Citazioni testuali / Note bibliografiche - a cura di Vittorio CARRARA Novembre 2011
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Citazioni testuali / Note bibliografiche a cura di Vittorio CARRARA Novembre 2011
La citazione testuale Le pagine seguenti riportano alcuni esempi di citazioni testuali, cioè di frammenti di testi altrui inseriti nel proprio e riprodotti fedelmente dalla fonte d’origine. Citazioni brevi e concordate col testo in cui si inseriscono In particolare le regole culturali definiscono le coordinate spazio-temporali e le forme delle relazioni sociali consentendo agli individui di orientarsi nella vita quotidiana: «incorporano un ordine autocomprensivo con un alto grado di autorità e legittimità» (Kaschuba 2004, 13) L’autrice prende a prestito le parole di un altro per esprimere ciò che le sta a cuore. Il luogo che ospita originariamente la citazione va identificato con estrema precisione: indicare sempre il n. di pagina! Bibliografia: Kaschuba, W. 2004 Die Überwindung der Distanz, Frankfurt/M, Fischer Fonte: Barbara Grüning, Memoria e riconoscimento: il caso della Germania orientale, «Rassegna italiana di sociologia», 47 (2006), n. 4, p. 614. L'indiscussa influenza di Croce nella cultura italiana non pare abbia determinato, nella prassi didattica e nella manualistica storico-letteraria della scuola media, la recezione di uno dei motivi fondanti del suo pensiero storiografico, quello intorno al concetto di causa, che «è e deve rimanere estraneo alla storia»1. La citazione testuale («è e deve rimanere estraneo alla storia») è integrata nel discorso e concordata grammaticalmente col resto del testo. Solo le virgolette identificano la citazione tesuale come tale. 1 Benedetto Croce, La storia come pensiero e come azione, Bari, Laterza, 19382, p. 16. 2
Citazione lunga È bene limitare le citazioni lunghe e in genere è preferibile riassumere e riportare al discorso indiretto (col riferimento bibliografico relativo in nota) il pensiero di altri. Tuttavia, se si ritiene particolarmente importante, significativo o efficace trascrivere un brano intero di un altro autore è opportuno riservargli un trattamento particolare. Quando si cita un frammento di testo che supera le 2-3 righe conviene staccarlo tipograficamente nello specchio della pagina: si può ridurre il corpo del carattere e l’interlinea; di solito, inoltre, si spostano verso il centro pagina i rientri di paragrafo. Un gruppo di studiosi, citati da Cooper nel suo libro sull’intelligenza, affermava che le aziende hanno indiscutibilmente risparmiato miliardi [di dollari] usando test di abilità in modo da garantire un processo di selezione basato sul merito. Nel loro insieme, i test delle abilità intellettive costituiscono il singolo più potente predittore nella selezione del personale [...] certamente più valido dell’uso di interviste [...] per la capacità di anticipare il successo nella formazione e nel lavoro (Cooper 1999, 130). Lo stacco tipografico del brano citato (le aziende …e nel lavoro) indica di per sé che si tratta di una citazione testuale, sicché, in questo caso, si può anche evitare di racchiuderla tra virgolette. Si osservi inoltre l’uso delle parentesi quadrate: esse rappresentano sempre una variazione rispetto al testo della fonte citata. Nel primo caso ([di dollari]) l’autore ha ritenuto opportuno integrare il testo originale con una informazione aggiuntiva e di chiarimento. Nel secondo caso ([…]) i puntini tra parentesi quadre indicano invece una lacuna, un pezzo di testo della fonte originaria che l’autore ha voluto omettere. Qualunque contaminazione del testo citato, anche minima, va segnalata e individuata per mezzo delle parentesi quadre. Bibliografia: Cooper, C. 1999 Intelligence and Abilities, Florence, KY, Taylor and Francis/Routledge. Fonte: Cesare Cornoldi, L’intelligenza, Il mulino, 2009, pp. 31-32. Testo lievemente ritoccato a fini didattici. 3
Citazione in versi Anche nella prima egloga Ergasto è assorto dallo scontro di due animali che lottano per conquistarsi le femmine del branco: Ergasto mio, perché solingo e tacito pensar ti veggio? Ohimé, che mal si lassano le pecorelle andar a lor ben placito! Vedi quelle che ’l rio varcando passano; vedi quei duo monton che ’nsieme correno, come in un tempo per urtar s’abassano. (Ar., Ie, 1-6) Ergasto rappresenta la figura del classico innamorato neoplatonico. Fonte: Andrea Pantani, Per attentamente mirare … La visione alienante nell’Arcadia di Sannazaro, «Letteratura e arte», 1 (2003), p. 148. Il brano in versi va ridotto in corpo minore, centrato nello specchio della pagina e giustificato a sinistra. (Ar., Ie, 1-6) significa: versi 1-6 della prima egloga dell’Arcadia di J. Sannazzaro. Non vi sono ulteriori specificazioni bibliografiche perché l’opera è l’oggetto principale del saggio, sicché la citazione completa dell’edizione di riferimento viene data una volta per tutte alla prima nota al testo. 4
Citazione di un’espressione formulare A un detto, a un’espressione formulare, a un modo di dire può essere riconosciuta una paternità certa. In una società pluralistica e egualitaria, cultura e «memoria culturale» ufficiale (Assmann 1999) possono differire ed essere apertamente in contrasto con culture e memorie altre. La paternità dell’espressione «memoria culturale», che non è una vera e propria citazione testuale, viene qui assegnata ad Assmann. Che poi essa corrisponda al titolo (tradotto) di un suo libro implica che la citazione rimandi non solo alla formula, ma a tutta l’argomentazione che la sostiene, sviluppata, appunto, nel volume di Assmann citato. Bibliografia: Assmann, J. 1999 Das kulturelle Gedächtnis, München, C.H. Beck Verlag. Fonte: Barbara Grüning, Memoria e riconoscimento: il caso della Germania orientale, «Rassegna italiana di sociologia», 47 (2006), n. 4, p. 615. Citazione testuale senza riferimenti bibliografici Alcuni classici, della letteratura o della filosofia, i testi fondativi delle religioni (per es. i Vangeli) o delle istituzioni possono essere citati testualmente senza indicazione della fonte bibliografica di provenienza. L’art. 54 Trattato CE precisa che «fino a quando non saranno soppresse le restrizioni alla libera prestazione dei servizi, ciascuno degli Stati membri le applica senza distinzione di nazionalità o di residenza a tutti i prestatori di servizi». Il Trattato sancisce quindi un diritto alla parità di trattamento - tra i prestatori di servizi stabiliti in diversi Stati membri - per quanto concerne le condizioni di accesso al mercato e vieta ogni discriminazione sulla base della nazionalità. La citazione testuale dal Trattato CE del 1957 (fino a quando … servizi) non ha riferimento bibliografico. Si tratta di un testo normativo, sicché il lettore può agevolmente rintracciarlo nei repertori dedicati. Nel caso specifico è opportuno consultarlo tramite una banca dati online aggiornata – come Le leggi d’Italia – che riporta il testo coordinato completo delle successive integrazioni, che costituiscono parte integrante del Trattato 5
Tipi di nota Note con rimando alla fonte dei dati La fonte dei dati – dati quantitativi, in cifre, biografici, linguistici … – va citata con estrema precisione. Growth in the domestic market for steel, moreover, was slow, at least until the beginning of World War I, and competition from imports was very intense: As late as 1913, imported steel accounted for 64% of home consumption and 52% of pig iron consumption (Allen 1946, p. 74). L’autore ha preso dal libro di Allen i dati sul consumo e l’utilizzo dell’acciaio Bibliogr. Allen, G. C. (1946). A Short Economic History of Modern Japan, 1867–1937. London, Allen & Unwin. Fonte: Gary Herrigel, Manufacturing Possibilities. Creative Action and Industrial Recomposition in the United States, Germany, and Japan, Oxford, Oxford University Press, 2010, p. 35. 6
In termini assoluti, comunque, il volume di risorse finanziarie per la cooperazione multilaterale si è notevolmente ridotto nel 1995 rispetto agli anni precedenti, in ragione dei tagli al bilancio dello Stato (tabella 9.2). Tab. 9.2 Contributi agli organismi multilaterali (miliardi di lire) 1993 1994 1995 Contributi volontari 258 285 180 Contributi finalizzati 146 195 120 Fonte: Ministero degli Affari Esteri 1996 La fonte che fornisce dati in cifre in forma di tabella si cita in calce alla tabella, preceduta dalla parola: Fonte: Bibliogr.: Ministero degli Affari Esteri 1996 Relazione annuale sull’attuazione della politica di cooperazione allo sviluppo nel 1995, Roma. Fonte: L. Paganetto e P.L. Scandizzo, La Banca mondiale e l'Italia: dalla ricostruzione allo sviluppo, Bologna, Il Mulino, 2000, pp. 342-343. 7
Note con rimando a una teoria, a un’ipotesi, a un metodo e all’autore rispettivo Il Santucci quindi giunge alla conclusione di utilizzare i composti del magnesio con molta cautela e soprattutto con carte non molto acide; in tutti gli altri casi consiglia l’uso di idrossido e bicarbonato di calcio1. A Santucci si riconosce la paternità di un metodo scientifico specifico 1 Luigi Santucci, Degradazione della cellulosa in presenza di composti inorganici, «Bollettino dell’Istituto centrale per la patologia del libro», 32 (1973-1974), pp. 73-89. Fonte: Simona Cantarella, Restauro di tre unità librarie del fondo del cardinal Casanate, «Culture del testo e del documento», 2005, n. 18, p. 46. 8
Note con rassegna bibliografica Rinviando a precedenti studi per una valutazione generale della cartografia storica della regione pontina1, s’intende proporre in questa sede l’analisi di una selezione di carte topografiche, i cui contenuti […] offrono utili spunti per una ricostruzione dei principali mutamenti fisici e antropici attuati in quest’area di bonifica tra la metà dell’Ottocento e il primo ventennio del Novecento. L’Autrice elenca in esordio le opere che fanno da sfondo al suo lavoro dedicato alla ricostruzione dei mutamenti fisico-antropici nella regione pontina tra Otto e Novecento. Opere che offrono una valutazione generale della cartografia storica della regione e che proprio per questo ha dovuto prendere attentamente in considerazione nella fase di elaborazione del saggio. La nota 1, dunque, inquadra dal punto di vista bibliografico lo sfondo culturale di riferimento dal quale l’A. si stacca per affrontare un tema particolare, più specifico e circoscritto. Si noti che i titoli sono elencati in ordine cronologico, dal più antico al più recente. Questo genere di note, piuttosto ricche, dedicate a una bibliografia essenziale ma esaustiva, può essere molto utile al lettore. È bene però limitarle al massimo: esse hanno le caratteristiche di piccole rassegne bibliografiche e vanno riservate agli argomenti cardine del lavoro, magari collocate all’inizio della tesi o dei singoli capitoli. 1 A. Lodolini, La storia delle paludi pontine nella loro cartografia,in «Roma», 12 (1934), pp. 217-230; P.A. Frutaz, Le carte del Lazio, 3 voll., Istituto di studi romani, Roma 1972; C. Cecere, La villa Caetani a Fogliano, Palombi, Roma 1989; […] V. Grossi, Il territorio di carta, Comune di Terracina, Terracina 1997; S. Conti, Cartografia e paludi nel Lazio, in «L’Universo», 85 (2005), pp. 268-276; […] C. Masetti, Cartografia storia e GIS. Laghi costieri e zone umide del litorale pontino attraverso la cartografia storica, in Dalla mappa al GIS, a cura di C. Masetti, Brigati, Genova, 2008, pp. 231-261. Fonte: Carla Masetti, Geografia e cartografia nel processo di recupero del territorio pontino nei primi decenni del Novecento, in La capitale della nazione. Roma e la sua provincia nella crisi del sistema liberale, a cura di Paolo Carusi, Roma, Viella, 2011, pp. 96-97. 9
Note con rimando interno L’attenzione di storici, filosofi e teologi viene rivolta alla grande meditazione sul male: è il male presente nell’uomo la fonte delle ingiustizie ricorrenti nella storia; è il male radicale, in cui Kant vede una tendenza della natura umana, la fonte delle ingiuste atrocità che hanno lasciato una lunga scia di sangue nell’ultimo millennio1. L’A. affronterà e/o approfondirà più avanti, nel suo stesso testo, l’argomento per ora solo enunciato 1 Vedi infra cap. 2, par. 1 Fonte: Federico Stella, La giustizia e le ingiustizie, Bologna, Il mulino, 2006, p. 18. 10
Note con porzioni di testo A fronte delle difficoltà legate alla definizione di un quadro normativo globale1, si sviluppano meccanismi di cooperazione tra i diversi soggetti, soprattutto tra le istituzioni culturali: il caso del prestito di opere d’arte tra musei rappresenta forse l’esempio più significativo. Il problema enunciato nel testo è ulteriormente specificato in nota e connesso con l’opera che in nota è citata. Di essa si dà inoltre un estemporaneo ma significativo assaggio del contenuto. 1 La compresenza di più livelli di regolazione nella disciplina della circolazione internazionale dei beni culturali è ben messa in luce da M.P. Chiti, Monismo o dualismo in diritto amministrativo: vero o falso dilemma?, in «Rivista trimestrale di diritto pubblico», 50, 2, 2000, pp. 301 ss., in part. pp. 305 s., il quale prende spunto da ciò per evidenziare il carattere «meticcio» del diritto dei beni culturali. Causa ed effetto della globalizzazione delle funzioni in materia di beni culturali sono, inoltre, la definizione di nuove categorie concettuali, come quella di patrimonio dell’umanità o la pluralità di accezioni della fruizione. Dato ancor più rilevante, poi, è che questi fenomeni si manifestano ormai in tutti i paesi, a prescindere dal tipo di sistema culturale («art system»), sia esso fondato in misura prevalente su soggetti privati (come negli Stati Uniti) oppure basato principalmente su soggetti pubblici (come in Italia)1. La nota è utilizzata per spiegare, glossare, un termine dato nel testo. In questo caso specifico tale spiegazione viene fornita dall’opera di Merryman, dalla quale è estrapolata anche qualche citazione testuale. 1 La nozione di «Art System» si deve a J.H. Merryman, The American Art System and the New Cultural Policy, Stanford Public Law Working Paper, n. 1489612, October 2009, il quale usa tale termine per indicare «a social construct» che include «art players» (ossia «people and institutions whose lives are centrally concerned with works of art», come artisti, collezionisti, mercanti e case d’asta, musei, storici dell’arte, archeologi ed etnologi), «art supporters» (i soggetti che forniscono «moral and material support to the players», come pubblico, mecenati, fondazioni, società e imprese, e lo Stato) e un «paradigm», dato dall’«underlying set of assumptions and attitudes that direct the ways players and supporters think and act» (pp. 1 s.). Fonte: Lorenzo Casini, Introduzione, in La globalizzazione dei beni culturali, a cura di Lorenzo Casini, Bologna, Il mulino, 2010, pp. 22, 24. 11
Note con rimando alle fonti Le rivendicazioni dei rivoluzionari americani hanno trovato invece la loro peculiare radicalità nella Dichiarazione d’indipendenza proprio quando questi hanno smesso di sostenere la propria causa in quanto ‘coloni’ inglesi, in nome dei principi sanciti nella Magna Charta, e si sono inventati ‘americani’1. Il riferimento bibliografico non indica uno studio critico, ma una fonte coeva agli avvenimenti di cui parla l’A. Esso è perlopiù elemento a supporto delle argomentazioni dell’A., peraltro corroborate dall’estrapolazione dalla fonte di frammenti in forma di citazione testuale. 1 Cfr. ad esempio T. Paine, Il senso comune (1776), in Id., I diritti dell’uomo e altri scritti politici, a cura di T. Magri, Roma, Editori riuniti, 1978, p. 85: «L’Europa, e non l’Inghilterra, è la madrepatria dell’America». Oppure: «La Francia e la Spagna non sono mai state, e forse non saranno mai, nostre nemiche in quanto siamo Americani, ma in quanto siamo sudditi della Gran Bretagna». Fonte: Raffaele Laudani, Disobbedienza, Bologna, Il mulino, 2010, pp. 70, 95. 12
Rimando ad argomento importante ma eccentrico A proposito dell’atteggiamento dei radicali riguardo alla guerra, invece, si può ricordare come le tre diverse ‘anime’ romane del partito […] si schierassero tutte a favore dell’intervento: i leader di queste tre tendenze, Scipione Borghese, Gino Bandini1 e Antonio De Viti De Marco2 sposavano compatti la causa interventista. Nel corso dell’esposizione l’A. incontra alcuni protagonisti degli eventi di cui parla. Il discorso dell’A. segue poi una sua propria via, lungo la quale questi personaggi possono ancora comparire, ma comunque a margine della traccia principale. Perciò è bene dedicare loro pochissimi (ma il più delle volte uno solo può essere sufficiente) riferimenti bibliografici, scelti tra i più autorevoli e recenti. 1 Sulla figura di Gino Bandini si veda A.M. Isastia, La Massoneria al contrattacco: «L’Idea Democratica» di Gino Bandini (1913-1919), «Dimensioni e problemi della ricerca storica», 1 (1997), pp. 259-287. 2 Su De Viti De Marco si veda A. Cardini, Antonio De Viti De Marco. La democrazia incompiuta 1858-1943, Roma-Bari, Laterza, 1985. Fonte: Paolo Carusi, Radicali e repubblicani romani di fronte alla contrazione dello ‘spazio politico’ democratico (1913-1921), in La capitale della nazione. Roma e la sua provincia nella crisi del sistema liberale, a cura di Paolo Carusi, Roma, Viella, 2011, pp. 186-187. 13
Testo e note rispettive: un esempio Un esame degli svolgimenti del diritto commerciale nell’Italia moderna1 non può prescindere da un rilievo preliminare: all’origine di molti tra gli istituti commercialistici oggi presenti nel mondo – dalla cambiale alla società in accomandita, dal contratto di assicurazione ai libri di commercio, per tacere delle procedure concursuali e di molte specifiche regole contrattuali in tema di compravendita, mandato, mutuo, deposito, società di persone – stanno le consuetudini, le leggi e le dottrine nate nell’Italia medievale2. La civiltà comunale ha prodotto, tra i suoi frutti più vitali e duraturi, anche questo, nato dall’incontro felice tra il mercante e il notaio3, tra l’uomo d’affari e il giurista, l’uno stimolato dalle esigenze dei traffici e degli scambi, l’altro operante con il supporto della sua tecnica giuridica specializzata. Anche il diritto commerciale come categoria sistematica a sé stante, ignoto al mondo romano, è nato nell’Italia dei comuni, nel quadro di quell’ordinamento corporativo dei mestieri e delle professioni che l’Europa intera ha conosciuto e praticato sino alla fine del Settecento. Le corporazioni mercantili e artigiane elaboravano i propri statuti ed esercitavano una propria giurisdizione, gestita da membri eletti della corporazione stessa4. È in questa cornice di autonomia che sono nate e si sono affermate molte regole del diritto commerciale, destinate a diffondersi lungo le stesse vie dei traffici percorse dai mercanti, non solo nell’Europa continentale ma nei paesi del Mediterraneo, nelle isole britanniche (law merchant), più tardi anche negli altri continenti. 1 Quali opere di sintesi, che introducono alla storia del diritto commerciale, si vedano due testi, assai differenti nel taglio: F. Galgano, Storia del diritto commerciale, Bologna, 1976; nuova ed. con il titolo Lex mercatoria, Bologna, 19983; e J. Hilaire, Introduction historique au droit commercial, Paris, 1986. Una rassegna critica della recente storiografia, con particolare riguardo alla Spagna, in C. Petit, Derecho mercantil: entre corporaciones y códigos, in Hispania: entre derechos propios y derechos nacionales, Atti dell’incontro di studio, a cura di B. Clavero, P. Grossi e F. Tomás y Valiente, Milano, 1990, I, pp. 315-500. Per molte parti della materia trattata nelle pagine che seguono, rinvio alla raccolta di miei contributi riediti in A. Padoa-Schioppa, Saggi di storia del diritto commerciale, Milano, 1992. 1 Piccola rassegna bibliografica con funzioni di inquadramento del contesto scientifico. Questa nota non determina direttamente forma e contenuti del testo. 2 Restano importanti, come quadri di insieme, anche se ormai superati nei particolari, i volumi di A. Lattes, Il diritto commerciale nella legislazione statutaria delle città italiane, Milano, 1884, e di L. Goldschmidt, Universalgeschichte des Handelsrechts, Stuttgart, 14
1891, trad. it. Storia universale del diritto commerciale, Torino, 1913. Ulteriori indicazioni bibliografiche in H. Pohlmann, Die Quellen des Handelsrechts, in Handbuch der Quellen und Literatur der neueren europäischen Privatrechtsgeschichte, a cura di H. Coing, I, München, 1973, pp. 801-834. Per il quadro economico entro il quale è nato il diritto commerciale si veda, per tutti, R.S. Lopez, La rivoluzione commerciale del medioevo, Torino, 1975. 2 Nel testo c’è un’affermazione importante, fondamentale e a carattere generale. Le citazioni bibliografiche sono per essa garanzia, la supportano, danno riferimenti utili a circoscrivere e ricostruire un contesto storico e di concetti 3 U. Santarelli, Mercanti e società di mercanti, Torino, 1989 3 L’affermazione nel testo discende dalla precedente e la specifica e perciò è di carattere meno generale e più particolare. Il riferimento bibliografico rimanda a un’opera che tratta propriamente del tema enunciato. . 4 A. Padoa-Schioppa, Giurisdizione e statuti delle arti, in Id., Saggi, cit., pp. 13-62. Il testo non afferma un tema o un concetto, ma, piuttosto, un fatto. Il riferimento bibliografico rimanda a un’opera che l’ha affrontato, discusso o provato ampiamente. Fonte: Antonio Padoa-Schioppa, Italia ed Europa nella storia del diritto, Bologna, Il mulino, 2003, pp. 533-534 15
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