Aggregazioni e in house nella Legge di Stabilità 2015
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gennaio 2015 N°29 Aggregazioni e in house nella Legge di Stabilità 2015 Laboratorio Servizi Pubblici Locali Abstract In tema di consolidamento e riduzione delle partecipazioni degli Enti locali il Governo ci riprova. La Legge di Stabilità 2015 mette in campo nuovi strumenti: allungamento delle concessioni, esclusione dal Patto di stabili- tà delle opere realizzate con i proventi delle dismissioni, assegnazione di risorse statali a fondo perduto. Scelte organizzati- ve motivate e sostenibili, asseverazioni contabili con il coinvolgimento della finanza professionale. Accanto agli incentivi al consolidamento, per assicurare una maggiore trasparenza sono prescritti alcuni criteri più stringenti in materia di scelte di affidamento e di autoproduzione. Un apprezzabile slancio del “partito del fare” che rischia di tradursi in un nulla di fatto per l’inerzia della pubblica ammi- nistrazione. In attesa dei provvedimenti di riordino della PA ... REF Ricerche srl, Via Aurelio Saffi, 12, 20123 - Milano (www.refricerche.it) Il Laboratorio è un'iniziativa sostenuta da (in ordine di adesione): ACEA, Crif Credit Rating Agency, Federutility - Utilitatis, SMAT, IREN, Confcommercio, CO.MO.I. Group, Veolia, Acquedotto Pugliese, HERA, Metropolitana Milanese. Gruppo di lavoro: Donato Berardi, Lucia Quaglino, Samir Traini e-mail: laboratorio@refricerche.it
Gli ultimi contributi del Laboratorio SPL n.28 - Il Piano Juncker: per non dimenticare l'acqua n.27 - Remunerazione del capitale e oneri finanziari nei settori regolati: alla ricerca di regole coerenti e stabili n.26 - Servizio Idrico Integrato: l'Agenda 2015 n.25 - Aziende del Servizio Idrico Integrato: alla ricerca della "scala finanziaria efficiente" n.24 - “Sblocca Italia”: tempi certi, poteri sostitutivi e responsabilità erariale, la via al consolidamento del settore n.23 - Fondo di Garanzia per le Opere Idriche: uno strumento per facilitare l'accesso al credito n.22 - Lo "Sblocca Italia" e l'inerzia delle Regioni n.21 - Appalti nelle utility: più spazio alla qualità e alle piccole e medie imprese n.20 - Investimenti 2014-2017: in Europa si investe tre volte tanto Tutti i contributi sono liberamente scaricabili previa registrazione al seguente indirizzo La missione del Laboratorio Il Laboratorio Servizi Pubblici Locali è un forum di analisi e discussione che intende riunire selezio- nati rappresentanti del mondo dell´impresa, delle istituzioni e della finanza al fine di rilanciare il dibattito sul futuro dei Servizi Pubblici Locali. Molteplici tensioni sono presenti nel panorama economico italiano, quali la crisi delle finanze pubbli- che nazionali e locali, la spinta comunitaria verso la concorrenza, la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, il rapporto tra amministratori e cittadini, la tutela dell’ambiente. Per esperienza, indipendenza e qualità nella ricerca economica REF Ricerche è il “luogo ideale” sia per condurre il dibattito sui Servizi Pubblici Locali su binari di “razionalità economica”, sia per porlo in relazione con il più ampio quadro delle compatibilità e delle tendenze macroeconomiche del Paese. Donato Berardi Direttore e-mail: dberardi@refricerche.it tel. 02 87078150
N°29 Aggregazioni e in house nella Legge di Stabilità 2015 La Legge di Stabilità 2015 L'impegno a ridurre Dall’avvento della spending review in avanti nell’agenda del Governo è prepotentemente la frammentazione del settore entrato il tema della dismissione delle partecipazioni azionarie detenute dagli Enti locali per favorire la crescita dimensionale delle aziende dei servizi a rete, e in particolare di quelle che operano nell’acqua e nell’ambiente. E’ pacifico infatti che una eccessiva fram- mentazione delle gestioni costituisce un ostacolo all’industrializzazione dei settori di pub- blica utilità e un freno alla realizzazione degli investimenti infrastrutturali che essi richie- dono. Il consolidamento e Il legislatore italiano è recentemente tornato ad occuparsi di queste questioni nella Legge la mancanza di stru- menti adeguati allo di Stabilità 2015, approvata il 22 dicembre 2014. scopo La Legge di Stabilità, ribadendo l’impostazione dello “Sblocca Italia”1, affronta il tema del consolidamento prevedendo incentivi a beneficio degli Enti locali che dismettono le par- tecipazioni. Si tratta, tuttavia, di un impianto normativo indebolito rispetto agli interventi prospettati all’avvio dei lavori parlamentari della Legge stessa, in quanto poggia intera- mente su incentivi all’aggregazione e non prevede alcun elemento coercitivo rispetto alle inerzie e al mantenimento dello status quo, anche quando quest’ultimo arreca pregiudizio alle utenze o preclude l’approdo ad una gestione industriale2. In altre parole, se la spinta alla riduzione della frammentazione gestionale non può che essere valutata in modo positivo, ci si chiede se gli strumenti adottati siano sufficienti a raggiungere lo scopo. L'inquadramento Al tema della dismissione delle partecipate si aggiunge quello dell’inquadramento nor- normativo dell'in house mativo dell’in house, in relazione al quale il legislatore manifesta un orientamento più re- strittivo rispetto ai più recenti orientamenti comunitari in materia di appalti pubblici e contratti di concessione. Le direttive 2014/24/UE sulle procedure di appalto nei settori Aggregazioni e in house nella Legge di ordinari (art. 12), la 2014/25/UE sulle procedure d’appalto nei settori speciali (art. 28), Stabilità 2015 e la 2014/23/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione (art.17)3, rilassano il re- quisito della totale partecipazione pubblica e ammettono l’affidamento diretto in house anche in presenza di una partecipazione privata, allorquando quest’ultima non inficia l’e- sercizio del “controllo analogo”. 1 Contributo n. 24, “Sblocca Italia: tempi certi, poteri sostitutivi e responsabilità erariale, la via al consolidamento del set- tore”, Ottobre 2014. 2 Contributo n. 22, “Lo Sblocca Italia e l'inerzia delle Regioni”, Settembre 2014. 3 Contributo n.21, “Appalti nelle utility: più spazio alla qualità e alle piccole e medie imprese”, Settembre 2014. gennaio 2015 Pagina 3 Aggregazioni e in house nella Legge di Stabilità 2015
N°29 Aggregazioni e in house nella Legge di Stabilità 2015 Obiettivo: lo sviluppo industriale dei settori di pubblica utilità Dimensioni effi- L’obiettivo della riorganizzazione del settore che il legislatore tenta di perseguire è quello cienti di spingere le gestioni a raggiungere le dimensioni necessarie a sfruttare le economie di scala e di scopo, per offrire un servizio di qualità a costi più contenuti. Il legislatore è intervenuto lungo due direttrici: rafforzare la governance dei settori e in- centivare la riduzione della presenza pubblica nel capitale sociale delle aziende di gestio- ne. Il rafforzamento della governance del settore I termini per indivi- Sotto il profilo della governance si tratta del ritorno su questioni largamente disattese duare i bacini ter- da circa tre anni: la normativa4 chiede da lungo tempo a Regioni e Province autonome ritoriali sono stati puntualmente di- di individuare i bacini territoriali per permettere alle gestioni di raggiungere dimensioni sattesi industriali coerenti e di istituire Enti di governo a cui tutti gli Enti locali devono obbliga- toriamente partecipare. Tuttavia, i termini originariamente imposti per adempiere, fissati inizialmente al 30 giugno 2012 e prorogati al 31 dicembre 2014 da ultimo con lo “Sblocca Italia”, sono stati puntualmente disattesi. La partecipazioni La Legge di Stabilità 2015 cerca di rafforzare l’istituzione degli Enti di governo locali riba- obbligatoria dei Co- dendo la partecipazione obbligatoria dei Comuni entro il termine perentorio del 1° marzo muni 2015, ovvero entro sessanta giorni dall'istituzione o designazione dell'Ente di governo: in caso di mancata adesione dei Comuni scatta il potere sostitutivo in capo ai Presidenti delle Regioni (previa diffida all'Ente locale ad adempiere entro il termine di trenta giorni). Gli Enti di governo, che decidono le modalità di affidamento del servizio, sono tenuti a predisporre una relazione che contempli: • la sussistenza dei requisiti previsti dalla normativa comunitaria per la forma di affidamento prescelto, nonché le motivazioni5 che hanno condotto a preferire una determinata opzione; • la stesura di un piano economico-finanziario della gestione che, per il periodo di durata dell'affidamento, contenga anche la proiezione dei costi e dei ricavi, degli investimenti e dei relativi finanziamenti. Il ruolo del credito Per rafforzare la sostenibilità dei piani economico-finanziari, il legislatore chiede che le e della finanza nel proiezioni economiche e finanziarie ivi contenute siano asseverate da un istituto di credi- valutare le scelte di to, da una società di intermediazione finanziaria o da una società di revisione contabile: si affidamento profila dunque un ruolo centrale da parte del credito e della finanza nella valutazione della percorribilità delle assunzioni alla base delle scelte di affidamento nei settori di pubblica utilità. 4 Normativa europea e combinato disposto dell'articolo 3-bis del D.L. 138/2011 (convertito, con modificazioni, dalla L. n. 148/2011), art. 34 del d.l. 179/2012 e articolo 13 del D.L. n. 150/2013. 5 Con riferimento agli obiettivi di universalità e socialità, di efficienza, di economicità e di qualità del servizio. gennaio 2015 Pagina 4 Aggregazioni e in house nella Legge di Stabilità 2015
N°29 Aggregazioni e in house nella Legge di Stabilità 2015 Maggiori tutele in Il legislatore riserva poi un trattamento differenziato all’ipotesi di affidamento in house caso di in house prevedendo ulteriori tutele circa la “bontà” della scelte operate: • una dettagliata descrizione, all’interno della relazione di affidamento, dell'asset- to economico-patrimoniale della società, del capitale proprio investito e dell'am- montare dell'indebitamento, da aggiornare a cadenza triennale; • l’accantonamento pro quota, contestuale all’affidamento in house, da parte degli Enti locali di una somma pari all'impegno finanziario corrispondente al capitale proprio previsto per il triennio successivo; • la redazione del bilancio consolidato con il soggetto affidatario in house. Semplificazione Infine, la Legge di Stabilità prevede la semplificazione e lo snellimento delle procedure di delle procedure di approvazioni delle approvazione delle deliberazione degli Enti di governo che divengono validamente assun- deliberazioni degli te da parte dei Comuni senza necessità di ulteriori deliberazioni, preventive o successive, Enti di governo da parte di questi ultimi. Gli incentivi alle aggregazioni La dismissione del- Come accennato, la legge di Stabilità introduce anche una serie di incentivi per promuo- le partecipate vere le dismissioni delle partecipate da parte dei Comuni e le aggregazioni tra gestori pre- vedendo: • l’esclusione dai vincoli del patto di stabilità interno delle spese in conto capitale (ad eccezione delle spese per acquisto di partecipazioni) effettuate con i proventi derivanti da dismissioni totali o parziali delle società partecipate; • l’assegnazione in via prioritaria di risorse statali a fondo perduto, aggiuntive ri spetto a quelle già assegnate con risorse comunitarie, ai gestori che abbiano deli berato operazioni di aggregazione societaria, nonché quelli selezionati tramite procedura di gara ad evidenza pubblica o di cui comunque l'autorità di regolazio ne (o l’Ente di governo locale ove questa non sia stata ancora istituita) attesti l'ef ficienza gestionale e la qualità del servizio reso. L'allungamento delle concessioni in essere I nuovi termini di Per incoraggiare le aggregazioni, il legislatore apre alla possibilità di rivedere i termini durata degli affida- menti originari di durata degli affidamenti: nel caso di fusioni e acquisizioni effettuate con proce- dure pubbliche, il nuovo soggetto derivante dall’operazione straordinaria prosegue nella gestione dei servizi fino alle scadenze previste, ma l’Ente di governo competente è chia- mato ad accertare la permanenza delle condizioni di equilibrio economico-finanziario e, qualora queste non dovessero essere rispettate, a provvedere alla loro rideterminazione, anche tramite l'aggiornamento del termine di scadenza di tutte o di alcune delle conces- sioni in essere. In quest’ultimo caso, è previsto un ruolo di verifica circa la sussistenza dei presupposti per l’allungamento della durata delle concessioni6 in capo alla competente Autorità di regolazione, qualora istituita. 6 Secondo quanto definito all’articolo 143, comma 8, del codice di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 e succes- sive modificazioni. gennaio 2015 Pagina 5 Aggregazioni e in house nella Legge di Stabilità 2015
N°29 Aggregazioni e in house nella Legge di Stabilità 2015 Nel settore idrico sarà quindi l’AEEGSI a verificare i requisisti per una possibile prorogatio delle concessioni. Sono disposizioni che sembrerebbero prefigurare il passaggio dalla gara per l'affidamento della gestione alla gara per la proprietà del gestore. La disciplina dell'in house providing La percorribilità Un ultimo versante sul quale la Legge di Stabilità introduce non secondarie innovazioni, è degli affidamenti diretti quello della percorribilità degli affidamenti diretti in favore di soggetti giuridici che possie- dono i requisiti per l’autoproduzione. Il delicato equilibrio È utile ricordare che le direttive europee ammettono la possibilità di autoproduzione di un tra l'autoproduzio- servizio (in house providing) laddove non sussistano le condizioni per un efficace ricorso ne e il principio di concorrenza al mercato (esternalizzazione e affidamento tramite gara). Le scelte in tema di autoprodu- zione di un servizio sono un tema assai delicato per via del potenziale conflitto che si crea con il rispetto del principio di concorrenza sancito dai trattati comunitari: la linea di confi- ne è tracciata dall’art. 106, comma 2, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE)7, secondo cui si può derogare ai principi di concorrenza solo quando l’applicazione delle regole concorrenziali ostacoli la gestione efficace ed efficiente del servizio. La normativa comu- La materia comunitaria, originariamente chiarita in via giurisprudenziale dalla nota Sen- nitaria tenza “Teckal”8, è stata oggetto negli ultimi anni di interventi giurisprudenziali e legislativi che hanno meglio chiarito la sua declinazione all’interno dell’ordinamento giuridico italia- no9: con la Sentenza del 20 luglio 2012, n.199, della Corte Costituzionale, che ha dichiarato incostituzionale l’art. 4 del d.l. 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla Legge 14 settembre 2011, n. 148, si è tornati alla normativa originaria, ossia all’art. 113, comma 4, del d.lgs. 18 agosto 2000. Quest’ultimo recita che «Qualora sia separata dall'attività di erogazione dei servizi, per la gestione delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni patrimoniali gli enti locali, anche in forma associata, si avvalgono: a) di soggetti allo scopo costituiti, nella forma di società di capitali con la parteci pazione totalitaria di capitale pubblico, cui può essere affidata direttamente tale attività, a condizione che gli enti pubblici titolari del capitale sociale esercitino sul la società un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi e che la socie tà realizzi la parte più importante della propria attività con l'ente o gli enti pubbli ci che la controllano; b) di imprese idonee, da individuare mediante procedure ad evidenza pubblica». 7 “Le imprese incaricate della gestione di servizi di interesse economico generale o aventi carattere di monopolio fiscale sono sottoposte alle norme dei trattati, e in particolare alle regole di concorrenza, nei limiti in cui l'applicazione di tali norme non osti all'adempimento, in linea di diritto e di fatto, della specifica missione loro affidata”. 8 Corte di Giustizia Europea, 18 novembre 1999, causa C-107/98. 9 In particolare, si vedano art. 34, commi 20 e seguenti, del d.l. 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla l. 17 dicembre 2012, n. 221. gennaio 2015 Pagina 6 Aggregazioni e in house nella Legge di Stabilità 2015
N°29 Aggregazioni e in house nella Legge di Stabilità 2015 I requisiti dell'in A questo proposito va ricordato che la legislazione europea considera l’in house una moda- house lità paritetica rispetto alle altre forme organizzative dei servizi pubblici locali (procedura a evidenza pubblica e partenariato)10, laddove ne ricorrano i requisiti e cioè: 1. la partecipazione pubblica della società affidataria (per distinguerla dal partenariato pubblico privato); 2. il controllo analogo a quello che l’Ente locale esercita su tutti i propri servizi, ovvero la possibilità di determinare gli obiettivi strategici e le decisioni significa tive del soggetto in house. Il controllo deve essere effettivo, strutturale e funzio- nale: il soggetto in house non ha dunque autonomia gestionale, ma rappresenta a tutti gli effetti il braccio operativo dell’amministrazione pubblica affidante; 3. la prevalenza dell’attività: il soggetto in house deve svolgere la parte più rilevante della propria attività in favore del soggetto o dei soggetti pubblici che lo controllano. Va da sé che il soggetto in house può svolgere parte della sua attività con soggetti che non sono suoi controllanti, a condizione che si tratti di una quota residuale della sua attività. La partecipazione Riguardo al punto 1, le più recenti direttive comunitarie in materia di appalti e concessioni pubblica non tota- litaria hanno aperto alla possibilità di una partecipazione pubblica non totalitaria, cioè all’affida- mento diretto in house anche in favore di soggetti non interamente pubblici. L’articolo 12 della direttiva appalti nei settori ordinari (2014/24/UE), l’articolo 28 della direttiva appalti nei settori speciali (2014/25/UE) e l’articolo 17 della direttiva conces- sioni (2014/23/UE), individuano requisiti meno cogenti e precisano alcuni aspetti, tra cui la misura della “prevalenza” dell’attività esercitata nei confronti delle società controllanti. Il "controllo analogo" può essere indiretto L'influenza determi- In tema di controllo analogo le direttive richiamate chiariscono che esso è presente quando nante per il control- l’amministrazione o ente aggiudicatore esercita un’influenza determinante sia sugli obiet- lo analogo tivi strategici sia sulle decisioni significative dell’affidatario in house. Tale controllo può essere esercitato anche per il tramite di una persona giuridica diversa, a sua volta control- lata dall’amministrazione aggiudicatrice: si chiarisce dunque meglio il tema del controllo analogo indiretto. In mancanza di controllo analogo, si configura un partenariato pubblico- privato, laddove il soggetto privato gode di prerogative tali da lasciare chiaramente traspa- rire il suo potere di indirizzo nella gestione. "Prevalenza dell'attività": almeno l'80% del fatturato o dei costi sostenuti Il limite dell'80% Le direttive precisano e codificano il concetto di “prevalenza dell'attività” che fino ad oggi per la prevalenza dell'attività era stato disciplinato in via giurisprudenziale: in particolare, fissano all’80% l’incidenza delle attività che il soggetto affidatario in house deve effettuate in favore del soggetto con- trollante direttamente o anche indirettamente, ossia da parte di altre persone giuridiche controllate dall’amministrazione controllante. Quindi, si chiarisce che l’80% è riferibile al volume del fatturato totale medio o, in alternativa, ai costi sostenuti per l’erogazione dei servizi, le forniture e i lavori nei tre anni precedenti l’aggiudicazione dell’appalto. 10 In ultimo, vedi Consiglio di Stato, sez. V, 10 settembre 2014, n. 4599. gennaio 2015 Pagina 7 Aggregazioni e in house nella Legge di Stabilità 2015
N°29 Aggregazioni e in house nella Legge di Stabilità 2015 In house e proprietà pubblica: ammessa la partecipazione diretta dei privati La possibile parteci- Relativamente alla partecipazione pubblica, si prevede la possibilità di estenderla anche pazione dei privati alle forme di partecipazione diretta di capitali privati, a condizione che non comportino controllo o potere di veto, siano previste dalle leggi nazionali e che queste ultime non vio- lino i trattati. In altre parole, secondo la giurisprudenza comunitaria, è possibile ricorrere all’affidamento diretto anche in presenza di partecipazioni di privati, allorquando questi ultimi non esercitano una influenza determinante e i singoli Stati nazionali abbiano disci- plinato questa possibilità. Se questo è lo stato dell’arte della travagliata gestazione della disciplina degli appalti e degli affidamenti comunitari, la recente Legge di Stabilità ribadisce che: «L'affidamento diretto può avvenire a favore di società interamente pubbliche, in possesso dei requisiti prescritti dall'ordinamento europeo per la gestione in house, comunque par- tecipate dagli enti locali ricadenti nell'ambito territoriale ottimale». L'interpretazione Una interpretazione letterale parrebbe indicare una impostazione più restrittiva della di- più restrittiva del sciplina italiana in tema di affidamenti diretti rispetto ai più recenti orientamenti comuni- legislatore italiano che consente l'af- tari: essi sono possibili cioè solo in favore di un soggetto interamente pubblico partecipato fidamento diretto dagli Enti locali dell’ambito territoriale nel quale il servizio deve essere erogato. La parte- solo a soggetti inte- ramente pubblici cipazione può comunque prendere qualsiasi via, diretta o indiretta. Per l’in house, trattandosi di una casistica esclusa dall’ambito di applicazione delle diretti- ve, il legislatore comunitario delega ai singoli Paesi membri, all’atto del recepimento delle direttive, la disciplina dei criteri per la sua viabilità, ulteriori e non in contrasto con quelli di minima già previsti. Per quanto riguarda l’Italia, il legislatore ha sinora preferito mantenere il requisito della partecipazione pubblica totale. Un requisito che in prospettiva potrebbe anche essere ri- lassato, coerentemente con i più recenti orientamenti comunitari, laddove non pregiudichi la natura del “controllo analogo” e non contrasti con la speciale missione dell’Ente pubbli- co. La flessibilità Si può desumere che se da un canto l'in house è riconosciuto a tutti gli effetti quale mo- nell'autoproduzio- dalità alternativa e paritetica rispetto alla gara e al partenariato, d'altro canto, la Legge di ne nel rispetto del principio di concor- stabilità delinea un orientamento più restrittivo riguardo alla natura interamente pubblica renza dell'affidatario, con questo manifestando il desiderio di coniugare una maggiore apertura nei confronti di modalità organizzative in house con l'esigenza di assicurare criteri rigidi sui requisiti per la viabilità delle stesse. Assicurare cioè la flessibilità nell’autoproduzione senza snaturare il principio di concorrenza. gennaio 2015 Pagina 8 Aggregazioni e in house nella Legge di Stabilità 2015
N°29 Aggregazioni e in house nella Legge di Stabilità 2015 Non essendo stato specificato nulla in merito alla prevalenza dell’attività, si rimanda alle regole comunitarie: questo implica che una società in house potrà ora svolgere fino al 20% delle proprie attività anche per Comuni da cui non è partecipata e/o da altri soggetti pri- vati. Una possibilità che definisce precisi spazi di azione anche per le società in house, accrescendo il numero di soggetti pubblici potenzialmente concorrenti alle procedure ad evidenza pubblica. Conclusioni Una normativa an- Concludendo, a questa Legge di Stabilità si riconosce il merito di aver chiarito i requisiti cora da completare dell’in house nel rispetto della giurisprudenza esistente e di aver ribadito l’intenzione del legislatore di ammodernare il settore; d’altro canto, il provvedimento non contiene ancora risposte apprezzabili sui molti altri versanti quali la dismissione delle partecipazioni degli Enti locali, l’attribuzione dei poteri di regolazione e controllo alle autorità indipendenti (tema caro in particolare al settore dei rifiuti), criteri di scelte ra i diversi modelli organiz- zativi, criteri e procedure per gli acquisti e per la selezione del personale, eccetera. Nelle intenzioni del Governo queste tematiche dovrebbero essere oggetto di un successivo intervento, disciplinate in un provvedimento di riordino della Pubblica Amministrazione, attualmente in discussione al Senato. gennaio 2015 Pagina 9 Aggregazioni e in house nella Legge di Stabilità 2015
N°29 Aggregazioni e in house nella Legge di Stabilità 2015 Approfondimento Il riordino delle partecipate nel disegno di Legge di riforma della PA La materia delle partecipazioni degli Enti locali è oggetto di un disegno di legge che in questi giorni è in discussione in Parlamento (il n.1577 recante misure di “Riorganizzazione delle Amministrazioni Pubbliche”). In particolare, due sono gli articoli che contengono disposi- zioni di rilievo in materia di riordino della disciplina delle partecipazioni azionarie delle amministrazioni pubbliche (art. 14) e di riordino della disciplina dei servizi pubblici locali (art.15). Il disegno di legge, che delega il Governo all’emanazione di decreti legislativi entro dodici mesi, si ispira a principi generali di semplificazione e trasparenza della partecipazione delle pubbliche amministrazioni nelle società e di razionalizzazione delle gestioni, nel rispetto dei principi concorrenziali e delle norme comunitarie. E’ da questi decreti legislativi che si attendono limiti più stringenti alla costituzione di nuo- ve società e al mantenimento di partecipazioni da parte degli Enti locali, precise respon- sabilità in capo agli amministratori e ai sindaci delle società partecipate, incentivi espliciti alle aggregazioni, limitazioni alle distorsioni della concorrenza, semplificazione dei livelli di governo e regole per la loro interazione. Con specifico riferimento ai servizi pubblici locali, il disegno di legge delega prevede un’ar- monizzazione con la normativa europea di appalti, concessioni, regolazione dei servizi pub- blici e scadenza degli affidamenti. Relativamente alle aggregazioni, demanda al Governo la definizione dei criteri per l’esercizio delle funzioni dei Comuni in forma associata, per be- neficiare delle possibili economie di scala, e meccanismi di premialità per gli enti locali che ricorrono alle procedure ad evidenza pubblica e favoriscono l’aggregazione degli ambiti gestionali. gennaio 2015 Pagina 10 Aggregazioni e in house nella Legge di Stabilità 2015
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