Benessere ed inclusione a scuola - "Profili attuativi della nuova normativa sui BES" - Centro Studi Ulisse
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Benessere ed inclusione a scuola “Profili attuativi della nuova normativa sui BES” 1
I DSA le abilità, strategie e tecnologie per l’apprendimento Prof.ssa Rosanna ROSA 2 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Il DSA, Disturbo Specifico dell’Apprendimento, è un disturbo che interessa uno specifico dominio di abilità (lettura, ortografia, grafia e calcolo) in modo significativo, ma circoscritto lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. I DSA, meglio conosciuti con i termini di dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia sono, quindi, disturbi che riguardano lo sviluppo di abilità specifiche, rappresentano un problema ad alta incidenza nella popolazione scolastica (dal 2 al 5%) e originano molti casi di disagio e abbandono scolastico. Per questo è importante identificare tali disturbi. Prof.ssa Rosanna ROSA 3 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
I DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO Prof.ssa Rosanna ROSA 4 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
• Le difficoltà di apprendimento possono dipendere da fattori ambientali (culturali, sociali, educativi), da deficit intellettivi, problemi emotivo – relazionali o comportamentali, hanno carattere pervasivo, generalizzato e sono sensibili al trattamento. Prof.ssa Rosanna ROSA 5 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
• I disturbi di apprendimento, invece, non dipendono da fattori ambientali, sono intrinseci al sistema cognitivo, sono circoscritti a specifici abilità;, sono più resistenti al trattamento. • L’alunno con difficoltà di apprendimento, faticosamente, lentamente fa dei progressi abbastanza regolari e, in genere, quando fissa un’acquisizione ne perde un’altra. Per i ragazzi con DSA il lavoro scolastico è molto faticoso, richiede grande dispendio di energia; sovraccaricarli con esercizi aggiuntivi, oltre a non portare a grandi risultati, sarebbe solo fonte di ulteriore frustrazione e demotivazione. Prof.ssa Rosanna ROSA 6 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
I DSA rappresentano una categoria eterogenea di problematiche relative all’apprendimento inerenti alle diverse abilità quali la comprensione, il linguaggio orale, l’espressione linguistica, la lettura, la scrittura, il calcolo e la risoluzione di problemi. Essi sono dei disturbi di origine neurobiologica con matrice evolutiva (Linee Guida). si è concordi nel riconoscere in essi un’origine genetico – costituzionale che determina un diverso funzionamento nelle sedi cerebrali coinvolte nell’organizzazione delle funzioni linguistico - cognitive della lettura e di altre abilità scolastiche, quali la scrittura o il calcolo. Prof.ssa Rosanna ROSA 7 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
La normativa di riferimento (Legge 8 ottobre 2010, n. 170 e le “Linee Guida”) così definisce i diversi disturbi: Dislessia : disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà di imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura. Essa si traduce in una difficoltà ad attuare una lettura accurata e/o fluente ( minore rapidità e correttezza ).E’ spesso associata a difficoltà nella codifica scritta (disortografia) ,dovuta ad un deficit nella componente fonologica del linguaggio. Pur con diverse configurazioni individuali, risultano deficitarie la lettura di lettere, parole, non parole, brani. Prof.ssa Rosanna ROSA 8 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Per questi soggetti, la lettura non risulta essere un processo automatico, ma richiede un continuo sforzo e concentrazione per decodificare le lettere ( grafemi ) e leggere le singole parole. Questo impegno attentivo lascia poche energie disponibili per i processi di comprensione e di memoria. Inoltre, l’attenzione, così sollecitata, tende ad esaurirsi presto, con conseguente peggioramento della prestazione. L’apprendimento è disturbato con ricadute negative sull’autostima e con possibili reazioni psicologiche secondarie al disagio. Infatti, il dislessici legge come “ compito cognitivo” senza mai andare in “automatico” Prof.ssa Rosanna ROSA 9 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Dislessia evolutiva e dislessia acquisita Dislessia acquisita Dislessia evolutiva Colpisce un soggetto che ha già acquisito e Si manifesta all’inizio del processo di automatizzato il processo di codifica e che apprendimento della lettura con difficoltà nel non riconosce più le parole con la stessa fissare le corrispondenze fra segni grafici e facilità di prima suoni Cause : lesioni Cause : congenite Disturbo più circoscritto, può ostacolare Disturbo più esteso, può interessare tutto il solo la lettura o alcuni dei suoi aspetti sistema scritto Rieducazione o riabilitazione : scopo Tecniche di educazione assistita: scopo far reintegrare la funzione danneggiata acquisire l’abilità e sua automatizzazione Si manifesta in genere in età adulta Si manifesta in genere in età evolutiva Meno frequente Più frequente Sottotipi di dislessia acquisita: 1.dislessia periferiche 2.dislessia centrali Prof.ssa Rosanna ROSA 10 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Il dono E’ importante ricordare che essere dislessici non significa essere “diversi”, la dislessia è un dono (il dono della padronanza in aree differenti) . DISLESSICI FAMOSI Hans Christian Andersen Whoopi Goldberg Harry Belafonte Bruce Jenner Alexander Graham Bell William Lear George Burns Jay Leno Stephen J.Cannell Greg Louganis Cher Gen. George Patton Wiston Churchill Nelson Rockfeller Leonardo Da Vinci Charles Schwab Walt Disney Jackie Stewart Albert Einstein Quentin Tarantino Henry Ford Woodrow Wilson Danny Glover W.B. Yeats Prof.ssa Rosanna ROSA 11 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Disgrafia: disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella realizzazione grafica (aspetto esecutivo grafo – motorio e/o visuo – spaziale: la scrittura appare contorta, confusa, irregolare,difficoltosa, poco leggibile). Prof.ssa Rosanna ROSA 12 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Disortografia: disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nei processi linguistici di transcodifica (frequenti errori grammaticali, ortografici o di punteggiatura,evidente difficoltà nel comporre in modo regolare la parola oppure irregolari congiunzioni e/o separazioni fra le parole). Si tratta di un disturbo che riguarda l’utilizzo, in fase di scrittura, del codice linguistico con le sue regole di correttezza nella corrispondenza grafema/fonema (ortografia), anche in relazione agli aspetti semantici delle parole. Questo disordine nella codifica del testo scritto è originata da un deficit nelle funzioni centrali del processo di scrittura ed è frequentemente associato alla dislessia. Prof.ssa Rosanna ROSA 13 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Dislessia e disortografia sono due facce della stessa medaglia. Nei bambini "disortografici” permangono a lungo, ben oltre il limite naturale, errori tipici delle prime fasi dell’apprendimento della scrittura: • Difficoltà fonologiche nell’acquisizione del codice scritto: scambio di grafemi, omissioni, inversioni, scrittura di grafemi inesatti; • Difficoltà di composizione nelle parole:(separazioni illegali all’interno di una parola fusioni illegali, scambi di fonemi omofoni,`mancata automatizzazione dell’uso`dell’H, degli accenti, delle maiuscole, delle doppie, elisioni e troncamenti; • Difficoltà di copiare dalla lavagna; • Povertà del testo scritto. • La componente ortografica va valutata, separandola da altre variabili, attraverso il dettato, tenendo presente che il processo di ortografizzazione termina nella classe terza della scuola primaria, momento questo in cui si può porre la diagnosi di disortografia. Prof.ssa Rosanna ROSA 14 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Discalculia : disturbo specifico che si manifesta in difficoltà negli automatismi del calcolo e dell’elaborazione dei numeri ( processamento numerico, l’automatizzazione dell’algoritmo delle operazioni, delle tabelline, nel copiare numeri o figure, nel comprendere o nominare termini, a decodificare i problemi, a leggere i simboli numerici). Prof.ssa Rosanna ROSA 15 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Il nostro sistema educativo comincia a porre attenzione allo sviluppo della cognizione numerica a partire dai sei anni, mentre i meccanismi cognitivi innati sono attivi ed hanno bisogno di attenzione fin dal primo anno di vita, scambia l’intelligenza numerica con l’addestramento alla prestazione scritta e trascura il calcolo mentale a vantaggio della memorizzazione di algoritmi scritti. Prof.ssa Rosanna ROSA 16 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
La discalculia è un disturbo delle abilità numeriche ed aritmetiche che si manifesta in bambini di intelligenza normale. Hanno difficoltà molto specifiche nella quantificazione, nell’eseguire calcoli a mente, nell’utilizzare l’algoritmo delle operazioni in colonna, nel comporre e nello scomporre i numeri, nel recuperare i fatti numerici. Prof.ssa Rosanna ROSA 17 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
La discalculia presenta forte comorbilità con la dislessia : le difficoltà sono la rapidità e la correttezza , applicate ai processi numerici. Nel tempo, la correttezza si può recuperare ma, per quanto riguarda la rapidità i discalculici hanno bisogno di più tempo. Prof.ssa Rosanna ROSA 18 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Secondo quanto emerge dalla Consensus Conference vi sono due profili di discalculia : • Determinata da debolezza delle componenti numeriche (aspetti di base: subitzing, quantificazione, seriazione, comparazione, strategie di calcolo mentale ); E’ determinato da una sorta di cecità per i numeri che impedisce la manipolazione delle quantità. Questo potrebbe dipendere da un non perfetto funzionamento del dispositivo innato di categorizzazione delle numerosità o modulo numerico innato di Butterworh, proprio come capita ai daltonici,costituzionalmente privi delle capacità di distinguere i colori. • Determinata da compromissioni a livello procedurale e di calcolo ( aspetto lessicale e sintattico relativo alla composizione del numero, incolonnamento ed algoritmi del calcolo scritto, recupero dei fatti numerici ). Prof.ssa Rosanna ROSA 19 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
L’intervento sui disturbi del calcolo può essere: riabilitativo: si tratta di promuovere lo sviluppo di una competenza non ancora comparsa o atipica, di reperire fonti facilitanti o alternativa; di potenziamento: si tratta di favorire lo sviluppo di una competenza che sta emergendo fornendo opportunità di apprendimento maggiori rispetto a quanto il bambino potrebbe imparare se agisse di proprio conto. Prof.ssa Rosanna ROSA 20 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
• I Disturbi specifici dell’apprendimenti possono manifestarsi separatamente e , più spesso, in associazione e cioè in comorbilità. • All’ingresso a scuola, la difficoltà di lettura, sia separatamente che in comorbilità con altre, è la prima a rendersi evidente. La difficoltà nella lettura, infatti, si accompagna, spesso, a disturbi nella scrittura: disortografia e disgrafia, nel calcolo: discalculia e, talvolta,anche ad altre condizioni quali i disturbi d’ansia e il disturbo del deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Prof.ssa Rosanna ROSA 21 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
I DSA coinvolgono diffusamente altre aree funzionali quali motricità, percezione, memoria, linguaggio, pensiero nelle loro manifestazioni sequenziali (destra – sinistra) o simultanee e coordinate (sinestetiche) . Tali funzioni costituiscono i “ sintomi secondari dei DSA” ovvero le “ difficoltà trasversali”. Prof.ssa Rosanna ROSA 22 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
LE CAUSE DEI DSA Prof.ssa Rosanna ROSA 23 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
In quanto disturbi di natura neurobiologica, i DSA dipendono da una variazione dei neuroni delle aree cerebrali deputate alla lettura, alla scrittura e/o al calcolo. Prof.ssa Rosanna ROSA 24 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Gli studi neurologici recenti hanno evidenziato nei soggetti con DSA che i livelli di attivazione ed i collegamenti fra le diverse aree cerebrali non sono sovrapponibili a quelle della maggioranza delle altre persone ed, in particolare, l’attivazione dei due diversi emisferi cerebrali non presenta la medesima “specializzazione”. Ad esempio, l’emisfero sinistro, prevalente sede della letto – scrittura, è molto meno attivato nei dislessici, oppure viene attivato con ritardo, a favore invece dell’emisfero destro, sede di facoltà più analogiche che logiche e di processi che privilegiano l’immagine piuttosto che la sequenzialità astratta. Prof.ssa Rosanna ROSA 25 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Oltre alla differenza “ destra – sinistra” ,a livello neurologico, un’altra particolarità riguarda l’attivazione delle aree cerebrali rispetto alla posizione “anteriore - posteriore”: durante i processi in cui sono interessate funzioni associative o sonore che riguardano il linguaggio (es. trovare la rima), i dislessici attivano le zone posteriori (corteccia visiva) e, i non dislessici, le regioni frontali (associative- astratte). Prof.ssa Rosanna ROSA 26 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
MODELLI TEORICI 1) Teoria del deficit fonologico : si tratta di una compromissione degli aspetti della processazione fonologica: codificare l’informazione sonora, mantenerla nella memoria di lavoro, recuperarla, avere la consapevolezza della struttura fonologica di parole e frasi ( Catts, 1989 ). Prof.ssa Rosanna ROSA 27 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
2) Teoria del deficit di automatizzazione ( cerebellare) : individua una diversa attivazione cerebellare che ostacolerebbe l’automatizzazione delle sequenze motorie in generale e delle sequenze dell’apprendimento implicito ( Nicolson e Fawcett, 1994, 1999). In pratica, i soggetti con DSA incontrano grande difficoltà a svolgere due compiti contemporaneamente, come scrivere mentre ascoltano il successivo segmento di dettato, ascoltare, prendere appunti, ecc. La mancata automatizzazione richiede un grande dispendio di attenzione volontaria, con esaurimento rapido e tendenza a lasciare il compito. Questa condizione dà conto della frequente comorbidità dei DSA col deficit di coordinamento motorio e con il disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Prof.ssa Rosanna ROSA 28 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
3) Teoria del deficit audio – visivo: implica la capacità di elaborazione veloce degli stimoli visivi ed uditivi, in rapida successione, del sistema magno cellulare ( una rete di neuroni di grandi dimensioni che va dalla retina, attraverso la corteccia cerebrale ed il cervelletto, fino ai motoneuroni dei muscoli oculari) che sarebbe all’origine della difficoltà a compiere analisi efficaci del campo grafico nella giusta sequenza, oppure delle componenti sonore nella corretta successione temporale, con la conseguenza della sovrapposizioni e disallinemento. Prof.ssa Rosanna ROSA 29 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
4) Teoria del deficit attentivo :implica che i processi attentivi , automatici e volontari, nei dislessici non siano sincronici rispetto all’elaborazione delle informazioni. Ad esempio, nella lettura, la “ finestra attentava” il centro dello spazio attentivo dovrebbe coincidere con il punto della focalizzazione, lievemente simmetrico verso destra, nei sistemi in cui la lettura avviene da sinistra a destra. Prof.ssa Rosanna ROSA 30 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
DSA: alcuni punti fermi Prof.ssa Rosanna ROSA 31 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
• Assenza di altre patologie: Non sono presenti anomalie sensoriali, neurologiche, cognitive e psicopatologiche. • Discrepanza. La persona non riesce ad automatizzare i processi di codifica (scrittura) e decodifica ( lettura ) in rapporto alle attese per l’età e/o la classe frequentata e l’intelligenza che risulta per l’età cronologica. • Lentezza. Sebbene la capacità di lettura delle persone con dislessia possa migliorare in termini assoluti, le loro prestazioni rimangono comunque molto lontane da quelle di studenti con pari età o che frequentano la stessa classe. In molti casi è lento anche il recupero delle informazioni linguistiche e lessicali dalla memoria a lungo termine. Questo può comportare, come conseguenza, difficoltà durante l’interrogazione orale. Prof.ssa Rosanna ROSA 32 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
• Persistenza. Essendo un aspetto costituzionale dell’individuo, il disturbo persiste nel tempo ed è presente nelle diverse fasi della vita anche se può cambiare il modo di manifestarsi. I DSA sono anche resistenti agli interventi di recupero e di potenziamento. • Diversa espressività del disturbo. S dovrebbe parlare di “ dislessie “ perché non esiste un “ prototipo” di dislessico, ma esiste una marcata eterogeneità dei profili funzionali. Ognuno è diverso. I fattori, da soli e mescolati fra loro, alla base della diversità sono la severità del disturbo,le problematiche e risorse psicologiche della singola persona. La qualità e l’efficienza del supporto familiare, le caratteristiche dell’ambiente scolastico. • Affaticabilità. Le persone con DSA si stancano facilmente di fronte ad una lettura prolungata. Anche in presenza di una decodifica apparentemente adeguata in termini di velocità ed accuratezza, l’impegno focalizzato nella decifrazione potrà portare come conseguenza a difficoltà come la comprensione del testo. Prof.ssa Rosanna ROSA 33 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
• Pervasività. I DSA interessano in modo pervasivo le più disparate discipline scolastiche che implicano apprendimenti sequenziali e procedurali In presenza di problemi nell’area visuo-spaziale, si evidenziano anche difficoltà nell’accesso a testi non continui, come i diagrammi e le mappe. La mancata automatizzazione della codifica ortografica interferisce in modo diretto sul processo di produzione di un testo sia nella fase di ideazione che nella stesura con possibile inadeguata organizzazione sintattico-grammaticale, accompagnata da scarsa coerenza e povertà lessicale. Prof.ssa Rosanna ROSA 34 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Comorbidità. “I DSA associano spesso ad altri disturbi evolutivi, quali ad es. il disturbo da deficit attenzione/iperattività ( Wilcutt, 2000 ) e il disturbo della funzione motoria (Kadesjo, 2000). Secondo alcuni autori( Termine e Rosana, 2003 ). le difficoltà riscontrate a scuola potrebbero essere conseguenza del DSA oppure di un disturbo in comorbidità,con conseguenti diverse strategie. Inoltre, la disgrafia non si manifesta solo come “ scrittura indecifrabile” e incomprensibile persino da parte di chi ha scritto, ma anche come difficoltà a copiare le consegne scritte alla lavagna, come lentezza diffusa e, quindi, perdita di tempo sia nei compiti scolastici che nel lavoro da svolgere a casa. Essa può presentarsi isolatamente, o in associazione ad altri DSA oppure può essere attribuita a un più generalizzato “ disturbo evolutivo della funzione motoria”; in questo caso si avranno significative ripercussioni sia nell’ambito scolastico che in quello extrascolastico ( difficoltà di coordinazione motoria evidenti non solo nella scrittura, ma anche nel disegno e nell’uso degli strumenti da disegno, ma anche nelle attività sportive” ( Visser, 2003). Prof.ssa Rosanna ROSA 35 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Cormobilità Quindi le difficoltà associate alla dislessia sono: DISGRAFIA Difficoltà che riguarda la produzione dei segni alfabetici DISORTOGRAFIA Difficoltà nella traduzione corretta dei suoni che compongono le parole in simboli grafici DISCALCULIA Difficoltà nei compiti aritmetici Prof.ssa Rosanna ROSA 36 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
• Conseguenze adattive serie. Il disturbo interferisce in modo significativo con le attività della vita quotidiana. Fragilità emozionali. L’insuccesso e la conseguente immagine negativa di sé come scolaro stanno alla base di problematiche emotive e relazionali che complicano il quadro. La stessa normativa sui DSA fa riferimento alla necessità di “ridurre i disagi relazionali ed emozionali delle persone con DSA”; di attenuare “ la frustrazione collegata alla propria difficoltà e di adottare misure finalizzate a evitare situazioni di affaticamento e di disagio in compiti direttamente coinvolti dal disturbo”. • Familiarità per il disturbo. Circa il 60% dei dislessici ha un familiare con la stessa problematica con alta incidenza nel sesso maschile: Tale familiarità è stata, inoltre, supportata da evidenze cliniche legate alle neuro immagini. Prof.ssa Rosanna ROSA 37 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
NORMATIVE Dall’integrazione all’inclusione scolastica Nel 1975, la commissione Falcucci, con il “documento Falcucci” pone le fondamenta dell’effettiva integrazione di alunni con deficit, evidenziando che essi sono i veri protagonisti della propria crescita. La scuola ha il compito e la responsabilità di individuare in loro le potenzialità per poterne favorire la sviluppo e permettere di maturarsi al meglio sotto il profilo sociale, culturale e civile e prevenire l’emarginazione. Prof.ssa Rosanna ROSA 38 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
La L.170/2010 Riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Esplicita formalmente le finalità: a) garantire il diritto all’istruzione; b) favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto, c) garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialità; c) ridurre i disagi relazionali ed emozionali; d) adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti; e) preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche legate ai DSA; f) favorire diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi; g) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione; h) assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale. Prof.ssa Rosanna ROSA 39 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
SCUOLA FAMIGLIA SERVIZI Interventi di identificazione precoce casi sospetti Attività di recupero di didattica mirato Persistenti difficoltà Comunicazione della scuola Richiesta di valutazione Iter diagnostico alla famiglia Diagnosi documento di certificazione diagnostica Comunicazione della famiglia Provvedimenti compensativi alla scuola e dispensativi-didattica e valutazione personalizzata Prof.ssa Rosanna ROSA 40 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Linea guida 12 luglio 2011 Per il diritto allo studio per gli studenti con disturbi evolutivi specifici (DES): - Descrizione e riconoscimento dei DSA; - Importanza della didattica individualizzata e personalizzata; - Strumenti compensativi e misure dispensative; - Riarticolazione delle didattiche, strategie di insegnamento e valutazione dei BES. Articolazione e definizione delle indicazioni direzione di intervento Ordini e gradi di scuola metodologia Aree di apprendimento Prof.ssa Rosanna ROSA 41 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Linea guida 12 luglio 2011 ELEMENTI FONDAMENTALI: 1) Osservazione in classe 2) Didattica individualizzata e personalizzata 3) Strumenti compensativi e misure dispensative didattica per alunni con DSA 4) Didattica per alunni con DSA Prof.ssa Rosanna ROSA 42 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Linea guida 12 luglio 2011 OSSERVAZIONE IN CLASSE DSA ritardo o atipia del processo di sviluppo età anagrafica Osservazione sistematica della prestazione nei vari ambiti di apprendimento in lettura e calcolo Cosa si osserva? Stili di apprendimento strategie di elaborazione delle informazioni Caratteristiche cognitive didattica personalizzata Prof.ssa Rosanna ROSA 43 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Linea guida 12 luglio 2011 Attività di recupero e potenziamento Eventuale intervento nei confronti della famiglia Situazione socio affettiva Strumenti compensativi sostituiscono e/o facilitano le prestazioni Specifici Non specifici/funzionali Vicariano direttamente Supportano la memoria procedurale Le abilità Es. Tavola Pitagorica es. Sintesi vocale, calcolatrice Prof.ssa Rosanna ROSA 44 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Linea guida 12 luglio 2011 Didattica individualizzata e personalizzata – Strumenti compensativi e misure dispensative. I termini individualizzata e personalizzata non sono da considerarsi sinonimi. “Individualizzato” è l’intervento calibrato sul singolo, anziché sull’intera classe o sul piccolo gruppo, che diviene “personalizzato” quando è rivolto ad un particolare discente. In sintesi, si parla di azione formativa individualizzata quando si pongono obiettivi comuni per tutti i componenti del gruppo-classe, adattando le metodologie in funzione delle caratteristiche individuali dei discenti, con l’obiettivo di assicurare a tutti il conseguimento delle competenze fondamentali del curricolo, comportando quindi attenzione alle differenze individuali in rapporto ad una pluralità di dimensioni. La didattica individualizzata, quindi, consiste nelle attività di recupero individuale che può svolgere l’alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze, anche nell’ambito delle strategie compensative e del metodo di studio; tali attività individualizzate possono essere realizzate nelle fasi di lavoro individuale in classe o in momenti ad esse dedicati, secondo tutte le forme di flessibilità del lavoro scolastico consentite dalla normativa vigente Prof.ssa Rosanna ROSA 45 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Linea guida 12 luglio 2011 L’azione formativa personalizzata ha, in più, l’obiettivo di dare a ciascun alunno l’opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità e, quindi, può porsi obiettivi diversi per ciascun discente, essendo strettamente legata a quella specifica ed unica persona dello studente a cui ci rivolgiamo .La didattica personalizzata, allora, anche sulla base di quanto indicato nella Legge 53/2003 e nel Decreto legislativo 59/2004, calibra l’offerta didattica, e le modalità relazionali, sulla specificità ed unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della classe, considerando le differenze individuali soprattutto sotto il profilo qualitativo; si può favorire, così, l’accrescimento dei punti di forza di ciascun alunno, lo sviluppo consapevole delle sue “preferenze” e del suo talento attraverso l’impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche, quali l’uso dei mediatori didattici (schemi, mappe concettuali, etc.), l’attenzione agli stili di apprendimento, la calibrazione degli interventi sulla base dei livelli raggiunti, nell’ottica di promuovere un apprendimento significativo. Prof.ssa Rosanna ROSA 46 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Linea guida 12 luglio 2011 La sinergia fra didattica individualizzata e personalizzata determina dunque, per l’alunno e lo studente con DSA, le condizioni più favorevoli per il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento. In presenza di un’ osservazione che evidenzia determinate caratteristiche nelle prestazioni scolastiche di un alunno, il docente predispone specifiche attività di recupero e potenziamento. Se, anche a seguito di tali interventi, l’atipia permane, sarà necessario comunicare alla famiglia quanto riscontrato, consigliandola di ricorrere ad uno specialista per accertare la presenza o meno di un disturbo specifico di apprendimento ( 3-4% sul 20 % ). L’attività didattica terrà conto di introdurre gli strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere. Prof.ssa Rosanna ROSA 47 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
LINEE GUIDA 12/07/2011 STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE La carriera scolastica dei dislessici è molto travagliata, di grande aiuto è stata l’introduzione di misure compensative e dispensative: • Calcolatrice • Dispensa dalla lettura ad alta voce • Registratore • Tempi più lunghi per • Cartine geografiche prove scritte e studio • Computer con programmi di • Asseganzione e compiti a videoscrittura casa in misura ridotta • Dizionari computerizzati • Possibilità di utilizzare testi ridotti • Testi con contenuti ridotti Prof.ssa Rosanna ROSA 48 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
DIDATTICA PER GLI ALUNNI CON DSA Dall’integrazione all’inclusione scolastica I documenti dell’UNESCO (2000) suggeriscono che debba essere attribuita grande importanza alla pedagogia inclusiva, e ai suoi quattro punti fondamentali: 1. tutti i ragazzi possono imparare; 2. tutti i ragazzi sono diversi; 3. la diversità è un punto di forza; 4. l’apprendimento si intensifica con la cooperazione tra insegnanti, genitori e comunità. Prof.ssa Rosanna ROSA 49 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
DIDATTICA PER GLI ALUNNI CON DSA Dall’integrazione all’inclusione scolastica Il modello di integrazione scolastica è poi andato dissolvendosi per cause strutturali, come per esempio: una lettura dei bisogni degli alunni di carattere biomedico e non bio-psico-sociale e pedagogico- didattico, ossia una visione troppo ancorata al modello medico piuttosto che culturale; un ruolo “speciale e aggiuntivo” dell’insegnante di sostegno, associato a una diagnosi di uno o più alunni con disabilità, e una presenza rilevante di “aule di sostegno” Prof.ssa Rosanna ROSA 50 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
DIDATTICA PER GLI ALUNNI CON DSA Dall’integrazione all’inclusione scolastica “Inclusione” si distingue da “integrazione” per il suo grado di pervasività: L’integrazione investe prioritariamente sul soggetto in difficoltà e molto meno sul contesto. L’inclusività non si traduce in un “ aiuto” per scalare la normalità, ma in una condizione connaturata e intrinseca della normalità. L’inclusione interviene sul contesto non meno che sul soggetto. L’inclusività implica l’abbattimento degli “ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione”. Prof.ssa Rosanna ROSA 51 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
LINEE GUIDA 12/07/2011 DIDATTICA PER ALUNNI CON DSA INDICATORI PRECOCI DI DISLESSIA Fin dalla scuola d’infanzia e i primi anni della primaria è fondamentale identificare precocemente i disturbi specifici di apprendimento in modo da: - favorire l’instaurarsi di adeguate strategie; - evitare che aumenti la distanza tra le prestazioni del bambino con difficoltà e quelle del resto della classe; - evitare la perdita di motivazione; - acquisire una adeguata autostima personale, evitando che si instaurino sensi di inadeguatezza ed inferiorità. Prof.ssa Rosanna ROSA 52 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
LINEE GUIDA 12/07/2011 DIDATTICA PER ALUNNI CON DSA INDICATORI PRECOCI DI DISLESSIA • Difficoltà che si possono riscontrare alla scuola dell’infanzia • 3-5 anni difficoltà di linguaggio: – confusione di suoni – frasi incomplete – sintassi inadeguata – parole utilizzate in modo non adeguato al contesto – uso di parole sostitutive • inadeguata padronanza fonologica: • sostituzione di lettere s/z - r/l - p/b • omissione di lettere o parti di parola • inadeguatezza nei giochi metafonologici: “burrone”: se tolgo “ne” cosa rimane? Se a “colla” aggiungo “na”, cosa diventa? • riconoscimento e costruzione di rime Prof.ssa Rosanna ROSA 53 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
LINEE GUIDA 12/07/2011 DIDATTICA PER ALUNNI CON DSA INDICATORI PRECOCI DI DISLESSIA • Difficoltà ad isolare il primo suono delle parole o l’ultimo • difficoltà nella copia da modello e disordine nello spazio del foglio • disturbo della memoria a breve termine • difficoltà ad imparare filastrocche • difficoltà a memorizzare nomi di oggetti familiari • difficoltà di attenzione • inadeguata manualità fine • goffaggine accentuata nel vestirsi, allacciarsi le scarpe, riordinare • inadeguato riconoscimento della destra e della sinistra • difficoltà a riprodurre ritmi e a mantenere il ritmo per un tempo prolungato Prof.ssa Rosanna ROSA 54 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
LINEE GUIDA 12/07/2011 DIDATTICA PER ALUNNI CON DSA COSA FARE (scuola dell’infanzia) • lavoro fonologico • leggere molto ai bambini • dare libri • costruire libri • non anticipare l’aspetto tecnico della scrittura per evitare che acquisiscano meccanismi sbagliati • organizzare un ambiente motivante e stimolante verso la letto-scrittura, partendo dall’interesse dei bambini per le scritte • Segnalare • Metodologie a carattere cooperativo, psicomotorio, vita di relazione fondata su atti rituali Prof.ssa Rosanna ROSA 55 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
LINEE GUIDA 12/07/2011 DIDATTICA PER ALUNNI CON DSA INDICATORI DI DISLESSIA Difficoltà che si possono riscontrare alla scuola primaria • difficoltà a copiare dalla lavagna • difficoltà ad utilizzare lo spazio del foglio • difficoltà a memorizzare le lettere • perdita della riga e salto della parola durante la lettura • disgrafia • omissione delle lettere maiuscole • difficoltà a riconoscere i diversi caratteri tipografici • confusione e sostituzione di lettere, in particolare con l’uso dello stampato minuscolo • lettere e numeri scambiati: 42/24 - p/b - sc/cs - a/e - u/n • sostituzione di suoni simili: p/b - d/t - m/n - r/l - s/z • difficoltà con i seguenti suoni: chi/che - ghi/ghe - gn - gl • inadeguata padronanza fonologica generale • doppie, accenti • punteggiatura ignorata o inadeguata Prof.ssa Rosanna ROSA 56 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
LINEE GUIDA 12/07/2011 DIDATTICA PER ALUNNI CON DSA INDICATORI DI DISLESSIA • difficoltà ad imparare l’ordine alfabetico e ad usare il vocabolario • difficoltà ad imparare le tabelline • difficoltà a memorizzare le procedure delle operazioni aritmetiche • difficoltà ad imparare i termini specifici delle discipline • difficoltà a ricordare gli elementi geografici, le epoche storiche, le date degli eventi • difficoltà a memorizzare lo spazio geografico ed i nomi nelle carte • difficoltà attentive • difficoltà ad organizzare il tempo in anticipo • difficoltà a sapere che ore sono all’interno della giornata • difficoltà a leggere l’orologio • difficoltà a memorizzare i giorni della settimana, i mesi, l’ordine alfabetico • difficoltà a sapere quand’è Natale, a ricordare il giorno della propria nascita, quella dei propri familiari Prof.ssa Rosanna ROSA 57 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
LINEE GUIDA 12/07/2011 DIDATTICA PER ALUNNI CON DSA TIPOLOGIA DEGLI ERRORI Tipologia degli errori ortografici • Fonologici: • - scambio di grafemi (faso per vaso) • - inversioni (al per la) • - grafema inesatto (scare /siare per sciare; magi per maghi) • - omissione o aggiunta di lettere e sillabe (seda per sedia; limonemo per limone) • Ortografici: • - separazioni e fusioni illegali (ele fante per elefante; lanatra per l’anatra) • - scambi di grafemi omofoni (quore per cuore; qulla per culla) • - omissione o aggiunta dell’h (ha scuola per a scuola; ai giocato per hai giocato) Altre tipologie di errori: • - accenti • - doppie Prof.ssa Rosanna ROSA 58 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
LINEE GUIDA 12/07/2011 DIDATTICA PER ALUNNI CON DSA COSA FARE (scuola primaria) Attività di screening Esempi di attività “Dimmi una parola che inizia come ...” “Dimmi una parola che inizia con ...” Identificare la parola scandita dall’insegnante nei suoni costituenti (sillabe e fonemi). Segmentare parole in sillabe e fonemi. Riconoscere e produrre rime; narrazione; invenzione, completamento storie Elidere o aggiungere suoni a parole date (ditale → dita; porta→ portare) Riconoscere parole lunghe e parole corte Trovare differenze tra due parole (es. cane – tane) “Quale parola non inizia con lo stesso suono tra ...” (es. pane, pera, tino, poco) Prof.ssa Rosanna ROSA 59 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
LINEE GUIDA 12/07/2011 DIDATTICA PER ALUNNI CON DSA Valutare l’alunno dislessico Nella valutazione: • separare gli errori dal contenuto • tenere conto dei punti di partenza • fare in modo che il bambino in difficoltà senta di essere apprezzato (non solo sul quaderno, ma anche sul documento di valutazione) • evitare di riempire i quaderni di segni degli errori • Favorire l’uso degli strumenti di compensazione • Attuare misure dispensative • Collaborazione con gli operatori dei servizi • Collaborazione con i genitori e coinvolgimento dell’alunno Prof.ssa Rosanna ROSA 60 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
Diagnosi RICHIESTA DI CONSULENZA ANALISI DEI MOTIVI DELLA RICHIESTA RACCOLTA INFORMAZIONI SUL DISTURBO VERIFICA STATO DI APPRENDIMENTO TRAMITE PROVE STANDARDIZZATE DIAGNOSI FUNZIONALE Prof.ssa Rosanna ROSA 61 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
LA DIRETTIVA MINISTERIALE DEL 27 DICEMBRE 2012 E LA CIRCOLARE MINISTERIALE DEL 6 MARZO 2013 I due documenti devono considerarsi l’uno legato all’altro in un rapporto di stretta conseguenzialità, e pertanto un unicum con il quale si è completato il ciclo della normativa inclusiva. In premessa, il Ministro precisa che la fase dell’integrazione scolastica è superata e che rispetto alla disabilità “… è opportuno assumere un approccio decisamente educativo, per il quale l’identificazione degli alunni con disabilità non avviene sulla base della eventuale certificazione, che certamente mantiene utilità per una serie di benefici e di garanzie, ma allo stesso tempo rischia di chiuderli in una cornice ristretta”. Prof.ssa Rosanna ROSA 62 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
BES ED INCLUSIONE “Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”. Prof.ssa Rosanna ROSA 63 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
BES ED INCLUSIONE Il concetto di bisogno educativo speciale (BES) special educational need (Sen A) appare nei documenti Unesco nel 1997, poi nella legislazione del Regno Unito nel 2001 e nei documenti dell’agenzia europea per lo sviluppo dell’educazione per i bisogni speciali nel 2003, come tendenza a considerare soggetti BES tutte le persone, anche adulte, che per qualsiasi motivo manifestino difficoltà di apprendimento e di comportamento diverse dalla disabilità. Prof.ssa Rosanna ROSA 64 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
BES ED INCLUSIONE L’area dei Bisogni Educativi Speciali ricomprende tre grandi sotto-categorie: 1) La disabilità ex L.104/92 2) I disturbi evolutivi specifici (DSA,ADHD,FIL,ecc) 3) Lo svantaggio socio-economico, linguistico, culturale. Prof.ssa Rosanna ROSA 65 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
BES ED INCLUSIONE Per “disturbi evolutivi specifici” si intendono, oltre i disturbi specifici dell’apprendimento, anche i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, ricomprendendo anche quelli dell’attenzione e dell’iperattività; il funzionamento intellettivo limite (Fil) può essere considerato un caso di confine fra la disabilità e il disturbo specifico. Prof.ssa Rosanna ROSA 66 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
BES ED INCLUSIONE I disturbi evolutivi specifici, non vengono o possono non venir certificate ai sensi della legge 104/92, non dando conseguentemente diritto alle provvidenze ed alle misure previste dalla stessa legge quadro, e tra queste, all’insegnante per il sostegno. Entrano ex L.170/2010 nelle cure dei docenti curriculari componenti il Consiglio di Classe. Prof.ssa Rosanna ROSA 67 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
BES ED INCLUSIONE Anche gli alunni con potenziali intellettivi non ottimali, descritti generalmente con le espressioni di funzionamento intellettivo limite (Fil) o borderline, qualora non rientrino nelle previsioni delle leggi 104 o 170 – rientrano dunque nella tutela del Consiglio di Classe. Prof.ssa Rosanna ROSA 68 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
BES ED INCLUSIONE “Le scuole-con determinazioni assunte dai consigli di Classe, risultanti dall’esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico- possono avvalersi per tutti gli alunni con Bisogni educativi speciali degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della Legge 170/2010, meglio descritte nelle allegate Linee Guida”. Prof.ssa Rosanna ROSA 69 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
BES ED INCLUSIONE Organizzazione scolastica: A livello di ambiente scolastico, l’organizzazione dell’inclusività impone l’adozione di vari strumenti e strutture, quali il Piano Didattico personalizzato (PDP) rivolto agli alunni BES; la costituzione del Gruppo per l’Inclusione (GLI) che sostiutisce il GLHO ed infine del Piano per l’Inclusività (PAI). Organizzazione territoriale: L’organizzazione territoriale della rete di scuole per l’Inclusività e delineata intorno ai CST (Centri Territoriali di Supporto) e ai CTI (Centri Territoriali per l’Inclusione) Prof.ssa Rosanna ROSA 70 I.P.S.S.E.O.A. PAGANI
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