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Arredamento

Definizione-Etimologia
Dal verbo latino medioevale arredo, provvedere del necessario,
forse dal gotico geraedjan/garedan avere cura. L’azione di
disporre decorazioni, mobili e suppellettili in uno spazio
architettonico per migliorarne l’aspetto e renderlo
confortevole. In senso concreto, a partire dall’Ottocento, i
mobili e le decorazioni che rispondono a questo scopo.

Storia
Gli ambienti destinati alla vita quotidiana sono sempre
oggetto di cure particolari. L’arredo delle case egizie
comprende già i mobili di base: letti, sedie e contenitori
(armadi e cassoni) intarsiati di materie preziose e montati su
zampe ferine. Le abitazioni hanno pareti dipinte, tende a
porte e finestre, tappeti. Lo stesso genere di mobili,
decorati a intagli e intarsi di avorio e legni preziosi, con
zampe zoomorfe o fitomorfe, si ritrova in Mesopotamia, mentre
la civiltà minoica ha lasciato testimonianze di sedili dalle
linee sinuose (trono di Cnosso), sgabelli pieghevoli e
suppellettili decorate per la tavola. I labirintici palazzi di
Creta hanno pareti e soffitti dipinti a motivi geometrici o
vegetali, popolati da animali marini e da scene di vita di
corte. Le regge micenee si articolano intorno al megaron,
l’ambiente in cui il sovrano riceve ospiti, consuma banchetti
rituali e ascolta il canto degli aedi. Pareti e soffitti sono
decorati con trofei d’armi e pitture a motivi geometrici,
paesaggi o animali. Le descrizioni dei mobili, pochi e
primitivi     – letti, troni e contenitori        – e delle
suppellettili – tessuti pregiati e vasellame di metallo e
ceramica – ci pervengono con i poemi omerici.

L’antichità
Nella casa greca del periodo classico gli uomini dispongono in
esclusiva di un ambiente destinato al simposio (andrón)
situato al piano terra accanto all’ingresso e arredato con
letti da banchetto allineati alle pareti. A partire dal IV
secolo, prevale infatti l’uso di banchettare sdraiati su letti
(klínai). La pittura vascolare tramanda le forme di vari
sedili, pieghevoli o a gambe dritte, intagliate o tornite, e
di un modello di sedia con gambe ricurve e schienale inclinato
e terminato da una fascia avvolgente (klismós). I leggeri
tavoli da banchetto hanno tre zampe. A questi mobili si
affiancano contenitori, prima a forma di arca, con coperchio a
due spioventi e piedi semplici, poi a cassa, con piedi leonini
e coperchio piatto.
Le case patrizie del periodo ellenistico hanno un peristilio
centrale dal quale accedere a vari andrónes preceduti da
anticamere, la decorazione in mosaico dei pavimenti tiene
conto delle klínai allineate lungo le pareti. Le stanze
private dell’abitazione si articolano sul retro dell’edificio.
Oltre ai pavimenti in mosaico, la decorazione interessa i
muri, con affreschi che simulano rivestimenti marmorei. I
letti sono sontuosi, realizzati in bronzo e intarsiati di
materiali preziosi. Alla cassa-contenitore si sostituisce
l’armadio, allestito con ripiani interni.
La casa romana è analogamente organizzata intorno a un atrio
parzialmente scoperto che dà accesso alle varie stanze. Un
ambiente è destinato al banchetto e attrezzato con tre letti
sistemati a U (triclinium). Le stanze da letto (cubicula) sono
anguste, ma decorate con cura. Talvolta un vano più importante
(tablinum), si affaccia sul giardino, spesso circondato da un
peristilio e ornato da statue e fontane. I pavimenti sono in
mosaico o in opus signinum, le pareti affrescate in modo da
creare un effetto di trompe l’oeil: imitazioni di materiali
preziosi, false architetture, giardini, prospettive
fantastiche. Nei palazzi della Roma imperiale agli affreschi e
alle decorazioni in stucco si aggiungono rivestimenti e
pavimenti in marmi colorati a disegni geometrici (opus
sectile). Il corredo di mobili si arricchisce. Libri e oggetti
sono riposti in nicchie ricavate nei muri e chiuse da ante,
tavoli e sedili sono realizzati in marmo e bronzo. I letti si
differenziano a seconda dell’uso: ai letti triclinari, si
aggiungono alti letti per dormire (lectus cubicularis), dotati
di uno sgabello per salirvi, e letti per leggere (lectus
lucubratorius) con spalliera d’appoggio. Finemente cesellati,
sono completati da un piano in cinghie intrecciate e da
materassi, cuscini e drappi in lana e lino. Talvolta i letti
triclinari sono in muratura, semicircolari o a U. I sedili,
corredati da cuscini, variano di modello, oltre agli sgabelli
si trova la sella, con braccioli, senza spalliera e con gambe
curve a tenaglia e la cathedra usata dalle donne, con
braccioli e spalliera lunga e curva, talvolta realizzata in
vimini. Un sedile particolare è destinato al capo famiglia: è
il solium, una sorta di trono con gambe tornite, braccioli
cilindrici e schienale dritto. I tavoli si distinguono a
seconda dell’uso: abacus per l’esposizione del vasellame,
mensa per il servizio al triclinio. Tessuti vivacemente
colorati sono drappeggiati a strati su mobili e pedane o
appesi alle pareti. L’illuminazione è fornita da lucerne a
olio.

Il medioevo

Nel Medioevo, la tipologia delle abitazioni principali, per
ragioni dettate dalla difesa e dalla forma degli agglomerati
urbani, si trasforma in casa-torre con uno o due ambienti per
piano. I piani inferiori sono destinati a usi pubblici, quelli
superiori alla vita familiare. Nelle abitazioni più importanti
la stanza più grande (sala) è usata per riunioni, banchetti e
spettacoli; panche e cassoni, lungo il perimetro, servono da
contenitori e sedili, il tavolo del signore ha pedana e
baldacchino, rimane l’usanza di esporre su piani le stoviglie
preziose. Un secondo ambiente, condiviso da più persone, è
riservato all’appartamento privato. I pavimenti sono in
terracotta decorata, coperti da stuoie di paglia. Le pareti
sono dipinte a motivi geometrici o con scene di vita
quotidiana, vicende storiche, cacce, blasoni e allegorie;
durante la cattiva stagione sono rivestite da tappezzerie o
tendaggi, facilmente asportabili. Il mobilio è scarso, il solo
elemento fisso è il letto, circondato da tende e cassoni. Nei
frequenti spostamenti delle corti questi ultimi sono
utilizzati come contenitori. Gli armadi sono riservati alle
sacrestie. I tavoli, smontabili, sono formati da piani e
cavalletti. Le sedie sono rare, le più importanti, simili alle
cathedrae romane, sono riservate agli ecclesiastici. Sono
sostitute da sgabelli pieghevoli (faldistori) oppure
realizzati a listelli alternati (alla dantesca). Nascono i
mobili specializzati per il lavoro degli amanuensi: scrivanie
e leggii.

Il rinascimento

Il Quattrocento vede configurarsi in Italia un modello
abitativo più articolato, organizzato intorno alla sala. Il
Palazzo Ducale a Urbino presenta appartamenti privati formati
dalla sequenza, che diventerà canonica, di anticamera, camera,
guardaroba e studiolo. Si trovano i primi ambienti per bagni.
Le forme decorative non cambiano ma si raffinano. I pavimenti
rimangono in terracotta o in pietra, le pareti sono affrescate
e rivestite con tappezzerie o tessuti, i soffitti sono a
cassettoni decorati, oppure voltati, camini e porte hanno
cornici in pietra e decorazioni in ceramica. Gli arredi più
importanti sono concentrati nella sala comune e negli
studioli. Hanno un grande impulso le tarsie lignee e la
tessitura di arazzi, si importano tappeti orientali. Il
mobilio è decorato: cassoni intagliati, intarsiati, a
pastiglia, dipinti. I letti sono in nicchia o hanno un cielo e
sono chiusi da tendaggi. Il tavolo è fisso e i sedili si
diversificano (savonarola, lettuccio). Il mobile destinato
all’esposizione del vasellame prende il nome di credenza e
acquista delle ante nella parte inferiore. Nascono nuove forme
di mobilio (specchiere, mobili per l’igiene personale, la
preghiera o lo studio).
Nel Cinquecento si conferma la distribuzione degli ambienti.
Nasce nel Nord Europa la galleria, un ambiente lungo e stretto
destinato al passeggio e all’esibizione di oggetti pregiati.
Non ci sono ancora sale destinate a usi specifici. I soffitti
diventano più importanti, arricchiti con stucchi spesso dorati
e con affreschi che ricoprono anche la fascia superiore delle
pareti. Prende piede la moda della decorazione all’antica, con
ornamentazioni a grottesche (Grottesca). Nella seconda metà
del secolo diventano più comuni affreschi di soggetto
allegorico e simbolico. Il disegno dei mobili è ispirato a
modelli romani. Compaiono zampe leonine, erme, modanature,
ordini architettonici.

Il barocco

Nel XVII secolo il palazzo barocco esalta le tendenze
precedenti. Il numero delle anticamere si moltiplica per
rispondere alle esigenze dell’etichetta di corte. La camera da
letto ufficiale è parte integrante dell’appartamento ed è
usata anche per ricevere. La galleria diventa più comune e si
configura un suo arredo specifico: il tavolo da parete o
console, scolpito e dotato di un piano in marmo, sormontato da
una specchiera e affiancato da coppie di torciere e sgabelli.
Gallerie e saloni hanno rivestimenti marmorei, si fa largo uso
di specchi. Le pareti di sale e anticamere sono rivestite con
arazzi, tessuti ricamati o con pannelli di cuoio dorato (cuoio
di Cordova). Nel Nord Europa si usano pannelli di legno su
pareti e pavimenti (parquet) dai disegni geometrici. I
soffitti sono decorati con affreschi che aprono ampie visioni
illusionistiche. I mobili sono numerosi, intagliati in forme
fantastiche e dorati. Rimangono allineati lungo le pareti.
Spariscono cassoni e cassepanche e compaiono armadi, stipi,
cassettoni, poltrone, sgabelloni e i primi divani imbottiti. I
letti da parata sono a baldacchino o a cielo sospeso,
rivestiti da tessuti preziosi e corredati di tendaggi come le
finestre. Quadri in pesanti cornici impreziosiscono le pareti,
anche sopra le tappezzerie. L’illuminazione, a candele o
fiaccole, è data da braccia infisse nelle pareti, o da
lampadari.
La fine del regno di Luigi XIV, e la reazione che ne consegue,
porta, in Francia, una profonda modifica del modo di vita che
influenzerà l’arredamento e la moda in tutta Europa. Le
dimensioni degli ambienti si riducono, sia in superficie che
in altezza. Le stanze, più piccole e confortevoli, sono ben
riscaldate, arredate con mobili facilmente spostabili. La
decorazione di pareti e arredi è fantasiosa, spigliata,
asimmetrica.È lo stile rococò, o rocaille. La distribuzione
dell’appartamento tipo si definisce, nascono la sala da
pranzo, corredata di tavoli d’appoggio per il servizio, lo
studiolo femminile (boudoir), gli appartamenti da bagno
corredati di vasche e letti da riposo. Nelle stanze da
soggiorno il rivestimento di legno delle pareti, lambris,
diventa raffinato e modulare: intagliato, laccato o dorato,
include porte, sovrapporte e specchiere. Il numero e le
tipologie dei mobili aumentano vertiginosamente, i modelli di
poltrone e divani acquistano nomi particolari (bergère,
dormeuse, cabriolet), ci sono commodes, scrivanie e tavolini
d’appoggio, da scrittura, da lavoro, da gioco, letti alla
duchessa, alla polacca. Tutti questi mobili, distribuiti con
sapiente disordine, sono intagliati e dorati, laccati o
decorati in marqueterie, rivestimento sottilissimo in legni
esotici. I colori si attenuano, si fa largo uso di specchi, di
lampadari di cristallo, di tendaggi in seta, di porcellane e
oggetti orientali, di bronzo dorato, di lacche colorate. Viene
prodotta la carta da parati decorata (papier peint). Alla fine
del secolo la voga del rococò è sostituita da un gusto che
riecheggia un linguaggio classicheggiante, pur mantenendo in
un primo momento le caratteristiche di dimensione, colore e
grazia tipiche del secolo.

Il neoclassiciscmo ed eclettismo

La moda neoclassica culmina nel periodo napoleonico con il
cosiddetto Stile Impero. Abbandonati il disordine e la grazia
dell’arredo settecentesco, gli ambienti riprendono ampiezza,
maestà e rigore. Mobili e suppellettili, di nuovo severamente
allineati alle pareti, richiamano temi marziali (tende
militari, armi, motivi legati alla campagna d’Egitto). Ai
legni colorati è preferito il mogano, impreziosito da bronzi
dorati. I mobili copiano modelli greci. Si fa largo uso di
parati e di tendaggi drappeggiati all’antica.
Tramontata l’era imperiale, il gusto si ammorbidisce e si
adegua a una clientela borghese sempre più prospera. I legni
chiari affiancano il mogano, i mobili acquistano forme sinuose
e tondeggianti, occupando nuovamente il centro degli ambienti.
Nelle case borghesi tessuti rivestono sedili imbottiti,
pareti, finestre, mobili e suppellettili, accalcati
nell’horror vacui che contraddistingue il secolo. L’avvento
dell’ecclettismo vede sorgere e convivere mode neogotiche,
neorococò, neorinascimentali e moresche. L’industrializzazione
permette la fabbricazione dei primi mobili in serie (Thonet)
la cui diffusione avviene nel corso delle grandi Esposizioni
internazionali.

L’epoca moderna

La reazione al gusto imperante nasce nel 1850 in Inghilterra
con il movimento Arts and Crafts che si richiama a una
tradizione di artigianato di qualità e all’ideale delle
corporazioni medioevali. Carte da parati, tessuti, grafica
contribuiscono, unitamente a un interesse per l’Estremo
Oriente, a ispirare i nuovi movimenti che sorgono in Germania
e in Austria a cavallo del Novecento (Wiener Werkstätte,
Deutscher Werkbund), i quali, a loro volta, preparano
l’esperienza del Bauhaus che marcherà tutto il XX secolo. I
progettisti    modernisti    e   razionalisti    considerano
l’arredamento come parte integrante del progetto
architettonico. Disegnano mobili e suppelletili Hoffmann,
Wright, Rietveld, Le Corbusier, Mies van der Rohe, Breuer.
Parallelamente l’inizio del secolo vede nascere in America il
mestiere di decoratore, che porta in auge una moda ispirata al
gusto settecentesco. Più tardi, gli anni Trenta del Novecento
vedono l’affermazione di una scuola di arredatori e
disegnatori che si richiamano a esperienze cubiste e a motivi
esotici e coloniali e che sono accomunati dalla definizione di
Art Déco.
Nel secondo dopoguerra si diffonde l’uso di considerare
l’arredamento come un aspetto della progettazione e,
contemporaneamente, aumenta l’interesse per la fabbricazione
industriale di mobili e oggetti. Da quel momento la storia
dell’arredamento si fonde con quella dell’architettura e con
quella del design.

Bibliografia
D’Amato G., L’Arte di Arredare, Milano, 2001; De Fusco R.,
Storia dell’Arredamento, Torino, 1993; Praz M., La filosofia
dell’Arredamento, Milano, 1964; Thornton P., Interni del
Rinascimento Italiano. 1400-1600, Milano, 1992; Thornton P.,
Il Gusto della casa, Milano, 1984.

Photogallery

Pompei, affresco del tablinium della casa di Lucrezio Frontone
rappresentante l'interno di una casa romana.

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Bruxelles, Sala da pranzo di palazzo Stoclet, J. Hoffmann.

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A. Garnerey. Gusto neoclassico. La Galleria della Musica alla
Malmaison.

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F. Boucher, La colazione, 1739, Louvre, Parigi.
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