ALLIANZ BANK FINANCIAL ADVISORS - Gruppo - Informativa al pubblico 2018

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ALLIANZ BANK FINANCIAL ADVISORS

             Informativa al pubblico 2018
Informativa al Pubblico
2018

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Informativa al Pubblico
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Sommario

Premessa e informativa generale ...........................................................................................................................................................................................................6
Sezione 1.                    Requisito informativo generale .......................................................................................................................................................................... 10
Sezione 2.                    Ambito di applicazione .......................................................................................................................................................................................... 35
Sezione 3.                    Composizione dei fondi propri ........................................................................................................................................................................... 37
Sezione 4.                   Requisiti di capitale .................................................................................................................................................................................................. 39
Sezione 5.                   Rischio di liquidità ..................................................................................................................................................................................................... 43
Sezione 6.                   Rischio di credito: informazioni generali ........................................................................................................................................................ 46
Sezione 7.                    Rischio di credito: Informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato ............................................ 58
Sezione 8.                    Tecniche di attenuazione del rischio di credito .......................................................................................................................................... 62
Sezione 9.                    Rischio di controparte ............................................................................................................................................................................................ 65
Sezione 10.                   Rischio operativo ...................................................................................................................................................................................................... 67
Sezione 11.                  Esposizioni in strumenti di capitale non incluse nel portafoglio di negoziazione ....................................................................... 68
Sezione 12.                   Rischio di tasso di interesse sulle posizioni non incluse nel portafoglio di negoziazione......................................................... 71
Sezione 13.                   Attività vincolate e non vincolate ...................................................................................................................................................................... 73
Sezione14.                    Politica di remunerazione .................................................................................................................................................................................... 74
Sezione15.                    Leva Finanziaria........................................................................................................................................................................................................ 86
Allegati                                                                                                                                                                                                                                             90

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Informativa al Pubblico
ai sensi del Regolamento (UE) n. 575/2013 e Titolo IV Capitolo 2 Sezione VI della
Circolare 285/2013 di Banca d’Italia

Situazione al 31 dicembre 2018

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Premessa e informativa generale

A partire dal 1° gennaio 2014, sono state recepite nell’ordinamento dell’Unione Europea le riforme degli accordi del
Comitato di Basilea (“Basilea 3”) volte a migliorare la solvibilità delle banche, la gestione del rischio e la governance,
nonché a rafforzare la trasparenza e l'informativa al pubblico delle banche stesse.
In continuità con il precedente accordo (“Basilea 2”) il comitato ha mantenuto l’approccio basato su tre pilastri:
     Il “Primo Pilastro” che introduce un requisito patrimoniale per fronteggiare i rischi tipici dell'attività bancaria e
      finanziaria, prevedendo l'utilizzo di metodologie alternative per il calcolo dei requisiti patrimoniali;
     Il “Secondo Pilastro” che richiede alle banche di dotarsi di una strategia e di un processo di controllo
      dell'adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica;
     Il “Terzo Pilastro” che riguarda obblighi di informativa al pubblico volti a consentire agli operatori di mercato
      una più accurata valutazione della solidità patrimoniale e dell'esposizione ai rischi delle banche nonché i sistemi
      di remunerazione e incentivazione adottati.

In particolare l’informativa di terzo pilastro è stata rivista al fine di recepire modifiche tese ad introdurre, fra l’altro,
maggiori requisiti di trasparenza, maggiori informazioni sulla composizione del capitale regolamentare e sulle
modalità con cui la banca calcola i ratios patrimoniali.

I contenuti dell’accordo di “Basilea 3” sono stati recepiti in ambito comunitario con l’emanazione di due atti
normativi:
    il Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 (CRR), che disciplina gli istituti di vigilanza prudenziale del
     Primo Pilastro e le regole sull’informativa al pubblico (Terzo Pilastro);
    la direttiva 2013/36/UE del 26 giugno 2013 (CRD IV), sull'accesso all'attività degli enti creditizi e sulla vigilanza
     prudenziale sugli enti creditizi e sulle imprese di investimento.

Al regolamento e alla direttiva europea si aggiungono le disposizioni emesse dalla Banca d’Italia con la Circolare n.
285 del 17 dicembre 2013, che raccoglie le disposizioni di vigilanza prudenziale applicabili alle banche e ai gruppi
bancari italiani. La suddetta Circolare non specifica – come in passato – le regole per la predisposizione e
pubblicazione dell’informativa al pubblico ma si limita a riportare l’elenco delle disposizioni previste dalla CRR.
La materia, quindi, è direttamente regolata da:
– la CRR stessa, Parte 8 “Informativa da parte degli enti” (art. 431– 455) e Parte 10, Titolo I, Capo 3 “Disposizioni
transitorie in materia di informativa sui fondi propri” (art. 492);
– i Regolamenti della Commissione Europea la cui preparazione è demandata all’EBA (European Banking Autority)
recanti le norme tecniche di regolamentazione o di attuazione per disciplinare i modelli uniformi per la
pubblicazione delle diverse tipologie di informazioni.
Il tema dell’informativa al pubblico Pillar 3 è stato anche oggetto di analisi da parte del Comitato di Basilea con il suo
documento ”Revised Pillar 3 disclosure requirements” che propone l’introduzione di schemi standard a livello
internazionale. A dicembre 2016 l’EBA ha pubblicato la versione finale delle “Guidelines on disclosure requirements

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under part Eight of Regulation No (EU) 575/2013” fornendo orientamenti finalizzati ad accrescere e migliorare la
coerenza e la comparabilità delle informazioni da Terzo Pilastro. Tali indicazioni sono state recepite nella bozza di
modifica alla CRR pubblicata a novembre 2016. A marzo 2017, il Comitato di Basilea ha pubblicato il documento
“Pillar 3 disclosure requirements – consolidated and enhanced framework” che costituisce la seconda fase della
revisione del quadro normativo di riferimento dell’informativa al pubblico. Tale revisione mira a promuovere
ulteriormente la disciplina di mercato attraverso il consolidamento di tutti i requisiti già introdotti e la previsione di
una selezione degli indicatori più rappresentativi delle principali dimensioni di natura prudenziale per supportare il
mercato nell’analisi dei dati, rendendoli tra loro più comparabili.
A partire dal 1 gennaio 2018 è entrato in vigore il principio contabile IFRS 9 che ha sostituito lo IAS 39. Il Gruppo
Allianz Bank ha implementato nelle proprie procedure interne le regole contabili che caratterizzano il principio
introducendo sia un nuovo modello di classificazione e misurazione degli strumenti finanziari presenti in bilancio
che l’adozione di un nuovo criterio di valutazione delle perdite attese. Contestualmente la Commissione Europea ha
introdotto il regolamento UE 2017/2395 che permette alle Banche operanti in uno stato membro, di applicare un
regime transitorio volto ad attenuare l’impatto dell’introduzione dell’IFRS 9 sui fondi propri. Tale regime ( “phase in”)
ha permesso alle banche di poter distribuire tali effetti in un arco temporale di cinque anni. Il Gruppo Allianz Bank
non ha applicato tale regime transitorio in quanto l’impatto sui fondi propri sia a livello individuale che consolidato è
stato ritenuto non significativo rispetto ai valori dei requisiti patrimoniali detenuti.
Si segnala inoltre che nel corso dell’esercizio 2018 l’attività di negoziazione degli strumenti finanziari in Allianz Bank
è stata oggetto di una profonde rivisitazioni. Infatti, nel corso del secondo e del terzo trimestre 2018 ha osservato un
incremento significativo della volatilità associata alla gestione delle proprie attività investite in strumenti finanziari di
natura obbligazionaria. La mutazione repentina delle aspettative di mercato in merito allo scenario macro-
economico ha influito negativamente sul profilo di rischio della Banca con particolare riferimento ai titoli di stato in
portafoglio con obiettivi opportunistici. Nello specifico le simulazioni di Stress Test condotte dalla Banca nell’ambito
del processo di monitoraggio dei rischi, hanno evidenziato che il peggioramento dello spread sulla curva dei titoli di
stato italiana avrebbe potuto portare in linea teorica il Total Capital Ratio ad un livello in linea o inferiore alla soglia
della Risk Capacity prevista dal RAF. Si rammenta, a tal proposito, che in precedenza fino al primo semestre 2018 il
portafoglio prevalente relativo agli strumenti finanziari era quello che aveva come obiettivo il recupero dei flussi di
cassa cedolari e contemporaneamente prevedeva la possibilità di cogliere opportunità di mercato (portafoglio “Held
to collect and sell” o HTCS). Tale comparto, in passato, era stato largamente utilizzato in quanto consentiva
l’adozione di una strategia flessibile con associato un basso profilo di rischio.
In tale contesto il Consiglio di Amministrazione del 2 ottobre 2018, ha avviato, con il supporto di un consulente
esterno, un assessment organizzativo sull’operatività in strumenti finanziari della Banca.
Le analisi condotte da tale consulente hanno avuto come obiettivo principale quello di verificare se le modalità di
gestione delle attività finanziarie, come definite in precedenza in un contesto macro-economico e regolamentare
significativamente diverso da quello che si è palesato nel corso del 2018, fossero ancora coerenti con gli obiettivi
strategici della Banca e sostenibili nel rispetto dei livelli di propensione al rischio e delle relative metriche di
misurazione previsti dal Risk Appetite Framework.

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I risultati hanno evidenziato che i fattori esterni quali le mutate condizioni macro-economiche, le tensioni
antieuropeiste nonché il diverso contesto regolamentare non permettevano più di assicurare la coerenza del rischio
associato al portafoglio HTCS con i livelli previsti dal citato Risk Appetite Framework.
In tale ottica il Consiglio di Amministrazione della Banca del 5 dicembre 2018 ha pertanto (i) assunto la decisione
strategica di mantenere invariato il profilo di rischio associato al Risk Appetite Framework a suo tempo approvato,
caratterizzato da una significativa prudenza nella gestione dei portafogli finanziari e (ii) conseguentemente optato
per assumere una logica di gestione degli strumenti finanziari volta a privilegiare la stabilità nella raccolta dei flussi
finanziari nel medio - lungo termine del portafoglio titoli a discapito della possibilità di cogliere eventuali opportunità
di mercato. Ciò in discontinuità con i periodi passati, nei quali la logica di gestione dei portafogli era più rivolta alla
gestione attiva dei medesimi, consentendo anche prese di profitto sul comparto HTCS, che hanno contribuito in
maniera rilevante al conseguimento dei risultati economici. Ciò ha comportato la necessità di rivedere in ottica
strategica le logiche di gestione di tutti gli investimenti. In particolare, post rivisitazione delle logiche di gestione, il
portafoglio Held to Collect (HTC) è diventato il portafoglio prevalente in sostituzione del precedente portafoglio
HTCS. Il portafoglio HTC ha infatti l’obiettivo prevalente di recuperare i flussi di cassa in un’ottica ALM (Asset Liability
Management) privilegiando la componente di ricavi “stabili” del margine d’interesse e il loro mantenimento fino a
scadenza. Per contro, sulla base delle nuove logiche di gestione, il portafoglio HTCS è stato riservato esclusivamente a
strumenti finanziari con una vita residua pari al massimo a 24 mesi, e ha come obiettivo il mero soddisfacimento di
esigenze di liquidità, quindi con una logica sostanzialmente differente dal passato che prevedeva, come ricordato,
realizzi in chiave opportunistica.
Successivamente alla decisione strategica assunta dal Consiglio d’Amministrazione, e in coerenza con quanto
richiesto dai principi contabili internazionali IAS-IFRS, è stato deliberato di attivare l’action plan degli adeguamenti
identificati. In particolare: si è deciso di riflettere tale circostanza (i) nel piano strategico finanziario; (ii) nel Risk
Appetite Framework; (iii) nell’assetto organizzativo afferente la Direzione Finanza inclusa eventuale documentazione
rilevante e (iv) nel Recovery Plan e nell’ICAAP alla prima data di aggiornamento utile. Con riferimento inoltre ai criteri
di classificazione degli strumenti finanziari, il Consiglio sulla base delle valutazioni svolte in sede di assessment, al
fine di bilanciare l’obiettivo di contenere il profilo di rischio e preservare in parte la flessibilità connessa al business
model HTCS, ha adottato come criterio guida la classificazione all’interno del portafoglio di strumenti finanziari con
vita residua al momento dell’acquisto inferiore o pari a 24 mesi.
Pertanto la Banca sulla base delle decisioni assunte dal Consiglio ha dato seguito alle azioni di adeguamento citate
che sono state poste in essere entro la fine dell’esercizio 2018.
Gli Amministratori di Allianz Bank, anche con l’ausilio di un consulente esterno esperto in materia contabile, hanno
ritenuto che i fatti e le circostanze intercorse, in considerazione della loro eccezionalità, costituissero elementi tali da
qualificare il cambiamento di business model, anche alla luce dei correlati interventi di natura organizzativa e
procedurale dianzi sinteticamente richiamati, come rilevante ai fini della riclassificazione degli strumenti finanziari
secondo quanto previsto dall’IFRS 9.
A far data dal 1° gennaio 2019, primo giorno del reporting period successivo a quello in cui si è concretizzato il
cambio di business model, si sono prodotti gli effetti contabili di natura patrimoniale dell’operazione in esame, ossia
la riclassificazione nel portafoglio HTC di tutte le attività finanziarie che rispondono alle nuove logiche strategiche e

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alle caratteristiche definite per il comparto anzi citato. Si precisa che, in conformità a quanto previsto dal principio
contabile IFRS9, gli effetti della riclassifica non avranno impatti sul conto economico dell’esercizio 2019.
Il fair value degli strumenti finanziari oggetto di riclassifica, che sono stati individuati nei titoli governativi italiani ed in
altri titoli di debito emessi da controparti principalmente Corporate, ammonta complessivamente a 220 milioni di
euro, a cui è correlata una minusvalenza potenziale di circa 14 milioni di euro (al netto dell’effetto fiscale) rilevata
nella riserva di valutazione al 31 dicembre 2018. Tale riserva negativa, a far data dal 1° gennaio 2019, è stata stornata
e portata a rettifica del fair value dei correlati strumenti finanziari riclassificati (e conseguentemente è stato
adeguato il relativo effetto fiscale), ripristinando di fatto il loro valore di acquisizione e, quindi, il loro costo
ammortizzato al 1° gennaio 2019. Pertanto, tali strumenti, in precedenza valutati al fair value con impatto sulla
redditività complessiva, sono stati valutati come se fossero stati da sempre misurati al costo ammortizzato.

Il documento dell’informativa al pubblico 2018 è redatto su base consolidata con riferimento all’area di
consolidamento di tipo “prudenziale” che coincide con la definizione di gruppo bancario ai fini di bilancio. Altre
informazioni relative ai rischi sono riportate nel bilancio consolidato sulla base del disposto dell’IFRS 7 e delle relative
istruzioni espositive emanate dalla Banca d’Italia (Circolare 262 e relativi aggiornamenti). In particolare, le
informazioni sui rischi sono contenute nella Parte E della Nota Integrativa del bilancio.

Il documento, strutturato in Sezioni, fornisce informazioni di natura qualitativa e quantitativa, ove si ritengono
applicabili al Gruppo, e viene pubblicato entro i termini previsti per la pubblicazione del bilancio.

Gli importi, ove non specificato diversamente, sono espressi in migliaia di euro.
Il Gruppo Allianz Bank Financial Advisors pubblica l’informativa al pubblico ed i successivi aggiornamenti sul proprio
sito Internet all’indirizzo: http://www.allianzbank.it/governance-documenti.

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Sezione 1.                Requisito informativo generale

Informativa qualitativa

Organizzazione del governo dei rischi

ll Gruppo Allianz Bank Financial Advisors ( di seguito Gruppo Allianz Bank), costituito dalla Capogruppo Allianz Bank
Financial Advisors S.p.A. (la Banca) e dalla controllata RB Fiduciaria S.p.A., posseduta al 100%, si è dotato di un sistema
di governo e controllo dei rischi, articolato nelle diverse funzioni organizzative di Gruppo e volto ad assicurare il
miglior presidio dei rischi rilevanti cui è o potrebbe essere esposto.
A tal fine, il Gruppo ha provveduto a:
    individuare e definire le tipologie di rischio rilevanti sulla base della caratteristiche dell’attività condotta dalla
     Banca e dalla sua controllata;
    adottare, con riferimento ai rischi quantificabili, adeguate metodologie di quantificazione del rischio attuale e
     prospettico ed effettuare prove di stress test sui fattori di rischio rilevanti;
    individuare e definire le tipologie di rischio che, poiché non quantificabili, siano da valutare anche tramite
     l’adozione di sistemi di controllo, monitoraggio ed attenuazione adeguati alla prevenzione dei rischi stessi.

La propensione al rischio, i limiti, le soglie di tolleranza, le politiche di governo dei rischi e i processi per definirli e
attuarli sono descritti in un quadro di riferimento denominato “Risk Appetite Framework” (RAF).
In sede di definizione del Piano Strategico, la Direzione Amministrazione Finanza e Controllo e la Unità Organizzativa
Risk Management interagiscono al fine di definire il profilo di rischio del piano (in termini complessivi e in
riferimento ai singoli rischi), ottimizzando gli obiettivi di business sulla base dei limiti e dei processi di gestione dei
rischi definiti nel “Regolamento Risk Appetite Framework” e nella Risk Policy adottata dal Gruppo Bancario.
Le valutazioni sono periodicamente aggiornate in occasione della revisione del Piano Strategico.
La Banca monitora nel continuo il rispetto del Risk Appetite definito e l’adeguatezza patrimoniale del Gruppo,
derivante dall’esposizione a tutti i rischi rilevanti a cui è esposto, al fine di verificare la costante aderenza alla
propensione al rischio definita dal Consiglio di Amministrazione.
Il Gruppo definisce e monitora il RAF in stretta interazione con i processi ICAAP e ILAAP e con il Piano di Risanamento,
utilizzando nell’ambito di questi ultimi le stesse metodologie di quantificazione e valutazione; inoltre, il capitale a
rischio è calcolato nel processo ICAAP prendendo come riferimento il profilo di rischio definito nell’ultimo piano
strategico disponibile.
Le entità rientranti nel perimetro della vigilanza consolidata, nello specifico RB Fiduciaria, sono tenute ad adottare le
metodologie di misurazione e/o valutazione dei rischi stabilite dalla Capogruppo e a fornirle adeguati flussi
informativi volti a garantire una corretta valutazione dei rischi cui sono esposte.
RB Fiduciaria è una fiduciaria statica che propone servizi di amministrazione fiduciaria dei beni conferiti, di
intestazione fiduciaria di contratti di gestione di portafogli e di altri prodotti offerti dalla rete di consulenti finanziari di
Allianz Bank Financial Advisors S.p.A.

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Considerata la scarsa materialità della società controllata RB Fiduciaria S.p.A., non si ritiene necessario procedere ad
una sua analisi separata all’interno della presente informativa.

L’esposizione ai rischi rilevanti è controllata e mitigata da un apposito Sistema dei Controlli Interni (SCI), costituito
dall’insieme delle regole, delle funzioni, delle strutture, delle risorse, dei processi e delle procedure che mirano ad
assicurare, nel rispetto della sana e prudente gestione, il conseguimento delle seguenti finalità:
          verifica dell’attuazione delle strategie e delle politiche aziendali;
          contenimento del rischio entro i limiti indicati nel quadro di riferimento per la determinazione della
           propensione al rischio della banca (Risk Appetite Framework - “RAF”)
          salvaguardia del valore delle attività e protezione dalle perdite;
          efficacia ed efficienza dei processi aziendali;
          affidabilità e sicurezza delle informazioni aziendali e delle procedure informatiche;
          prevenzione del rischio che la banca sia coinvolta, anche involontariamente, in attività illecite (con
           particolare riferimento a quelle connesse con il riciclaggio, l’usura ed il finanziamento al terrorismo);
          conformità delle operazioni con la legge e la normativa di vigilanza, nonché con le politiche, i regolamenti e
           le procedure interne;
          favorire la diffusione di una corretta cultura dei rischi, della legalità e dei valori aziendali.

Gli organi aziendali che partecipano al sistema dei controlli:
          Consiglio di Amministrazione
          Amministratore Delegato
          Collegio Sindacale

Il ruolo e le responsabilità dei suddetti organi sono descritti nel “Progetto di Governo societario – Regolamento Flussi
Informativi” approvato dal Consiglio di Amministrazione. Essi sono definiti coerentemente con la normativa di
riferimento, sia interna che esterna, ed in linea con i criteri generali della presente Policy, nel rispetto del principio di
separazione dei poteri.

La Banca gestisce e monitora l’insieme dei rischi e il relativo sistema dei controlli secondo regole ben definite che
seguono il seguente schema:

    controlli di primo livello o controlli di linea, diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni;
    controlli di secondo livello o controlli sulla gestione dei rischi e sulla conformità, che hanno l’obiettivo di assicurare,
     tra l’altro:

           a) la corretta attuazione del processo di gestione dei rischi;
           b) il rispetto dei limiti operativi assegnati alle varie funzioni;
           c) la conformità dell’operatività aziendale alle norme, incluse quelle di autoregolamentazione.

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      Essi sono effettuati dall’U.O. Risk Management e dalla Funzione di Compliance, ciascuna per le parti di propria
      competenza;
    controlli di terzo livello o di revisione interna, volti a individuare violazioni delle procedure e della
     regolamentazione, nonché a valutare periodicamente la completezza, l’adeguatezza, la funzionalità (in termini
     di efficienza ed efficacia) e l’affidabilità del sistema dei controlli interni e del sistema informativo (ICT audit), con
     cadenza prefissata in relazione alla natura e all’intensità dei rischi. Essi sono effettuati dall’U.O. Internal Auditing.

Il sistema dei controlli interni non riguarda solo le funzioni aziendali di controllo, ma coinvolge tutta l’organizzazione
aziendale (organi aziendali, strutture, livelli gerarchici, personale) nello sviluppo e nell’applicazione di metodi, logici e
sistematici, per identificare, misurare, comunicare, gestire i rischi.

Le modalità di coordinamento tra le Funzioni Aziendali di Controllo e i flussi informativi fra le stesse sono disciplinate
dalla normativa interna della Banca nell’apposito documento “Documento di coordinamento del Sistema dei
Controlli Interni”, approvato dal Consiglio di Amministrazione.

Di seguito sono descritte le caratteristiche salienti delle unità organizzative direttamente coinvolte nel processo di
gestione dei rischi e dei relativi controlli.

Unità Organizzativa Risk Management
L’Unità Organizzativa Risk Management coordina e presidia la definizione e lo sviluppo delle politiche e delle
procedure di controllo integrato dei rischi associati all’operatività della Banca, garantendone un’efficace e puntuale
valutazione e/o misurazione. Con riferimento ai rischi non quantificabili, individua e propone al Comitato Consultivo
Rischi adeguate misure di controllo e attenuazione dei rischi.
L’unità Organizzativa Risk Management riporta direttamente al Consiglio d’Amministrazione, che si avvale
dell’attività consultiva e propositiva del Comitato Consultivo Controlli Interni e Rischi. Il responsabile di tale funzione
ha accesso diretto al Collegio Sindacale ed interagisce direttamente con l’Amministratore Delegato ferme restando
l’autonomia e l’indipendenza delle sue attività.
Essa predispone annualmente il Resoconto ICAAP e ILAAP e lo sottopone tramite il Chief Risk Officer
all’Amministratore Delegato e al Comitato Consultivo Rischi e alla successiva approvazione del Consiglio di
Amministrazione .

Unità Organizzativa Internal Auditing
L’Unità Organizzativa Internal Auditing è una funzione indipendente, di assurance e consulenza, finalizzata al
miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza dell’organizzazione aziendale.
Ha il compito di supportare il management aziendale nell’attività di mitigazione dei rischi e nell’adempimento delle
proprie responsabilità, attraverso la revisione delle attività e delle procedure relative a tutte le aree aziendali, con
l’obiettivo di:
    salvaguardare il patrimonio aziendale;
    verificare l’adeguatezza e l’efficacia del sistema dei controlli interni;

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    verificare l’adeguatezza e l’efficacia del sistema di gestione/controllo dei rischi;
    verificare il rispetto delle procedure organizzative aziendali e degli standard di Gruppo;
    favorire l’utilizzo adeguato e ottimale delle risorse.
La struttura informa almeno trimestralmente il Consiglio di Amministrazione, l’Amministratore Delegato, il Comitato
Consultivo Controlli Interni e Rischi e il Collegio Sindacale sullo stato e sull’efficacia del sistema dei controlli interni e
di gestione/controllo dei rischi, nonché in merito all’attività di monitoraggio sulla realizzazione delle azioni correttive
concordate. Se necessario, provvede ad informare anche l’Organismo di Vigilanza ex D.Lgs. n.231/01 che ha compiti
di governance in tali aree.
L’Unità Organizzativa Internal Auditing riporta direttamente al Consiglio d’Amministrazione, che si avvale dell’attività
consultiva e propositiva del Comitato Consultivo Controlli Interni e Rischi. Il responsabile di tale funzione ha accesso
diretto al Collegio Sindacale, ed interagisce direttamente con l’Amministratore Delegato, ferme restando
l’autonomia e l’indipendenza delle sue attività.

Unità Organizzativa Compliance e Antiriciclaggio
L’Unità Organizzativa Compliance e Antiriciclaggio si inserisce nel quadro complessivo del sistema dei controlli
interni al fine di monitorare e gestire il rischio di non conformità e di collaborare con l’Unità Organizzativa Risk
Management nella gestione dei rischi reputazionali a prevenzione dei quali la Banca si è dotata di un corpo di codici
di autodisciplina che mirano a preservare la reputazione del Gruppo Allianz basata sulla fiducia che i clienti, gli
azionisti, i dipendenti e l’opinione pubblica ripongono nell’integrità di Allianz.
La funzione di conformità alle norme presiede, secondo un approccio risk based, alla gestione del rischio di non
conformità, con riguardo a tutta l’attività aziendale, verificando che le procedure interne siano adeguate a prevenire
tale rischio.
I principali adempimenti che l’Unità Organizzativa è chiamata a svolgere sono:
    l’identificazione nel continuo delle norme applicabili alla Banca e la misurazione/valutazione del loro impatto su
     processi e procedure aziendali;
    la proposta di modifiche organizzative e procedurali finalizzata ad assicurare adeguato presidio dei rischi di non
     conformità identificati;
    la predisposizione di flussi informativi a tutte le strutture interessate (organi di vertice, revisione interna);
    la verifica dell’efficacia degli adeguamenti organizzativi (strutture, processi, procedure) suggeriti per la
     prevenzione del rischio di non conformità;
    la definizione della metodologia per la valutazione dei rischi di non conformità alle norme.
La Unità Organizzativa è coinvolta nella valutazione ex ante della conformità alla regolamentazione applicabile di
tutti i progetti innovativi, nonché nella gestione dei conflitti di interesse. Verifica inoltre la coerenza del sistema
premiante aziendale con gli obiettivi di rispetto delle norme e del Codice Etico e di comportamento applicabile alla
Banca. E' coinvolta nell'attività di consulenza ed assistenza nei confronti dei vertici della Banca e delle altre strutture
laddove assume rilievo il rischio di non conformità e collabora nell'attività di formazione del personale sulle
disposizioni applicabili alle attività svolte, al fine di diffondere una cultura aziendale improntata a principi di onestà,
correttezza e rispetto delle norme.

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La Funzione Antiriciclaggio è inserita nell’Unità Organizzativa Compliance e Antiriciclaggio ed è responsabile del
puntuale presidio del rischio di riciclaggio e finanziamento al terrorismo; in particolare verifica nel continuo la
coerenza tra le procedure aziendali e l’obiettivo di prevenire e contrastare la violazione delle norme di etero ed auto
regolamentazione in materia di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, alla luce della specifica operatività delle
diverse aree della Banca.

Alla Funzione Antiriciclaggio sono attribuite altresì le verifiche e la reportistica verso l’Agenzia delle Entrate in merito
ai clienti classificati quali “U.S. Person” o residenti fiscalmente all’estero in ottemperanza alla normativa FATCA
(Foreign Account Tax Compliance Act) e alla normativa CRS (Common Reporting Standard), normative introdotte in
Italia tramite l’accordo intergovernativo tra il Governo degli Stati Uniti e il Governo della Repubblica Italiana firmato il
10 gennaio 2014 e ulteriori accordi tra l’Italia e altri Stati esteri. Il FATCA Officer è il Responsabile dell’Unità
Organizzativa Compliance ed Antiriciclaggio.

L’Unità Organizzativa, riferisce almeno annualmente al Consiglio di Amministrazione, al Comitato Consultivo
Controlli Interni e Rischi e al Collegio Sindacale in merito alle verifiche effettuate e agli eventuali rilievi emersi. Nella
medesima relazione sono riportate, altresì, le attività pianificate per il periodo successivo.

L’Unità Organizzativa Compliance e Antiriciclaggio riporta direttamente al Consiglio d’Amministrazione, che si avvale
dell’attività consultiva e propositiva del Comitato Consultivo Controlli Interni e Rischi. Il responsabile di tale funzione
ha accesso diretto anche al Collegio Sindacale, comunicando con esso senza restrizioni o intermediazioni, ed
interagisce in modo diretto, fermo restando l’autonomia e l’indipendenza delle sue attività, con l’Amministratore
Delegato.

Direzione Amministrazione Finanza e Controllo
La Direzione, attraverso l'Unità Organizzativa Pianificazione e Controllo, collabora nelle attività di capital
management, presidiando il processo di pianificazione strategica e di controllo di gestione coerentemente con gli
obiettivi strategici ed all’esposizione ai rischi rilevanti con riferimento alla Banca ed al Gruppo.
In particolare la Direzione Amministrazione Finanza e Controllo:
    calcola i fondi propri ed i requisiti patrimoniali riferiti ai rischi di credito e controparte, ai rischi di mercato e ai
     rischi operativi, come stabilito dalla normativa;
    definisce gli obiettivi strategici annuali e pluriennali e supporta l’Unità Organizzativa Risk Management nella
     quantificazione del capitale interno complessivo e del capitale complessivo (attuali e prospettici); effettua la
     loro riconciliazione con i requisiti minimi e con i fondi propri, e individua le fonti ordinarie e straordinarie di
     reperimento di capitale;
    predispone, con il supporto dell’Unità Organizzazione Risk Management, il documento di Informativa al
     Pubblico;
    cura il mantenimento dei rapporti con enti terzi (ABI, Banca d’Italia, Consob, etc.) per gli adempimenti di
     carattere generale che non rientrano nelle competenze di altre funzioni;
    garantisce il costante allineamento del sistema informatico preposto alle attività specifiche;
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    fornisce consulenza ai vari organi aziendali su tematiche connesse con le disposizioni di vigilanza in vigore;
    produce la reportistica di competenza;
    fornisce evidenze di eventuali criticità emerse in fase di analisi dei dati segnaletici (superamento dei limiti
     imposti dalla normativa, anomalie operative di varia natura, etc.) e contribuisce alla loro sistemazione;
    assolve agli obblighi di segnalazioni statistiche e quelle di natura patrimoniale ed economica previste dalla
     normativa di vigilanza.

Unità Organizzativa Organizzazione e Sviluppo Applicativo
L’Unità Organizzativa Organizzazione e Sviluppo Applicativo è responsabile della gestione dei processi aziendali.
L’Unità suddetta:
           supporta le Direzioni/Unità Organizzative nella realizzazione degli interventi di natura organizzativa e/o
            operativa per l’adeguamento dei sistemi di controllo e mitigazione dei rischi definiti dall’Amministratore
            Delegato, nonché l'Unità Organizzativa Risk Management nell'implementazione dei processi e delle
            procedure di controllo e di attenuazione dei rischi;
           presidia il processo di revisione delle procedure interne della Banca, coordinandosi con le Funzioni
            Aziendali di Controllo, supportando le Direzioni e le Unità Organizzative interessate nella definizione,
            stesura e divulgazione delle procedure stesse, nonché nel loro continuo aggiornamento.

Tutte le altre Direzioni/Unità Organizzative della Banca contribuiscono, per la parte di propria competenza, agli step
del processo di gestione dei rischi e sono coinvolte all’interno dell’architettura dei controlli a presidio dei rischi per
quanto attiene i controlli di linea sull’operatività svolta. Il loro ruolo e le relative responsabilità operative sono definite
all’interno del “Regolamento Interno per l’ordinamento e il funzionamento della struttura organizzativa –
Funzionigramma”.

Ambito d’applicazione, caratteristiche dei sistemi di segnalazione e misurazione del rischio
L’identificazione dei rischi rilevanti avviene tramite l’analisi nel continuo dei rischi legati all’operatività aziendale, per
area di business e nel suo complesso. I rischi rilevanti sono identificati tempestivamente dai process owners con il
supporto della funzione di Risk Management, considerati in modo completo e rappresentati nel modo più
appropriato, al fine di individuare le misure di prevenzione e mitigazione più idonee.
Particolare rilevanza assume la fase di identificazione dei rischi potenziali nell’ambito del processo di approvazione di
un “nuovo prodotto” o dell’ingresso in nuovi canali/mercati.
Il Gruppo ha riesaminato l’insieme dei rischi considerati rilevanti, in relazione alla sua operatività ed ai mercati di
riferimento, considerando quale set minimo di rischi l’elenco indicato dalla normativa.
In linea generale, sono quindi ritenuti rilevanti tutti i rischi di primo e di secondo pilastro indicati dalla normativa, a
meno di assenza manifesta di operatività attuale e/o prospettica.
L’andamento dei rischi rilevanti e l’effettiva attuazione del Risk Appetite Framework sono verificati attraverso un
sistema di monitoraggio, che si esplicita sia attraverso un’adeguata implementazione dei Risk Limits che attraverso il
controllo continuo dei processi e delle metodologie utilizzate per la valutazione dei rischi quantificabili e non
quantificabili.
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Le risultanze delle attività di monitoraggio sono comunicate attraverso un sistema di reporting, che evidenzia
eventuali ulteriori azioni di mitigazione necessarie nonché eventuali nuovi rischi emergenti. Il set informativo
contempla tutti i rischi rilevanti e contiene tutte le informazioni che possono essere di supporto per le decisioni in
materia di gestione dei rischi e allocazione del capitale di rischio. La reportistica è sottoposta periodicamente agli
Organi Interni, in base a quanto previsto dal “Progetto di Governo societario - Regolamento Flussi Informativi” e alla
Funzione di Risk Management della Capogruppo Allianz SE, ove richiesto; inoltre qualsiasi informazione significativa
deve essere tempestivamente comunicata al Consiglio di Amministrazione, al management interessato, alla
Funzione di Risk Management della Capogruppo Allianz SE e, ove necessario, anche alla funzione di Internal Auditing,
al fine di assicurare tempestivi interventi di mitigazione.

Si riporta di seguito la definizione e un dettaglio delle metodologie di misurazione adottate per i rischi quantificabili.

Rischio di credito
Il rischio di credito rappresenta il rischio di perdita dovuto all’inadempienza di una controparte ai suoi obblighi
contrattuali, oppure al peggioramento della qualità del credito della controparte. Tale rischio può avere un impatto
su tutte le operazioni sensibili da un punto di vista del merito creditizio, siano esse prestiti, affidamenti e impieghi in
titoli. Il rischio di credito comprende il rischio di controparte, ossia il rischio che la controparte di una operazione
risulti inadempiente prima del regolamento definitivo dei flussi finanziari di un’operazione.

E’ inoltre considerato nell’ambito del rischio di credito il rischio che la vicinanza di taluni soggetti ai centri decisionali
della banca possa compromettere l’oggettività e l’imparzialità delle decisioni relative alla concessione di
finanziamenti e ad altre transazioni nei confronti dei medesimi soggetti, con possibili distorsioni nel processo di
allocazione delle risorse, esposizione della Banca a rischi non adeguatamente misurati o presidiati, potenziali danni
per depositanti e azionisti (rischio soggetti collegati).
La misurazione del rischio di credito è effettuata dalla Banca su base trimestrale tramite l’utilizzo della metodologia
standardizzata prevista dalle disposizioni di vigilanza prudenziale della Banca d’Italia. Ai fini del calcolo del requisito
patrimoniale, la Banca, in conformità a quanto stabilito dalle vigenti disposizioni normative, ha stabilito di utilizzare,
ove applicabile, valutazioni esterne di agenzie di rating (External Credit Assessment Institution – ECAI) al fine di
quantificare il merito creditizio delle controparti affidate.
Per la quantificazione dell’impatto della Credit Risk Mitigation (“CRM”), la Banca utilizza il metodo integrale (rettifiche
standard),     previsto dalle disposizioni di vigilanza prudenziali della Banca d’Italia per il calcolo del requisito
patrimoniale sui rischi di credito e di controparte. Come previsto dalle vigenti disposizioni normative, la Banca
verifica l’ammissibilità delle garanzie a fini CRM.

Rischio di controparte
Il rischio di controparte, compreso nel rischio di credito, rappresenta il rischio che la controparte di una operazione
risulti inadempiente prima del regolamento definitivo dei flussi finanziari di un’operazione.
Il calcolo del valore delle esposizioni rientranti nella definizione normativa di rischio di controparte è effettuato dalla
Banca con le seguenti metodologie:

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    la metodologia CRM integrale relativamente alle operazioni “Securities Financing Transactions”;
    il metodo del valore corrente per i contratti derivati e per le operazioni con regolamento a lungo termine.
Una volta determinati i valori delle esposizioni soggette al rischio di controparte secondo i modelli sopra citati, la
misurazione del rischio di controparte è effettuata dalla Banca con la metodologia standardizzata del rischio di
credito.
Il rischio di controparte è di scarsa materialità per la Banca.

Rischio di mercato
Il rischio di mercato è definito come il rischio di perdita sui titoli acquistati in ottica speculativa (Portafoglio di
Trading) derivante da movimenti avversi di fattori di rischio di mercato, quali tassi d’interesse, corsi azionari, tassi di
cambio, prezzi delle merci, ecc..
La misurazione del rischio di mercato è effettuata dalla Banca con la metodologia standardizzata.
Il portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza della Banca è di scarsa rilevanza generando un rischio di mercato
trascurabile.

Rischio operativo
Il rischio operativo viene definito come il rischio di perdite dovute a frodi, errori umani, infrazioni, interruzioni di
attività e danni causati da inadeguatezza o disfunzione di processi interni, risorse umane o sistemi interni, oppure
dovute a eventi esterni esogeni.
In questa definizione rientrano anche il “rischio legale”, inteso come il rischio di perdite derivanti da violazioni di leggi
o regolamenti, da responsabilità contrattuale o extra-contrattuale ovvero da altre controversie, e il “rischio
informatico (o ICT)”, ossia il rischio di incorrere in perdite economiche, di reputazione e di quote di mercato in
relazione all’utilizzo di tecnologia dell’informazione e della comunicazione (Information and Communication
Technology – ICT).
La misurazione del rischio operativo è effettuata dalla Banca con il metodo base (BIA – Basic Indicator Approach).
Il calcolo del requisito patrimoniale è effettuato annualmente ed è pari al 15% della media triennale dell’Indicatore
Rilevante delle tre ultime osservazioni su base annuale effettuate alla fine dell’esercizio.

Rischio di concentrazione
Il rischio di concentrazione è il rischio derivante da esposizioni verso controparti, incluse le controparti centrali,
gruppi di controparti connesse e controparti operanti nel medesimo settore economico, nella medesima regione
geografica o che esercitano la stessa attività o trattano la stessa merce, nonché dall’applicazione di tecniche di
attenuazione del rischio di credito, compresi, in particolare, i rischi derivanti da esposizioni indirette, come, ad
esempio, nei confronti di singoli fornitori di garanzie.
La misurazione del rischio di concentrazione è effettuata dalla Banca con la metodologia Granularity Adjustment
(single name) e “geo-settoriale”.

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Rischio di tasso di interesse
Il rischio di tasso d’interesse è il rischio derivante da variazioni potenziali dei tassi di interesse con riferimento alle
attività e passività sensibili alle variazioni dei tassi d’interesse contabilizzate sul portafoglio di investimento della
Banca (Banking book).
La misurazione del rischio di tasso d’interesse è effettuata dalla Banca con metodologia full evaluation, che prevede
una valutazione puntuale delle variazioni del valore delle poste di bilancio sensibili al tasso d’interesse. Nell’ottica di
allinearsi al contesto di mercato dei tassi negativi, la Banca ha deciso di aggiornare il proprio modello di calcolo
prevedendo l’ammissione di valori negativi delle curve di sconto in fase di shock.

Politiche di copertura e attenuazione del rischio, strategie e processi per la verifica della loro efficacia

Rischio di credito e di controparte
La Banca assume rischio di credito attraverso le seguenti attività:
          concessione del credito alla clientela, che rappresenta uno strumento a supporto dell'attività di consulenza
           e collocamento svolta dai Consulenti Finanziari ed è finalizzata alla difesa e alla conservazione del
           patrimonio della clientela e ad eventuali iniziative strategiche del Gruppo Allianz;
          compravendita di titoli, effettuata con finalità di investimento, con l’obiettivo di assicurare l’impiego
           ottimale della liquidità della Banca e gestire il portafoglio di proprietà;
          deal interbancari effettuati sul mercato e-Mid .
Gli affidamenti sono deliberati in funzione dei poteri delegati in materia dalla Banca, e rispettano i seguenti indirizzi
strategici:
          sono indirizzati prevalentemente a clientela ad elevata patrimonializzazione;
          sono finalizzati alla soddisfazione di specifiche esigenze della clientela;
          le fonti di rientro sono identificate e di norma indipendenti dalle garanzie acquisite.
Non possono essere deliberati affidamenti:
          a persone e/o società che svolgono attività:
                  o       in conflitto con i principi etici o sociali che sono propri della Banca;
                  o       non conformi alle linee guida della Banca relative all’assunzione del rischio reputazionale, come
                          normate nei Regolamenti per la gestione dei rischi operativi, reputazionali e di compliance.
             alla Pubblica Amministrazione centrale e locale, partiti o uomini politici, giornali o emittenti televisive salvo
           delibere eccezionali.
          in valuta diversa dall’Euro, salvo le delibere eccezionali e gli affidamenti con controparti del Gruppo Allianz.

La Banca ha definito le linee guida strategiche in materia di assunzione, gestione e monitoraggio del rischio di
credito e di controparte, internamente formalizzate ed approvate dal Consiglio di Amministrazione. In particolar
modo sono stati definiti i seguenti aspetti:
    ruoli e responsabilità delle Unità Organizzative coinvolte;
    poteri e limiti in materia di concessione degli affidamenti e di gestione delle attività finanziarie deteriorate;

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    modalità di gestione e monitoraggio del rischio di credito;
    finalità e frequenza del reporting.

In tale ambito, la Banca ha anche definito le modalità operative connesse all’istruttoria delle differenti tipologie di
affidamento, individuando i compiti e le responsabilità dei soggetti coinvolti nelle fasi di identificazione della
necessità di finanziamento, raccolta della documentazione a supporto della richiesta, valutazione della stessa ed
infine eventuale delibera ed attivazione di affidamento. Le facoltà di delibera sono state articolate internamente in
base al segmento/tipologia di clientela, classe di rischio e importo dell’affidamento; in particolare il Consiglio di
Amministrazione ha stabilito i limiti in materia di affidamenti e coerentemente delegato i relativi poteri deliberativi,
prevedendone le modalità di esercizio. Inoltre, sono state definite le attività operative, i poteri ed i limiti connessi alla
gestione delle attività finanziarie deteriorate. Essi sono gestiti in base alle probabilità di recupero delle posizioni ed
alle valutazioni effettuate dalla Unità Organizzativa Crediti, che ne effettua il monitoraggio. Le stesse posizioni sono
oggetto di controlli di secondo livello svolti dall’Unità Organizzativa Risk Management.
Gli affidamenti devono essere preferibilmente accordati su base garantita, assicurandosi che l’acquisizione della
garanzia sia contestuale all’erogazione e che sussistano le condizioni per l’escutibilità della stessa, ad eccezione
dell’emissione delle carte di credito revolving privative virtuali, riservate alla Convenzione Polizze RC Auto e Danni
Allianz S.p.A. per la rateizzazione del pagamento del premio, che vengono concesse su base non garantita e
basandosi sulla verifica dello scoring creditizio del richiedente fornito da CRIF.
Sono ammesse operazioni garantite da pegno su liquidità, da strumenti finanziari emessi o collocati dal Gruppo, o da
garanzia ipotecaria su beni immobili. La valorizzazione degli strumenti finanziari da acquisire a garanzia viene
determinata applicando al valore corrente degli strumenti finanziari stessi uno scarto di garanzia minimo. Non sono
ammessi pegni su prodotti di case non distribuite dalla Banca e collocati da soggetti terzi rispetto alle società del
Gruppo o non custoditi presso la Banca e su prodotti non quotati o privi di adeguata liquidità. Sono ammesse
fideiussioni rilasciate da gruppi bancari ed assicurativi autorizzati dall’Autorità Italiana ed operanti in Italia,
appartenenti all’area Euro e all’area non Euro.

Per quanto riguarda l'attività di negoziazione ed intermediazione finanziaria, in applicazione del Risk Appetite
Framework definito dal Consiglio di Amministrazione, essa è svolta principalmente con finalità di investimento e
limitatamente con finalità di trading, con l'obiettivo di assicurare l’impiego ottimale della liquidità della Banca e
gestire il portafoglio di proprietà.
L'attività di investimento gestita dalla Direzione Finanza ricopre i seguenti ambiti di operatività:
          gestione del portafoglio di proprietà (Banking Book e Trading Book);
          gestione della liquidità;
          prestazione dei servizi di investimento quali:
           -     negoziazione per conto proprio
           -     collocamento senza assunzione a fermo né assunzione di garanzia nei confronti dell’emittente
           -     ricezione e trasmissione ordini
          prestazione dei servizi accessori;
          intermediazione in cambi.
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Le attività di investimento sono gestite nel rispetto del seguente sistema di limiti approvato dal Consiglio di
Amministrazione:
          limiti esterni, dettati dalla normativa e i quelli imposti da Allianz SE (Capogruppo).
           o     limiti normativi:
                -     limiti relativi alla concentrazione dei rischi ;
                -     limiti relativi alle attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati;
           o     limiti della Capogruppo:
                -     limiti del Gruppo Allianz relativi alle controparti di investimento della Banca. I limiti sono
                      comunicati mensilmente dalla funzione di Risk Management di Gruppo (Group Risk) insieme ad
                      una lista di controparti cui è associata una classificazione qualitativa di rischiosità (“risk
                      classification”) che determina eventuali restrizioni all’investimento. La piattaforma di
                      comunicazione è un applicativo web based denominato CRisP .
          limiti interni:
           o limiti per controparte (“obligor”);
           o limiti per asset class;
           o limiti per soggetti autorizzati.
Nel caso di superamento dei limiti autorizzati, ciascun soggetto chiede autorizzazione preventiva a operare al livello
gerarchico superiore. In caso di indisponibilità di un soggetto autorizzato, l’operazione dovrà essere autorizzata dal
soggetto autorizzato di livello superiore.

I Risk Limits interni sono rivisti nell’ambito della revisione del Risk Appetite Framework della Banca, in coerenza con il
piano strategico pluriennale, sulla base di apposite analisi effettuate dalla Unità Organizzativa Risk Management.
I limiti a livello di controparte sono proposti dall’Unità Organizzativa Risk Management della Banca e sono rivisti
periodicamente dal Consiglio di Amministrazione, che, per le singole controparti, si riserva il diritto di modificarli.
Nell’ambito dei Risk Limits, il merito creditizio di ciascuna controparte è sintetizzato da un indicatore di rating
definito come il peggiore tra il rating fornito dalle tre principali agenzie di rating Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch.
Per Rating Investment Grade si intende un rating superiore o uguale a:
          BBB- se rilasciato da Standard & Poor’s;
          Baa3 se rilasciato da Moody’s;
          BBB- se rilasciato da Fitch.
Responsabile per la selezione e la comunicazione del rating è l’Unità Organizzativa Risk Management che, su
specifica richiesta da parte della Direzione Finanza, analizza l’affidabilità di ciascuna controparte.

Nell’ambito dei processi ICAAP e Recovery Plan, la Banca utilizza appositi stress test coerenti con la struttura del
proprio portafoglio. Essi hanno l’obiettivo di verificare l’impatto del rischio di credito sulla copertura patrimoniale al
verificarsi di determinati scenari di stress di natura macroeconomica, idiosincratica e combinata.

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Con riferimento al monitoraggio del credito erogato, all’Unità Organizzativa Crediti spettano le attività di gestione nel
continuo del rapporto di affidamento con analisi delle operazioni di addebito e movimentazione dei conti dei clienti
con particolare attenzione alle posizioni sconfinanti e con rate insolute.
La Banca si è dotata di un apposito applicativo - “Sistema di monitoraggio del credito” (SMC), che consente di
guidare la gestione delle attività di monitoraggio e di controllo del credito erogato.
Per lo svolgimento dell’attività di monitoraggio andamentale delle posizioni, la Banca si è altresì dotata di un’apposita
procedura di “Gestione del Credito” (GdC), che consente di monitorare l’andamento delle posizioni sulla base di
appositi indicatori andamentali.
Il perimetro dei controlli gestiti da SMC è il seguente:
          congruità del valore e scadenza dei titoli in garanzia;
          rate finanziamenti non pagate;
          credito a leva finanziaria;
          sconfino continuativo;
          revisione annuale del finanziamento;
          controllo di scopo dei finanziamenti;
          revisione di fidi a revoca e verifica dei fidi in scadenza.

In particolare, L’Unità Organizzativa Concessioni provvede ad analizzare gli affidamenti da revisionare al fine di
riscontrare eventuali variazioni di merito creditizio del cliente tali da pregiudicare le ragioni di credito della Banca.
Con cadenza annuale, l’Unità Organizzativa Concessione, relativamente alla clientela affidata provvede alla revisione
degli affidamenti mediante istruttoria con documentazione aggiornata ed esame dei dati andamentali e di
classificazione del rapporto rilevati anche attraverso i sistemi di monitoraggio del credito disponibili nell’ambito del
sistema informativo aziendale.
I criteri di priorità per tutte le tipologie di revisioni sono in funzione della presenza di garanzia, dell’anzianità di
scadenza della revisione e dell’importo dell’affidamento in essere.

Relativamente all’attività di negoziazione ed intermediazione finanziaria svolta dalla Direzione Finanza sono posti in
essere i controlli di primo livello sul rispetto dei limiti dalla Direzione stessa.

In ordine ai controlli di secondo livello sul rischio di credito, l’Unità Organizzativa Risk Management e l’Unità
Organizzativa Compliance e Antiriciclaggio pongono in essere specifiche attività di verifica, ciascuna per le parti di
propria competenza. In particolare, l’Unità Organizzativa Risk Management:
          è coinvolta nella definizione del RAF, delle politiche di governo dei rischi e delle varie fasi che costituiscono il
           processo di gestione dei rischi, nonché nella fissazione dei limiti operativi all’assunzione delle varie tipologie
           di rischio, fornendo le basi metodologiche e l’expertise specifica, nonché le risorse necessarie alle attività
           operative necessarie. In tale ambito, ha, tra l’altro, il compito di proporre i parametri quantitativi e qualitativi
           necessari per la definizione del RAF, che fanno riferimento anche a scenari di stress e, in caso di modifiche
           del contesto operativo interno ed esterno della Banca, l’adeguamento di tali parametri;
          verifica l’adeguatezza del RAF;
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