Assemblea ordinaria dei Partecipanti Roma, 31 marzo 2022 - Banca d'Italia

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Relazione del Governatore
                                 Assemblea ordinaria dei Partecipanti
                                 Roma, 31 marzo 2022
   centoventottesimo esercizio
anno 2021

                                                                        esercizio

                                                                                    CXXVIII
Relazione del Governatore
Assemblea ordinaria dei Partecipanti
Roma, 31 marzo 2022
Signori Partecipanti,

     l’odierna Assemblea si tiene in un momento di acuta incertezza
sull’economia mondiale che segue gli sconvolgimenti subiti negli ultimi
quindici anni, connessi prima con la crisi finanziaria globale, poi con la
crisi dei debiti sovrani nell’area dell’euro, infine nell’ultimo biennio con la
pandemia.
   Gravi tensioni geopolitiche minacciano oggi la pace in Europa e nel
mondo.
     L’invasione russa in Ucraina, oltre al dramma di lutti, violenze,
distruzioni che reca con sé, è destinata a produrre ferite sociali ed economiche
profonde. È una rottura drammatica del processo di integrazione economica
e finanziaria internazionale che, se non risolta rapidamente in modo
pacifico, potrebbe avere pesanti ripercussioni sull’approvvigionamento
energetico dell’Europa, sull’inflazione, sulla domanda interna e sugli
scambi internazionali. Non ultimo sul rispetto dei tempi della transizione
energetica.
     Nel Consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE) seguiamo da
vicino l’evolversi della situazione, consapevoli della difficoltà di assicurare in
un contesto così difficile il corretto funzionamento del mercato finanziario e
l’ordinata trasmissione degli impulsi di politica monetaria e pronti ad attuare
le sanzioni decise dall’Unione europea e dalla comunità internazionale.

                                      ***
     Il 15 aprile scorso la composizione del Direttorio è cambiata: dopo
la nomina di Daniele Franco a Ministro dell’Economia e delle finanze e
il passaggio di Luigi Federico Signorini a Direttore Generale dell’Istituto,
Paolo Angelini, già funzionario generale a capo del Dipartimento Vigilanza
bancaria e finanziaria, è stato nominato Vice Direttore generale.
     Anche il Consiglio superiore, che dopo due anni di assenza fisica
è oggi presente con la maggior parte dei suoi componenti, mostra una
rinnovata fisionomia: l’Assemblea dei partecipanti ha nominato nel 2020
l’arch. Renata Codello e il dott. Salvatore Di Vitale Consiglieri presso le

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sedi di Venezia e di Palermo, nel 2021 la dott.ssa Mirella Bompadre e la
    dott.ssa Francesca Cozzani Consiglieri presso le sedi di Bologna e di
    Genova.

                                             ***
    La politica monetaria dell’Eurosistema e i suoi riflessi sul bilancio
    della Banca
         Nel 2021 il Consiglio direttivo della BCE ha mantenuto un orientamento
    di politica monetaria molto accomodante, confermando l’insieme delle
    misure straordinarie precedentemente adottate per sostenere la liquidità e
    salvaguardare l’omogenea trasmissione della politica monetaria in tutte le
    economie dell’area dell’euro.
         L’Eurosistema ha continuato a fornire abbondante liquidità alle
    istituzioni creditizie attraverso le operazioni mirate di rifinanziamento a più
    lungo termine della terza serie (Targeted Longer-Term Refinancing Operations,
    TLTRO3) per sostenere l’afflusso di credito alle imprese e alle famiglie.
    Alla fine del 2021, la loro consistenza aveva raggiunto quasi 2.200 miliardi
    (circa 450 nei confronti di banche italiane). Per tutto il 2021 le controparti
    bancarie hanno beneficiato di condizioni di finanziamento particolarmente
    favorevoli.
         Gli acquisti netti nell’ambito del programma di acquisto di titoli
    pubblici e privati per l’emergenza pandemica (Pandemic Emergency
    Purchase Programme, PEPP), continuati per tutto il 2021, terminano oggi;
    il reinvestimento del capitale rimborsato sui titoli in scadenza avverrà
    almeno sino alla fine del 2024.
         Gli acquisti netti di titoli nell’ambito del programma di acquisto
    di attività finanziarie (Asset Purchase Programme, APP) sono proseguiti
    per tutto il 2021 e per il primo trimestre del 2022 al ritmo mensile di
    20 miliardi. Come deciso nella riunione del 10 marzo scorso, gli acquisti
    passeranno a 40 miliardi nel mese di aprile, per poi ridursi a 30 a maggio
    e ritornare a 20 a giugno. L’ammontare delle operazioni del terzo trimestre
    dipenderà dall’evoluzione delle prospettive di inflazione a medio termine.
    Il reinvestimento del capitale rimborsato sui titoli in scadenza avverrà fino
    a quando sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e
    un ampio grado di accomodamento monetario.
         Non vi saranno modifiche dei tassi di interesse ufficiali prima della fine
    degli acquisti netti effettuati in base all’APP; successivamente si prevede che
    esse saranno graduali.

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Gli interventi di politica monetaria adottati dall’Eurosistema per
fronteggiare le ricadute economiche della pandemia – sopra sinteticamente
richiamati – si sono riflessi sul bilancio sottoposto oggi alla vostra
approvazione.
     Le attività, aumentate di 242 miliardi rispetto allo scorso esercizio,
hanno superato i 1.500 miliardi, una dimensione senza precedenti. Negli
ultimi due anni il totale di bilancio è cresciuto del 60 per cento soprattutto
per effetto degli acquisti di titoli per finalità di politica monetaria e
dell’aumento delle operazioni di rifinanziamento a lungo termine.
     La redditività dell’Istituto si è mantenuta su livelli elevati, pur
registrando una flessione per il secondo anno consecutivo. Come nello
scorso esercizio, l’effetto positivo prodotto sui proventi dall’espansione delle
attività di bilancio è stato più che compensato da quello della riduzione dei
rendimenti. Il risultato lordo – prima delle imposte e dell’accantonamento
al fondo rischi generali – resta comunque superiore a 9 miliardi, 1 miliardo
in meno rispetto allo scorso anno; l’utile netto si riduce leggermente,
passando da 6,3 a 5,9 miliardi.

La situazione patrimoniale
    Alla fine del 2021 l’attivo di bilancio della Banca d’Italia ammontava a
1.538 miliardi.
     La parte prevalente delle attività continua a essere rappresentata
dai titoli acquistati per finalità di politica monetaria, il cui ammontare
ha raggiunto i 666 miliardi (di cui quasi 600 costituiti da titoli di Stato
italiani), con una crescita di 127 miliardi rispetto alla fine del 2020.
Le operazioni di rifinanziamento sono pari a 453 miliardi, con un aumento
di 79 miliardi dovuto esclusivamente ai maggiori importi assegnati con le
operazioni mirate a più lungo termine della terza serie. Complessivamente
gli attivi riconducibili a operazioni di politica monetaria rappresentano il
73 per cento del totale di bilancio.
    Le attività in valuta estera, pari a 76 miliardi alla fine del 2021, sono
cresciute nell’anno di 24 miliardi, principalmente per effetto della nuova
assegnazione di diritti speciali di prelievo da parte del Fondo monetario
internazionale, realizzata per aumentare le risorse finanziarie utilizzabili
per fronteggiare la crisi pandemica soprattutto nelle economie più deboli.
In contropartita dei diritti assegnati all’Italia è stata iscritta in bilancio
una passività verso il Fondo di pari ammontare. Il controvalore dell’oro
è aumentato di circa 5 miliardi, raggiungendo 127 miliardi. In linea con
le regole contabili dell’Eurosistema, tale apprezzamento confluisce nei

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conti di rivalutazione del passivo, senza contribuire al risultato economico
    dell’esercizio. Il valore dell’oro è ulteriormente cresciuto nel primo trimestre
    del 2022 superando nel mese di marzo i 145 miliardi.
         Le attività di investimento diverse da quelle detenute per finalità
    di politica monetaria sono aumentate di 2 miliardi, portandosi a poco
    oltre i 150 miliardi; l’83 per cento è rappresentato da titoli pubblici, il
    13 per cento da azioni e quote di fondi, il restante 4 per cento da altre
    attività finanziarie.
         Negli ultimi anni la Banca ha integrato nelle proprie decisioni di
    investimento i criteri orientati al rispetto delle migliori prassi in materia
    ambientale, sociale e di governo societario (Environmental, Social and
    Governance, ESG), in linea con il suo profilo di investitore di lungo
    periodo, attento alla società, all’ambiente e al presidio dei rischi finanziari
    e reputazionali che derivano dai fattori di sostenibilità. In questo ambito
    la strategia è stata organicamente definita nella Carta degli investimenti,
    pubblicata nel 2021, che dà conto della visione dell’Istituto in materia,
    contiene i principi e i criteri di riferimento per la gestione del proprio
    portafoglio finanziario e delle riserve valutarie, indica precisi impegni a
    favore di un modello di crescita economica sostenibile.
         Dal lato del passivo, i depositi delle istituzioni creditizie sono cresciuti
    di 107 miliardi, raggiungendo 406 miliardi – valore quadruplicato rispetto
    ai livelli immediatamente precedenti la pandemia – a causa dell’ingente
    liquidità fornita dall’Eurosistema. Il saldo passivo della Banca d’Italia nel
    sistema TARGET2 è aumentato di 74 miliardi, portandosi a 590 miliardi,
    soprattutto in seguito agli investimenti in titoli esteri da parte dei residenti
    e agli elevati rimborsi netti di titoli del Tesoro avvenuti nell’ultimo trimestre
    dell’esercizio; in dicembre ha inoltre pesato il calo dell’indebitamento netto
    sull’estero delle banche residenti. Il debito è diminuito nei primi mesi del
    2022: in marzo esso è stato in media pari a circa 575 miliardi.
        Le banconote in circolazione, rilevate in bilancio in proporzione alla
    quota di partecipazione della Banca nel capitale della BCE, sono aumentate
    di 17 miliardi, arrivando a un totale di 241 miliardi alla fine dell’esercizio.

    La redditività, i presidi patrimoniali, gli interventi organizzativi
        L’utile lordo del 2021, prima delle imposte e dell’accantonamento al
    fondo rischi generali, si è attestato a 9,2 miliardi, 1 in meno rispetto al 2020.
       La riduzione è imputabile per 0,5 miliardi al margine di interesse.
    In particolare, la contrazione causata dai maggiori interessi negativi

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riconosciuti sulle operazioni di rifinanziamento e dalla flessione dei
rendimenti dei titoli in euro e in valuta ha trovato parziale compensazione
nei maggiori interessi percepiti sui depositi delle banche e sui titoli di
politica monetaria, a causa dell’incremento delle relative consistenze.
La diminuzione è anche dovuta per 0,8 miliardi ai risultati da negoziazione,
che nel 2020 avevano beneficiato di significative plusvalenze realizzate grazie
alla cessione di azioni e quote di fondi.
     Per proseguire nell’azione di rafforzamento dei presidi patrimoniali, a
fronte della continua e consistente crescita della dimensione del bilancio e
della rischiosità complessiva assunta dalla Banca, sono accantonati 2 miliardi
al fondo rischi generali (2,5 miliardi nel 2020). Le imposte di competenza
sono pari a circa 1,2 miliardi, un ammontare di poco inferiore a quello di
1,4 miliardi rilevato nel 2020.
     I costi operativi sono sostanzialmente stabili. Mentre si sono ridotte
le erogazioni liberali straordinarie legate all’emergenza pandemica e le
indennità di fine rapporto corrisposte nell’esercizio, sono aumentati gli
accantonamenti a garanzia del trattamento di quiescenza per il personale e
le spese per la manutenzione del patrimonio immobiliare.
    Anche nel 2021 la Banca ha tempestivamente adattato le modalità di
lavoro in base all’andamento della pandemia e ha fatto ampio ricorso al
lavoro da remoto per far fronte all’emergenza.
     Il progetto avviato nel 2020 per definire una nuova organizzazione
del lavoro ha condotto, nel mese di dicembre del 2021, alla sottoscrizione
di un accordo con le organizzazioni sindacali per l’introduzione di un
nuovo modello di lavoro ibrido, in cui la modalità del lavoro in presenza
sarà opportunamente integrata con quella del lavoro a distanza. Il nuovo
sistema, pienamente operativo dal primo aprile, rappresenta per l’Istituto
un’occasione strategica di trasformazione organizzativa. Attraverso un
intenso uso della tecnologia e lo snellimento dei processi, il modello
permette di assicurare servizi di elevata qualità alla collettività, garantire un
efficace presidio dei rischi, ridurre i costi e l’impronta ecologica della Banca,
favorendo anche una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei
dipendenti.
     Sul piano organizzativo, è stata attuata una riforma del Dipartimento
Pianificazione, organizzazione e bilancio che – valorizzando le
interdipendenze funzionali e una gestione integrata delle basi dati –
consentirà di potenziare il controllo di gestione della Banca e il monitoraggio
della qualità e dell’efficienza dell’organizzazione.
    Ulteriori iniziative sono in corso per rafforzare il ruolo del centro
di innovazione della Banca (Milano Hub) nel favorire l’adozione delle

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tecnologie digitali da parte del mercato finanziario nazionale; sono
    stati inoltre realizzati interventi volti a migliorare i presidi organizzativi
    preordinati a contrastare la contraffazione delle banconote e le minacce
    cibernetiche. Nell’ambito della funzione di tesoreria per conto dello Stato
    sono stati trasferiti all’Amministrazione centrale i compiti prima svolti dalle
    Filiali, razionalizzando ulteriormente i processi di lavoro. Questa riforma,
    resa possibile dai progressi conseguiti negli ultimi anni con la digitalizzazione
    delle procedure, favorirà l’efficienza complessiva del sistema.
         Come di consueto, per approfondimenti e dettagli sulle attività della
    Banca e sugli interventi organizzativi e gestionali realizzati nel 2021 rinvio
    alla Relazione sulla gestione e sulle attività, che sarà pubblicata nel mese
    di maggio, in concomitanza con la presentazione della Relazione annuale.
    Maggiori informazioni relative all’impegno della Banca sul tema della
    sostenibilità ambientale sono reperibili nel Rapporto ambientale, disponibile
    sul sito internet e aggiornato ogni anno. Inoltre nei prossimi mesi sarà
    pubblicato il primo Rapporto sugli investimenti sostenibili e i rischi climatici,
    per dare conto dei risultati conseguiti e delle metodologie applicate.

    Proposta di distribuzione dell’utile netto

        Signori Partecipanti,
         ai sensi dell’articolo 38 dello Statuto Vi sottopongo per l’approvazione
    il piano di riparto dell’utile netto deliberato dal Consiglio superiore, su
    proposta del Direttorio e sentito il Collegio sindacale.
         La vigente politica di distribuzione dei dividendi stabilisce che le
    somme destinate ai Partecipanti siano comprese nell’intervallo di 340 - 380
    milioni, subordinatamente alla capienza dell’utile netto e alle esigenze di
    patrimonializzazione della Banca. La differenza tra l’estremo superiore del
    suddetto intervallo e il dividendo effettivamente posto in distribuzione
    nell’anno può alimentare la posta speciale per la stabilizzazione nel tempo
    dei dividendi, fino alla consistenza massima di 450 milioni.
         In linea con tale indirizzo, a valere sull’utile netto di 5.945 milioni,
    si propone di attribuire ai Partecipanti un dividendo di importo uguale
    a quello corrisposto negli ultimi anni, pari a 340 milioni, corrispondenti
    al 4,5 per cento del capitale. Come già ricordato nell’Assemblea tenuta in
    seduta straordinaria, non sono presenti quote eccedenti il 5 per cento del
    capitale, per le quali il dividendo andrebbe attribuito obbligatoriamente
    alle riserve statutarie; di conseguenza, l’importo deliberato sarebbe
    integralmente corrisposto ai Partecipanti.

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La posta speciale sarebbe alimentata per 40 milioni, attestandosi così a
240 milioni.
     Tenuto conto di quanto precede, l’utile residuo per lo Stato sarebbe
pari a 5.565 milioni che, in aggiunta a imposte di competenza per 1.236
milioni, porterebbe la somma complessivamente destinata allo Stato a
6.801 milioni. Negli ultimi cinque anni l’importo cumulato riconosciuto
allo Stato raggiungerebbe così l’ammontare di 28,5 miliardi, oltre a imposte
di competenza per 6,3 miliardi.

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Grafica e stampa a cura
della Divisione Editoria e stampa
       della Banca d’Italia
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