COMUNE DI CASTEL SAN GIOVANNI
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COMUNE DI CASTEL SAN GIOVANNI (Provincia di Piacenza) PIANO PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E PROGRAMMA PER LA TRASPARENZA E L’INTEGRITA’ PER IL TRIENNIO 2021/2022/2023 1. PREMESSA GENERALE Il Piano di Triennale Prevenzione della Corruzione (di seguito per brevità PTPC), nel Comune di Castel San Giovanni, definisce le disposizioni di dettaglio emanate a livello locale e previste dalla vigente normativa a tutela ed a salvaguardia della correttezza, della legalità delle azioni amministrative e dei comportamenti, rispettivamente realizzate ed assunti, nell’ambito delle attività istituzionali del Comune di Castel San Giovanni. Ai sensi del P.N.A. e della circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri (DFP 0004355 P 4.17.1.7.5 del 25 gennaio 2013) il concetto di corruzione va inteso in senso lato. Esso è comprensivo delle situazioni in cui nel corso dell’attività si riscontri l’uso da parte di un soggetto del potere a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati, a prescindere dalla rilevanza penale ( delitti contro la P.A. Titolo II Capo II del codice penale ), ed anche e comunque venga in evidenza un malfunzionamento dell’Amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle funzioni attribuite, ovvero l’inquinamento dell’azione amministrativa “ab externo”, sia che tale azione abbia successo, sia nel caso in cui rimanga a livello di tentativo I tre obiettivi perseguiti attraverso i piani in argomento, indicati anche dalle autorità sovranazionali sono: · ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione; · aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione; · creare un contesto sfavorevole alla corruzione. Alle disposizioni contenute nel presente Piano Triennale si conferisce natura regolamentare e, pertanto, esso si intendono quale parte integrante del Regolamento di Organizzazione degli Uffici e Servizi in quanto il suo contenuto ha natura di disposizioni organizzative. Le disposizioni programmatiche del presente Piano integrano gli obiettivi del Piano della performance. Il livello di osservanza delle regole contenute nel Codice di comportamento del Comune costituisce uno degli indicatori rilevanti ai fini della misurazione e valutazione della performance individuale secondo il sistema definito ai sensi del D.Lgs. n. 150/2009. Come meglio sarà illustrato in seguito, per i Responsabili di Settore la partecipazione attiva al sistema di prevenzione della corruzione e trasparenza deve costituire oggetto di specifico obiettivo che costituisca, insieme agli altri obiettivi, oggetto di valutazione ai fini dell'erogazione dell'indennità di risultato. Costituzione ufficio prevenzione corruzione Il PNA 2016 afferma che “È altamente auspicabile che il RPCT sia dotato di una struttura organizzativa di supporto adeguata, per qualità del personale e per mezzi tecnici, al compito da svolgere e che vengano assicurati al RPCT poteri i interlocuzione nei confronti di tutta la struttura, sia nella fase della predisposizione del Piano e delle misure sia in quella del controllo sulle stesse. Sempre il PNA 2016 afferma che appare necessaria la costituzione di un apposito ufficio dedicato allo svolgimento delle funzioni poste in capo al RPCT. Ove ciò non sia possibile, è opportuno rafforzare la struttura 1
di supporto mediante appositi atti organizzativi che consentano al RPCT di avvalersi di personale di altri uffici. Tale struttura, che potrebbe anche non essere esclusivamente dedicata a tale scopo, può, in una necessaria logica di integrazione delle attività, essere anche a disposizione di chi si occupa delle misure di miglioramento della funzionalità dell’amministrazione (si pensi, ad esempio, ai controlli interni, alle strutture di audit, alle strutture che curano la predisposizione del piano della performance). A tal riguardo, è opportuno prevedere un’integrazione di differenti competenze multidisciplinari di supporto al RPCT. Nel PTPC sono esplicitate le soluzioni organizzative adottate in tal senso”. In questa fase storica, appare di difficile realizzazione, la costituzione di un ufficio con risorse umane dedicate in via esclusiva data limitata disponibilità di personale inquadrato nell’organico comunale. Né è possibile ricorrere ad integrazioni con strutture simili indicate dal PNA (audit, controlli, ecc) perché parimenti non esistono strutture a tali funzioni esclusivamente dedicate: il piano della performance viene curato dai responsabili di settore e dal segretario comunale, i controlli successivi di regolarità amministrativa vengono svolti dal segretario comunale con un limitatissimo supporto dell’ufficio segreteria per alcune delle mansioni prettamente operative (stampa atti, produzione solo di alcuni elenchi) e comunque senza l'ausilio di alcun programma informatico, se si esclude quello della mera estrazione. Pertanto scelta obbligata è la costituzione dell’ufficio del quale faranno parte oltre al dipendente addetto alla segreteria il vice segretario comunale nonché, in forma “trasversale i responsabili di settore che supporteranno direttamente il RPCT. In questa sede non si può che auspicare che attraverso questo percorso si possa dare un adeguato sostegno organizzativo e operativo all’RPCT nei prossimi anni. 1.2: Premessa all’aggiornamento annuale 2021. Si dà atto che: per il triennio 2013-2015 il Comune di Castel San Giovanni ha adottato il Piano con deliberazione di Giunta comunale n. 13 del 28.01.2013 per il triennio 2014-2016 il Comune di Castel San Giovanni ha adottato il Piano con deliberazione di Giunta comunale n. 10 del 31.01.2015. Con deliberazione della Giunta comunale n. 8 del 26.01.2016 è stato approvato il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità 2016-2018. Aggiornamento Triennio Con deliberazione della Giunta comunale n. 20 del 21.02.2017 è stato approvato il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità 2017-2019. Aggiornamento Triennio Con deliberazione della Giunta comunale n. 18 del 18.02.2018 è stato approvato il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità 2018-2020. Aggiornamento Triennio Con deliberazione della Giunta comunale n 25/2019 è stata approvata la proposta di aggiornamento piano triennale per la prevenzione della corruzione e programma triennale per la trasparenza e l’integrità, 2019-2021. Con deliberazione della Giunta comunale n 14 del 30.01.2020 è stata approvata la proposta di aggiornamento del Piano triennale per la prevenzione della corruzione e del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità, 2020/2022. 2
Con delibera n. 831 del 3 agosto 2016, l’Anac ha proceduto all’approvazione definitiva del Piano Nazionale Anticorruzione 2016 delle cui indicazioni si è tenuto conto nell’aggiornamento per l’anno 2017. Con la Delibera n. 1208 del 22 novembre 2017 il Consiglio dell’Autorità di ANAC ha approvato l’Aggiornamento 2017 al Piano Nazionale Anticorruzione. Con la Delibera n. 1074 del 21 novembre 2018 il Consiglio dell’Autorità di ANAC ha approvato in via definitiva l’Aggiornamento 2018 al Piano Nazionale Anticorruzione. Con la Delibera n. 1064 del 13.11.2019, il Consiglio dell’Autorità con in via definitiva ha approvato il Piano Nazionale Anticorruzione 2019. Con Comunicato del Presidente dell’Autorità del 2 dicembre 2020 , alla luce della situazione emergenziale sanitaria causata da Covid-19, il Consiglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione nella seduta 07/ 12/20, ha differito al 31 marzo 2021 i termini per la predisposizione e la pubblicazione della Relazione annuale 2020 dell’Rpct, e dei Piani Triennali 2021-2023. L'aggiornamento 2021 del Piano Triennale 2021/2022/2023, poteva rappresentare un ulteriore approfondimento e perfezionamento del medesimo dei piani passati tutti proiettati nell’ottica di implementazione progressiva e dinamica di un sistema di misure di legalità e di rimodulazione dei suoi contenuti a partire dalla mappatura dei procedimenti e dei processi. Tuttavia l’operazione di aggiornamento del Piano 2021 non può tener conto dell’eccezionale situazione creatasi a seguito della Pandemia da Covid-19. In considerazione della situazione di emergenza sanitaria derivante dalla diffusione del contagio da Covid 19 e dell’oggettiva necessità di alleggerire i carichi amministrativi anche mediante la dilazione degli adempimenti e delle scadenze, si è ritenuto opportuno differire entro erti limiti, i tempi necessari per l’adempimento delle misure a contrasto del rischio corruttivo inserite nel Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e la Trasparenza, anche in chiave di sostenibilità organizzativa. L’insorgere dell’emergenza legata alla diffusione del virus ha richiesto un notevole sforzo organizzativo all’ente, al fine di poter dare immediata risposta alle esigenze emerse nella popolazione maggiormente a rischio e, allo stesso tempo, mettere in sicurezza personale e utenza di fronte all’aggravarsi dell’epidemia, procedendo in maniera altalenante, stante la variazione della diffusione del virus, con conseguente progressiva riduzione delle fornitura dei servizi non ritenuti essenziali al momento dell’emergenza sanitaria, e, successivamente, alla loro progressiva ripresa al recedere della stessa. Si è pertanto ritenuto opportuno evidenziare che le misure di prevenzione della corruzione del Piano 2021 subiranno condizionamenti, a causa della pandemia, in modo sostanziale sui procedimenti, sui tempi di esecuzione dei controlli sugli stessi e sulla organizzazione del lavoro e dei servizi pubblici sottesi all’attività amministrativa. Si rammenta che l’attuazione del PTPCT concorre alla Performance, in quanto identificato come Obiettivo di Ente la cui valutazione si basa sul grado di attuazione delle misure anticorruzione e degli obblighi di trasparenza. Sarà necessario pertanto sensibilizzare i responsabili di settore su quelle misure che sono posticipabili e/o non realizzabili per fattori legati al Covid che hanno portato all’emanazione di una specifica normativa emergenziale L’attività dell’Ente rimane comunque improntata ai principi dell’anticorruzione e al rispetto delle norme sulla trasparenza, tant’è che le misure contenute nel Piano continuano ad avere lo scopo di assicurare la buona amministrazione e, di conseguenza, di prevenire fenomeni corruttivi. Una pubblica amministrazione che riafferma i principi costituzionali della buona amministrazione, contribuisce a rafforzare anche la fiducia di cittadini e imprese nei suoi confronti. 3
il Piano deve svolgere, quindi, la funzione di orientare i comportamenti organizzativi dell'ente, in un'ottica positiva, perseguendo le seguenti finalità: - riaffermare il principio costituzionale della “buona amministrazione” (buon andamento e imparzialità); - creare e mantenere un ambiente di diffusa percezione della necessità di rispettare regole e principi. L'intento è quello di mantenere alta l'attenzione di tutto il personale su questi temi, affinché ciascuno possa fornire il proprio contributo quotidiano al lavoro all'interno del proprio ente e, conseguentemente, al miglioramento del piano; - recuperare la fiducia di cittadini e imprese verso la pubblica amministrazione; - contribuire alla crescita economica e sociale del territorio e del paese; - “riportare a un più elevato livello di dignità o di decoro dopo un periodo di decadenza o di avvilimento”, il ruolo dei funzionari pubblici. Questa necessità appare attuale in relazione ai fenomeni di assenteismo che rischiano di penalizzare anche coloro che svolgono con orgoglio e passione il proprio lavoro al servizio della collettività. Per attuare questa strategia è necessario che la stessa trovi un efficace collegamento con il sistema di programmazione, con il sistema dei controlli, con gli obblighi di trasparenza e di comunicazione e con tutti gli strumenti di programmazione (DUP, PEG, ecc.), nell’ottica di creare un sistema di amministrazione volto all’adozione di procedure e comportamenti virtuosi che possano scoraggiare e prevenire attività illegittime o illecite, migliorando l’efficienza e l’efficacia Dell’azione amministrativa del Comune di Castel San Giovanni. Per il periodo di riferimento temporale del presente Piano, e in coerenza con quelli del PNA il Comune intende proseguire a perseguire i seguenti obiettivi strategici: - favorire la buona amministrazione, riducendo il più possibile il rischio di comportamenti non corretti. - aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione 1.3: Modalita’ di aggiornamento del PTCP 2021-2023 Il Piano in oggetto, come già evidenziato nel punto 1.2, presenta caratteri di eccezionalità essendo un Piano di Pandemia che non ha precedenti e che ha richiesto, e tuttora richiede, l'attuazione di misure di contrasto e di contenimento per affrontare l’emergenza epidemiologica, adeguando i modelli organizzativi ed operativi con riallocazione delle risorse umane e strutturali . La gestione della crisi ha posto non solo la necessità di dover far fronte alle necessità di lavorare diversamente (ricorso allo smart working, gestione del pubblico con modalità diverse dalla presenza, ecc.) ma ha richiesto di dover veicolare una quantità di informazioni in maniera rapida e proattiva sulle nuove regole ed incentivare il loro rispetto sia all'interno che all'esterno. A sostegno dell'inevitabile aggravio dovuto alla stato emergenziale la Pubblica Amministrazione e i Comuni per la loro parte, è stata autorizzata ad assumere provvedimenti tesi a semplificare le procedure anche per assicurare i lavori infrastrutturali di adeguamento alla situazione sanitaria (si pensi alle scuole), a preservare la sicurezza degli operatori , a mettere in campo le risorse a sostegno delle attività e dei cittadini che hanno subito danni enormi a causa della pandemia; tutti interventi volti ad aumentare e a sostenere i servizi essenziali offerti dal Comune rispetto alle condizioni straordinarie. Vista l’eccezionalità del momento, ANAC nella reazione del 2 luglio 2020 ha riassunto i provvedimenti adottati per semplificare le procedure e per attenuare le incombenze delle amministrazioni sottolineando comunque le proprie funzioni a presidio della correttezza delle procedure e a garanzia della trasparenza. Unitamente la Corte dei Conti nelle “Linee di indirizzo per i controlli interni durante l’emergenza da Covid-19”, approvate con delibera n. 18/2020/INPR ha evidenziato l’opportunità di potenziare il sistema dei controlli, prendendo in considerazione tutte le tipologie di controllo interno (regolarità amministrativa e contabile; di gestione, compreso il sistema dello smart working ; 4
strategico; degli equilibri finanziari; sugli organismi gestionali esterni e sulle società partecipate non quotate; sulla qualità dei servizi e prevenzione del rischio).Sia in questa fase che in quella post covid i temi dell’integrità dei comportamenti, della equità e della trasparenza assumeranno ancora più rilievo per il corretto dispiego delle risorse e per l’esercizio di un adeguato controllo da parte della cittadinanza . Il Piano si sviluppa nelle sezioni fondamentali dell’analisi del contesto Esterno ed Interno - ovviamente collegati all’emergenza COVID 19 - con la descrizione della modificata organizzazione aziendale intervenuta nel 2020, dall’analisi e valutazione del rischio dei processi, in termini di possibile esposizione a fenomeni corruttivi. L’ultima sezione del presente documento è dedicata interamente agli Obblighi di Pubblicazione dei dati richiesti dalla normativa vigente nella sezione del sito web istituzionale denominato “Amministrazione L’aggiornamento per l’anno 2021 del PTCP è stato attivato con la pubblicazione sul sito web istituzionale di apposito Avviso di consultazione pubblica finalizzato all’ aggiornamento del piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza per il triennio 2021-2021 con il quale i cittadini, le Associazioni o altre forme di organizzazioni portatrici di interessi collettivi, le RSU e le OO.SS. Territoriali, sono stati invitati a presentare eventuali proposte, suggerimenti e/o osservazioni delle quali tenere conto in sede di aggiornamento del Piano Triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza 2021/2023. Entro la data del 10.11.2020, non sono pervenute osservazioni e/o proposte. Eseguito il predetto adempimento si è provveduto ad inviare a ciascun Responsabile con nota del 7.12.2020 (prot. 26827) e del 1 marzo 2021 (prot. 5612), le schede di attestazione e monitoraggio finalizzate: 1. alle verifiche e alle attività effettuate, o ancora da effettuarsi per la realizzazione delle misure di prevenzione previste nel Piano ed indicate nelle schede di mappatura di competenza. 2. al monitoraggio del rispetto dei tempi procedimentali con l’indicazione dei procedimenti per i quali non sono stati rispettati gli standard procedimentali ai fini della tempestiva eliminazione delle anomalie; 3. al monitoraggio delle attività individuate dal Piano a più alto rischio di corruzione indicando in quali procedimenti si sono palesate eventuali criticità e le conseguenti azioni correttive messe in atto o da mettere in atto. Veniva altresì inviata, la scheda di autovalutazione utile per valutare la riproponibilità delle azioni, tenendo conto delle eventuali rilevate criticità e suggerimenti, nella redazione dell’aggiornamento del Piano 2021. L’analisi delle schede di valutazione sono finalizzate ad acquisire il quadro della situazione, in merito all’adeguatezza delle misure adottate, agli adempimenti realizzati e a quelli ancora da realizzare, in modo operativo e concreto. A tal fine veniva inoltrata scheda di monitoraggio. In merito alle verifiche sugli adempimenti relativi alla TRASPARENZA, i Responsabili di Settore sono stati nuovamente invitati a promuovere le verifiche nonché ad avviare e rendere effettive le azioni conseguenti, sulla base di quanto previsto nel Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità 2020/2022, con riferimento alla tabella allegata al Piano 2020/2022 in cui sono declinati gli obblighi di pubblicazione, per le voci di competenza. gli obblighi di pubblicazione, per le voci di competenza ( “Amministrazione Trasparente” – Altri Contenuti -Piano triennale per la prevenzione della corruzione e della trasparenza – Piano 2020-2022, allegato 7). L’esito della verifica, è da considerarsi positivo in quanto ha consentito una disamina, rispetto al contenuto specifico delle singole azioni e rispetto al risultato atteso. Ciò ha sostanzialmente costituito, seppure indirettamente, un momento formativo sul campo. Senz'altro è una prassi da seguire con 5
cadenze periodiche perché una corretta interpretazione delle azioni ne consente anche una attuazione più puntuale. I controlli così intesi costituiscono un momento di crescita dell'attenzione della struttura sulle tematiche oggetto del Piano. Pertanto dalle predette relazioni inoltrate dai Responsabili di Settore, si evidenzia il rispetto generale dei tempi procedimentali, e l’assenza di segnalazioni di anomalie e criticità agli obblighi previsti nel vigente Piano che avrebbero reso necessarie misure correttive. Nell’anno 2019 non sono state segnalate al RCT comportamenti ed azioni di rilievo “corruttivo”, né disfunzioni amministrative significative. L’autovalutazione si è dimostrata utile per valutare la riproponibilità delle azioni, tenendo conto delle rilevate criticità e suggerimenti, nella redazione del presente aggiornamento del Piano, e all’attestazione (ALLEGATO 9) di monitoraggio dei tempi procedimentali. Riguardo alla trasparenza i responsabili anche in futuro presenteranno apposita attestazione annuale sul rispetto degli obblighi di trasparenza (ALLEGATO 8) L’ aggiornamento del Piano triennale per la prevenzione della corruzione 2021/2023 viene redatto tenendo che dei Piani Nazionali approvati negli anni precedenti, Anche per l’aggiornamento del Piano 2021, al fine di garantire un ampio coinvolgimento dei Responsabili e la raccolta dei loro contributi propositivi, a cura del Responsabile della prevenzione è stato intrapreso il seguente iter: 1. riproposizione della scheda format (di seguito evidenziata) inoltrata ai Responsabili (nota del 1.03.2021) ai quali ne viene chiesta la compilazione al fine di raccogliere elementi propositivi in merito alla mappatura delle attività a rischio e degli interventi da attuare ai fini della lotta alla corruzione; 2. definizione di una prima bozza del Piano aggiornato e trasmissione della stessa ai responsabili con inoltro della mappatura aggiornata da ciascun settore per le eventuali osservazioni e/o proposte di modifica e integrazione; 3. elaborazione del testo definitivo del Piano (da proporre all’approvazione della Giunta comunale) La scheda di rilevazione sopra menzionata è di seguito evidenziata: 6
Allegato 1) Piano Anticorruzione 2021-2022-2023 Scheda format mappatura singoli procedimenti SETTORE______________________ SERVIZIO ________________ PROCESSO:________________ Indice di rischio: probabilità per impatto = _____ = ________ N. Rischi Azioni previste Responsabile Tempistica Indicatore prevedibili di attuazione 7
Si ribadisce che ogni scheda riguarda la mappatura dei processi di competenza di ogni Settore che presentano, oltre a quanto già indicato dall’art. 1 comma 16 della legge 190/2012, situazioni di rischio, sulla base di un’approfondita analisi e valutazione del rischio stesso, interrogandosi sulle probabilità che un evento accada e sulla gravità del danno che ne può derivare (allegato n.2 schede di mappatura del rischio) Per ogni processo è poi calcolato il livello di rischio (come da “Allegato n.3 – schede di valutazione del rischio”). Per arrivare ad una corretta indicazione del livello relativo a ciascun processo, è stato adottato un modello di pesatura dei rischi individuati conforme a quello suggerito dal Piano Nazionale Anticorruzione e dal suo aggiornamento, basato su due variabili: probabilità dell’accadimento: stima della probabilità che il rischio si manifesti in un determinato processo; impatto dell’accadimento: stima dell’entità del danno, materiale e/o di immagine, connesso al concretizzarsi del rischio. L’indice di rischio si ottiene moltiplicando tra loro le due variabili, per ognuna delle quali si è stabilita convenzionalmente una scala quantitativa. Pertanto, più l’indice di rischio è alto, più il relativo processo è critico dal punto di vista dell’accadimento di azioni o comportamenti non in linea con i principi di integrità e trasparenza. In conformità alle indicazioni desumibili dalla legge e dal Piano Nazionale Anticorruzione, nel presente Piano sono stati inseriti tutti i processi caratterizzati da un indice di rischio alto o medio, nonché altri processi critici il cui indice di rischio si è rivelato, ad un esame più approfondito, essere basso. La prima colonna prevede per ogni processo una breve descrizione dei fattori di rischio che possono verificarsi. Tali rischi possono riguardare diversi momenti e fasi dell’attività amministrativa: adozione del provvedimento, scelta contraente/beneficiario, esecuzione degli atti e dei contratti, comportamenti degli operatori, ecc… La seconda colonna prevede una sintetica descrizione degli interventi e iniziative da attuare dai Settori che hanno ricadute sul contrasto e prevenzione della corruzione. La terza colonna riporta l’indicazione della responsabilità, mentre la quarta e la quinta riportano la tempistica di attuazione delle singole azioni (ove non già in atto) e un indicatore di risultato. La scheda ha consentito ai Responsabili di Settore, in accordo col responsabile, di rappresentare le proposte in merito all’aggiornamento del Piano in modo omogeneo e toccando tutti gli aspetti contenutistici e finalistici della legge 190/2012. Le schede fanno parte integrante del presente Piano, rappresentando lo sviluppo sul triennio 2020-22 delle azioni, misure e buone prassi proposte e, in alcuni casi, già attuate per prevenire i fenomeni di corruzione. Si sottolinea, inoltre, l’importanza del D.lgs. 14 marzo 2013, n. 33 recante il “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”, che contiene norme che incidono in modo pregnante in materia. L’art. 10 del citato Decreto prevede che il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità, altro strumento di cui le Amministrazioni devono dotarsi costituisca di norma una sezione del Piano di prevenzione della corruzione, disposizione peraltro confermata dall’aggiornamento al PNA il quale sottolinea che “devono essere indicati, con chiarezza, le azioni, i flussi informativi attivati o da attivare per dare attuazione, da un lato, agli obblighi generali di pubblicazione di cui al d.lgs. n.33/2013 e, dall’altro, alle misure di trasparenza individuate come misure di specifica prevenzione della corruzione”. Gli obblighi di trasparenza costituiscono, quindi, il presupposto per introdurre e sviluppare il Piano di prevenzione dei fenomeni corruttivi. Per espressa previsione del D.lgs. 33/2013, gli obiettivi indicati nel Programma triennale sono formulati in collegamento con la programmazione dell’Amministrazione comunale, ed in particolare, 8
in coerenza con il piano della “performance” Il piano della performance è in fase di stesura per il triennio 2021/2023. In sintesi gli interventi metodologici previsti per l’aggiornamento 2021 posso riassumersi nelle seguenti operazioni: a) La estensione e l’aggiornamento della mappatura dei procedimenti 1) Con l’aggiornamento del Piano 2021 si intende proseguire e rivedere la mappatura dei processi anche alla luce delle novità e dei nuovi procedimenti nati in conseguenza della pandemia Questa attività di mappatura delle attività a rischio, nonché di individuazione di interventi volti a contrastare i fenomeni di corruzione, deve essere realizzata dal Responsabile dell’anticorruzione attraverso il coinvolgimento e le proposte dei Responsabili di settore, come disposto dall’art. 1 comma 9, legge 190/2012. Nel corso del 2021 si prosegue nell’estensione della mappatura ai processi relativi alle aree sia generali che aree specifiche, precisando che la gradualità è resa necessaria oltre che dalla novità della materia, soprattutto dalla scarsa dotazione di supporti operativi e dalle esigue risorse umane da dedicare alle analisi organizzative. b) Coordinamento fra gli strumenti di programmazione. A tal proposito anche nell’ambito del Dup 2021-2023 sono stati riconfermati quali obiettivi prima strategici e poi operativi i seguenti: 1. Prevenire la corruzione e l’illegalità all’interno dell’Amministrazione; 2. Garantire la correttezza e la trasparenza dei procedimenti politico-amministrativi e proseguire attività di trasparenza e anticorruzione. I suddetti obiettivi sono stati riproposti in chiave operativa con il PEG/Piano della Performance 2021- 2023 come obiettivi trasversali a tutti i Settori Nell’aggiornamento del Piano si è cercato d tener conto dei principi stabiliti nei P.N.A. e loro aggiornamenti, nei quali, nello specifico, sono state date indicazioni in merito a: Trasparenza sul processo di formazione del PTPC: Il PTPC dovrà dare evidenza al processo effettivamente seguito per la sua adozione. Rilevano, a tal fine, le soluzioni adottate per assicurare il forte coinvolgimento degli organi di indirizzo, sia nella definizione del contenuto del PTPC e delle misure adottate, sia nelle indicazioni date all’amministrazione tutta, sulla necessaria e piena attuazione, con il concorso di tutti i soggetti interessati, delle misure di prevenzione. Tali soluzioni devono, pertanto, essere descritte nello stesso PTPC, che contiene anche disposizioni sulla procedura da adottare per gli aggiornamenti e per la verifica dell’attuazione delle misure. Connessione tra analisi conoscitive e individuazione delle misure: Il PTPC dovrà indicare con chiarezza il nesso realizzato tra analisi conoscitive a monte e individuazione delle misure. Le misure devono, cioè, essere fondate in modo comprensibile sulle risultanze delle analisi effettuate. Il PTPC dovrà, quindi, dare conto Centralità delle misure di prevenzione: Le misure devono essere individuate nei PTPC e la loro attuazione chiaramente programmata. Misure e responsabilità degli uffici: Per assicurare che le misure di prevenzione siano coerenti con la legge e con il PNA è essenziale la loro chiara articolazione in specifiche e concrete attività che i diversi uffici devono svolgere per dare loro attuazione. È indispensabile che tale ripartizione di responsabilità sia esplicitata nel PTPC e che ad esse sia connessa l’attivazione della responsabilità dirigenziale (o di altri strumenti di valutazione della performance, individuale e organizzativa). 9
Monitoraggio sull’effettiva attuazione delle misure: Il monitoraggio sull’attuazione delle misure dovrà essere definito, quanto ad attività e indicatori di verifica puntuale, nel PTPC del 2020. Valutazione dell’efficacia delle misure attuate: All’interno del Comune di Castel San Giovanni non si sono manifestati e non sono stati segnalati episodi riconducibili alle casistiche individuate nel Piano di prevenzione della corruzione. Questo potrebbe essere sintomo di efficacia delle azioni intraprese e adottate, ma realisticamente il percorso deve proseguire ed essere approfondito della quotidiana attenzione nell’adozione di atti e provvedimenti nonché nell’azione ispirata a correttezza e trasparenza degli amministratori, dei responsabili e del personale dipendente. Integrazione tra PTPC e Programma per la trasparenza Il PTPC dovrà contenere, in apposita sezione, il Programma per la trasparenza nel quale devono esser indicati, con chiarezza, le azioni, i flussi informativi attivati o da attivare per dare attuazione, da un lato, agli obblighi generali di pubblicazione di cui al d.lgs. n. 33/ 2013 e, dall’altro, alle misure di trasparenza individuate come misure di specifica prevenzione della corruzione. Dal Programma per la trasparenza devono risultare gli obblighi di comunicazione/pubblicazione ricadenti sui singoli uffici, con la connessa chiara individuazione delle responsabilità dei dirigenti preposti, nonché i poteri riconosciuti al Responsabile della trasparenza, di norma coincidente con il RPC, al fine di ottenere il rispetto di tali obblighi. Misure di prevenzione e doveri di comportamento dei dipendenti Come per la trasparenza, la individuazione di doveri di comportamento attraverso l’adozione di un Codice di comportamento è misura di carattere generale, già prevista dalla legge e ribadita dal PNA, volta a ripristinare un più generale rispetto di regole di condotta che favoriscono la lotta alla corruzione riducendo i rischi di comportamenti troppo aperti al condizionamento di interessi particolari in conflitto con l’interesse generale. Specifici doveri di comportamento possono essere previsti anche con particolari misure di prevenzione da adottarsi per specifiche aree o processi a rischio. 1.4 Analisi del contesto esterno: L’Autorità nazionale anticorruzione ha decretato che la prima e indispensabile fase del processo di gestione del rischio è quella relativa all'analisi del contesto, attraverso la quale ottenere le informazioni necessarie a comprendere come il rischio corruttivo possa verificarsi all'interno dell'amministrazione per via delle specificità dell'ambiente in cui essa opera in termini di strutture territoriali e di dinamiche sociali, economiche e culturali, o per via delle caratteristiche organizzative interne (ANAC determinazione n. 12 del 28 ottobre 2015). Il PNA degli anni scorsi, conteneva un generico riferimento al contesto ai fini dell'analisi del rischio corruttivo, mentre attraverso questo tipo di analisi si favorisce la predisposizione di un PTPC contestualizzato e, quindi, potenzialmente più efficace Sul contesto esterno, si conferma in linea di massima quanto già contenuto nel PTPC 2020 con l’aggiunta dei seguenti approfondimenti riferiti alla situazione economica in costanza di pandemia nonché ai dati tratti dal contesto provinciale e regionale. a) Scenario economico-sociale a livello regionale 10
Dai dati forniti dalla regione Emilia Romagna, si evidenzia che lo scenario economico-sociale è stato fortemente condizionato, nel 2020 e lo sarà anche nel 2021, dalle ricadute della pandemia da Covid- 19. Il contesto economico è caratterizzato da una caduta del prodotto interno lordo nel 2020 sia nazionale che regionale con la precisazione che quest’ultimo risulta lievemente più pesante rispetto a quello nazionale. La ripresa si presume sarà forte, ma solo parziale nel corso del 2021 data l’elevata incertezza che persisterà per molto tempo soprattutto sui consumatori Per quanto riguarda il mercato del lavoro in Emilia – Romagna, si osserva una sensibile riduzione delle forze di lavoro per effetto dell’uscita dal mercato del lavoro di lavoratori non occupabili e scoraggiati. Nel 2021 la crescita dovrebbe riprendere, ma compensando solo parzialmente la perdita subita (+0,9 per cento). A livello regionale, il tasso di attività, calcolato come quota sulla popolazione presente totale, si è ridotta al 47,9 per cento nel 2020 e si riprenderà parzialmente nel 2021 (48,2 per cento). La pandemia inciderà sensibilmente sull’occupazione, nonostante le misure di salvaguardia adottate a livello nazionale e regionale, colpendo particolarmente i lavoratori non tutelati e con effetti protratti nel tempo. L’occupazione nel 2020 si è ridotta del 2,1 per cento, senza che vi sia una ripresa sostanziale nel 2021 (+0,2 per cento). Il tasso di occupazione si è ridotto nel 2020 al 44,9 per cento e non dovrebbe risalire nel 2021. A fine anno 2020 risultava inferiore di 2,4 punti rispetto al precedente massimo risalente al 2002. Il tasso di disoccupazione era pari al 2,8 per cento nel 2007 ed era salito all’8,4 per cento nel 2013. Le misure di sostegno all’occupazione conterranno nel tempo e nel livello gli effetti negativi della pandemia sul tasso di disoccupazione, che per il 2020 sale al 6,2 per cento e nel 2021 dovrebbe giungere sino al 6,9 per cento, il livello più elevato dal 2016. b) Profilo criminologico del territorio a livello regionale Si ribadisce che il territorio regionale ove si colloca il Comune di Castel San Giovanni è da sempre volto alla promozione della legalità, nonché al contrasto della criminalità. Sotto il profilo criminologico del territorio regionale, da studi e ricerche eseguite dalla Regione Emilia-Romagna fin dalla metà degli anni Novanta del secolo scorso è emerso un quadro articolato delle organizzazioni criminali e dei loro traffici e forme di attività in Emilia-Romagna e di comprendere il ruolo giocato dalle strategie di queste organizzazioni nello spostamento e nell’insediamento di loro uomini nel territorio regionale per l’organizzazione dei traffici illeciti. A differenza di altre regioni del Nord, in Emilia-Romagna il controllo del territorio da parte di organizzazioni criminali risulta pressoché assente, mentre la loro attività principale e più remunerativa è costituita dai traffici illeciti, in particolare dal traffico di stupefacenti. Le altre attività rilevanti delle mafie in Emilia-Romagna riguardano l’edilizia pubblica e privata, il movimento terra e autotrasporti, l’usura, il recupero crediti, la gestione e il controllo illegale del gioco d’azzardo, le estorsioni, l’intestazione fittizia di beni e il riciclaggio. La ricerca sul territorio pone in evidenza l’importanza assunta da elementi di origine locale nel favorire l’ingresso di attività criminali organizzate nel territorio regionale, ‘Ndranghetisti e casalesi”, le due organizzazioni più significative in Emilia-Romagna, puntano entrambe alla mimetizzazione sociale, a non richiamare l’attenzione ed a passare inosservati. In altre parole, le organizzazioni mafiose hanno adottato meccanismi di infiltrazione diversi da quelli tradizionali al fine di rendersi assai più invisibili e quindi anche più difficilmente decifrabili. La loro azione in tal modo si confonde spesso con quella di operatori che si muovono nella legalità. Le realtà più vulnerabili, ma anche quelle più studiate e conosciute, sono quelle di Reggio Emilia e Modena, dove le indagini confermano la presenza di ‘ndranghetisti e casalesi nei cantieri edili. È l’edilizia, infatti, il settore più vulnerabile all’infiltrazione mafiosa in Emilia-Romagna e dove i processi di corruzione e di radicamento della criminalità organizzata sono più visibili e consolidati, come dimostrato anche alcune importanti inchieste svolte dalla magistratura. 11
Un significativo attivismo delle cosche mafiose è emerso anche nel mercato immobiliare. Si tratta di un settore strategico, che consente di reinvestire capitali illeciti ed acquisire patrimoni immobiliari; il riciclaggio risulta così essere una delle attività più fiorenti della criminalità organizzata in Emilia-Romagna e si manifesta attraverso acquisti di attività commerciali, imprese ed immobili. Nel corso degli ultimi decenni l’attività di contrasto alla criminalità organizzata si è molto concentrata sull’attacco ai capitali di origine illecita e ciò è avvenuto anche grazie al supporto di un sistema di prevenzione che è un importante complemento all’attività di repressione dei reati, intercettando e ostacolando l’impiego e la dissimulazione dei relativi proventi. In questo sistema di prevenzione l’Unità di Informazione Finanziaria (UIF), istituita presso la Banca d’Italia dal d.lgs. n. 231/2007 (che è la cornice legislativa antiriciclaggio in Italia), è l’autorità incaricata di acquisire i flussi finanziari e le informazioni riguardanti ipotesi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo principalmente attraverso le segnalazioni di operazioni sospette trasmesse da intermediari finanziari, professionisti e altri operatori; di dette informazioni l’UIF effettua l’analisi finanziaria, utilizzando l’insieme delle fonti e dei poteri di cui dispone, e valuta la rilevanza ai fini della trasmissione agli organi investigativi e della collaborazione con l’autorità giudiziaria, per l’eventuale sviluppo dell’azione di repressione. Riguardo all’andamento dei reati denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria nelle province dell’Emilia-Romagna. Periodo 2010-2019 (tasso di variazione medio annuale), reati quali Usura, Riciclaggio ,Estorsioni, Truffe, frodi e contraffazione, Associazione a delinquere, Stupefacenti, Sfruttamento della prostituzione, Furti e rapine organizzate, Ricettazione e contrabbando, Danneggiamenti, attentati dinamitardi, Omicidi di mafia, risulta che nella provincia di Piacenza sono cresciute oltre la media regionale i reati di riciclaggio, le estorsioni, le truffe, le frodi e la contraffazione, i reati riguardanti gli stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, i furti e le rapine organizzate e i danneggiamenti e gli attentati dinamitardi e incendiari (va fatto notare che riguardo a questi ultimi tre gruppi di reati, la tendenza della provincia è stata opposta a quella della regione: mentre infatti in regione questi reati sono diminuiti, qui sono aumentati sensibilmente); La Regione Emilia Romagna nel corso degli anni ha messo in campo importanti attività di contrasto sociale e amministrativo Con l’adozione della L.R. 18/2016 la Regione Emilia-Romagna ha dedicato una particolare attenzione ai progetti di promozione della legalità. Sono incentivate tutte le iniziative per la promozione della cultura della legalità sviluppate d’intesa con i diversi livelli istituzionali, ivi incluse le società a partecipazione regionale, che comprendono anche il potenziamento dei programmi di formazione del personale e lo sviluppo della trasparenza delle pubbliche amministrazioni. Numerose disposizioni sono volte a rafforzare la prevenzione dei fenomeni di corruzione ed illegalità a partire dal settore degli appalti pubblici. Con delibera G.R. n. 711 del 31/05/2017 è stato approvato il Piano integrato delle azioni regionali per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile e la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e dei fenomeni corruttivi relativo all’anno 2017, ai sensi dell’art. 3 della L.R. 28 ottobre 2016, n. 18. Con delibera G.R. n. 493 del 09/04/2018 è stato successivamente approvato il Piano integrato per l’anno 2018. Per quanto attiene specificatamente le strategie regionali di prevenzione e di contrasto e dell’illegalità all’interno dell’amministrazione regionale e delle altre amministrazioni pubbliche, la Regione - in base all’art. 15 della l.r. n. 18 del 2016 - ha promosso l’avvio di una “Rete per 12
l’Integrità e la Trasparenza”, ossia una forma di raccordo tra i Responsabili della prevenzione della corruzione e della Trasparenza delle amministrazioni del territorio emiliano-romagnolo. Il progetto, approvato dalla Giunta regionale d’intesa con l’Ufficio di Presidenza della Assemblea legislativa, è supportato anche da ANCI E-R, UPI, UNCEM e Unioncamere, con i quali è stato sottoscritto apposito Protocollo di collaborazione il 23 novembre 2017. La Rete, a cui hanno aderito, ad oggi, oltre 160 enti, permette ai relativi Responsabili della prevenzione della corruzione e della Trasparenza di affrontare e approfondire congiuntamente i vari e problematici aspetti della materia, creando azioni coordinate e più efficaci di contrasto ai fenomeni corruttivi e di cattiva amministrazione nel territorio emiliano-romagnolo. È proseguita poi l’azione di diffusione della Carta dei Principi di responsabilità sociale di imprese e la valorizzazione del rating di legalità, attraverso i bandi per l’attuazione delle misure e degli interventi della DG Economia della Conoscenza, del Lavoro e dell'Impresa emessi nel 2017/18. L’adesione diviene così requisito indispensabile per l’accesso ai contributi previsti dai bandi. A seguito del monitoraggio dell’Osservatorio regionale è emerso che il 48,2% delle imprese partecipanti ai bandi regionali dichiara di adottare un sistema di prevenzione del rischio corruzione e che il 31,5% ha acquisito il rating di legalità. È continuata l’attività dell’Osservatorio regionale dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, che fornisce anche assistenza tecnica alle Stazioni Appaltanti, enti e soggetti aggiudicatori del territorio regionale, per la predisposizione dei bandi, di promozione del monitoraggio delle procedure di gara, della qualità delle procedure di scelta del contraente e della qualificazione degli operatori economici. È stato realizzato l’aggiornamento dell’Elenco regionale dei prezzi delle opere pubbliche. Con l’approvazione della nuova legge urbanistica regionale (L.R. 21 dicembre 2017 n. 24 - «Disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio»), sono state introdotte norme ed obblighi specifici di contrasto dei fenomeni corruttivi e delle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’ambito delle operazioni urbanistiche. In particolare, la nuova L.R. introduce l’obbligo di acquisire l’informazione antimafia relativamente ai soggetti privati che propongono alle amministrazioni comunali l’esame e l’approvazione di progetti urbanistici, nell’ambito dei diversi procedimenti regolati dalla legge (accordi operativi, accordi di programma e procedimento unico per i progetti di opere pubbliche e di interesse pubblico e per le modifiche di insediamenti produttivi). E’ altresì doveroso ricordare che a fine luglio 2020, si è insediata in Regione Emilia Romagna, la Consulta regionale per la legalità e la cittadinanza responsabile, organismo con funzioni conoscitive, propositive e consultive di cui fanno parte rappresentanti delle istituzioni locali e statali, del mondo del lavoro e dei settori produttivi, della società civile ed esperti degli ambiti professionali, accademici e di volontariato. Con i presidenti della Regione e dell’Assemblea legislativa regionale vi partecipano anche tutti i presidenti dei Gruppi consiliari presenti nella stessa Assemblea legislativa. 28 Con la costituzione della Consulta si intende così compattare, a difesa della legalità e contro la criminalità organizzata, tutto il sistema istituzionale e socioeconomico dell’Emilia-Romagna Ulteriori misure di prevenzione sono state introdotte mediante la stipula di protocolli interistituzionali per la promozione della legalità. Riguardo alla specifica situazione della Provincia di Piacenza, va detto che si ripropone in parte quanto già evidenziato rispetto alla Regione Emilia Romagna: si vanno rafforzando i legami tra malavita, economia e società e per quanto attiene nello specifico alla provincia di Piacenza, i collegamenti con la criminalità organizzata di stampo mafioso, sono scaturiti da diverse indagini compiute negli ultimi anni. Come riferito nelle "Relazioni del Ministro dell’Interno al Parlamento sull'attività svolta ed i risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia", relative al 13
primo e secondo semestre 2017, in Emilia Romagna si registra una pervasiva presenza della criminalità organizzata. Questa è emersa in particolare grazie all'attività investigativa iniziata nel 2015 con l'avvio dell'importante operazione denominata "Aemilia" svolta dalle Forze dell'Ordine, e che è proseguita fino al 2017 attivando diversi filoni di indagini, e che ha inoltre fornito importanti elementi conoscitivi sul modus operandi delle cosche nella regione. L'epicentro dell'ndrangheta sembra collocarsi nella provincia di Reggio Emilia; nel capoluogo di Regione e nelle province di Reggio Emilia, Modena, Parma e Piacenza sono state riscontrate presenze riconducibili alla cosca Grande Aracri di Cutro. Per quanto riguarda la nostra provincia, ulteriori collegamenti con la criminalità mafiosa di matrice calabrese sono emersi nell'ambito di indagini coinvolgenti il territorio ligure che hanno fatto luce su di un sistema criminale finalizzato alla commissione di reati finanziari a vantaggio di imprenditori collegati alle cosche attivi nelle province di La Spezia, Massa e Piacenza. Ulteriori elementi di analisi emergono dall'esame delle statistiche pubblicate dal Sole 24ore. L'indice di criminalità elaborato per il 2018, con riferimento ai dati 2017, colloca la provincia di Piacenza alla 39° posizione delle 106 province italiane, con un peggioramento di 5 posizioni rispetto all'anno precedente nonostante il numero di denunce di reati sia diminuito del 4,3% annuo: complessivamente le denunce sono state 10.177, pari a 3.549 ogni 100.000 abitanti. La sintesi effettuata con l'indice sottende un netto miglioramento sul fronte delle denunce per omicidio e tentato omicidio, una situazione complessivamente. invariata per quanto riguarda le denunce complessive di furti nelle diverse tipologie considerate, e purtroppo ci collochiamo nel terzo delle province con numero di denunce più elevato in rapporto ai residenti sia per quanto riguarda ì furti con destrezza, che in abitazioni ed in esercizi commerciali; un balzo in avanti nella graduatoria, quindi un severo peggioramento, lo fa invece Piacenza con riferimento alle denunce di rapine (passa dalla 51° alla 28° posizione), di riciclaggio ed impiego di denaro (dalla 89° posizione alla 36°), ma anche per quanto riguarda le denunce di stupefacenti e violenza sessuale, mentre migliora la situazione con riferimento a denunce di estorsione, usura e truffe informatiche e seppure in misura minore scendono le denunce di associazione a delinquere in rapporto agli abitanti. Pur con tutti i limiti delle informazioni statistiche, che possono sottendere situazioni tra loro assai diverse (il numero di denunce può variare in una certa misura indipendentemente dal numero di reati o un aumento può addirittura sottendere un maggior impegno nell'individuare e denunciare alcune tipologie di reato), tuttavia il quadro emergente da quanto sopra riportato è di una situazione a livello provinciale in cui i livelli di sicurezza del sistema socio economico locale mostrano fragilità e proprio in questo contesto assume ancor maggiore rilevanza che l'azione della Pubblica Amministrazione sia improntata a massima responsabilità, integrità e trasparenza. Il quadro emergente da quanto sopra riportato è di una situazione a livello provinciale in cui i livelli di sicurezza del sistema socio economico locale mostrano fragilità e proprio in questo contesto assume ancor maggiore rilevanza che l’azione della Pubblica Amministrazione sia improntata a massima responsabilità, integrità e trasparenza. La Prefettura di Piacenza in data 20/01/2020 ha confermato nei propri contenuti il quadro sopra illustrato; in particolare viene sottolineato che, per quanto concerne i reati predatori (rapine, furti, scippi) nell’anno 2018 il totale generale dei delitti commessi è diminuito del 7% rispetto all’anno precedente, con un trend in diminuzione dei reati. L’attenzione delle Forze dell’Ordine a prevenzione della criminalità e per garantire la sicurezza pubblica e degli effetti delle medesime è sempre massima, per scongiurare l’eventualità che condizioni socio-economiche locali, unitamente alla felice posizione logistica del territorio, costituiscano fonte di interesse per il potenziale sviluppo di attività riconducibili, anche in via mediata, ad elementi collegati alla criminalità organizzata. Particolarmente significativa per quanto riguarda il Comune di Castel San Giovanni è stata l’approvazione il 15 settembre 2020 della deliberazione della la Giunta Comunale n. 100 ad oggetto APPROVAZIONE DELLO SCHEMA D' INTESA PER LA LEGALITÀ E LA PREVENZIONE 14
DEI TENTATIVI D'INFILTRAZIONE CRIMINALE DA SOTTOSCRIVERE CON LA PREFETTURA- UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO DI PIACENZA. Il Protocollo d’intesa predetto, è stato sottoscritto dal Sindaco e dal Prefetto in data 24.09.2020 1.5 Contesto interno: La struttura organizzativa è ripartita in Settori. Ciascun Settore è organizzato in Servizi e Uffici. Al vertice di ciascun Settore è posto un dipendente di categoria D, titolare di posizione organizzativa. La struttura organizzativa dell’ente è stata in anni recenti più volte rivisitata: in maniera significativa, nel 2015 con la deliberazione della Giunta comunale n. 101 del 10/09/2015 a seguito dell’adesione del Comune all’Unione dei Comuni Val Tidone. Dal I gennaio 2018, con lo scioglimento dell’Ente Unione Val Tidone le funzioni comunali traferite alla disciolta Unione sono tornate nella piena titolarità dei Comuni aderenti pertanto è stata sostanzialmente ripristinato il precedente assetto organizzativo generale comunale di seguito indicato: Settore I Affari Generali, Legali, Istituzionali Settore II Economico-Finanziario Settore III Politiche Sociali Settore IV Sviluppo Urbano Settore V Lavori Pubblici, Settore VI Sviluppo Economico e Marketing territoriale Settore VII Pubblica Istruzione, Sport e Cultura Settore VIII - Polizia Municipale Con la deliberazione n. 1/2018 la Giunta Comunale ha nuovamente rivisto l’assetto organizzativo generale conseguente allo scioglimento dell’Unione, attuando ulteriori spostamenti di servizi all’interno delle Macro-Aree. La dotazione organica (al 31.12.2020) prevede n. 96 dipendenti di cui in servizio n. 64: i titolari di posizione organizzativa sono n. 8 (n. 1 in comando dall’Ausl di Piacenza). Mappatura dei processi La mappatura dei processi è un modo "razionale" di individuare e rappresentare tutte le attività dell'ente per fini diversi. La mappatura assume carattere strumentale a fini dell'identificazione, della valutazione e del trattamento dei rischi corruttivi. Si rammenta che la legge 190/2012 è interamente orientata a prevenire i fenomeni corruttivi che riguardano l’apparato tecnico burocratico degli enti, senza particolari riferimenti agli organi politici. L’ANAC nel Piano Nazionale Anticorruzione (PNA 2019), e nell’allegato “1”, recante “Indicazioni metodologiche per la gestione dei rischi corruttivi”, si è lungamente soffermata sulla questione della “mappatura” dei processi”, all’interno del più vasto capitolo dell’analisi del contesto interno, introducendo nuove indicazioni che prevedono che la mappatura dei processi consista nella individuazione e nell’analisi dei processi organizzativi. L’obiettivo finale di tale processo è che l’intera attività amministrativa svolta dall’ente venga gradualmente esaminata. Vanno mappati, dunque, i processi e non i singoli procedimenti amministrativi, con l’opportuna osservazione che più procedimenti omogenei tra loro, possono confluire in un unico processo. Un processo può essere definito come una sequenza di attività interrelate ed interagenti che trasformano delle risorse in un output destinato a un soggetto interno o esterno. Tuttavia, in considerazione della brevità del tempo a disposizione per la predisposizione del presente Piano, rispetto alla pubblicazione del nuovo PNA (22 novembre 2019), non è stato possibile affrontare in modo compiuto il nuovo approccio valutativo del rischio, incentrato su una tipologia di misurazione qualitativa, come illustrata nell’allegato 1, del PNA 2019. Tale nuovo approccio sarà 15
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