A PROPOSITO DI CORONAVIRUS - Istituto S.Anna Crotone
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Manzoni non l’aveva vista, la peste, LA PESTE ma aveva studiato documenti su documenti. E allora descrive la follia, la psicosi, le teorie assurde sulla sua origine, sui rimedi. Descrive la scena di uno straniero (un “turista”) a Milano che tocca un muro del duomo e viene linciato dalla folla perché accusato di spargere il morbo. Ma c’è una cosa che Manzoni descrive bene, soprattutto, e che riprende da Boccaccio: il momento di prova, di discrimine, tra umanità e inumanità. Boccaccio sì che l’aveva vista, la peste. Aveva visto amici, persone amate, parenti, anche suo padre morire. 1348 E Boccaccio ci spiega che l’effetto più terribile della peste era la distruzione del vivere civile. Perché il vicino iniziava a odiare il vicino, il fratello iniziava a odiare il fratello, e persino i figli abbandonavano i genitori. La peste metteva gli uomini l’uno contro l’altro. Lui rispondeva col Decameron, il più grande inno alla vita e alla buona civiltà. Manzoni rispondeva con la fede e la cultura, che non evitano i guai ma, diceva, insegnavano come affrontarli. In generale, entrambi rispondevano in modo simile: invitando a essere uomini, 1630 a restare umani, quando il mondo impazzisce. (Errico Buonanno)
• Perché questo FOCUS SUL CORONAROVIRUS? Abbiamo pensato che valga la pena tentare di far prevalere la logica dei numeri sulla irrazionalità del panico (non della legittima ansia!), privilegiando l’approccio scientifico a quello emotivo, utilizzando le fonti istituzionali piuttosto che i social. • Alcune considerazioni basate sui numeri. Prendiamo l'influenza: di tutti coloro che muoiono in Italia (650 mila persone l'anno) uno su mille muore di influenza. I morti di influenza sono quasi due al giorno. Immaginate un titolo: altri due morti! Ogni giorno.. Dal 14 ottobre 2019 al 9 febbraio 2020 abbiamo avuto 5 milioni e 18mila casi, cioè il 9% della popolazione italiana con picchi massimi del 15%, con 300 morti dirette e da 4mila a 5mila indirette. Va tenuto conto del fattore età: il 95 per cento dei morti di influenza ha più di 65 anni; il 77 per cento più di 80. Gli altri guariscono. Il coronavirus è una forma influenzale che può diventare polmonite nel 20 per cento dei casi: vero, con la polmonite muoiono, in media, 37 persone al giorno. Ogni anno, ma l'Italia non si ferma. I dati offrono altri spunti interessanti: la principale causa di morte in assoluto sono le malattie del sistema cardiocircolatorio: 638 persone ogni giorno. Abbiamo controllato colesterolo o trigliceridi? Cambiato alimentazione? La seconda i tumori (483 al giorno): fatto la prevenzione? Più di 10 persone muoiono ogni giorno in incidenti stradali: qualcuno per caso vuole fermare la circolazione?
I dati sono implacabili, ma il modo di presentarli è ancora più insidioso: se dico "già «tot» casi di coronavirus" sto dicendo che il virus è più veloce del previsto; se dico "solo «tot» casi" sto dicendo il contrario. L'ansia nasce legittimamente dai numeri, il panico dagli avverbi. Cosa sono i coronavirus I coronavirus (CoV) sono un’ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie come la MERS (sindrome respiratoria mediorientale, Middle East respiratory syndrome) e la SARS (sindrome respiratoria acuta grave, Severe acute respiratory syndrome). Sono chiamati così per le punte a forma di corona che sono presenti sulla loro superficie. I coronavirus sono comuni in molte specie animali (come i cammelli e i pipistrelli) ma in alcuni casi, se pur raramente, possono evolversi e infettare l’uomo per poi diffondersi nella popolazione. Un nuovo coronavirus è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente mai identificato nell'uomo. I coronavirus umani conosciuti ad oggi, comuni in tutto il mondo, sono sette, alcuni identificati diversi anni fa (i primi a metà degli anni Sessanta) e alcuni identificati nel nuovo millennio.
Coronavirus umani comuni 1 - 229E (coronavirus alpha) 2 - NL63 (coronavirus alpha) 3 - OC43 (coronavirus beta) 4 - HKU1 (coronavirus beta) Altri coronavirus umani 5 - MERS-CoV (il coronavirus beta che causa la Middle East respiratory syndrome) * 6 - SARS-CoV (il coronavirus beta che causa la Severe acute respiratory syndrome) ** 7 - 2019 Nuovo coronavirus - SARS COVID 2019 (Severe acute respiratory syndrome) *** * molto contagioso, molto letale ** poco contagioso, molto letale *** molto contagioso, poco letale Il 9 gennaio 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che le autorità sanitarie cinesi hanno identificato un nuovo ceppo di
Virus ad RNA con forte propensione a mutare ed adattarsi. Origine sicuramente animale … pipistrello specie serbatoio più probabile ... Salto di specie …. Circuito interumano … notevole vantaggio verso la popolazione suscettibile… opportunità formidabile … specie abbondante, promiscuità, assenza memoria immunologica, scarsa cross-protezione. Riduzione della virulenza in tempi non brevi. Maggiore difficoltà trasmissione al raggiungimento livello ottimale (?) di immunità di popolazione … maggiore difficoltà trasmissione virale…aumento forme lievi, croniche o asintomatiche. Al momento 15-20% forme gravi con necessità ospedalizzazione. Elevata contagiosità. - L'influenza stagionale ha una mortalità di poco inferiore allo 0,1% … popolazione in gran parte immune (pregresse infezioni, parziale cross-protezione verso le nuove varianti e per la vaccinazione). - Covid 2019 è un virus nuovo. Non memoria immunologica o immunità di gregge … forme gravi (ricovero nel 15% dei casi). Polmoniti … terapia intensiva… ausilio respirazione assistita. La verità è che nessuno sa come andrà a finire. Il principio di precauzione, se applicato bene, non sarà mai apprezzato abbastanza, se il problema sanitario poi non si verifica. Mentre una sottovalutazione del pericolo, in presenza di un'epidemia fuori controllo, farebbe scoppiare la rivoluzione. La difficoltà di prendere la giusta decisione è un sottile filo che lega questi due estremi.
Tasso di letalità. La letalità complessiva si attesta al 2-3%: valore inferiore al 9,6% osservato per il SARS-CoV, coronavirus che si è diffuso da novembre 2002 a luglio 2003 in 30 paesi/regioni e decisamente inferiore al 34,4% registrato per il MERS- CoV, altro coronavirus che si è diffuso in 27 paesi/regioni da settembre 2012 a settembre 2019. In merito alla letalità è importante rimarcare una considerazione: il valore del tasso di letalità sopra indicato, ovvero il 2-3% circa, viene calcolato come rapporto tra il numero di decessi e quello dei casi gravi di infezione, mentre sarebbe più corretto che fosse calcolato sul totale dei casi di malattia (comprendendo cioè anche il numero di pazienti asintomatici o con sintomi lievi, informazioni al momento non note). Introducendo questo correttivo il valore della letalità (cioè il numero totale di decessi per una determinata m a l a t t i a i n r a p p o r t o a l n u m e r o t o t a l e d e i m a l a t i ) risulterebbe inferiore. Gli studi al momento orientati ad analizzare le caratteristiche delle persone decedute a causa del nuovo coronavirus, rivela che i decessi sono avvenuti principalmente, ma non esclusivamente, in persone anziane che presentavano una comorbosità, ovvero la compresenza di altre malattie, o che avevano subito in passato interventi chirurgici. La febbre (64,7%) e la tosse (52,9%) hanno rappresentato i primi sintomi che hanno condotto i pazienti alla morte. Il numero mediano di giorni intercorrenti tra i primi sintomi e la morte sono stati 14, minore tra le persone di età maggiore o uguale a 70 anni (11,5 giorni) rispetto a quelli osservati tra le persone di età inferiore ai 70 anni (20 giorni). Nonostante il campione analizzato abbia ancora dimensioni ridotte, i risultati dello studio forniscono indicazioni che permettono di affermare che le persone anziane si trovano in una condizione di maggiore vulnerabilità al SARS-CoV2 rispetto alle altre fasce di età, specie in caso di comorbosità ed interventi chirurgici precedenti. Ad una minore gravità in termini di mortalità del nuovo coronavirus rispetto a SARS e MERS, si osserva in parallelo una maggiore contagiosità. Il numero di casi di malattia infatti ha già ampiamente superato quello dei 2 virus in precedenza responsabili di infezione, e anche l’analisi del tasso di riproduzione della malattia fornisce una conferma in questa direzione.
Tasso di riproduzione della malattia Il cosiddetto tasso netto di riproduzione dell’infezione, indicato con R0, è una misura in grado di descrivere la capacità di propagazione di un’infezione in una popolazione. Esprime il numero atteso di nuove infezioni generate da un singolo individuo infetto nel corso del suo intero periodo d’infettività, in una popolazione interamente suscettibile. In caso di valori di R0 < 1 è atteso che nel lungo periodo l’infezione cessi la sua diffusione, mentre se R0 > 1 è atteso che l’infezione possa diffondersi nella popolazione. Sulla base delle analisi realizzate dall’OMS, risulterebbe che il valore preliminare di R0 riferito al nuovo coronavirus per la trasmissione da uomo a uomo si attesterebbe su valori compresi tra 1,4 e 2,5; uno studio più recente indicherebbe un R0 prossimo a 4,08: quest’ultimo valore indica che ogni caso di malattia sarebbe responsabile di 4 nuovi casi. Il confronto con gli R0 di SARS e MERS conferma la maggiore contagiosità dell’attuale nuovo coronavirus: la sindrome respiratoria acuta grave (SARS) aveva un R0 approssimativamente di 3. Matematica e consapevolezza R0 scende se si tiene la bocca chiusa in luoghi pubblici Se R0 < 1 l’epidemia frena fino all’arresto si frequentano meno i luoghi pubblici si lavano frequentemente le mani si utilizza la mascherina
Misure di informazione e prevenzione sull’intero territorio nazionale -il personale sanitario si attiene alle misure di prevenzione per la diffusione delle infezioni per via respiratoria e applica le indicazioni per la sanificazione e la disinfezione degli ambienti previste dal Ministero della salute; -nei servizi educativi per l’infanzia, nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle università, negli uffici delle altre pubbliche amministrazioni devono essere esposte negli ambienti aperti al pubblico, o di maggiore affollamento e transito, le informazioni sulle misure di prevenzione rese note dal Ministero della salute; -nelle pubbliche amministrazioni e, in particolare, nelle aree di accesso alle strutture del servizio sanitario e in tutti i locali aperti al pubblico, devono essere messe a disposizione degli addetti, come di utenti e visitatori, soluzioni disinfettanti per il lavaggio delle mani; -i sindaci e le associazioni di categoria promuovono la diffusione delle informazioni sulle misure di prevenzione igienico sanitarie presso gli esercizi commerciali; -le aziende di trasporto pubblico anche a lunga percorrenza devono adottare interventi straordinari di sanificazione dei mezzi; -durante le procedure concorsuali pubbliche e private, consentite, devono essere assicurate modalità tali da evitare assembramenti di persone; -chiunque abbia fatto ingresso in Italia, a partire dal quattordicesimo giorno antecedente la data di pubblicazione del presente decreto, dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico, come identificate dall’Organizzazione mondiale della sanità, o sia transitato o abbia sostato nei comuni della “zona rossa”, deve comunicare tale circostanza al proprio medico di medicina generale, al pediatra di libera scelta o ai servizi di sanità pubblica competenti, che procedono di conseguenza, secondo il protocollo previsto in modo dettagliato dallo stesso DPCM odierno.
Sintomi e diagnosi I sintomi più comuni: febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi: polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino morte. In particolare: I coronavirus umani comuni di solito causano malattie del tratto respiratorio superiore da lievi a moderate, che durano per un breve periodo di tempo. naso che cola mal di testa tosse gola infiammata febbre sensazione generale di malessere. I coronavirus umani a volte possono causare polmonite o bronchite. Questo è più comune nelle persone con preesistenti patologie croniche dell’apparato cardio-vascolare e/o respiratorio, e soggetti con un sistema immunitario indebolito, nei neonati e negli anziani.
Altri coronavirus umani che hanno fatto il salto specie, come per esempio MERS-CoV e SARS-CoV, possono causare sintomi gravi. I sintomi della sindrome respiratoria mediorientale di solito includono febbre, tosse e respiro affannoso che spesso progrediscono in polmonite e circa 3 o 4 casi su 10 sono risultati letali. I casi di MERS continuano a verificarsi, principalmente nella penisola arabica. I sintomi della sindrome respiratoria acuta grave, per la quale non si registrano più casi dal 2004 in nessuna parte del mondo, includevano febbre, brividi e dolori muscolari che di solito progredivano in polmonite. Data la poca specificità dei sintomi comuni dell’infezione da coronavirus è possibile effettuare test di laboratorio su campioni respiratori e/o siero soprattutto in caso di malattia grave. È comunque importante, nel caso si verifichino sintomi, informare il proprio medico di eventuali viaggi o di recenti contatti con animali (per esempio viaggi nei Paesi della penisola arabica o contatti con cammelli o prodotti a base di cammello).
Trasmissione I coronavirus umani si trasmettono da una persona infetta a un’altra attraverso: la saliva, tossendo e starnutendo contatti diretti personali le mani, ad esempio toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi una contaminazione fecale (raramente). Nuovo coronavirus 2019-nCoV: il punto sui meccanismi di trasmissione Nel Situation Report – 12, pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il 1 febbraio 2020 viene fatto il punto sui meccanismi di trasmissione del nuovo coronavirus 2019-nCoV. Sulla base dei dati al momento disponibili, l’OMS ribadisce che il contatto con i casi sintomatici (persone che hanno contratto l’infezione e hanno già manifestato i sintomi della malattia) è il motore principale della trasmissione del nuovo coronavirus 2019-nCoV. L’OMS è a conoscenza di una possibile trasmissione del virus da persone infette ma ancora asintomatiche e ne sottolinea la rarità. In base a quanto già noto sui coronavirus (ad es. MERS-CoV), sappiamo infatti che l’infezione asintomatica potrebbe essere rara e che la trasmissione del virus da casi asintomatici è molto rara. Sulla base di questi dati, l’OMS conclude che la trasmissione da casi asintomatici probabilmente non è uno dei motori principali della trasmissione del nuovo coronavirus 2019-nCoV
Trattamento Non esistono trattamenti specifici per le infezioni causate dai coronavirus e non sono disponibili, al momento, vaccini per proteggersi dal virus. La maggior parte delle persone infette da coronavirus comuni guarisce spontaneamente. Riguardo il nuovo coronavirus 2019-nCoV, non esistono al momento terapie specifiche, vengono curati i sintomi della malattia (così detta terapia di supporto) in modo da favorire la guarigione, ad esempio fornendo supporto respiratorio.
Prevenzione È possibile ridurre il rischio di infezione, proteggendo se stessi e gli altri, seguendo alcuni accorgimenti: Proteggi te stesso Lavati spesso le mani (dopo aver tossito/starnutito, dopo aver assistito un malato, prima durante e dopo la preparazione di cibo, prima di mangiare, dopo essere andati in bagno, dopo aver toccato animali o le loro deiezioni o più in generale quando le mani sono sporche in qualunque modo). In ambito assistenziale (ad esempio negli ospedali) segui i consigli degli operatori sanitari che forniscono assistenza. Non è raccomandato l’utilizzo generalizzato di mascherine chirurgiche in assenza di sintomi. Proteggi gli altri • Se hai una qualsiasi infezione respiratoria copri naso e bocca quando tossisci e/o starnutisci (gomito interno/fazzoletto). • Se hai usato un fazzoletto buttalo dopo l’uso. • Lavati le mani dopo aver tossito/starnutito.
….. in presenza di: 1. paziente sintomatico (T° 37,5; mal di gola, rinorrea, difficoltà respiratoria e sintomatologia simil-influenzale/simil COVID-19/polmonite): - effettuare valutazione epidemiologica per affezioni vie respiratorie (collegamento con paese a rischio, data di partenza dalla zona a rischio, esposizione a casi accertati o sospetti, contatti con persone rientrate dal paese a rischio, con familiari di casi sospetti), tenendo presente le eventuali patologie preesistenti e lo stato vaccinale; - segnalare il paziente al 112/118, e/o attraverso i percorsi organizzativi predisposti delle singole regioni; - segnalare il caso sospetto all’UO di Malattie infettive del DEA di II livello di riferimento; - isolamento e riduzione dei contatti, uso di mascherina, guanti e protezione dei conviventi, lavaggio frequente delle mani, areazione frequente degli ambienti, valutare tempi e modalità per la rivalutazione telefonica del caso. Disincentivare iniziative di ricorso autonomo ai Servizi sanitari (P.S., MMG, medico di continuità assistenziale-CA) in assenza di contatto con i numeri di pubblica utilità su COVID-19 (1500, Numeri verdi regionali) o con il medico curante. 2. paziente paucisintomatico/contatto stretto negativo al test - predisporre assistenza domiciliare e/o segnalare il caso al Dipartimento di prevenzione della ASL per la sorveglianza attiva; - effettuare valutazione clinica telefonica e gestione dell’attesa della possibile evoluzione; - eventuale valutazione domiciliare. 3. Soggetto riscontrato positivo al tampone per SARS-COV-2 ed al momento asintomatico - quarantena domiciliare con sorveglianza attiva per 14 giorni;
Le strutture sanitarie sono tenute al rispetto rigoroso e sistematico delle precauzioni standard oltre a quelle previste per via aerea, da droplets e da contatto. I casi confermati di COVID-19 devono essere ospedalizzati, ove possibile in stanze d’isolamento singole con pressione negativa, con bagno dedicato e, possibilmente, anticamera. Qualora ciò non sia possibile, il caso confermato deve comunque essere ospedalizzato in una stanza singola con bagno dedicato e trasferito appena possibile in una struttura con idonei livelli di sicurezza. Si raccomanda che tutte le procedure che possono generare aerosol siano effettuate in una stanza d’isolamento con pressione negativa. Il personale sanitario in contatto con un caso sospetto o confermato di COVID-19 deve indossare DPI adeguati, consistenti in f iltranti respiratori FFP2 (utilizzare sempre FFP3 per le procedure che generano aerosol), protezione facciale, camice impermeabile a maniche lunghe, guanti. Pulizia in ambienti sanitari In letteratura diverse evidenze hanno dimostrato che i Coronavirus, inclusi i virus responsabili della SARS e della MERS, possono persistere sulle superf ici inanimate in condizioni ottimali di umidità e temperature f ino a 9 giorni. Un ruolo delle superf ici contaminate nella trasmissione intraospedaliera di infezioni dovute ai suddetti virus è pertanto ritenuto possibile, anche se non dimostrato. Allo stesso tempo però le evidenze disponibili hanno dimostrato che i suddetti virus sono eff icacemente inattivati da adeguate procedure di sanif icazione che includano l’utilizzo dei comuni disinfettanti di uso ospedaliero, quali ipoclorito di sodio (0.1% -0,5%), etanolo (62-71%) o perossido di idrogeno (0.5%), per un tempo di contatto adeguato. Non vi sono al momento motivi che facciano supporre una maggiore sopravvivenza ambientale o una minore suscettibilità ai disinfettanti sopramenzionati da parte del SARS 2-CoV. Misure preventive – igiene delle mani La corretta applicazione di misure preventive, quali l’igiene delle mani, può ridurre il rischio di infezione. Si raccomanda pertanto di posizionare appositi distributori di gel alcolici con una concentrazione di alcol al 60-85%, nei luoghi affollati (ad esempio: aeroporti, stazioni ferroviarie, porti, metropolitane, scuole, centri commerciali, mercati, centri congressuali)
Categorie a rischio Gli operatori sanitari sono esposti al rischio di infezione da nuovo coronavirus SARS-CoV-2? Sì, gli operatori sanitari possono essere particolarmente a rischio perché sono più spesso a contatto con i pazienti rispetto al pubblico in generale. L’OMS raccomanda agli operatori sanitari di applicare sistematicamente le misure adeguate per il controllo delle infezioni. Il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 colpisce solo le persone anziane o anche i più giovani sono sensibili? Le persone anziane e quelle con condizioni mediche pre-esistenti sembrano essere soggette a manifestazioni cliniche più gravi a seguito di infezione da nuovo coronavirus SARS-CoV-2. Tuttavia, possono essere infettate dal virus persone di tutte le età. Sintomi L’infezione da nuovo coronavirus SARS-CoV-2 causa sempre una polmonite grave? No, l’infezione da nuovo coronavirus SARS-CoV-2 può causare disturbi lievi, simil- influenzali, e infezioni più gravi come le polmoniti. È opportuno precisare, in ogni caso, che poiché i dati in nostro possesso provengono principalmente da studi su casi ospedalizzati, e pertanto più gravi, è possibile che sia sovrastimata al momento la proporzione di casi con manifestazioni cliniche gravi.
Diagnosi Sottoporsi privatamente ad analisi del sangue, o di altri campioni biologici, permette di sapere se si è contratto il nuovo coronavirus SARS-CoV-2? No. Non esistono al momento kit commerciali per confermare la diagnosi di infezione da nuovo coronavirus SARS-CoV-2. La diagnosi deve essere eseguita nei laboratori di riferimento Regionale, in caso di positività al nuovo coronavirus SARS-CoV-2, la diagnosi deve essere confermata dal laboratorio di riferimento nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità. Qualora si sia stati esposti a fattori di rischio – quali viaggi nelle zone in cui il virus sta circolando o si abbia avuto un contatto con persone in cui l’infezione sia stata accertata in laboratorio – è possibile contattare il numero verde 1500, messo a disposizione dal ministero della Salute, per avere risposte da medici specificamente preparati e ricevere indicazioni su come comportarsi. In caso di sintomi respiratori e paura di aver contratto il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 è necessario chiamare il 118 per andare in ospedale o è sufficiente andare dal proprio medico curante? Se si è stati esposti a fattori di rischio, come aver viaggiato nelle zone della Cina in cui il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 sta circolando o si è stati a contatto con persone con infezione da nuovo coronavirus SARS-CoV-2 confermata in laboratorio, per prima cosa è opportuno contattare il numero verde 1500, attivo 24 ore su 24, messo a disposizione dal Ministero della Salute, per avere maggiori informazioni e indicazioni sui comportamenti da seguire.
Prevenzione Esiste un vaccino contro il nuovo coronavirus SARS-CoV-2? Al momento non è disponibile un vaccino contro il nuovo coronavirus SARS-CoV-2. Quando si sviluppa una nuova malattia, un vaccino diventa disponibile solo dopo un processo di sviluppo che può richiedere diversi anni. Quanto tempo ci vorrà per avere un vaccino in grado di contrastare il nuovo coronavirus SARS-CoV-2? Il meccanismo per la produzione del vaccino è stato attivato con alta priorità, tuttavia gli esperti concordano che sarà difficile che questo possa essere disponibile e distribuibile su larga scala prima dei prossimi 2 anni. Trattamento Esiste una cura contro il nuovo coronavirus SARS-CoV-2? Non esistono al momento terapie specifiche contro il nuovo coronavirus SARS-CoV-2, vengono curati i sintomi della malattia (così detta terapia di supporto) in modo da favorire la guarigione, ad esempio fornendo supporto respiratorio. Gli antibiotici sono efficaci nella prevenzione e nel trattamento del nuovo coronavirus SARS-CoV-2? No, gli antibiotici non funzionano contro i virus, ma solo contro i batteri. Il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 è, per l’appunto, un virus e quindi gli antibiotici non vengono utilizzati come mezzo di prevenzione o trattamento, a meno che non subentrino co- infezioni batteriche.
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