Borse Lavoro ENPAP svelano il segreto di pulcinella

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Borse Lavoro ENPAP svelano il segreto di pulcinella
Borse Lavoro ENPAP svelano il
segreto di pulcinella
Il bando ENPAP per le Borse Lavoro prevede 5mila euro per ogni
collega che avrà i requisiti e vorrà partecipare ad un
protocollo strutturato di interventi psicologici rivolti alla
cittadinanza.

Come per tutti i nuovi progetti non mancano alcune polemiche,
sulle quali esprimo il mio pensiero.

 “Gli psicologi pagano gli psicologi per lavorare”

Questa è la cosa più banale che ho sentito e fa la coppia con
“ENPAP non si deve occupare di questi temi ma deve solo
preoccuparsi di previdenza ed assistenza”.
Non è così perché il progetto si rivale sul 2% che mettiamo in
fattura, che tecnicamente viene riscosso dai clienti (e quindi
i cittadini privati), ma il tema è più ampio e politico.

Con le “borse lavoro” ENPAP sta agendo sul lavoro: dopo
previdenza e assistenza nel sistema contributivo diventa
fondamentale il sostegno al lavoro.

Le politiche di ENPAP vanno nella direzione di incidere
sull’ampliamento delle possibilità di occupazione degli
psicologi e delle psicologhe (quasi esclusivamente liberi
professionisti), perché il maggior guadagno di oggi si traduce
nella maggior pensione di domani.
ENPAP ha tutto l’interesse nel portare avanti politiche a
sostegno del lavoro per creare le condizioni per l’aumento
dell’introito economico degli psicologi e delle psicologhe, e
a parer mio lo sta facendo bene!
Anzi, tecnicamente ENPAP ha più interesse specifico del CNOP
(il nostro Ordine Nazionale) che ha come mandato di legge la
tenuta degli albi, la cura della deontologia e dell’osservanza
Borse Lavoro ENPAP svelano il segreto di pulcinella
delle leggi e dialoga con la politica a livello nazionale (la
tutela della professione è demandata agli ordini regionali).

L’istituzione delle borse lavoro è uno dei progetti di buone
prassi che impattano sulla percezione di utilità della
psicologia nella cittadinanza e nei decisori delle politiche
per la salute e il benessere.
Progetti che hanno le potenzialità di aumentare il
riconoscimento delle attività psicologiche, in questo caso
libero professionali, come utili “strumenti conoscitivi e di
intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di
abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito
psicologico rivolte alla persona” (legge 56/89).
Se non si è in grado di inserire il progetto “borse lavoro” in
questo quadro di riferimento, tutte le critiche risultano
sterili, anzi, dannose.

 “Il progetto prevede di far fare psicoterapia ai non
 psicoterapeuti.”

Questa polemica mi pare più articolata e riguarda tutta la
professione. Per stroncarla basterebbe leggere il bando, che
distingue bene non solo gli interventi degli psicologi da
quelli psicoterapeutici, ma anche la diversa formazione a cui
queste due categorie accederanno.

Ma allora perché questa critica?

La questione rimanda alla differenza di fatto tra
“psicoterapia” e “psicologia clinica”. La legge 56/89 non dice
nulla a riguardo se non che la psicoterapia la effettuano gli
psicoterapeuti.
Lo psicologo, senza essere psicoterapeuta, già lavora in
svariati contesti delicati come le scuole, forse in futuro
come psicologo di base e nelle emergenze a trattare il DPTS;
rimane la questione nodale di quando un atto di “sostegno
psicologico” diviene “psicoterapia”.
La risposta apre a diverse interpretazioni.

Al di là dei vari arzigogolati ragionamenti teorici, nei fatti
quando l’utilizzo di tecniche psicologiche diviene trattamento
psicoterapeutico?
Dal punto di vista deontologico non ho mai visto una sanzione
a un/una collega che abbia fatto psicoterapia senza essere
abilitato/a. Se ne avete traccia avvisatemi che sarei
interessato a leggere le motivazioni.

La psicoterapia è introdotta come specializzazione degli
psicologi nel momento in cui la legge 56/89 ha definito la
professione degli psicologi. Il motivo reale è stato far
partecipare alle “cure” psicologiche anche i medici e
assimilare la specializzazione ai percorsi delle
specializzazioni mediche già presenti. Il concetto di “cura”
crea la differenza, e infatti alcuni assumono che la
psicoterapia “cura” (e la psicologia no) nel momento in cui si
agisce su una chiara diagnosi “medica”, cioè modello DSM o
ICD.

Ma noi psicologi sappiamo dalla nostra pratica quotidiana
 (psicoterapeuti e non psicoterapeuti) che la barriera tra una
diagnosi e disagio personale passa solo dalle carte intestate
degli operatori sanitari. Sappiamo anche che quando si lavora
con un paziente si lavora su tutto l’ecosistema-persona e
distinguere gli elementi patologici in senso medico-
diagnostico da quelli che non la riguardano è un esercizio da
teorici del nulla.
Sappiamo anche che ciò che fa la differenza sulla capacità di
attuare dei percorsi di sostegno efficace o di cura è
l’esperienza dello psicologo o della psicologa, e sicuramente,
chi ha fatto la specializzazione in psicoterapia ha 4 anni di
esperienza strutturata in più rispetto chi non l’ha svolta, ma
credo che dopo diversi anni di attività la differenza si
assottigli, se non svanisca del tutto.

Le critiche che sono state poste al protocollo delle “borse
lavoro” nascono, in verità, dal fatto che il protocollo ha
alzato il velo sottile e trasparente che ricopre la
psicoterapia ed è andato a toccare gli interessi di alcune
scuole (private, sigh!) che sopravvivono al riparo di questo
velo sentendosi garanti di una impostazione teorica che solo
loro possono certificare.

Siamo di fronte a un sistema complesso, che ha creato un
meccanismo contorto prima per salvare gli interessi dei
medici, poi quello delle scuole e che si è sempre
avvantaggiato dietro la certificazione di “psicoterapia” che
era ed è necessaria soprattutto per i concorsi pubblici. Ma
quando questa esce dall’amministrazione pubblica, che vive di
burocrazia,    allora il sistema non regge e iniziano le
critiche. Critiche confermate da tutti quei colleghi che hanno
fatto tanti sacrifici per specializzarsi (in questo caso in
CBT) e che vedono nel bando “borse lavoro” un pericolo al loro
status (perché è questo quello dello psicoterapeuta, non un
ruolo) faticosamente guadagnato.

Ecco, allora la risposta sta proprio qui, prevedere nel bando
delle borse lavoro ENPAP anche gli psicologi non
psicoterapeuti ha tolto la velina a un sistema della
psicoterapia che in 30 anni è stato il detentore
dell’intervento psicologico (le università forniscono spesso
solo nozioni teoriche) e ora si svela il segreto di
pulcinella: all’atto pratico, per gli psicologi già formati,
basta avere protocolli e una buona supervisione per poter
affrontare le ansie e le depressioni, senza tirarla lunga più
di tanto. E buona pace per quelle scuole che pensano di
sopravvivere grazie alla carta bollata della psicoterapia
necessaria per accedere al sistema pubblico, e un augurio di
pronta collaborazione a tutte le altre scuole di
specializzazione che vogliono vivere di formazione di qualità
addestrando a trattamenti basati sull’evidenza.
Pari Opportunità in ENPAP: da
sempre tra le nostre priorità
      [Per praticità di lettura le cifre sono
   arrotondate nell’articolo, per i decimali si
                 rimanda alle fonti
    https://www.enpap.it/trasparenza/bilanci/ ]

RIPRENDIAMO QUALCHE DATO DI DEMOGRAFIA PROFESSIONALE:
La popolazione di ENPAP è composta da una maggioranza
femminile.

Negli anni questa predominanza numerica si è via via ampliata
e rafforzata tanto da arrivare a fine 2021 con circa 73.000
iscritti attivi di cui 12.000 uomini (17%) e 61.000 donne
(83%).

Le psicologhe aumentano in numero assoluto e in proporzione
rispetto agli uomini: questo trend fa presagire che nel futuro
prossimo la nostra categoria sarà quasi totalmente al
femminile.
Niente di nuovo sotto il sole: il trend è noto e consolidato
anche se a qualcuno certo può essere sbadatamente sfuggito.
Fortunatamente non è sfuggito a noi di AltraPsicologia che
siamo in ENPAP da quasi 10 anni e che abbiamo pertanto attuato
numerosissime iniziative – quasi esclusivamente – rivolte al
sostegno delle colleghe.

Lo facciamo perché i redditi netti medi delle colleghe sono
sempre in media inferiori del 30% rispetto a quelli dei
colleghi: nel 2021 siamo a 13.000 euro delle donne, a fronte
dei 19.000 euro degli uomini.

Il nostro obiettivo come ente di previdenza e assistenza è
garantire una pensione dignitosa agli iscritti e alle iscritte
e per questo motivo ci muoviamo sistematicamente – dati alla
mano – per sostenere le donne nell’arco della loro intera vita
professionale e personale, allargando il sostegno alle loro
famiglie.

Cosa abbiamo fatto e cosa facciamo per le Pari Opportunità
nella nostra professione a sostegno delle psicologhe iscritte
a ENPAP?

– Sul fronte WELFARE E SERVIZI, solo nel 2021 abbiamo ricevuto
ed evaso circa 3.400 domande assistenziali, tra indennità di
malattia o infortunio, borse di studio, contributo per mutui.
Abbiamo introdotto anche la gravidanza a rischio tra le
malattie indennizzabili, cosa che prima non era prevista.

– Su un totale di 4 milioni di euro spesi per queste forme di
assistenza, più di 3 milioni di euro sono andati a colleghe e
630 mila euro a colleghi.

– In percentuale: l’85% delle indennità di malattia/infortuni,
l’87% delle borse di studio e l’80% dei contributi mutui.

– Sempre nel 2021, abbiamo erogato quasi 2000 Indennità di
Maternità per un controvalore di 12 milioni di euro. Diamo un
minimo di 5.000 euro e abbiamo ridotto i tempi di erogazione a
meno di 90 giorni (contro i 120 gg che garantisce INPS) per
facilitare maggiormente le colleghe nel periodo più complesso
e spesso di maggiore inattività professionale.

– Da alcuni anni mettiamo a disposizione delle iscritte in
gravidanza una copertura chiamata “Pacchetto Maternità” che
l’Ente finanzia con 600 mila euro l’anno, e che prevede visite
ed esami gratuiti per un controvalore di 2000 euro circa.

– Per facilitare l’assistenza ai familiari, sgravando le
colleghe donne che tipicamente sono quelle su cui il carico di
cura familiare pesa maggiormente, da qualche anno abbiamo
modificato la forma di assistenza sull’inabilità, estendendola
ai coniugi e familiari degli iscritti attivi riconoscendo un
contributo economico sulla spesa sostenuta per la retta
annuale di RSA o per l’assistenza domiciliare.

– Un’altra forma di assistenza, lo stato di bisogno, copre in
prevalenza i casi di madri con figli in condizione di grave
malattia, a cui cerchiamo di dare un sostegno economico in un
momento di forte sofferenza e difficoltà.

– Sul fronte delle attività formative e informative, mi limito
a ricordare l’iniziativa, tra quelle svolte in presenza e on
line, più lunga “Psicologia e Impresa: trasforma la tua idea
di business in impresa”, che è durata 5 edizioni (l’ultima nel
2021) e offriva alla fine del percorso una consulenza gratuita
personalizzata per la costruzione della propria attività
imprenditoriale. Questo corso ha visto attivi più di 1700
partecipanti, di cui 1325 (il 78%) sono colleghe.

–   Un’iniziativa   precedente,    specificamente    dedicata
all’imprenditorialità femminile, “Psicologhe: che impresa!”,
ha visto protagoniste le psicologhe chiamate in una call a
raccontare le loro imprese professionali e le migliori sono
state premiate con un corso specifico di alta formazione del
sole 24Ore. Le loro esperienze sono state raccolte in un ebook
reperibile               sul             sito              qui
https://www.enpap.it/ebook-call-imprenditoria-femminile-psicol
oghe-che-impresa/. Questa, come altre attività svolte
(https://www.enpap.it/servizi-per-te/corsi-eventi-enpap/), ha
lo scopo di stimolare il processo imprenditoriale, sostenere
concretamente offrendo il know-how per implementare la propria
professione sia in termini di mercato che di apertura a nuovi
ambiti di lavoro.

– Nell’ assegnazione di patrocini onerosi agli eventi abbiamo
inserito il criterio di equa rappresentanza dei generi fra chi
relaziona.

LE PARI OPPORTUNITÀ IN ENPAP PRENDONO IN CONSIDERAZIONE SOLO
LE DONNE?
Ovviamente no!

Mi fa piacere ricordare che il tema delle Pari Opportunità
riguarda il rimuovere gli ostacoli connessi al genere,
disabilità, età, orientamento sessuale, razza e origine
etnica, etc.., che impediscono alle persone una piena
partecipazione alla vita economica, politica e sociale: questo
è un principio giuridico che in ENPAP abbiamo molto a cuore.

Infatti negli Investimenti abbiamo adottato dei criteri ESG*
per le politiche di investimento molto stringenti: tra questi
vi è quello della Parità di Genere, ma non solo.

In altre parole, valutiamo dove investire il denaro degli
iscritti anche in merito alle politiche e alle pratiche
rispettose della parità tra uomo e donna sia nel lavoro che
nelle politiche retributive e al rispetto dei diritti civili e
politici, privilegiando le imprese impegnate nella
realizzazione della piena ed effettiva partecipazione e pari
opportunità di leadership a tutti i livelli del processo
decisionale aziendale e non investendo in stati che non
garantiscono il rispetto dei diritti umani, la libertà
religiosa, la libertà di espressione e di associazione.

              (* cosa sono i criteri ESG per gli investimenti?
      Acronimo di Environmental (Ambiente), Social (Sociale) e
 Governance, significa in parole povere che in ENPAP cerchiamo
  di evitare di mettere i soldi degli iscritti in investimenti
 che impattano negativamente sull’ambiente, che non rispettano
       i diritti umani, le corrette condizioni di lavoro e non
  superino ogni forma di discriminazione, e il cui governo non
  rispetti la meritocrazia, l’etica contributiva, le politiche
                                          di diversità, etc..)
– Da novembre 2021 il sito di ENPAP è stato implementato con
un’interfaccia che garantisce a tutti la piena accessibilità
alle informazioni e ai servizi e la sua grafica è stata resa
utilizzabile anche da persone ipovedenti oppure portatrici di
epilessia, disabilità cognitiva, ADHD.

– Nel bando Borse Lavoro di prossima indizione, daremo più
punteggio in graduatoria per accedere alla borsa a chi ha
avuto maternità (e paternità) e questa è prassi sempre più
consolidata nei nuovi bandi. Tutti i bandi dell’Ente saranno
rimodulati nei punteggi per superare i gap di accesso al
beneficio dando più punti ai giovani e a quelli che provengono
da regioni dove ci sono meno iscritti.

– Ad Aprile 2022 sarà ufficializzata l’apertura di un Tavolo
Tecnico sulla Disabilità e sono in programma numerose
iniziative volte a incontrare i colleghi disabili, raccogliere
esigenze e bisogni e sensibilizzare l’intera categoria su
questa tematica.

– Entro fine 2022, partirà un’indagine interna alla categoria
su “La vita delle Psicologhe e degli Psicologi” che ha come
obbiettivi quelli di conoscere la condizione di vita personale
e professionale, i vissuti e le visioni dei colleghi,
raccogliere informazioni sulle strategie di conduzione della
loro professione, il contesto sociale e le valutazioni sul
proprio posizionamento, individuando sia gli elementi che
hanno favorito la loro crescita ma anche quelli che la stanno
ostacolando. Sarà un’opportunità di riflessione e farà
scaturire ulteriori progettualità concrete per le scelte
politiche, previdenziali e assistenziali di Enpap, come già
avvenuto        per       le      precedenti         ricerche
(https://www.enpap.it/ebook/#professionipsicologiche          e
https://www.enpap.it/ebook/#IndagineMercatoPsicologiaItalia).

In ENPAP abbiamo sempre sotto gli occhi i dati riferiti ai
nostri iscritti e alle nostre iscritte, nel corso degli anni.
Raccogliamo e produciamo costantemente dati da consultare per
prendere decisioni. Parliamo e interagiamo con i colleghi
tutti i giorni, gli uffici dell’ente in primis, e raccogliamo
i bisogni di tutti e tutte.

Tutto questo lavoro di ricerca è visibile e pubblicato, per
chi, tra gli iscritti o tra i rappresentanti istituzionali,
avesse il desiderio e la volontà.
Basta semplicemente armarsi di occhiali da lettura e …
leggere.

ECCO ALCUNE PICCOLE BUONE BASI DA CUI PARTIRE:
“I Bilanci di ENPAP”

https://www.enpap.it/trasparenza/bilanci/

un Must-Read per essere sempre aggiornati sui più recenti dati
economici dell’Ente basati sui redditi professionali dei
colleghi e farsi così una vera idea dei bisogni della
categoria, senza improvvisare.

“Demografia, redditi e trend degli Psicologi italiani”

https://www.enpap.it/DOC/Ebook_ENPAP_Demografia_luglio2019.pdf

Un ritratto della popolazione dei libero professionisti
Psicologi in Italia, sulla base dei più recenti dati
disponibili.

“Professione Psicologica e Condizione Femminile in Italia”

https://www.enpap.it/DOC/4-book-ENPAP.pdf

Un punto di partenza per approfondire e rispondere alle
necessità peculiari delle Iscritte ENPAP.

La strada è ancora lunga da percorrere e c’è bisogno
dell’impegno di tutta la comunità professionale, delle sue
istituzioni, i suoi rappresentanti e le sue rappresentanti e
tutti i colleghi e le colleghe, per dare davvero a tutti e a
tutte pari opportunità.
ENPAP: la bufala delle spese
aumentate
Bufale sull’ENPAP. Dopo tanti anni, ho imparato a guardarle
con simpatia.

Sono sempre un’occasione per fare chiarezza, per quanto
grottesche.

 In questo caso la bufala è che le spese di gestione di ENPAP
 sarebbero aumentate. Addirittura di un terzo nell’ultimo
 anno.

Ovviamente è un’idiozia.

Ho estratto i dati dai bilanci consuntivi pubblicati sul sito
di ENPAP (>VEDI)

Dal 2013, da quando amministriamo ENPAP:

(1) le spese non sono aumentate, ma rimaste costanti
nonostante la crescita dell’ENPAP. Spendiamo attorno ai 7
milioni di euro nonostante l’aumento di iscritti, di
dipendenti e di patrimonio.

(2) la spesa pro-capite è diminuita da 150 euro del 2013 a 88
euro del 2020. Oggi su ciascuna iscritta e iscritto grava un
costo di gestione quasi dimezzato rispetto a quando abbiamo
iniziato.

(3) l’utilizzo del contributo integrativo è diminuito: nel
2013 ne veniva consumato il 52%, nel 2020 solo il 29%, a tutto
vantaggio di assistenza e aumento della riserva per le
pensioni.
Ovviamente non è magia. Abbiamo solo migliorato l’efficienza
di ENPAP. Anche attraverso l’informatizzazione, ma questo è
banale.

Ma spulciando lo storico dei bilanci ho scoperto anche i veri
spendaccioni. Il picco massimo di spesa pro-capite è stato
raggiunto nei 4 anni della gestione Costruire Previdenza
(2009-2013), alias NoiENPAP (2017), alias l’attuale minoranza
‘Agire per ENPAP’.

 A questo punto mi permetto una chiosa inelegante: nel fare le
 pulci agli altri si è finiti per mostrare le proprie.

Io non so se sperare nell’errore o nella malafede. In ogni
caso la spending review andrebbe fatta sui compensi
improduttivi dei consiglieri che non capiscono i bilanci, o li
distorcono intenzionalmente.

Non mi dilungo ulteriormente: meno chiacchiere e più dati.

A seguire i grafici e la serie storica 2007-2020 delle spese
di gestione, comparata al numero di iscritti e al contributo
integrativo.
SERIE STORICA SPESE GESTIONE ENPAP:
(fonte: bilanci consuntivi)

CONSUNTIVO 2020: 7.182.381,44 euro
28,942% del contributo integrativo
Iscritti: 80.831
Costo/iscritto: 88,8 euro

CONSUNTIVO 2019: 7.475.558,63 euro
32,941% del contributo integrativo
Iscritti: 77.156
Costo/iscritto: 96,88 euro

CONSUNTIVO 2018: 7.337.030,46 euro
35,172% del contributo integrativo
Iscritti: 72.548
Costo/iscritto: 101,133 euro

CONSUNTIVO 2017: 7.109.636,71 euro
36,708% del contributo integrativo
Iscritti: 68.425
Costo/iscritto: 103,9 euro

CONSUNTIVO 2016: 7.228.459,71 euro
39,380% del contributo integrativo
Iscritti: 64.432
Costo/iscritto: 112,18 euro

CONSUNTIVO 2015: 7.002.737,11 euro
40,746% del contributo integrativo
Iscritti: 60.764
Costo/iscritto: 115,24 euro

CONSUNTIVO 2014: 6.924.882,35 euro
42,420% del contributo integrativo
Iscritti: 56.744
Costo/iscritto: 122,03 euro

CONSUNTIVO 2013: 8.009.604,97 euro
51,414% del contributo integrativo
Iscritti: 52.476
Costo/iscritto: 152,63 euro

CONSUNTIVO 2012: 6.608.331,70
44,576% del contributo integrativo
Iscritti: 48.430
Costo/iscritto: 136,45 euro

CONSUNTIVO 2011: 6.416.998,52 euro
45,819% del contributo integrativo
Iscritti: 44.212
Costo/iscritto: 145,14 euro

CONSUNTIVO 2010: 4.615.948,01 euro
35,848% del contributo integrativo
Iscritti: 40.837
Costo/iscritto: 113,03 euro

CONSUNTIVO 2009: 4.812.098,88 euro
40,033% del contributo integrativo
Iscritti: 37.337
Costo/iscritto: 128,88 euro

CONSUNTIVO 2008: 4.049.978,26 euro
36,265% del contributo integrativo
Iscritti: 34.152
Costo/iscritto: 118,58 euro

CONSUNTIVO 2007: 3.406.342,38 euro
33,958% del contributo integrativo
Iscritti: 30.893
Costo/iscritto: 110,26 euro

LA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE
ENPAP #StareBeneFareMeglio
Raccontare il lavoro degli Psicologi per il benessere in
pandemia

Nella campagna #StareBeneFareMeglio, in partenza martedì
prossimo, 11 Gennaio, ENPAP si occuperà di raccontare quanto
gli Psicologi possono fare per il benessere psicologico delle
persone nei diversi ambiti del loro quotidiano, per restituire
loro qualità di vita, soddisfazione, completezza, equilibrio
in questo devastante contesto pandemico che ha messo a dura
prova la Salute Mentale di tutti.

La cronaca dei giorni scorsi ha raccontato come, pure in una
fase drammatica come quella che stiamo vivendo, la Politica
non abbia voluto investire sulla Salute Mentale dei Cittadini
bocciando la proposta di facilitare l’accesso ai servizi di
Psicologia professionale.

Già nelle ricerche di mercato, condotte negli scorsi anni da
ENPAP (le trovi nella sezione e-book del sito ENPAP), abbiamo
rilevato come gli italiani percepissero difficoltà crescenti
nel realizzare la propria autonomia e perseguire la propria
autorealizzazione, in un contesto sociale fortemente permeato
dalla precarietà in tutti gli ambiti di espressione umana. A
questa precarietà pervasiva si accompagnavano vissuti intensi
di incertezza verso il futuro, di impotenza nel padroneggiare
quanto accadeva intorno a sé, di insufficienza rispetto alle
richieste provenienti dal mondo esterno, di solitudine anche
per l’impossibilità a sviluppare affetti e vicinanza con le
persone intorno a sé.

A ciò corrisponde, in maniera sempre più netta da parte dei
Cittadini, l’attribuzione al professionista Psicologo della
capacità di indicare la strada da perseguire per il proprio
equilibrio.

Proprio l’equilibrio psicologico è messo fortemente in
discussione delle continue e travolgenti trasformazioni della
nostra società, trasformazioni che la pandemia da COVID-19 ha
ulteriormente amplificato e accelerato. E lo Psicologo, sempre
di più, è chiamato ad esprimere la sua professionalità quale
“specialista della Mente”, nella misura in cui sostiene ed
aiuta la persona nella ricerca del proprio equilibrio,
attraverso una azione emotiva che implica la comprensione
della psiche (qui).
In questo contesto, ENPAP lancia il Progetto di Comunicazione
#StareBeneFareMeglio.

Abbiamo individuato alcune aree di funzionamento psicologico e
sociale nelle quali le competenze di base di ogni Psicologo
possono aiutare a trovare un equilibrio più soddisfacente
nella vita di ognuno:

     Il   miglioramento delle relazioni familiari;
     La   capacità di prendere decisioni;
     Il   Problem Solving;
     Il   rapporto con la produttività sul lavoro;
     La   gestione dei conflitti di coppia;
     La   realizzazione di sé;
     La   gestione dello stress.

Le presenteremo, con un approccio solo apparentemente leggero,
nelle diverse sezioni di uno spot video e le tratteremo, poi,
nel corso di tre mesi di attività comunicativa che vedrà
impegnati gli Psicologi italiani nel raccontare aspetti, poco
noti ma sempre più importanti, del loro lavoro.

L’intervento #StareBeneFareMeglio intende valorizzare il
contributo che gli Psicologi possono dare al mantenimento
della salute mentale nelle fasi intra e post-pandemia e vuole
collegare i temi della perdita di benessere all’offerta di
servizi con cui gli Psicologi sono in grado di corrispondere
alla necessità di recuperare la qualità di vita e la salute
persa.

Poiché la pandemia ha messo al centro delle nostre interazioni
il mondo iper-complesso di internet, per sviluppare questa
campagna, ENPAP intende far leva sulla presenza online delle
migliaia di colleghi liberi professionisti. Ogni settimana
verranno quindi divulgati nuovi contenuti che i Colleghi
potranno personalizzare, integrandoli con le loro esperienze e
le loro specificità, per arrivare a contattare in maniera più
puntuale i potenziali fruitori: quei Cittadini che in questi
mesi sono stati messi a dura prova dalle restrizioni e dagli
sconvolgimenti legati alla pandemia.

Chi vuole partecipare attivamente a questo grande impegno per
la visibilità della nostra categoria professionale può
iscriversi – oggi stesso – alla “Campagna ENPAP” direttamente
dall’Area Riservata del sito dell’Ente (www.enpap.it). Oltre
che essere protagonista attivo del percorso di valorizzazione
del proprio lavoro, potrà così cominciare a mettere in pratica
modalità efficaci per far conoscere ed apprezzare la propria
attività.

Dall’ 11 gennaio, infatti, ENPAP metterà a disposizione di
coloro che si saranno Iscritti alla “Campagna” ulteriori
risorse originali, per imparare a sviluppare post, grafici,
meme e articoli efficaci, da pubblicare sul proprio sito o
profilo professionale, e materiali speciali, per ispirarsi nel
costruire e comunicare il proprio modo di essere Psicologi.

Si comincia l’11 gennaio, dalle ore 11.00, in diretta sulla
pagina Facebook dell’ENPAP e sulle pagine di tutti i Colleghi
che vorranno condividere: sarà lanciato il video-clip della
campagna e la conferenza stampa #StareBeneFareMeglio.

Partecipiamo in tanti: la Psicologia Professionale ha bisogno
di rendere visibile, sia ai Cittadini che alla Politica,
l’utilità che può rendere al Paese in questa fase così
particolare della sua vita.

[RaccontiamoCIG]                            L’ultimo
bilancio ENPAP: verso                                    la
nuova consigliatura
“Straordinario”.

Quante volte abbiamo sentito questa parola da febbraio 2020…
imparando che non sempre era una buona premessa.
Un anno straordinario, uno sforzo straordinario, un decreto
straordinario…frasi che stavano sempre a significare che
sarebbe stata dura.

Eppure nello scorso fine settimana ho assistito alla
riabilitazione di una parola così passepartout nella frase del
Presidente del Collegio dei Sindaci (quelli che ci controllano
per dirla semplice) prima dell’approvazione del Bilancio
Consuntivo Enpap 2020, quello di fine mandato per noi della
Consigliatura 2017-2021.

In un anno così difficile, avere un Bilancio normale è già un
fatto straordinario
Una frase che credo abbia riempito di orgoglio tutti coloro
che alla trasformazione di questo Ente in qualcosa di
efficiente, affidabile e innovativo hanno contribuito.

So che la parola Bilancio non muove i cuori di noi psicologhe
e psicologi come potrebbero fare altre: empatia, base sicura,
alleanza terapeutica…

Ma proviamo a prenderci 5 minuti per scoprire quanta empatia e
quanta alleanza può esserci nei numeri di un bilancio!

E’ tra queste cento pagine fitte di numeri che abbiamo potuto
leggere come gli iscritti e le iscritte, con fiducia, hanno
voluto continuare ad affidare le proprie speranze per il
futuro ad un Ente che sentono ben amministrato.
Ed infatti nel 2020 non solo i versamenti previdenziali sono
stati regolari, ma ben il 14% degli iscritti, nonostante
l’anno di paure e incertezze generalizzate, ha deciso di
versare una percentuale superiore al minimo dovuto.

E quanta “empatia” rappresenta un Ente che ha potuto
rispondere con solidarietà e tempestività all’emergenza
economica e sanitaria, impegnando oltre 7 milioni di euro in
diverse forme di interventi assistenziali: nel 2020 le
richieste per malattia/infortunio sono raddoppiate, le
richieste di contributo per stato di bisogno aumentate del
600%, e le altre forme solidaristiche (contributo di
genitorialità, rimborsi interessi mutui…) sono state richieste
in misura maggiore dagli iscritti.

E a tutte le richieste si è potuto rispondere.

In tutto questo, anche il far fronte ad un esborso di 78
milioni di Contributo Ultima Istanza per conto dello Stato,
non ha minimamente messo a rischio la tenuta di una Cassa che
ha nel tempo prudentemente dosato con equilibrio servizi ed
accantonamenti.

Si è riusciti persino ad avere dei risultati positivi negli
investimenti finanziari, che verranno riversati sui montanti
pensionistici di ciascuno di noi.

Questi risultati sono stati per il gruppo di maggioranza, che
sabato si è riunito per la seduta di chiusura di mandato,
anche la fotografia di un lavoro costante e quotidiano, di
confronto, di costruzione di rapporti, di trasmissione di
competenze.

Essere stati presenti, in riunione a distanza, e poter
ascoltare con serenità e soddisfazione i dati del bilancio
consuntivo 2020 ci ha resi orgogliosi del lavoro svolto ma
soprattutto grati al personale dell’Ente: il Direttore, gli
Uffici e tutti e 53 i dipendenti, che insieme al Presidente e
al Consiglio di Amministrazione hanno tenuto la nave salda in
questi mesi di mare in tempesta.
Molti di noi Consiglieri sono pronti ad iniziare un nuovo
mandato, dato che il gruppo di Altrapsicologia è stato
riconfermato alla guida dell’Ente per i prossimi 4 anni e
ovviamente a breve vi racconteremo di un nuovo inizio.

Ma oggi preme esprimere un ringraziamento sentito ai
Consiglieri che terminano il loro mandato e che lasciano
un’eredità di esperienza e competenza alle nuove forze
entranti del gruppo di AltraPiscologia con cui vengono
condivisi in continuità gli stessi valori.
Quindi grazie a Chiara Santi, consigliera in CDA e ai
Consiglieri CIG Alessandro Bartoletti, Federico Conte, Màrida
D’Angelo, Mauro Grimoldi, Ersindo Nuzzo, Carmelo Panebianco,
Gabriele Raimondi, Alessandro Spano, per tutto ciò che hanno
contribuito a costruire in questi anni e di cui oggi abbiamo
colto i frutti.

Con questo spirito di gratitudine, soddisfazione,
consapevolezza, il gruppo di Altrapsicologia in Enpap è pronto
a cogliere le nuove importanti sfide che ci aspettano nella
consigliatura del Post(speriamo)Covid.
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