BASI BIOLOGICHE DELLA PSICOSOMATICA - TRIUNE BRAIN II LEZIONE CORSO DI LAUREA IN SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE - DISPUTER
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Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche Anno Accademico 2017/2018 Basi Biologiche della Psicosomatica II lezione TRIUNE BRAIN
TRIUNE BRAIN Paul MacLean (neuroscienziato statunitense 1913-2007) ha elaborato una teoria detta ”dei tre cervelli”. E' un modello interpretativo di funzionamento del sistema nervoso centrale che mette in correlazione aree anatomo-funzionali del cervello con i comportamenti e con la filogenesi. Questo modello ci aiuta a comprendere come nell'essere umano siano biologicamente insite tendenze che possono andare in conflitto ed essere alla base dei disturbi psicosomatici. Il cervello dell'Uomo è il risultato dell'interconnessione di aree cerebrali comparse in differenti tempi della scala evolutiva, ereditate filogeneticamente dai rettili, dai mammiferi e dai primati
Cervello Rettiliano: controlla le attività automatiche fondamentali per il mantenimento dell'omeostasi corporea e delle funzioni vitali. Quest'area è già ben rappresentata nei rettili. E' alla base dei comportamenti primari legati alla sopravvivenza (attacco-fuga, digestione, sonno-veglia, riproduzione). Cervello Paleoammifero o limbico: area correlata alle emozioni e all'affettività. Si sviluppa con l'evoluzione dei mammiferi (paleomammiferi). E' alla base dei comportamenti di cura e relazioni sociali con i propri simili. Cervello Neomammifero o Neocorticale: presiede alle funzioni mentali-cognitive più evolute specifiche dell'Homo sapiens sapiens (neomammifero) come il linguaggio, il pensiero (logico-analitico-matematico ma anche analogico-intuitivo-artistico), la capacità di astrazione e pianificazione, i sentimenti e le emozioni più complesse, l'autocoscienza. (Vedi filmato)
Panksepp (2011) evidenzia che tra i tre livelli evolutivi del cervello esiste una precisa gerarchia che permette il governo dell'intero sistema in modo armonico e funzionale ed usa il termine di “gerarchie annidiate” per indicare come queste funzioni di regolazione siano appunto annidiate l' una dentro l'altra. Infatti i comportamenti istintivi del cervello rettile sono modulati dal sistema limbico: le funzioni evolutivamente più elevate e mature, legate ad emozioni ed affettività, proprie del comportamento mammifero, influenzano le azioni più istintive ed automatiche del comportamento rettile . Le risposte emotivo-comportamentali sono controllate dal cervello neocorticale. Grazie alle attività corticali superiori l'uomo ha la capacità di modificare e adattare le attività istintive ed emotive dei due cervelli sottocorticali, secondo un numero enorme di potenzialità mentali e razionali e di principi etici e culturali (comportamento “umano”). La teoria dei tre cervelli è un MODELLO GERARCHICO SISTEMICO RELAZIONALE del Sistema Nervoso Centrale: Il SNC ha proprietà relazionali con l'ambiente esterno,si esprime e si sviluppa in funzione dell'ambiente è strutturato in senso gerarchico i livelli gerarchici sono tra loro integrati in maniera dinamica
In uno stato di salute ed equilibrio psicofisica le funzioni cerebrali superiori dovrebbero essere ben integrate con quelle inferiori in uno stato di equilibrio funzionale bidirezionale Ma Mac Lean evidenziò che che mentre negli animali i tre cervelli agiscono in profondo coordinamento e sinergia, nell'essere umano i tre cervelli sono spesso in conflitto tra loro in quanto sostengono bisogni e necessità non sempre conciliabili. “A complicare ulteriormente le cose -continua MacLean- due delle tre mentalità difettano della capacità di parlare”. Il silenzio verbale dei due cervelli più antichi non deve tuttavia essere interpretato come mancanza di intelligenza o di coscienza , in quanto essi si esprimono attraverso le emozioni e il linguaggio del corpo. Ad es. se reprimo un comportamento col mio cervello razionale, l'emozione continua ad esistere a livello del cervello limbico e si esprime tramite il corpo. In certi casi i comportamenti emotivi-istintivi prendono il sopravvento sfuggendo completamente al controllo razionale (es. attacchi di panico). MacLean utilizzò il termine di schizofisiologia, una delle più importanti basi per la comprensione dei blocchi psicosomatici.
La psicosomatica ha questa base biologica: il cervello è il risultato di una lunga evoluzione, che porta in sé le tracce delle forme viventi che si sono via via organizzate in maniera sempre più complessa. L' uomo rappresenta il gradino più alto (in termini di complessità) di questa evoluzione ed i suoi comportamenti sono legati a “tendenze”(istintive, emotive e razionali) non sempre in armonia tra loro. Mac Lean ritiene che, se l' uomo vuole sopravvivere in armonia con queste differenti entità, diventano necessarie nuove ricerche e differenti approcci capaci di abbracciare questi tre differenti livelli evolutivi di coscienza.
CERVELLO RETTILIANO E' la formazione cerebrale filogeneticamente più antica: compare circa 500 milioni di anni fa Costituisce il cervello primitivo o arcaico. Regola le funzioni istintive ed emotive necessarie per il mantenimento dell'omeostasi corporea e la sopravvivenza individuale. In quest'area antichissima dal punto di vista di evoluzione della specie, si concentra il controllo di funzioni corporee vitali fondamentali che riguardano la funzionalità cardiocircolatoria, la respirazione, il ritmo sonno-veglia, il senso della fame e della sete, la termoregolazione, l'attività digestiva e genito- urinaria. La sua funzione è associata ad emozioni e sensazioni primarie: piacere, dolore, paura rabbia- aggressività. Il controllo di queste funzioni così strettamente connesse alla vita è automatico ed è alla base di comportamenti alimentari, sessuali, di difesa (attacco-fuga) e riposo. Si tratta di comportamenti legati alla sopravvivenza e, in quanto tali, si manifestano come istinti e bisogni innati e codificati geneticamente.
Le aree principalmente interessate nelle funzioni del “cervello rettile” sono: Tronco dell'encefalo Nuclei o Gangli della base Diencefalo Nota bene: aree del diencefalo, come l' ipotalamo, le citiamo in questa sede per il ruolo che svolgono nell'espletamento delle funzioni vitali, ma fanno parte anche del sistema limbico!
CERVELLO RETTILIANO Tronco dell'encefalo Il tronco dell'encefalo è la continuazione in alto del midollo. È composto da varie aree: il bulbo (o midollo allungato) il ponte e il mesencefalo. Anatomicamente, come il tronco di un albero, funge da collegamento tra il basso e l' alto, unendo la parte del sistema nervoso centrale contenuta nel canale vertebrale (midollo spinale) con quella contenuta nella scatola cranica (encefalo). In esso si trovano: Centri di attivazione motoria Centri di attivazione neuro-vegetativa Centri di attivazione ritmi e funzioni biologiche (centri riflessi) Centri di attivazione emozionale (dolore, piacere, rabbia , paura)
Tronco dell'encefalo Centri di attivazione motoria e neurovegetativa Nel tronco sono contenuti i nuclei di origine dei nervi cranici (tranne i nervi olfattivo ed ottico). Essi emergono dal tronco e si portano a svariati organi, muscoli e ghiandole
Tronco dell'encefalo I nervi cranici (12 paia in tutto) costituiscono stabili e talvolta giganteschi collegamenti automatici tra il cervello e il corpo. Tramite i nervi cranici, il tronco riceve segnali da tutto il corpo, a cui ne invia in continuazione: In blu: vie afferenti, veicolano la sensibilità dalla periferia. In rosso: vie efferenti, controllano l' azione di muscoli e ghiandole,si tratta di attività riflesse. 3-4-6 paio di nervi cranici che innervano la muscolatura estrinseca dei globi oculari e l' 11, che innerva i muscoli del collo, controllano oltre i movimenti volontari di occhi e collo, anche i movimenti riflessi automatici che permettono di mantenere la fissità dello sguardo durante il movimento Il 5 , oltre a veicolare la sensibilità della faccia ha fibre motorie implicate nei movimenti automatici della masticazione Il 7 innerva i muscoli mimici implicati nella espressione facciale delle emozioni Il 10, il nervo vago, innerva tutto l' apparato gastrointestinale, il cuore, i polmoni con attività parasimpatica. Il 12 è implicato nel movimento automatico della deglutizione
Tronco dell'encefalo Centri riflessi Nel tronco dell'encefalo si trovano importanti centri riflessi: nuclei di cellule nervose che intervengono nell'aggiustamento e regolazione di importanti funzioni vitali. In particolare: Centri cardiaci: benché il cuore generi autonomamente l'impulso di contrazione che si propaga a tutto l'organo, i centri presenti nel tronco influiscono sulla frequenza e la forza di contrazione cardiaca potendola incrementare o diminuire. Centri vasomotori: controllano il flusso di sangue nei tessuti periferici. Centri respiratori: Innescano e controllano il ritmo respiratorio.
Tronco dell'encefalo Centri di attivazione emozionale Nel tronco si trovano organizzati i nuclei di neuroni che producono i più importanti neurotrasmettitori cerebrali: dopamina, serotonina, noradrenalina, acetilcolina, istamina, che vengono rilasciati sia in alto (talamo, ipotalamo, aree corticali) sia in basso (verso il midollo spinale) Le dimensioni di questi nuclei non sono molto ampie. Spesso si tratta di poche decine di migliaia di neuroni, che però influenzano molte importanti funzioni dell'organismo andando a determinare le manifestazioni psicosomatiche dei comportamenti. Il dolore , come il piacere, hanno qui le prime elaborazioni e sono legati ai comportamenti basali (rettili) : attacco-fuga, alimentazione, accoppiamento. Ricerche recenti hanno mostrato che emozioni antiche , come la rabbia, causano picchi di attivazione del tronco dell'encefalo, a differenza della felicità, che è più legata al sistema limbico e alle cortecce (vedi i sistemi emotivi).
Tronco dell'encefalo formazione reticolare Oltre ai vari agglomerati cellulari (nuclei), più in generale nel tronco dell'encefalo si riscontra un 'intricata rete di neuroni che si estende in un' area di cui è difficile rintracciare i confini precisi. Quest'area è stata chiamata formazione reticolare proprio perché costituita da un aggregato diffuso di neuroni e fibre nervose Essa si estende per tutta la lunghezza del tronco, dal bulbo al mesencefalo, arrivando fino al midollo, in basso (occupa l' area intermedia) ed al talamo, in alto (si confonde coi nuclei del talamo). Sulla base di dati elettrofisiologici e di dati emersi dallo studio di casi clinici di interesse neurologico, si ritiene che la formazione reticolare sia coinvolta nel controllo di molte funzioni del sistema nervoso vegetativo, tra cui quelle cardiocircolatorie, respiratorie e gastrointestinali, nella modulazione di riflessi muscolari mediati dai nervi cranici, nella modulazione della nocicezione, nella regolazione degli stati di coscienza e dei ritmi sonno-veglia. Lesioni in quest'area causano perdita di coscienza.
Tronco dell'encefalo PAG : Sostanza Grigia Periacquaduttale Regione del mesencefalo che circonda l'acquedotto cerebrale. Contiene circuiti neurali coinvolti nella modulazione del dolore, degli stati di coscienza ed in comportamenti specie-specifici. PAG e stati di coscienza Lesioni alla PAG conducono a perdite della coscienza. Questo non implica ovviamente che sia la PAG in quanto tale ad essere il centro della coscienza, ma che probabilmente è una delle varie componenti funzionali che svolgono un ruolo di rilievo nella modulazione della stessa
Tronco dell'encefalo PAG : Sostanza Grigia Periacquaduttale PAG modulazione discendente del dolore Si ascoltano spesso storie di soldati, atleti e vittime delle torture che hanno subito ferite orribili ma apparentemente non hanno sentito dolore. Forte emozione, stress o forte determinazione possono produrre una buona soppressione delle sensazioni del dolore. In questa funzione sono coinvolte diverse regioni cerebrali tra cui la PAG. Questa riceve input da diverse strutture del cervello, molte delle quali sono appropriate per trasmettere segnali collegati allo stato emozionale. Tramite il rilascio di sostanze (oppioidi endogeni) il segnale nocicettivo viene inibito prima che sia in grado di raggiungere le aree corticali che interpretano il segnale come "dolore" ( vedi oppioidi endogeni). La stimolazione elettrica del PAG provoca analgesia immediata e profonda. PAG e comportamenti materni La PAG può essere coinvolta nel comportamento materno umano. Contiene un'alta densità di recettori per la vasopressina e ossitocina e ha collegamenti diretti con la corteccia orbitofrontale, che potrebbero mediare il ruolo del PAG nell'amore materno.
Tronco dell'encefalo PAG : Sostanza Grigia Periacquaduttale PAG e comportamenti aggressivi La profonda struttura cerebrale della PAG ha un’importanza critica nella generazione dei comportamenti aggressivi. Damasio e colleghi (2005) hanno evidenziato una forte aumento della circolazione sanguigna nell’area del PAG durante l’attivazione del sistema della RABBIA. (vedi sistemi emotivi-rabbia). La configurazione moderna del sistema della RABBIA è dovuta ad che lo ha identificato col neurocircuito amigdala-ipotalamo-PAG (Allan Siegel,2005) che mostra una precisa struttura gerarchica. Il danneggiamento della PAG infatti elimina completamente i comportamenti di RABBIA, mentre la RABBIA, evocata dalla stimolazione della PAG, non è diminuita dal danneggiamento dell’ipotalamo o dell’amigdala. PAG e comportamenti di difesa Può provocare risposte comportamentali di tipo difensivo, variamente caratterizzate da immobilità (freezing), comportamenti motori come la corsa e il salto, tachicardia, aumento della pressione sanguigna e del tono muscolare. Lesioni della parte dorsale sono in grado di ridurre il comportamento difensivo innato, praticamente sono in grado di addomesticare l'animale. I danni o rimozioni del PAG rendono la persona senza paura.
CERVELLO RETTILIANO Nuclei della Base Sono una serie di nuclei situati alla base dell'encefalo
CERVELLO RETTILIANO Nuclei della Base I nuclei della base fanno parte del sistema extrapiramidale. Il sistema extrapiramidale controlla, per via automatica, il tono muscolare al fine di aggiustare la posizione del corpo sia in condizioni statiche che dinamiche. Regola in sostanza la postura e l'esecuzione dei movimenti complessi automatici.
CERVELLO RETTILIANO Nuclei della Base Tra questi, il nucleo accumbens costituisce un' interfaccia tra il sistema mesolimbico, che serve per elaborare informazioni emotive ed il sistema motorio extrapiramidale che gestisce l' attività motoria . Questa via di connessione del sistema extrapiramidale con i nuclei delle emozioni rende possibile , insieme al cervelletto, le variazioni posturali inconsapevoli in relazione allo stato emotivo del soggetto. All'atteggiamento posturale di ciascun individuo infatti concorrono vari elementi, ma quello emotivo ha un' importanza estrema. Immaginiamo soltanto come viene piegato il corpo di una persona affetta da depressione, e non c'è ginnastica posturale che possa raddrizzarlo; solo la modulazione delle emozioni può essere efficace nel riportarla ad alzare la fronte per guardare il mondo da un altro punto di vista.
CERVELLO RETTILIANO Diencefalo Etimologicamente significa “attraverso l'encefalo”. In passato venne chiamato anche cervello intermedio, proprio a significare il collegamento tra parte cerebrale profonda e corteccia.
Il diencefalo gioca un ruolo importantissimo nell'integrazione delle sensazioni consce ed inconsce, con le risposte somatiche. Rappresenta un' interfaccia tra le elaborazioni psico-emotive e le manifestazioni corporee. Comprende: talamo, ipotalamo ed epitalamo.
Diencefalo Ipotalamo Piccola area situata sotto il talamo, alla base del cervello. Tutto l' ipotalamo pesa 4 grammi: o 0,30% del peso medio del cervello umano (che pesa 1200-1400 grammi) ma è composto da una serie di fasci e nuclei di neuroni che sostengono e controllano una quantità sbalorditiva di funzioni vitali: sistema nervoso autonomo ortosimpatico/parasimpatico Senso di sete, fame, sazietà metabolismo energetico Regolazione dell' equilibrio elettrolitico Regolazione della temperatura corporea/ febbre Ritmo sonno, veglia Comportamento sessuale sistema endocrino sistema immunitario emozioni
Diencefalo Ipotalamo - regolazione sul Sistema Nervoso Vegetativo: l sistema nervoso autonomo (SNA), conosciuto anche come sistema nervoso vegetativo, risulta essere parte del sistema nervoso periferico ed è deputato alla regolazione delle attività involontarie. Tale regolazione è veloce, autogovernata, funziona immediatamente rispetto allo stimolo ed è indipendente dalla volontà. In particolar modo due componenti del sistema autonomo lavorano in opposizione: il sistema ortosimpatico e quello parasimpatico. Stimoli di allarme di vario genere inviano segnali ai nuclei posteriori dell'ipotalamo, con conseguente Attivazione del sistema nervoso autonomo ORTOSIMPATICO La stimolazione invece della parte anteriore dell'ipotalamo (nucleo anteriore e nucleo preottico) determina una attivazione del PARASIMPATICO : ORTOSIMPATICO PARASIMPATICO Dal cervello le proiezioni simpatiche e parasimpatiche si fanno strada verso organi sui quali producono risultati opposti
Il sistema ORTOSIMPATICO, entra in azione durante le emergenze o stati di necessità. I mediatori chimici sono adrenalina e noradrenalina. La sua attivazione media la risposta di attacco-fuga (fight or flight) Contribuisce al raggiungimento di stati di vigilanza, eccitazione, attivazione, mobilitazione. Provoca una mobilizzazione dell'energia dalle riserve immagazzinate nell'organismo sotto forma di grasso e glicogeno, ci predispone prontamente e inconsapevolmente, governando l' attività di organi e apparati, all' attacco o alla fuga per fronteggiare un pericolo, ma anche a qualsivoglia attività lavorativa, sia mentale che fisica.
Il sistema PARASIMPATICO, agisce da mediatore per le attività calme vegetative (rest and digest). Queste attività contribuiscono alla funzione plastica dell'organismo e all' incremento delle forniture energetiche. Esso presiede alla stimolazione delle attività digestive, riproduttive, alla riparazione e rigenerazione dei tessuti. Questo sistema , fisiologicamente, preserva la buona salute ed il recupero energetico. Il suo principale mediatore chimico è l'acetilcolina,
Diencefalo Ipotalamo - regolazione endocrina L' ipotalamo influenza e regola l' attività dell'ipofisi, che rappresenta la ghiandola master nella produzione ormonale. Situata alla base del cranio, attaccata all' ipotalamo mediante un peduncolo si distingue in adenoipofisi e neuroipofisi ASSE IPOTALAMO IPOFISI Dall'attivazione di questa ghiandola, grazie ai vari fattori di rilascio ipotalamici (RH), partono informazioni che attivano: la sintesi ossea e proteica (GH) le gonadi (LH e FSH) la tiroide (TSH) la ghiandola mammaria (PRL) i melanociti (MSH) la corteccia surrenale (ACTH)
Diencefalo Ipotalamo -influenze da e sul sistema immunitario Si è visto che all' ipotalamo arrivano informazioni provenienti dal sistema immunitario. Tali informazioni sono veicolate dal sangue e dai nervi cranici (il Vago in particolare). Studi hanno evidenziato che, danneggiando selettivamente zone ipotalamiche, si ha una soppressione mirata delle reazioni umorali e cellulari del sistema immunitario. In altri esperimenti, l'asportazione di una porzione centrale dell'ipotalamo, nelle cavie, scongiurava la reazione di shock anafilattico (1958 Filipp e Szentiivanyi).
Diencefalo Ipotalamo - correlazioni con umore ed emozioni L' Ipotalamo (corpi mammillari) fa parte del circuito delle emozioni. E' in connessione anatomica con il talamo, con l' amigdala (centro emozionale per eccellenza) e con l' ippocampo (centrale di produzione della memoria), tutte aree che fanno parte del sistema limbico.
Diencefalo Ipotalamo Praticamente non c' è area nervosa che conta che non abbia collegamenti con l' ipotalamo. L' ipotalamo riceve direttamente le informazioni provenienti dall'ambiente esterno ed interno tramite le sue connessioni con i sensi (tranne udito) le aree corticali e sottocorticali nonché dal sistema immunitario. A sua volta, con le sue fibre proietta alle aree corticali, soprattutto alle prefrontali, dove si prendono le decisioni(risposta cognitiva) Invia input di attivazione ai nuclei del neurovegetativo collocati nel tronco dell' encefalo , che comandano la messa in allerta dell'intero organismo, all' ipofisi, che rappresenta la ghiandola master nella produzione ormonale (risposta corporea). I nuclei ipotalamici inoltre intrattengono relazioni speciali con aree cruciali come l' amigdala, centro emozionale per eccellenza, e l' ippocampo, centrale di produzione della risposte corporee memoria (risposta emotiva). QUINDI L'IPOTALAMO E' UNA IMPORTANTE AREA CEREBRALE CHE, CON LE SUE MOLTEPLICI FUNZIONI, REALIZZA LE CONNESSIONI PSICOSOMATICHE DELL' INDIVIDUO
Diencefalo Talamo Il talamo, o meglio, i talami, sono due grosse formazioni ovoidali bilaterali, composte da una cinquantina di nuclei. Funzionano da ricetrasmittenti obbligate, nel senso che tutto ciò che passa dalle cortecce al corpo (comandi per il movimento ad esempio) e tutto ciò che dal corpo va alle cortecce (stimoli sensoriali, di dolore, di piacere) passa per i talami. E' un “sincronizzatore” delle attività cerebrali ovvero mette in comunicazione coerente le varie aree cerebrali.
Diencefalo Talamo Proietta informazioni sensitive alla corteccia sensitiva: è la via finale comune per tutti gli impulsi sensitivi che, dalla periferia, vengono proiettati alla corteccia sensitiva primaria. Agisce da filtro lasciando passare solo una porzione di tutte le informazioni che vi giungono Vie sensitive: La via olfattiva proietta dal naso direttamente alla corteccia. Tutte le altre vie passano per il talamo prima di proiettare alle loro aree corticali specifiche
Diencefalo Talamo Regola la funzione motoria trasmettendo informazioni dai nuclei della base e cervelletto alla corteccia motoria
Diencefalo Talamo Fa parte del sistema limbico (nuclei anteriori), integra le informazioni sensitive con gli stati emotivi e con i suoi collegamento ipotalamo-lobi frontali controlla gli stati emotivi consci nucleo talamico mediale
Diencefalo Talamo Svolge funzioni associative tra le aree corticali: è il centro funzionale di un “network talamo-corticale” che viene descritto come un flusso “rientrante” di informazioni che dal talamo si espandono in tutte le aree della corteccia e che, dopo essere state rielaborate dai processi cognitivi superiori, ritornano al talamo in un flusso continuo e senza pause (Edelman, 2004).
Diencefalo Talamo Linas ha dimostrato che il Talamo si connette e si sincronizza con le principali aree del cervello , inviando e ricevendo informazioni con una frequenza di 40Hz (volte al secondo) e generando coerenza tra le informazioni somatiche sensoriali e motorie, le componenti emotive del sistema limbico e le elaborazioni neocorticali della neocorteccia. Il talamo è in sostanza una struttura nervosa che, generando una comunicazione coerente tra le differenti aree del cervello, è un vero e proprio “sincronizzatore” cerebrale che permette l' unità della rete psicosomatica.
CERVELLO PROTOMAMMIFERO (sistema limbico) Apparso 300 milioni di anni fa. È un insieme di strutture del SNC da cui originano le motivazioni e le emozioni legate non solo ai comportamenti della sopravvivenza individuale (cervello rettile) ma anche della cura della prole, della interazione e affiliazione sociale. Si identifica con il Sistema Limbico Le radici più antiche della nostra vita emotiva affondano nel senso dell'olfatto (lobo olfattivo e rinencefalo), cingolata fondamentale ai fini della sopravvivenza; ed è proprio dal lobo olfattivo . che incominciarono ad evolvere gli antichi centri emozionali fino a che, nel corso dei millenni, divennero abbastanza grandi da circondare l' estremità cefalica del tronco cerebrale. .
Il termine limbico deriva da limbus: “bordo”, perché si tratta di aree profonde della corteccia che lambiscono il tronco dell'encefalo. Così, nel corso della filogenesi, nei “mammiferi inferiori”, attorno al cervello rettiliano si viene a sviluppare una sorta di “cuffia pensante” che libera il comportamento da azioni stereotipate (tipiche dei rettili) per indurre risposte più complesse modulate dalle emozioni
Questa più complessa evoluzione del cervello porta l' emotività, l'affettività, la nozione di attaccamento e di “impronta”, che saranno caratteristiche dominanti dei mammiferi e che andranno a tradursi nei differenti comportamenti: Attaccamento dei genitori ai figli mediante l' allattamento: l' evoluzione dei mammiferi è l' evoluzione della famiglia. La maggiore complessità dei mammiferi rende necessari tempi di cura più lunghi. La progenie è riconosciuta, nutrita o allattata. I piccoli non possono più essere uccisi o mangiati. Questo attaccamento è sconosciuto nei rettili. Comparsa del gioco nei piccoli: attraverso il gioco il piccolo sperimenta se stesso, misurandosi con i propri limiti e capacità nell'affrontare situazioni che poi si ripresenteranno in età adulta. Ma il gioco è anche un mezzo utile a promuovere l'armonia del nido e, in seguito, a sviluppare un' affiliazione familiare e sociale. Comunicazione audio-vocale: il “grido” diventa l' elemento di riconoscimento per eccellenza e rappresenta una vera e propria impronta digitale. Avrà differenti funzioni: urla di difesa, urla da separazione e di riconoscimento e permetterà il mantenimento del contatto madre-figlio. L'attività del cervello limbico interviene in maniera importante anche nei processi di memorizzazione, apprendimento e decisionali.
Sistema limbico: Funzioni Origine degli stati emozionali, degli impulsi e dei comportamenti ad essi associati Connessione tra le funzioni intellettive consce della corteccia cerebrale e le funzioni automatiche inconsce del tronco dell'encefalo. Elaborazione dei processi della memoria Elaborazione dei processi decisionali A livello strutturale , secondo le descrizioni del neuroanatomista Papez (1937) e del fisiologo MacLean (1949) il sistema limbico è costituito da:i bulbi olfattivi, il setto, il fornice (insieme di fibre mieliniche che connettono l'ippocampo all' ipotalamo), l'ippocampo, l'amigdala, tre giri (giro del cingolo, giro dentato e giro paraippocampale) e i corpi mammillari (ipotalamo). Indubbiamente la definizione di sistema limbico è più fisiologica e funzionale che morfologica, infatti coinvolge anche altre porzioni cerebrali come ad es. l' ipotalamo, il nucleus accumbens, la corteccia orbitofrontale . Talamo ed ipotalamo sono considerati parte anche del cervello rettiliano.
CERVELLO PROTOMAMMIFERO Amigdala Piccola ghiandola a forma di mandorla (da cui l'origine del suo nome, in greco). Le amigdale (una per lato) sono localizzate all'interno dei lobi temporali.
Amigdala E' implicata nell'insorgenza degli stati emozionali. Ha connessione con l' ippocampo, l'ipotalamo, il talamo , la corteccia. Con i suoi collegamenti col resto del cervello influisce nell'innesco dei comportamenti associati alle emozioni. È formata da diversi gruppi di nuclei che individuano tre aree: Area corticale (nuclei corticomediali): è un' estensione del sistema olfattivo, anzi, l'area corticale è talmente vicina alla corteccia sovrastante, di tipo olfattivo, da confondersi quasi con essa. É di particolare importanza nell'elaborare informazioni ferormoniche e nel dare un significato emotivo agli odori. Area basolaterale (nuclei basolaterali): riceve input dai sensi e invia proiezioni alle cortecce prefrontali e all' ippocampo. Contribuisce , in modo determinante, alla formazione della memoria emotiva, ma anche cognitiva. Influisce sulla percezione dei sentimenti. Area centomediale. È formata da nuclei profondi che ricevono input dal talamo e dall'ipotalamo e ne inviano al neurovegetativo (nuclei viscerali troncoencefalici). Influenzano le risposte associate agli stati emozionali ovvero scarica le emozioni nel corpo. Corticomedial nuclei Nucleo centrale
In modo particolare il nucleo centrale è una regione cerebrale fondamentale per l' espressione delle risposte emozionali a stimoli nocivi. Dal nucleo centrale si attivano varie aree di risposta di stress: Stimolazione dell'ipotalamo con attivazione del sistema ortosimpatico e dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene per sostenere la risposta di attacco o fuga Stimolazione della PAG e reazione di freezing (evitamento) Stimolazione del sistema noradrenergico con aumento della vigilanza e stato d' ansia
Amigdala Si tratta di risposte che automaticamente scatenano una reazione di paura, ad esempio per rumori forti improvvisi o l'approssimarsi di un grosso animale o il ripresentarsi di eventi passati a cui abbiamo attribuito una forte valenza emotiva o di reazioni apprese in una particolare situazione di ipersensibilità, che vengono immediatamente riattivate come immanenti al ripresentarsi anche parziale dello stimolo primordiale. Segnali in entrata provenienti dagli organi di senso consentono all'amigdala di analizzare ogni esperienza, facendone una sorta di “sentinella psicologica” che scandaglia ogni percezione guidata da domande che hanno radici nella notte dei tempi circa l'eventuale pericolosità dell'evento imminente (in questo senso ci sono anche paure innate trasmesse geneticamente). Se la risposta è affermativa, l'amigdala reagisce immediatamente inviando un messaggio di allerta e i sistemi mnemonici corticali vengono riorganizzati con precedenza assoluta al fine di richiamare ogni informazione utile nella situazione di emergenza contingente. L'estesa rete di connessioni neurali dell'amigdala le consente, durante un' emergenza emozionale, di “sequestrare” gran parte del resto del cervello, compresa la mente razionale, e di imporle i propri comandi. Esiste inoltre un collegamento diretto tra talamo ed amigdala che fa in modo che uno stimolo condizionato di paura possa suscitare delle risposte che bypassano totalmente la corteccia. È la tipica reazione negli attacchi di panico, dove il raziocino difficilmente riesce a contrastare tale invalidante attivazione
Amigdala L'amigdala funziona come un archivio della memoria emotiva implicita ovvero dei ricordi inconsci. La memoria implicita (o non dichiarativa) consiste in quella forma di memoria a cui non possiamo accedere consapevolmente. Non siamo in grado di verbalizzare una esperienza sensoriale o motoria immagazzinata con tale modalità. Funzionando da archivio della memoria implicita, l' amigdala è quindi depositaria del significato stesso degli accadimenti: qualsiasi circostanza senza il contributo dell'amigdala appare privata di significato personale. Persone con amigdale , destra e sinistra, danneggiate hanno grosse difficoltà di giudizio e di decisione, proprio perché non percepiscono l' aspetto emozionale dello stimolo e quindi non riescono a produrre un comportamento adeguato. In caso di asportazione dell' amigdala ne risulterà infatti una evidentissima incapacità di valutazione del significato emozionale degli eventi. L' amigdala è uno snodo decisivo nel circuito cerebrale orbito-frontale, quello che attiviamo quando prendiamo decisioni. Il giudizio e la decisione quindi sono strettamente impastati con le emozioni.
Amigdala Sempre a proposito di memoria implicita, essa è predominante nel bambino fino a 2 anni circa, poiché i sistemi della memoria esplicita (in particolare l' ippocampo) non sono ancora maturi. L' amigdala invece matura molto velocemente nel cervello del bambino e alla nascita è molto più vicina di altre strutture allo sviluppo completo. Dal momento che il sistema che forma i ricordi inconsci degli eventi traumatici , cioè l'amigdala, matura prima dell'ippocampo (fondamentale per la memorizzazione cosciente), i traumi precoci, sebbene non ricordati coscientemente, possono avere un' influenza duratura nell'individuo ed essere presenti nella definizione dei comportamenti senza poterne esplorare l' origine con il pensiero razionale. Nella misura in cui le esperienze fortemente cariche di emozioni e affetti sono memorizzate in questa fase preverbale, esse faranno parte di un nucleo inconscio di personalità del bambino e ne condizioneranno gli affetti, il comportamento e la personalità anche da adulto. Tale modello costituirà anche un modello implicito di relazione con l' altro.
CERVELLO PROTOMAMMIFERO Ippocampo Il nome deriva dalla sua forma convoluta, simile a quella di un cavalluccio marino. Ha un ruolo chiave nel complesso processo della formazione dei ricordi coscienti.
Ippocampo Svolge la sua funzione nelle forme di apprendimento e di memoria che dipendono da elementi spaziali: forma quindi delle rappresentazioni spaziali aventi la funzione di creare il contesto in cui collocare i ricordi. In caso ad esempio di una risposta di condizionamento alla paura legata al contesto (es. un'aggressione subita in una strada), una lesione all' ippocampo elimina selettivamente le risposte di paura legate agli stimoli contestuali (la strada in cui è avvenuta l' aggressione non susciterà allora alcun allarme) senza influire sulla risposta emotiva allo stimolo decontestualizzato (una persona che mi insegue continua a stimolare la mia allerta). L' ippocampo svolge un ruolo critico nella memorizzazione di apprendimenti legati alle emozioni e si è scoperto che in quest'area vi è una continua formazione di nuove cellule (neurogenesi) probabilmente implicate nella formazione di nuove memorie.
Ippocampo Però l' I. non è la sede dove i ricordi vengono depositati. Nel corso degli anni l'ippocampo trasferisce il controllo dei ricordi alla corteccia, dove rimangono incardinati addirittura per tutta la vita. La comunicazione che l' ippocampo invia alla aree corticali è sotto forma di ritmo. A neuroni corticali distribuiti in aree separate, attivati dagli ormoni dello stress (adrenalina, noradrenalina e cortisolo) giunge il ritmo theta dell'ippocampo (5-10 hertz), che mette in risonanza tra di loro queste strutture e le stimola a formare nuove sinapsi di connessione reciproca. É un processo in cui i vecchi circuiti vengono riorganizzati: le vecchie memorie non si perdono ma vengono incorporate nelle nuove. Quindi i meccanismi di formazione della traccia mnesica necessitano del dialogo tra ippocampo e corteccia (specie la prefrontale) dove essa, alla fine del processo di consolidamento, verrà depositata e diventerà disponibile alla coscienza come ricordo. Infatti l'asportazione dell'ippocampo non modifica i ricordi di vita avvenuti prima dell'operazione, ma impedisce solo di memorizzare nuovi ricordi successivi all' operazione stessa. Malattie neurodegenerative che danneggiano l' I. rendono difficoltosa la memorizzazione di cose nuove mentre rimangono abbastanza nitidi i ricordi del passato. Generalmente siamo incapaci di ricordare le esperienze della prima infanzia, fino a tre anni circa, proprio a causa della tardiva maturazione dell'ippocampo. Esperienze a questa età potranno non essere disponibili a livello conscio perché l'ippocampo non era ancora maturo ma lo saranno a livello inconscio, perché l' amigdala matura precocemente!
Ippocampo Stress e memoria Un lieve stress stimola la memoria, grazie agli effetti performanti dell'adrenalina. Una volta attivati i neuroni corticali, occorre però il riposo per consolidare il ricordo. Il sonno potrebbe avere un ruolo centrale in questo. Uno stress abbastanza intenso e prolungato invece può provocare ai neuroni dell'ippocampo un danno reversibile o addirittura la morte cellulare con conseguente perdita di memoria esplicita a breve o lungo termine. Ad es. , un'unica esperienza traumatica quale un incidente stradale può innalzare il livello di steroidi surrenali e dare una perdita di memoria riguardo l' incidente stesso. Se l' ippocampo ha un collasso da stress e non è in grado di svolgere la sua funzione durante l' evento, non avremo nessuna possibilità di ripescare volontariamente un ricordo cosciente dell'accaduto per il semplice fatto che non se ne è formato alcuno. Se l'ippocampo invece è stato solo parzialmente alterato da un trauma può partecipare alla formazione di un ricordo debole e frammentario. In tal caso sarebbe possibile ricostruire mentalmente solo alcuni aspetti dell'esperienza traumatica. In caso di gravi traumi prolungati (bambini ripetutamente vittime di violenza, reduci del Vietnam...) si è constatato un ippocampo di ridotte dimensioni. Questi sopravvissuti manifestano, in tal caso, un deficit significativo della memoria senza conseguenze né sul quoziente intellettivo né sulle facoltà cognitive.
potenzia + amigdala STRESS ECCESSIVO _ danneggia ippocampo lo stress, quando eccessivo, da un lato danneggia le funzioni l' ippocampo e dall'altro potenzia quelle dell'amigdala. E' quindi del tutto possibile avere, rispetto ad una esperienza traumatica, pochi ricordi coscienti (danno ippocampo) ma ricordi emotivi inconsci potentissimi (attivazione amigdala) con conseguente divaricazione tra memoria esplicita e memoria implicita (e dunque: la mente cosciente non ricorda ma il corpo, collegato alle memorie inconsce, sì!) L' ippocampo gioca un ruolo importante nel meccanismo dello stress perché tende a spegnere l' attivazione eccessiva sia dell'amigdala sia della risposta neurovegetativa (a patto, come detto , che lo stress non sia eccessivo). Condizioni di stress eccessivo predispongono a risposte esagerate proprio a causa dell'iperattivazione dell'amigdala, a svantaggio della corteccia e dell'ipotalamo (che consentono invece una risposta più adeguata al contesto). Se l' ippocampo è danneggiato dallo stress, al contrario l' accudimento e la cura amorevole, in età neonatale , incrementa la grandezza dell'ippocampo andando così ad influire positivamente sulla flessibilità, adattabilità del sistema e capacità di risposta a situazioni stressanti. L' attività motoria moderata stimola la neurogenesi dei neuroni ippocampali e funge da potente antistress.
CERVELLO PROTOMAMMIFERO Corteccia Cingolata Area di corteccia cerebrale (materia grigia) che, a mò di “collare”, gira attorno al corpo calloso .
Corteccia Cingolata Questa area si attiva nelle emozioni intense di rabbia e tristezza ma anche nello sforzo cognitivo e nella gratificazione. Proietta all' ipotalamo e ai centri vegetativi simpatici del tronco. Svolge un ruolo essenziale nella maturazione dell'autocontrollo (insieme alla corteccia prefrontale) andando a “controllare” l' amigdala , integrando il comportamento volontario e le emozioni. Si osserva una disfunzione di quest'area nel disturbo dell'attenzione e dell'ipereattività ed il buon funzionamento nelle persone ben inserite e gratificate. Questo ruolo viene svolto grazie alla robusta connessione bidirezionale che stabilisce con l' amigdala. È da come si sviluppa questa questa connessione che deriva una buona o cattiva gestione delle emozioni e delle loro conseguenze sull'organismo. Nell'alessitimia i difetti di connessione causano i problemi che caratterizzano questa particolare condizione.
Corteccia Cingolata Questa area si attiva nelle emozioni intense di rabbia e tristezza ma anche nello sforzo cognitivo e nella gratificazione. Proietta all' ipotalamo e ai centri vegetativi simpatici del tronco. Svolge un ruolo essenziale nella maturazione dell'autocontrollo (insieme alla corteccia prefrontale) andando a “controllare” l' amigdala , integrando il comportamento volontario e le emozioni. Si osserva una disfunzione di quest'area nel disturbo dell'attenzione e dell'ipereattività ed il buon funzionamento nelle persone ben inserite e gratificate. Questo ruolo viene svolto grazie alla robusta connessione bidirezionale che stabilisce con l' amigdala. È da come si sviluppa questa questa connessione che deriva una buona o cattiva gestione delle emozioni e delle loro conseguenze sull'organismo. Nell'alessitimia i difetti di connessione causano i problemi che caratterizzano questa particolare condizione.
L'alessitimia è un disturbo caratterizzato dalla incapacità di riconoscere le emozioni. Le persone che ne sono affette hanno le manifestazioni corporee delle emozioni: sudore che imperla la fronte, accelerazione del battito cardiaco e del ritmo respiratorio, tutti segni fisici dell'emozione, ma riferiscono di non provare niente di preciso. A differenza di quello che fa la maggior parte delle persone, che quando avverte la lingua secca e il cuore in gola sa di essere in ansia, negli alessitimici i messaggi che manda il corpo non vengono associati a stati mentali/emotivi o lo sono scarsamente. Gli alessitimici hanno difficoltà a dare una rappresentazione mentale alle emozioni e a provare sentimenti, Questa “dissociazione” tra mente e corpo è stata indagata dal punto di vista neurologico. Le immagini del cervello mostrano un' alterazione nel circuito che connette l' amigdala alla corteccia tramite il giro del cingolo. Non si deve pensare però che i difetti di collegamento del circuito siano innati. Da una serie di studi invece emerge che è il tipo di rapporto emozionale vissuto in famiglia nell'infanzia che può generare il difetto alessitimico. Le relazioni tra i genitori e tra loro e i figli sono un modello fondamentale per la corretta interpretazione delle emozioni, per imparare a riconoscerle e dargli un nome. Gli studi su persone affette da alessitimia hanno dato importanti conferme sul ruolo delle emozioni quali “ponti” di collegamento bidirezionale tra mente e corpo.
L' uso della Risonanza Magnetica Funzionale ha consentito di vedere il cervello mentre è in preda ad un' emozione , oppure mentre prova a interpretarla e a controllarla. I due poli del circuito sono le strutture più profonde del sistema limbico (ipotalamo, ippocampo e amigdala) da una parte e le aree corticali dall'altra (giro del cingolo, cortecce prefrontali e associative) risposte corporee
IL CERVELLO NEOMAMMIFERO (Neocorteccia) È la parte filogeneticamente più recente del cervello. E' deputata alle funzioni cognitive: i pensieri coscienti e tutte le funzioni intellettive originano dalla corteccia Si sviluppa con la parola e la verbalizzazione E' all' enorme complessità della corteccia che si devono le umane capacità sensoriali, motorie e percettive, la memoria e le funzioni cosiddette superiori: linguaggio , coscienza consapevole, sentimenti, capacità logica, previsione delle conseguenze delle azioni e controllo comportamentale, capacità di astrazione e pianificazione, creatività, pensiero astratto, filosofico, religioso, artistico, scientifico ecc. L' evoluzione recente del cervello neocorticale ha permesso l' incredibile sviluppo della mente umana, della parola e della scrittura, delle conoscenze scientifiche e tecnologiche, delle arti creative ed umanistiche dei diritti umani universali, dell'esplorazione della psiche umana e infine della dimensione spirituale o interiore del Sé. E' alla base della complessa interpretazione dei significati relazionali, famigliari, sociali, culturali, politici e religiosi che codificano le relazioni umane. Grazie a queste attività corticali superiori l' uomo ha la capacità di modificare e adattare le attività istintive ed emotive dei due cervelli sottocorticali, secondo un numero enorme di potenzialità mentali e razionali e di principi etici e culturali (comportamento “umano”).
La corteccia è uno strato laminare spesso 2-4 mm (sostanza grigia) costituito da neuroni, glia e fibre nervose senza mielina che riveste l'encefalo. Nell'uomo si stima una superficie corticale di circa 2400 cm quadrati “ripiegata” in numerose circonvoluzioni con 100 miliardi di neuroni e 100 trilioni di sinapsi. Questi dati la rendono la più evoluta e complessa struttura di tutti i sistemi viventi La corteccia umana ha un volume 2,75 volte maggiore di quello dello scimpanzè, ma solo 1,75 volte più neuroni: dunque una gran parte dell'aumento di massa dipende dallo spazio interneurale, il neuropilo, formato da un denso intreccio di assoni, dendriti e sinapsi.
La corteccia gestisce la maggior parte delle informazioni sensitive e dei comandi motori. Le regioni sensitive e motorie della corteccia sono connesse da aree associative, ovvero regioni corticali deputate all' interpretazione delle sensazioni in ingresso oppure al coordinamento dei comandi motori in uscita.
Corteccia sensitiva primaria I neuroni sensitivi corticali ricevono informazioni provenienti da recettori periferici tattili, pressori, dolorifici, di vibrazione, termici. Ogni punto della corteccia sensitiva riceve informazioni provenienti da una precisa parte del corpo. (homuncolus sensorio). Le vie afferenti si incrociano a livello del midollo per cui le informazioni della parte sinistra del corpo raggiungono l' emisfero destro.
Le sensazioni specifiche , cioè quelle relative alla vista, udito, olfatto, e gusto arrivano invece ad altre porzioni della corteccia cerebrale: La corteccia visiva si trova nel lobo occipitale. La corteccia uditiva e la corteccia olfattiva risiedono nel lobo temporale. La corteccia gustativa è localizzata nella porzione anteriore dell'insula. Queste informazioni, prima di raggiungere la corteccia, passano attraverso i talami (eccetto quelle olfattive) , che svolge un azione di “filtro”. La coscienza di tali sensazioni si attua solo se i nuclei talamici inviano le informazioni alla corteccia sensitiva primaria.
Corteccia motoria primaria Invia comandi motori alla porzione del corpo controlaterale. E' responsabile dei movimenti volontari. Contiene neuroni piramidali, così chiamati perchè il corpo cellulare, in sezioni istologiche, ricorda una piccola piramide. Attraverso la via discendente detta sistema piramidale attivano i motoneuroni del tronco cerebrale e del midollo spinale. Dal secondo neurone l' impulso elettrico raggiunge i muscoli che si contraggono. Questa via discendente decussa, per cui la parte destra del corpo è comandata dalla parte sinistra della corteccia. Ogni neurone attivato determina la contrazione di un muscolo ben preciso.
Corteccia prefrontale E' abbondantemente connessa con tutte le informazioni provenienti dalla corteccia associativa e dalle altre porzioni dell'encefalo. Conferisce grandi capacità di astrazione intellettiva ed emotiva L' attività basilare di questa regione è considerata la guida dei pensieri e delle azioni in accordo coi propri obiettivi. Conferisce capacità di distinguere pensieri contrastanti, determinare bene e male, uguale e diverso, lavorare per un determinato obiettivo, predire dei risultati, fare aspettative basate sulle azioni. Regola i comportamenti controllando l' espressione degli impulsi emotivo-istintivi dei “cervelli” sottostanti e sopprime stimoli che altrimenti porterebbero a condotte sociali inaccettabili . Interviene nei processi decisionali. Molti autori hanno indicato un collegamento tra le personalità e funzioni della corteccia prefrontale. La distruzione dei due terzi anteriori crea danni alla concentrazione, all' orientamento, alle abilità astratte, al senso del giudizio, e alla soluzione di problemi di abilità. La distruzione invece del lobo orbitale (frontale) porta alla conduzione di condotte sociali inappropriate.
LATERALIZZAZIONE EMISFERICA L' analisi funzionale del cervello proposta da Mac Lean richiede un' ulteriore approfondimento in merito alla corteccia dei due emisferi: si tratta di due porzioni simmetriche MA NON IDENTICHE! Ognuna di essi svolge infatti anche delle funzioni specifiche che non vengono svolte normalmente dall'emisfero controlaterale: Emisfero SINISTRO Nella maggior parte della popolazione, nell'emisfero sinistro sono localizzati i centri dell'interpretazione generale e del linguaggio. Per esempio leggere, scrivere, parlare, sono tutte funzioni che dipendono dall'emisfero sinistro. Esso entra in gioco anche nei processi analitici, quali il calcolo matematico , e nella capacità di prendere decisioni logiche (viene definito “interprete” poiché riunisce i dati a disposizione e fornisce spiegazioni logiche...vere o presunte!). Controlla i movimenti dell'emilato dx.
Emisfero DESTRO Analizza le informazioni sensitive e mette in relazione il corpo dell'individuo con il mondo circostante. Gioca un ruolo dominante nel riconoscimento dei volti e dei rapporti tridimensionali. Quindi, ad es., quando disegniamo o guardiamo un' immagine, l'emisfero destro avrà una dominanza funzionale su quello sinistro. In questo emisfero si localizzano centri interpretativi che ci consentono di identificare oggetti familiari, volti e figure attraverso il gusto, l' olfatto e le vista. Inoltre è importante perché carica le frasi di contenuti emozionali, nel senso che ad es. “decide” se una frase debba essere intesa come una minaccia o, alternativamente, come una domanda. Individui che presentano alterazioni dell'emisfero dx sono incapaci di dare un contenuto emozionale alle loro frasi. Controlla i movimenti dell'emilato sinistro. (L' area motoria e quelle associative sono vicine alle aree coinvolte nella visione spaziale e nelle emozioni I). I mancini rappresentano circa il 10% della popolazione. Anche in essi i centri coinvolti nel linguaggio e nelle funzioni analitiche sono sempre localizzati nell'emisfero sinistro!
Si è sempre sentito dire che, a seconda delle nostre abitudini, sviluppiamo più un emisfero che un altro, che chi, ad es., usa molto parole e numeri (scrittori, matematici ecc.) è prevalentemente un “emisfero sinistro”, mentre artisti, artigiani o musicisti, abituati a lavorare con immagini ed intuizione, sono “emisferi destri”. Oggi invece in uno studio condotto da un team di scienziati della University of Utah (Anderson e Nielsen, 2013) ha dimostrato come, tra oltre mille individui osservati per due anni, nessuno mostrasse una lateralizzazione dominante. Anche se le funzioni cerebrali sono situate nell'una o nell'altra parte del cervello, le persone non hanno in genere un emisfero più potente dell'altro. Anche se, in risonanza magnetica, si osservavano regioni chiave di maggiore intensità, in media entrambi gli emisferi sono essenzialmente uguali nella diffusione di reti neurali e nella connettività. Per questi scienziati, dunque , è sbagliato pensare che qualsiasi cosa abbia a che fare con l' essere analitici sia confinata nell'emisfero sx e qualsiasi cosa creativa attivi l' emisfero destro. Al contrario è la connessione tra tutte le regioni del cervello che permette all' essere umano di essere sia creativo che analitico. Dunque è vero che i due emisferi assolvono funzioni diverse , ma sembra che non ci siano persone che privilegiano una parte rispetto all' altra. Le funzioni cerebrali sono comunque diffuse e i due emisferi si controllano a vicenda durante una prestazione ed interagiscono nell'espressione di una funzione. Una stessa funzione mentale può essere di competenza emisferica DX o SX a seconda dell'intento. Un musicista, ad es., può percepire la musica in due modi diversi: l' “ascolterà” in modo inconscio con l'emisfero DX qualora voglia lasciarsi trasportare dal suono e verificarne l' armonia; attiverà in modo automatico invece l' emisfero SX qualora voglia analizzare la melodia dal punto di vista tecnico.
Pensiero cognitivo ( volontario o culturale ) Dunque per ottenere la possibilità di formulare un pensiero filosofico o scientifico o per poter scrivere musica dobbiamo obbligatoriamente allenare la nostra corteccia in un processo di apprendimento volontario specifico per ogni abilità; anche il controllo comportamentale deriva da un apprendimento effettuato selettivamente al fine di costruire questa abilità ma risente sempre degli stimoli emotivi sociali e culturali provenienti dall'ambiente! La volontarietà dell'azione , la possibilità di usare altri tipi di pensiero (matematico, creativo, deduttivo ecc.) e ogni capacità sopra descritta derivano da uno specifico allenamento e, se la persona non ne fa esperienza personale, risulteranno assenti o malamente rappresentati Pensiero naturale La quasi totalità dei comportamenti, però, non viene “decisa” dalla corteccia frontale sinistra, cioè dal nostro cervello matematico, filosofico, analitico, gestibile e modificabile da capacità facili da acquisire con un volontario apprendimento. L' osservazione tramite la risonanza magnetica funzionale, in particolar modo studi sull'amigdala (J.E.Le Doux), hanno documentato con certezza che sono le emozioni a indurre un' azione e che anche l' azione più razionale origina da primari impulsi corporeo-emotivi che solo successivamente vengono processati dalla corteccia frontale (cognitiva).
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