COMUNICARE LA SCIENZA ONLINE - FRANCESCA COMUNELLO DIPARTIMENTO CORIS SAPIENZA

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COMUNICARE LA SCIENZA ONLINE - FRANCESCA COMUNELLO DIPARTIMENTO CORIS SAPIENZA
Comunicare la scienza online

        Francesca Comunello
         Dipartimento CoRiS
              Sapienza
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Fiducia nelle istituzioni e comunicazione della
 scienza

Dati Eurobarometro: Italia agli ultimi posti in Europa per fiducia nelle
istituzioni

Social media per la comunicazione della scienza: superare il deficit
model (prospettiva che propone “l’idea che cittadini e attori politici
siano affetti da gravi lacune conoscitive su temi inerenti a scienza e
tecnologia», Scamuzzi e Tipaldo, 2015); verso approcci più
partecipativi

Fiducia nella scienza vs fiducia nelle istituzioni scientifiche
(Achterberg, 2015)
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«Stili di pensiero»

Fleck (1935): uno stile di pensiero tende a manifestarsi in modo nitido e non controvertibile,
nell’ambito della cerchia essoterica (i non specialisti), mentre è solitamente costellato di dubbi e
integra strutturalmente la dimensione dell’incertezza, quando si manifesta nella cerchia
esoterica (gli specialisti); cfr. differenza paper scientifica vs manuali

Parrott (2009, p. 21) due approcci, quello biomedico e quello culturale-sociale alla salute,
collegati a due specifici modelli di comunicazione della salute:

a)    il biomedical understanding of health, in cui viene data maggiore importanza a cosa riporta
      la scienza, e che viene discorsivizzato attraverso l’uso di dati e di statistiche (data and
      numbers);

b)    il socio-constructionist model of communication, in cui la comunicazione della salute studia i
      processi di definizione del significato che danno forma alla nostra esperienza di salute e
      malattia; la strategia discorsiva di questo secondo approccio utilizza principalmente le storie
      (stories and narratives).
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Enrico Bucci

https://www.ilfoglio.it/scienza/2021/11/24/news/la-necessita-di-un-
dialogo-tra-pubblico-e-scienza-sui-vaccini-e-non-solo--
3397950/?fbclid=IwAR33VLtKQEeZF59FpZpAjRa2Na9RQ1vovi1_kao
P-DknI6ScPDzfpV4Gfe0
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Rapporto Observa 2021
https://www.observa.it/le-visualizzazioni-dellannuario-2021/

2015-2020: la quota di cittadini italiani che accede a contenuti di
scienza e tecnologia online è in costante crescita (con particolare
riferimento ai social media: FB e YouTube + 10%, Twitter + 20%,
Instagram + 30%)

37% degli italiani segue scienziati o istituzioni scientifiche sui social
media
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Misleading information: una distinzione
preliminare e 4 categorie
Disinformation: circolazione di notizie intenzionalmente
false

Misinformation: circolazione di notizie false, ma ritenute
vere da chi le produce/diffonde

   F. GIGLIETTO, L. IANNELLI, L. ROSSI, A. VALERIANI, Fakes, News and the Election: A New Taxonomy for the Study of Misleading Information
   within the Hybrid Media System, Convegno AssoComPol, 2016 (Urbino, 15-17 dicembre 2016). Consultabile all’indirizzo SSRN:
   https://ssrn.com/abstract=2878774.
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“Post-truth”: alcuni concetti di riferimento

 Disintermediazione e sfiducia nelle tradizionali agenzie di
 mediazione (media, scienziati, istituzioni, ecc.); crisi dei sistemi
 esperti

 Omofilia, echo-chambers, dissonanza cognitiva, directional
 motivated reasoning, confirmation/disconfirmation bias
 (ricordiamoci le teorie degli effetti dei media e il ruolo della
 selettività)

 Psicologia sociale: teorie del contagio sociale

 Polarizzazione dei gruppi

 Pensiero “alternativo” vs “scientifico” (ufficiale)

 Queste dinamiche sembrano amplificate dalle dinamiche degli
 algoritmi (Facebook, Google, etc.), cfr. Quattrociocchi, Vicini
 “Misinformation. Guida alla società dell’informazione e della
 credulità” (Franco Angeli, 2016).
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Disinformation, misinformation, e rumor sono fenomeni precedenti ai
                   social media; tuttavia, le ecologie mediali contemporanee paiono
                   contribuire alla circolazione di “informazione alternativa”

Disinformation, misinformation, rumors sono concetti analizzati da studiosi molto diversi tra loro
all’interno delle scienze sociali, anche prima della nascita e diffusione dei social media (Shibutani,
1966)

Le media ecologies contemporanee, insieme al consolidarsi di una sfera pubblica frammentata e al
proliferare di contenuti generati dagli utenti paiono favorire la disseminazione di informazioni
“alternative”.

L’assetto mediale contempornaeo fornisce bacini di audience più ampi (e maggiore visibilità) alle
informazioni alternative (Bronner, 2013).

Social network costruiti per omofilia, la cosiddetta digital fragmentation (Merja Mahrt), gli algoritimi
per la selezione delle informazioni associati al comportamento degli utenti, la dissonanza cognitiva
(Festinger, 1957), le echo-chambers
Internet e i social media giocano un ruolo ambivalente nel
            trattamento delle informazioni alternative

•   Un ambiente mediale ricco consente ai soggetti di entrare in contatto con
    un numero di fonti ufficiali e verificate maggiore rispetto al passato
•   I social media ospitatno un crescente numero di account (personali,
    gruppi, pagine) che mettono in discussione il punto di vista degli esperti
•   Le evidenze empiriche sono ancora ambivalenti, mostrando sia forti
    effetti legati alla dinamica delle echo-chamber (Bessi et al., 2015), sia
    l’efficacia di specifici strumenti e pratiche d’uso utili a correggere la
    misinformation (Bode and Vraga, 2015)
La “bufala” delle fake news? Alcune riflessioni

 https://theconversation.com/ec
 ho-chamber-what-echo-
 chamber-69293 (Axel Bruns):
 “there’s a problem with the
 echo chamber argument: it is
 itself not particularly well
 supported by the available
 facts. You might even call it
 ‘post-factual’ in its own right”
Axel Bruns: «Are filter bubbles
real?»

Spoiler: «Polarized but not
disconnected»
Le piattaforme social come «ambienti»
Affordances e constraints

Media ideologies e idioms of
practice (Gershon, 2010)

“people figure out together how to
use different media and often agree
on the appropriate social uses of
technology by asking advice and
sharing stories with each other”
(Gershon, 2010: 6)
Affordances

While the very concept of affordance is a much-disputed one in
communication scholarship (Evans et al., 2017), it can provide “a
kind of middle ground between technological determinism and
social construction” (Nagy & Neff, 2015, p. 2).

Imagined affordances: “emerge between users’ perceptions,
attitudes, and expectations; between the materiality and
functionality of technologies; and between the intentions and
perceptions of designers” (Nagy e Neff 2015, p. 5)

Complex coevolution of users and environments (Bucher &
Helmond, 2017).
“ShakeNetworks» (Prin, 2014-2017)
Diffusione/condivisione            di Raccolta di informazioni
                                                       informazioni

               Top-down                                Diffusione di informazione da parte Raccolta di informazione da parte di
                                                       di istituzioni, EM                  istituzioni, EM

               Bottom-up                               Partecipazione/engagement         dei Cittadini come audience           della
                                                       cittadini; volontari digitali         comunicazione istituzionale

Bottom-up, tre motivazioni principali per l’utilizzo dei social media nel contesto di disastri
naturali:
-  la ricerca e la diffusione di informazioni,
-  la comunicazione con i propri network personali,
-  la ricerca di supporto emotivo (Fraustino et al, 2012).
Inoltre, volontari digitali (Starbird e Palen, 2011).

J.D. Fraustino, B. Liu, Y. Jin (2012), «Social media use during disasters: A review of the knowledge base and gaps», in Final Report to
   Human Factors/Behavioral Sciences Division, Science and Technology Directorate, U.S. Department of Homeland Security, College
   Park, MD.
K. Starbird, L. Palen (2011) «‘Voluntweeters’: Self-Organizing by Digital Volunteers in Times of Crisis», Proceedings of CHI 2011,
Diffusione/condivisione          di Raccolta di informazioni
                                                  informazioni

             Top-down                             Diffusione di informazione da parte Raccolta di informazione da parte di
                                                  di istituzioni, EM                  istituzioni, EM

             Bottom-up                            Partecipazione/engagement       dei Cittadini come audience         della
                                                  cittadini; volontari digitali       comunicazione istituzionale

Comunicazione top-down: comunicazione istituzionale e processi di gestione delle emergenze
(Hughes, St. Denis, Palen e Anderson, 2014; Giacobe e Soule, 2014).
Inoltre, ostacoli per una più ampia integrazione dei SNS nelle pratiche istituzionali: negli USA
le agenzie di livello locale «non siano ancora pronte ad adottare i social media e a sfruttarli al
massimo» in contesti di comunicazione d’emergenza (Plotnick et al. 2015).
A.Hughes, L.A. St. Denis, L. Palen, K.M. Anderson. (2014), «Online Public Communication by Police & Fire Services during the
2012 Hurricane Sandy», Proceedings of CHI 2014, Toronto, ON, Canada.
N.A. Giacobe, P.J. Soule (2014), «Social Media for the Emergency Manager in Disaster Planning and Response», Proceedings
of the 11th International ISCRAM Conference, University Park, PA, USA.
L. Plotnick, S.R. Hiltz, J.A. Kushma, A. Tapia (2015) «Red Tape: Attitudes and Issues Related to Use of Social Media by US
County-Level Emergency Managers», Proceedings of ISCRAM.
“No misunderstandings during earthquakes”: verso
                    una struttura standardizzata per i tweet di INGV

     Comprensione dei tweet di @INGVterremoti da parte del pubblico, che è rilevante per:
     • il ruolo di INGV come istituzione pubblica;
     • l’assenza di altri account Twitter istituzionali (a livello nazionale) che forniscono informazioni rapide
     e verificate durante I terremoti;
     • L’attuale assenza di moderazione dell’account (sostanzialmente gestito in modo automatizzato)

     L’obiettivo è proporre un format standardizzato per l’account @INGVterremoti,
     che garantisca:
     •   Una maggiore comprensibilità delle informazioni
     •   Una maggiore aderenza ai bisogni informativi dell’utente
     •   La diffusione del dato “automatico” (e la comprensione del tipo di dato offerto)

F. COMUNELLO, S. MULARGIA, P. POLIDORO, E. CASAROTTI, V. LAUCIANI (2015). No Misunderstandings During
Earthquakes: Elaborating and testing a Standardized Tweet Structure for Automatic Detection of Earthquakes. In
Proceedings of the ISCRAM 2015 Conference
INGV’s Twitter account (@INGVterremoti)
2min   5min   12min
La struttura iniziale
Stato dell’arte

La costruzione di messaggi standardizzati ed efficaci è stata ampiamente studiata,
con riferimento ad altri media, dagli scienziati sociali (e.g. Mileti, 1999)
Tuttavia, le peculiarità della scrittura di tweet in situazioni d’emergenza ha ricevuto
poca attenzione sin qui. Come segnalato da Hughes (2014). “little research exists
around the features and affordances of online media and how each can fit into an
emergency management communication strategy.”
La letteratura che si concentra sulla sintassi di Twitter ha prevalentemente
analizzato il natual language processing (Han and Baldwin, 2011), o il filtraggio di
informazioni grassroots, sino a ipotizzare sintassi per la produzione di informazioni
“in machine readable form” (Starbird eStamberger, 2010, p. 3; Starbird ePalen,
2011).
In termini più generali, gli internet studies non hanno dedicato molta attenzione alla
comprensione/comprensibilità dei post sui social media
La nostra ricerca
Quali-quantitativa:
•   Benchmarking internazionale (11 account Twitter; strategie comunicative: discorsiva vs
    schematica; linguaggio comune vs specialistico; stile “referenziale” vs
    “spettacolarizzazione”)
•   Interviste semi-strutturate (13; con simulazioni cartacee: paper-based mock-up)
•   Questionario online (1224 respondents)

Dimensioni (questionario):
•   formato ora (UTC o ora locale)
•   formato dell’etichetta che indica la natura “provvisoria” del dato (Tweet [stima preliminare];
    tweet [stima provvisoria]; tweet [registrato… magnitudo stimata])
•   individuazione del tweet contenente il dato “rivisto” a partire da un tweet con dato
    “provvisorio”
•   I bisogni informativi dichiarati e le pratiche comunicative messe in campo dagli utenti dopo
    un evento sismico.
I rispondenti al questionario

Le peculiarità dei canali di diffusione del questionario e la natura autoselezionata
del campione non consentono di considerarlo rappresentativo della popolazione
italiana.

In particolare si segnala la sproporzione per quanto riguarda:

    distribuzione uomini/donne

    provincia di residenza

    titolo di studio
Risultati:tempistica auspicata per tweet di
           @INGVterremoti
Forte interesse da parte dei rispondenti per la possibilità di ottenere informazioni entro un
paio di minuti da una scossa:

      il 92% dichiara di ritenere molto importante (4 o 5, su una scala da 1 a 5) ricevere informazioni ufficiali entro
     un paio di minuti dall’evento.

81% dei rispondenti dichiara di preferire la combinazione tweet automatico entro un paio di
minuti + successivo tweet rivisto, il 15% preferisce il solo tweet automatico, mentre solo il
4% preferisce il solo tweet rivisto.

In caso di terremoto, la maggior parte dei rispondenti dichiara che si rivolgerebbe al sito
INGV (74%) o a Twitter (57%)

Solo 4 rispondenti su 1224 dichiarano di preferire che INGV non diffonda alcuna
informazione su Twitter.
Elevato interesse per le informazioni
relative ai terremoti

Informazioni
Provincia coinvolta                                              94,2%

Localizzazione epicentro (lat/long)                              87,9%

Presenza eventuali danni cose/persone                            79,8%

Ordine grandezza magnitudo                                       77,1%

Presenza vittime                                                 74,7%

Magnitudo precisa                                                71,1%

Profondità evento                                                 64%

intensità                                                        46,8%

La percentuale si riferisce alla somma delle valutazioni 4 e 5
Risultati: comprensione formato ora

39% dei rispondenti individua in modo corretto l’ora locale a partire dal tweet indicante
l’orario in formato UTC.

69% individua correttamente l’orario riportato dal tweet che utilizza l’ora locale.

42,4% dei follower di @INGVterremoti individua in modo corretto l’orario in formato
UTC.

Circa la metà degli utenti con una più elevata conoscenza in ambito sismologico
interpreta correttamente l’ora in formato UTC
Comprensione formato UTC: follower vs
non follower di @INGVterremoti

 100%
  80%
  60%
  40%                         Corretta
  20%                         Sbagliata
   0%
          Non      Follower
        follower
Comprensione formato UTC e livello di
      competenza sui terremoti

        100%
          80%
          60%
                                                                  Corretta
          40%                                                     Sbagliata
          20%
             0%
                           0           1           2

Ai fini di valutare sinteticamente il livello di conoscenza dei terremoti dei rispondenti è stato creato un
indice aggregato, che include le risposte alle domande relative a: differenza tra scala Richter e Mercalli;
comparazione tra Mag 3 e Mag 5
Formato dell’etichetta

Sulla base delle indicazioni preliminari ottenute attraverso le interviste semi-strutturate, sono state
individuate tre etichette da sottoporre all’attenzione dei rispondenti:

     Tweet [stima preliminare] ecc.

     Tweet [stima provvisoria] ecc.

     Tweet [registrato… magnitudo stimata] ecc.

Tali etichette sono state valutate sia rispetto alla comprensibilità (un set di 4 domande volto a
verificare la comprensione del tweet), sia rispetto alla preferenza espressa dai rispondenti (la
preferenza è stata richiesta dopo aver illustrato il significato del tweet “provvisorio”).
Formato dell’etichetta

tweet [registrato… magnitudo stimata]:

     Maggiore % di rispondenti che individuano in modo corretto che il tweet indica: “possiamo
     ragionevolmente affermare che ci sia stato un terremoto di magnitudo compresa tra … e …”;
     risponde affermativamente il 96% dei rispondenti, a fronte dell’88% e 89% rispettivamente
     del primo e del secondo)

      Maggiore % utenti che non cadono nell’errore di ritenere che il tweet indichi la previsione di
     un imminente terremoto (nel caso del terzo tweet, risponde correttamente a questa domanda
     il 96%, a fronte rispettivamente del 90% per il primo e 94% per il secondo tweet)

     Minore % di coloro che interpretano il tweet come “provvisorio” e si aspettano un successivo
     tweet definitivo (nel caso del terzo tweet, risponde correttamente il 65% dei soggetti, a fronte
     del 90% per il primo tweet e 93% per il secondo)
Formato dell’etichetta: risultati in sintesi

La terza formula, dunque, è da ritenersi preferibile se l’intento comunicativo
  prioritario sia quello di comunicare che “possiamo ragionevolmente affermare che
  ci sia stato un terremoto di magnitudo compresa” una determinata forchetta.

È da ritenersi non preferibile nel caso in cui la priorità sia comunicare la natura
  “automatica”, “provvisoria” del tweet stesso: solo il 65% dei soggetti interpreta
  correttamente il tweet come “provvisorio”. In quest’ultimo caso, i primi due formati
  sono preferibili, con una leggera prevalenza del secondo (93% vs 90%)
Indice aggregato di comprensione del formato
           tweet
Per valutare complessivamente la comprensibilità dei tre formati, abbiamo inoltre creato un indice
aggregato che considera le 4 dimensioni rilevanti (“possiamo ragionevolmente affermare ecc.”; previsione
terremoto; INGV sta elaborando dati ecc.; potrebbe esserci stato/potrebbe non esserci stato).

           1000

            800
                                                                       [stima
            600                                                        preliminare]
                                                                       [stima
            400                                                        provvisoria]
                                                                       [registrato]
            200

                0
                      -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4
Formato dell’etichetta: le preferenze degli
                   utenti
Rispetto alle preferenze espresse dai rispondenti in termini di efficacia delle tre formulazioni (la domanda è
stata fatta dopo aver illustrato la natura “automatica” e non definitiva dei tweet – e comunque dopo le
domande relative alla comprensione degli stessi)

 La seconda (“stima provvisoria”) ottiene il punteggio medio più elevato (3,96, su una scala da 1 a 5),
superando di misura la terza (3,95), mentre la prima risulta lievemente più distanziata (3,85).

Anche considerando l’attribuzione di un punteggio pari a 4 o 5 il secondo tweet ottiene il consenso maggiore
(71% dei rispondenti attribuisce 4 o 5), superando di misura il terzo (70%), mentre il primo tweet risulta
lievemente più distanziato (66%).
Individuazione tweet “dato rivisto” a
                    partire da tweet con “dato provvisorio”

I risultati mostrano con chiarezza la scarsa efficacia del codice numerico (es. #INGV3355261),
utilizzato correttamente per individuare il tweet definitivo solo dal 28% dei rispondenti. Il 61% degli
stessi individua invece il tweet definitivo corretto a partire dalla provincia, dalla magnitudo e dall’ora.

Complessivamente, l’individuazione del tweet definitivo si mostra problematica: solo il 18% dei
rispondenti dichiara di “essere certo di aver trovato il tweet corretto”, mentre il 35% dichiara che “è
complicato trovare il tweet corretto”.

Si segnala, peraltro, che il questionario proponeva una situazione complessivamente semplificata
rispetto allo stream dei tweet (offriva cioè poche alternative tra cui scegliere, rispetto all’elevato
numero di tweet prodotti da @INGVterremoti e all’ancor più elevato numero di tweet presente nella
timeline di ciascun utente).
Dalla proposta all’approvazione

I rispondenti attribuivano un elevato valore alla possibilità di ottenere
informazioni verificate entro pochi minuti dalla scossa. Il lancio del tweet
automatico corrisponde dunque a una chiara esigenza dell’utenza.

Il format per il tweet automatico è stato predisposto e approvato da INGV
sulla base dei dati di questa ricerca (e successivamente perfezionato con
ulteriori dati da noi raccolti).

\[PROVISIONAL ESTIMATE\] #earthquake {zone} [AREA] Mag between [X.X]
and [X.X] at [HH.MM] IT on [DD-MM-YYYY] wp.me/pQI3O-
1vJ{#earthquake[REG]}
La struttura attuale e quella proposta
Comportamenti e bisogni comunicativi dei cittadini
italiani in caso di terremoto
         Quote significative della popolazione (internet) italiana sono
         entrate direttamente in contatto con il terremoto, in anni recenti

    Campione rappresentativo degli utenti internet italiani (18+), più di 1000 rispondenti
    Rilevazione condotta tra marzo e aprile 2017
    Temi principali: esperienza con il terremoto; comportamenti informativi (raccolta e
    condivisione di informazioni); bisogni comunicativi; fonti (e relativa fiducia); canali (f-
    t-f, broadcast, digital)
    Negli ultimi 5 anni, il 23,5% dei rispondenti non ha sentito direttamente una scossa,
    mentre il 4,2% ha subito danni derivanti dal terremoto. Complessivamente, il 76,5%
    dei rispondenti ha sentito almeno una scossa di terremoto)
Cosa hanno fatto i rispondenti nei primi 10
        minuti dopo aver avvertito una scossa?

- Ho cercato ulteriori informazioni sulla scossa: 47%
- Ho parlato del sisma con persone che si trovavano intorno a me:
25,7%
- Sono stato fermo ad aspettare che passasse la scossa: 22,4%
- Ho proseguito la mia routine quotidiana: 22,2%
- Ho contattato amici, parenti, colleghi via voce o messaggio per
parlare del sisma: 20,5%
Come si riceve la notizia: la centralità dei
                  media (mainstream)
L’82,8% di chi non ha direttamente avvertito un terremoto, dichiara di averne avuto notizia
dai mezzi di comunicazione (la domanda considerava telefonate o messaggi come
avvertimenti ricevuti “da amici/parenti/colleghi).
In particolare:
- Televisione (67,3%)
- Facebook (12,9%)
-   (Twitter: 0,6%)
Complessivamente, il ruolo dei mezzi di comunicazione cresce leggermente al crescere
dell’età
Per quel che riguarda la comunicazione interpersonale, prevalgono le telefonate (40,8%) e i messaggi
(36,6%), seguiti dal f-t-f (12,7%). Tra i più giovani la modalità più utilizzata è il messaggio (sms,
whatsapp ecc), che è presente in maniera significativa anche nella fascia d’età 35-50, salvo poi
decrescere significativamente nell’intervallo d’età 51-65.
La telefonata è la modalità più presente tra i 51-64 anni, seguiti dai 35-50.
La centralità dei media (mainstream)

Chi ha avvertito direttamente una scossa rilevante dichiara di aver cercato ulteriori
informazioni attraverso:
- Televisione (30,4%)
- Quotidiani online (19,8%)
- Facebook (16,4%)
-   (Twitter: 3,1%)

Complessivamente, il ricorso alla tv aumenta al crescere dell’età, mentre il ricorso a
Facebook e ai quotidiani online segue il percorso inverso (sebbene l’ampio ricorso ai
quotidiani online da parte dei più giovani possa risultare sorprendente, si tratta di un dato
che, in proporzioni diverse, si applica a tutti gli ambienti online)
Quali sono le fonti ritenute più affidabili, in relazione
          alle informazioni su una scossa di terremoto?

1.    Vigili del fuoco: 86,6% (4-5 su una scala da 1 a 5)
2.    Protezione civile: 77,9%
3.    Croce Rossa: 73,3%
4.    Forze dell’Ordine: 71,2%
5.    Popolazioni coinvolte: 69,4%
6.    Comunità scientifica: 68,9%
7.    Sindaci dei centri coinvolti: 52,7%
8.    Il prefetto: 47,9%
9.    Il sistema dell’informazione: 42,2%
10.   Rappresentanti istituzionali a livello nazionale (Presidente del Consiglio, Ministri):
      29%
Da quali fonti si desiderano informazioni, in
        caso di terremoto? La ”prima scelta”

Protezione civile: 36,4%
Comunità scientifica: 18,5%
Vigili del fuoco: 17,8%

Il sistema dell’informazione raggiunge quote simili ai sindaci (5,8%,
5,7%)
Province e Regioni, così come le Istituzioni nazionali, raggiungono
quote residuali

I canali preferiti (rispetto alle fonti scelte) sono: TV (preponderante),
seguita da social media e radio. Minore è il ruolo dei quotidiani
(anche online) o di altre forme di comunicazione
Bisogni informativi (entro le 24h dalla
     scossa)

Informazioni sul sisma e sulle sue conseguenze           54,9%
Informazioni su come fornire il mio aiuto                37,3%
Informazioni su persone a me care coinvolte              36,6%
Comportamenti da tenere                                  31,1%
Informazioni sulla viabilità                              29%
Informazioni sulle condizioni di beni di mia proprietà   25,3%
Come ottenere i soccorsi                                  17%

 Scala da 1 a 5, sono indicati i valori 4 e 5
Informazioni specifiche sul sisma e sulle
         sue conseguenze (rilevanza)

Entro 24 ore dalla scossa:
- presenza di vittime: 65,4%
- danni: 62,2%
- Zona coinvolta: 61,9%
- Ordine di grandezza della magnitudo: 59,1% (magnitudo precisa: 49,8%)

Entro un paio di minuti dalla scossa:
- danni: 72,9%
- Zona coinvolta: 71,1%
- Ordine di grandezza della magnitudo: 56,3%
Social media strategy: partiamo dall’analisi, dal target e dagli obiettivi

Prima di disegnare le strategie di comunicazione social, individuare il social media
mix e stendere il social media plan (indicando linee guida per la creazione dei
contenuti, stile e tono di voce, policy, ecc.) è necessaria una fase di analisi

Posizionamento competitivo

Benchmarking

SWOT analysis

Inoltre: analizzare target e obiettivi
Le fasi di sviluppo di un piano di marketing digitale

                     •Fase 1 – Individuare gli obiettivi del social media marketing

               Stabilire gli obiettivi e le finalità che l’azienda intende raggiungere

                     •Fase 2 – Fare un audit dei social media (dove siamo oggi?)

                   Valutare l’utilizzo attuale dei social media e la sua efficacia

                 •Fase 3 – Scegliere le piattaforme social più rilevanti su cui lavorare

Scegliere le piattaforme che si sposano al meglio con la mission e gli obiettivi social dell’azienda

                       Fase 4 - Farsi ispirare dai social media leader del settore

     Studiare comportamento dei concorrenti e degli opinion leader delle community online

         Fase 5 – Creare un piano dei contenuti e un cronoprogramma per le azioni sui social

              Il piano deve contenere una strategia per la creazione dei contenuti

                     Fase 6 – Sperimentate, valutate e modificate il vostro piano
      L’intero piano deve essere monitorato (ed eventualmente modificato) continuamente
Impariamo a programmare la spontaneità ovvero
L’importanza del calendario editoriale

Cosa è? Un documento che contiene e organizza la pubblicazione dei contenuti
sulle piattaforme social

A cosa serve? Consente di pianificare il lavoro di pubblicazione, di condividerlo
con un team allargato (evidenziando le responsabilità di ogni componente della
squadra) e di osservare strategicamente i differenti contenuti da pubblicare
Esempio di schema di base del calendario editoriale

Il calendario editoriale deve contenere informazioni relative alla
data di pubblicazione, al tipo di post (immagine, video, meme ecc:),
all’argomento principale e al responsabile del contenuto

Data        Tipi di post            Argomento        Responsabile del
                                                     contenuto

23/09/19    Immagine + didascalia   Inizio corsi     Giorgio

25/09/19    meme                    Esame            Maria

28/09/19    Post                    Info didattica   Simone
Esempio di Planner mensile

Fonte: https://blog.hubspot.com/blog/tabid/6307/bid/33415/The-Social-Media-Publishing-Schedule-
Un template per il calendario editoriale (Hootsuite)

https://docs.google.com/spreadsheets/d/129en-jvm9q7RVkbakQc_xteyyCd_GJMJbeRCJbxsSgQ/edit#gid=0
Esempio di content calendar per singola piattaforma

              Giorno       Data         Orario         Messaggio Link           Campagna Immagine
              Lunedì
                                               09:00
                                               12:00
                                               15:00
                                               17:00
              Martedì
                                               09:00
                                               12:00
                                               15:00
                                               17:00
              Mercoledì

      Fonte: https://blog.hubspot.com/blog/tabid/6307/bid/33415/The-Social-Media-Publishing-Schedule-
Sperimentare, valutare e modificare il piano

Sviluppare la possibilità di testare ogni azione che viene fatta sui social media (es.:
numero di clic misurati con URL shortener; Google analytics: visite al sito provenienti dai
social media)

Utilizzare differenti metriche; registrare successi e fallimenti e modificare il piano su
questa base

Ascoltare gli utenti sia online che offline con diversi strumenti (approccio quantitativo e
qualitativo)

Un buon piano di comunicazione cambia continuamente

I cambiamenti devono essere socializzati con tutti i settori dell’azienda
La struttura del testo: piramide rovesciata

  Modello sequenziale di Cicerone: esordio, narrazione,
  argomentazione, epilogo (presuppone un pubblico che
  ci segua dall’inizio alla fine: articolo scientifico,
  tesi/project work, relazione dell’amministratore
  delegato, ecc.)

  Piramide rovesciata è utile quando: il tempo è poco; si
  comunica qualcosa di molto preciso (es. capo al
  collaboratore); il testo è lungo; la pagina ha molti
  concorrenti; si legge in mobilità e/o su schermo piccolo

                                                                                   http://www.in-graph.it/approfondimenti/il-metodo-della-piramide-invertita-nella-scrittura-per-il-web/
  Titolo o oggetto email       L. Carrada, Lavoro dunque scrivo, Zanichelli 2012
Scrivere per i social network (site)

Cosa è “giusto” nella scrittura per il web 2.0?

Accettabilità di un testo: l’argomento di cui esso tratta, ma anche il modo
(quantitativo e qualitativo) in cui tale argomento viene svolto: dalla sua
lunghezza alla sua correttezza ortografica.

In alcuni ambienti del web 2.0 i confini dell’accettabilità si ampliano

Es.: ortografia: a partire dalla correttezza/scorrettezza ortografica di un testo,
il lettore formula un giudizio sul livello culturale di chi scrive (ma anche
sull’attenzione con cui è stato predisposto e verificato il testo/post)

(Lovari, Martari, 2013)
Accettabilità sui SNS

“Poiché i contesti comunicativi della scrittura sono estremamente
vari, a parità di scrivente, di argomento e persino di SNS, uno
scritto può essere accettabile oppure no. E così in genere il
contenuto di una chat ha limiti di accettabilità, per ciò che concerne
la sua forma linguistica, assai differenti rispetto a un testo
pubblicato come status”

Parametri: tipo di lettore, numero di lettori

Ortografia e funzione euristica (ricerche; Google: forse cercavi…)

Le stesse considerazioni valgono per la sintassi e per il lessico

“si può dire che è «giusto», cioè accettabile, ciò che raggiunge lo
scopo comunicativo di chi scrive” (Lovari, Martari, 2013)
“Voice and tone” (voce e tono)
 Anche prima di internet le aziende e le istituzioni avevano una voce, ma se ne preoccupavano
 soprattutto nelle campagne pubblicitarie (non per ogni comunicazione “quotidiana” con i
 clienti)
 Attenzione alla “omogeneizzata voce del business”: per essere credibile, la voce deve
 “suonare umana” (Cluetrain Manifesto)

 La voce veicola la nostra identità: è ciò che ci distingue, in prima battuta, dai competitor
 La voce deve suonare coerente con l’identità dell’azienda e con il pubblico si rivolge
 Descrivi con pochi aggettivi la qualità del pubblico a cui ti rivolgi
 Descrivi con pochi aggettivi gli elementi che distinguono il tuo brand
 Scegli tra 5 e 10 aggettivi che definiscono la tua voce e per ogni aggettivo aggiungi:
              Una breve descrizione
              Le indicazioni di scrittura: sì/no (L. Carrada, 2012)
Un esempio: il sito mestierediscrivere.it

Da L. Carrada “Lavoro dunque scrivo!”
Voce                     Descrizione                Si                           No

divulgativa              MdS non è per esperti,     Spiegare sempre le           Cercare di evitare
                         ma per tutti coloro che    parole tecniche nel loro     termini anche molto
                         devono scrivere nel loro   contesto. Esempio; la        precisi ma che possono
                         lavoro…                    tagline, cioè lo slogan in   scoraggiare il lettore.
                                                    homepage, è…

                                                    Alimentare il glossario.

                                                    Fare molti esempi
                                                    concreti.

personale                MdS è un sito              Usare la prima persona,      Evitare o limitare tutto
                         “d’autrice”, la sua voce   raccontare episodi della     ciò che toglie
                         si deve sentire, le sue    professione e della vita.    naturalezza al testo:
                         opinioni devono essere                                  forma impersonale,
                         chiare.                    Raccomandare i libri e i     forma passiva, periodi
                                                    siti che sono piaciuti di    troppo lunghi.
                                                    più e spiegare perché.
Linee guida per il “tono di voce” (NielsenNorman Group)

Have a voice and personality that is appropriate for your company or organization.

Be conversational and informal

Make sure informal updates or messages contain some information of value

 Use “we” and “our” in messages to convey the messages come from the company,
rather than an individual at the company.

Be careful with humor

Don’t use abbreviations for words

 Only “retweet” messages on Twitter that match your company or organization’s voice
and tone
Tone of voice: NN Group

  https://www.nngroup.com/articles/tone-voice-words/
Tweeting styles (Report LSE)
Ancora sullo stile e sul “tono di voce”: essere
informali
Cosa significa essere “friendly” e informali?

I SNS sono certamente da interpretare come ambienti adatti a uno stile comunicativo
informale.

Ma c’è differenza tra l’informalità di un cantante e quella accettabile per l’Accademia
della Crusca, l’Enciclopedia Treccani, un brand, un’istituzione…

Anche il livello di confidenza che gli utenti accettano di dare (e ricevere) da soggetti
diversi varia molto

Inoltre, ricordiamo che il livello di formalità/informalità attribuito a una piattaforma varia,
nel tempo e in relazione agli utenti; è almeno in parte frutto di negoziazioni e
rappresentazioni condivise
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