pietro si aspettasse. Si lavora duro, di
tense, i cui film si concentrano
                                      supereroi.                                            vacanze poco o niente.
spesso su passaggi drammatici
e controversi della storia ame-                                                               Certo, nel suo caso la fatica ha pagato. Pietro
ricana. Fra i suoi lavori più noti:   LA STRADA PER LOS ANGELES                             è assistente di Adam Peters, autore di diverse
Platoon, Nato il quattro luglio,        Una scelta ragionata la sua, covata a lungo         colonne sonore per Oliver Stone. Il suo nome
Nixon, Snowden.                       e maturata attraverso anni di studio e lavoro         appare nei titoli di coda di film come Icarus e
COMUNITÀ 130 - L'Ora del Pellice
Viaggio, dimensione dell’anima                                                                                                       137

Sand Castle, entrambi distribuiti da Netflix a         Il mondo è grande e offre tante opportunità,        Netflix
milioni di spettatori in tutto il mondo. Ha          o per lo meno qualche piano alternativo se le           Servizio di streaming a paga-
ormai una buona rete di contatti, che gli ha già     cose dovessero andare per il verso sbagliato.         mento di film e serie tv. In anni
permesso di firmare di suo pugno il soundtrack       Così, in caso di momentanee difficoltà con il         recenti, Netflix si è espanso
di alcune piccole produzioni.                        visto Usa, le opzioni su cui Pietro sta ragio-        dalla semplice distribuzione di
  L’adattamento è stato facilitato anche dal         nando vanno dal Messico al Canada («posti             contenuti alla produzione, fi-
                                                                                                           nanziando per esempio la serie
fatto che, nonostante le tracce di ”provincia-       comodi se dovessi rientrare in breve tempo            House of Cards. La compagnia
lismo”, questo torrese non è certo un valligia-      negli Stati Uniti»), senza trascurare Londra,         ha sede in California.
no nell’anima. «Sono un tipo abbastanza              che con le sue ottime orchestre attira periodi-
cittadino, la dimensione della valle mi sta un       camente gli stessi compositori statunitensi.          melting pot
po’ stretta. I legami con le persone ovviamen-                                                               Espressione inglese che indi-
te mi mancano ma il luogo in sé direi di no».        GIRAMONDO E BUROCRAZIA                                ca un miscuglio, un calderone
                                                       La domanda per il rinnovo del visto è una           di persone diverse per origine,
CITTADINI DEL MONDO                                  pagina dolorosa. Pietro non nasconde la sua           cultura, etnia, religione.
   Più in generale, però, chiacchierando con         frustrazione davanti a un processo opaco,
                                                                                                           visto Usa
Pietro si ha l’impressione che sia la stessa         eterno e costoso, senza nessuna garanzia di              Al momento della stesura di
categoria di “luogo” ad avere per lui un’impor-      successo. La frustrazione di trovarsi nel posto       questo articolo (agosto 2017),
tanza secondaria. In questo senso il ventotten-      giusto al momento giusto (the place where the         Pietro ha appena spedito la do-
ne esemplifica un atteggiamento che lo               action is, direbbero gli americani), senza la         manda per un nuovo visto che
accomuna a molti europei suoi coetanei:              certezza di poter restare. In un certo senso, è       gli permetta di continuare a vi-
l’essere disposti ad attraversare i confini          lo scontro tra due mondi opposti. Da un lato          vere e lavorare negli Stati Uniti.
geografici per inseguire le proprie aspirazioni      giramondo sempre più abituati a guardare al           Il suo visto da studente, ottenu-
e realizzare al meglio le proprie capacità.          di là dei confini, dall’altro burocrazie statali      to al momento dell’iscrizione a
   Certo, non tutti i posti sono uguali, dal punto   che nel controllo di quei confini hanno la            Berklee, scade a settembre di
                                                                                                           quest’anno.
di vista dello stile di vita. Pietro preferisce      propria missione. Due prospettive lontanissi-
Boston a Los Angeles, e per molti versi              me, come futuro e passato.
considera il Belpaese più piacevole dell’Ame-                                          (michele barbero)
rica. «Io in Italia stavo bene. Penso alla gente,
al cibo, al clima – ragiona –. Probabilmente se
in Italia avessi avuto le stesse possibilità che
ho qui, sarei rimasto». Ma siccome la realtà è
un’altra, non c’è neanche da pensarci: «Sono
ben contento di essere partito».
   Una logica, dunque, che fa della felicità pro-
fessionale il principale motore delle scelte di
vita. Le relazioni umane sono importanti, ma
si tessono strada facendo; quelle che contano
davvero resisteranno, anche a distanza di mi-
gliaia di chilometri. Il luogo dove vivere si
sceglie quindi soprattutto in base alle
opportunità che esso offre, non al suo valore
intrinseco: «Che io sia a Roma o a Bobbio
Pellice, una volta che sono in studio e faccio il
mio lavoro a me cambia davvero poco!»
dichiara Pietro.
   Inoltre, è il suo stesso percorso ad aver
rafforzato questo atteggiamento. Non solo
Los Angeles è popolata dal melting pot
tipico delle grandi metropoli americane.
Anche alcuni fra gli amici più stretti, come
quelli di Berklee trasferitisi anch’essi in
California, sono un concentrato di storie ed
esperienze davanti alle quali i confini
nazionali tutto sommato contano poco. «Uno
è cileno, con la fidanzata coreana; stanno
facendo il visto per andare in Giappone a fare
                                                        Pietro Milanesi, musicista, in uno studio
le musiche per uno spettacolo teatrale. I due
                                                        di registrazione americano. Nel suo
che suonano con lui sono uno francese e
l’altro argentino, con la fidanzata russa.              settore, gli Stati Uniti offrono opportunità
Viene abbastanza naturale vedere le cose in             che in Italia sarebbero inimmaginabili.
termini un po’ più globali».                                       C ARCHIVIO PIETRO MILANESI
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