BASI BIOLOGICHE DELLA PSICOSOMATICA - TRIUNE BRAIN II LEZIONE CORSO DI LAUREA IN SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE - DISPUTER

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BASI BIOLOGICHE DELLA PSICOSOMATICA - TRIUNE BRAIN II LEZIONE CORSO DI LAUREA IN SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE - DISPUTER
Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche

               Anno Accademico 2017/2018

Basi Biologiche della Psicosomatica
                   II lezione
                 TRIUNE BRAIN
BASI BIOLOGICHE DELLA PSICOSOMATICA - TRIUNE BRAIN II LEZIONE CORSO DI LAUREA IN SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE - DISPUTER
TRIUNE BRAIN
Paul MacLean (neuroscienziato statunitense 1913-2007) ha elaborato una teoria detta ”dei tre cervelli”. E'
un modello interpretativo di funzionamento del sistema nervoso centrale che mette in correlazione aree
anatomo-funzionali del cervello con i comportamenti e con la filogenesi. Questo modello ci aiuta a
comprendere come nell'essere umano siano biologicamente insite tendenze che possono andare in
conflitto ed essere alla base dei disturbi psicosomatici.

Il cervello dell'Uomo è il risultato dell'interconnessione di aree cerebrali comparse in differenti tempi
della scala evolutiva, ereditate filogeneticamente dai rettili, dai mammiferi e dai primati
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Cervello Rettiliano: controlla le attività automatiche fondamentali per il mantenimento dell'omeostasi
corporea e delle funzioni vitali. Quest'area è già ben rappresentata nei rettili. E' alla base dei
comportamenti primari legati alla sopravvivenza (attacco-fuga, digestione, sonno-veglia,
riproduzione).

Cervello Paleoammifero o limbico: area correlata alle emozioni e all'affettività. Si sviluppa con
l'evoluzione dei mammiferi (paleomammiferi). E' alla base dei comportamenti di cura e relazioni
sociali con i propri simili.

Cervello Neomammifero o Neocorticale: presiede alle funzioni mentali-cognitive più evolute specifiche
dell'Homo sapiens sapiens (neomammifero) come il linguaggio, il pensiero (logico-analitico-matematico
ma anche analogico-intuitivo-artistico), la capacità di astrazione e pianificazione, i sentimenti e le
emozioni più complesse, l'autocoscienza. (Vedi filmato)
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Panksepp (2011) evidenzia che tra i tre livelli evolutivi del cervello esiste una precisa gerarchia che permette il
governo dell'intero sistema in modo armonico e funzionale ed usa il termine di “gerarchie annidiate” per indicare come
queste funzioni di regolazione siano appunto annidiate l' una dentro l'altra.

Infatti i comportamenti istintivi del cervello rettile sono modulati dal sistema limbico: le funzioni evolutivamente più
elevate e mature, legate ad emozioni ed affettività, proprie del comportamento mammifero, influenzano le azioni più
istintive ed automatiche del comportamento rettile .

Le risposte emotivo-comportamentali sono controllate dal cervello neocorticale. Grazie alle attività corticali
superiori l'uomo ha la capacità di modificare e adattare le attività istintive ed emotive dei due cervelli sottocorticali,
secondo un numero enorme di potenzialità mentali e razionali e di principi etici e culturali (comportamento “umano”).

La teoria dei tre cervelli è un MODELLO GERARCHICO SISTEMICO RELAZIONALE del Sistema Nervoso Centrale:
Il SNC ha proprietà relazionali con l'ambiente esterno,si esprime e si sviluppa in funzione dell'ambiente
è strutturato in senso gerarchico
i livelli gerarchici sono tra loro integrati in maniera dinamica
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In uno stato di salute ed equilibrio psicofisica le funzioni cerebrali superiori dovrebbero essere ben
integrate con quelle inferiori in uno stato di equilibrio funzionale bidirezionale

Ma Mac Lean evidenziò che che mentre negli animali i tre cervelli agiscono in profondo
coordinamento e sinergia, nell'essere umano i tre cervelli sono spesso in conflitto tra loro in
quanto sostengono bisogni e necessità non sempre conciliabili.

“A complicare ulteriormente le cose -continua MacLean- due delle tre mentalità difettano della
capacità di parlare”.

Il silenzio verbale dei due cervelli più antichi non deve tuttavia essere interpretato come mancanza di
intelligenza o di coscienza , in quanto essi si esprimono attraverso le emozioni e il linguaggio del
corpo.

Ad es. se reprimo un comportamento col mio cervello razionale, l'emozione continua ad esistere a
livello del cervello limbico e si esprime tramite il corpo.
In certi casi i comportamenti emotivi-istintivi prendono il sopravvento sfuggendo completamente al
controllo razionale (es. attacchi di panico).

MacLean utilizzò il termine di schizofisiologia, una delle più importanti basi per la comprensione dei
blocchi psicosomatici.
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La psicosomatica ha questa base biologica: il cervello è il risultato di una lunga evoluzione, che
porta in sé le tracce delle forme viventi che si sono via via organizzate in maniera sempre più
complessa. L' uomo rappresenta il gradino più alto (in termini di complessità) di questa
evoluzione ed i suoi comportamenti sono legati a “tendenze”(istintive, emotive e razionali) non
sempre in armonia tra loro.

Mac Lean ritiene che, se l' uomo vuole sopravvivere in armonia con queste differenti entità, diventano
necessarie nuove ricerche e differenti approcci capaci di abbracciare questi tre differenti livelli
evolutivi di coscienza.
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CERVELLO RETTILIANO
E' la formazione cerebrale filogeneticamente più antica: compare circa 500 milioni di anni fa
Costituisce il cervello primitivo o arcaico.
Regola le funzioni istintive ed emotive necessarie per il mantenimento dell'omeostasi corporea e
la sopravvivenza individuale.

In quest'area antichissima dal punto di vista di evoluzione della specie, si concentra il controllo di
funzioni corporee vitali fondamentali che riguardano la funzionalità cardiocircolatoria, la respirazione, il
ritmo sonno-veglia, il senso della fame e della sete, la termoregolazione, l'attività digestiva e genito-
urinaria.

La sua funzione è associata ad emozioni e sensazioni primarie: piacere, dolore, paura rabbia-
aggressività.
Il controllo di queste funzioni così strettamente connesse alla vita è automatico ed è alla base di
comportamenti alimentari, sessuali, di difesa (attacco-fuga) e riposo.
Si tratta di comportamenti legati alla sopravvivenza e, in quanto tali, si manifestano come istinti e
bisogni innati e codificati geneticamente.
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Le aree principalmente interessate nelle funzioni del “cervello rettile” sono:

Tronco dell'encefalo

Nuclei o Gangli della base

Diencefalo

Nota bene: aree del diencefalo, come l' ipotalamo, le citiamo in questa sede per il ruolo che svolgono
nell'espletamento delle funzioni vitali, ma fanno parte anche del sistema limbico!
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CERVELLO RETTILIANO
                                         Tronco dell'encefalo
  Il tronco dell'encefalo è la continuazione in alto del midollo.
  È composto da varie aree: il bulbo (o midollo allungato) il ponte e il mesencefalo.
  Anatomicamente, come il tronco di un albero, funge da collegamento tra il basso e l' alto, unendo la
  parte del sistema nervoso centrale contenuta nel canale vertebrale (midollo spinale) con quella
  contenuta nella scatola cranica (encefalo).

In esso si trovano:

Centri di attivazione motoria
Centri di attivazione neuro-vegetativa
Centri di attivazione ritmi e funzioni biologiche (centri riflessi)
Centri di attivazione emozionale (dolore, piacere, rabbia , paura)
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Tronco dell'encefalo
                            Centri di attivazione motoria e neurovegetativa

Nel tronco sono contenuti i nuclei di origine dei nervi cranici (tranne i nervi olfattivo ed ottico).
Essi emergono dal tronco e si portano a svariati organi, muscoli e ghiandole
Tronco dell'encefalo
I nervi cranici (12 paia in tutto) costituiscono stabili e talvolta giganteschi collegamenti automatici
tra il cervello e il corpo.

Tramite i nervi cranici, il tronco riceve segnali da tutto il corpo, a cui ne invia in continuazione:
In blu: vie afferenti, veicolano la sensibilità dalla periferia.
In rosso: vie efferenti, controllano l' azione di muscoli e ghiandole,si tratta di attività riflesse.
                                                                       3-4-6 paio di nervi cranici che innervano
                                                                       la muscolatura estrinseca dei globi
                                                                       oculari e l' 11, che innerva i muscoli del
                                                                       collo,   controllano oltre i movimenti
                                                                       volontari di occhi e collo, anche i
                                                                       movimenti riflessi automatici che
                                                                       permettono di mantenere la fissità dello
                                                                       sguardo durante il movimento

                                                                       Il 5 , oltre a veicolare la sensibilità della
                                                                       faccia ha fibre motorie implicate nei
                                                                       movimenti           automatici          della
                                                                       masticazione

                                                                       Il 7 innerva i muscoli mimici implicati
                                                                       nella   espressione    facciale  delle
                                                                       emozioni

                                                                       Il 10, il nervo vago, innerva tutto l'
                                                                       apparato gastrointestinale, il cuore, i
                                                                       polmoni con attività parasimpatica.

                                                                       Il 12 è implicato nel movimento
                                                                       automatico della deglutizione
Tronco dell'encefalo
                                              Centri riflessi

Nel tronco dell'encefalo si trovano importanti centri riflessi: nuclei di cellule nervose che intervengono
nell'aggiustamento e regolazione di importanti funzioni vitali. In particolare:

Centri cardiaci: benché il cuore generi autonomamente l'impulso di contrazione che si propaga a tutto
l'organo, i centri presenti nel tronco influiscono sulla frequenza e la forza di contrazione cardiaca
potendola incrementare o diminuire.

Centri vasomotori: controllano il flusso di sangue nei tessuti periferici.

Centri respiratori: Innescano e controllano il ritmo respiratorio.
Tronco dell'encefalo
                                      Centri di attivazione emozionale

Nel tronco si trovano organizzati i nuclei di neuroni che producono i più importanti neurotrasmettitori
cerebrali: dopamina, serotonina, noradrenalina, acetilcolina, istamina, che vengono rilasciati sia in alto
(talamo, ipotalamo, aree corticali) sia in basso (verso il midollo spinale)

Le dimensioni di questi nuclei non sono molto ampie. Spesso si tratta di poche decine di migliaia di
neuroni, che però influenzano molte importanti funzioni dell'organismo andando a determinare le
manifestazioni psicosomatiche dei comportamenti.

Il dolore , come il piacere,
hanno qui le prime elaborazioni
e sono legati ai comportamenti
basali (rettili) : attacco-fuga,
alimentazione, accoppiamento.

Ricerche        recenti    hanno
mostrato che emozioni antiche ,
come la rabbia, causano picchi
di     attivazione   del   tronco
dell'encefalo, a differenza della
felicità, che è più legata al
sistema limbico e alle cortecce
(vedi i sistemi emotivi).
Tronco dell'encefalo
                                              formazione reticolare
Oltre ai vari agglomerati cellulari (nuclei), più in generale nel tronco dell'encefalo si riscontra un 'intricata
rete di neuroni che si estende in un' area di cui è difficile rintracciare i confini precisi. Quest'area è stata
chiamata formazione reticolare proprio perché costituita da un aggregato diffuso di neuroni e fibre
nervose Essa si estende per tutta la lunghezza del tronco, dal bulbo al mesencefalo, arrivando fino al
midollo, in basso (occupa l' area intermedia) ed al talamo, in alto (si confonde coi nuclei del talamo).

Sulla base di dati elettrofisiologici e di dati emersi dallo studio di casi clinici di interesse neurologico, si
ritiene che la formazione reticolare sia coinvolta nel controllo di molte funzioni del sistema nervoso
vegetativo, tra cui quelle cardiocircolatorie, respiratorie e gastrointestinali, nella modulazione di
riflessi muscolari mediati dai nervi cranici, nella modulazione della nocicezione, nella regolazione degli
stati di coscienza e dei ritmi sonno-veglia. Lesioni in quest'area causano perdita di coscienza.
Tronco dell'encefalo
                                PAG : Sostanza Grigia Periacquaduttale

Regione del mesencefalo che circonda l'acquedotto cerebrale.
Contiene circuiti neurali coinvolti nella modulazione del dolore, degli stati di coscienza ed in
comportamenti specie-specifici.

PAG e stati di coscienza
Lesioni alla PAG conducono a perdite della coscienza. Questo non implica ovviamente che sia la PAG
in quanto tale ad essere il centro della coscienza, ma che probabilmente è una delle varie componenti
funzionali che svolgono un ruolo di rilievo nella modulazione della stessa
Tronco dell'encefalo
                                 PAG : Sostanza Grigia Periacquaduttale

PAG modulazione discendente del dolore

Si ascoltano spesso storie di soldati, atleti e
vittime delle torture che hanno subito ferite
orribili ma apparentemente non hanno
sentito dolore. Forte emozione, stress o forte
determinazione possono produrre una buona
soppressione delle sensazioni del dolore. In
questa funzione sono coinvolte diverse
regioni cerebrali tra cui la PAG. Questa
riceve input da diverse strutture del cervello,
molte delle quali sono appropriate per
trasmettere segnali collegati allo stato
emozionale. Tramite il rilascio di sostanze
(oppioidi endogeni) il segnale nocicettivo
viene inibito prima che sia in grado di
raggiungere le aree corticali che interpretano
il segnale come "dolore" ( vedi oppioidi
endogeni).
La stimolazione elettrica del PAG provoca
analgesia immediata e profonda.

PAG e comportamenti materni

La PAG può essere coinvolta nel comportamento materno umano. Contiene un'alta densità di recettori
per la vasopressina e ossitocina e ha collegamenti diretti con la corteccia orbitofrontale, che potrebbero
mediare il ruolo del PAG nell'amore materno.
Tronco dell'encefalo
                              PAG : Sostanza Grigia Periacquaduttale

PAG e comportamenti aggressivi
La profonda struttura cerebrale della PAG ha un’importanza critica nella generazione dei
comportamenti aggressivi. Damasio e colleghi (2005) hanno evidenziato una forte aumento della
circolazione sanguigna nell’area del PAG durante l’attivazione del sistema della RABBIA. (vedi sistemi
emotivi-rabbia). La configurazione moderna del sistema della RABBIA è dovuta ad che lo ha
identificato col neurocircuito amigdala-ipotalamo-PAG (Allan Siegel,2005) che mostra una precisa
struttura gerarchica.
Il danneggiamento della PAG infatti elimina completamente i comportamenti di RABBIA, mentre la
RABBIA, evocata dalla stimolazione della PAG, non è diminuita dal danneggiamento dell’ipotalamo o
dell’amigdala.

PAG e comportamenti di difesa
Può provocare risposte comportamentali di tipo difensivo, variamente caratterizzate da immobilità
(freezing), comportamenti motori come la corsa e il salto, tachicardia, aumento della pressione
sanguigna e del tono muscolare. Lesioni della parte dorsale sono in grado di ridurre il comportamento
difensivo innato, praticamente sono in grado di addomesticare l'animale. I danni o rimozioni del PAG
rendono la persona senza paura.
CERVELLO RETTILIANO
                                          Nuclei della Base

Sono una serie di nuclei situati alla base dell'encefalo
CERVELLO RETTILIANO
                                      Nuclei della Base

I nuclei della base fanno parte del sistema extrapiramidale.
Il sistema extrapiramidale controlla, per via automatica, il tono muscolare al fine di aggiustare la
posizione del corpo sia in condizioni statiche che dinamiche.
Regola in sostanza la postura e l'esecuzione dei movimenti complessi automatici.
CERVELLO RETTILIANO
                                        Nuclei della Base
Tra questi, il nucleo accumbens costituisce un' interfaccia tra il sistema mesolimbico, che serve per
elaborare informazioni emotive ed il sistema motorio extrapiramidale che gestisce l' attività motoria .
Questa via di connessione del sistema extrapiramidale con i nuclei delle emozioni rende possibile ,
insieme al cervelletto, le variazioni posturali inconsapevoli in relazione allo stato emotivo del
soggetto.

All'atteggiamento posturale di ciascun individuo infatti concorrono vari elementi, ma quello emotivo ha
un' importanza estrema.
Immaginiamo soltanto come viene piegato il corpo di una persona affetta da depressione, e non c'è
ginnastica posturale che possa raddrizzarlo; solo la modulazione delle emozioni può essere efficace nel
riportarla ad alzare la fronte per guardare il mondo da un altro punto di vista.
CERVELLO RETTILIANO
                                          Diencefalo

Etimologicamente significa “attraverso l'encefalo”.
In passato venne chiamato anche cervello intermedio, proprio a significare il collegamento tra parte
cerebrale profonda e corteccia.
Il diencefalo gioca un ruolo importantissimo nell'integrazione delle sensazioni consce ed inconsce,
con le risposte somatiche. Rappresenta un' interfaccia tra le elaborazioni psico-emotive e le
manifestazioni corporee.

Comprende: talamo, ipotalamo ed epitalamo.
Diencefalo
                                          Ipotalamo
Piccola area situata sotto il talamo, alla base del cervello.
Tutto l' ipotalamo pesa 4 grammi: o 0,30% del peso medio del cervello umano (che pesa 1200-1400
grammi) ma è composto da una serie di fasci e nuclei di neuroni che sostengono e controllano una
quantità sbalorditiva di funzioni vitali:
sistema nervoso autonomo ortosimpatico/parasimpatico
Senso di sete, fame, sazietà
metabolismo energetico
Regolazione dell' equilibrio elettrolitico
Regolazione della temperatura corporea/ febbre
Ritmo sonno, veglia
Comportamento sessuale
sistema endocrino
sistema immunitario
emozioni
Diencefalo
                                            Ipotalamo

- regolazione sul Sistema Nervoso Vegetativo:

l sistema nervoso autonomo (SNA), conosciuto anche come sistema nervoso vegetativo, risulta essere
parte del sistema nervoso periferico ed è deputato alla regolazione delle attività involontarie. Tale
regolazione è veloce, autogovernata, funziona immediatamente rispetto allo stimolo ed è indipendente
dalla volontà.

In particolar modo due componenti del sistema autonomo lavorano in opposizione: il sistema
ortosimpatico e quello parasimpatico.

Stimoli di allarme di vario genere inviano segnali ai nuclei posteriori dell'ipotalamo, con conseguente
Attivazione del sistema nervoso autonomo ORTOSIMPATICO
La stimolazione invece della parte anteriore dell'ipotalamo (nucleo anteriore e nucleo preottico)
determina una attivazione del PARASIMPATICO

:

                                                                                   ORTOSIMPATICO
PARASIMPATICO

Dal cervello le proiezioni simpatiche e parasimpatiche si fanno strada verso organi sui quali producono
risultati opposti
Il sistema ORTOSIMPATICO,
entra in azione durante le
emergenze o stati di necessità.

I   mediatori   chimici   sono
adrenalina e noradrenalina.

La sua attivazione media la
risposta di attacco-fuga (fight
or flight)

Contribuisce al raggiungimento
di stati di vigilanza, eccitazione,
attivazione, mobilitazione.

Provoca una mobilizzazione
dell'energia         dalle     riserve
immagazzinate nell'organismo
sotto forma di grasso e
glicogeno,        ci       predispone
prontamente                          e
inconsapevolmente, governando
l' attività di organi e apparati, all'
attacco o alla fuga per
fronteggiare un pericolo, ma
anche a qualsivoglia attività
lavorativa, sia mentale che
fisica.
Il sistema PARASIMPATICO,
agisce da mediatore per le
attività calme vegetative (rest
and digest).

Queste attività contribuiscono
alla     funzione      plastica
dell'organismo     e         all'
incremento delle forniture
energetiche.

Esso presiede alla stimolazione
delle      attività     digestive,
riproduttive, alla riparazione e
rigenerazione dei tessuti.

Questo         sistema      ,
fisiologicamente, preserva la
buona salute ed il recupero
energetico.

Il suo principale mediatore
chimico è l'acetilcolina,
Diencefalo
                                             Ipotalamo
- regolazione endocrina

L' ipotalamo influenza e regola l' attività dell'ipofisi, che rappresenta la ghiandola master nella
produzione ormonale. Situata alla base del cranio, attaccata all' ipotalamo mediante un peduncolo si
distingue in adenoipofisi e neuroipofisi

                                   ASSE IPOTALAMO IPOFISI

Dall'attivazione di questa ghiandola,
grazie ai vari fattori di rilascio
ipotalamici        (RH),      partono
informazioni che attivano:

la sintesi ossea e proteica (GH)
le gonadi (LH e FSH)
la tiroide (TSH)
la ghiandola mammaria (PRL)
i melanociti (MSH)
la corteccia surrenale (ACTH)
Diencefalo
                                             Ipotalamo

-influenze da e sul sistema immunitario

Si è visto che all' ipotalamo arrivano informazioni provenienti dal sistema immunitario. Tali informazioni
sono veicolate dal sangue e dai nervi cranici (il Vago in particolare).

Studi hanno evidenziato che, danneggiando selettivamente zone ipotalamiche, si ha una soppressione
mirata delle reazioni umorali e cellulari del sistema immunitario.

In altri esperimenti, l'asportazione di una porzione centrale dell'ipotalamo, nelle cavie, scongiurava la
reazione di shock anafilattico (1958 Filipp e Szentiivanyi).
Diencefalo
                                             Ipotalamo
- correlazioni con umore ed emozioni

L' Ipotalamo (corpi mammillari) fa parte del circuito delle emozioni. E' in connessione anatomica con il
talamo, con l' amigdala (centro emozionale per eccellenza) e con l' ippocampo (centrale di produzione
della memoria), tutte aree che fanno parte del sistema limbico.
Diencefalo
                                               Ipotalamo

Praticamente non c' è area nervosa che conta
che non abbia collegamenti con l' ipotalamo.

L' ipotalamo riceve direttamente le informazioni
provenienti dall'ambiente esterno ed interno
tramite le sue connessioni con i sensi (tranne
udito) le aree corticali e sottocorticali nonché
dal sistema immunitario.

A sua volta, con le sue fibre proietta alle aree
corticali, soprattutto alle prefrontali, dove si
prendono le decisioni(risposta cognitiva)

Invia input di attivazione ai nuclei del
neurovegetativo collocati nel tronco dell'
encefalo , che comandano la messa in allerta
dell'intero  organismo,   all'   ipofisi, che
rappresenta la ghiandola master nella
produzione ormonale (risposta corporea).

I nuclei ipotalamici inoltre intrattengono relazioni
speciali con aree cruciali come l' amigdala,
centro emozionale per eccellenza, e l'
ippocampo, centrale di produzione della                     risposte corporee
memoria (risposta emotiva).

QUINDI L'IPOTALAMO E' UNA IMPORTANTE AREA CEREBRALE CHE, CON LE SUE MOLTEPLICI
        FUNZIONI, REALIZZA LE CONNESSIONI PSICOSOMATICHE DELL' INDIVIDUO
Diencefalo
                                            Talamo

Il talamo, o meglio, i talami, sono due grosse formazioni ovoidali bilaterali, composte da una
cinquantina di nuclei.

Funzionano da ricetrasmittenti obbligate, nel senso che tutto ciò che passa dalle cortecce al corpo
(comandi per il movimento ad esempio) e tutto ciò che dal corpo va alle cortecce (stimoli sensoriali,
di dolore, di piacere) passa per i talami.

E' un “sincronizzatore” delle attività cerebrali ovvero mette in comunicazione coerente le varie
aree cerebrali.
Diencefalo
                                               Talamo

Proietta informazioni sensitive alla corteccia sensitiva: è la via finale comune per tutti gli impulsi
sensitivi che, dalla periferia, vengono proiettati alla corteccia sensitiva primaria.
Agisce da filtro lasciando passare solo una porzione di tutte le informazioni che vi giungono

Vie sensitive:
La via olfattiva proietta dal naso direttamente alla corteccia.
Tutte le altre vie passano per il talamo prima di proiettare alle loro aree corticali specifiche
Diencefalo
                                            Talamo

Regola la funzione motoria trasmettendo informazioni dai nuclei della base e cervelletto alla corteccia
motoria
Diencefalo
                                              Talamo

Fa parte del sistema limbico (nuclei anteriori), integra le informazioni sensitive con gli stati emotivi e
con i suoi collegamento ipotalamo-lobi frontali controlla gli stati emotivi consci

                                 nucleo
                                talamico
                                mediale
Diencefalo
                                             Talamo

Svolge funzioni associative tra le aree corticali: è il centro funzionale di un “network talamo-corticale”
che viene descritto come un flusso “rientrante” di informazioni che dal talamo si espandono in tutte le
aree della corteccia e che, dopo essere state rielaborate dai processi cognitivi superiori, ritornano al
talamo in un flusso continuo e senza pause (Edelman, 2004).
Diencefalo
                                           Talamo

Linas ha dimostrato che il Talamo si connette e si sincronizza con le principali aree del cervello ,
inviando e ricevendo informazioni con una frequenza di 40Hz (volte al secondo) e generando
coerenza tra le informazioni somatiche sensoriali e motorie, le componenti emotive del
sistema limbico e le elaborazioni neocorticali della neocorteccia.

Il talamo è in sostanza una struttura nervosa che, generando una comunicazione coerente tra le
differenti aree del cervello, è un vero e proprio “sincronizzatore” cerebrale che permette l' unità
della rete psicosomatica.
CERVELLO PROTOMAMMIFERO (sistema limbico)

Apparso 300 milioni di anni fa.

È un insieme di strutture del SNC da cui originano le motivazioni e le emozioni legate non solo ai
comportamenti della sopravvivenza individuale (cervello rettile) ma anche della cura della prole, della
interazione e affiliazione sociale.

Si identifica con il Sistema Limbico

Le radici più antiche della nostra vita
emotiva affondano nel senso dell'olfatto
(lobo     olfattivo     e   rinencefalo),           cingolata
fondamentale         ai    fini    della
sopravvivenza; ed è proprio dal lobo
olfattivo
.           che     incominciarono    ad
evolvere gli antichi centri emozionali
fino a che, nel corso dei millenni,
divennero abbastanza grandi da
circondare l' estremità cefalica del
tronco cerebrale.

.
Il termine limbico deriva da limbus: “bordo”, perché si tratta di aree profonde della corteccia che
lambiscono il tronco dell'encefalo.

Così, nel corso della filogenesi, nei “mammiferi inferiori”, attorno al cervello rettiliano si viene a
sviluppare una sorta di “cuffia pensante” che libera il comportamento da azioni stereotipate (tipiche
dei rettili) per indurre risposte più complesse modulate dalle emozioni
Questa più complessa evoluzione del cervello porta l' emotività, l'affettività, la nozione di attaccamento e
di “impronta”, che saranno caratteristiche dominanti dei mammiferi e che andranno a tradursi nei
differenti comportamenti:

Attaccamento dei genitori ai figli mediante l' allattamento: l' evoluzione dei mammiferi è l' evoluzione
della famiglia. La maggiore complessità dei mammiferi rende necessari tempi di cura più lunghi. La
progenie è riconosciuta, nutrita o allattata. I piccoli non possono più essere uccisi o mangiati. Questo
attaccamento è sconosciuto nei rettili.

Comparsa del gioco nei piccoli: attraverso il gioco il piccolo sperimenta se stesso, misurandosi con i
propri limiti e capacità nell'affrontare situazioni che poi si ripresenteranno in età adulta. Ma il gioco è
anche un mezzo utile a promuovere l'armonia del nido e, in seguito, a sviluppare un' affiliazione familiare
e sociale.

Comunicazione audio-vocale: il “grido” diventa l' elemento di riconoscimento per eccellenza e
rappresenta una vera e propria impronta digitale. Avrà differenti funzioni: urla di difesa, urla da
separazione e di riconoscimento e permetterà il mantenimento del contatto madre-figlio.

L'attività del cervello limbico interviene in maniera importante anche nei processi di memorizzazione,
apprendimento e decisionali.
Sistema limbico: Funzioni

  Origine degli stati emozionali, degli impulsi e dei comportamenti ad essi associati
  Connessione tra le funzioni intellettive consce della corteccia cerebrale e le funzioni automatiche
  inconsce del tronco dell'encefalo.
  Elaborazione dei processi della memoria
  Elaborazione dei processi decisionali

                                                                            A livello strutturale , secondo
                                                                            le         descrizioni         del
                                                                            neuroanatomista            Papez
                                                                            (1937)      e    del    fisiologo
                                                                            MacLean (1949) il sistema
                                                                            limbico è costituito da:i bulbi
                                                                            olfattivi, il setto, il fornice
                                                                            (insieme di fibre mieliniche
                                                                            che connettono l'ippocampo
                                                                            all' ipotalamo), l'ippocampo,
                                                                            l'amigdala, tre giri (giro del
                                                                            cingolo, giro dentato e giro
                                                                            paraippocampale) e i corpi
                                                                            mammillari (ipotalamo).

Indubbiamente la definizione di sistema limbico è più fisiologica e funzionale che morfologica, infatti
coinvolge anche altre porzioni cerebrali come ad es. l' ipotalamo, il nucleus accumbens, la corteccia
orbitofrontale .

Talamo ed ipotalamo sono considerati parte anche del cervello rettiliano.
CERVELLO PROTOMAMMIFERO
                                       Amigdala
Piccola ghiandola a forma di mandorla (da cui l'origine del suo nome, in greco).

Le amigdale (una per lato) sono localizzate all'interno dei lobi temporali.
Amigdala

E' implicata nell'insorgenza degli stati emozionali.
Ha connessione con l' ippocampo, l'ipotalamo, il talamo , la corteccia.
Con i suoi collegamenti col resto del cervello influisce nell'innesco dei comportamenti associati alle
emozioni.
È formata da diversi gruppi di nuclei che individuano tre aree:

Area corticale (nuclei corticomediali): è un' estensione del sistema olfattivo, anzi, l'area corticale è
talmente vicina alla corteccia sovrastante, di tipo olfattivo, da confondersi quasi con essa. É di particolare
importanza nell'elaborare informazioni ferormoniche e nel dare un significato emotivo agli odori.

Area basolaterale (nuclei basolaterali): riceve input dai sensi e invia proiezioni alle cortecce prefrontali e
all' ippocampo. Contribuisce , in modo determinante, alla formazione della memoria emotiva, ma anche
cognitiva. Influisce sulla percezione dei sentimenti.

Area centomediale. È formata da nuclei profondi che ricevono input dal talamo e dall'ipotalamo e ne
inviano al neurovegetativo (nuclei viscerali troncoencefalici). Influenzano le risposte associate agli stati
emozionali ovvero scarica le emozioni nel corpo.                                    Corticomedial
                                                                                     nuclei

                                                                                  Nucleo centrale
In modo particolare il nucleo centrale è una regione cerebrale fondamentale per l' espressione delle
 risposte emozionali a stimoli nocivi.

Dal nucleo centrale si attivano varie aree di risposta di stress:
Stimolazione dell'ipotalamo con attivazione del sistema ortosimpatico e dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene
per sostenere la risposta di attacco o fuga
Stimolazione della PAG e reazione di freezing (evitamento)
Stimolazione del sistema noradrenergico con aumento della vigilanza e stato d' ansia
Amigdala
Si tratta di risposte che automaticamente scatenano una reazione di paura, ad esempio per rumori
forti improvvisi o l'approssimarsi di un grosso animale o il ripresentarsi di eventi passati a cui
abbiamo attribuito una forte valenza emotiva o di reazioni apprese in una particolare situazione di
ipersensibilità, che vengono immediatamente riattivate come immanenti al ripresentarsi anche
parziale dello stimolo primordiale.

Segnali in entrata provenienti dagli organi di senso consentono all'amigdala di analizzare ogni
esperienza, facendone una sorta di “sentinella psicologica” che scandaglia ogni percezione
guidata da domande che hanno radici nella notte dei tempi circa l'eventuale pericolosità dell'evento
imminente (in questo senso ci sono anche paure innate trasmesse geneticamente).

Se la risposta è affermativa, l'amigdala reagisce immediatamente inviando un messaggio di
allerta e i sistemi mnemonici corticali vengono riorganizzati con precedenza assoluta al fine di
richiamare ogni informazione utile nella situazione di emergenza contingente.

L'estesa rete di connessioni neurali dell'amigdala le consente, durante un' emergenza emozionale, di
“sequestrare” gran parte del resto del cervello, compresa la mente razionale, e di imporle i propri
comandi.

Esiste inoltre un collegamento diretto tra talamo ed amigdala che fa in modo che uno stimolo
condizionato di paura possa suscitare delle risposte che bypassano totalmente la corteccia. È la tipica
reazione negli attacchi di panico, dove il raziocino difficilmente riesce a contrastare tale invalidante
attivazione
Amigdala

L'amigdala funziona come un archivio della memoria emotiva implicita ovvero dei ricordi inconsci.

La memoria implicita (o non dichiarativa) consiste in quella forma di memoria a cui non possiamo
accedere consapevolmente. Non siamo in grado di verbalizzare una esperienza sensoriale o motoria
immagazzinata con tale modalità.

Funzionando da archivio della memoria implicita, l' amigdala è quindi depositaria del significato
stesso degli accadimenti: qualsiasi circostanza senza il contributo dell'amigdala appare privata
di significato personale.

Persone con amigdale , destra e sinistra, danneggiate hanno grosse difficoltà di giudizio e di
decisione, proprio perché non percepiscono l' aspetto emozionale dello stimolo e quindi non riescono
a produrre un comportamento adeguato. In caso di asportazione dell' amigdala ne risulterà infatti una
evidentissima incapacità di valutazione del significato emozionale degli eventi.

L' amigdala è uno snodo decisivo nel circuito cerebrale orbito-frontale, quello che attiviamo
quando prendiamo decisioni. Il giudizio e la decisione quindi sono strettamente impastati con
le emozioni.
Amigdala
Sempre a proposito di memoria implicita, essa è predominante nel bambino fino a 2 anni circa,
poiché i sistemi della memoria esplicita (in particolare l' ippocampo) non sono ancora maturi.

L' amigdala invece matura molto velocemente nel cervello del bambino e alla nascita è molto più
vicina di altre strutture allo sviluppo completo.

Dal momento che il sistema che forma i ricordi inconsci degli eventi traumatici , cioè l'amigdala,
matura prima dell'ippocampo (fondamentale per la memorizzazione cosciente), i traumi precoci,
sebbene non ricordati coscientemente, possono avere un' influenza duratura nell'individuo ed
essere presenti nella definizione dei comportamenti senza poterne esplorare l' origine con il
pensiero razionale.

Nella misura in cui le esperienze fortemente cariche di emozioni e affetti sono memorizzate in
questa fase preverbale, esse faranno parte di un nucleo inconscio di personalità del bambino e
ne condizioneranno gli affetti, il comportamento e la personalità anche da adulto.

Tale modello costituirà anche un modello implicito di relazione con l' altro.
CERVELLO PROTOMAMMIFERO
                                     Ippocampo

 Il nome deriva dalla sua forma convoluta, simile a quella di un cavalluccio marino.

Ha un ruolo chiave nel complesso processo della formazione dei ricordi coscienti.
Ippocampo
Svolge la sua funzione nelle forme di apprendimento e di memoria che dipendono da elementi
spaziali: forma quindi delle rappresentazioni spaziali aventi la funzione di creare il contesto in cui
collocare i ricordi.

In caso ad esempio di una risposta di condizionamento alla paura legata al contesto (es.
un'aggressione subita in una strada), una lesione all' ippocampo elimina selettivamente le risposte di
paura legate agli stimoli contestuali (la strada in cui è avvenuta l' aggressione non susciterà allora alcun
allarme) senza influire sulla risposta emotiva allo stimolo decontestualizzato (una persona che mi
insegue continua a stimolare la mia allerta).

L' ippocampo svolge un ruolo critico nella memorizzazione di apprendimenti legati alle emozioni e si
è scoperto che in quest'area vi è una continua formazione di nuove cellule (neurogenesi) probabilmente
implicate nella formazione di nuove memorie.
Ippocampo

Però l' I. non è la sede dove i ricordi vengono depositati. Nel corso degli anni l'ippocampo trasferisce
il controllo dei ricordi alla corteccia, dove rimangono incardinati addirittura per tutta la vita.

La comunicazione che l' ippocampo invia alla aree corticali è sotto forma di ritmo. A neuroni corticali
distribuiti in aree separate, attivati dagli ormoni dello stress (adrenalina, noradrenalina e cortisolo)
giunge il ritmo theta dell'ippocampo (5-10 hertz), che mette in risonanza tra di loro queste strutture e le
stimola a formare nuove sinapsi di connessione reciproca. É un processo in cui i vecchi circuiti vengono
riorganizzati: le vecchie memorie non si perdono ma vengono incorporate nelle nuove.

Quindi i meccanismi di formazione della traccia mnesica necessitano del dialogo tra ippocampo e
corteccia (specie la prefrontale) dove essa, alla fine del processo di consolidamento, verrà depositata e
diventerà disponibile alla coscienza come ricordo.

Infatti l'asportazione dell'ippocampo non modifica i ricordi di vita avvenuti prima dell'operazione, ma
impedisce solo di memorizzare nuovi ricordi successivi all' operazione stessa.

Malattie neurodegenerative che danneggiano l' I. rendono difficoltosa la memorizzazione di cose nuove
mentre rimangono abbastanza nitidi i ricordi del passato.

Generalmente siamo incapaci di ricordare le esperienze della prima infanzia, fino a tre anni circa,
proprio a causa della tardiva maturazione dell'ippocampo.

Esperienze a questa età potranno non essere disponibili a livello conscio perché l'ippocampo
non era ancora maturo ma lo saranno a livello inconscio, perché l' amigdala matura
precocemente!
Ippocampo
Stress e memoria

Un lieve stress stimola la memoria, grazie agli effetti performanti dell'adrenalina. Una volta attivati i
neuroni corticali, occorre però il riposo per consolidare il ricordo. Il sonno potrebbe avere un
ruolo centrale in questo.

Uno stress abbastanza intenso e prolungato invece può provocare ai neuroni dell'ippocampo
un danno reversibile o addirittura la morte cellulare con conseguente perdita di memoria
esplicita a breve o lungo termine.

Ad es. , un'unica esperienza traumatica quale un incidente stradale può innalzare il livello di steroidi
surrenali e dare una perdita di memoria riguardo l' incidente stesso. Se l' ippocampo ha un collasso
da stress e non è in grado di svolgere la sua funzione durante l' evento, non avremo nessuna
possibilità di ripescare volontariamente un ricordo cosciente dell'accaduto per il semplice fatto che
non se ne è formato alcuno.
Se l'ippocampo invece è stato solo parzialmente alterato da un trauma può partecipare alla
formazione di un ricordo debole e frammentario. In tal caso sarebbe possibile ricostruire
mentalmente solo alcuni aspetti dell'esperienza traumatica.

In caso di gravi traumi prolungati (bambini ripetutamente vittime di violenza, reduci del Vietnam...)
si è constatato un ippocampo di ridotte dimensioni. Questi sopravvissuti manifestano, in tal caso, un
deficit significativo della memoria senza conseguenze né sul quoziente intellettivo né sulle
facoltà cognitive.
potenzia
                                                         + amigdala
                                           STRESS
                                          ECCESSIVO
                                      _

                               danneggia
                               ippocampo

lo stress, quando eccessivo, da un lato danneggia le funzioni l' ippocampo e dall'altro potenzia
quelle dell'amigdala. E' quindi del tutto possibile avere, rispetto ad una esperienza traumatica,
pochi ricordi coscienti (danno ippocampo) ma ricordi emotivi inconsci potentissimi (attivazione
amigdala) con conseguente divaricazione tra memoria esplicita e memoria implicita (e dunque: la
mente cosciente non ricorda ma il corpo, collegato alle memorie inconsce, sì!)

L' ippocampo gioca un ruolo importante nel meccanismo dello stress perché tende a spegnere l'
attivazione eccessiva sia dell'amigdala sia della risposta neurovegetativa (a patto, come detto , che
lo stress non sia eccessivo).

Condizioni di stress eccessivo predispongono a risposte esagerate proprio a causa dell'iperattivazione
dell'amigdala, a svantaggio della corteccia e dell'ipotalamo (che consentono invece una risposta più
adeguata al contesto).

Se l' ippocampo è danneggiato dallo stress, al contrario l' accudimento e la cura amorevole, in età
neonatale , incrementa la grandezza dell'ippocampo andando così ad influire positivamente sulla
flessibilità, adattabilità del sistema e capacità di risposta a situazioni stressanti.

L' attività motoria moderata stimola la neurogenesi dei neuroni ippocampali e funge da potente
antistress.
CERVELLO PROTOMAMMIFERO
                                     Corteccia Cingolata

Area di corteccia cerebrale (materia grigia) che, a mò di “collare”, gira attorno al corpo calloso .
Corteccia Cingolata

Questa area si attiva nelle emozioni intense di rabbia e tristezza ma anche nello sforzo cognitivo e
nella gratificazione.

Proietta all' ipotalamo e ai centri vegetativi simpatici del tronco.

Svolge un ruolo essenziale nella maturazione dell'autocontrollo (insieme alla corteccia
prefrontale) andando a “controllare” l' amigdala , integrando il comportamento volontario e le
emozioni.

Si osserva una disfunzione di quest'area nel disturbo dell'attenzione e dell'ipereattività ed il buon
funzionamento nelle persone ben inserite e gratificate.

Questo ruolo viene svolto grazie alla robusta connessione bidirezionale che stabilisce con l'
amigdala. È da come si sviluppa questa questa connessione che deriva una buona o cattiva
gestione delle emozioni e delle loro conseguenze sull'organismo.

Nell'alessitimia i difetti di connessione causano i problemi che caratterizzano questa particolare
condizione.
Corteccia Cingolata

Questa area si attiva nelle emozioni intense di rabbia e tristezza ma anche nello sforzo cognitivo e
nella gratificazione.

Proietta all' ipotalamo e ai centri vegetativi simpatici del tronco.

Svolge un ruolo essenziale nella maturazione dell'autocontrollo (insieme alla corteccia
prefrontale) andando a “controllare” l' amigdala , integrando il comportamento volontario e le
emozioni.

Si osserva una disfunzione di quest'area nel disturbo dell'attenzione e dell'ipereattività ed il buon
funzionamento nelle persone ben inserite e gratificate.

Questo ruolo viene svolto grazie alla robusta connessione bidirezionale che stabilisce con l'
amigdala. È da come si sviluppa questa questa connessione che deriva una buona o cattiva
gestione delle emozioni e delle loro conseguenze sull'organismo.

Nell'alessitimia i difetti di connessione causano i problemi che caratterizzano questa particolare
condizione.
L'alessitimia è un disturbo caratterizzato dalla incapacità di riconoscere le emozioni. Le persone
che ne sono affette hanno le manifestazioni corporee delle emozioni: sudore che imperla la fronte,
accelerazione del battito cardiaco e del ritmo respiratorio, tutti segni fisici dell'emozione, ma riferiscono di
non provare niente di preciso.
A differenza di quello che fa la maggior parte delle persone, che quando avverte la lingua secca e il
cuore in gola sa di essere in ansia, negli alessitimici i messaggi che manda il corpo non vengono
associati a stati mentali/emotivi o lo sono scarsamente.
Gli alessitimici hanno difficoltà a dare una rappresentazione mentale alle emozioni e a provare
sentimenti,

                                                                          Questa      “dissociazione”     tra
                                                                          mente e corpo è stata indagata
                                                                          dal punto di vista neurologico.

                                                                          Le immagini del cervello mostrano
                                                                          un' alterazione nel circuito che
                                                                          connette     l'  amigdala     alla
                                                                          corteccia tramite il giro del
                                                                          cingolo.

Non si deve pensare però che i difetti di collegamento del circuito siano innati. Da una serie di studi
invece emerge che è il tipo di rapporto emozionale vissuto in famiglia nell'infanzia che può
generare il difetto alessitimico. Le relazioni tra i genitori e tra loro e i figli sono un modello
fondamentale per la corretta interpretazione delle emozioni, per imparare a riconoscerle e dargli un
nome.
Gli studi su persone affette da alessitimia hanno dato importanti conferme sul ruolo delle
emozioni quali “ponti” di collegamento bidirezionale tra mente e corpo.
L' uso della Risonanza Magnetica Funzionale ha consentito di vedere il cervello mentre è in preda ad un'
emozione , oppure mentre prova a interpretarla e a controllarla. I due poli del circuito sono le strutture
più profonde del sistema limbico (ipotalamo, ippocampo e amigdala) da una parte e le aree corticali
dall'altra (giro del cingolo, cortecce prefrontali e associative)

                                                                     risposte corporee
IL CERVELLO NEOMAMMIFERO (Neocorteccia)

È la parte filogeneticamente più recente del cervello.

E' deputata alle funzioni cognitive: i pensieri coscienti e tutte le funzioni intellettive originano dalla
corteccia
Si sviluppa con la parola e la verbalizzazione

E' all' enorme complessità della corteccia che si devono le umane capacità sensoriali, motorie e
percettive, la memoria e le funzioni cosiddette superiori: linguaggio , coscienza consapevole,
sentimenti, capacità logica, previsione delle conseguenze delle azioni e controllo comportamentale,
capacità di astrazione e pianificazione, creatività, pensiero astratto, filosofico, religioso, artistico,
scientifico ecc.

L' evoluzione recente del cervello neocorticale ha permesso l' incredibile sviluppo della mente umana,
della parola e della scrittura, delle conoscenze scientifiche e tecnologiche, delle arti creative ed
umanistiche dei diritti umani universali, dell'esplorazione della psiche umana e infine della dimensione
spirituale o interiore del Sé.

E' alla base della complessa interpretazione dei
significati relazionali, famigliari, sociali, culturali, politici
e religiosi che codificano le relazioni umane.

Grazie a queste attività corticali superiori l' uomo ha la
capacità di modificare e adattare le attività istintive
ed emotive dei due cervelli sottocorticali, secondo un
numero enorme di potenzialità mentali e razionali e di
principi etici e culturali (comportamento “umano”).
La corteccia è uno strato laminare spesso 2-4 mm (sostanza grigia) costituito da neuroni, glia e
fibre nervose senza mielina che riveste l'encefalo.
Nell'uomo si stima una superficie corticale di circa 2400 cm quadrati “ripiegata” in numerose
circonvoluzioni con 100 miliardi di neuroni e 100 trilioni di sinapsi.
Questi dati la rendono la più evoluta e complessa struttura di tutti i sistemi viventi

La corteccia umana ha un volume 2,75 volte maggiore di quello dello scimpanzè, ma solo 1,75 volte
più neuroni: dunque una gran parte dell'aumento di massa dipende dallo spazio interneurale, il
neuropilo, formato da un denso intreccio di assoni, dendriti e sinapsi.
La corteccia gestisce la maggior parte delle informazioni sensitive e dei comandi motori.

Le regioni sensitive e motorie della corteccia sono connesse da aree associative, ovvero regioni
corticali deputate all' interpretazione delle sensazioni in ingresso oppure al coordinamento dei
comandi motori in uscita.
Corteccia sensitiva primaria

I neuroni sensitivi corticali ricevono informazioni provenienti da recettori periferici tattili, pressori, dolorifici,
di vibrazione, termici. Ogni punto della corteccia sensitiva riceve informazioni provenienti da una precisa
parte del corpo. (homuncolus sensorio).

Le vie afferenti si incrociano a livello del midollo per cui le informazioni della parte sinistra del corpo
raggiungono l' emisfero destro.
Le sensazioni specifiche , cioè quelle relative alla vista, udito, olfatto, e gusto arrivano invece ad altre
porzioni della corteccia cerebrale:

La corteccia visiva si trova nel lobo occipitale.
La corteccia uditiva e la corteccia olfattiva risiedono nel lobo temporale.
La corteccia gustativa è localizzata nella porzione anteriore dell'insula.

Queste informazioni, prima di raggiungere la corteccia, passano attraverso i talami (eccetto quelle olfattive) ,
che svolge un azione di “filtro”. La coscienza di tali sensazioni si attua solo se i nuclei talamici inviano le
informazioni alla corteccia sensitiva primaria.
Corteccia motoria primaria

Invia comandi motori alla porzione del corpo controlaterale. E' responsabile dei movimenti
volontari.
Contiene neuroni piramidali, così chiamati perchè il corpo cellulare, in sezioni istologiche, ricorda una
piccola piramide. Attraverso la via discendente detta sistema piramidale attivano i motoneuroni del
tronco cerebrale e del midollo spinale. Dal secondo neurone l' impulso elettrico raggiunge i muscoli che
si contraggono.

Questa via discendente decussa, per cui la parte destra del corpo è comandata dalla parte sinistra della
corteccia. Ogni neurone attivato determina la contrazione di un muscolo ben preciso.
Corteccia prefrontale

E' abbondantemente connessa con tutte le informazioni provenienti dalla corteccia associativa e dalle
altre porzioni dell'encefalo. Conferisce grandi capacità di astrazione intellettiva ed emotiva
L' attività basilare di questa regione è considerata la guida dei pensieri e delle azioni in accordo coi propri
obiettivi. Conferisce capacità di distinguere pensieri contrastanti, determinare bene e male, uguale e
diverso, lavorare per un determinato obiettivo, predire dei risultati, fare aspettative basate sulle azioni.
Regola i comportamenti controllando l' espressione degli impulsi emotivo-istintivi dei “cervelli”
sottostanti e sopprime stimoli che altrimenti porterebbero a condotte sociali inaccettabili . Interviene nei
processi decisionali.
Molti autori hanno indicato un collegamento tra le personalità e funzioni della corteccia prefrontale. La
distruzione dei due terzi anteriori crea danni alla concentrazione, all' orientamento, alle abilità astratte, al
senso del giudizio, e alla soluzione di problemi di abilità. La distruzione invece del lobo orbitale (frontale)
porta alla conduzione di condotte sociali inappropriate.
LATERALIZZAZIONE EMISFERICA

L' analisi funzionale del cervello proposta da Mac Lean richiede un' ulteriore approfondimento in merito alla
corteccia dei due emisferi: si tratta di due porzioni simmetriche MA NON IDENTICHE! Ognuna di essi
svolge infatti anche delle funzioni specifiche che non vengono svolte normalmente dall'emisfero
controlaterale:

Emisfero SINISTRO
Nella maggior parte della popolazione, nell'emisfero sinistro sono localizzati i centri dell'interpretazione
generale e del linguaggio. Per esempio leggere, scrivere, parlare, sono tutte funzioni che dipendono
dall'emisfero sinistro. Esso entra in gioco anche nei processi analitici, quali il calcolo matematico , e nella
capacità di prendere decisioni logiche (viene definito “interprete” poiché riunisce i dati a disposizione e
fornisce spiegazioni logiche...vere o presunte!).
Controlla i movimenti dell'emilato dx.
Emisfero DESTRO

Analizza le informazioni sensitive e mette in relazione il corpo dell'individuo con il mondo circostante.
Gioca un ruolo dominante nel riconoscimento dei volti e dei rapporti tridimensionali. Quindi, ad es., quando
disegniamo o guardiamo un' immagine, l'emisfero destro avrà una dominanza funzionale su quello sinistro.
In questo emisfero si localizzano centri interpretativi che ci consentono di identificare oggetti familiari, volti e
figure attraverso il gusto, l' olfatto e le vista.
Inoltre è importante perché carica le frasi di contenuti emozionali, nel senso che ad es. “decide” se una
frase debba essere intesa come una minaccia o, alternativamente, come una domanda. Individui che
presentano alterazioni dell'emisfero dx sono incapaci di dare un contenuto emozionale alle loro frasi.
Controlla i movimenti dell'emilato sinistro. (L' area motoria e quelle associative sono vicine alle aree coinvolte
nella visione spaziale e nelle emozioni I). I mancini rappresentano circa il 10% della popolazione. Anche in
essi i centri coinvolti nel linguaggio e nelle funzioni analitiche sono sempre localizzati nell'emisfero sinistro!
Si è sempre sentito dire che, a seconda delle nostre abitudini, sviluppiamo più un emisfero che un altro,
che chi, ad es., usa molto parole e numeri (scrittori, matematici ecc.) è prevalentemente un “emisfero
sinistro”, mentre artisti, artigiani o musicisti, abituati a lavorare con immagini ed intuizione, sono “emisferi
destri”.

Oggi invece in uno studio condotto da un team di scienziati della University of Utah (Anderson e Nielsen,
2013) ha dimostrato come, tra oltre mille individui osservati per due anni, nessuno mostrasse una
lateralizzazione dominante.

Anche se le funzioni cerebrali sono situate nell'una o nell'altra parte del cervello, le persone non hanno in
genere un emisfero più potente dell'altro.
Anche se, in risonanza magnetica, si osservavano regioni chiave di maggiore intensità, in media
entrambi gli emisferi sono essenzialmente uguali nella diffusione di reti neurali e nella connettività.

Per questi scienziati, dunque , è sbagliato pensare che qualsiasi cosa abbia a che fare con l' essere
analitici sia confinata nell'emisfero sx e qualsiasi cosa creativa attivi l' emisfero destro. Al contrario è la
connessione tra tutte le regioni del cervello che permette all' essere umano di essere sia creativo
che analitico.

Dunque è vero che i due emisferi assolvono funzioni diverse , ma sembra che non ci siano persone che
privilegiano una parte rispetto all' altra.

Le funzioni cerebrali sono comunque diffuse e i due emisferi si controllano a vicenda durante una
prestazione ed interagiscono nell'espressione di una funzione.

Una stessa funzione mentale può essere di competenza emisferica DX o SX a seconda dell'intento. Un
musicista, ad es., può percepire la musica in due modi diversi: l' “ascolterà” in modo inconscio con
l'emisfero DX qualora voglia lasciarsi trasportare dal suono e verificarne l' armonia; attiverà in modo
automatico invece l' emisfero SX qualora voglia analizzare la melodia dal punto di vista tecnico.
Pensiero cognitivo ( volontario o culturale )

Dunque per ottenere la possibilità di formulare un pensiero filosofico o scientifico o per poter scrivere
musica dobbiamo obbligatoriamente allenare la nostra corteccia in un processo di apprendimento
volontario specifico per ogni abilità; anche il controllo comportamentale deriva da un apprendimento
effettuato selettivamente al fine di costruire questa abilità ma risente sempre degli stimoli emotivi
sociali e culturali provenienti dall'ambiente!

La volontarietà dell'azione , la possibilità di usare altri tipi di pensiero (matematico, creativo, deduttivo
ecc.) e ogni capacità sopra descritta derivano da uno specifico allenamento e, se la persona non ne
fa esperienza personale, risulteranno assenti o malamente rappresentati

Pensiero naturale

La quasi totalità dei comportamenti, però, non viene “decisa” dalla corteccia frontale sinistra, cioè
dal nostro cervello matematico, filosofico, analitico, gestibile e modificabile da capacità facili da
acquisire con un volontario apprendimento.

L' osservazione tramite la risonanza magnetica funzionale, in particolar modo studi sull'amigdala
(J.E.Le Doux), hanno documentato con certezza che sono le emozioni a indurre un' azione e che
anche l' azione più razionale origina da primari impulsi corporeo-emotivi che solo
successivamente vengono processati dalla corteccia frontale (cognitiva).
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