Voli misteriosi in un'altra dimensione - Gustavo Benucci (1927-1991)

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Voli misteriosi in un'altra dimensione - Gustavo Benucci (1927-1991)
Voli misteriosi in un’altra dimensione                                                                                    Voli misteriosi in un’altra dimensione
                         Gustavo Benucci (1927-1991)                                                                                               Gustavo Benucci (1927-1991)

                                                                             Voli misteriosi in un’altra dimensione. Gustavo Benucci (1927-1991)
                                                                                                                                                                                            «Seguo da tempo le tue ricerche, che ti hanno portato a rivelare una
                                                                                                                                                                                            schietta e singolare personalità. La tua pittura è espressione del tuo
                                                                                                                                                                                            temperamento indipendente, tenace, che vuole arrivare ad espri-
                                                                                                                                                                                            mere se stesso, senza cedere ad alcuna influenza estranea che lo
                                                                                                                                                                                            falserebbe».

                                                                                                                                                                                                     (da una lettera di Gerardo Dottori a Gustavo Benucci, 1962)

                                                                                                                                                                                            «Quando dipingo c’è tutto in me: la concentrazione della preghiera,
                                                                                                                                                                                            l’eccitazione della scoperta, dell’avventura, il silenzio pieno di voli mi-
                                                                                                                                                                                            steriosi in un’altra dimensione: non ho più età e mi sento al centro di
                                                                                                                                                                                            tutto. E allora Dio mi cerca, mi trova. Sulla punta del mio pennello c’è
                                                                                                                                                                                            tutto me stesso e la mia mano diventa strumento perfetto al servizio
                                                                                                                                                                                            del cervello, dell’anima, misterioso tramite di tensioni che vengono
                                                                                                                                                                                            dall’universo».

                                                                                                                                                                                                                                                  (Gustavo Benucci)

                                                 isbn:   978-88-97738-01-5

www.fondazionecrpg.com
Voli misteriosi in un'altra dimensione - Gustavo Benucci (1927-1991)
Voli misteriosi in un’altra dimensione
Gustavo Benucci (1927-1991)
Voli misteriosi in un'altra dimensione - Gustavo Benucci (1927-1991)
Voli misteriosi in un’altra dimensione
Gustavo Benucci (1927-1991)

a cura di Francesco Federico Mancini
Voli misteriosi in un'altra dimensione - Gustavo Benucci (1927-1991)
Voli misteriosi in un’altra dimensione                                     Direzione della mostra: Giuliano Masciarri. Con la collaborazione di
Gustavo Benucci (1927-1991)                                                Francesca Brunelli, Cesare Mancini, Sergio Pieroni, Fabrizio Stazi,
                                                                                                                                                            Presentazione, di Carlo Colaiacovo, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia    7
                                                                           Alessandra Tassini.
Perugia, Palazzo Baldeschi al Corso, 8 dicembre 2011-8 gennaio 2012
a cura di Francesco Federico Mancini                                       Soprintendenza per i Beni Storici Artistici e Etnoantropologici dell’Um-
                                                                           bria: Fabio De Chirico.                                                          Francesco Federico Mancini, Voli misteriosi in un’altra dimensione                               9
                                                                           Prestiti: Tiziana Biganti.

                                                                           Controlli climatici e ambientali della sede espositiva: Rosaldo Ceccarelli.

                                                                           Organizzazione:

                                                                                                                                                                              Natura morta                                                                  17

                                                                           Coordinamento: Albino Ruberti, Alberto Rossetti.
Presidente: Carlo Colaiacovo.
                                                                           Servizi di accoglienza: Federico Camerini, Fabrizio Faraglia, Mariacri-
Vice Presidente: Giuseppe Depretis.                                        stina Torlontano.

Comitato di Indirizzo: Giuseppe Abbritti, Andrea Arcelli, Anna Maria       Assicurazioni: Grifo Insurance Broker’s.
Baldoni, Giampiero Bianconi, Pio Briziarelli, Gianfranco Buini, Ruggero
Celani, Luisa Ferretti, Gianlorenzo Fiore, Antonio Lanuti, Chiara Lun-     Trasporti: Elledue 2000.                                                                           Ritratto                                                                      29
garotti, Francesco Mannocchi, Mario Rampini, Fausto Santeusanio,
Stefano Sfrappa, Daniele Spinelli, Elena Stanghellini, Giuseppe Tonelli.   Impianti elettrici: Chiocci Impianti.

Consiglio di Amministrazione: Mario Bellucci, Alcide Casini, Ernesto       Impianti di sicurezza: Umbra Control.
Cesaretti, Biagino dell’Omo, Luciano Ghirga, Franco Manganelli, Fiam-
metta Marchionni.                                                          Vigilanza: Vigilanza Umbra.

Collegio dei Revisori dei Conti: Massimo Bugatti (Presidente), Gian-       Catalogo a cura di Francesco Federico Mancini.
franco Cavazzoni, Giuseppina Torrioli (Componenti).                                                                                                                           Città                                                                         45
                                                                           Crediti Fotografici: Sandro Bellu, Enrico Mezzasoma.
Segretario Generale: Giuliano Masciarri.
                                                                           Progetto espositivo e direzione dei lavori: Carlo Salucci.

                                                                           Allestimenti e realizzazione grafica in mostra: Totem.

                                                                           Prestatori: Banca di Forlì – Credito Cooperativo S.C., Camera di Com-
                                                                           mercio, Industria, Artigianato e Agricoltura – Perugia, Consiglio Regio-
                                                                           nale dell’Umbria, Fondazione Accademia Belle Arti – Perugia, Provincia
                                                                           di Perugia.                                                                                        Campagna                                                                      59

                                                                                                         Ringraziamenti

                                                                           Oltre agli enti che hanno acconsentito al prestito delle opere, si ringra-
isbn/ean: 978-88-97738-01-5                                                ziano tutti coloro che, a vario titolo, hanno offerto la propria disponibilità
Per questa edizione: copyright © 2011 by Aguaplano—Officina del li-        e collaborazione. In particolare: Federica Benucci, Fedora Boco, Fran-
bro, Passignano s.T. (Pg) e Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.      co Bracchi, Adalgisa Federici Benucci, Lavinia Castellani, Mario D’Arri-
                                                                                                                                                                              Acqua                                                                         77
Tutti i diritti riservati. www.aguaplano.eu / www.fondazionecrpg.com       go, Carla Pascolini, Paola Manfroni, Maria Beatrice Marcantonini, Raf-
                                                                           faele Marciano, Marina Matteucci, Giorgio Rapaccini, Livio Sansavini,
Stampa: Graphicmasters, Perugia, novembre 2011.                            Marina Solinas, Marzia Stoppini, Raffaele Stoppini, Caterina Terzetti.           Notizia biografica, a cura di Caterina Terzetti                                                 93
Voli misteriosi in un'altra dimensione - Gustavo Benucci (1927-1991)
L
           a mostra dedicata a Gustavo Benucci e questo volume che ne costitui-
           sce il catalogo vogliono essere un doveroso omaggio alla memoria e all’ope-
           ra pittorica di un grande artista perugino, di cui quest’anno ricorre il ventesi-
           mo anniversario dalla morte. L’opportunità di poter ammirare in questa rassegna
            antologica un così cospicuo numero di opere tanto belle e suggestive nasce sì dal
compito di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico del territorio che la Fondazio-
ne Cassa di Risparmio di Perugia si è assunto fin dalla sua origine, ma anche, in questo caso,
dal fatto che essa detiene ben dodici opere dell’artista, e ciò grazie alla liberalità della signora
Adalgisa Federici Benucci, che nel 2006 volle donarle alla Fondazione.
    La già ricca e prestigiosa collezione di opere d’arte della Fondazione, e in particolare la
sezione contemporanea, venne così ulteriormente incrementata.
    La Fondazione ha oggi voluto allargare la portata di questo gesto munifico, “donando” a sua
volta alla città di Perugia e agli appassionati d’arte questo evento, dedicato ad un artista il cui
nome figura tra quelli che in età contemporanea hanno dato lustro alla nostra terra.

                                                                                    Carlo Colaiacovo
                                                Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia
Voli misteriosi in un'altra dimensione - Gustavo Benucci (1927-1991)
Francesco Federico Mancini   Voli misteriosi in un’altra dimensione
Voli misteriosi in un'altra dimensione - Gustavo Benucci (1927-1991)
N
               el 1944 Gustavo Benucci è a Roma per arricchire i suoi studi e aggiungere nuove
               esperienze a un già promettente esordio nel campo dell’arte. L’incontro in via Mar-
               gutta con Mario Mafai amplierà i suoi orizzonti di ricerca e orienterà il suo percorso
               verso forme di espressione libere, lontane da ogni trionfalismo retorico, adatte a
               mettere a nudo il senso di inquietudine e di tormento spirituale che alberga nel
suo animo. È quasi naturale per una personalità come la sua entrare in sintonia con il variegato
gruppo di pittori che appartengono alla cosiddetta “Scuola Romana” e che praticano “un’arte
eccentrica ed anarcoide”, per usare le parole di Roberto Longhi, il quale rimarrà colpito dalla
“sovreccitata temperatura” delle opere di Mario Mafai, una sorta di “Raul Dufy nostro locale”,
ben lontano dalle solide, ordinate forme espressive del movimento “Novecento” e del teoriz-
zato “ritorno all’ordine”.
    Inizialmente con timidezza, poi con crescente convinzione, Benucci si lascia sedurre dalla
pennellata densa e vibrante dei pittori di via Cavour. Lo prova la serie di acquerelli ambientati
a Villa Borghese, dove segni guizzanti e macchie di colore catturano il movimento delle foglie
e il riflesso delle acque. Questa fase sperimentale si chiude con il Paesaggio del 1946, dove
una casa colonica vista dall’alto è immersa in una calda luce estiva. Ancor timido, starei per
dire dimesso, è l’autoritratto dipinto sul verso della tela. Ad appena vent’anni Benucci ha già
maturato la convinzione che la creazione pittorica è “eccitazione della scoperta, dell’avventu-
ra”, ma soprattutto “volo misterioso in un’altra dimensione”. L’attenzione per il paesaggio, tema
ricorrente nel suo ricco repertorio, procede di pari passo con l’interesse per la natura morta. È
del 1942, anteriore pertanto alle costruttive e stimolanti frequentazioni romane, un piccolo olio
su carta raffigurante Fiori e frutta, dove l’artista, lontano dall’astrazione silente e irreale di Giorgio
Morandi, è ormai pronto a recepire le moderate declinazioni espressioniste della Scuola Roma-
na. Già toccata dalle nuove esperienze appare la crepitante Natura morta del 1944, dove tutto
Voli misteriosi in un'altra dimensione - Gustavo Benucci (1927-1991)
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è movimento: dalla tovaglia spiegazzata alla scatola di tabacco; dalla bottiglia concepita come            universo, legato a poche amicizie, lontano dagli avvenimenti spiccioli contemporanei”. Non lo
imperioso perno compositivo dell’opera al fondale marezzato.                                               appassionavano le “polemiche di allora”, preferiva “uscire ogni giorno dal suo studio stabilendo
     Una svolta importante nel percorso di Benucci si ha all’inizio degli anni cinquanta quando            un contatto con le cose della natura, un colloquio mistico, religioso, poetico”. Molte sono le
l’artista, in linea con quanto predicato da Lionello Venturi, teorizzatore e sostenitore di un’arte        foto custodite dalla figlia Federica e dalla moglie Adalgisa che ritraggono l’artista in aperta cam-
che deve “dare un effetto concreto per mezzo di forme astratte”, si orienta, al pari di altri pittori      pagna, mentre cerca di catturare, prima con il respiro, quindi con il pennello, l’afflato profondo
suoi coetanei (Romeo Mancini, Enzo Rossi, Enzo Brunori, Leoncillo Leonardi), verso il neocubi-             della natura. “Sulla punta del mio pennello - scrive in un toccante flash retrospettivo del 1990 -
smo propugnato dal Fronte Nuovo delle Arti. Ecco, così, la bellissima Composizione con vaso                c’è tutto me stesso e la mia mano diventa strumento perfetto al servizio del cervello, dell’anima.
giallo esposta alla Biennale di Venezia del 1950. Più “scomposizione” che “composizione”,                  Misterioso tramite di tensioni che vengono dall’universo”. Gli anni sessanta sono caratterizzati
l’opera segna una tappa importante nel percorso di Benucci, il quale, senza mai abdicare al                da un’incessante riflessione sulla mutevolezza del paesaggio, indagato nel continuo volgere
figurativo, sempre coltivato con grande attenzione (si veda, per esempio, l’abbondante pro-                delle stagioni; ma sono segnati, anche, dallo studio delle città e del loro fascino arcano. La
duzione ritrattistica che raggiunge il suo vertice nei murali di Villa Prati a Bertinoro), porta avanti    realtà osservata da Benucci non è mai “fedelmente (e inutilmente) trascritta”. Così scrive Nello
originali sperimentazioni che lo avvicinano a soluzioni pittoriche a metà strada tra cubismo e             Ponente, tra i più lucidi interpreti dell’arte del maestro. Il suo, aggiunge, è un “lavoro di scavo (di
astrattismo. Emblematico in tal senso è il bellissimo olio su tavola del 1957 intitolato Case di           approfondimento) delle strutture organiche del visibile e delle sensazioni originali”. Alla fine del
Monteluce a Perugia, autentica dissezione di agglomerati edilizi ridotti a triangoli e quadrati;           suo percorso è lo stesso artista a dichiarare di aver provato maggiore simpatia per le fresche e
lo stesso può dirsi per il luminoso dipinto, sempre del 1957, intitolato Al Trasimeno, dove lo             spontanee pitture di Altamira che per la costruita eroicità delle figure di Michelangelo. “E se dico
specchio lacustre, serrato fra le colline del fondale e la vegetazione di proscenio, è reso scintil-       che quei graffiti mi commuovono più della cappella Sistina? […] Ad Altamira l’uomo è bambino,
lante da mille tessere colorate che afferrano il movimento dell’acqua e il tremolìo della luce. Un         ma già esprime amore, stupore, ammirazione per l’ambiente che lo ospita, per le creature con
piccolo, ma limitato, cedimento verso istanze espressive di matrice futurista si coglie in Alberi          cui si trova a convivere […] Nella Cappella Sistina comincio a sentirmi a disagio; sento che
al sole e in Fiori del 1962, dove i soggetti prescelti altro non sono che fasci di segmenti verti-         l’uomo è arrivato al massimo […] È l’uomo adulto che ha perso lo smalto della verità interiore”.
cali disposti a ventaglio, carichi di energia e attraversati da linee diagonali. Non è un caso, io             La rivalutazione di certi valori, nota acutamente Nello Ponente, è affidata a modi espressivi
credo, che questo si verifichi nello stesso momento in cui Gerardo Dottori indirizza una lettera           che non hanno nulla di “prestabilito” o di “cristallizzato”, che sono fuori da un “contesto sin-
al giovane artista: “Caro Gustavo - scrive da Forte dei Marmi il co-fondatore dell’aeropittura             tattico immobile e accademico”. Per averne conferma basta guardare “non solo lo scheletro
futurista -, vedrò con piacere la tua prossima personale e son sicuro del successo pieno. Ti               grafico, ma ancora di più il colore, la stesura cromatica che spezzetta, che infrange i pericoli di
seguo da tempo nelle tue ricerche, che ti hanno portato a rivelare la tua schietta e singolare             quelle assuefatte abitudini”.
personalità. La tua pittura è espressione sincera del tuo temperamento indipendente, tenace,                   Sulla metà degli anni settanta Benucci sceglie di dar voce al senso di disagio causato dagli
che vuol arrivare ad esprimere se stesso, senza cedere ad alcuna influenza estranea che lo                 orrendi cascami della società dei consumi che imbrattano e violentano la bellezza della natura.
falserebbe. A me sembra, caro collega ed amico, che tu sia avviato per una strada bella e tua.             Lo fa raccontando l’inquinamento che aggredisce gli ombrosi anfratti boschivi e i greti dei fiumi,
Ti auguro di percorrerla senza deviazioni seguendo sempre te stesso. Il tuo amico e collega -              le pioppaie e i campi fioriti. Autentico manifesto di questa fase, detta “Periodo di Trento”, è il
G. Dottori”. Lungi dal condannare una sostanziale estraneità di Benucci al movimento futurista,            noto Relitto nel bosco del 1976, un olio su tela che ha per protagonista non tanto il bosco,
Dottori sa apprezzare del pittore il “temperamento indipendente e tenace” e una “personali-                quanto l’inquietante profilo una vecchia Seicento abbandonata fra gli alberi. Tematiche pre-
tà schietta e singolare”. Giustamente Antonio Carlo Ponti ha sottolineato come “un’antipatia               valenti di questo periodo sono, come scrive Duccio Travaglia, “i prati abbandonati, gli oggetti
istintiva” dividesse l’artista dalle “teorie confezionate dalla critica d’arte”. Era un “isolato nel suo   dimenticati, i rifiuti sparsi su spazi isolati nella disperazione”. Grazie a queste tematiche l’artista
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apre un discorso “che non è più di contemplazione ma di tormentata testimonianza, di struggi-                    Anno dopo anno la realtà si allontana sempre più dagli orizzonti di Benucci. “Pur figurativo
mento interiore”. Nel denunciare lo sfrontato consumismo, elevato a sistema di vita, egli paga              per vocazione - scrive l’artista nel 1990, riflettendo sul suo passato - sento il fascino del col-
un tributo alla pop art. Con impressionante lucidità porta alla ribalta prodotti di strada, come ba-        loquio a due con la tela bianca e del puro linguaggio delle forme e dei colori”. Attratto dalle
rattoli vuoti, cassette di frutta, sedie spagliate, buste di plastica, fusti di lamiera, reti metalliche.   scomposizioni cromatiche del divisionismo francese, ma soprattutto di Giovanni Segantini,
Scarti incolpevoli di una società che tutto usa e abbandona, questi oggetti, virtuosisticamente             Benucci, alla fine del suo viaggio, sceglie di comunicare attraverso l’astratta purezza del colore.
personalizzati da Benucci, che se ne appropria, li nobilita e li fa rinascere a nuova vita, entrano         La tavolozza è ora al servizio di introspezioni psicologiche, a volte accompagnate da ascolti
a far parte dell’incorruttibile tempo dell’arte.                                                            musicali. Le Quattro stagioni di Vivaldi (questo è anche il titolo di un polittico di Benucci del
    Alla fine degli anni settanta, esaurita la spinta ecologista (che l’artista preferisce definire         1986) consentono all’artista di scavare nell’intimo e di raggiungere il paesaggio dell’anima, quel
simbolista), prende corpo il desiderio di indagare scorci e dettagli di edificati urbani. L’acuta os-       paesaggio memoriale che fluttua nel profondo come i mille serpentelli di colore che traducono
servazione di piazze, vicoli e case darà luogo a una serie di dipinti dove nostalgia e sentimento           sulla tela i più reconditi movimenti dello spirito. La Sinfonia fantastica di Berlioz stimola invece
si materializzano nell’accurata descrizione di muri corrosi dal tempo, di grondaie rattoppate,              l’artista a raccontare con il colore le straordinarie sensazioni, meglio dire le vibrazioni, che que-
di tetti sconnessi, di infissi cadenti; ma anche di cancelli arrugginiti, di portoni spaccati e so-         sta musica provoca in lui.
prattutto di persiane socchiuse, vere metafore della vita, “ostacolo legnoso e funzionale dietro                 Per Benucci Essere vivi significa dipingere. Questo è il titolo di un quadro del 1987, un
il quale l’uomo vive - per dirla con Travaglia - la sua esistenza di sempre con i suoi sogni e le           gorgo di impressionante energia che risucchia i colori sospingendoli verso un nucleo nero. La
sue delusioni, i suoi drammi e le sue finzioni, le sue gioie e le sue meschinità, le sue ebrezze e          vita sta per andarsene e l’artista lo sa. Frequentemente gli capita di guardare indietro, di fare un
i suoi spossamenti, le sue ambizioni e le sue stanchezze”. Impressionante per lucidità pittorica            bilancio del proprio vissuto. E scopre che il suo dolore non è diverso “dall’angoscia impotente
è una tela del 1978, raffigurante un tabellone pubblicitario, sorretto da una struttura in ghisa,           dei tagli di Fontana, dal dramma di Pollock, dalla solitudine di Burri”. Afferrato dal pensiero della
dove vengono propagandate mostre d’arte. Intitolata I maestri, l’opera, curioso palinsesto di               fine, affida il suo tormento a un poetico acquerello intitolato Amici vecchi e nuovi. Due libri di
eventi, pone in evidenza i nomi di Courbet, Cézanne, Van Gogh, Picasso, Morandi, Mondrian.                  Van Gogh e uno di Segantini fanno da supporto a un foglio che riproduce la Montagna di Saint
Sono queste, viene da chiedersi, le stelle polari dell’universo pittorico di Benucci? Sono questi           Victoire di Cézanne: i vecchi amici sono questi; al pari delle due pipe appoggiate sul tavolo. Il
i suoi maestri ideali? Si direbbe proprio di sì, se è vero che i loro percorsi si identificano con          nuovo amico è invece una Smith & Wesson che punta la sua canna contro la firma dell’artista.
forme d’arte - il realismo, il postimpressionismo, il cubismo e l’astrattismo - che hanno a che             Siamo nel 1990. Gustavo ha ancora un anno di vita. Mutatis mutandis sembra di ripercorrere
fare con il mondo figurativo di Gustavo.                                                                    il dramma di Caravaggio che, a due anni dalla morte, firma la Decollazione del Battista con il
    Nel corso degli anni ottanta Benucci torna al paesaggio, mettendo a punto una figuratività              sangue del precursore decapitato. Nel tormentato mondo di Gustavo segnali di cupa dispera-
calda e accostante, che si sostanzia di spessori materici spatolati con grande abilità sulla su-            zione si accompagnano alla voglia di resistere. “Una forza mi sostiene oltre la malattia, oltre il
perficie dei dipinti, di vangoghiana forza cromatica. Nascono così Il Pian Grande di Castelluc-             mio pessimismo e la voglia apparente di morte”. Opere come Frutta con cesto e Fiori e Rose
cio, Mattino al Tevere, Terre a Pienza, In Valnerina e, per finire, il suggestivo polittico del 1983,       sono l’estremo, delicato omaggio dell’artista alla vita. Una toccante prefigurazione di questo
quattro pannelli quadrangolari raffiguranti Estate a Colleposta, A Pienza, Al Trasimeno, A Roma             capitolo conclusivo è un magnifico quadro del 1980, intitolato Lo studio dell’artista. I pennelli
“Villa Borghese”. Da un processo di costante, progressiva semplificazione della forma, trattata             nettati sono a posto nel barattolo e i tubetti di colore sono a riposo sul tavolo. Il telefono ha
con stile compendiario, scaturisce il bel Ricordo di Santa Marinella, riflesso di uno stato d’ani-          cessato di squillare, la seggiola, ormai vuota, ha cominciato a velarsi di polvere. Ma il sole del
mo tumultuoso e spumeggiante come il mare che si agita sotto un cielo venato di inquietudini                tramonto entra nella stanza, la scalda e la riempie di poesia.
rossastre.
Voli misteriosi in un’altra dimensione                                                                                    Voli misteriosi in un’altra dimensione
                         Gustavo Benucci (1927-1991)                                                                                               Gustavo Benucci (1927-1991)

                                                                             Voli misteriosi in un’altra dimensione. Gustavo Benucci (1927-1991)
                                                                                                                                                                                            «Seguo da tempo le tue ricerche, che ti hanno portato a rivelare una
                                                                                                                                                                                            schietta e singolare personalità. La tua pittura è espressione del tuo
                                                                                                                                                                                            temperamento indipendente, tenace, che vuole arrivare ad espri-
                                                                                                                                                                                            mere se stesso, senza cedere ad alcuna influenza estranea che lo
                                                                                                                                                                                            falserebbe».

                                                                                                                                                                                                     (da una lettera di Gerardo Dottori a Gustavo Benucci, 1962)

                                                                                                                                                                                            «Quando dipingo c’è tutto in me: la concentrazione della preghiera,
                                                                                                                                                                                            l’eccitazione della scoperta, dell’avventura, il silenzio pieno di voli mi-
                                                                                                                                                                                            steriosi in un’altra dimensione: non ho più età e mi sento al centro di
                                                                                                                                                                                            tutto. E allora Dio mi cerca, mi trova. Sulla punta del mio pennello c’è
                                                                                                                                                                                            tutto me stesso e la mia mano diventa strumento perfetto al servizio
                                                                                                                                                                                            del cervello, dell’anima, misterioso tramite di tensioni che vengono
                                                                                                                                                                                            dall’universo».

                                                                                                                                                                                                                                                  (Gustavo Benucci)

                                                 isbn:   978-88-97738-01-5

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