PROGRAMMA ELETTORALE elezioni comunali - 6 e 7 maggio - Pietro MEZZI centrosinistra di Melegnano del candidato sindaco e della coalizione del

Pagina creata da Giacomo D'Angelo
 
CONTINUA A LEGGERE
PROGRAMMA ELETTORALE elezioni comunali - 6 e 7 maggio - Pietro MEZZI centrosinistra di Melegnano del candidato sindaco e della coalizione del
elezioni comunali - 6 e 7 maggio

   PROGRAMMA ELETTORALE
      del candidato sindaco
         Pietro MEZZI
       e della coalizione del
 centrosinistra di Melegnano
PROGRAMMA ELETTORALE elezioni comunali - 6 e 7 maggio - Pietro MEZZI centrosinistra di Melegnano del candidato sindaco e della coalizione del
MELEGNANO VOLTA PAGINA
Il programma elettorale del centrosinistra unito è frutto di un lavoro di lungo periodo. Nasce
infatti dal sapere e dalle conoscenze accumulate in anni di governo della città, dal lavoro di cinque
anni di opposizione in consiglio comunale e in città, dall'ascolto dei cittadini nei quartieri di
Melegnano, dal lavoro svolto da gruppi organizzati, dai contributi dei partiti e di singole persone,
dall'ascolto mai interrotto delle tante associazioni e dei comitati locali. Nasce dal confronto
programmatico delle Primarie, in cui la coalizione ha saputo indicare i problemi di Melegnano e,
soprattutto, una visione di città e del suo futuro. Una città aperta, capace di rispondere alle
esigenze dei suoi cittadini secondo i principi di solidarietà, equità e condivisione. Un programma
innovativo, basato sulla partecipazione, sulla vivibilità della città e sulla sostenibilità ambientale.
Si tratta di un programma aperto, in quanto concepiamo la competizione elettorale come
occasione di confronto e di ascolto dei cittadini e delle loro esigenze, dalle quale trarre indicazioni
utili per lo stesura delle Linee programmatiche di governo, del Piano di sviluppo della città e dei
futuri bilanci di previsione e dei Piani-programma delle opere pubbliche.
Un programma, ora elettorale e domani di governo, da sottoporre a verifica costante da parte degli
strumenti e degli organi del Comune e dei cittadini, anche in occasione di modifiche e di eventuali
scostamenti dallo stesso programma della coalizione.
Il nostro programma elettorale punta in modo convinto alla partecipazione dei cittadini alla
formazione del bilancio comunale, come dovere nei confronti dei melegnanesi, soprattutto in una
fase di crisi economica come l'attuale, dove il sostegno consapevole della cittadinanza sarà
elemento essenziale di coesione e di tenuta sociale.

1. LA DEMOCRAZIA DELLA PARTECIPAZIONE
La partecipazione deve essere posta al primo punto del programma amministrativo, perché
connota il modo di fare politica proprio del centrosinistra, basato sul coinvolgimento dei cittadini
e sulla condivisione delle scelte più importanti del governo della città. Per noi partecipazione
significa promuovere e potenziare gli strumenti e gli organismi partecipativi previsti
dall’ordinamento comunale, ma anche attuarne di nuovi, segnatamente il bilancio partecipato, la
partecipazione nei procedimenti dei piani urbanistici generali e attuativi, i progetti di quartiere
condivisi con gli abitanti. Connessi alla partecipazione sono i diritti. Un tema politico, quello dei
diritti, di primo piano nella fase politica attuale: dal lavoro alla scuola, dalle pari opportunità alla
condizione delle singole persone. Un argomento che deve vedere il Comune attivo nella difesa delle
basi costituzionali della nostra democrazia e attore nella promozione delle nuove forme dei diritti
civili. La partecipazione dei cittadini, in forma singola o associata, al governo della cosa pubblica
deve essere intesa come costruzione di una democrazia partecipativa, nella quale il cittadino non
è solo chiamato all’elezione dei rappresentanti, ma anche a contribuire continuativamente,
nell’ambito del programma di governo, all’amministrazione della città. La partecipazione non è
solo una somma di organismi e attività, ma un modo diverso di concepire il rapporto tra cittadino
e amministrazione, al quale la struttura comunale deve adeguarsi. Una pratica amministrativa
che deve permeare l'intero Comune.
I cardini della partecipazione - Sono le strutture partecipative, anche su base di quartiere, e il
bilancio partecipato che devono essere formalizzati nell’architettura normativa dell’ente. Inoltre, gli
organi comunali, in particolare il Consiglio, devono rivedere la propria organizzazione dei lavori in
modo da permettere maggior partecipazione e dialogo con la cittadinanza, utilizzando anche web e
social network, oltre a trasmettere le riprese audio e video delle sedute di Consiglio e di
Commissione e pubblicare gli atti di Giunta e Consiglio sul sito internet del Comune.
Il nuovo Comune dovrà: 1) Attuare il bilancio partecipato. Il bilancio partecipato è un percorso che
permette di coinvolgere i cittadini, singoli e associati, nella redazione del più importante
strumento di programmazione del Comune. Tale procedura va posta in atto in via sperimentale già
dal primo anno del mandato amministrativo e va formalizzata negli strumenti normativi del
Comune: statuto e regolamento. Nel bilancio sarà appostata una somma finalizzata alla
realizzazione degli interventi condivisi con i cittadini stessi; 2) Valorizzare i Comitati. I Comitati di
cittadini, su base tematica o di quartiere, devono avere un rapporto continuativo con
l’amministrazione comunale. I pareri dei Comitati e degli altri organismi di partecipazione,
formalizzati ai sensi dei regolamenti comunali, devono essere obbligatoriamente presi in
considerazione da parte dell’amministrazione. Vanno promossi Comitati di quartiere o tematici,
con lo scopo di avviare progetti di riqualificazione delle zone cittadine; 3) Promuovere le Consulte.
PROGRAMMA ELETTORALE elezioni comunali - 6 e 7 maggio - Pietro MEZZI centrosinistra di Melegnano del candidato sindaco e della coalizione del
Le Consulte sono organismi di partecipazione a base associativa. Occorre che il Comune svolga un
ruolo attivo per il rilancio e la promozione delle Consulte, affinché le stesse assumano un ruolo
autonomo propositivo e di stimolo circa l'azione comunale; serve anche fornire alle Consulte e alle
rispettive associazioni servizi innovativi (sito web, informazione, comunicazione...); serve avviare
un confronto con le comunità straniere anche attraverso l'attivazione di nuovi strumenti di
partecipazione; 4) Serve stabilire e mantenere un rapporto continuativo tra amministrazione e
cittadini, attraverso periodiche assemblee da tenersi nei quartieri, incontri tematici e consigli
comunali aperti; 5) Anche il Comune va organizzato secondo le regole della partecipazione. La
pratica partecipativa comporta una riorganizzazione della struttura comunale, che deve essere
messa in grado di introdurre la partecipazione all’interno delle normali procedure amministrative;
6) Promuovere la concertazione tra i soggetti su argomenti amministrativi. La concertazione è
l’altra faccia della partecipazione: occorre attuare la concertazione tra amministrazione ed enti
pubblici, soggetti sociali, sindacati, associazioni di categoria, come pratica costante nell’attuazione
degli interventi che riguardano economia, lavoro, servizi, viabilità e territorio; 7) occorre istituire il
consiglio comunale dei Ragazzi.
Associazionismo: una risorsa fondamentale - Melegnano presenta una straordinaria
ramificazione di associazioni, attive con entusiasmo in diversi settori. Queste associazioni, nelle
quali si manifesta una grande ricchezza di impegno e solidarietà, devono essere valorizzate e
sostenute. Si potrà così mettere a frutto il loro patrimonio di diretta conoscenza della realtà per
individuare i problemi e trovare le soluzioni più efficaci. Da valutare, sia nel rapporto tra le
associazioni e sia tra esse e il Comune, come principio di riferimento e secondo la formula dello
“scambio” volontaristico di tempi e servizi, l'esperienza della Banca del tempo. Infine, il ruolo delle
associazioni sarà indispensabile per affrontare in modo unitario e solidale i gravi problemi
economici e sociali della nostra città.

2. MELEGNANO E IL MELEGNANESE
Tra le cose che servono alla nostra città, ve n'è una particolarmente importante: riportare
Melegnano a una centralità perduta. Da sempre Melegnano è infatti punto di riferimento di un
territorio più ampio dei suoi stretti confini comunali. Serve guidare le trasformazioni prodotte
dalla crisi economica e dai profondi cambiamenti territoriali determinati dalla prossima
realizzazione delle nuove infrastrutture stradali e autostradali. Melegnano - per dimensioni, storia
e funzioni - può e deve svolgere un ruolo guida della zona.
Il ruolo di Melegnano nel Sud Milano - Melegnano deve tornare a esercitare una centralità
politico e istituzionale nel territorio del Sud Milano e del melegnanese in particolare, per governare
le importanti trasformazioni territoriali e i processi di crisi economica, guidandoli verso la
sostenibilità ambientale, economica e sociale. Occorre dar vita a un Piano d'area del melegnanese,
per indirizzare le scelte di sviluppo coordinato e sostenibile della zona.
Dalla competizione alla collaborazione virtuosa - Anche in relazione al carattere strutturale
della crisi, occorre trasformare la competizione economica e territoriale dei Comuni del
melegnanese in collaborazione virtuosa, attraverso processi politici e istituzionali che devono
vedere il nostro Comune protagonista. Ciò può avvenire per diversi temi quali l'economia, il
territorio, l'ambiente, i servizi pubblici, i servizi tecnico-finanziari. L'obiettivo è integrare,
razionalizzare, qualificare e rendere efficiente l'offerta dei servizi pubblici comunali in una logica di
rete e di area vasta e di contenimento dei costi.

3. BILANCIO E LOTTA ALL'EVASIONE. SVILUPPO SOSTENIBILE E NUOVA OCCUPAZIONE
Il bilancio del Comune - I Comuni vivono una condizione finanziaria senza precedenti, a causa
della crisi economica e dei continui tagli operati dallo Stato. Il Patto di Stabilità, di cui occorre
chiedere la revisione, non permette assunzioni e spese per investimenti, contribuendo a deprimere
l’economia, mentre l’emergere di nuove povertà e situazioni di disagio richiede sempre maggiori
interventi da parte dell’ente locale. L'aumento dell'Imu, inoltre, avvenuto con il bilancio 2012, avrà
l’effetto di aumentare affitti e spese per le attività produttive e commerciali.
Per far fronte a questo stato di cose, occorre attuare una politica finanziaria comunale improntata
al rigore, ma anche caratterizzata da innovazione e capacità di controllo della spesa.
In base a questi indirizzi, le azioni da intraprendere sono: 1) attuare il bilancio partecipato, come
forma di condivisione delle scelte amministrative e di realizzazione delle opere pubbliche; 2)
PROGRAMMA ELETTORALE elezioni comunali - 6 e 7 maggio - Pietro MEZZI centrosinistra di Melegnano del candidato sindaco e della coalizione del
introdurre il bilancio di genere (che organizza e ristruttura entrate e uscite al fine di promuovere
l’uguaglianza tra uomini e donne, nella prospettiva di uno sviluppo umano e sociale paritario tra i
generi), per favorire politiche caratterizzate da una maggiore giustizia distributiva, identificando i
diversi gruppi di destinatari e migliorando i servizi forniti; 3) introdurre nel bilancio tradizionale,
basato sulla spesa storica, elementi di innovazione progettuale, al fine di realizzare il bilancio a
progetto, nel quale i diversi assessorati sono tenuti a redigere progetti innovativi caratterizzati
anche da capacità di reperire risorse esterne, sia per la parte delle opere pubbliche sia per quanto
riguarda servizi e attività, anche con la creazione di équipe dedicate alla partecipazione di bandi di
finanziamento; 4) recuperare la funzione programmatoria del bilancio, con politiche economico-
finanziarie di lungo termine, seguendo principi finanziari basilari: razionalizzazione della spesa;
ricerca di risorse economiche esterne; uso appropriato delle opportunità urbanistiche
(perequazioni, compensazioni, oneri di urbanizzazione...); dinamicità e ulteriore capacità
previsionale del bilancio; diminuzione dell’indebitamento al fine di dare sviluppo a nuovi
investimenti; revisione della politica delle entrate.
La lotta all'evasione - L’evasione fiscale in Italia ha raggiunto livelli estremamente elevati. Ciò
corrisponde a una significativa perdita di gettito fiscale e contributivo, che se recuperato potrebbe
risolvere il problema delle entrate statali, senza necessità di ulteriori tagli a welfare, enti locali,
sanità e trasporti.
Per far fronte alla crisi della finanza locale, occorre attuare una politica finanziaria comunale
improntata al rigore, ma anche alla capacità di spesa. Le azioni da promuovere sono: 1) lotta
all’evasione tributaria e fiscale, utilizzando tutti gli strumenti previsti dalla legge, costituendo il
Consiglio tributario e un Osservatorio comunale e aderendo alla recente iniziativa dell'Anci
Lombardia "ReteComuni"; 2) valorizzare e aumentare la rendita del patrimonio comunale; 3)
razionalizzare la spesa e la ricerca di risorse economiche esterne; 4) usare in modo appropriato le
opportunità urbanistiche (perequazioni, compensazioni, oneri urbanizzazione...); 5) attuare una
politica di bilancio dinamica e programmatoria.
La legge chiama anche i Comuni a collaborare con l’Agenzia delle entrate nelle azioni di contrasto
all’evasione delle imposte statali (Irpef, Iva eccetera), attribuendo ai Comuni stessi, per il triennio
2012-2014, l’intero ammontare del maggior gettito ottenuto a seguito del loro intervento
nell’attività di accertamento. Accanto all’attività di controllo dei tributi locali (imposta immobiliare,
occupazione di suolo pubblico, pubblicità, tassa rifiuti...) occorre necessariamente avviare il
controllo delle imposte e delle tasse statali, in primo luogo l'Irpef, seguendo le indicazioni
dell’Agenzia delle entrate che già anni fa individuava i settori più a rischio di evasione, nei
confronti dei quali attivare prioritariamente l’attività di segnalazione.
La lotta all’evasione da parte del Comune deve avvenire con gli strumenti regolamentari, ma anche
con l’istituzione di un apposito Ufficio Entrate comunale e attraverso la creazione di un istituto di
monitoraggio, come l’Osservatorio contro l’evasione fiscale, oltre all'iniziativa di "ReteComuni".
Le recenti iniziative intraprese da Agenzia delle entrate e Guardia di finanza dimostrano che il
contrasto all’evasione è fattibile attraverso l'attività sul territorio. Ma il recupero dell’evasione
contributiva può avvenire anche attraverso l’incrocio dei dati catastali con quelli dei proprietari
degli immobili e con le banche dati tariffarie (rifiuti, gas, acqua, energia elettrica...), e l’analisi dei
dati di “valenza fiscale” di diversa provenienza: dal Comune medesimo alle Agenzie fiscali
nazionali delle entrate e del territorio, alle Camere di commercio e altri enti.
La concreta attività di contrasto all’evasione fiscale deve essere un elemento fondante del
centrosinistra e il carattere distintivo rispetto al centrodestra, che in questi anni non ha costruito
adeguatamente gli strumenti operativi.
Politiche di bilancio virtuose - La parola d’ordine della politica fiscale del Comune deve essere
“equità”. Le imposte e le tasse non possono essere aumentate, perché altrimenti si determinerebbe
un ulteriore carico fiscale su famiglie e imprese, con pesanti ricadute sul costo della vita e sui
prezzi dei beni di consumo. L’attività di controllo di tasse e tariffe può portare a un maggior
riequilibrio delle entrate, ma occorre anche studiare politiche alternative per il reperimento delle
risorse, privilegiando il prelievo sull’utilizzo e sul consumo della città, rispetto al prelievo sui
redditi. Con l’entrata in vigore dell’Imu, si rende necessario anche l’aggiornamento del catasto
delle proprietà immobiliari, con la finalità di eliminare le sperequazioni tra le rendite catastali.
L’attività di controllo e monitoraggio del sistema tributario ed erariale a livello comunale, con
l’emersione delle irregolarità, delle evasioni e delle ingiustizie, potrà restituire una situazione di
maggiore equità. Questo permetterà di individuare con precisione le fasce di cittadini più disagiate
e quelle che vivono con grande difficoltà la situazione economica, nei confronti delle quali sarà
possibile agire con riduzioni dei tributi, finanziate dal recupero dell’evasione.
Politiche patrimoniali - Le entrate da oneri di urbanizzazione non potranno più essere destinate
in modo massiccio a sostenere la spesa corrente, ma alle opere pubbliche e alle manutenzioni del
patrimonio. Ciò significa anche rivedere la politica patrimoniale del Comune, secondo alcune linee
direttive: 1) valorizzazione e aumento della rendita del patrimonio comunale; 2) ricognizione del
patrimonio, per un'eventuale alienazione o messa a reddito delle parti non necessarie per il
Comune; 3) reimpiego dei proventi per nuovi investimenti pubblici. I criteri alla base di queste
scelte saranno: la non redditività sociale di parte del patrimonio, patrimonio in disuso, parti non
gestibili dal punto di vista manutentivo, parti che non svolgono e non potranno svolgere alcuna
funzione sociale e che rappresentano un costo di gestione per l’amministrazione comunale; 3)
agire sui diritti edificatori indicati dal Pgt per costituire un Fondo immobiliare municipale da
destinare alla ristrutturazione e alla manutenzione straordinaria del patrimonio comunale; 4)
ristrutturazione e riuso del castello quale centro culturale, reperendo risorse esterne
(finanziamenti e contributi comunitari, statali, regionali e privati) per non gravare eccessivamente
sulle finanze comunali; 5) revisione delle modalità di manutenzione del patrimonio comunale, con
la finalità di razionalizzazione e contenimento della spesa (audit e certificazione energetica degli
edifici di proprietà comunale, revisione dei contratti di gestione calore, Enel, forniture,
miglioramento dell'efficienza energetica nella rete dell’acquedotto, azzeramento delle bolletta
elettrica e solarizzazione dei tetti comunali); 6) ricognizione delle società e delle aziende
partecipate e loro valorizzazione ai fini del miglioramento dei servizi e del ritorno reddituale (in
particolare di Mea nella gestione delle filiere del riciclaggio di materie nella raccolta differenziata e
nello sviluppo delle filiere di produzione energetica da fonti rinnovabili: fotovoltaico, solare
termico, biomasse).
Sviluppo sostenibile e nuova occupazione – Anche la disoccupazione lavorativa nel Sud Milano
ha iniziato a far sentire i suoi pesanti effetti sulle persone, sui giovani, sulle famiglie. Il Comune,
ente di prossimità per eccellenza, deve moltiplicare gli sforzi per favorire lo sviluppo economico,
dell'occupazione e del lavoro attuando politiche attive in collaborazione con le parti sociali
(sindacati e categorie produttive). Ciò deve tradursi nel progetto “Lavoro per un economia
sostenibile”. Un progetto capace di coinvolgere commercio, artigianato, servizi, cooperazione
sociale e terziario avanzato, cioè i tradizionali settori dell’economia locale, che vanno salvaguardati
e incentivati attraverso forme di collaborazione con le categorie produttive e con interventi mirati
(promozione di progetti di marketing urbano e territoriale; tutela del commercio di vicinato;
crescita dei mercati di prodotti agricoli locali e biologici; riqualificazione degli assi commerciali,
delle aree industriali, del mercato ambulante, della Fiera del Perdono; insediamenti industriali
eco-compatibili; riuso del patrimonio industriale dismesso...).
Per quanto concerne l'insediamento industriale nella zona Ovest (comparto C - San Carlo) previsto
dal Pgt vigente, in base a principi di minimizzazione del consumo di suolo e di contrasto alla
speculazione immobiliare, Comune e proprietà dell'area dovranno definire un accordo pubblico a
garanzia dell'insediamento esclusivamente produttivo sull'area in questione e dell'occupazione,
oltre al rispetto dei principi di eco-compatibilità dell'insediamento stesso.
Il Comune, per fronteggiare la crisi occupazionale, deve agire anche nei confronti dell'Agenzia
formazione orientamento lavoro (Afol) del Sud Est Milano, partecipata dai Comuni della zona e
dalla Provincia di Milano, per orientare le politiche di intervento dell'Agenzia stessa al
soddisfacimento dei bisogni lavorativi e formativi dei cittadini e l'occupabilità dei residenti.
L'azione del Comune, all'interno di Afol, deve caratterizzarsi per un impegno sempre più forte
dell'Agenzia finalizzato al recupero di fondi su specifici progetti dedicati ai giovani, sia studenti sia
in cerca di occupazione, e ai lavoratori difficilmente ricollocabili nel mercato del lavoro (progetti
come Lsu). L'Ufficio relazioni col pubblico (Urp), al fine di facilitare le iscrizioni dei senza lavoro al
Centro per l'Impiego, deve diventare un interfaccia attivo nei confronti del Centro stesso per
facilitarne le iscrizioni e favorire così l'incontro tra domanda e offerta.
Vanno sostenute le realtà di nuova imprenditorialità, anche attraverso la creazione di una linea
specifica “al femminile”, all'interno dello Sportello Lavoro. In collaborazione con le associazioni di
volontariato sociale, occorre creare reti di assistenza per garantire, alle donne lavoratrici e alle
piccole imprenditrici, servizi (baby sitting, centri estivi, assistenza agli anziani...) al fine di
coniugare lavoro, interessi e vita personale e familiare. L'ente locale, ancor di più di quanto
realizzato fino a oggi, deve sostenere il mondo delle cooperative sociali, sia di tipo A (servizi sociali)
sia di tipo B (inserimento lavorativo), per l'inserimento dei portatori di handicap, sia come forma
di sostegno al lavoro e alle persone diversamente abili sia indirettamente al welfare locale. I
vantaggi di tale politica sono la creazione di occupazione ordinaria, spesso aggiuntiva a quella di
disabili e svantaggiati, l'apporto di risorse alla fiscalità diretta e indiretta, il sostegno ad aziende
vincolate al bene comune e la creazione di una nuova cultura di impresa e di reti solidali.
4. IL WELFARE LOCALE AI TEMPI DELLA CRISI
La qualità dei servizi sociali è segno distintivo dell'ente locale: è, infatti, un parametro per
giudicare la capacità di chi governa. Questo vale anche per la nostra città. L’amministrazione di
centrosinistra intende pertanto mettere al centro del proprio programma la persona e i suoi
bisogni: il lavoro, le famiglie, la casa, l’inclusione sociale e la cittadinanza sono i campi propri
dell’azione politica a livello locale. Sappiamo di doverci muovere in un sistema fortemente
compromesso dalla costante e pesante riduzione dei trasferimenti statali e regionali, che rischia di
compromettere seriamente il sistema di welfare locale che ha finora garantito pari opportunità per
l’accesso ai servizi. Inoltre, gli effetti occupazionali della recessione in corso dureranno anni e le
amministrazioni locali dovranno organizzarsi per farsene carico, essendo il livello più prossimo al
cittadino. Il Comune deve dare risposte ai cittadini che pongono domande di bisogno, e per fare
questo è necessario attivare modalità d’intervento innovative, dinamiche e aderenti alle reali
aspettative, ricercare ogni forma di reperimento di risorse, supportare sinergie e sussidiarietà
locali e territoriali.
Mettere al centro la persona significa muoversi in un’ottica di servizi, ma soprattutto di politiche
che rispettino e consentano un reale “star bene” dei cittadini e alimentino un’innovativa cultura
del benessere che sviluppi idee intelligenti ed efficaci, capaci di creare una proficua sinergia con le
politiche abitative, urbanistiche, commerciali, economiche, affinché al centro ci sia sempre la
persona e le sue necessità di socialità, di appartenenza e di cittadinanza.
“Stare bene” può significare anche ritrovare la voglia di socialità nel tempo libero. Nella società del
“poco tempo” riuscire a valorizzare i momenti di ritrovo, accrescere le occasione di socialità,
accomunare momenti di svago diventa propedeutico ad una buona qualità della vita. Ovvero,
laddove si favorisce la serenità mediante iniziative di carattere ricreativo, si ritrova anche una
dimensione “più umana” del nostro vivere. Per questo saranno continuate e, dove possibile,
migliorate tutte quelle occasioni di festa e di ritrovo che la vita della città vorrà e saprà
programmare nella sua annualità. È importante poter rispondere ai bisogni delle persone,
soprattutto quelle meno attrezzate dal punto di vista economico e culturale, ma la politica sociale
fondata su voucher, buoni, dote evidenzia come l'unica discriminante per potersi sentire liberi e
autonomi è quella economica, da giocarsi in solitudine con la possibilità di acquistare prestazioni
sul mercato dei servizi. Chi ha le risorse sceglie il meglio, gli altri devono accontentarsi di ciò che
rimane. Vogliamo che sia un altro il criterio dominante, dove le risorse servano a garantire
l'accesso universale ai servizi che si confrontano soprattutto con i bisogni delle persone.
Attenzione alla persona vuole sicuramente dire impegno verso le fasce di età considerate “deboli”,
come i bambini e agli anziani. Ma nell’attuale contesto sociale anche l’età di mezzo risente di forti
criticità dovute alla precarizzazione delle condizioni di vita. Nemmeno si possono trascurare i
giovani e i loro problemi di presente e di futuro.
Il ruolo del Comune, delle associazioni e dei cittadini - I servizi alla persona vanno intesi come
servizi di comunità, dove il principio di solidarietà rappresenta il perno del patto tra cittadini e
istituzioni allo scopo di contenere le conseguenze della crisi. Occorre avviare e consolidare forme
di gestione associata sovra comunale, per ottimizzare le risorse economiche e umane. Si tratta di
risparmi che attivano efficaci forme di collaborazione fra enti. Le politiche sociali, inoltre, non
devono essere considerate residuali, ma, al contrario, trasversali agli altri fattori del governo
locale. Programmare i servizi in modo integrato permette di evitare sovrapposizioni, sprechi e dà
risposte precise anche ai nuovi bisogni. Cogliere i cambiamenti economici, demografici e sociali
permette di dare risposte mirate e non standardizzate. I servizi alla persona vanno infatti rinnovati
e innovati con tempismo e puntualità; servizi statici non aiutano a contenere la spesa e non
offrono risposte adeguate.
E' il Piano di zona lo strumento più idoneo per attuare le forme di partecipazione all’offerta dei
servizi alla persona e in cui si riconosce il contributo significativo del Terzo settore e del privato
sociale. Il Comune e i soggetti del privato sociale devono anche saper sfruttare le opportunità di
finanziamento dei bandi pubblici e privati. Saper progettare bene è un modo utile non solo per
recuperare risorse economiche, ma anche per imparare a lavorare in partnerariato e per analizzare
i bisogni del territorio. Serve quindi lavorare insieme per ottenere più servizi e più risorse.
Melegnano e il territorio - Melegnano è punto di riferimento nel campo dei servizi per l’intero
Sud Milano e, nel rispetto delle competenze attribuite e del principio della collaborazione, intende
assumere un ruolo di promozione e di coordinamento dei diversi soggetti. Ricostruire la rete
territoriale dei servizi significa apertura e collaborazione con i Comuni vicini per sviluppare
politiche sociali e territoriali in grado di contenere i costi a miglior e maggiore erogazione di servizi.
Prioritario sarà il raccordo e il rapporto con il consorzio Assemi, attraverso il quale trova
applicazione il Piano sociale di zona con cui si sono definiti i fabbisogni e gli obiettivi di priorità
sociale: valorizzare e sostenere le responsabilità familiari; rafforzare i diritti umani; potenziare gli
interventi a contrasto della povertà e della fragilità sociale; sostenere la domiciliarità per anziani,
malati e disabili; migliorare l’azione per l’integrazione sociale degli stranieri e degli immigrati. Nei
confronti di Assemi si chiederanno la massima trasparenza nella gestione delle risorse e una
sempre maggiore chiarezza riguardo i servizi erogati. Al raggiungimento di tali obiettivi dovranno
contribuire le linee di indirizzo programmatico del consiglio comunale.
Anche l'Azienda Sanitaria Locale Milano 2 e l'Azienda Ospedaliera di Melegnano vanno considerati
come attori della sinergia territoriale in materia di servizi socio-assistenziali.
Il welfare locale deve infine salvaguardare l’universalità del sistema pubblico come momento di
razionalizzazione, di migliore utilizzo delle risorse, delle tecnologie del sapere, producendo servizi
che abbiano maggiore efficacia ed efficienza, per garantire a tutti senza esclusioni, il diritto alla
salute. Attuare “Piani per la salute e la prevenzione” può essere un nuovo modo di governare la
propria salute in un contesto di società che vede nella salute un bene da preservare: un diritto e
un dovere. Intendiamo proporre ai Comuni del Distretto, unitamente all’Asl, all’associazionismo,
ai sindacati, percorsi unitari di informazione rivolti ai cittadini sui comportamenti da adottare e
sugli stili di vita per preservare la salute e prevenire le varie forme di dipendenza.

Maternità, infanzia ed età evolutiva - In collaborazione con l’Asl Milano 2 va confermata
l’importanza del consultorio familiare, quale sede di presa in carico del percorso complessivo per i
problemi di tutela della maternità, dell’infanzia e dell’età evolutiva. Tra i campi d’intervento da
privilegiare è prioritario quello della prevenzione sanitaria scolastica nell’età dell’infanzia e
dell’adolescenza, con un maggiore impegno rivolto alle famiglie più fragili, per prevenire il rischio
di disagi ed emarginazioni. Si dovrà garantire alle famiglie una rete di asili nido e di assistenza
all’infanzia, come i centri diurni estivi, sufficienti a fare fronte alle domande delle madri lavoratrici
e con particolare attenzione ai nuclei monoparentali. Anche in tema di adozioni e affidi per la
tutela dei minori è importante che il Comune abbia un ruolo di promozione della solidarietà e
dell’accoglienza familiare, sviluppando ulteriormente quanto già fanno i servizi sociali e
rafforzando le relazioni con tutte le realtà di volontariato impegnate.

Le politiche giovanili - La variegata presenza in città di luoghi dell’educazione pone al Comune la
responsabilità di dialogare con tutte queste realtà, per contribuire a definire insieme politiche
giovanili interessanti, aggregative e vivaci, per contribuire alla formazione dei ragazzi fornendo loro
strumenti e percorsi per affrontare le sfide che si porranno loro di fronte intorno a progetti di
formazione e informazione, integrazione e partecipazione, spirito di impresa, senso civico,
cittadinanza globale. Si conferma, in tal senso, la validità di un Tavolo di confronto permanente
con e tra i giovani all’interno dell’istituzione comunale.
Melegnano è centro attrattivo per l’universo giovanile proveniente anche fuori dai confini della
città e del melegnanese. La movida serale, un fenomeno che ha il pregio di aggregare, di far vivere
la città e produrre reddito per l’economia, ha bisogno di regole che ne contengano gli abusi e le
distorsioni. Sarà pertanto necessario attivare un piano coordinato per la regolazione della mobilità
e della sosta nei luoghi della frequentazione serale, per il controllo del consumo di sostanze
stupefacenti e alcool, per la tutela della quiete pubblica. Il Comune dovrà inserirsi nella movida
serale anche con iniziative in grado di arricchire l’offerta culturale e del tempo libero rivolta a tutta
la popolazione.
E' necessario sostenere lo Spazio Milk, che dovrà essere potenziato anche con nuovi finanziamenti
e soluzioni logistiche adeguate, quale luogo di aggregazione giovanile e creare occasioni di
integrazione con altri istituti culturali (sale polifunzionali, biblioteca, centro associazioni,
Palazzina Trombini...) e con i luoghi aggregativi del tempo libero e dello svago. Le politiche
giovanili dovranno essere al centro dell’azione amministrativa come forma di crescita civile e
culturale e anche come prevenzione del disagio. Infine, serve sostenere e promuovere esperienze di
co-housing (coabitazione) per rispondere alla necessità dei giovani di rendersi autonomi.

Politiche di genere. Il Comune dovrà orientare le politiche comunali verso l’uguaglianza tra
uomini e donne. Scelte politiche che appaiono neutre rispetto al genere possono avere un impatto
diverso su donne e uomini, anche se tale effetto non è né voluto né previsto, perché esistono
diversità sostanziali nella vita delle donne e degli uomini che rafforzano le disparità già esistenti.

Strumento per un nuovo governo sarà in particolare il Bilancio di genere, per favorire e garantire:
1) il perseguimento di politiche pubbliche caratterizzate da una maggiore giustizia distributiva; 2)
il mezzo per raggiungere un utilizzo più efficace ed efficiente delle risorse, identificando i diversi
gruppi di destinatari; 3) un modo per migliorare l'efficacia e la trasparenza dei servizi forniti. Il
Bilancio di genere organizza e ristruttura entrate e uscite al fine di promuovere l’uguaglianza tra
uomini e donne, nella prospettiva di uno sviluppo umano e sociale paritario tra i generi.
La nuova amministrazione dovrà anche attuare un intervento sui tempi e sui servizi della città
teso a promuovere un equilibrato rapporto tra lavoro e cure parentali: la cura di piccoli, anziani e
disabili non deve gravare solo sulle spalle delle donne; è necessario cambiare l’organizzazione dei
servizi per facilitare la conciliazione tra lavoro e cura. Sui tempi incidono molto le necessità di
spostamento dei genitori-lavoratori e gli orari di asili nido e scuole della prima infanzia.

La nomina dei componenti della Giunta e l’attribuzione degli incarichi di governo dovranno essere
effettuati nel rispetto della democrazia paritaria e del principio della rappresentanza dei cittadini
e delle cittadine.

Migliorare i servizi rivolti agli anziani - Melegnano è caratterizzata dall’alta percentuale di
popolazione anziana per la quale è necessario prestare ogni attenzione per evitare solitudini e
disagi sociali. Occorre elaborare politiche attive nei confronti dei problemi, non solo fisici ed
economici, ma anche relazionali, per evitare l'emarginazione e la solitudine. Servono azioni a
sostegno della popolazione anziana promuovendo l’associazionismo e i centri gestiti dagli anziani,
incentivare i progetti di assistenza domiciliare e facilitare soluzioni abitative dignitose per le
persone in difficoltà.
Una struttura importante nel nostro Comune è la Fondazione Castellini, con la quale è
indispensabile affrancare e implementare la collaborazione per affrontare i problemi della “terza
età” e del welfare cittadino. Gli obiettivi che dovranno accumunare l'Amministrazione e la
Fondazione dovranno trovare piena attuazione nel ruolo di cooperazione e collaborazione che i
rappresentanti del Comune avranno all'interno della Fondazione. L'operato dei rappresentanti
pubblici nel CdA dovrà rispondere a linee politiche d’indirizzo definite dal Consiglio comunale.
C’è da registrare positivamente che la popolazione anziana gode, oggi, di un’accresciuta dinamicità
dovuta alle migliori condizioni fisiche e di salute, che incidono in modo sensibile sull’allungamento
della prospettiva di vita media. Questo fenomeno ha determinato il crescente ruolo nelle
associazioni di volontariato e, nei nuclei familiari, della figura dei nonni a sollievo e sostegno dei
genitori. Per il Comune questa è una risorsa da impiegare, nei modi e nelle forme consentite, per
lo svolgimento di servizi di utilità pubblica.

La famiglia risorsa della società - La famiglia è risorsa fondamentale per ogni società e risente
oggi più che in passato della crisi economica e sociale. Il Comune dovrà porre al centro della
propria azione politica e sociale la tutela e la promozione delle famiglie quale ambito privilegiato
per la prevenzione del disagio e per lo sviluppo di pratiche virtuose per la collettività. L’azione
politica dovrà esplicitarsi nel sostegno economico attraverso lo studio di nuovi strumenti di
valutazione economica. Oggi, per i servizi a domanda individuale rivolti alle famiglie, si applica
l’Indicatore di situazione economica equivalente (Isee), uno strumento di calcolo che tiene conto
solo in parte della composizione del nucleo familiare. Servono nuovi criteri per consentire un
valido sostegno alle famiglie. La nuova amministrazione intende considerare anche altre proposte
in materia, come il quoziente familiare (un sistema di tassazione per parti, basato sul presupposto
teorico delle scale di equivalenza).
La crisi economica sta pesando principalmente sul lavoro e quindi sui redditi familiari. Per far
fronte a questa grave situazione che rischia di allargare oltremodo la forbice della povertà, il
Comune, in base a quanto consentito, potrà studiare strategie di accompagnamento economico e
farsi garante nei confronti del sistema bancario e di quello commerciale molto diffusi a Melegnano,
affiancandosi così alle famiglie in maggior difficoltà.

Gli immigrati - La realtà dell’immigrazione è ormai un fatto incontrovertibile. Inutili, dannosi e
anacronistici sono gli atteggiamenti che mirano a stigmatizzare le differenze e le diffidenze.
Compito della politica è quello di promuovere politiche di accoglienza responsabile e aprire sentieri
di confronto in grado di sollecitare e accrescere la conoscenza e la reciprocità tra cittadini diversi
per “provenienza” ma appartenenti all’unica radice umana. Ne è esempio la scuola che già di fatto
si presenta come un luogo aperto alla mondialità. La sfida va giocata con intelligenza e senza
timore sul terreno della valorizzazione delle differenze. Dovremo però recuperare e rivestire di
attualità il senso delle nostre tradizioni, cosicché anche i simboli e i valori, che sono fondamento
storico e culturale del nostro essere cittadini europei e italiani, possano essere considerati
elementi di unione in una comunità aperta al futuro dell’umanità.

La politica della casa - A Melegnano il problema della casa è particolarmente grave. Serve una
nuova politica della casa basata su un approccio sistemico, per passare dall’emergenza alla
programmazione degli interventi. Le iniziative da porre in atto prenderanno in considerazione sia
gli interventi strutturali di edilizia sovvenzionata, agevolata e convenzionata (con forme di housing
sociale, in case ad alta efficienza energetica e “bolletta zero”, per le giovani coppie, anziani, ceti
meno abbienti) sia le azioni sociali di sostegno al pagamento dell’affitto per le categorie più deboli,
sia incentivi tributari per gli affitti in equo canone e disincentivi per le case sfitte, la cui
consistenza andrà verificata. Si dovrà affrontare il problema degli sfratti, che colpiscono
maggiormente la popolazione anziana. Nel contesto delle trasformazioni urbanistiche sarà
opportuno recuperare la positiva pratica che consente al Comune, attraverso le convenzioni
urbanistiche, di acquisire quote di appartamenti da destinare ad affitto calmierato o in proprietà
(o in denaro o in volumetrie) da destinare alla costruzione di nuove abitazioni comunali. Diverse
sono le forme, anche sperimentali, per attivare innovative politiche per la casa. Occorre valutare la
possibilità di gestire e mettere a reddito il patrimonio edilizio residenziale del Comune, anche con
forme di gestione immobiliare affidate a terzi, fondazioni o enti no profit già operanti nel settore e
in grado di accompagnare l’aspetto gestionale a elementi di attenzione sociale. Il patrimonio Aler è
un elemento importante in città e andrà prontamente reso accessibile e funzionante in tutte le sue
disponibilità. Nonostante la differente gestione degli edifici Aler esistenti, il Comune, in
collaborazione con l'Agenzia stessa, dovrà attuare progetti di miglioramento e riqualificazione degli
spazi urbani per il decoro e la vivibilità degli abitanti. Per attuare le politiche della casa in forma
integrata si rende necessaria l’istituzione di un Ufficio Casa, capace di raccogliere le istanze e le
richieste dei cittadini in materia abitativa e di coordinare la propria attività con quella delle
agenzie sindacali degli inquilini e dei piccoli proprietari del territorio. Va valutata la possibilità di
accorpare, in un unico assessorato, le competenze in materia abitativa.
Volontariato e no profit - Nella logica della collaborazione e della partecipazione, compito del
Comune è coinvolgere il mondo del volontariato, dell’associazionismo e del no profit, secondo
progettualità innovative, in una logica di bene comune e di miglior utilizzo e ottimizzazione delle
risorse. Dalla sinergia tra Comune e no profit sono nate iniziative di cui la città ha potuto
beneficiare (iniziativa “rEstate in città” del 2005). E’ utile che il Comune sia al loro fianco, oltre
che per sostenerne le varie attività, anche per sensibilizzare i cittadini verso la cultura del
volontariato, leva e forza di una comunità solidale che si prende cura di chi è nel bisogno e, più in
generale, che si pone al servizio di se stessa, migliorandone le condizioni di vita.
I comitati di quartiere - I Comitati di quartiere sorti in città manifestano ormai una presenza
consolidata in grado di assolvere il ruolo d’interlocuzione con l’amministrazione comunale. Tale
presenza può implementarsi qualitativamente assumendo un ruolo di “guardiani sociali”, capaci
di registrare e quindi, di segnalare, i problemi di persone e famiglie che, per vergogna o dignità,
non si rivolgono alle istituzioni per affrontare e risolvere le loro difficoltà.

5. IL FUTURO DELLA CITTA'
Le modifiche degli ultimi anni della struttura demografica, economica e sociale della città pongono
problemi nuovi all'amministrazione della città per quanto riguarda i servizi pubblici sociali,
scolastici, educativi, culturali. Il Piano di governo del territorio, nonostante i consistenti studi di
settore, non scioglie i nodi connessi allo sviluppo recente e futuro della città. Il Piano dei servizi
collegato al Pgt va infatti rivisto alla luce della "cura dimagrante" cui il Piano stesso deve essere
sottoposto. Occorre riprendere          e valutare le conclusioni del Piano urbano del traffico,
commissionato e mai attuato dall'attuale amministrazione comunale. Occorre puntare con forza,
coraggio e innovazione alla mobilità sostenibile.
Il Pgt e la cura dimagrante - Tra le prime cose cui la nuova amministrazione dovrà mettere
mano vi sarà la revisione del Piano di governo del territorio da poco approvato. La nuova
amministrazione dovrà mettere subito in campo una variante al Pgt e, qualora avviato, bloccare
l'accordo di programma relativo alla zona Ovest e le altre procedure attuative avviate (Suap). Il
nuovo Pgt dovrà prevedere una drastica riduzione delle trasformazioni in gioco, delle volumetrie e
del numero di abitanti da insediare. Si dovrà pertanto puntare, pur con indici di trasformazione
inferiori a quelli previsti dal Pgt vigente, alla riqualificazione urbanistica del centro storico e della
città edificata, ed evitare la trasformazione in zone non idonee (Calvenzanino) o parzialmente
compromesse (Pallavicina). Il nuovo Pgt dovrà salvaguardare il commercio di vicinato e puntare a
valorizzare il centro commerciale all'aperto esistente. Il "Parco della Grande Melegnano", così
definito nel Pgt, quale opera di compensazione ambientale della tangenziale est esterna, dovrà
essere localizzata nell'ansa sud del fiume Lambro, in zona Giardino, non più a ridosso del confine
con il comune di Cerro al Lambro. Dovrà essere rivisto anche il Piano dei Servizi del Pgt, alla luce
delle modifiche da apportare al Piano vigente.
Regolamento edilizio - Tra i primi provvedimenti che il nuovo Consiglio comunale dovrà
assumere, vi sarà quello di approvare il nuovo Regolamento edilizio comunale, fermo da due anni.
Il Regolamento dovrà essere integrato per quanto riguarda gli aspetti connessi alla gestione
sostenibile della risorsa idrica, oggi mancanti.
Le infrastrutture, tra autostrade e congestione - Altro tema connesso al futuro della città ha a
che fare con le imponenti opere infrastrutturali che riguarderanno il Sud Milano e Melegnano in
particolare. Il riferimento riguarda la realizzazione della tangenziale est esterna e delle opere di
connessione viabilistica. Il territorio verrà modificato in profondità. Al di là delle valutazioni
politiche circa l'opportunità realizzativa dell'opera autostradale e considerata la cogenza normativa
di tali opere, il quadro infrastrutturale connesso all'Accordo di programma della tangenziale est
esterna ridisegnerà il territorio del Sud Milano e del melegnanese. Occorrerà prestare grande
attenzione a ciascuna delle opere previste per quanto concerne le soluzioni viabilistiche, le
mitigazioni e le compensazioni ambientali, la cantierizzazione delle opere, la trasparenza degli
appalti pubblici, la sicurezza dei luoghi di lavoro e la lotta alle infiltrazioni malavitose e mafiose.
La viabilità extraurbana - Tra le opere prioritarie da realizzare, tra quelle ricomprese nella
viabilità di connessione della Tem, il Comune dovrà dare prevalenza e priorità al collegamento a
Nord, tra le provinciali Cerca e Binasca, ricercando le soluzioni tecniche più idonee a mitigarne e a
compensarne l'impatto, prestando grande attenzione alle abitazioni della zona Montorfano e delle
aree delicate circostanti. In relazione alla criticità del nodo viabilistico di Melegnano, si ritiene
necessario realizzare anche le altre opere viabilistiche previste dall'Accordo di Programma: la
variante alla Santangiolina e la complanare a sud, nei comuni di Vizzolo Predabissi e Cerro al
Lambro, per la cui realizzazione si dovrà prestare grande attenzione alla riduzione degli impatti
ambientali e paesaggistici, anche attraverso il contenimento dimensionale delle opere previste. In
relazione alla volontà di procedere alla variante del Pgt vigente e, conseguentemente, alla
riduzione delle previsioni di trasformazione urbanistica della zona Ovest, si impone anche la
revisione dell'assetto viabilistico complessivo proposto dallo studio di fattibilità già realizzato.
Nell'immediato, occorre un accordo con Provincia e comune di Cerro al Lambro per la
sistemazione dell'incrocio Santangiolina-via Giardino e la sua trasformazione in rotatoria. Serve
anche rivedere la soluzione viabilistica contenuta nel Piano integrato di intervento Costigé per
quanto riguarda la sistemazione viabilistica tra la statale Emilia e le vie Carmine e Montorfano, al
fine di eliminare l'incrocio semaforico e dotare lo stesso di una rotatoria di dimensioni adeguate ai
flussi di traffico attuali. Occorre anche valutare la sostituzione con una rotatoria dell'attuale
incrocio semaforizzato tra la statale Emilia e le vie Battisti e Vecchia Cerca per Colturano. In tutti
i casi citati, occorre garantire la transitabilità pedonale e la ciclabile.
Le soluzioni sopra indicate dovranno trovare verifica nel Piano urbano del traffico non ancora
adottato, da sottoporre a rivisitazione in relazione ai presenti contenuti programmatici.
L'Osservatorio mobilità sostenibile - In relazione alla realizzazione delle nuove infrastrutture
autostradali e viabilistiche, allo sviluppo della mobilità sostenibile e alla necessità di governare la
mobilità in una logica intercomunale e di area vasta, il Comune propone l'Osservatorio mobilità
sostenibile (Oms) da condividere con i comuni di Carpiano, Cerro al Lambro, Colturano, Dresano,
San Zenone al Lambro e Vizzolo Predabissi. All'interno di tale ambito si dovrà anche verificare il
coordinamento stabile, dove esistono, dei mobility manager aziendali, allo scopo di ottimizzare gli
spostamenti di merci e persone.
La viabilità urbana - Occorre mettere a punto provvedimenti e strumenti di governo della viabilità
(il Piano urbano del traffico), che vadano nella direzione della sicurezza stradale, della riduzione
del traffico veicolare di attraversamento e della moderazione del traffico in ambito locale. Serve
sbloccare al più presto i vincoli esistenti alla realizzazione del collegamento viabilistico tra via
Pertini e piazza 25 Aprile, collegamento che consentirà una modifica complessiva della viabilità
interna, comprese le vie Conciliazione e Castellini. Occorre mettere in campo soluzioni innovative
e a basso costo per la risoluzione di alcuni nodi viabilistici esistenti in città (così come in parte
indicato nelle proposte di Melegnano mobilty e dei Comitati quartiere cittadini) e, soprattutto, in
relazione alle analisi e alle proposte contenute nel Piano urbano del traffico predisposto.
La mobilità sostenibile - Dobbiamo liberarci dalla morsa del traffico che attanaglia il centro
abitato puntando sulla mobilità sostenibile, quella basata sull'uso sempre più spinto dei mezzi
pubblici e della mobilità cosiddetta ciclistica. Il nostro Comune dispone di una risorsa importante,
ma ancora poco conosciuta e sfruttata come il Servizio ferroviario suburbano, che ci unisce al
centro di Milano in venti minuti. Dobbiamo far conoscere tale potenzialità a tutti i melegnanesi
affinché gli spostamenti avvengano sempre meno con il mezzo privato e sempre più con quello
pubblico. Infine, in relazione alle norme regionali del trasporto pubblico locale che prevedono la
creazione di Agenzie territoriali, il Comune dovrà valutare, nella logica della programmazione
sovracomunale, la possibilità di un servizio integrato di trasporto pubblico di area urbana
(Melegnano, Carpiano, Cerro al Lambro, Colturano, Dresano, Vizzolo Predabissi...) connesso al
servizio ferroviario metropolitano S1.
La rivoluzione delle due ruote - In città dobbiamo sempre più favorire gli spostamenti sulle due
ruote, garantendo sicurezza e facilità di movimento a pedoni e ciclisti e fornendo servizi efficienti.
Occorre aggiornare e attuare il Piano della ciclabilità vigente, garantendo investimenti certi ogni
anno, e fare manutenzione ai percorsi esistenti. Serve riprendere il lavoro tra i Comuni vicini per
connettere le ciclabili ora non collegate e per favorire la mobilità intercomunale, anche con la
collaborazione delle associazioni ciclo-ambientaliste.
Zone a traffico limitato, moderazione del traffico, zone 30, sicurezza stradale - Occorre
ripristinare i controlli nella zona a traffico limitato del centro cittadino nelle giornate di mercato,
ampliandone la superficie e gli orari. Serve aumentare la pedonalità della città attraverso la
chiusura al traffico privato nelle giornate di sabato e domenica pomeriggio e nelle serate estive;
occorre trasformare piazza Garibaldi in una piazza pedonale. Occorre garantire condizioni di
sicurezza di diverse vie cittadine attraverso interventi di moderazione del traffico. Occorre
ampliare le “zone 30”, ridurre le zone “50” nel quadro di un Piano urbano del traffico ispirato alla
mobilità dolce. Va proseguito il progetto “La strada a piccoli passi”, con laboratori dedicati a tutta
la popolazione scolastica, dando al progetto stesso concreta attuazione.
La sosta veicolare - Indipendentemente dal Piano della sosta veicolare annunciato dal
centrodestra, piano che rimane ancora un'incognita, si conferma la validità del Piano vigente e se
ne propone un aggiornamento teso ad adeguarlo alle reali necessità. Ciò dovrà avvenire attraverso
l'ampliamento delle zone a pagamento (blu), la garanzia della sosta dedicata ai residenti (giallo), la
verifica della gestione della sosta nelle vie di recente realizzazione e non disciplinate e il
decentramento progressivo della sosta parassitaria. Va aumentata l'offerta di sosta in prossimità
della stazione ferroviaria, verificata la fattibilità della sosta in zona Maiocchetta e migliorata
l'accessibilità e l'informazione ai parcheggi di corona esistenti, per i quali occorre verificarne il
collegamento con il servizio di trasporto pubblico locale. Per evitare il fenomeno della sosta
selvaggia. occorre definire la disciplina della sosta veicolare anche nelle ore serali.

6. LE POLITICHE AMBIENTALI: C'E' BISOGNO DI SOSTENIBILITA'
L’ambiente e il territorio devono essere considerati beni primari appartenenti alla comunità.
Compito dell’amministrazione è quello di difenderli e contribuire a consegnarli alle prossime
generazioni senza peggiorarne le condizioni, cercando anzi di aumentare l’integrità naturale di
aria, acqua e terra, di tutelare le aree oggi non urbanizzate e di migliorare le condizioni di vita
delle città. Vivibilità e sostenibilità non devono essere parole vuote, ma concretizzate attraverso
provvedimenti amministrativi: revisione del Pgt vigente (con la contestuale integrazione del Paes -
Piano d’azione energia sostenibile - e le azioni promosse nel contesto del Patto dei Sindaci),
limitando il consumo di suolo, il numero di abitanti previsti, l’urbanizzazione e le nuove
costruzioni; promozione della pedonalità, della ciclabilità, delle zone a traffico limitato, dei
trasporti pubblici; misure per il risparmio e l'efficienza energetica degli edifici pubblici e privati,
per la sostenibilità in edilizia e per la diminuzione delle emissioni; realizzazione di parchi urbani e
aree verdi; concezione della città come luogo della comunità, che ponga come centrale la vita dei
cittadini. Per quanto concerne i rapporti sovra comunali, Melegnano deve puntare sulla
costituzione della Città metropolitana e sulla centralità del territorio melegnanese.
Energia, fattore di cambiamento - Serve alla nostra città, come alle città italiane, una
rivoluzione in campo energetico. L'energia deve essere fattore di innovazione, investimento, lavoro,
occupazione, oltreché di miglioramento ambientale e di lotta alle emissioni climalteranti. La lotta
ai cambiamenti climatici deve partire dalle città. Anche la nostra. Non basta il ruolo guida del
Comune, occorre che l'intera comunità melegnanese, in tutte le sue componenti (condomini,
amministratori, proprietari, imprese, progettisti...), sia coinvolta in questa nuova sfida. Il
risparmio energetico, la produzione di energia, l'efficienza energetica di abitazioni e impianti
produttivi è fattore decisivo di cambiamento e di innovazione. Melegnano deve diventare, come
indica il PAES comunale (il Piano d'azione per l'energia sostenibile), città impegnata nella lotta ai
cambiamenti climatici e capace di rispettare l'obiettivo europeo di 20/20/20 entro il 2020. Case
passive, a emissioni zero (o Nearly zero-energy building, come impongono le direttive europee nel
2019 per gli edifici pubblici e nel 2021 per quelli privati), edifici capaci di autoprodurre energia
(con mini impianti fotovoltaici, geotermici e di cogenerazione, a bio-masse, mini eolico,), in
particolare nella realizzazione di interventi di housing sociale (modello di quartiere di 90 famiglie a
Puoi anche leggere