Aspetti agronomici e pedoclimatici nelle trasformazioni del paesaggio - Simone Orlandini, Marco Napoli Dipartimento di Scienze delle Produzioni ...

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Aspetti agronomici e pedoclimatici nelle trasformazioni del paesaggio - Simone Orlandini, Marco Napoli Dipartimento di Scienze delle Produzioni ...
Aspetti agronomici e pedoclimatici nelle
     trasformazioni del paesaggio

             Simone Orlandini, Marco Napoli

 Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e
       dell’Ambiente (DISPAA) - Università di Firenze

                simone.orlandini@unifi.it
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Agroecosistema
        Clima           Atmosfera
   •radiazione        -Composizione
   •temperatura            •inquinamento            Interventi
   •precipitazioni                                 agronomici
                                                 •lavorazioni
Ambiente biologico                               •irrigazione
•infestanti                                      •diserbo
•microbiologia del                               •difesa
suolo                                            fitosanitaria
•crittogame
                                                 •Etc.
•Animali

                                                                Aspetti economici e
       Pianta
                                  Suolo                                sociali
-genotipo
                     •caratteristiche fisiche
     •produttività
                     •acqua
     •adattabilità
     all’ambiente    •elementi chimici
                     •temperatura
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Interazioni pianta /
ambiente / tecniche
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Agroecosistema
 Gli agroecosistemi differiscono da quelli naturali per l’azione dell’uomo:
•riduzione della complessità biologica: solo le specie coltivate sono volute
•somministrazione di input energetici e chimici
•asportazione di biomassa (output energetici)
•miglioramento produttivo delle parti di pianta utili (genetica)

•perturbazioni (lavorazioni, irrigazione)

    Agronomia: insieme delle tecniche per MIGLIORARE la produttività
        primaria alterando il meno possibile l’ambiente produttivo

       Imperativo: non compromettere le potenzialità produttive –
                                       FERTILITA’
obbiettivi tecnici:
•garantire il reddito agli operatori
•evitare eccessi di concimazioni
•evitare erosione
•impiego razionale mezzi chimici
•evitare l’impiego errato di acque inquinate (saline)
•contenere gli impatti ambientali (cambiamenti climatici, desertificazione)
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AGRONOMIA
Il significato etimologico da agros – campo e nomos – norma, sta ad
  indicare:   “complesso di norme che regolano la coltivazione dei
  campi”.

Oggetto di studio della Agronomia sono gli interventi tecnici e le
  tecnologie che si applicano nella gestione degli agroecosistemi al
  fine di realizzare gli obiettivi produttivi secondo un’impostazione di
  sintesi multidisciplinare che sappia guardare a tutti gli aspetti, fattori
  ed elementi che caratterizzano i diversi processi agricoli e le loro
  implicazioni ambientali
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Definizione agronomia
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Strategie di gestione agronomica dei
        sistemi colturali e obiettivi
Agricoltura convenzionale, intensiva ed estensiva
   agricoltura food
   agricoltura non food
Agricoltura sostenibile
   conservazione dell’atmosfera: stoccaggio del carbonio
   conservazione delle acque
   conservazione del suolo
Agricoltura biologica
Agricoltura biotecnologica
Agricoltura di precisione
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L’AMBIENTE
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Le stazioni agrometeorologiche
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Il telerilevamento
La variabilità
La     FAO       (Food      and
                                       Definizione
Agriculture      Organization)     agronomica di suolo
definisce il suolo nel suo
significato       tradizionale,
come il mezzo naturale per
la crescita delle piante. Il
suolo è stato anche definito
come un corpo naturale
costituito da strati (orizzonti)
che sono composti da
materiali minerali alterati
dagli eventi climatici, dal
materiale organico, da aria e
da acqua.
Parametri per lo studio del suolo
Proprietà fisiche: tessitura, struttura, porosità, superficie specifica

Proprietà fisico-meccaniche: adesività, tenacità, plasticità valutate in
rapporto alle lavorazioni e alle tecniche di gestione del suolo

Caratteristiche chimiche e potenzialità nutritive

Proprietà biologiche

Proprietà agronomiche complessive del suolo ai fini delle scelte
   colturali tecniche
Funzioni del suolo
Risorsa non rinnovabile
Funzioni ecologiche
Produzione di biomassa
Protezione del passaggio di inquinanti verso la catena alimentare e
  le acque
Habitat biologico e riserva genetica
Funzioni economiche
Supporto agli insediamenti civili e industriali e ad attività
  ricreazionali
Valorizzazione di effluenti e residui di lavorazione e smaltimento
  dei rifiuti
Protezione e conservazione del patrimonio storico e archeologico
TRASFORMAZIONI DEL TERRITORIO:

LE SISTEMAZIONI IDRAULICO-AGRARIE
Le sistemazioni idraulico-agrarie
Opere agronomiche atte alla regimazione delle acque, alla
loro conservazione nel suolo e al controllo dell’erosione

Sono interventi straordinari che modificano la
conformazione superficiale del terreno in pianura, collina
e montagna.

Rilevante nei nostri territori è infine la compatibilità con
l’assetto
paesaggistico, ambientale e socio-culturale: sono una
componente di preminente importanza del paesaggio.
Sistemazioni idraulico-agrarie in
          ambiente pianeggiante
In     pianura     gli
interventi mirano ad
evitare il ristagno
idrico e gli effetti
negativi         della
permanenza di elevati
valori di umidità del
suolo     dovuti     a
saturazione
Criteri progettuali
I campi assumono forma
rettangolare, con lunghezze che
possono raggiungere alcune
centinaia di metri per
appezzamenti di 2-5 ha.
Le capezzagne (strade), inerbite
o coltivate, sono ubicate in
testata dell’appezzamento con
la funzione preminente di
consentire un’agevole
movimento ai mezzi meccanici
e talvolta anche con la funzione
di scoline.
L’affossatura viene collocata al
margine dei lati lunghi e poi
raccordata con fossi di seconda
raccolta artificiali o naturali o in
modo da favorire la raccolta delle
acque superficiali e profonde,
favorita rispettivamente dalla
baulatura e dal drenaggio. La
prima consiste in una lieve
convessità ottenuta effettuando
l’aratura a colmare, che determina
un ammasso delle zolle nella parte
centrale del campo. Il drenaggio
viene realizzato collocando tubi in
materiale plastico, in modo da
garantire lo scarico delle acque
nell’affossatura.
AFFOSSATURA
Scoline (o fossi di prima raccolta o fosse camperecce):
• raccolgono la acque superficiali e sottosuperficiali
• hanno sezione trapezioidale e area > a 0,20-0,40 m2

      e          a        e

b
                         d
                 c

    a. testata o apertura (80-100 cm)
    b. profondità o altezza (60-70 cm)
    c. fondo
    d. scarpata o parete
    e. ciglio
Drenaggio e fognatura
SISTEMAZIONI DI PIANURA STORICHE
Proda
       Sistemazione delle aree pianeggianti dell’Italia centrale con piante arboree

                                                                 Basto rovescio

                                                              Le piante arboree, localizzate in
                                                              corrispondenza dei fossi, sono
                                                              rappresentate dalla vite maritata
                                                              all’acero

                                                              I filari e il compattamento riducono il
                                                              deflusso delle acque profonde, per cui
                                                              ogni tanto tratti di proda sono demoliti e
                                                              ricostruiti

                                                              tare (superfici sottratte alla
                                                              coltivazione dai fossi, viottoli, etc.) dal
                                                              5 al 6% ca

                                                              volume d’affossatura variabile da. ca 100
Sponde inerbite                                               a 280 m3/ha
Piantata
Sistemazione dei terreni pianeggianti, profondi, di medio impasto e di facile
sgrondo della sinistra del Reno (Emilia Romagna)

                                                 Baulatura a padiglione con colmo di 30-70 cm
                                                 Piantata: Striscia di terra baulata di 5 m tra i campi
                                                 sul ci colmo è presente la fila di alberi
                                                 Non sono presenti affossature tra i campi e la
                                                 piantata, ma solo la depressione lasciata dalle
                                                 lavorazioni
                                                 Cavedagna: strada fosso inerbita di 4 m con
                                                 pendenza del 1-3% che sversa le acque in collettori
                                                 aziendali

                                                 Le piante arboree, localizzate in corrispondenza
                                                 dei fossi, sono rappresentate dalla vite maritata
                                                 all’acero

                                                 tare (per lo più dovute alle cavedagne) dal 6 al
                                                 10% ca
                                                 volume d’affossatura modesto da. ca 100 a
                                                 120 m3/ha
Cavalletto
Sistemazione dei terreni pianeggianti, pesanti e di difficile sgrondo della
destra del Reno (Emilia Romagna)

                                                  Baulatura a padiglione con colmo di 60-70 cm
                                                  Cavalletto: striscia di terra baulata larga 4-6 m che
                                                  ospita un filare di viti maritate all’acero
                                                  distanziate 6 m.
                                                  Sono presenti 2 scoline ai lati del cavalletto
                                                  Cavedagna inerbita sulla testata dei campi

                                                  Tare dal 8 al 12% ca

                                                  volume d’affossatura elevato da. ca 180 a 200
                                                  m3/ha
Cavino

         Sistemazione della pianura veneta
         Baulatura ortogonale al lato lungo del campo,
         alta 1 - 1,5 m
         I campi sono suddivisi da strisce arborate
         larghe 5 m
         Sul lato corto del campo sono realizzate
         semplici affossature (cavini) o capezzagne
         (strade fosso larghe 3 m)

         Tare dal 10 al 14% ca

         volume d’affossatura modesto da. ca 100
         m3/ha
Larghe o Ferrarese
                     Sistemazione tipica delle aree di bonifica
                     prive di alberature
                     Semplice ed efficiente
                     Baulatura a padiglione la cui altezza aumenta
                     con l’argillosità del terreno
                     Fossi di prima raccolta disposti sui lati lunghi
                     del campo
                     Capifossi sui lati corti del campo.
                     Talvolta i campi raggiungono i 400 m , ( i fossi
                     laterali presentano due opposte pendenze
                     verso i capifossi)

                     Tare dal 10 al 14% ca

                     volume d’affossatura da. ca 200 m3/ha

                     Variante Veneta
                     Appezzamenti di 400 X 100 m separati da
                     strade sopraelevate
                     Gli appezzamenti sono internamenti
                     suddivisi in campi larghi 50 m
                     Il colume dell’affossatura è 500 m3 ha-1
Mazzuolatura
Opera di bonifica
L’aumento dello spessore del suolo dei campi si ottiene con apporto di terra ottenuta dallo scavo di ampie e
profonde fosse parallele poste a ca. 10 m tra loro

 La mazzolatura porta ad un aumento di suolo poco consistente: per aumentarne soli 10 cm su 1 ha occorre
 movimentare 1.000 m3 di terra.
SISTEMAZIONI DI COLLINA
Obiettivi
• impedire alle acque di scorrimento superficiale di raggiungere velocità
erosive e di convogliarle verso valle;
• aumentare il tempo di concentrazione dei deflussi con conseguente
riduzione dei picchi di portata nella rete idraulica di ordine superiore;
• favorire l’infiltrazione e l’immagazzinamento delle acque;
• emungere le acque in eccesso alla capacità di trattenuta del terreno
evitando o riducendo il rischio della formazione di falde sospese temporanee
e quindi contribuire alla stabilità dei versanti collinari;
• assicurare il necessario ricambio di aria per lo sviluppo dell’apparato
radicale delle piante;
• consentire una tempestiva e ottimale esecuzione delle pratiche agricole;
• assicurare la conservazione e/o il miglioramento della fertilità.
Erosione e frane
Le sistemazioni: gli elementi e il
               paesaggio
A ridotto impatto sulla morfologia del versante
Fino a pendenze non superiori al 12-15% è possibile applicare schemi
sistematori di traverso e a rittochino.

Oltre il 15% è possibile solo il rittochino per garantire la stabilità
trasversale dei mezzi meccanici.

Con consistenti impatti sulla morfologia del versante
Ciglionamento e scogliere (in caso di presenza di scheletro)

Terrazzamento

Girapoggio e Cavalcapoggio
Schema sistemazione collinare
Fosso di guardia: affossatura posta a monte dell’appezzamento che assume la
funzione di allontanare le acque provenienti dai terreni soprastanti, in modo da
ridurre il quantitativo di acqua che attraversando il versante ne potrebbe
compromettere la stabilità
Acquidocci: collettori posti a rittochino verso cui convogliano l’acqua le strade-fosso,
posti ai lati dell’appezzamento o in posizioni intermedie nel caso di versanti di grandi
dimensioni. Si definiscono armati quando sono rivestiti di scheletro
Sistemazioni a rittochino
Asse maggiore degli appezzamenti

Direzione delle file

Direzione dei collettori principali

Lavorazioni e movimento dei mezzi meccanici

    avvengono lungo le linee di massima pendenza

Questa forma di sistemazione è necessaria quando le pendenze
  superano il 12 %, max il 15 % , pendenze prossime ai valori di
  stabilità laterale di molti mezzi e per evitare la creazione di
  scalinature tra i filari (nelle colture arboree)
Fossa livellare
Strade-Fosso livellari
Canali terrazza
Sistemazioni di traverso
Asse maggiore degli appezzamenti

Direzione delle affossature di prima raccolta

Lavorazioni e movimento dei mezzi meccanici

    avvengono lungo le linee di traverso

   Questa forma di sistemazione è possibile fino a pendenze inferiori al 12 – 15 %

   Gli inconvenienti maggiori sono rappresentati con il crescere delle pendenze
   dallo spostamento a valle del terreno e formazione di ciglioni con dislivello
   crescente nel tempo
Vigneti di traverso con lavorazione totale
Vigneti di traverso (Langhe)
INTERVENTI CON MODIFICA DELLA
  MORFOLOGIA DEL TERRITORIO
E’ una sistemazione per superfici
declivi nella quale i ripiani sono
sostenuti da scarpate in terra
che vengono lasciate inerbire per     Ciglionamento
una difesa dall’erosione

Si presta a terreni di medio
impasto non eccessivamente
sabbiosi per resistere meglio
all’erosione ed alla siccità estiva
che comporterebbe una
pericolosa diminuzione delle
superficie difesa dall’inerbimento

A parità di giacitura e
conformazione dei ripiani
presentano tare superiori al
terrazzamento
Ciglioni con
   ripiani
 raccordati
Scogliere
si realizza quando la disponibilità di scheletro è abbondante e tale da permettere la
    creazione di muri alti anche alcuni metri che consentono la creazione di ampi
                                   ripiani coltivabili
Terrazzamento
E’ una sistemazione antica che permette di rendere pianeggianti o
   quasi superfici a pendenza superiore anche al 30%

Oltre il 45% di pendenza diventa economicamente difficile in
  quanto diminuisce la superficie vitata ed aumenta
  considerevolmente la superficie frontale dei muri e la cubatura
  del manufatto

Oggi è un tipo di sistemazione molto rara e costosa destinato a
  colture di grande pregio e valore economico.
Vigneti di traverso su terrazzi (Liguria)
Terrazzi in elementi prefabbricati
ALTRI ELEMENTI DEL PAESAGGIO
Inerbimento - Lavorazioni
Scelta coltura - Omosuccessioni
Scelta colture:
  rotazioni e
 biodiversità
Consociazioni - colture promiscue
Gli invasi
LE TRASFORMAZIONI
Il territorio di pianura italiano sino a metà del 20° secolo
La messa a coltura dei terreni di pianura ha sempre richiesto notevoli sforzi in termine di regimazione idraulica

                                                                                  (a)                                       (b)
I piccoli lotti di terreno baulati e delimitati da
profonde affossature, pur essendo estremamente
efficienti nel garantire la fertilità del suolo,
determinavano un'elevata frammentazione del
territorio e pertanto sono diventanti un ostacolo
alla meccanizzazione

                                                                                    (c)                                     (d)

  Mappa catastale della Piana di Lecore risalente al   Sistemazione a prode (a), piantata (b), cavino (c), ferrarese (d).
   periodo Granducale (1850ca) Fonte: Castore –        Luigi Giardini, Agronomia generale, 3, Pàtron, 1986.
       Catasto Storico della Regione Toscana
La semplificazione della paesaggio agrario
1954

2013

       Signa - Lecore
EVOLUZIONE TERRITORIALE:
                        scomparsa e abbandono del reticolo idraulico-agrario

    Analisi su porzione del Padule di Signa (Piana Fiorentina) – sullo sfondo la foto aerea del 1954

                      1850 ca                                    1954                                        2011
  La bonifica granducale, per        La bonifica degli anni ‘30, estende la       L’area coltivata si è sensibilmente
  quanto intensa, non interessa le   superficie coltivata anche alle aree un      ridotta a causa dell’abbandono
  aree più paludose.                 tempo        trascurate.         Sensibile   dei campi. La trama delle
                                     allargamento della maglia delle              sistemazioni si è allargata,
                                     affossature ancora visibile nel ‘54.         lasciando delle aree scoperte.
                                      1850 ca                        1954                         2011
  Sviluppo affossature (km)              27,4                         25,9                        19,7
Intensità di affossatura(m/ha)           880                          630                          520
La carente regimazione idrica si denota nelle annate critiche, quando ristagni profondi
determinano condizioni di asfissia radicale e quelli superficiali stimolano il proliferare di malattie

                                         Analisi su porzione del Padule di Signa (Piana Fiorentina)
                                         - Ortofoto aerea in falsi colori con dettaglio delle aree di
                                         ristagno a causa di affossature non correttamente eseguite

                                                               I fossi mal realizzati finiscono per trattenere
                                                               l’acqua piuttosto che allontanarla dal campo.
L’analisi condotta sul bacino del torrente elsa a monte di Castelfiorentino
(FI), ha evidenziato come causa principale dell’incremento delle portate
di picco nel bacino la riduzione dell’intensità sistematoria e
secondariamente l’aumento delle superfici impermeabilizzate.
Al contrario, l’effetto delle «bombe d’acqua» che si sono registrate negli
ultimi anni sarebbe stato attenuato dal reticolo del ‘54,

      Napoli, M., Massetti, L., Orlandini, S. 2017. Hydrological response to land use and climate
      changes in a rural hilly basin in Italy. CATENA, 157, 1-11.
Terrazzamenti
    I pendii terrazzati sono ampiamente distribuiti nel mondo sin dai tempi antichi per scopi produttivi.
    Richiede un rimodellamento completo della pendenza; fornisce una superficie piana per la coltivazione;
         favorisce la conservazione dell'umidità del suolo.
    Viene comunemente adottato su colline strutturali e montagne con pendenze che vanno dal 25% al ​50%.

Terraced slopes in Liguria    Terraces in Rovanatal valley,   Terraced slopes in Switzerland The Dragon’s Backbone rice
                              Switzerland                                                    terraces in Longsheng - China

Terraced slopes in Ethiopia     Terraced slopes in Niger       Terraced slopes in Filippine   Terraces in the northern Chilean
                                                                                                   region of Antofagasta
• Terrazzamenti in secondo piano
• Vigneto a rittochino in primo piano
Nel 1764 e nel 1766 due grandi carestie si sono manifestate in Toscana,
determinando uno spopolamento delle campagne e in particolare delle aree
collinari più povere. Alla fine del 18° secolo ci fu una nuova spinta al
ripopolamento delle campagne e un rinnovato interesse verso le tecniche
agronomiche e il triangolo tra Firenze, Pisa e Siena divenne la culla delle
tecniche di coltivazione collinare in Italia.
Il primo intervento di sistemazione collinare fu attuato da Giovan Battista
Landeschi, parroco di S. Angelo a Montorzo (S. Miniato – Pisa), il quale
sperimentò e divulgò il «tagliapoggio», una sistemazione costituita da fossi
disposti orizzontalmente volti a canalizzare le acque, e il «ciglionamento».
1783 - 1822 : La Sistemazione a Spina ottenuta attraverso le colmate di monte
della fattoria di Meleto (Castelfiorentino)

                                                                                                                     Portrait of Agostino
                                                                                                                Testaferrata (Ridolfi C., 1828)

           Idealized picture of the original Meleto hills which were characterized by pliocene clay soils and
                                          impressive erosion (Ridolfi C., 1828)

   A partire dagli insegnamenti di Landeschi, Agostino Testaferrata, fattore del
   marchese Ridolfi dal 1783 al 1822 presso la fattoria di Meleto, concepì un
   nuovo schema sistematoria per contenere i gravi fenomeni erosivi dei suoli
   argillosi dell’azienda.
1783 - 1822 : La Sistemazione a Spina ottenuta attraverso le colmate di monte
della fattoria di Meleto (Castelfiorentino)

                                     (Ridolfi C., 1828)                                                       (Ridolfi C., 1828)
Le pendici collinari furono rimodellate per mezzo della tecnica della colmata di monte sino
a ottenere la cosidetta “sistemazione a spina”.

     Herring-bone ditching scheme                Idealized picture of the Meleto herringbone ditching (Ridolfi C., 1828)
     (Adapted from Landi R., 1999)
Photo of herringbone ditching in Meleto
                                                     (Photo: Cantarelli, A.; 2009)

                                               Orthophoto of herringbone ditching in
                                                   Meleto (Photo: RT-OFC-2013)

Photo of herringbone ditching in Brolio (SI)
          (Photo: Landi R., 2009)
Ripiani raccordati

Le scarpate possono
essere costituite da muretti
o ciglioni

Fossi alla base della
scarpata consentono
l’allontanamento dei
deflussi
Vigneti a girapoggio
Vigneti di traverso inerbiti a filari alterni
Vigneti a rittochino e in traverso
Le sistemazioni idraulico agrarie hanno contribuito a creare paesaggi di notevole fascino
che, oltre alla qualità dei prodotti, contribuiscono al mantenimento dell’identità culturale
del territorio, al turismo rurale, ed alla qualità della vita della popolazione.

           Foto tratta da: Greenews.info              Foto tratta da: dott. Giuseppe gentili

       Foto tratta da: vintagemagazine.com               Foto tratta da: gounesco.com
Allo stesso modo hanno nel tempo contribuito alla regimazione idrica sui versanti
collinari. E oggi, la loro assenza si denota con la formazione di importanti fenomeni
erosivi……….
Allo stesso modo hanno nel tempo contribuito alla regimazione idrica sui versanti collinari. E
oggi, la loro assenza si denota con la formazione di importanti fenomeni erosivi……….
e nei casi estremi con movimenti di massa.
I CAMBIAMENTI CLIMATICI
L’effetto serra
Aumento di temperatura
Fonte Comune di Genova
                      Le piogge estreme – «bombe d’acqua»

 4 Novembre 2011
 ore 12:00

Cumulati di pioggia
                       Pioggia annua
Vicomorasso, Genova      800 mm                     Bilancio
4 novembre 2011
                                       6                  Morti
181 mm (1 ora)                         120                Sfollati
337 mm (3 ore)                         238.500.000 euro   Danni totali
385 mm (6 ore)                         138.500.000 euro   Danni alle opere
411 mm (12 ore)                        pubbliche
 Fonte Arpal                           100.000.000 euro   Danni strutture private
Gli impatti sul paesaggio
                                               Spostamento verso
                                             nord e a quote maggiori
              Perdita di convenienza              degli areali di
              nella coltivazione delle             produzione
                colture tradizionali
                negli attuali areali

              Abbandono delle attuali
                superfici coltivate

           Perdita di controllo sul territorio
     Perdita di resilienza contro gli eventi estremi
Gli impatti
• Intensificazione dell'effetto isola di calore urbana come risultato
  di temperature più elevate,
• Mancanza di acqua a causa della diminuzione delle
  precipitazioni e dell'aumento dell'evapotraspirazione,
  influenzando la vitalità e la produttività della vegetazione.
• Inondazioni, in particolare nei nostri ambienti e pianure
  alluvionali, come risultato di aumento dell'intensità delle
  precipitazioni e eventi di tempesta sempre più frequenti.
• Innalzamento del livello del mare porta a impatti significativi del
  paesaggio nelle aree costiere
• Cambiamenti nella biodiversità
• Riduzione della qualità dell'aria
Aspetti agronomici e pedoclimatici nelle
     trasformazioni del paesaggio

             Simone Orlandini, Marco Napoli

 Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e
       dell’Ambiente (DISPAA) - Università di Firenze

                simone.orlandini@unifi.it
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