Borse Lavoro ENPAP svelano il segreto di pulcinella
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Borse Lavoro ENPAP svelano il segreto di pulcinella Il bando ENPAP per le Borse Lavoro prevede 5mila euro per ogni collega che avrà i requisiti e vorrà partecipare ad un protocollo strutturato di interventi psicologici rivolti alla cittadinanza. Come per tutti i nuovi progetti non mancano alcune polemiche, sulle quali esprimo il mio pensiero. “Gli psicologi pagano gli psicologi per lavorare” Questa è la cosa più banale che ho sentito e fa la coppia con “ENPAP non si deve occupare di questi temi ma deve solo preoccuparsi di previdenza ed assistenza”. Non è così perché il progetto si rivale sul 2% che mettiamo in fattura, che tecnicamente viene riscosso dai clienti (e quindi i cittadini privati), ma il tema è più ampio e politico. Con le “borse lavoro” ENPAP sta agendo sul lavoro: dopo previdenza e assistenza nel sistema contributivo diventa fondamentale il sostegno al lavoro. Le politiche di ENPAP vanno nella direzione di incidere sull’ampliamento delle possibilità di occupazione degli psicologi e delle psicologhe (quasi esclusivamente liberi professionisti), perché il maggior guadagno di oggi si traduce nella maggior pensione di domani. ENPAP ha tutto l’interesse nel portare avanti politiche a sostegno del lavoro per creare le condizioni per l’aumento dell’introito economico degli psicologi e delle psicologhe, e a parer mio lo sta facendo bene! Anzi, tecnicamente ENPAP ha più interesse specifico del CNOP (il nostro Ordine Nazionale) che ha come mandato di legge la tenuta degli albi, la cura della deontologia e dell’osservanza
delle leggi e dialoga con la politica a livello nazionale (la tutela della professione è demandata agli ordini regionali). L’istituzione delle borse lavoro è uno dei progetti di buone prassi che impattano sulla percezione di utilità della psicologia nella cittadinanza e nei decisori delle politiche per la salute e il benessere. Progetti che hanno le potenzialità di aumentare il riconoscimento delle attività psicologiche, in questo caso libero professionali, come utili “strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona” (legge 56/89). Se non si è in grado di inserire il progetto “borse lavoro” in questo quadro di riferimento, tutte le critiche risultano sterili, anzi, dannose. “Il progetto prevede di far fare psicoterapia ai non psicoterapeuti.” Questa polemica mi pare più articolata e riguarda tutta la professione. Per stroncarla basterebbe leggere il bando, che distingue bene non solo gli interventi degli psicologi da quelli psicoterapeutici, ma anche la diversa formazione a cui queste due categorie accederanno. Ma allora perché questa critica? La questione rimanda alla differenza di fatto tra “psicoterapia” e “psicologia clinica”. La legge 56/89 non dice nulla a riguardo se non che la psicoterapia la effettuano gli psicoterapeuti. Lo psicologo, senza essere psicoterapeuta, già lavora in svariati contesti delicati come le scuole, forse in futuro come psicologo di base e nelle emergenze a trattare il DPTS; rimane la questione nodale di quando un atto di “sostegno psicologico” diviene “psicoterapia”.
La risposta apre a diverse interpretazioni. Al di là dei vari arzigogolati ragionamenti teorici, nei fatti quando l’utilizzo di tecniche psicologiche diviene trattamento psicoterapeutico? Dal punto di vista deontologico non ho mai visto una sanzione a un/una collega che abbia fatto psicoterapia senza essere abilitato/a. Se ne avete traccia avvisatemi che sarei interessato a leggere le motivazioni. La psicoterapia è introdotta come specializzazione degli psicologi nel momento in cui la legge 56/89 ha definito la professione degli psicologi. Il motivo reale è stato far partecipare alle “cure” psicologiche anche i medici e assimilare la specializzazione ai percorsi delle specializzazioni mediche già presenti. Il concetto di “cura” crea la differenza, e infatti alcuni assumono che la psicoterapia “cura” (e la psicologia no) nel momento in cui si agisce su una chiara diagnosi “medica”, cioè modello DSM o ICD. Ma noi psicologi sappiamo dalla nostra pratica quotidiana (psicoterapeuti e non psicoterapeuti) che la barriera tra una diagnosi e disagio personale passa solo dalle carte intestate degli operatori sanitari. Sappiamo anche che quando si lavora con un paziente si lavora su tutto l’ecosistema-persona e distinguere gli elementi patologici in senso medico- diagnostico da quelli che non la riguardano è un esercizio da teorici del nulla. Sappiamo anche che ciò che fa la differenza sulla capacità di attuare dei percorsi di sostegno efficace o di cura è l’esperienza dello psicologo o della psicologa, e sicuramente, chi ha fatto la specializzazione in psicoterapia ha 4 anni di esperienza strutturata in più rispetto chi non l’ha svolta, ma credo che dopo diversi anni di attività la differenza si assottigli, se non svanisca del tutto. Le critiche che sono state poste al protocollo delle “borse
lavoro” nascono, in verità, dal fatto che il protocollo ha alzato il velo sottile e trasparente che ricopre la psicoterapia ed è andato a toccare gli interessi di alcune scuole (private, sigh!) che sopravvivono al riparo di questo velo sentendosi garanti di una impostazione teorica che solo loro possono certificare. Siamo di fronte a un sistema complesso, che ha creato un meccanismo contorto prima per salvare gli interessi dei medici, poi quello delle scuole e che si è sempre avvantaggiato dietro la certificazione di “psicoterapia” che era ed è necessaria soprattutto per i concorsi pubblici. Ma quando questa esce dall’amministrazione pubblica, che vive di burocrazia, allora il sistema non regge e iniziano le critiche. Critiche confermate da tutti quei colleghi che hanno fatto tanti sacrifici per specializzarsi (in questo caso in CBT) e che vedono nel bando “borse lavoro” un pericolo al loro status (perché è questo quello dello psicoterapeuta, non un ruolo) faticosamente guadagnato. Ecco, allora la risposta sta proprio qui, prevedere nel bando delle borse lavoro ENPAP anche gli psicologi non psicoterapeuti ha tolto la velina a un sistema della psicoterapia che in 30 anni è stato il detentore dell’intervento psicologico (le università forniscono spesso solo nozioni teoriche) e ora si svela il segreto di pulcinella: all’atto pratico, per gli psicologi già formati, basta avere protocolli e una buona supervisione per poter affrontare le ansie e le depressioni, senza tirarla lunga più di tanto. E buona pace per quelle scuole che pensano di sopravvivere grazie alla carta bollata della psicoterapia necessaria per accedere al sistema pubblico, e un augurio di pronta collaborazione a tutte le altre scuole di specializzazione che vogliono vivere di formazione di qualità addestrando a trattamenti basati sull’evidenza.
Pari Opportunità in ENPAP: da sempre tra le nostre priorità [Per praticità di lettura le cifre sono arrotondate nell’articolo, per i decimali si rimanda alle fonti https://www.enpap.it/trasparenza/bilanci/ ] RIPRENDIAMO QUALCHE DATO DI DEMOGRAFIA PROFESSIONALE: La popolazione di ENPAP è composta da una maggioranza femminile. Negli anni questa predominanza numerica si è via via ampliata e rafforzata tanto da arrivare a fine 2021 con circa 73.000 iscritti attivi di cui 12.000 uomini (17%) e 61.000 donne (83%). Le psicologhe aumentano in numero assoluto e in proporzione rispetto agli uomini: questo trend fa presagire che nel futuro prossimo la nostra categoria sarà quasi totalmente al femminile. Niente di nuovo sotto il sole: il trend è noto e consolidato anche se a qualcuno certo può essere sbadatamente sfuggito. Fortunatamente non è sfuggito a noi di AltraPsicologia che siamo in ENPAP da quasi 10 anni e che abbiamo pertanto attuato numerosissime iniziative – quasi esclusivamente – rivolte al sostegno delle colleghe. Lo facciamo perché i redditi netti medi delle colleghe sono sempre in media inferiori del 30% rispetto a quelli dei colleghi: nel 2021 siamo a 13.000 euro delle donne, a fronte
dei 19.000 euro degli uomini. Il nostro obiettivo come ente di previdenza e assistenza è garantire una pensione dignitosa agli iscritti e alle iscritte e per questo motivo ci muoviamo sistematicamente – dati alla mano – per sostenere le donne nell’arco della loro intera vita professionale e personale, allargando il sostegno alle loro famiglie. Cosa abbiamo fatto e cosa facciamo per le Pari Opportunità nella nostra professione a sostegno delle psicologhe iscritte a ENPAP? – Sul fronte WELFARE E SERVIZI, solo nel 2021 abbiamo ricevuto ed evaso circa 3.400 domande assistenziali, tra indennità di malattia o infortunio, borse di studio, contributo per mutui. Abbiamo introdotto anche la gravidanza a rischio tra le malattie indennizzabili, cosa che prima non era prevista. – Su un totale di 4 milioni di euro spesi per queste forme di assistenza, più di 3 milioni di euro sono andati a colleghe e 630 mila euro a colleghi. – In percentuale: l’85% delle indennità di malattia/infortuni, l’87% delle borse di studio e l’80% dei contributi mutui. – Sempre nel 2021, abbiamo erogato quasi 2000 Indennità di Maternità per un controvalore di 12 milioni di euro. Diamo un minimo di 5.000 euro e abbiamo ridotto i tempi di erogazione a meno di 90 giorni (contro i 120 gg che garantisce INPS) per facilitare maggiormente le colleghe nel periodo più complesso e spesso di maggiore inattività professionale. – Da alcuni anni mettiamo a disposizione delle iscritte in gravidanza una copertura chiamata “Pacchetto Maternità” che l’Ente finanzia con 600 mila euro l’anno, e che prevede visite ed esami gratuiti per un controvalore di 2000 euro circa. – Per facilitare l’assistenza ai familiari, sgravando le
colleghe donne che tipicamente sono quelle su cui il carico di cura familiare pesa maggiormente, da qualche anno abbiamo modificato la forma di assistenza sull’inabilità, estendendola ai coniugi e familiari degli iscritti attivi riconoscendo un contributo economico sulla spesa sostenuta per la retta annuale di RSA o per l’assistenza domiciliare. – Un’altra forma di assistenza, lo stato di bisogno, copre in prevalenza i casi di madri con figli in condizione di grave malattia, a cui cerchiamo di dare un sostegno economico in un momento di forte sofferenza e difficoltà. – Sul fronte delle attività formative e informative, mi limito a ricordare l’iniziativa, tra quelle svolte in presenza e on line, più lunga “Psicologia e Impresa: trasforma la tua idea di business in impresa”, che è durata 5 edizioni (l’ultima nel 2021) e offriva alla fine del percorso una consulenza gratuita personalizzata per la costruzione della propria attività imprenditoriale. Questo corso ha visto attivi più di 1700 partecipanti, di cui 1325 (il 78%) sono colleghe. – Un’iniziativa precedente, specificamente dedicata all’imprenditorialità femminile, “Psicologhe: che impresa!”, ha visto protagoniste le psicologhe chiamate in una call a raccontare le loro imprese professionali e le migliori sono state premiate con un corso specifico di alta formazione del sole 24Ore. Le loro esperienze sono state raccolte in un ebook reperibile sul sito qui https://www.enpap.it/ebook-call-imprenditoria-femminile-psicol oghe-che-impresa/. Questa, come altre attività svolte (https://www.enpap.it/servizi-per-te/corsi-eventi-enpap/), ha lo scopo di stimolare il processo imprenditoriale, sostenere concretamente offrendo il know-how per implementare la propria professione sia in termini di mercato che di apertura a nuovi ambiti di lavoro. – Nell’ assegnazione di patrocini onerosi agli eventi abbiamo inserito il criterio di equa rappresentanza dei generi fra chi
relaziona. LE PARI OPPORTUNITÀ IN ENPAP PRENDONO IN CONSIDERAZIONE SOLO LE DONNE? Ovviamente no! Mi fa piacere ricordare che il tema delle Pari Opportunità riguarda il rimuovere gli ostacoli connessi al genere, disabilità, età, orientamento sessuale, razza e origine etnica, etc.., che impediscono alle persone una piena partecipazione alla vita economica, politica e sociale: questo è un principio giuridico che in ENPAP abbiamo molto a cuore. Infatti negli Investimenti abbiamo adottato dei criteri ESG* per le politiche di investimento molto stringenti: tra questi vi è quello della Parità di Genere, ma non solo. In altre parole, valutiamo dove investire il denaro degli iscritti anche in merito alle politiche e alle pratiche rispettose della parità tra uomo e donna sia nel lavoro che nelle politiche retributive e al rispetto dei diritti civili e politici, privilegiando le imprese impegnate nella realizzazione della piena ed effettiva partecipazione e pari opportunità di leadership a tutti i livelli del processo decisionale aziendale e non investendo in stati che non garantiscono il rispetto dei diritti umani, la libertà religiosa, la libertà di espressione e di associazione. (* cosa sono i criteri ESG per gli investimenti? Acronimo di Environmental (Ambiente), Social (Sociale) e Governance, significa in parole povere che in ENPAP cerchiamo di evitare di mettere i soldi degli iscritti in investimenti che impattano negativamente sull’ambiente, che non rispettano i diritti umani, le corrette condizioni di lavoro e non superino ogni forma di discriminazione, e il cui governo non rispetti la meritocrazia, l’etica contributiva, le politiche di diversità, etc..) – Da novembre 2021 il sito di ENPAP è stato implementato con un’interfaccia che garantisce a tutti la piena accessibilità
alle informazioni e ai servizi e la sua grafica è stata resa utilizzabile anche da persone ipovedenti oppure portatrici di epilessia, disabilità cognitiva, ADHD. – Nel bando Borse Lavoro di prossima indizione, daremo più punteggio in graduatoria per accedere alla borsa a chi ha avuto maternità (e paternità) e questa è prassi sempre più consolidata nei nuovi bandi. Tutti i bandi dell’Ente saranno rimodulati nei punteggi per superare i gap di accesso al beneficio dando più punti ai giovani e a quelli che provengono da regioni dove ci sono meno iscritti. – Ad Aprile 2022 sarà ufficializzata l’apertura di un Tavolo Tecnico sulla Disabilità e sono in programma numerose iniziative volte a incontrare i colleghi disabili, raccogliere esigenze e bisogni e sensibilizzare l’intera categoria su questa tematica. – Entro fine 2022, partirà un’indagine interna alla categoria su “La vita delle Psicologhe e degli Psicologi” che ha come obbiettivi quelli di conoscere la condizione di vita personale e professionale, i vissuti e le visioni dei colleghi, raccogliere informazioni sulle strategie di conduzione della loro professione, il contesto sociale e le valutazioni sul proprio posizionamento, individuando sia gli elementi che hanno favorito la loro crescita ma anche quelli che la stanno ostacolando. Sarà un’opportunità di riflessione e farà scaturire ulteriori progettualità concrete per le scelte politiche, previdenziali e assistenziali di Enpap, come già avvenuto per le precedenti ricerche (https://www.enpap.it/ebook/#professionipsicologiche e https://www.enpap.it/ebook/#IndagineMercatoPsicologiaItalia). In ENPAP abbiamo sempre sotto gli occhi i dati riferiti ai nostri iscritti e alle nostre iscritte, nel corso degli anni. Raccogliamo e produciamo costantemente dati da consultare per prendere decisioni. Parliamo e interagiamo con i colleghi tutti i giorni, gli uffici dell’ente in primis, e raccogliamo
i bisogni di tutti e tutte. Tutto questo lavoro di ricerca è visibile e pubblicato, per chi, tra gli iscritti o tra i rappresentanti istituzionali, avesse il desiderio e la volontà. Basta semplicemente armarsi di occhiali da lettura e … leggere. ECCO ALCUNE PICCOLE BUONE BASI DA CUI PARTIRE: “I Bilanci di ENPAP” https://www.enpap.it/trasparenza/bilanci/ un Must-Read per essere sempre aggiornati sui più recenti dati economici dell’Ente basati sui redditi professionali dei colleghi e farsi così una vera idea dei bisogni della categoria, senza improvvisare. “Demografia, redditi e trend degli Psicologi italiani” https://www.enpap.it/DOC/Ebook_ENPAP_Demografia_luglio2019.pdf Un ritratto della popolazione dei libero professionisti Psicologi in Italia, sulla base dei più recenti dati disponibili. “Professione Psicologica e Condizione Femminile in Italia” https://www.enpap.it/DOC/4-book-ENPAP.pdf Un punto di partenza per approfondire e rispondere alle necessità peculiari delle Iscritte ENPAP. La strada è ancora lunga da percorrere e c’è bisogno dell’impegno di tutta la comunità professionale, delle sue istituzioni, i suoi rappresentanti e le sue rappresentanti e tutti i colleghi e le colleghe, per dare davvero a tutti e a tutte pari opportunità.
ENPAP: la bufala delle spese aumentate Bufale sull’ENPAP. Dopo tanti anni, ho imparato a guardarle con simpatia. Sono sempre un’occasione per fare chiarezza, per quanto grottesche. In questo caso la bufala è che le spese di gestione di ENPAP sarebbero aumentate. Addirittura di un terzo nell’ultimo anno. Ovviamente è un’idiozia. Ho estratto i dati dai bilanci consuntivi pubblicati sul sito di ENPAP (>VEDI) Dal 2013, da quando amministriamo ENPAP: (1) le spese non sono aumentate, ma rimaste costanti nonostante la crescita dell’ENPAP. Spendiamo attorno ai 7 milioni di euro nonostante l’aumento di iscritti, di dipendenti e di patrimonio. (2) la spesa pro-capite è diminuita da 150 euro del 2013 a 88 euro del 2020. Oggi su ciascuna iscritta e iscritto grava un costo di gestione quasi dimezzato rispetto a quando abbiamo iniziato. (3) l’utilizzo del contributo integrativo è diminuito: nel 2013 ne veniva consumato il 52%, nel 2020 solo il 29%, a tutto vantaggio di assistenza e aumento della riserva per le pensioni.
Ovviamente non è magia. Abbiamo solo migliorato l’efficienza di ENPAP. Anche attraverso l’informatizzazione, ma questo è banale. Ma spulciando lo storico dei bilanci ho scoperto anche i veri spendaccioni. Il picco massimo di spesa pro-capite è stato raggiunto nei 4 anni della gestione Costruire Previdenza (2009-2013), alias NoiENPAP (2017), alias l’attuale minoranza ‘Agire per ENPAP’. A questo punto mi permetto una chiosa inelegante: nel fare le pulci agli altri si è finiti per mostrare le proprie. Io non so se sperare nell’errore o nella malafede. In ogni caso la spending review andrebbe fatta sui compensi improduttivi dei consiglieri che non capiscono i bilanci, o li distorcono intenzionalmente. Non mi dilungo ulteriormente: meno chiacchiere e più dati. A seguire i grafici e la serie storica 2007-2020 delle spese di gestione, comparata al numero di iscritti e al contributo integrativo.
SERIE STORICA SPESE GESTIONE ENPAP: (fonte: bilanci consuntivi) CONSUNTIVO 2020: 7.182.381,44 euro 28,942% del contributo integrativo Iscritti: 80.831 Costo/iscritto: 88,8 euro CONSUNTIVO 2019: 7.475.558,63 euro 32,941% del contributo integrativo Iscritti: 77.156
Costo/iscritto: 96,88 euro CONSUNTIVO 2018: 7.337.030,46 euro 35,172% del contributo integrativo Iscritti: 72.548 Costo/iscritto: 101,133 euro CONSUNTIVO 2017: 7.109.636,71 euro 36,708% del contributo integrativo Iscritti: 68.425 Costo/iscritto: 103,9 euro CONSUNTIVO 2016: 7.228.459,71 euro 39,380% del contributo integrativo Iscritti: 64.432 Costo/iscritto: 112,18 euro CONSUNTIVO 2015: 7.002.737,11 euro 40,746% del contributo integrativo Iscritti: 60.764 Costo/iscritto: 115,24 euro CONSUNTIVO 2014: 6.924.882,35 euro 42,420% del contributo integrativo Iscritti: 56.744 Costo/iscritto: 122,03 euro CONSUNTIVO 2013: 8.009.604,97 euro 51,414% del contributo integrativo Iscritti: 52.476 Costo/iscritto: 152,63 euro CONSUNTIVO 2012: 6.608.331,70 44,576% del contributo integrativo Iscritti: 48.430 Costo/iscritto: 136,45 euro CONSUNTIVO 2011: 6.416.998,52 euro 45,819% del contributo integrativo
Iscritti: 44.212 Costo/iscritto: 145,14 euro CONSUNTIVO 2010: 4.615.948,01 euro 35,848% del contributo integrativo Iscritti: 40.837 Costo/iscritto: 113,03 euro CONSUNTIVO 2009: 4.812.098,88 euro 40,033% del contributo integrativo Iscritti: 37.337 Costo/iscritto: 128,88 euro CONSUNTIVO 2008: 4.049.978,26 euro 36,265% del contributo integrativo Iscritti: 34.152 Costo/iscritto: 118,58 euro CONSUNTIVO 2007: 3.406.342,38 euro 33,958% del contributo integrativo Iscritti: 30.893 Costo/iscritto: 110,26 euro LA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE ENPAP #StareBeneFareMeglio Raccontare il lavoro degli Psicologi per il benessere in pandemia Nella campagna #StareBeneFareMeglio, in partenza martedì prossimo, 11 Gennaio, ENPAP si occuperà di raccontare quanto gli Psicologi possono fare per il benessere psicologico delle persone nei diversi ambiti del loro quotidiano, per restituire
loro qualità di vita, soddisfazione, completezza, equilibrio in questo devastante contesto pandemico che ha messo a dura prova la Salute Mentale di tutti. La cronaca dei giorni scorsi ha raccontato come, pure in una fase drammatica come quella che stiamo vivendo, la Politica non abbia voluto investire sulla Salute Mentale dei Cittadini bocciando la proposta di facilitare l’accesso ai servizi di Psicologia professionale. Già nelle ricerche di mercato, condotte negli scorsi anni da ENPAP (le trovi nella sezione e-book del sito ENPAP), abbiamo rilevato come gli italiani percepissero difficoltà crescenti nel realizzare la propria autonomia e perseguire la propria autorealizzazione, in un contesto sociale fortemente permeato dalla precarietà in tutti gli ambiti di espressione umana. A questa precarietà pervasiva si accompagnavano vissuti intensi di incertezza verso il futuro, di impotenza nel padroneggiare quanto accadeva intorno a sé, di insufficienza rispetto alle richieste provenienti dal mondo esterno, di solitudine anche per l’impossibilità a sviluppare affetti e vicinanza con le persone intorno a sé. A ciò corrisponde, in maniera sempre più netta da parte dei Cittadini, l’attribuzione al professionista Psicologo della capacità di indicare la strada da perseguire per il proprio equilibrio. Proprio l’equilibrio psicologico è messo fortemente in discussione delle continue e travolgenti trasformazioni della nostra società, trasformazioni che la pandemia da COVID-19 ha ulteriormente amplificato e accelerato. E lo Psicologo, sempre di più, è chiamato ad esprimere la sua professionalità quale “specialista della Mente”, nella misura in cui sostiene ed aiuta la persona nella ricerca del proprio equilibrio, attraverso una azione emotiva che implica la comprensione della psiche (qui).
In questo contesto, ENPAP lancia il Progetto di Comunicazione #StareBeneFareMeglio. Abbiamo individuato alcune aree di funzionamento psicologico e sociale nelle quali le competenze di base di ogni Psicologo possono aiutare a trovare un equilibrio più soddisfacente nella vita di ognuno: Il miglioramento delle relazioni familiari; La capacità di prendere decisioni; Il Problem Solving; Il rapporto con la produttività sul lavoro; La gestione dei conflitti di coppia; La realizzazione di sé; La gestione dello stress. Le presenteremo, con un approccio solo apparentemente leggero, nelle diverse sezioni di uno spot video e le tratteremo, poi, nel corso di tre mesi di attività comunicativa che vedrà impegnati gli Psicologi italiani nel raccontare aspetti, poco noti ma sempre più importanti, del loro lavoro. L’intervento #StareBeneFareMeglio intende valorizzare il contributo che gli Psicologi possono dare al mantenimento della salute mentale nelle fasi intra e post-pandemia e vuole collegare i temi della perdita di benessere all’offerta di servizi con cui gli Psicologi sono in grado di corrispondere alla necessità di recuperare la qualità di vita e la salute persa. Poiché la pandemia ha messo al centro delle nostre interazioni il mondo iper-complesso di internet, per sviluppare questa campagna, ENPAP intende far leva sulla presenza online delle migliaia di colleghi liberi professionisti. Ogni settimana verranno quindi divulgati nuovi contenuti che i Colleghi potranno personalizzare, integrandoli con le loro esperienze e le loro specificità, per arrivare a contattare in maniera più puntuale i potenziali fruitori: quei Cittadini che in questi
mesi sono stati messi a dura prova dalle restrizioni e dagli sconvolgimenti legati alla pandemia. Chi vuole partecipare attivamente a questo grande impegno per la visibilità della nostra categoria professionale può iscriversi – oggi stesso – alla “Campagna ENPAP” direttamente dall’Area Riservata del sito dell’Ente (www.enpap.it). Oltre che essere protagonista attivo del percorso di valorizzazione del proprio lavoro, potrà così cominciare a mettere in pratica modalità efficaci per far conoscere ed apprezzare la propria attività. Dall’ 11 gennaio, infatti, ENPAP metterà a disposizione di coloro che si saranno Iscritti alla “Campagna” ulteriori risorse originali, per imparare a sviluppare post, grafici, meme e articoli efficaci, da pubblicare sul proprio sito o profilo professionale, e materiali speciali, per ispirarsi nel costruire e comunicare il proprio modo di essere Psicologi. Si comincia l’11 gennaio, dalle ore 11.00, in diretta sulla pagina Facebook dell’ENPAP e sulle pagine di tutti i Colleghi che vorranno condividere: sarà lanciato il video-clip della campagna e la conferenza stampa #StareBeneFareMeglio. Partecipiamo in tanti: la Psicologia Professionale ha bisogno di rendere visibile, sia ai Cittadini che alla Politica, l’utilità che può rendere al Paese in questa fase così particolare della sua vita. [RaccontiamoCIG] L’ultimo
bilancio ENPAP: verso la nuova consigliatura “Straordinario”. Quante volte abbiamo sentito questa parola da febbraio 2020… imparando che non sempre era una buona premessa. Un anno straordinario, uno sforzo straordinario, un decreto straordinario…frasi che stavano sempre a significare che sarebbe stata dura. Eppure nello scorso fine settimana ho assistito alla riabilitazione di una parola così passepartout nella frase del Presidente del Collegio dei Sindaci (quelli che ci controllano per dirla semplice) prima dell’approvazione del Bilancio Consuntivo Enpap 2020, quello di fine mandato per noi della Consigliatura 2017-2021. In un anno così difficile, avere un Bilancio normale è già un fatto straordinario Una frase che credo abbia riempito di orgoglio tutti coloro che alla trasformazione di questo Ente in qualcosa di efficiente, affidabile e innovativo hanno contribuito. So che la parola Bilancio non muove i cuori di noi psicologhe e psicologi come potrebbero fare altre: empatia, base sicura, alleanza terapeutica… Ma proviamo a prenderci 5 minuti per scoprire quanta empatia e quanta alleanza può esserci nei numeri di un bilancio! E’ tra queste cento pagine fitte di numeri che abbiamo potuto leggere come gli iscritti e le iscritte, con fiducia, hanno voluto continuare ad affidare le proprie speranze per il futuro ad un Ente che sentono ben amministrato. Ed infatti nel 2020 non solo i versamenti previdenziali sono stati regolari, ma ben il 14% degli iscritti, nonostante
l’anno di paure e incertezze generalizzate, ha deciso di versare una percentuale superiore al minimo dovuto. E quanta “empatia” rappresenta un Ente che ha potuto rispondere con solidarietà e tempestività all’emergenza economica e sanitaria, impegnando oltre 7 milioni di euro in diverse forme di interventi assistenziali: nel 2020 le richieste per malattia/infortunio sono raddoppiate, le richieste di contributo per stato di bisogno aumentate del 600%, e le altre forme solidaristiche (contributo di genitorialità, rimborsi interessi mutui…) sono state richieste in misura maggiore dagli iscritti. E a tutte le richieste si è potuto rispondere. In tutto questo, anche il far fronte ad un esborso di 78 milioni di Contributo Ultima Istanza per conto dello Stato, non ha minimamente messo a rischio la tenuta di una Cassa che ha nel tempo prudentemente dosato con equilibrio servizi ed accantonamenti. Si è riusciti persino ad avere dei risultati positivi negli investimenti finanziari, che verranno riversati sui montanti pensionistici di ciascuno di noi. Questi risultati sono stati per il gruppo di maggioranza, che sabato si è riunito per la seduta di chiusura di mandato, anche la fotografia di un lavoro costante e quotidiano, di confronto, di costruzione di rapporti, di trasmissione di competenze. Essere stati presenti, in riunione a distanza, e poter ascoltare con serenità e soddisfazione i dati del bilancio consuntivo 2020 ci ha resi orgogliosi del lavoro svolto ma soprattutto grati al personale dell’Ente: il Direttore, gli Uffici e tutti e 53 i dipendenti, che insieme al Presidente e al Consiglio di Amministrazione hanno tenuto la nave salda in questi mesi di mare in tempesta.
Molti di noi Consiglieri sono pronti ad iniziare un nuovo mandato, dato che il gruppo di Altrapsicologia è stato riconfermato alla guida dell’Ente per i prossimi 4 anni e ovviamente a breve vi racconteremo di un nuovo inizio. Ma oggi preme esprimere un ringraziamento sentito ai Consiglieri che terminano il loro mandato e che lasciano un’eredità di esperienza e competenza alle nuove forze entranti del gruppo di AltraPiscologia con cui vengono condivisi in continuità gli stessi valori. Quindi grazie a Chiara Santi, consigliera in CDA e ai Consiglieri CIG Alessandro Bartoletti, Federico Conte, Màrida D’Angelo, Mauro Grimoldi, Ersindo Nuzzo, Carmelo Panebianco, Gabriele Raimondi, Alessandro Spano, per tutto ciò che hanno contribuito a costruire in questi anni e di cui oggi abbiamo colto i frutti. Con questo spirito di gratitudine, soddisfazione, consapevolezza, il gruppo di Altrapsicologia in Enpap è pronto a cogliere le nuove importanti sfide che ci aspettano nella consigliatura del Post(speriamo)Covid.
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