AGGIORNAMENTO SUL RAPPORTO TRA CAFFÈ E SALUTE - ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE AGGIORNAMENTO SUL RAPPORTO TRA CAFFÈ E SALUTE 8 anno VII www.pacinimedicina.it
8 anno VII IN QUESTO NUMERO: 3 L’EDITORIALE di Franca Marangoni Direttore Scientifico Franca Marangoni 4 IL TEMA a cura di Cecilia Ranza Caffè, caffeina e salute: Direttore Responsabile le conclusioni di una nuova Patrizia Alma Pacini revisone della letteratura © Copyright by 13 L’INTERVISTA ALL’ESPERTO Nutrition Foundation of Italy di Fabio Fioravanti La supplementazione di vitamina D di fronte ai nuovi scenari di salute: Coordinamento redazionale il punto di vista degli endocrinologi Alessandra Della Mura Risponde Anna Maria Formenti Redazione 18 LA SCHEDA NFI - Nutrition Foundation of Italy Le mandorle Viale Tunisia 38 - 20124 Milano Tel. 02 76006271 - 02 83417795 Fax 02 76003514 info@nutrition-foundation.it Grafica Pacini Editore Srl Via Gherardesca 1 • 56121 Pisa Tel. 050 313011 • Fax 050 3130300 info@pacinieditore.it • www.pacinimedicina.it ISSN 2531-3908 (online) Edizione digitale ottobre 2020 Periodico mensile – Testata iscritta presso il Registro OPEN ACCESS pubblico degli Operatori della Comunicazione La rivista è open access e divulgata sulla base della licenza CC-BY-NC-ND (Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale). Il (Pacini Editore Srl, iscrizione n. 6269 del 29/08/2001) fascicolo può essere usato indicando la menzione di paternità adeguata e la licenza; solo a scopi non commerciali; solo in originale. Per ulteriori informazioni: https://creativecom- mons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/deed.it
L’EDITORIALE Q ualità della materia prima, tem- conferma come la degustazione della pi e modi della macinatura, du- bevanda più amata dagli Italiani possa rata dell’erogazione della be- rappresentare, oltre che un piacere, una vanda, aroma, persistenza della crema: “buona” abitudine. sono questi i parametri principali che consentono di individuare il vero caffè Nell’Intervista invece Andrea Giustina espresso italiano (ripresi nella proposta e Anna Maria Formenti, della Divisione di disciplinare allegata alla richiesta di di Endocrinologia dell’IRCCS San Raf- inclusione tra i patrimoni immateriali fele e Università Vita-Salute San Raffa- dall’Unesco), che riflettono l’attenzione ele, rispondendo alle domande di Fa- e l’interesse per una bevanda che fa or- bio Fioravanti sintetizzano i contenuti mai parte della nostra tradizione. Ma l’e- di un recente documento di consenso spresso diffuso in Italia è solo una delle numerose versioni che vengono consu- internazionale, che hanno sottoscritto mate quotidianamente in tutto il mon- come coautori, sulla vitamina D. Facen- do, diverse per tecniche di preparazione do il punto sugli aspetti cruciali e tuttora e modalità di consumo, ma accomuna- controversi: dal dosaggio alla diagnosi te (perlomeno dal punto di vista qualita- di insufficienza e carenza, fino alle im- tivo) dal contenuto di componenti spe- plicazioni di carattere clinico; senza di- cifici biologicamente attivi. menticare, naturalmente il ruolo nutri- zionale. Proprio su questi (caffeina, ma anche polifenoli) e sulla relazione tra assun- Buona lettura! zione di caffè e salute si focalizza la re- visione della letteratura all’origine del Franca Marangoni Tema di questo numero di AP&B, che ci Direttore Scientifico AP&B ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 3
IL TEMA Caffè, caffeina e salute: le conclusioni di una nuova positivi del consumo moderato a cura di Cecilia Ranza C onferme e novità sul rapporto tra definire livelli di consumo per altri, come consumo di caffè (e assunzione le donne in gravidanza e allattamento. di caffeina), benessere e salute emergono dall’aggiornamento da poco Metabolismo della caffeina pubblicato sul New England Journal of e suoi effetti fisiologici Medicine a firma di Rob van Dam, Frank Nella prefazione, gli autori ricordano Hu e Walter Willett (Harvard T.H. Chan un altro aspetto non marginale, e cioè School of Public Health, Boston). Detta- la presenza, nel caffè, di centinaia di gliato e puntuale, l’articolo rappresenta altri componenti fitochimici bioattivi, una revisione completa dei dati di let- che includono i polifenoli come l’aci- teratura a tutto il 2019, di cui AP&B ha do clorogenico e deciso di riportare i lignani, l’alcaloi- e commentare gli de trigonellina, le elementi salienti. Consumi giornalieri fino a melanoidine che si 400 mg di caffeina (5 tazzine) sviluppano duran- Le evidenze sugli te la tostatura, ol- effetti positivi di un multiorgano e a riduzione tre a quantità mo- consumo moderato della mortalità totale deste di magnesio, e regolare di caffè potassio e vitami- si sono consolida- na B3 (niacina). te in anni recenti, dopo decenni in cui il Questi componenti, infatti, possono ri- caffè è stato considerato una bevanda durre lo stress ossidativo, migliorare il esclusivamente voluttuaria, il cui appor- microbiota intestinale, modulare il me- to andava limitato per i possibili effetti tabolismo glicolipidico. Tuttavia, gli stes- negativi sulla salute del suo componen- si autori segnalano che la bevanda caffè, te principale, la caffeina. se viene preparata senza filtrazione, vei- La ricerca ha però dimostrato l’inconsi- cola anche il diterpene cafestolo, che è stenza di questa indicazione di caratte- in grado di aumentare la colesterolemia. re generale, se non per gruppi di popo- lazione molto ben definiti, per esempio Se è quindi vero che gli effetti comples- bambini e adolescenti, e suggerito di sivi del caffè non possono essere attri- 4 | ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
buiti alla sola caffeina è però altrettanto nel terzo trimestre, l’emivita della • vero che proprio questa metilxantina è il caffeina è prolungata, fino a 15 ore. composto prevalente, il più noto e il più Ancora: il metabolismo della caffei- studiato. na viene accelerato dal fumo (che ne riduce l’emivita fino al 50%), men- Questi gli elementi più rilevanti relativi tre i contraccettivi ormonali hanno ad assorbimento e metabolismo della effetto opposto, fino al raddoppio • caffeina ripercorsi dalla review di van del tempo di dimezzamento. • Dam, Hu e Willett: L’interazione tra consumo di caffè Occorrono 45 minuti a un organismo con caffeina e farmaci si estende agli adulto e sano per completare l’assor- antibiotici chinolonici, ai broncodi- bimento della caffeina. Il picco emati- latatori, agli antidepressivi, ai far- • co si raggiunge tra 15 minuti e 2 ore. maci cardiovascolari: tutti rallentano La barriera ematoencefalica non il metabolismo della caffeina, proba- ostacola l’assorbimento della caffei- bilmente perché utilizzano lo stesso na, permettendole di raggiungere il gruppo di enzimi. cervello; nel fegato il metabolismo è operato dagli enzimi del citocromo Contenuti di caffeina • P-450. secondo la bevanda Negli adulti sani l’emivita della caf- feina (tempo di dimezzamento del- Gli apporti di caffeina variano secondo la concentrazione ematica) va da le abitudini di ciascun Paese, in base al 2,5 a 4,5 ore, con ampie variazioni da tipo di preparazione, alla materia prima persona a persona, che dipendono e, nel caso di bevande industriali, tra i di- dall’assetto genetico individuale (in versi marchi (Figura). parte ereditario) che controlli gli enzi- In Italia, le modalità principali di assun- • mi coinvolti nel suo metabolismo. zione della caffeina con il caffè sono la Questo è probabilmente il motivo per tazzina preparata con la moka (circa cui alcuni soggetti limitano sponta- 50 ml) o l’espresso (circa 30 ml); chi pre- neamente il consumo di caffè caf- ferisce il caffè americano (caffè percola- feinato: infatti il loro assetto genetico to con filtro) ne consuma in genere una fa sì che le concentrazioni di caffeina tazza da 125 ml (negli USA la quantità nel sangue si mantengano elevate a media per singola assunzione è però al- lungo, anche a fronte di una ridotta meno doppia). assunzione della bevanda, con pos- sibile insorgenza di disturbi fastidiosi Nel caso delle bevande a base di cola, il • (insonnia, palpitazioni ecc.). contenuto di caffeina in Italia è riferito a L’emivita della caffeina alla nascita è una lattina da 330 ml; il panorama delle di 80 ore e si assesta verso i livelli che cosiddette bevande energizzanti è inve- saranno caratteristici della persona ce molto più vasto, e comprende lattine soltanto con la piena maturazione dei da 60 ml a circa 500 ml, con contenuti sistemi enzimatici. di caffeina di conseguenza variabili. Anche in gravidanza, soprattutto Quanto alle altre bevande che conten- ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 5
vari tipi di caffè ed altre bevande (si potrebbe avere due prove una con il titolo nella figura e una senza) Contenuto medio di caffeina (mg) in vari tipi di caffè e altre bevande 150 80 80 65 60 47 39 28 0 0 3 4 Camomilla Caffè Decaffeinato Cioccolata Tè Bevanda Tè Espresso Solubile Moka Energy Caffè o tè di menta d’orzo calda verde tipo cola nero drink americano (240 ml) (30 ml) (125 ml) (150 ml) (240 ml) (330 ml) (240 ml) (30 ml) (125 ml) (50 ml) (330 ml) (360 ml) in vari Contenuto medio di caffeina (mg) intipi variditipi caffè e altre di caffè e bevande (Modif. altre bevande da van (Modif. daDam et al.,et van Dam 2020 al., e www.coffeeandhealth.org). 2020 e www.coffeeandhealth.org). gono caffeina, come il tè o la cioccolata, stano già 40 mg di caffeina (meno della ci si riferisce in genere a una tazza da dose contenuta in una tazzina di moka, 150 ml. Gli infusi di erbe (come la camo- 60 mg e la metà di un espresso) per ri- milla, menzionata nella Figura) sono in- durre il senso di fatica, aumentare la vi- vece a torto ritenuti da alcuni veicoli di gilanza e migliorare i tempi di reazione. caffeina. Tutte conseguenze dell’attenuazione degli effetti dell’adenosina che invece, Effetti sulla funzione segnalando l’accumulo di stanchezza cognitiva e sul dolore psicofisica nell’arco della giornata, pre- Dal punto di vista della struttura chimi- dispongono il cervello e l’organismo al ca, la caffeina è simile all’adenosina, mo- riposo notturno. lecola fisiologicamente presente nell’or- ganismo, con funzioni di primo piano, Questi effetti sono più evidenti nei con- tra cui la neurotrasmissione, la regola- sumatori non abituali di caffè, o nelle zione del ciclo sonno-veglia, della vaso- persone che hanno sospeso l’assunzio- dilatazione arteriosa e della frequenza ne di caffè per brevi periodi. Lo stimolo cardiaca, o più semplicemente struttu- alla vigilanza è ben noto ai piloti inter- rali (la sintesi di DNA e RNA). continentali, a chi affronta lunghi turni La caffeina limita l’attività dell’ade- di guida, o a chi è legato alla ripetitività nosina legandosi ai recettori dell’ade- dei gesti alla catena di montaggio. At- nosina stessa, e promuovendo quindi tenzione però: l’assunzione di caffei- effetti opposti. Un esempio su tutti: ba- na, anche alle dosi massime (400 mg/ 6 | ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
die in occasioni frazionate) indicate Per i motivi già esposti, l’entità di tali ef- come tollerabili dagli organismi inter- fetti dipende non solo dalla quantità di nazionali (EFSA compresa) non può caffeina assunta, ma anche dalla capa- mai compensare l’alterazione della cità individuale di metabolizzare la caf- prontezza di riflessi e della cognitivi- feina stessa. tà indotte dalla deprivazione di sonno prolungata o ripetuta. Alte dosi di caffeina assunte in un’uni- ca occasione (più di 200 mg) o nell’arco È interessante osservare che esistono della giornata (più di 400 mg) possono soggetti portatori di varianti struttu- scatenare episodi ansiosi, più marcati rali del recettore dell’adenosina, che nei soggetti maggiormente sensibili, o sono di fatto insensibili all’azione del- con disturbi d’ansia pregressi. la caffeina: la caffeina stessa non rie- sce infatti a legarsi efficacemente a Le ricadute sull’idratazione sono evi- questi recettori a struttura modifica- denti per livelli elevati di assunzione di ta, e non limita quindi l’azione dell’a- caffeina (oltre i 400 mg giornalieri), con denosina (che invece si lega comun- una certa stimolazione della diuresi. Nei que a questi recettori “modificati”). consumatori abituali di caffè a dosi Sono soprattutto i portatori di queste moderate, invece, lo stato di idrata- varianti recettoriali ad essere caratte- zione non viene alterato. rizzati da risposte alla caffeina altri- menti difficili da comprendere (“bevo I consumatori abituali di caffè con caf- un caffè prima di andare a dormire feina devono d’altro canto sapere che perché mi concilia il sonno”). l’abbandono improvviso della tazzina (o anche semplicemente un brusco Altrettanto studiato è l’effetto analgesi- calo del consumo, come capita per co additivo dell’aggiunta di caffeina agli esempio talora nel fine settimana a antidolorifici: secondo una revisione persone che nei giorni lavorativi ne di 19 studi, con una dose equivalente consumano invece quantità elevate) a 100-130 mg di caffeina aumenta la può indurre fenomeni di astinenza percentuale di soggetti che risponde tipici. Cefalea, senso di affaticamento, a un antidolorifico. tempi di reazione meno pronti, umore depresso possono durare 1-2 giorni (in Le ricadute su sonno, alcuni casi fino a 9 giorni), ma sono evi- ansia e idratazione tabili riducendo con gradualità il consu- mo della bevanda. Come già accennato, l’effetto antagoni- sta della caffeina rispetto all’adenosina Modalità di consumo è alla base dell’allungamento dei tem- e tossicità della caffeina pi di addormentamento e della ridotta qualità del sonno, che si possono mani- Livelli di assunzione di caffeina pari festare in risposta all’assunzione di caf- a 1,2 g e oltre sono definiti dosi tos- feina dal tardo pomeriggio in poi. siche. Quantitativi comprese tra i 9 e ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 7
Caffeina e gravidanza EFSA, l’Autorità europea di controllo della sicurezza alimentare, ha stabilito che l’assun- zione di caffeina in gravidanza non debba superare i 200 mg quotidiani.Infatti, gli studi prospettici (in la popolazione allo studio è stata seguita nel tempo, per monitorare l’evo- luzione dello stato di salute) hanno dimostrato che la caffeina ad alte dosi ridurrebbe il peso del feto e aumenterebbe il rischio di aborto. Le ricadute negative della caffeina sul feto sono dose-dipendenti. La caffeina (assunta con il caffè o con il tè) infatti attraversa la placenta e viene meta- bolizzata molto lentamente non solo dal feto, ma anche dalla madre; stimolando un aumento delle catecolamine (adrenalina in primis) circolanti, la caffeina indurrebbe va- socostrizione di utero e placenta, con conseguente ipossia fetale. Va peraltro ricordato che, secondo l’interpretazione di alcuni autori, questo dato potreb- be essere un tipico esempio della cosiddetta “causalità inversa”: le donne con bassa sin- tesi di progesterone (l’ormone che rappresenta il naturale “protettore” della gravidanza) soffrirebbero in misura minore di nausea e vomito durante la gravidanza stessa, e tende- rebbero quindi a consumare maggiori quantità di caffè, il cui aroma darebbe invece par- ticolarmente fastidio alle donne che producono normali quantità di questo ormone. Il consumo di caffè si limiterebbe quindi a segnalare indirettamente una minore produzio- ne di progesterone: che sarebbe la vera causa dell’aumentato rischio di aborto o di parto prematuro osservato tra le donne che ne continuano il consumo durante la gestazione. i 14 g, pari cioè a circa 150 tazzine di durante l’esercizio fisico strenuo, può espresso, possono risultare addirittu- essere particolarmente rischiosa so- ra fatali. prattutto per gli adolescenti, che sono metabolicamente più vulnerabili e per i Ecco perché la comunità scientifica se- quali è più difficile individuare e affron- gnala la necessità di non sottovalutare tare situazioni di potenziale pericolo. situazioni di potenziale rischio, come l’assunzione episodica, eccessiva e Il rapporto tra caffeina non controllata di energy drink. e salute cardiovascolare Nel caso di queste bevande, infatti, è Il rapporto tra caffeina e salute cardiova- ancor più importante leggere le etichet- scolare è stato senz’altro il più dibattuto te e limitare l’assunzione di caffeina a e quello su cui la ricerca si è impegnata meno di 200 mg per singola occasione di più, arrivando a modificare completa- di consumo, senza superare i già citati mente convinzioni che, nel tempo, han- 400 mg al giorno. no perso consistenza. Le conoscenze at- L’assunzione contemporanea di energy tuali relativi ai diversi ambiti della salute drink e bevande alcoliche, spesso uti- cardiovascolare sono ben sintetizzate lizzata per attenuare gli effetti dell’al- nella review dei ricercatori di Harvard. • col (per esempio se si intende guidare un’autovettura dopo avere bevuto) o Pressione arteriosa. Un aumento 8 | ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
modesto ma significativo della pres- di ipertensione, diabete o malattia sione sistodiastolica si nota, nel breve cardiovascolare. termine, nelle persone che non con- In realtà, è emersa un’associazione sumano abitualmente caffè. Nell’ar- inversa e protettiva tra consumo di co di una settimana, la maggior caffè con caffeina (3-5 tazze al gior- parte dei soggetti sviluppa però no) e coronaropatia, ictus e mortali- una completa tolleranza alla caf- tà per cause cardiovascolari. feina, alla quale concorrono probabil- Il consumo saltuario di caffè con caf- mente anche le componenti minori- feina va invece scoraggiato nelle per- tarie della bevanda, prime tra tutte i sone ad alto rischio di infarto, nelle polifenoli, come l’acido clorogenico. quali risulterebbe associato ad un au- Va sottolineato infatti che l’assunzio- mento del rischio di eventi. ne di caffè non è associata al rischio di ipertensione; inoltre e che il caffè Diabete, salute epatica non modifica il profilo pressorio dei e rischio oncologico soggetti ipertesi. Un rapporto favorevole, e indipendente • Lipidemia. Il caffè contiene cafestolo, molecola dotata di proprietà iperco- dalla presenza di caffeina è stato mes- so in luce anche tra consumo di caffè e lesterolemizzante, che non è tuttavia rischio di diabete. Altrettanto positivo è presente nelle preparazioni ottenute l’impatto che il caffè (con caffeina) ha di- mediante filtrazione o impiegando mostrato di esercitare sul fegato. Infine, un percolatore o nel caffè istantaneo. la ricerca ha definitivamente allontana- Il cafestolo è mediamente rilevabile nel to i timori di un aumento del rischio on- caffè espresso e preparato con la moka cologico, evidenziando invece una pro- ed è contenuto in massima concen- tezione diffusa in più sedi. • trazione nel caffè ottenuto tramite bollitura o infusione della polvere, o Controllo del peso, resistenza insu- con una caffettiera a stantuffo. linica e diabete di tipo 2. La caffeina • può migliorare il bilancio energetico, Fibrillazione atriale, coronaropatia, attraverso una riduzione del senso di ictus. Nessuno studio condotto su fame, un aumento del metabolismo popolazioni che assumevano fino a basale e della termogenesi indotta 6 tazze di caffè caffeinato al giorno dal cibo. Tale effetto è tuttavia mo- (in questo caso si intendono tazze desto. Inoltre, chi assume caffeina di caffè americano, ottenuto tramite aggiungendo zucchero a caffè e tè, filtrazione, con una concentrazione o consumando soft drink zuccherati, di caffeina, in base al volume della ottiene l’effetto opposto. bevanda, superiore a quella dell’e- In acuto la caffeina riduce la sensi- spresso) ha rilevato associazioni con bilità all’insulina (15% in meno dopo un aumento del rischio di fibrilla- assunzione di 3 mg/kg di peso); un zione atriale, coronaropatia o ictus, effetto che non si rileva tuttavia per neppure in soggetti con una storia assunzioni abituali. ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 9
La review conferma infatti, all’oppo- epatocellulare e biliare (soprattutto sto, una progressiva riduzione del per il caffè con caffeina). rischio di diabete di tipo 2 in corri- Esula invece dalla composizione del spondenza di livelli di consumo cre- caffè l’osservazione, ben nota, di una scenti di caffè, anche decaffeinato. correlazione diretta tra l’assunzione Nel loro complesso, quindi, questi dati della bevanda ad alta temperatura sostengono l’ipotesi che componenti e l’aumento del rischio di tumori del minori del caffè possano esercitare im- cavo orofaringeo e dell’esofago. portanti effetti benefici sul metaboli- smo glucidico, probabilmente a livello I dati su colelitiasi, urolitiasi epatico. e patologie neurologiche • Salute epatica e rischio oncologico. La protezione offerta dal consumo di • Colelitiasi e urolitiasi. Il consumo di caffè con caffeina è associato a una caffè alla salute epatica ha più di una riduzione del rischio di colelitiasi, sfaccettatura. La caffeina per esempio, probabilmente perché inibisce il rias- antagonizzando gli effetti dell’adenosi- sorbimento della bile, aumenta la se- na, riduce il rimodellamento dell’orga- crezione di colecistochinina e stimola no mediato dalla produzione di colla- la contrazione della colecisti. gene e la fibrinogenesi, concorrendo Il caffè, con o senza caffeina, ha dimo- così alla prevenzione di fibrosi e cirrosi. strato di ridurre anche il rischio di uro- Questi effetti si sono evidenziati anche litiasi (la calcolosi renale), forse per il in soggetti con epatite C. blando effetto di aumento della diuresi. • Inoltre, l’apporto di polifenoli po- trebbe proteggere dallo sviluppo di Patologie neurologiche. Le ricerche steatosi riducendo lo stress ossidati- condotte su vari gruppi di popolazione vo e migliorando l’omeostasi del tes- concordano nel mostrare una forte as- suto grasso. sociazione protettiva tra il consumo di caffè caffeinato e il rischio di malattia Dal punto di vista del rischio oncologi- di Parkinson. Un’associazione inversa è co (e di mortalità per tumori), c’è ormai emersa, anche tra il consumo di caffè una forte e ampia concordanza di dati a con caffeina e il rischio di depressione, dimostrare l’assenza di correlazioni con o ideazione suicida, ma non per dosi il consumo di caffè e caffeina. Anzi. Il troppo elevate. consumo di caffè si associa a una lieve Secondo i dati più recenti, infine, il (anche se significativa) riduzione del ri- consumo di caffè non avrebbe alcun schio di melanoma, di tumori cutanei rapporto (positivo o negativo) con il diversi dal melanoma, di carcinoma rischio di Alzheimer, nonostante al- mammario e di tumore prostatico. cune precedenti osservazioni, da cui Più evidente è l’effetto protettivo nei sembrava emergere un’associazione confronti del rischio di carcinoma inversa con il rischio di qualunque de- dell’endometrio (da parte del caffè cadimento cognitivo, ma soltanto per con o senza caffeina), di carcinoma consumi limitati (1-2 tazze al giorno). 10 | ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
Caffeina e mortalità per tutte le cause Se moderato e abituale, il consumo di caffè (con o senza caffeina) si dimostra, in tutto il mondo, un’abitudine scevra di rischi. Nell’intervallo compreso tra 2 e 5 tazze (si ricorda che il dato è riferito alle quantità medie di caffè tipo americano), il consumo abituale di caffè si associa a una riduzione del rischio di mortalità per tutte le cause. Nelle persone che consumano più di 5 tazze di caffè al giorno, tale rischio risulta simile a quello che si registra in chi non consuma caffè. Ancora: l’associazione inversa tra assunzione di caffè e rischio di mortalità per tutte le cause non si modifica in relazione alla diversa velocità di metabolizzazione della caffeina delle persone: confermando che non è la caffeina stessa a svolgere il ruolo principale al proposito. Conclusioni • Il consumo di caffè si conferma un’abitudine priva di ricadute negative per la • salute della maggioranza della popolazione adulta. Per quanto riguarda il componente principale del caffè, la caffeina, la racco- mandazione internazionale al consumo per la popolazione adulta generale, condivisa anche da EFSA (Autorità europea per il controllo della sicurezza degli alimenti), indica in 400 mg frazionati nell’arco della giornata l’assunzione massi- ma da non superare (circa 4 tazzine di moka o circa 5 di espresso). Tale dose va • precauzionalmente ridotta a 200 mg nelle donne in gravidanza e allattamento. Il rapporto tra caffeina e salute cardiovascolare è stato approfondito so- prattutto tra i consumatori abituali di caffè. Consumi moderati e abituali di 3-5 tazze quotidiane sono associati in modo inverso e favorevole con il rischio di ipertensione, coronaropatia, ictus, anche nelle persone a rischio cardiova- • scolare elevato. Fanno eccezione i soggetti ad alto rischio di infarto miocardico e consumatori non abituali, nei quali l’assunzione sporadica di caffè con caffeina, anche in • quantità ridotte, sembra aumentare il rischio di eventi. Nel rapporto tra consumo di caffè e salute non si può prescindere dalla com- posizione complessiva del caffè, in cui sono presenti, oltre alla caffeina, poli- • fenoli, minerali e vitamine. Proprio alla composizione complessiva del caffè si attribuisce l’associazione tra consumo abituale e moderato di caffè, anche senza caffeina, e la riduzio- • ne del rischio di diabete di tipo 2. Il consumo abituale e moderato di caffè con caffeina è inversamente associa- to anche al rischio di alcuni tumori, ma anche di fibrosi epatica e di steatosi, • di colelitiasi e di nefrolitiasi. Il caffè con caffeina, consumato abitualmente e a dosi moderate, risulta as- sociato anche a un ridotto rischio di malattia di Parkinson. Sembrano inve- ce meno solidi i dati a favore di un effetto protettivo sul declino cognitivo patologico. ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 11
• Infine, dalla letteratura emerge una correlazione inversa tra consumo mode- rato e abituale di caffè, con o senza caffeina, e rischio di mortalità per tutte le • cause. La caffeina è veicolata, in concentrazioni diverse, anche da altre bevande, come il tè, la cioccolata, alcuni soft drink e i cosiddetti energy drink. Il con- sumo di queste ultime bevande deve rispettare l’apporto massimo di caffei- na per singola assunzione (200 mg), o quello massimo di 400 mg frazionati nell’arco della giornata. Bibliografia di riferimento Alperet DJ, Rebello SA, Khoo EY-H, et al. The effect Lafranconi A, Micek A, Galvano F, et al. Coffee de- of coffee consumption on insulin sensitivity and creases the risk of endometrial cancer: a dose- other biological risk factors for type 2 diabetes: response meta-analysis of prospective cohort a randomized placebo-controlled trial. Am J Clin studies. Nutrients 2017;9:1223. Nutr 2020;111:448-58. Larsson SC, Giovannucci EL, Wolk A. Coffee con- Carlström M, Larsson SC. Coffee consumption and sumption and risk of gallbladder cancer in a pro- reduced risk of developing type 2 diabetes: a spective study. J Natl Cancer Inst 2017;109:1-3. systematic review with meta-analysis. Nutr Rev 2018;76:395-417. Ludwig IA, Clifford MN, Lean MEJ, et al. Coffee: bio- chemistry and potential impact on health. Food Chen L-W, Fitzgerald R, Murrin CM, et al. Associa- Funct 2014;5:1695-717. tions of maternal caffeine intake with birth out- comes: results from the Lifeways Cross Genera- McLellan TM, Caldwell JA, Lieberman HR. A review of tion Cohort Study. Am J Clin Nutr 2018;108:1301-8. caffeine’s effects on cognitive, physical and oc- Derry CJ, Derry S, Moore RA. Caffeine as an analge- cupational performance. Neurosci Biobehav Rev sic adjuvant for acute pain in adults. Cochrane 2016;71:294-312. Database Syst Rev 2014;12:CD009281. Micek A, Godos J, Lafranconi A, et al. Caffeinated EFSA Panel on Dietetic Products, Nutrition and Al- and decaffeinated coffee consumption and lergies. Scientific opinion on the safety of caf- melanoma risk: a dose-response meta-analysis feine. EFSA J 2015;13:4102. of prospective cohort studies. Int J Food Sci Nutr Ehlers A, Marakis G, Lampen A, et al. Risk assess- 2018;69:417-26. ment of energy drinks with focus on cardiovas- Nehlig A. Interindividual differences in caffeine me- cular parameters and energy drink consumption tabolism and factors driving caffeine consump- in Europe. Food Chem Toxicol. 2019;130:109-121. tion. Pharmacol Rev 2018;70:384-411. Kennedy OJ, Roderick P, Buchanan R, et al. Coffee, van Dam RM, Hu FB, Willet WC. Coffee, Caffeine, including caffeinated and decaffeinated coffee, and Health. NEJM 2020;383:369-78. and the risk of hepatocellular carcinoma: a sys- tematic review and dose response meta-analy- Velickovic K, Wayne D, Leija HAL, et al. Caffeine ex- sis. BMJ Open 2017;7: e013739. posure induces browning features in adipose tis- sue in vitro and in vivo. Sci Rep 2019;9:9104. Kim Y, Je Y, Giovannucci E. Coffee consumption and all-cause and cause-specific mortality: a meta- Xia J, Chen J, Xue J-X ,et al. An up-to-date meta- analysis by potential modifiers. Eur J Epidemiol analysis of coffee consumption and risk of pros- 2019;34:731-52. tate cancer. Urol J 2017;14:4079-88. 12 | ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
L’INTERVISTA ALL’ESPERTO di Fabio Fioravanti La supplementazione di vitamina D di fronte ai nuovi scenari di salute: il punto di vista degli endocrinologi Risponde Anna Maria Formenti, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano D i vitamina D si parla ormai mol- livelli della vitamina, rilevata nel plasma tissimo, ed in molti ambiti spe- come 25(OH)D, da ritenere adeguati o cialistici c’è interesse per le sue invece inadeguati, che rappresenta un possibili azioni preventive o protettive primo passo importante, nel contesto nei confronti di un crescente numero di analitico, per poter definire i valori da malattie. Il tema è all’ordine del giorno ritenere “normali” nella popolazione ge- soprattutto in ambito endocrinologico: nerale. Molto dipende anche dalla stan- e mentre la ricerca dardizzazione dei prosegue in tutto metodi analitici e il mondo, lo “sta- dei kit diagnosti- to dell’arte” è stato L’apporto va adeguato ci attualmente a definito in un lavo- alle caratteristiche disposizione: for- ro, di recente pub- individuali, con maggior se troppi e non blicazione, che ri- attenzione ai più fragili sempre adegua- porta le conclusioni tamente validati. della seconda Con- Ne parliamo con sensus conference Anna Maria For- internazionale sulle controversie relative menti, Endocrinologa del San Raffaele, alla vitamina (1). La consensus, che vede tra gli autori della consensus. tra gli autori il gruppo del professor An- drea Giustina – direttore della scuola di DOMANDA: In attesa della standar- Endocrinologia presso l’Università Vita- dizzazione della diagnostica di labo- Salute San Raffaele di Milano – affronta ratorio, e della definizione dei valori tutti i temi attualmente al centro della soglia, possiamo dire che l’ipovita- discussione tra gli specialisti e propone minosi D rappresenta un problema alcune indicazioni per aiutare il medico in Italia? a orientarsi nella pratica clinica. RISPOSTA: L’ipovitaminosi D è diffusa nella popolazione del nostro Paese. Il Tra questi temi anche la definizione dei motivo è molto semplice: l’80% della ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 13
vitamina D deriva dalla sintesi a livello normale alimentazione (lo troviamo ad del tessuto cutaneo attraverso l’azio- esempio nel pesce e nelle alghe), la cui ne dei raggi UVB. Purtroppo, ci espo- carenza era diffusa in tutta Italia. niamo sempre meno al sole: gli anzia- ni non amano o non possono uscire di Dopo una lunga battaglia portata avan- casa e i giovani tendono, più oggi che ti dagli endocrinologi, in base alla legge in passato, a praticare attività fisica in 55/2005 gli esercizi commerciali e i pub- palestra piuttosto che all’aperto. D’altro blici esercizi hanno l’obbligo di mettere a canto, con l’età la cute va incontro ad disposizione anche sale iodato. una crescente riduzione della capacità Ciò è importante anche per la prevenzio- di produrre vitamina D. A questo si ag- ne dei tumori della tiroide. Si potrebbe giunge il timore del rischio di sviluppa- utilizzare lo stesso approccio per la vita- re tumori cutanei, come il melanoma, mina D. Esistono argomentazioni con- legati all’eccesso di esposizione al sole. vincenti, anche dal punto di vista econo- Il risultato è che, in Italia, un paese so- mico: pensiamo al numero di persone leggiato per buona parte dell’anno, il con patologie ossee e a quanto costa, al problema dell’ipovitaminosi D investe Servizio Sanitario Nazionale, la gestione tutte le fasce di età, non solo le persone delle fratture, spesso conseguenza di ri- in età più avanzata. dotti livelli di vitamina D nelle fasi prece- denti della vita. D.: Come hanno fronteggiato il pro- È d’altra parte ovvio che in Italia, data la blema altri Paesi che hanno meno carenza diffusa nella popolazione gene- sole di noi? rale, la spesa sanitaria per i supplemen- R.: Si parla del paradosso scandinavo. ti di vitamina D sia molto alta. Al punto E cioè di quei Paesi che dispongono di che, alla fine del 2019, l’organo regola- molto meno sole di noi, ma fortificano i mentatore italiano ha dovuto emettere cibi di maggior consumo: il latte, il pane, una nota per regolarne la rimborsabilità. lo yogurt. In questi casi il 20% di vitami- na D dovuto alla dieta cresce fino a fare D.: Gli ultimi dati di mercato, duran- la differenza. Come Società Europea di te e dopo il lockdown, danno la vita- Endocrinologia abbiamo discusso il pro- mina D tra i prodotti le cui vendite blema presso il Parlamento europeo, sono in grande crescita in farmacia. chiedendo che anche nei Paesi dell’area R.: Questo aspetto è senz’altro positivo. mediterranea venisse posto un obbligo C’è sempre il timore che, soprattutto di fortificazione. Ad oggi le nostre richie- per gli anziani, nella fase del lockdown ste non sono state accolte. le prescrizioni ritenute erroneamente “non indispensabili”, quali la vitamina D D.: Ritiene che possa essere diffici- o gli stessi bisfosfonati, non siano rin- le ottenere la fortificazione degli ali- novate. menti industriali con vitamina D? R.: Si è fatto con lo iodio, un’altra grande D.: Le fonti alimentari sono impor- battaglia degli endocrinologi. È un altro tanti sebbene, come ha detto, se- nutriente non facilmente reperibile nella condarie rispetto all’esposizione 14 | ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
Tre messaggi chiave a proposito della vitamina D 1 - «La vitamina D in realtà è un ormone e il cibo non ne è la fonte primaria. In primo luogo –spiega Andrea Giustina– la vitamina si ottiene attraverso l’esposizione al sole. Il problema è che, per il cambiamento dello stile di vita, l’esposizione della cute al sole si è ridotta nel tempo. Ancora di più oggi in seguito alla pandemia Covid che induce una riduzione dei rapporti interpersonali: vediamo un’estremizzazione degli effetti sullo stile di vita e dun- que anche una esposizione ulteriormente ridotta alla luce solare. L’effetto è maggiore in paesi come l’Italia dove il cibo non viene fortificato con la D». 2 - Il secondo messaggio riguarda la definizione della carenza. «Su questa tema ci sono punti di vista diversi», osserva Giustina. «La nostra Consensus fornisce una definizione piuttosto restrittiva di ipovitaminosi D. Il livello soglia per definirla è posto a 12 nanogram- mi per millilitro, mentre sotto i 20 ng/ml si parla di deficienza. A differenza di quanto riportato in altri documenti scientifici, questi valori non sono uguali per tutti. I valori soglia proposti sono applicabili alla popolazione generale sana, ma vanno aumentati per alcune categorie di persone, in particolare in caso di presenza di patologie ossee come l’osteoporosi. Gli esami per misurare la vitamina D nel sangue sono più sofi- sticati rispetto a quelli di routine impiegati nella medicina generale, ma sono largamente disponibili. Ogni medico li può prescrivere e valutare, ma l’interpretazione dei risultati ne- cessita il più delle volte di uno specialista, proprio perché le soglie variano a seconda delle caratteristiche cliniche dei pazienti». 3 - Infine, va sottolineato che se si trattano con vitamina D le persone che non manife- stano carenza, gli effetti della supplementazione sono meno evidenti. «Bisogna puntare sull’ipovitaminosi e quindi trattare un’eventuale carenza, ma di per sé la vitamina non va considerata una panacea per tutti i mali, compreso il Covid. È inutile organizzare studi in cui la vitamina D viene somministrata a chi non è carente, come quelli che vengono condotti in paesi dove non è riscontrabile una carenza diffusa. Non è sorprendente che molti di questi studi non dimostrino effetti della supplementazio- ne sullo scheletro e, a maggior ragione, effetti extra-scheletrici sul muscolo o sul sistema immunitario. Anche per questo motivo, ad ora, l’idea di implementare l’assunzione a livello di tutta la popolazione appare poco sostenibile dal punto di vista clinico. Ma in paesi come l’Italia, dove l’ipovitaminosi è diffusa (secondo i dati disponibili la carenza riguarda quasi il 100% degli anziani) sarebbe opportuno un maggiore interventismo». al sole. Su quali alimenti ci si può sitamente esposte ai raggi UVB per orientare? aumentare la concentrazione di vita- R.: Classicamente l’olio di fegato di mina D. merluzzo e, in generale, i pesci grassi. L’altra fonte è costituita da latte, uova D.: Alla fine, è quindi l’esposizione e carne di animali, purché siano stati alla luce solare che può fare la vera esposti alla luce solare. Nel caso dei differenza. Quanto? vegetariani va detto che anche alcu- R.: Per il fototipo medio degli Italiani il ne tipologie di funghi vengono appo- consiglio è di esporsi per 15-20 minuti ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 15
al giorno; meglio nelle prime o nelle necessario in questi pazienti utilizzare ultime ore del giorno, per ridurre il ri- dosaggi più elevati per mantenere livel- schio associato all’azione dei raggi UV li di vitamina nella norma. Lo stesso di- sulla pelle. Tuttavia, soprattutto tra gli scorso vale per i soggetti con infezione anziani, si osserva una scarsa propen- da Hiv, che interferisce col metabolismo sione ad esporsi al sole, a volte anche della D, o in terapia per la stessa pato- per motivi logistici (è più difficile, per logia. Particolare attenzione meritano esempio, per coloro che vivono in cit- anche i pazienti con malattie renali: un tà). In uno studio italiano di qualche rene danneggiato non riesce a trasfor- anno fa più dell’80% delle persone mare il precursore nella forma attiva over70 presentava valori di vitamina della vitamina. Nei casi di insufficienza D del tutto insufficienti. È un altro ele- renale avanzata si rende spesso neces- mento a supporto dell’opportunità di sario somministrare direttamente il cal- integrare o fortificare gli alimenti. citriolo, e cioè la forma già attiva della vitamina D3. D.: Che importanza può avere la for- tificazione di specifici alimenti? D.: Si parla molto di prevenzione del- R.: Un’importanza elevata. Esistono già le malattie non scheletriche, come i varie esperienze positive condotte in al- tumori. Qual è attualmente lo stato tri stati: ad esempio, in Danimarca han- dell’arte? no esposto i maiali alla luce del sole, così R.: Abbiamo dati molto promettenti, ma come le galline per ottenere uova ricche i diversi tipi di tumore hanno caratteri- di vitamina; in Finlandia la fortificazione stiche biologiche anche assai diverse, e di alcuni alimenti risulta obbligatoria. resta ancora molto lavoro da fare. Noi stiamo cercando di sensibilizzare Il ruolo della vitamina D è ormai rico- perché azioni analoghe vengano intra- nosciuto nel caso del tumore del colon; prese anche in Italia. Qualche prodotto in Italia, dove il deficit della vitamina è fortificato in commercio si comincia a diffuso, l’integrazione potrebbe proba- vedere, come per esempio le bevande bilmente mostrare un effetto protetti- vegetali (es. di soia). Addizionate con vo anche nei riguardi di questa (e forse calcio e vitamina D sono importanti non altre) patologie tumorali. In altri paesi solo per i vegetariani, ma anche per le è diverso. Ad esempio, i maggiori stu- persone che per diverse ragioni non di di popolazione per ora provengono consumano latticini. dalla Nuova Zelanda dove i livelli medi nel sangue sono molto più alti, probabil- D.: Quali sono i gruppi di pazienti a mente perché le persone si espongono maggiore rischio di ipovitaminosi? di più al sole o perché gli alimenti sono R.: Certamente le persone in trattamen- fortificati. to con glucocorticoidi (i cosiddetti corti- Lo stesso vale per i grandi studi effet- sonici), farmaci molto utilizzati, che ten- tuati in ambito cardiovascolare. Molti dono ad accelerare il catabolismo della studi non hanno fatto emergere una si- vitamina. Questo comporta che, se si gnificativa azione preventiva della sup- somministrano supplementi, è spesso plementazione con vitamina D, proba- 16 | ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
bilmente perché la supplementazione lo nel contrastare il processo di atrofia stessa è stata fatta in soggetti che già muscolare. Ed è evidente che avere un avevano livelli di vitamina nella norma. muscolo meno tonico, con meno miofi- Sarebbe un po’ come dare il paraceta- brille e malnutrito aumenta il rischio di molo a una persona che non ha la feb- cadute. Però attenzione: esiste anche il bre: è chiaro che non si vedono effetti. rischio di sovradosaggio, come nel caso delle somministrazioni in dose unica D.: Oltre al cancro, in quali ambiti la di 500 mila unità che si utilizzavano in vitamina potrebbe giocare un ruolo passato, (una pratica ora abbandonata); protettivo? l’effetto negli anziani poteva essere pa- R.: In primo luogo le malattie autoim- radossale, con l’aumento del rischio di muni, visto che la vitamina D ha un cadute. ruolo nella regolazione del sistema im- munitario. Non ci sono ancora dati suf- D: Quale consiglio si potrebbe dare ficienti ma non è da escludere la possi- per una supplementazione ottimale bilità di riuscire a sfruttare tale ruolo per nella popolazione generale? contrastare le malattie autoimmuni e R.: La supplementazione dovrebbe es- forse anche il diabete di tipo 1. Per quan- sere adeguata dal medico alle caratte- to riguarda la gravidanza, la supplemen- ristiche individuali. Ora si dice che l’ap- tazione con vitamina D può essere ero- gata gratuitamente, a carico del Servizio porto medio, il fabbisogno giornaliero, Sanitario Nazionale, e deve essere assi- dovrebbe essere tra le 600 e 800 unità curata a tutte le gestanti. nel soggetto sano; diverso è il discorso per l’anziano, magari con osteopatia già D: Si è evidenziato anche un pos- presente, che va valutato caso per caso. sibile ruolo nella prevenzione del Non vanno mai superate comunque le rischio di cadute nell’anziano: che centomila unità. cosa sappiamo precisamente al ri- La somministrazione auspicabile è su guardo? base giornaliera; poiché alcuni pazien- R.: I recettori della vitamina D sono pre- ti tendono a dimenticarsela, è tuttavia senti in molti tessuti, anche a livello del possibile ricorrere anche alle formula- muscolo, dove possono giocare un ruo- zioni settimanali e mensili di D3. Bibliografia (1) Giustina A, Adler RA, Binkley N. et al. Consensus statement from 2nd International Conference on Contro- versies in Vitamin D. Rev Endocr Metab Disord 2020; 21: 89-116. ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE | 17
LA SCHEDA: le mandorle La mandorla è il frutto del Prunus dulcis, appartenente alla famiglia delle Rosacee e origina- rio dell’Asia. Ovale e di colore verde è in realtà una drupa contenente un nocciolo legnoso al cui interno è conservato il seme o mandorla, che rappresenta la parte commestibile. Gli Stati Uniti sono il maggiore produttore al mondo (circa l’80% della produzione mondiale è concentrata in California), seguiti da Spagna e Australia. Le mandorle sono utilizzate principalmente come ingrediente nell’industria dolciaria e solo in minima parte vengono consumate come frutta secca oleosa. Che cosa contengono Le mandorle sono ricche di fibre, acidi Mandorle dolci essiccate e bevanda vegetale grassi monoinsaturi (acido oleico) e po- a base di mandorla: linsaturi (acido linoleico), vitamina E, ol- contenuto medio di energia e nutrienti tre che di potassio, fosforo, magnesio, 100 g 30 g 100 ml rame e manganese. Sono fonte di vitamine del gruppo B, in Energia (kcal) 628 189 57 particolare di tiamina, riboflavina, niaci- Acqua (g) 5,1 1,5 89,2 Proteine (g) 22 6,6 1,3 na e acido folico. Nella cuticola marro- Lipidi (g) 55,3 16,6 3,3 ne che avvolge il seme si trovano po- Acido oleico 39,06 11,7 2,34 lifenoli (proantocianidine e tannini), ai Acido linoleico 10,54 3,2 0,63 quali vengono attribuite proprietà an- Carboidrati (g) 4,6 1,4 5,5 tinfiammatorie e antiossidanti. Sebbe- Fibra (g) 12,7 3,8 0,8 ne il contenuto calorico sia, in assoluto, Potassio (mg) 780 234 47 piuttosto elevato, una porzione di man- Fosforo (mg) 550 165 33 Magnesio (mg) 264 79 16 dorle da circa 30 g (come indicato dai Rame (mg) 0,92 0,28 0,06 LARN), può rientrare nell’ambito di una Manganese (mg) 1,70 0,51 0,10 dieta sana ed equilibrata, come parte Tiamina (mg) 0,23 0,07 0,01 di uno dei pasti principali o come valido Riboflavina (mg) 0,4 0,12 0,02 spuntino spezza fame: anche perché si Niacina (mg) 3 0,9 0,18 stima che, a causa della struttura mol- Folati totali (µg) 48 14,4 3 to tenace e poco accessibile agli enzi- Vitamina E (mg) 26 7,8 1,56 mi digestivi, una parte non trascurabile Fonte: Modif. da BDA-IEO e CREA – Tabelle di composizione de- gli alimenti. delle calorie apportate dalla mandorla non venga in realtà assorbita. Che cosa bisogna sapere Dalla letteratura scientifica emergono dati a supporto delle varie proprietà nutrizionali delle mandorle, che indicano, ad esempio, un’associazione tra il consumo regolare e moderato e il controllo della colesterolemia, o un minor rischio cardiovascolare. Alla fibra viene invece attribuito l’effetto di regolazione di appetito e sazietà correlato al con- sumo di snack a base di mandorle. Dalle mandorle macinate e lasciate in infusione, con aggiunta o meno di zucchero o miele, si ottiene una bevanda, tipica delle regioni del sud Italia, il “latte di mandorla”. Nel 2010, la Com- missione Europea (2010/791/UE), ha riconosciuto la legittimità della denominazione “latte” a tale prodotto e non ad altre bevande vegetali. 18 | ALIMENTAZIONE PREVENZIONE & BENESSERE
Puoi anche leggere