Albenga, inaugurato il monumento ai partigiani. Nicola Nante: "La Resistenza sia argomento di unità civile, non di scontro" - Il Vostro Giornale

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Albenga, inaugurato il monumento ai partigiani. Nicola Nante: "La Resistenza sia argomento di unità civile, non di scontro" - Il Vostro Giornale
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      Albenga, inaugurato il monumento ai partigiani. Nicola
      Nante: “La Resistenza sia argomento di unità civile, non
      di scontro”
      di Redazione
      17 Luglio 2021 – 12:30

      Albenga. Si è tenuta questa mattina presso i Giardini “Libero Nante” di Albenga, in zona
      Pontelungo, l’inaugurazione del monumento “Partigiani cantano Fischia il Vento”.
      Realizzato dall’artista Flavio Furlani, è stato donato al Comune dal professor Nicola Nante
      in memoria del padre, medico (già medico condotto nell’entroterra ingauno, 7 specialità,
      Primario Chirurgo), partigiano (dirigente sanitario dell’ospedaletto da campo a Carnino e
      poi della Brigata Nino Berio ad Alto) e imprenditore (nella ricostruzione postbellica della
      rete di assistenza sanitaria ingauna, fondò due Case di Cura, di cui una, la “San Michele”,
      ancora in funzione).

      Erano presenti, oltre al professor Nante, al sindaco di Albenga Riccardo Tomatis e ai
      membri dell’amministrazione comunale, il sindaco di Ceriale Luigi Romano, il sindaco di
      Pietra Luigi De Vincenzi, il vice sindaco di Laigueglia Giancarlo Garassino, i consiglieri
      regionali Roberto Arboscello e Brunello Brunetto, il parlamentare ingauno Franco Vazio, la

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      presidente di Confcommercio Albenga Lorenza Giudice, il professor Pier Franco Quaglieni
      e Antonio Ricci.

      “L’idea di questo monumento mi è venuta nel 2008, quando l’amministrazione comunale
      ha dedicato questi giardini alla memoria di mio padre – spiega Nicola Nante – Flavio
      Furlan già allora mi aveva proposto di realizzare e collocare qui un monumento che aveva
      già ideato. Ora che le condizioni lo hanno consentito ho dedico di andare a ripescare
      quell’antica promessa”.

      “Fischia il Vento”, come noto, è stata composta dal partigiano ingauno Felice Cascione: “E’
      stata per lungo tempo l’inno della Resistenza – ricorda Nante – dato che ‘Bella ciao’ è
      venuto tempo dopo. Felice Cascione è stato un grande partigiano, un martire delle nostre
      montagne, Medaglia d’Oro. Mio padre è stato medico, ma anche un partigiano, seppure
      ‘piccolo’ rispetto a Cascione. Da qui la decisione di dedicargli questa piazza. Penso che il
      modo migliore per valorizzare questo sito fosse proprio collocarvi un monumento che
      celebrasse la Resistenza come fatto unitario. Il fatto che questo importante fenomeno
      storico sia ancora oggi un argomento divisivo mi fa male al cuore e farebbe male anche a
      mio padre e ai tanti che oggi non ci sono più. E’ un peccato che la Resistenza sia motivo di
      scontro civile e non di unità civile”.

      Il sindaco Tomatis ha sottolineato l’importanza di monumento e momenti come quello di
      oggi: “Più andremo avanti negli anni e meno testimonianze avremo di quella che è stata la
      lotta di Resistenza – spiega – Questi monumenti ci ricordano una delle pagine più
      drammatiche ma anche più eroiche del nostro paese”.

      Il consigliere regionale Brunello Brunetto ha sottolineato: “E’ un’emozione e un onore
      essere qui a vivere queste storie con tutti i presenti. Perché qui ci sono tante storie: c’è la
      storia dei Nante, quella dell’artista Flavio Furlani, quella della cittadinanza di Albenga. Io
      sono cresciuto con due genitori splendidi, un padre piuttosto taciturno, che aveva
      all’interno del braccio sinistro un curioso tatuaggio con un simbolo rotondo. Pian piano mi
      portò a conoscenza del suo passato, condensato in un quaderno intitolato ‘I miei 20 anni
      ma avuti’. Si era imbracato nella Marina Militare nella Seconda Guerra Mondiale, è stato a
      Dachau e poi partigiano in Savoia. Mi portò nei luoghi in cui lui fu partigiano. Questa
      piccola storia si condensa in un messaggio che mi ha trasmesso e che io credo di aver
      onorato. I valori che mi ha insegnato sono quelli della libertà, del rispetto e della
      democrazia. Non sono qui solo in rappresentanza di Regione Liguria ma anche per la mia
      storia. Grazie a Nicola Nante e alla città di Albenga per avermi permesso di essere
      presente”.

      Cristina Porro e Gerolamo Calleri, consiglieri della Lega, aggiungono: “Con grande
      entusiasmo abbiamo partecipato alla cerimonia di inaugurazione del monumento
      ‘partigiani cantano fischia il vento’. Un sentito ringraziamento alla famiglia Nante per aver
      impreziosito questi giardini e la ns città con una testimonianza vivente di eroicità. Siamo
      tutti antifascisti, poiché nessun colore politico deve mai giustificare la violenza e tanto
      meno la guerra”.

      Eraldo Ciangherotti, capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale ad Albenga e
      assessore provinciale, ha affermato: “Sono onorato di essere stato invitato alla cerimonia
      di svelamento della statua “Partigiani che cantano Fischia il Vento”, opera dello scultore
      Flavio Furlani, donata dal professor Nicola Nante al Comune di Albenga in memoria di sua
      padre Libero, insigne medico e medico partigiano. Sposo in pieno i valori che si sono
      affermati durante la guerra partigiana, libertà, democrazia, rispetto e riconoscimento di

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      tutti quei giovani che scelsero l’antifascismo. In montagna, c’erano comunisti, cattolici,
      laici, monarchici, militari, sacerdoti, una vera rivolta di popolo nei confronti dei
      nazifascisti”.

      “Quei valori, a distanza di più di 70 anni, sono ancora validi, sono stati scritti dai Padri
      Costituenti nella nostra Costituzione, ancora viva e alla base della nostra convivenza
      democratica – ha continuato – Fischia il Vento, scritta da Felice Cascione, capo partigiano
      e medico, rappresenta, più che un manifesto ideologico, un canto di speranza per un futuro
      migliore. Se lo auguravano quei giovani nell’inverno del ‘43, ma dobbiamo augurarcelo
      anche noi che siamo alle soglie di una rinascita dopo la lunga, terribile pandemia. Grazie
      professor Libero Nante per quello che ha fatto, grazie Nico per averlo voluto ribadire con
      un gesto che va oltre le parole”.

      La manifestazione è stata organizzata di concerto tra Comune di Albenga, Regione Liguria,
      Istituti Storici della Resistenza e dell’Età Contemporanea delle Province di Savona e di
      Imperia. Il programma prevedeva, a partire dalle 11, una introduzione di Nicola Tante e i
      saluti di Riccardo Tomatis, Brunello Brunetto (in rappresentanza del presidente Giovanni
      Toti) e Franco Vazio. A seguire gli interventi di Giovanni Rainisio (presidente Isrec
      Imperia), Franca Ferrando (presidente Isrec Savona), Francesco Tessarolo (presidente
      nazionale Fivl) e Carlo Ghezzi, vice presidente nazionale vicario Anpi.

      Il monumento vuole rappresentare Felice Cascione (medico, Medaglia d’Oro al Valor
      Militare) che, con la sua squadra partigiana, canta “Fischia il Vento”, definita da
      R.Battaglia nella sua “Storia della Resistenza italiana” (1953) “la canzone più nota ed
      importante nella Lotta di Liberazione” nata tra le nostre montagne.

      A scoprire il monumento sono state due “madrine”. Maria Aschero, sorella del Martire
      della Foce Attilio, e Wanda Di Ferro, sorella della Medaglia D’Oro Roberto. A impartire la
      benedizione è stato monsignor Ivo Raimondo, vicario generale della Diocesi di Albenga-
      Imperia.

      A seguire la descrizione del monumento, che è stata tradotta, oltre che in inglese, anche in
      braille, dal momento che il sito verrà inserito dal Comune di Albenga nel percorso protetto
      “Ci vado al buio” volto a guidare anche le persone disabili alla fruizione dei punti storico-
      culturali della città.

      L’OPERA

      In bronzo, rappresenta la Banda Partigiana di Felice CASCIONE che canta il suo Inno
      “Fischia il Vento”: volti trasfigurati dal grido di dolore di giovani, costretti ad uccidere o
      essere uccisi.

      Il testo fu partorito sotto la regia del Capo Partigiano, Dr.Felice CASCIONE”, uno dei primi
      martiri della Guerra di Liberazione (settembre 1943- aprile 1945), Medaglia d’Oro al
      Valore Militare, nelle lunghe notti passate con i compagni d’arme nei “Casoni” di
      montagna, baite che li ospitavano via via, in preparazione degli assalti o in fuga dalle
      rappresaglie nazi-fasciste. Nel “Casone di Votagrande” presso “u Passu du Beu”, alle
      spalle del Pizzo d’Evigno (Stellanello-SV, inizio dicembre 1943) ai gregari della banda
      ribelle viene l’idea di scrivere un proprio inno: Giacomo SIBILLA (IVAN), reduce dalla
      Campagna di Russia (agosto 1941-dicembre 1943, sempre nel contesto della Seconda
      Guerra Mondiale), accompagnandosi con la chitarra intona l’aria di Katiuscia (canzone
      popolare russa, testo di Ivan ISAKOVSKIJ, musica di Matvej BLANTER). Felice (U MEGU –

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      il Medico) e Silvano ALTERISO (VASSILI) scrivono i primi versi. Le strofe vengono
      completate tra il 15 ed il 25 dicembre, nel “Casone dei Crovi”, sul monte Castellermo
      (Vendone-SV), con la collaborazione di altri Partigiani della Banda; la madre di Felice,
      Maria BAIARDO, maestra, vi apporterà le prime correzioni. Una prima prova del testo
      completo avvenne a Curenna (frazione di Vendone-SV), dalle cui famiglie i Partigiani
      vennero ospitati la sera di Natale del ’43.

      Vi furono (e vi sono) incertezze su alcune parole, in particolare sulla prima (inizialmente
      “soffia” oppure “urla” oppure “fischia”), ma anche tra “ardir” ed “andar”, nonché,
      soprattutto, sull’aggettivo “rossa” oppure “nostra”, attribuito a “primavera” e “bandiera”:
      chi le voleva più marcatamente di parte, chi preferiva rispecchiare in quei versi l’unione di
      tutte le forze partigiane, senza distinzione di colore, così da unire in una sola causa tutti i
      combattenti antifascisti, manifestando un sentimento universale di fratellanza e unione tra
      gli uomini. La canzone riceverà forma matura a “Case Fontane” (sopra il Lago della
      Madonna di Alto-CN, alle pendici del Monte Dubasso), dove, pochi giorni dopo, Felice
      CASCIONE troverà eroica morte sotto il fuoco nazi-fascista, il 27 gennaio 1944.

      “Fischia il Vento” fu ufficialmente cantata per la prima volta in pubblico dalla Banda
      Partigiana, passata in rassegna da Felice CASCIONE, sul sagrato della Chiesa di San
      Michele in Alto (CN), il giorno dell’Epifania 1944, divenendo rapidamente “la canzone più
      nota ed importante nella Lotta di Liberazione”.

      L’ARTISTA

      Flavio FURLANI, torinese di nascita, ma da sempre villanovese, è stato valente fotografo.
      Egli scopre la sua inclinazione artistica da bambino, quando raccoglieva l’argilla destinata
      ai mattoni per modellare piccolo oggetti. Circa 30 anni fa comincia a dedicarsi alla
      scultura, in legno, marmo, materiali vari e poi approda al bronzo. Partecipa a numerose
      mostre ed ottiene successi in numerosi concorsi.

      Sue, nel comprensorio ingauno, diverse altre sculture, tra le quali:
      – ad Albenga, in piazza XX settembre – IL MULO E L’ALPINO
      – ad Albenga, nella rotonda all’uscita dall’ autostrada – I RAGAZZI DI ALBENGA E LE
      TORRI STILIZZATE
      – ad Albenga, in piazza Tortora – CARABINIERI NEL 100° ANNIVERSARIO
      FONDAZIONE DELL’ARMA (2014)
      – ad Alassio, in piazza Stalla – TOTO’
      – a Ceriale, rotonda sull’Aurelia – GLI STUDENTI
      – a Villanova d’Albenga, in piazza Torretta – LA DONNA DELLE VIOLETTE
      – a Zuccarello, all’ingresso del paese – ILARIA DEL CARRETTO

      Il SITO

      Il sito che ricorda questa “pagina strappata alla storia”, progettato dall’Architetto Pier
      Luigi BOVIO, vuole rappresentare due mani che si incontrano a formare un cuore, il
      popolo che abbraccia riconoscente chi ha lottato per la LIBERTA’.

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