Was sind überhaupt Kulturgüter?

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Was sind überhaupt Kulturgüter?
Misure di protezione:
inventari

        Was sind
        überhaupt
        Kulturgüter?
Was sind überhaupt Kulturgüter?
Tema

Ancora prima di procedere alla conservazione di un ogget-        Immagine
to, bisogna sapere riconoscere se esso è meritevole di tu-       a p. 59:
                                                                 Inventario PBC
tela. Gli inventari sono un elemento importante su cui ba-       e Carta dei
sare la decisione definitiva.                                     beni culturali
                                                                 1:300’000
                                                                 (© 1995
Inventario svizzero dei beni culturali                           swisstopo).

                                                                 La carta è in
Grazie all’allestimento e all’aggiornamento periodico di un      vendita nei
inventario dei beni culturali, da anni la Svizzera adempie       negozi
uno dei propositi centrali dell’articolo 5 del secondo proto-    specializzati
collo relativo alla Convenzione dell’Aia (1999) concernente      o nel sito
                                                                 dell’Ufficio
le misure di protezione da adottare in ambito civile. La pri-    federale di
ma edizione di questa pubblicazione federale risale al 1988,     topografia:
la seconda, che fa stato ancora oggi, al 1995. Attualmente
si sta procedendo a una revisione dell’inventario e la pub-      www.
blicazione della terza edizione aggiornata è prevista per il     swisstopo.ch/
                                                                 de/maps/fk/
2008. Essa comprenderà numerosi beni culturali mobili e          kultur.htm
immobili secondo la definizione di bene culturale contenu-
ta nella Convenzione dell’Aia (cfr. p. 16). In collaborazione
con la conservazione dei monumenti storici, tra il 2002 e il
2004 è stato allestito un elenco di criteri per la valutazione
e classificazione unitaria dei beni culturali d’importanza na-
zionale. Questi criteri sono presi in considerazione nell’am-
bito della revisione in corso.
                                                                 Inventario ISOS
                                                                 del Canton
                                                                 Zugo.
Collegamenti con altri inventari
                                                                 www.isos.ch/
In Svizzera esistono numerosi altri inventari, i cui
oggetti sono stati in parte inseriti nell’inventario
svizzero dei beni culturali. Sulla base dell’articolo 5
della Legge federale sulla protezione della natura e
del paesaggio (LPN) sono stati allestiti in tempi re-
centi inventari federali come ad esempio l’Inventa-
rio degli insediamenti svizzeri da proteggere (ISOS)
e l’Inventario delle vie di comunicazione storiche
della Svizzera (IVS). L’Inventario federale dei pae-
saggi, siti e monumenti naturali (OIFP), anch’esso
realizzato nell’ambito della LPN, non è invece rile-
vante ai fini della protezione dei beni culturali.
La revisione dell’Inventario dei beni culturali sviz-
zeri si basa anche su inventari allestiti nell’ambito

                                                           60
Was sind überhaupt Kulturgüter?
Tema

Antiche strade
e sentieri sono
oggi beni
culturali
riconosciuti
grazie al lavoro
svolto per
l’inventario
delle vie di
comunicazione
storiche della
Svizzera (IVS).

www.ivs.admin.
ch/

www.viastoria.
ch/

                   dell’Amministrazione federale, come ad esempio l’elenco
                   degli edifici dell’Amministrazione federale o l’inventario de-
                   gli edifici militari.
                   D’interesse per la PBC è inoltre la lista degli oggetti e delle
                   collezioni degni di protezione stilata dalla Confederazione,
                   che sarà aggiornata nei prossimi anni sulla base della Leg-
                   ge sul trasferimento dei beni culturali.
                   Anche gli inventari cantonali possono servire come base: le
Militi della PBC
impegnati
                   proposte in tal senso vengono verificate, se necessario
in lavori          adattate e approvate definitivamente da un apposito grup-
d’inventario.      po di lavoro.

                                                   Documentazioni comunali:
                                                   un compito svolto
                                                   dal personale PBC

                                                   L’allestimento di documen-
                                                   tazioni brevi (fotografie e te-
                                                   sti) a livello comunale, con-
                                                   cernenti ad esempio una
                                                   collezione di oggetti d’im-
                                                   portanza locale o rilevamen-
                                                   ti in un museo locale, in una
                                                   chiesa o in un convento, è

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Was sind überhaupt Kulturgüter?
Tema

uno dei compiti principali dei militi che prestano servizio di
protezione dei beni culturali. Per formare il personale, la
Sezione Protezione dei beni culturali dell’Ufficio federale
della protezione della popolazione (UFPP) organizza corsi
per aspiranti capi della protezione dei beni culturali. Inoltre,
la Sezione pubblica promemoria e istruzioni relativi alla re-
gistrazione dei beni culturali. Questi sussidi sono disponi-
bili anche in Internet all’indirizzo:
www.kulturgueterschutz.ch/

                                                                   Nell’ambito di
                                                                   un progetto
                                                                   pilota GIS è
                                                                   in fase di
                                                                   sperimenta-
                                                                   zione la
                                                                   pubblicazione
                                                                   dell’inventario
                                                                   PBC in Internet.
                                                                   Questo
                                                                   progetto viene
                                                                   realizzato in
                                                                   collaborazione
                                                                   con il KOGIS
                                                                   (ente federale
                                                                   per le appli-
                                                                   cazioni GIS) e
                                                                   sarà portato a
                                                                   termine per
                                                                   fine 2005.

                                                                   Carte e
                                                                   ortofotografie:
                                                                   © 2004
                                                                   swisstopo.

                                                                   www.kogis.ch/

                                                             62
Was sind überhaupt Kulturgüter?
Cinque beni culturali del Canton Ticino

Tra antico
e moderno

Dr. Giulio    I turisti rimangono incantati davanti al paesaggio del Ti-
Foletti       cino, adorano i grotti, le vie storiche lastricate, le antiche
              case in pietra e le imponenti ville e case signorili. Negli ul-
              timi anni il Cantone si è distinto nel campo dell’architet-
              tura moderna, grazie soprattutto al noto architetto Mario
              Botta. La conservazione dei monumenti storici e la prote-
              zione dei beni culturali tengono quindi conto anche di
              questo interessante connubio tra moderno e antico.

              Mendrisio – Complesso conventuale
              di San Giovanni Battista

              L’antico complesso comprende l’oratorio della Madonna
              delle Grazie, il convento ora sede del Museo comunale
              d’arte e la chiesa di S. Giovanni Battista, una delle più si-
              gnificative chiese tardobarocche del Cantone. L’oratorio,

L’antico
convento
ospita
il Museo
d’arte.

              173
Was sind überhaupt Kulturgüter?
che conserva ancora parte della muratura romanica, fu mo-
dificato radicalmente nel 1658–59. Sull’altare in stucco ba-
rocco vi è un notevole e venerato affresco raffigurante la
Madonna con il Bambino tra i Santi Caterina e Giovanni
Battista opera di Giovanni da Milano e databile al 1350 cir-
ca. L’antico convento, documentato nel 1268 quale ospizio
degli Umiliati e utilizzato dal 1477 dai Serviti, è disposto in-
torno al chiostro quadrangolare ad arcate su colonne dori-
che risalente al 1480–1555 circa. In alcuni suoi locali sono
conservati i «trasparenti» (stendardi, lanterne, ecc.), ossia
gli apparati decorativi settecenteschi utilizzati durante i riti
e le processioni della Settimana Santa; in altri vi è la sede
del Museo d’arte di Mendrisio, con una collezione di tele
settecentesche e ottocentesche. La chiesa di San Giovan-
ni Battista fu costruita negli anni 1722–33 su progetto del-
l’architetto Giovan Pietro Magni e dal priore camaldolese
Giuseppe Antonio Soratini. L’interno contiene numerose
opere d’arte: stucchi settecenteschi di Giovan Giulio Bren-
ni, Antonio Catenazzi, Carlo Francesco Moresco, France-
sco Spinedi, Antonio Bernasconi e il figlio Domenico; affre-
schi sulle volte della navata e del coro eseguiti nel 1774 da
Giovan Battista Bagutti e Giovan Battista Brenni; un fronta-
le d’organo ornato da trofei musicali e con coronamento di
putti (1730–40); interessanti pure le pale d’altare nelle cap-
pelle laterali. L’elaborazione di efficaci piani d’intervento
per proteggere e intervenire su questo complesso non è fa-
cile, proprio a causa delle peculiarità e della fragilità dei be-
ni mobili e immobili conservati negli edifici.

Lugano – Biblioteca cantonale

La biblioteca sorge nel parco Ciani, nei pressi del liceo can-
tonale, ai bordi del lago di Lugano. Il progetto di Carlo e Ri-
no Tami, vincitore di un concorso bandito nel 1936, fu rea-
lizzato nel 1941. L’edificio, completamente in cemento
armato, è considerato il primo e più significativo esempio           www.sbt.ti.ch/
del modernismo architettonico in Ticino. La biblioteca pos-         bclugano/
siede numerosi fondi di grande valore: la Libreria Patria,
                                                                    www.lugano.
fondata da Luigi Lavizzari nel 1861 con il proposito di rac-
                                                                    ch/de/cultura/
cogliere tutte le pubblicazioni inerenti al cantone Ticino; il      welcome.
Fondo antico in cui si conservano le opere appartenute al-          cfm?catID
le biblioteche di cinque dei tredici conventi soppressi con         =04007001

                                                            174
Edificio
moderno
in riva
al Ceresio.

              le leggi varate dal governo cantonale ticinese nel 1852, nu-
              merose edizioni del Cinquecento, incunaboli, ecc.; l’Archi-
              vio Prezzolini, la sezione manoscritta novecentesca nata
              nel 1978 grazie all’acquisizione da parte del Cantone del-
              l’archivio di Giuseppe Prezzolini; gli Archivi di Cultura Con-
              temporanea, una ricca e preziosa raccolta di lettere, scritti
              e volumi di autori italiani e svizzeri del XX secolo (France-
              sco Chiesa, Giuseppe Zoppi, Giuseppe Prezzolini, Giovan
              Battista Angioletti, Guido Ceronetti, Ennio Flaiano, ecc.). La
              biblioteca sta per essere ampliata: i piani d’intervento sa-
              ranno mirati alla salvaguardia dei fondi archivisti e librari
              più preziosi.

              Bellinzona – Chiesa di San Biagio a Ravecchia

              Menzionata nei documenti a partire dal 1237. La basilica
              gotica a tre navate incorpora elementi murari più antichi; è
              affiancata da un massiccio campanile sopraelevato nel XVI
              secolo. Nel 1910–14 vi furono condotti scavi archeologici e
              radicali lavori di restauro, curati dal pittore Edoardo Berta e
              tesi a ripristinare la struttura originale. La chiesa accoglie al
              suo interno un’importante serie di affreschi tardomedievali
              ascrivibili ai secoli XIV–XV. La facciata è ornata da raffinati
              dipinti murali (Madonna con il Bambino fra i Santi Pietro e
              Biagio, nella lunetta del portale, Cristo benedicente e An-
              nunciazione, al di sopra, e un gigantesco San Cristoforo, a
              sinistra del portale) databili al 1350–1360 circa e attribuiti al

              175
Maestro di San Biagio, autore anche degli affreschi nel co-          La facciata
ro, il cui stile è affine a quelli dei pittori giotteschi attivi in   della chiesa
                                                                     è ornata da
Lombardia dopo la metà del XIV secolo. Sull’arco trionfale           affreschi del
si conservano i dipinti più antichi della chiesa (1340 ca.) raf-     XIV secolo.
figuranti l’Annunciazione sormontata dalla Madonna della
Misericordia del Maestro di Sant’Abbondio, uno dei prota-
gonisti della pittura lombarda
della prima metà del XIV secolo,
mentre gli affreschi frammentari
a carattere votivo della navata
sono più tardi, in parte eseguiti
dai Seregnesi. Degna di nota è
infine la tavola dell’antico altare
maggiore raffigurante la Madon-
na con il Bambino tra i Santi Bia-
gio e Gerolamo di Domenico
Pezzi del 1520. Proprio questo
manufatto, collocato ad un’al-
tezza notevole e di considerevo-
le peso, porrà i problemi più
grossi in caso d’intervento.

                                                             176
www.               Giornico – Casa Stanga sede del Museo di Leventina
swisscastles.
ch/Tessin/
giornicostanga.
                   Si tratta dell’antica locanda, inserita nell’antico nucleo del
html               paese, lungo il fiume Ticino, costruita probabilmente nel
                   XVI secolo dalla famiglia Stanga, patrizia di Giornico. È un
                   edificio a tre piani su pianta a L, con la facciata decorata da
www.inrete.ch/     numerosi stemmi che si riferiscono agli illustri ospiti che al-
ti/societa/
cultura/musei/
                   loggiarono nella locanda; gli affreschi sono attribuibili a
musei_ti/ti_       Giovanni Battista Tarilli e Domenico Caresana di Cureglia,
musei.htm          che nel 1589 erano attivi nella chiesa di San Pellegrino.

La facciata
della Casa
Stanga
e oggetti
esposti
nel Museo
etnografico
della Leventina.
                   All’interno, nel lato meridionale, si conservano affreschi (un
                   alfiere con la data 1588) e un camino monumentale con lo
                                                  stemma in stucco della fami-
                                                  glia Giudici. La casa ospita
                                                  anche il Museo etnografico di
                                                  Leventina, che conserva spe-
                                                  cialmente oggetti della vita
                                                  quotidiana, immagini votive,
                                                  costumi, tessuti, pesi e misu-
                                                  re, monete, documenti, ecc.
                                                  I piani d’intervento, oltre a ga-
                                                  rantire l’integrità delle parti di
                                                  maggior pregio dell’edificio,
                                                  permettono di evacuare gli
                                                  elementi più preziosi delle
                                                  collezioni.

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Ascona – Casa Serodine

L’edificio era l’abitazione di
Cristoforo Serodine, ricco
commerciante emigrato a
Roma, e della sua famiglia,
cui appartengono lo stucca-
tore Giovanni Battista e il
pittore Giovanni, uno dei più
noti artisti caravaggeschi
lombardi. Il suo aspetto
odierno, caratterizzato dalla
spettacolare facciata che                                              La facciata
guarda la chiesa parrocchia-                                           della Casa
le e da un cortile interno in                                          Serodine
parte loggiato, risale al 1620.                                        è particolar-
                                                                       mente degna
La facciata, impostata se-                                             di protezione.
condo un gusto romano, è
ornata da eccellenti stucchi
attribuiti a Giovanni Battista
e a Giovanni Serodine: nella
fascia marcapiano superiore
compaiono le scene del Pec-
cato originale e della Cac-
ciata dal Paradiso, il Pecca-
to di Davide e la Denuncia
del profeta Nathan, mentre
in quello inferiore vi sono le
figure allegoriche probabil-
mente riferite alle Età del-
l’uomo. Infine i frontoni delle
finestre del piano nobile
sono coronati da notevoli
gruppi plastici raffiguranti la
Madonna con il Bambino af-
                                  Indirizzo di contatto per le questioni legate alla
fiancata da due angeli e ai
                                   protezione dei beni culturali nel Canton Ticino
lati Adamo ed Eva, Davide e
Bethsabea, ispirate alle figu-                  Ufficio dei beni culturali
re delle tombe medicee di                           Dr. Giulio Foletti
Michelangelo a Firenze. L’in-                    Viale Franscini 30a
                                                    6500 Bellinzona
tervento di protezione mira a
                                              Tel.: +41 (0)91 814 13 80
garantire la conservazione
della fragile facciata.

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