Cambiarci la vita - IT ANALISI APPROFONDITA - EUR-Lex
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Dieci tecnologie che potrebbero cambiarci la vita Potenziali impatti e implicazioni politiche ANALISI APPROFONDITA EPRS | Servizio Ricerca del Parlamento europeo Autori: Lieve Van Woensel e Geoff Archer Unità Prospettiva scientifica (STOA) IT PE 527.417
Dieci tecnologie che potrebbero cambiarci la vita: potenziali impatti e implicazioni politiche Analisi approfondita Gennaio 2015 PE 527.417
Unità Prospettiva scientifica Analisi approfondita AUTORI Lieve VAN WOENSEL, capo del Servizio della Prospettiva scientifica, DG EPRS Geoff ARCHER, Unità Prospettiva scientifica, DG EPRS Laura PANADES-ESTRUCH, segretariato IMCO, DG IPOL Darja VRSCAJ, Unità Prospettiva scientifica, DG EPRS CONTRIBUTI SUPPLEMENTARI Peter IDE-KOSTIC, Unità Prospettiva scientifica, DG EPRS Nera KULJANIC, Unità Prospettiva scientifica, DG EPRS Isabella CAMPION, Direzione del Coordinamento legislativo e delle conciliazioni, DG IPOL Andreea Nicoleta STEFAN, Unità Coordinamento legislativo e giudiziario, Servizio giuridico Fernando FRECHAUTH DA COSTA SOUSA, Unità Politiche economiche, DG EPRS Maria Del Mar NEGREIRO ACHIAGA, Unità Politiche economiche, DG EPRS Veronika KUNZ, Unità Politiche economiche, DG EPRS Teresa LÓPEZ GARCÍA, Unità Politiche economiche, DG EPRS Alessandra DI TELLA, Unità Politiche strutturali, DG EPRS Jonathan GUNSON, Unità Politiche strutturali, DG EPRS Maria KOLLAROVA, Unità Politiche strutturali, DG EPRS VERSIONE LINGUISTICA Originale: EN Traduzioni: DE, ES, FR, IT, PL, PT INFORMAZIONI SULL'EDITORE Per contattare STOA o ricevere la sua newsletter scrivere a: STOA@ep.europa.eu Il documento è disponibile sul seguente sito Internet: http://www.ep.europa.eu/stoa/ Manoscritto ultimato nel gennaio 2015 Bruxelles, © Unione europea, 2015 LIMITAZIONE DELLA RESPONSABILITÀ Il contenuto del presente documento è di responsabilità esclusiva dell'autore e le opinioni in esso espresse non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Parlamento europeo. Esso è rivolto ai deputati e al personale del PE ai fini dello svolgimento della loro attività parlamentare. Riproduzione e traduzione autorizzate, salvo a fini commerciali, con menzione della fonte, previa informazione del Parlamento europeo e con invio di una copia a quest'ultimo. Fotografia: ©Mopic PE 527.417 ISBN: 978-92-823-7014-8 DOI: 10.2861/201569 CAT: QA-01-15-027-IT-C
Dieci tecnologie che potrebbero cambiarci la vita: potenziali impatti e implicazioni politiche Dieci tendenze che cambiano la vita... La presente relazione intende essere un "assaggio" per quanti siano interessati ad approfondire come le tendenze tecnologiche oggi emergenti potrebbero incidere sulla società con effetti non del tutto sviscerati dai decisori politici e dal pubblico. L'Europa del XXI secolo è una "società tecnologica". Nell'arco di pochi decenni, i suoi cittadini hanno assistito a un rapido progresso tecnologico, che si è materializzato praticamente ad ogni livello della società e in tutti gli ambiti dell'economia. Come singoli e come gruppi utilizziamo ogni giorno una pluralità di dispositivi. Ci aiutano a scoprire luoghi prima inesplorati, a coordinare le nostre attività, a casa come sul posto di lavoro, e a comunicare in modo istantaneo. Ma perché ci circondiamo di queste tecnologie? La risposta è semplice: l'evoluzione tecnologica reca con sé la promessa di farci risparmiare tempo o di farci rendere di più nella stessa quantità di tempo. In breve, l'innovazione ci offre la possibilità di "essere più efficaci nel fare le cose". Contiamo sull'innovazione per stimolare la crescita di nuovi settori e creare nuovi posti di lavoro, ma dell'innovazione e del progresso tecnologico dobbiamo anche riconoscere gli impatti più generali. La valutazione di questi impatti è da sempre un'ardua impresa ed è spesso indicata come questione prioritaria per i responsabili politici. Da questo punto di vista, la disciplina della prospettiva scientifica rappresenta una speranza per un ventaglio di nuovi strumenti decisionali che aspirano a migliorare la comprensione delle possibili conseguenze a lungo termine delle nostre azioni, con particolare riferimento ai potenziali impatti derivanti dallo sviluppo e dalla diffusione delle innovazioni tecnologiche. Approccio Le modalità con cui le dieci tendenze tecnologiche selezionate sono destinate a trasformare la vita quotidiana degli europei sono descritte in una sequenza di note di due pagine ciascuna. La scelta delle tendenze ha voluto rispecchiare i diversi interessi dei soggetti interessati di tutta Europa ed è in linea con le tematiche prioritarie di ricerca del comitato STOA (Valutazione delle opzioni scientifiche e tecnologiche) del Parlamento: mobilità, sicurezza delle risorse; e-government e tecnologie di informazione e comunicazione (TIC); miglioramento e mantenimento della salute pubblica. Per ogni tendenza, lo studio fornisce un quadro riassuntivo, seguito da una sintesi degli impatti principali previsti. In un'apposita sezione della nota sono poi delineati alcuni dei più significativi impatti imprevisti che potrebbero derivare dalla "piena integrazione" della tendenza tecnologica nella società. Tale sezione offre spunti di riflessione al lettore attraverso una serie di interrogativi ipotetici. Per stimolare la riflessione sul miglior modo di affrontare gli impatti di ciascuna tendenza in sede di regolamentazione, ogni nota propone anche un'analisi di alcune delle principali questioni legislative. Nel considerare la competenza dell'UE nel settore connesso alla tendenza in esame, gli autori si interrogano sull'eventuale necessità di una modifica dei trattati, senza trascurare di analizzare la possibilità di apportare modifiche alle norme vigenti o di crearne di nuove. Il documento affronta altresì il nodo della creazione o aggiornamento dei ruoli e delle funzioni degli organismi di regolamentazione alla luce di particolari tendenze, fornendo ai responsabili politici una visione organica delle tematiche legislative in questione. L'Unità Prospettiva scientifica del Parlamento europeo Un gran numero di questioni che si presentano al Parlamento europeo hanno una dimensione scientifica o tecnologica. L'Unità Prospettiva scientifica fornisce a decisori politici e legislatori valutazioni ad hoc, specialistiche e indipendenti delle opzioni politiche in diversi settori tecnologici. All'interno del Parlamento, l'Unità è in prima linea nel valutare le opzioni programmatiche adottabili per le tendenze tecnologiche e scientifiche che emergono nell'UE e promuove l'elaborazione di un quadro metodologico per la prospettiva scientifica.
Unità Prospettiva scientifica Analisi approfondita Elenco delle tendenze tecnologiche e scientifiche selezionate 1. Veicoli autonomi .............................................................................................................. 1 2. Grafene .............................................................................................................................. 4 3. Stampa 3D ......................................................................................................................... 7 4. Corsi online aperti e di massa (MOOC)...................................................................... 10 5. Valute virtuali (bitcoin) ................................................................................................. 13 6. Tecnologie indossabili ................................................................................................... 16 7. Droni ................................................................................................................................ 19 8. Sistemi acquaponici ....................................................................................................... 22 9. Tecnologie smart home ................................................................................................. 25 10. Stoccaggio elettrico (idrogeno) ................................................................................. 28
Dieci tecnologie che potrebbero cambiarci la vita: potenziali impatti e implicazioni politiche 1. Veicoli autonomi Tra qualche anno sulle strade d'Europa circoleranno migliaia di veicoli autonomi. Saranno presto i nostri figli a portarci al lavoro? La definizione di "conducente responsabile" potrebbe cambiare per sempre? Il termine "veicoli autonomi" (VA) si applica a molteplici tipologie di veicoli, per lo più terrestri, ma anche aerei e marini. I mezzi in questione sono in grado di funzionare automaticamente, anche se in molti casi è ancora prevista la possibilità del controllo umano in tempo reale. La comparsa di questa tecnologia è associata in massima parte al tanto reclamizzato sviluppo della "Google Car", progetto in cui Google ha approfittato della vasta cartografia di alta qualità in suo possesso per programmare gli itinerari di viaggio. La tecnologia dei veicoli autonomi è progredita a tal punto che oggi l'UE rivolge la propria attenzione allo sviluppo delle infrastrutture necessarie a facilitarne l'ulteriore diffusione. Il "Consorzio V-Charge", forte dei 5,6 miliardi di euro investiti dall'UE, sta esaminando come è possibile integrare la tecnologia dei veicoli autonomi nelle infrastrutture di parcheggio esistenti, al fine di produrre "sistemi di parcheggio senza conducente" accessibili tramite gli attuali dispositivi elettronici personali (ad es. gli smartphone). Il progetto europeo CityMobil2 percorre l'Europa realizzando dimostrativi sull'uso dei sistemi di trasporto stradale completamente automatizzati e sta elaborando orientamenti per la loro progettazione e realizzazione. Impatti e sviluppi previsti Se, come dicono alcuni analisti di qui al 2022 vi saranno circa 1,8 miliardi di connessioni macchina- macchina (Machine-to-Machine - M2M) tra gli autoveicoli, è evidente che in futuro avremo una enorme quantità di dati generati dalle automobili. Questo livello di comunicazione tra veicoli automatizzati dovrebbe consentire ai VA di raggiungere la destinazione di viaggio e di interagire con gli oggetti e gli altri veicoli più efficacemente del cervello umano. Le implicazioni sul piano della salute e della sicurezza sono significative e in grado di imprimere una vera svolta: Google ha recentemente dichiarato che le sue auto potrebbero salvare quasi 30 000 vite all'anno sulle autostrade statunitensi e prevenire circa 2 milioni di infortuni stradali. La maggiore connettività richiesta per facilitare l'automazione dei veicoli permetterebbe un monitoraggio più capillare delle loro prestazioni. I singoli proprietari sarebbero in grado di innalzare la qualità della manutenzione e delle prestazioni dei loro veicoli, con miglioramenti sul piano del consumo di carburante e della sicurezza. La maggiore capacità di intercomunicazione fra i veicoli potrebbe inoltre consentire enormi miglioramenti a livello del flusso del traffico, in particolare in corrispondenza degli incroci, con ulteriori risvolti positivi quali la ridotta esposizione dei pedoni all'inquinamento e un minore rischio di incidenti stradali e a danno di pedoni, in particolare nelle aree urbane. È probabile poi che lo sviluppo dei VA si combinerà con il continuo processo di elettrificazione dei mezzi di trasporto, che vede sempre più integrati nei veicoli prodotti software e hardware per le telecomunicazioni. Nonostante il dato di vendita annuo su scala mondiale rimanga modesto rispetto a 1
Unità Prospettiva scientifica Analisi approfondita quello delle auto a combustibili convenzionali, si pensa che i veicoli elettrici (VE) arriveranno a rappresentare da soli più del 5-10% delle vendite di auto nuove nel 2025. Dal settore delle telecomunicazioni emergeranno probabilmente, per il mercato VE, dei modelli imprenditoriali orientati al noleggio. Un aumento esponenziale dell'uso della telematica potrebbe inoltre facilitare l'impiego dei VA in maniera più diffusa, data la loro necessità di comunicare attraverso le reti cellulari. Impatti imprevisti che potrebbero scaturire da una maggiore integrazione nella società Immaginiamo un futuro in cui siano i nostri figli a darci un passaggio al lavoro prima di andare a scuola, per poi venirci a riprendere la sera. Se questo scenario diventasse realtà, le restrizioni attualmente in vigore per i veicoli a comando manuale (età, competenza, possesso di una patente senza punti decurtati ecc.), sarebbero ancora applicabili a un VA? Verrebbero ammessi "al volante" quanti attualmente inabili alla guida dei veicoli a comando manuale perché di età inferiore a quella minima richiesta o in quanto portatori di determinati handicap? Alla luce di quanto sopra, appare utile riesaminare la definizione di "conducente responsabile" nel contesto dei veicoli autonomi. Al momento attuale, la responsabilità tende a ricadere sui conducenti umani dei veicoli. Ma se a guidare i VA dovessero essere, ad esempio, dei bambini, potremmo vedere trasformato il concetto di "responsabilità" a tutti i livelli della società dell'Unione? E quali potrebbero essere le conseguenze per la responsabilità dei minori in altri ambiti della vita quotidiana? Altrettanto importante è considerare poi le implicazioni dell'impiego dei VA per quanto riguarda le capacità personali di guida e la sicurezza stradale. Gli utilizzatori di veicoli autonomi potrebbero dover acquisire una nuova gamma di competenze informatiche, oltre alla capacità pratica di guidare e utilizzare una macchina di tipo più "digitale"? Eventualmente, quali sarebbero le conseguenze per gli utilizzatori dei veicoli esistenti in termini di obbligo di riaddestramento, in particolare per chi ha difficoltà ad apprendere una nuova gamma di competenze? Anche l'ambiente e le nostre modalità di trasporto potrebbero non sfuggire agli impatti di questa nuova tecnologia. Come muterà l'uso del trasporto pubblico a fronte della disponibilità di versioni individualizzate dei mezzi pubblici, e quali potrebbero essere gli effetti sugli investimenti pubblici nei servizi di trasporto? I VA sono destinati con tutta probabilità a diventare una forma di trasporto elettrificata e, pertanto, potremmo vedere ridotto in misura significativa l'inquinamento localizzato dovuto agli scarichi dei veicoli. I nuovi comportamenti nei trasporti potrebbero cambiare le nostre abitudini di vita future? Il trasporto autonomo è destinato a diventare una semplice propaggine intercambiabile delle nostre case e dei nostri luoghi di lavoro? Se la distanza dal posto di lavoro o dai nodi di trasporto non sarà più tanto determinante nella scelta del luogo in cui vivere, come dovranno essere pensati i futuri piani di sviluppo? Anticipazione di tematiche legislative Nel considerare le questioni legislative più pertinenti alla progressiva affermazione della tecnologia VA, è importante affrontare temi quali la responsabilità per danni, la protezione dei dati e gli standard qualitativi. Per fare un esempio, in caso di incidente stradale in cui fosse coinvolto un veicolo a guida automatica, di chi sarebbe la responsabilità? Poiché il controllo del VA può avvenire per mezzo di terzi, è prefigurabile che la responsabilità si estenda anche a tali soggetti? I responsabili politici alle prese con questo interrogativo potrebbero trovare un utile punto di partenza nell'interpretazione dei testi internazionali applicabili (come ad esempio la convenzione di Vienna, la quale dispone semplicemente che il "conducente deve avere il controllo del veicolo"). Se fossero create nuove leggi 2
Dieci tecnologie che potrebbero cambiarci la vita: potenziali impatti e implicazioni politiche nei singoli Stati membri, la legislazione UE in materia diventerebbe obsoleta? Come sarebbero poi coordinati tali sforzi oltre i confini degli Stati membri? Un altro interrogativo è se i decisori politici dovranno rafforzare le vigenti norme che regolano determinate questioni, quali la responsabilità per danni, anziché crearne di nuove. Ad esempio, l'uso dei dispositivi portatili durante la guida è vietato in molti Stati membri; tuttavia in un veicolo automatico i rischi sarebbero nettamente inferiori. Per tenere conto di questi particolari aspetti, è immaginabile poter semplicemente aggiornare la legislazione esistente con l'inserimento di nuovi articoli? Allo stesso modo occorre domandarsi in che misura la sicurezza e la protezione dei dati richieste per gli utenti di veicoli autonomi potrebbe imporre la formulazione di nuove leggi. Il trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) prevede già la protezione dei dati dei cittadini dell'UE, ma nel caso dei VA potrebbe essere sufficiente quanto disposto dal trattato? Infine, in che modo gli organismi di regolamentazione potrebbero garantire il rispetto degli opportuni standard relativi ai VA e quali dovrebbero essere questi standard? Quale livello di abilitazione alla guida dovrebbe possedere un utilizzatore di VA? Quale sarà l'età minima per il loro utilizzo? Quali autorità (UE o nazionali) potrebbero doversi occupare di far rispettare le norme sulla protezione dei dati, considerando l'uso transfrontaliero di cui sarebbero oggetto? 3
Unità Prospettiva scientifica Analisi approfondita 2. Grafene In quanto materiale dalle molteplici e straordinarie proprietà, potrebbe il grafene rivoluzionare il nostro modo di innovare le nuove tecnologie e di progettare i prodotti del futuro? Il grafene è il primo nanomateriale bidimensionale prodotto dagli scienziati. Si ottiene dalla lavorazione della grafite, materiale presente in abbondanza sulla Terra, e si presta a un ampio ventaglio di applicazioni. Dovrebbe consentire la creazione di materiali compositi potenzialmente ultraleggeri e resistenti, che potrebbero sostituire l'acciaio. Il grafene è anche un ottimo conduttore di calore e di elettricità, presenta una elevata elasticità ed è praticamente impermeabile a tutte le molecole. Considerevole è il suo potenziale d'impiego nei circuiti elettronici ad alta velocità e in quelli ottici, nelle cellule fotovoltaiche, nei biosensori e nello sviluppo di soluzioni più sofisticate di catalizzazione e filtrazione ad uso dell'industria chimica. Da quando nel 2004 è stato scoperto il metodo di produzione "Scotch Tape" , la ricerca sul grafene è cresciuta in maniera esponenziale: oggi nel mondo vi sono centinaia di laboratori specializzati nei diversi rami di studio. Il principale di questi è l'"Home of Graphene", presso la Manchester University del Regno unito, che ha ricevuto finanziamenti dal programma della Commissione europea Graphene Flagship. Notevoli le problematiche ancora da risolvere per approdare a una produzione di massa del grafene che garantisca un adeguato livello di purezza e processi ecocompatibili. A tale riguardo, i ricercatori hanno scoperto di recente la tecnica dei microorganismi "addomesticati" che consente di produrre sottilissimi strati del materiale. Il procedimento si basa su un processo chimico che prevede la presenza di agenti biologici e che potrebbe offrire un canale a basso costo per la produzione di massa del grafene con il minimo di danni all'ambiente. Inoltre, si prevede che nei prossimi due anni il costo del grafene scenderà al di sotto dei prezzi attuali del silicio. Impatti e sviluppi previsti Come indicato, le vantaggiose proprietà offerte dal grafene, in particolare la leggerezza e la flessibilità, lo rendono ideale per l'utilizzo in svariate innovazioni tecnologiche di domani. Si prevede che con il grafene si potranno produrre schermi più flessibili. Esistono anche proposte per utilizzarlo nella realizzazione di lenti a contatto per la visione notturna. In entrambi i casi, lo sviluppo di queste applicazioni tecnologiche è consentito dalla sottigliezza e dalla leggerezza del materiale. Il grafene, in quanto conduttore di calore, permetterà anche di realizzare ulteriori innovazioni nei circuiti elettronici. Dotando i fili di rame dei circuiti elettronici di un rivestimento al grafene, si potranno sviluppare chip per computer di minori dimensioni e più resistenti al concomitante aumento del calore prodotto. Il materiale, infatti, altera la struttura del rame che viene utilizzato per consentire di accelerare il flusso del calore e quindi progettare circuiti più veloci, permettendo di realizzare sistemi informatici più potenti che utilizzano una maggiore quantità di transistor. I ricercatori ritengono inoltre di essere in grado di produrre transistor a base di grafene, capaci di funzionare a frequenze molto più elevate del silicio. Il grafene potrebbe essere impiegato anche per 4
Dieci tecnologie che potrebbero cambiarci la vita: potenziali impatti e implicazioni politiche produrre fotorilevatori più efficaci per i supercomputer ad elevata potenza che utilizzano la luce, anziché gli elettroni, per trasmettere dati. Il grafene potrebbe infine modificare le proprietà di altri materiali, sviluppando ad esempio una "nanofiltrazione" capace di sfruttare l'impermeabilità del grafene, che rivoluzionerebbe l'efficacia delle tecnologie e dei processi di dissalazione e depurazione, in particolare nei paesi meno sviluppati. Impatti imprevisti che potrebbero scaturire da una maggiore integrazione nella società Sebbene le possibilità di innovazione tecnologica offerte dal grafene siano notevoli, il suo approvvigionamento non è ancora sufficientemente affidabile. Si stima che le riserve mondiali di grafite superino gli 800 milioni di tonnellate: la Cina, l'India e il Brasile ne sono oggi i più importanti produttori. Un certo quantitativo di grafite può essere ottenuto dalle miniere ucraine e norvegesi, nonché da fonti sintetizzate e riciclate, ma cosa accadrebbe se un domani le forniture fossero messe a rischio? Se l'UE dipendesse da questo materiale per una serie di applicazioni, quale potrebbe essere l'impatto per la sua economia? Il grafene potrebbe essere soggetto a una rigida regolamentazione tesa a disciplinarne l'uso nella vita quotidiana e per applicazioni industriali specifiche. Questo, perché il grafene è classificato come "nanomateriale" ("nanometrico" in almeno una dimensione, tra 1 e 1 000 nanometri) e, in quanto tale, potrebbe essere regolamentato da norme improntate al cosiddetto "principio di precauzione". Tale eventualità potrebbe ostacolare, oppure rallentare, gli sviluppi industriali del grafene in quanto materiale del futuro? Quali potrebbero esserne i risvolti per la competitività dell'Europa rispetto a blocchi economici meno avversi al rischio? Il grafene potrebbe avere effetti imprevisti sull'ambiente, in particolare perché il processo dominante di produzione del materiale impiega sostanze chimiche altamente tossiche. Qualora si dovesse passare alla produzione su vasta scala, i processi produttivi avverrebbero all'interno o all'esterno dell'UE, e quali potrebbero essere gli effetti secondari per l'ambiente fisico e per la salute? È previsto inoltre che il grafene sarà utilizzato proficuamente in combinazione con la stampa 3D e la produzione additiva. L'uso generalizzato della stampa 3D potrebbe dare origine a problemi non previsti per la salute e la sicurezza? Per contro, il grafene potrebbe essere utilizzato anche per lo sviluppo di cellule fotovoltaiche più economiche, più efficienti e più versatili, applicabili praticamente su tutte le superfici. Questo fattore potrebbe "democratizzare" l'uso dell'energia rinnovabile? E quali sarebbero le implicazioni per la decarbonizzazione del settore energetico dell'Unione? Anticipazione di tematiche legislative In sede di definizione delle politiche relative all'uso del grafene, potrebbe profilarsi la necessità del ricorso al "principio di precauzione", solitamente adottato per garantire un maggiore livello di tutela ambientale. Benché principalmente utilizzato nella legislazione ambientale, questo principio trova in realtà applicazione in un ambito molto più vasto, generalmente nelle politiche dei consumatori, come ad esempio quelle relative agli alimenti e alla salute delle persone, degli animali e delle piante. Ai decisori politici si pone pertanto una domanda essenziale: sarà necessario formulare nuove leggi o basterà modificare le norme esistenti? In particolare, il grafene soddisfa i criteri che permettono di evitare l'applicazione del principio di precauzione? Esiste, ad esempio, un consenso scientifico soddisfacente sui pericoli del grafene? Buona parte dell'attività legislativa dell'UE in materia ambientale si è concentrata sull'emanazione di norme di "comando e controllo" che impongono severi limiti d'inquinamento ai processi produttivi. La legislazione vigente sarà sufficiente a regolamentare la produzione su vasta scala del grafene entro i confini dell'UE? Se la produzione avverrà all'esterno dell'Unione, come si potrà garantire che il grafene sia prodotto in modo sicuro sia per i lavoratori che per i consumatori? L'Agenzia europea dell'ambiente e altre parti interessate concordano sul fatto che la Commissione europea debba attuare un'azione immediata sotto forma di solida regolamentazione e tutela 5
Unità Prospettiva scientifica Analisi approfondita ambientale. Alla luce di ciò, i responsabili politici potrebbero riflettere su come eventualmente aggiornare i poteri di regolamentazione di tali organismi con riferimento al grafene. Potrebbero essere necessarie nuove competenze per monitorare l'uso del grafene e dei prodotti a base di/contenenti grafene. Occorrerà una normativa supplementare in materia di etichettatura? E in che modo questi organismi potranno imporne l'osservanza in maniera efficace? 6
Dieci tecnologie che potrebbero cambiarci la vita: potenziali impatti e implicazioni politiche 3. Stampa 3D La stampa 3D apre nuove possibilità produttive e progettuali in ambiti che vanno dalla gioielleria ai componenti per armamenti. Siamo alle soglie di una nuova rivoluzione industriale? E chi ne beneficerà? La stampa 3D è una tecnologia di produzione additiva che consente di realizzare oggetti tridimensionali, praticamente di qualsiasi forma, mediante l'uso di un modello digitale. Il processo è computerizzato: gli articoli sono fabbricati dal nulla, generalmente attraverso la deposizione di strati successivi di materiali in plastica, metallo, legno, cemento ecc. La tecnologia è già in uso in una serie di ambiti, in particolare la prototipazione, e nei settori più disparati, come la produzione di gioielli e le industrie aerospaziali, e il numero di applicazioni cresce rapidamente. In particolare, l'uso del grafene come materiale per la stampa in 3D amplierebbe il numero di articoli realizzabili con questa tecnica, permettendo ad esempio di costruire interi computer e pannelli solari. L'uso della stampa 3D per produrre articoli organici è un'altra delle possibilità prefigurabili: la bio-stampa ha già al suo attivo la realizzazione di sistemi vascolari artificiali e si spera che potrà consentire di fabbricare tessuti umani complessi e funzionali (per esempio un cuore o un fegato) utilizzando cellule provenienti da qualsiasi organismo o quasi. Il fatto che articoli precedentemente di difficile accesso, come le armi da fuoco, potranno essere prodotti da una platea molto più ampia di persone comporterà seri problemi di sicurezza pubblica. Impatti e sviluppi previsti Al macrolivello, uno degli impatti della tecnologia potrebbe essere il modo in cui la stampa 3D è destinata a modificare la nostra economia orientata al consumatore ed i comportamenti sociali connessi. Esiste un potenziale di democratizzazione di massa delle abitudini di acquisto che è legato alla capacità degli individui di stamparsi da soli i propri prodotti secondo specifiche ad hoc e nella comodità della propria abitazione. Dai metodi di acquisto tradizionali presso i negozi fisici o quelli virtuali, si passerebbe a una esperienza di shopping su misura e altamente personalizzata. Con questo sistema, i consumatori pagheranno per la progettazione del prodotto, e non per il processo produttivo, e pertanto vi è la possibilità che si affermi un settore artigianale degli stampatori 3D . Ma forse l'aspetto più significativo è che l'ampio utilizzo della stampa 3D potrebbe spalancare le porte all'innovazione creativa. Ad esempio, la capacità di creare forme più complesse ad hoc, come singoli pezzi per macchinari, potrebbe migliorare drasticamente la nostra competenza nel progettare e produrre macchine e componenti più efficaci. L'accorciamento delle catene di approvvigionamento della stampa 3D potrebbe generare impatti multipli sull'economia, non ultima la riduzione dei costi di manodopera a un livello quasi nullo, con la possibilità di ricondurre la produzione verso i "paesi sviluppati dell'Occidente". Non è chiaro quali possano essere le tipologie e i volumi dei rifiuti generati dalla stampa 3D, ma è probabile che vi saranno enormi differenze sotto questo profilo rispetto alla produzione tradizionale. I benefici medici 7
Unità Prospettiva scientifica Analisi approfondita offerti dalla bio-stampa sono significativi. È previsto, ad esempio, che di qui a pochi anni saremo in grado di trattare le ustioni gravi con una sostanza spray prodotta da una bio-stampante con copie delle cellule e del collagene del paziente. Impatti imprevisti che potrebbero scaturire da una maggiore integrazione nella società Le stampa 3D potrebbe avere implicazioni significative per il tessuto e il comportamento sociale, non ultimo un mutamento delle abitudini di acquisto dei cittadini. Se tutti i prodotti dovessero essere confezionati in casa, quali conseguenze vi sarebbero per il livello di interazione sociale tra gli individui? Come cambierebbero eventualmente le nostre abitudini di acquisto tipiche e quale sarebbe l'impatto per la nostra economia? Lo shopping online domina già il commercio al dettaglio di molti beni e servizi in tutta l'UE: i dettaglianti considerano sempre più il negozio "fisico" alla stregua di una operazione di marketing che serve semplicemente a promuovere il marchio, un po' come nel modello commerciale delle concessionarie di auto. Un maggiore uso della tecnologia di stampa 3D fra le mura domestiche imprimerebbe un'accelerazione a questo processo? E quali implicazioni vi sarebbero per gli esercizi locali? Passeremmo ad economie incentrate sulla progettazione, dove le competenze di progettazione digitale sarebbero più richieste rispetto ai metodi di produzione tradizionali? Se la possibilità di stampare oggetti di uso comune da casa diventerà una realtà, chi all'interno della società avrà il più alto livello di accesso a questa tecnologia? L'esclusione di un particolare segmento della popolazione (età, genere, razza, livello di reddito) dall'accesso alla stampa 3D pone rischi di natura economica, ad esempio nel caso in cui le competenze richieste per interfacciarsi con una stampante 3D siano rappresentate solo tra un pubblico più giovane. In altri termini, i membri più anziani della società potrebbero non essere in grado usufruire dei progetti stampati in 3D? Un minor trasferimento di conoscenze tra generazioni rischierebbe di rallentare l'innovazione delle tecnologie di stampa 3D? La questione della ripartizione irregolare dei costi e dei benefici della stampa 3D riguarda anche la bio-stampa, ad esempio la "stampa" di materiale organico per la realizzazione di "bio-fasciature" personalizzate. In che modo l'accesso a questo particolare uso della stampa 3D andrebbe a svantaggio di coloro che possono/non possono avvalersi della tecnologia in questione? Ad esempio, se alcuni membri della società fossero in grado di rientrare più velocemente di altri al lavoro grazie a questa tecnologia, quale potrebbe essere l'impatto sulla loro occupabilità rispetto ad altri e quali implicazioni vi sarebbero per l'uguaglianza e la crescita economica? Anticipazione delle tematiche legislative Al momento attuale, la copia non autorizzata di un prodotto, anche mediante stampante 3D, potrebbe configurare violazione di un diritto di proprietà intellettuale (PI). La stampa 3D può porre una questione di rispetto delle norme, laddove tali violazioni siano più facili da commettere e quindi più probabili. In che modo i legislatori possono garantire che non vi sia una proliferazione di simili violazioni della PI e in che modo può essere intensificato il controllo dell'osservanza delle leggi per regolamentare con successo la stampa 3D ai fini dello sfruttamento commerciale? Per quanto riguarda la tutela dei consumatori in relazione alla stampa 3D, può essere difficile stabilire chi sia il "produttore" ai fini del soddisfacimento dei requisiti di sicurezza del prodotto. In caso di malfunzionamento delle merci, la responsabilità ricade su chi ha progettato la stampante 3D? Un prodotto realizzato con una stampante 3D di terzi deve essere classificato piuttosto come "servizio"? In caso affermativo, potrebbe essere necessario ridefinire il rapporto tra consumatore e produttore. È possibile assolvere a questo compito limitandosi ad aggiornare le leggi in materia di tutela dei consumatori? 8
Dieci tecnologie che potrebbero cambiarci la vita: potenziali impatti e implicazioni politiche Sussistono poi alcune questioni giuridiche che riguardano la proprietà dei materiali biologici staccati dal corpo (cellule e tessuti ecc.). A chi si dovrebbe attribuire, ad esempio, la proprietà delle cellule e dei tessuti dopo la morte e chi dovrebbe, in teoria, avere titolo a trarne profitto? Come è ovvio, la questione si complica notevolmente se si considera uno scenario in cui i prodotti medicali non siano più realizzati in un laboratorio, bensì in un ambiente industriale, da parte di una società privata o di una persona fisica. In tal caso, rispetto ai materiali bio-stampati e geneticamente unici, potrebbe essere il caso di irrigidire o per lo meno di applicare con maggiore rigore la normativa che disciplina il consenso informato? 9
Unità Prospettiva scientifica Analisi approfondita 4. Corsi online aperti e di massa (MOOC) L'insegnamento online potrebbe essere il futuro, aprendo l'accesso all'istruzione a una platea di persone più vasta che mai. Come cambierà l'istruzione tradizionale e come si potranno mantenere alti i livelli di profitto? Il mondo dell'istruzione sta cambiando attraverso la proliferazione dei corsi online aperti e di massa (Massive Open Online Courses - MOOC). Si tratta di corsi d'insegnamento cui si accede via Internet, generalmente tramite personal computer, e che spesso sono ospitati su piattaforme ad hoc. Possono essere seguiti da migliaia di studenti simultaneamente, contrariamente a quanto avviene con i tradizionali metodi d'insegnamento concepiti per classi di minori dimensioni. In linea di principio, la tecnologia parte dal presupposto che Internet può essere utilizzato per l'istruzione aperta in tutto il mondo e, almeno per quanto riguarda l'accesso ai corsi, è spesso gratuita. La comparsa dei MOOC può essere fatta risalire al 2012 circa, quando gli aumenti delle rette per l'insegnamento superiore, in particolare negli USA e nel Regno Unito, spinsero l'interesse verso soluzioni in grado di rendere l'istruzione più accessibile. In Europa, il ricorso ai MOOC è meno comune, perché l'istruzione superiore gode di maggiori finanziamenti pubblici, mentre l'interesse per questa tecnologia ha avuto un'impennata negli Stati Uniti, al primo posto nell'uso dei MOOC a livello mondiale. Molte delle società private che forniscono MOOC sono ubicate negli USA; tra le maggiori protagoniste troviamo Udacity, Coursera e FutureLearn. La tecnologia è ancora in una fase sperimentale e risulta ad oggi mancante di un "modello base", anche se bisogna riconoscere che il modello dei MOOC ha subito una certa evoluzione con la creazione dei MOOC "x" e "c". I secondi sono gestiti in modo proattivo da singoli docenti universitari per generare idee e conoscenze partendo da una comunità di partecipanti su piattaforme open-source, mentre i primi sono condotti nello stile dei corsi dell'università a distanza. In Europa, alcuni istituti d'istruzione superiore hanno iniziato ad avvalersi dei MOOC per attuare l'"insegnamento capovolto" e trattare la parte istituzionale dei corsi online, ricorrendo invece alle lezioni frontali per gli approfondimenti. Impatti e sviluppi previsti La progressiva affermazione dei MOOC dovrebbe trasformare il modo in cui impartiamo e percepiamo l'insegnamento, in particolare a livello dell'istruzione superiore. Pur non essendo di per sé una tecnologia, i MOOC combinano tra loro tecnologie della comunicazione ad alto contenuto innovativo come i social media, e potrebbero perturbare le pratiche formative, alla stregua di quanto accade in campo musicale e cinematografico con l'uso del "torrenting" per lo scaricamento delle opere. Un evidente impatto dei MOOC è stato quello di ridurre significativamente i costi dell'educazione, allargando l'accesso a comparti della popolazione che non avrebbero potuto usufruire in passato dell'istruzione superiore. L'anno scorso presso la Georgia Technology University un corso virtuale MOOC di informatica è stato rilanciato a meno del 20% del costo originale di partecipazione. Un altro 10
Dieci tecnologie che potrebbero cambiarci la vita: potenziali impatti e implicazioni politiche probabile effetto sarebbe quello di potenziare l'occupabilità di studenti e professionisti grazie al maggiore accesso all'istruzione consentito dai MOOC, con tutte le conseguenze che ne derivano per la competitività economica di un paese. Vi sono poi interrogativi che attengono alla qualità dell'istruzione fornita dai MOOC. I critici segnalano che il potenziale di imbrogli è molto più elevato, che alcuni corsi sono apertamente orientati verso settori d'interesse utili a far vendere a chi li fornisce anche prodotti diversi, mentre altri non fanno che promuovere l'apprendimento passivo. Impatti imprevisti che potrebbero scaturire da una maggiore integrazione nella società La valutazione delle conseguenze meno evidenti dello sviluppo dei MOOC passa attraverso l'esame di una serie di questioni. In molti casi, il diffondersi dei MOOC è strettamente associato a un ampliamento della scelta; questo è considerato un vantaggio per gli studenti, che automaticamente si trovano a poter disporre di una banca dati formativa gratuita di portata mondiale. Potrebbero esservi limitazioni alla fornitura di questi corsi apparentemente gratuiti? L'economicità, basta da sola a risolvere il problema della scarsa partecipazione all'istruzione post-scolastica? Il semplice abbassamento delle barriere economiche che impediscono l'accesso all'istruzione non garantisce necessariamente l'adesione automatica dei consumatori. I decisori politici potrebbero anche dover pensare a come promuovere al meglio i MOOC, in particolare nei confronti di gruppi svantaggiati come le generazioni più anziane, meno preparate nell'uso dei computer e di Internet. Inoltre, alcuni fornitori di MOOC potrebbero sfruttare le informazioni raccolte dai partecipanti per fini promozionali o pubblicitari, allo scopo di ridurre potenzialmente a zero i costi dei loro corsi. Poiché in molti casi i MOOC si fondano sul principio della collettivizzazione delle informazioni provenienti da una comunità di partecipanti, occorre affrontare le implicazioni che ne conseguono in ordine alla tutela dei consumatori e alla protezione dei dati personali. Che tipo di "economia della conoscenza" potrebbe scaturire dall'utilizzo dei MOOC? Quali potrebbero essere i vincitori e i vinti di un mercato dell'istruzione basato su un rafforzamento dei principi di condivisione della conoscenza? E quale potrebbe essere il giusto modo di sostenere gli istituti che si avvalgono di tali metodi, al fine di mantenere l'integrità dell'istruzione post-scolastica? Altri potenziali impatti dei MOOC hanno maggiormente a che fare con il passaggio in rete dell'istruzione e con l'allontanamento dalle forme più tradizionali di insegnamento collegate alle università. Migliorando l'accesso all'istruzione, si aumenterebbe o no il numero degli studenti, non solo a livello dei MOOC, ma del panorama educativo preso nel suo insieme? In caso affermativo, le conseguenze sarebbero positive in termini di allargamento del bacino di utenza; ma in che modo questa evoluzione potrebbe creare asimmetrie nell'interesse nei confronti dell'istruzione, di determinate università, discipline o corsi? Vi saranno istituti che attireranno un maggiore o un minore interesse semplicemente perché partono già da una posizione di prestigio, mentre strutture meno note saranno involontariamente vittime di pregiudizi? Anticipazione di tematiche legislative È importante che responsabili politici e legislatori riconoscano gli attuali limiti delle competenze dell'UE nel settore dell'istruzione. Oggi all'Unione spetta una funzione di coordinamento in questo ambito, quale sancita dall'articolo 6 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, mentre la fissazione delle norme è in maggior parte prerogativa degli Stati membri. Di conseguenza, un intervento più incisivo dell'UE nel settore, potrebbe richiedere una modifica del trattato. L'eventuale produzione di nuove norme concernenti i MOOC, o la modifica di leggi esistenti, imporrebbe di sviscerare una varietà di questioni, quali la raccolta e la protezione dei dati, la commercializzazione dei materiali per i corsi e gli standard qualitativi dell'istruzione fornita tramite i MOOC. 11
Unità Prospettiva scientifica Analisi approfondita In primo luogo, la questione della proprietà dei materiali MOOC risulta complicata. Chi ne sarebbe il proprietario legittimo? L'organizzazione che fornisce il corso o l'autore originario? Quali sarebbero i limiti dei loro diritti su tali materiali? A titolo esemplificativo, l'accesso ai materiali potrebbe essere limitato da altri soggetti? Come è possibile inoltre garantire la qualità dei materiali una volta che siano fuoriusciti dall'ambito di competenza del fornitore del MOOC originario? Quali obblighi potrebbero essere ragionevolmente imposti in ordine alla raccolta dei dati dei partecipanti ai corsi MOOC e quali potrebbero essere le restrizioni sull'uso per fini commerciali di tali informazioni? Se fosse creata una nuova agenzia dell'UE con delega alla gestione di tali problematiche, in che modo sarebbe possibile stabilire gli standard qualitativi e controllarne l'osservanza nei diversi Stati membri? Questa funzione di assicurazione della qualità potrebbe essere assunta da agenzie nazionali, ma in che modo si dovrebbe agire per garantire una armonizzazione efficace in tutta l'UE - forse attraverso strumenti esistenti quali l'"ePassport"? 12
Dieci tecnologie che potrebbero cambiarci la vita: potenziali impatti e implicazioni politiche 5. Valute virtuali (bitcoin) Le valute virtuali come il bitcoin stanno allargando le frontiere della nostra economia digitale. In che modo è possibile trovare un punto di equilibrio tra la possibilità che esse offrono di stimolare una nuova forma di economia e le esigenze di sicurezza informatica dei cittadini? Le cosiddette "valute virtuali" hanno riscosso notevole interesse negli ultimi anni e questa tecnologia emergente apre notevoli prospettive dal punto di vista del processo politico. La Banca centrale europea distingue tra due categorie di valuta virtuale: sistemi di moneta elettronica che si avvalgono di unità tradizionali (come gli euro) e sistemi in cui le unità sono rappresentate da una "valuta inventata", come può essere ad esempio una valuta virtuale. I sistemi elettronici, legati a formati di monete tradizionali, trovano una precisa base giuridica nelle istituzioni. Derivano il proprio valore dal sostegno implicito di governi e istituzioni nazionali e anche, in misura sempre maggiore, sovranazionali. Una valuta virtuale come il bitcoin si basa invece su registrazioni di operazioni che vengono annotate in un registro anonimo online detto "blockchain" (catena dei blocchi). Questa procedura impedisce il riutilizzo dei bitcoin spesi ed elimina la necessità della verifica delle operazioni da parte di terzi, una funzione tradizionalmente assolta da istituti finanziari come le banche. Il bitcoin è una valuta virtuale che rappresenta semplicemente una rete di pagamento "peer-to-peer" (diretta, dal mittente al destinatario). Il sistema è gestito da utenti che inviano ad altri utenti dei bitcoin depositati in un "portafoglio digitale" in cambio della vendita di beni o servizi. Le operazioni, ossia le trasmissioni di valuta sulla rete Bitcoin, sono registrate e raggruppate in "blocchi" nella blockchain, interamente accessibile a tutti gli utenti della rete. La transazione è confermata all'interno di un blocco di transazioni correnti (le transazioni successive confermano l'integrità delle precedenti). Il processo è completato dai "miner", che utilizzano elevate potenze di calcolo per elaborare catene di blocchi sempre più lunghe e che percepiscono un compenso commisurato in bitcoin. L'attività di "mining" sta dunque diventando sempre più complessa e dispendiosa sotto il profilo delle risorse, poiché i pacchetti di dati da elaborare all'interno del sistema sono di dimensioni più ampie. Il processo è programmato in modo tale da avere come unici costi operativi i compensi dovuti ai miner per la manutenzione del sistema. Impatti e sviluppi previsti L'elemento chiave di numerose valute virtuali, e del bitcoin in particolare, è l'anonimato degli utenti del sistema. È grazie a questo livello di cifratura se una valuta virtuale come il bitcoin si configura in linea di principio come molto più sicura dell'utilizzo del contante, delle carte di credito e di debito e dei trasferimenti diretti di denaro tra banche tradizionali. Il bitcoin è di fatto la prima valuta elettronica globale in assoluto. L'anonimato offerto a chi utilizza i bitcoin è l'elemento a cui si deve il principale impatto di questa valuta, ossia quello di eliminare la necessità di un "verificatore terzo" delle transazioni. L'impiego dei bitcoin contribuirebbe a "deframmentare" il mercato finanziario globale, ossia il modello di mercato da 13
Unità Prospettiva scientifica Analisi approfondita sempre privilegiato dalle banche di tutto il mondo, che sino ad oggi hanno cercato di impedire l'affermazione di una valuta elettronica mondiale. Questo aspetto fa prefigurare una serie di risvolti che potrebbero essere estremamente positivi, in quanto l'impiego della valuta virtuale potrebbe essere più economico, facile e rapido rispetto ai metodi di pagamento esistenti. Chi utilizza i bitcoin, ad esempio, non è costretto a far ricorso al conto bancario che, con il suo corollario di verifiche del credito e controlli di sicurezza, rimane un sistema complesso rispetto a quello di una valuta che si rende disponibile semplicemente accedendo a un "portafoglio digitale" mediante una connessione Internet. Qualora le valute virtuali dovessero trovare una più ampia adozione, si assisterebbe a un drastico calo dei costi delle operazioni di pagamento per l'acquisto di beni e servizi, con effetti positivi per le imprese di minori dimensioni e le start up, giacché questo tipo di spesa corrente può danneggiare in modo sproporzionato le capacità di queste aziende a livello di spese di gestione. Non, solo, ma l'uso dei bitcoin potrebbe migliorare ampiamente l'accesso ai venditori da parte degli acquirenti. In un contesto di allargamento dei mercati dei beni e dei servizi, accompagnato da transazioni transfrontaliere più veloci, gli impatti per l'economia dell'UE e quella mondiale sono giganteschi. Inoltre, se le valute virtuali fossero adottate dagli istituti finanziari, potrebbe aprirsi un'epoca caratterizzata da mezzi di pagamento altamente sicuri, più economici e di più facile accesso. Impatti imprevisti che potrebbero scaturire da una maggiore integrazione nella società A controbilanciare i possibili effetti positivi delle valute virtuali come il bitcoin vi è la questione della sicurezza, destinata a diventare una delle preoccupazioni dei decisori politici. Il maggiore impiego del bitcoin può dare adito, ad esempio, a un aumento delle frodi e di altre attività criminali. Questo, perché chi lo utilizza è identificabile solo tramite numeri unici, mentre i clienti delle banche sono generalmente riconoscibili mediante coordinate fisse come il nome, la data di nascita, l'indirizzo ecc. Poiché è impossibile sapere se un utilizzatore di bitcoin rappresenta un individuo o un gruppo, è lecito chiedersi se le agenzie di regolamentazione e di applicazione della legge sarebbero in grado di seguire efficacemente le transazioni al di là della catena dei blocchi. Alla fine del 2014 molte delle comunicazioni via Internet erano ancora non criptate, tra queste, ad esempio, i messaggi di posta elettronica, e i governi possono ancora intercettare facilmente le informazioni per attuare una sorveglianza su vasta scala. La domanda è la seguente: un più ampio uso della cifratura a livello delle valute virtuali come il bitcoin potrebbe contribuire a proteggere la vita privata e la sicurezza dei cittadini? (I governi sono ancora in grado di raccogliere metadati sulle operazioni in valuta virtuale per poterli sfruttare in futuro). Si osservi inoltre che l'uso massiccio dei computer quantistici potrebbe rendere obsolete forme di cifratura precedentemente inviolabili. In questo scenario, l'uso delle valute virtuali continuerebbe a essere sicuro per gli utilizzatori? L'anonimato ha decretato il successo dei bitcoin come forma di valuta digitale, ed è l'elemento su sui si fonda la gestione dell'omonimo sistema. Per contro, questa stessa caratteristica può rendere molto difficile l'identificazione degli autori di reati connessi alle valute digitali. Quali potrebbero essere le implicazioni in termini di benessere dei consumatori? È possibile che si inauguri un sistema di accesso multilivello, considerando soprattutto che una percentuale significativa di bitcoin è detenuta, pare, da un numero relativamente esiguo di utilizzatori? Anticipazione di tematiche legislative L'elaborazione delle leggi in materia di valute virtuali sarà particolarmente ardua per i responsabili politici, stante la natura altamente innovativa ed esoterica di questi strumenti. Uno dei principali nodi da affrontare riguarda l'individuazione del tipo di regolamentazione più adatto. Si dovrà capire se sia opportuno utilizzare il tipo di regolamentazione finanziaria esistente, considerate le note difficoltà di applicazione della stessa. Il bitcoin è un sistema senza "patria", e questo solleva interrogativi di competenza giurisdizionale. Ad esempio, in caso di frode a danno di più utenti in diverse parti del 14
Dieci tecnologie che potrebbero cambiarci la vita: potenziali impatti e implicazioni politiche mondo, quale giurisdizione dovrebbe assumere l'iniziativa del procedimento contro gli autori del reato (sempre ammesso che sia possibile identificarli)? Altro punto da considerare sarebbe la modalità di tassazione dei pagamenti effettuati con valuta virtuale. Alcuni governi stanno vagliando l'ipotesi di definire il bitcoin come una forma di proprietà, cui si applicherebbero di conseguenza le leggi sulle imposte patrimoniali. Tuttavia, non si sa quanto possa essere efficace una simile soluzione, considerato il problema dell'anonimato che protegge gli utilizzatori dei bitcoin. Quali potrebbero essere le modalità di monitoraggio o addirittura di applicazione di tali imposte, soprattutto nel contesto di una economia mondiale in cui le transazioni avvengono tra paesi con quadri giuridici molto diversi tra loro? Alla luce di ciò, potrebbe essere importante per i decisori politici riflettere su come armonizzare questi singoli interventi normativi sull'intero territorio dell'UE. 15
Unità Prospettiva scientifica Analisi approfondita 6. Tecnologie indossabili Dai dispositivi elettronici fisici alle nuove tipologie di "tessuti intelligenti": cambiano i "perché" del nostro abbigliamento. Come muteranno le nostre abitudini di condivisione dei dati e le modalità di erogazione dell'assistenza sanitaria? Il termine "tecnologia indossabile" si applica a svariati tipi di tecnologie e di materiali che si stanno rapidamente sviluppando a livello planetario. Uno dei primi strumenti tecnologici che vengono in mente in associazione al termine "indossabile" è la tecnologia Google "Glass", combinazione tra un occhiale e un sistema informatico miniaturizzato con schermo incorporato. Nonostante l'attenzione dei mezzi di comunicazione sia tutta rivolta verso questo particolare strumento, esistono in realtà diverse altre categorie di "tecnologie indossabili", come riporta il parere d'iniziativa del Comitato economico e sociale europeo del PE sul tema "il tessile tecnico: un motore di crescita", elaborato nel 2013. Nel documento, le tecnologie indossabili sono ricondotte a un settore, quello del "tessile tecnico", che offre "materiali alternativi" con nuove e vantaggiose proprietà, quali leggerezza, flessibilità, resistenza al calore ecc., e "nuove tecnologie", rese più versatili e facili da indossare, come Google Glass; oppure "componenti funzionali" che fanno parte dei sistemi tecnologici esistenti, come l'"Internet delle cose". L'importanza delle tecnologie indossabili è stata riconosciuta anche dalla Commissione europea, che fornisce un sostegno indiretto alle "tecnologie abilitanti fondamentali" attraverso il proprio programma Orizzonte 2020, essenziale per lo sviluppo di tecnologie indossabili quali la nanotecnologia e la microelettronica. Impatti e sviluppi previsti Sul fronte dell'indossabilità di specifici strumenti tecnologici, la tendenza è stata quella di continuare a miniaturizzare la tecnologia informatica fino a giungere a una forma sufficientemente discreta da poter essere indossata. Sotto questo profilo, Google Glass è uno degli esempi più evidenti di tecnologia indossabile, uno strumento che combina le funzionalità odierne dei moderni smartphone e un dispositivo portatile per l'accesso "in movimento". L'azienda intende anche sviluppare un apparecchiatura per migliorare il rilevamento dei coaguli di sangue, mentre Microsoft ha pubblicato i dettagli di un fitness tracker da polso che tiene controllate le funzioni vitali essenziali. Vi sono poi altri prodotti in fase di sviluppo, che hanno la potenzialità di migliorare l'efficacia di erogazione delle cure. Da un progetto finanziato dall'UE, denominato "i-Care", è nato di recente un dispositivo indossabile finalizzato a monitorare il processo di cicatrizzazione delle ferite, che consentirà ai medici di personalizzare meglio i trattamenti. Un'altra categoria di tecnologie indossabili attualmente in fase di sviluppo è quella dei tessuti "intelligenti" o "tecnici" con proprietà altamente mirate. Sono già in fase di messa i punto alcuni capi di abbigliamento in grado di resistere alle sollecitazioni ambientali più estreme. Ad esempio, nell'ambito del progetto EURIPIDES, sono stati resi noti i dettagli di una "giacca intelligente" per vigili del fuoco 16
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