Unità 3 SOGGETTO E PREDICATO - La Cetra
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Guida alla nuova edizione di R. Paggi, L. Albini, D. Ferrari, Nel suono il senso. Grammatica della lingua italiana ad uso scolastico. Itaca 2016 a cura di Raffaela Paggi, Daniele Ferrari, Gabriele Grava, Anna Iuliano, Dorotea Moscato, Lucia Negri Unità 3 SOGGETTO E PREDICATO INTRODUZIONE ALL’ANALISI LOGICA DELLA FRASE Contenuti Perché per introdurre le nozioni di soggetto e predicato si parte dalla distinzione tra struttura e funzione? Data l’importanza prioritaria che nella lingua italiana i nessi tra le parole rivestono in ordine all’organizzazione logica del testo e dunque alla trasmissione del senso nel messaggio, la conoscenza e il riconoscimento dei sintagmi e delle loro funzioni logiche precede quello della classificazione del lessico e dello studio degli aspetti morfologici delle varie parti del discorso, argomenti trattati a partire dall’unità 4. Si indagano in questa unità le funzioni preferenziali del sintagma nominale e di quello verbale: soggetto e predicato, elementi costitutivi della frase minima. Fondamentale nello studio della lingua il concetto di “funzione preferenziale”, in quanto nella lingua naturale, a differenza di altri linguaggi, come ad esempio quello matematico, non vi è corrispondenza biunivoca tra struttura e funzione: una struttura può svolgere diverse funzioni (ad esempio il sintagma nominale può svolgere la funzione di soggetto: Il sole tramonta, di complemento oggetto: Le nuvole oscurano il sole, di complemento di vocazione: Piero, vieni qui!; di tempo: Questa sera non ho sonno; di misura: Mio fratello pesa cinquanta chili) e la stessa funzione può essere svolta da diverse strutture (la funzione di attribuire una caratteristica al nome per individuare l’oggetto cui si riferisce può essere svolta da un aggettivo: La bici verde si è rotta; 1
da un sintagma preposizionale La bici di mio zio si è rotta; da una frase relativa La bici che ho appena comprato si è rotta). La preferenzialità è una questione squisitamente statistica: la maggior parte delle volte nei testi il soggetto è espresso da un sintagma nominale, pur tuttavia si riscontrano soggetti espressi da verbi (Lavorare stanca) o da frasi (Non è bello stare sotto la pioggia senza ombrello). Si comprenderà l’importanza di sviluppare nel percorso didattico tale consapevolezza negli studenti, i quali trarranno notevole vantaggio dal lavoro quanto più saranno invitati a evitare meccanicismi nell’analisi e impareranno a porre al testo le domande giuste: che cos’è? e a che cosa serve? le fondamentali per individuare struttura e funzione, forma e significato degli elementi linguistici. Impostare bene questa distinzione concettuale è di aiuto per gli studenti in qualsiasi attività conoscitiva che abbia a che fare con l’interpretazione dei segni. Si pensi ad esempio allo studio delle lingue straniere e alla pratica traduttiva. Una buona traduzione può essere resa solo mediante la comprensione delle funzioni delle strutture all’opera nel testo. Quando un alunno, dovendo tradurre una frase del tipo Il cane di Mario è in giardino, chiede come si traduce di in inglese la sua domanda andrebbe così corretta: attraverso quale struttura linguistica in inglese si esprime il concetto di appartenenza? Come la distinzione tra struttura e funzione aiuta a riconoscere e definire il concetto di soggetto? Si è visto nella seconda unità che la frase nasce dall’intreccio tra nome e verbo, che sono le strutture essenziali della comunicazione verbale. Ci si domanda ora quali funzioni esse svolgano nel loro comporsi. In tal senso la definizione di soggetto come “sintagma nominale che concorda con il sintagma verbale” vuole mettere in evidenza il fatto che si tratta di una funzione innanzitutto sintattica di una certa struttura (il SN): il suo morfo modifica quello del verbo per esprimere il forte legame che con esso intrattiene nell’atto della predicazione. L’analisi semantica dei diversi valori del soggetto (chi compie l’azione, chi la subisce, chi prova un sentimento…) è secondaria e successiva a quella sintattica, in quanto approfondisce la natura del legame di per sé constatabile semplicemente mediante un’analisi morfosintattica. Partire dai valori semantici del soggetto potrebbe in alcuni casi confondere l’analisi. Un caso ricorrente e significativo è quello della sovrapposizione della categoria semantica di ‘tema’ a quella di ‘soggetto’. Si pensi alla frase Agli orsi piace il miele. Gli studenti sono spesso indotti a identificare nel sintagma preposizionale agli orsi il soggetto, confondendo ciò che vene messo a tema nella frase con il soggetto grammaticale della stessa. L’immagine di apertura, fotografia di Martine Franck, che rappresenta una ruota panoramica, evoca l’idea che una struttura assume senso in rapporto alla funzione che ha: non si comprenderebbero gli elementi strutturali dell’architettura della ruota se non li si legasse l’un l’altro e non li si considerasse come funzionali allo scopo dell’insieme. Similmente, introdursi all’analisi logica della frase significa considerare ogni elemento testuale in rapporto al tutto, cioè al senso che la frase veicola. La semplicità, di cui parla la citazione di Nicolàs Gòmez Dàvila, è proprio 2
il senso che la frase, con la sua architettura, intende comunicare. La ruota è semplice, anche se la costruzione è complessa. Se l’intreccio nome - verbo è all’origine di ogni frase, come è possibile che in alcuni casi il soggetto non sia espresso? La composizione tra nome e verbo permette di costruire una scena, un frammento di mondo possibile, formato da un ente denominato che fa qualcosa o che è in un certo modo. Può accadere che nel solo verbo sia implicito tale ente. Ad esempio, se dico Gioco sono in scena io che agisco in un certo modo. L’informazione della persona soggetto è contenuta nel morfo del verbo in italiano. Tale scena non potrebbe essere descritta allo stesso modo con la lingua inglese, che, necessita sempre dell’esplicitazione del soggetto, essendo il verbo per lo più privo di informazioni morfologiche: I play. Diverso ancora il caso del verbo impersonale (piove, grandina). Nel primo caso risulta superflua la presenza di un SN soggetto perché verbi come piovere, nevicare, grandinare sono in grado di denominare una situazione sia di predicare ciò che accade, tant’è che sono verbi denominali (nevicare da neve) o espressioni formate da un verbo e un aggettivo (fa freddo, fa caldo). A conferma di ciò vi è l’uso metaforico di tali verbi: Piovono polpette. In questo caso, siccome il verbo piovere perde il tratto semantico ‘acqua’ per conservare solo quello di ‘cadere dal cielo’, occorre un nome che descriva la scena componendosi con lui. Anche i verbi usati impersonalmente (non si fuma) sono in grado di descrivere autonomamente una scena, generalizzando l’azione di cui si parla che viene riferita a un soggetto indeterminato, in quanto non è interesse del parlante concentrarsi su un ente particolare. Non a caso la maggior parte di espressioni impersonali descrive norme da seguire valide per chiunque o comportamenti abituali. Che criterio è stato seguito per distinguere tra predicato verbale e predicato nominale? Innanzitutto è importante distinguere tra verbo, che è una struttura, e predicato, che è una funzione. L’intreccio tra nome-soggetto e verbo è normalmente sufficiente per istituire una predicazione. A volte però, in base alla natura del verbo, occorre un ulteriore parte nominale per costruire una frase. Infatti alcuni verbi non hanno natura predicativa, bensì copulativa. Cioè hanno la proprietà di legare al nome-soggetto altri nomi o aggettivi che assumono funzione predicativa. Si è pertanto usato come criterio di distinzione tra predicato verbale e nominale la natura predicativa o copulativa dei verbi, riassumendo in un’unica categoria, predicato nominale, tutti i casi in cui la predicatività è espressa da un sintagma verbale formato da un verbo copulativo + un nome o un aggettivo o un intero sintagma nominale. Successivamente, nell’unità 5 dedicata allo studio del sintagma nominale, viene proposta una tabella (p. 130) in cui è visibile la gradualità di capacità predicativa dei diversi copulativi, che vanno da un grado di predicatività minima del verbo essere a un grado più alto, ma non autonomo, di verbi come sembrare, o addirittura a verbi 3
solitamente predicativi, come vivere o correre, che in alcuni usi particolari compiono la loro funzione di predicato con l’ausilio di un aggettivo: Luca vive sereno; Piero corre veloce. In frasi come queste è predicata la serenità di Luca nel vivere e la velocità di Piero nella corsa. Che relazione c’è tra analisi logica e analisi morfosintattica? Impostata l’analisi morfosintattica nell’unità 2, è ora possibile introdurre quella logica, finalizzata al riconoscimento delle funzioni logiche dei sintagmi, a partire dall’individuazione di soggetto e predicato. Si tratta ancora una volta di tenere presente la distinzione tra struttura e funzione nell’indagine linguistica, senza sovrapporre i due piani. A tal fine a p. 61 viene proposta una modalità di svolgimento delle analisi in due fasi e con grafica differenziata. Quella logica prevede una riscrittura della frase evidenziando lo schema delle reggenze che l’intreccio di SN-soggetto e SV- predicato istituisce nella frase, inizialmente senza la preoccupazione di classificarle con i nomi dei diversi complementi, successivamente presentati. Quali sono i contenuti e le finalità delle Questioni di lessico? Nell’unità 3, dedicata all’impostazione dell’analisi logica, è dato uno spazio esiguo al lessico. Si è voluto sostanzialmente mettere a tema un caso molto particolare di frase, quella in cui è il nome ad assumere la funzione predicativa. Essendo tali frasi, dette nominali, una strategia comunicativa molto usata nel mondo dei mass media e dei social, si è voluto sottolinearne le finalità e la dinamica di funzionamento per aiutare gli studenti a una lettura più consapevole e meno superficiale di titoli e slogan. 4
Obiettivi essenziali di apprendimento Lo studio del testo della terza unità e lo svolgimento degli esercizi proposti contribuiscono al raggiungimento, in particolare, del seguente obiettivo di apprendimento (IN 2012): Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua ⎯ Riconoscere l’organizzazione logico-sintattica della frase semplice. 5
Suggerimenti didattici Sulla distinzione struttura e funzione Per far comprendere bene agli studenti tale distinzione, che sta alla base dell’analisi morfosintattica e logica, si consiglia di far leva sulla loro esperienza. Si tratta infatti di una categorizzazione che nasce dall’osservazione attenta della realtà quotidiana, come esemplificato nel primo paragrafo: una sedia è una struttura che nasce per una certa funzione, che preferenzialmente ha cioè uno scopo, ma che può essere occasionalmente usata per altre funzioni. Si possono pertanto a lezione fare altri esempi similari, sia di strutture utilizzate per diverse funzioni, sia partendo dalla funzione per individuare quali strutture possono svolgerla. Ad esempio si può chiedere di elencare gli strumenti che l’uomo utilizza per misurare il tempo (l’orologio, la meridiana, la clessidra…), o per il trasporto (l’automobile, il treno, la bicicletta…), o ancora per informarsi (i libri, i giornali, internet…). A tale scopo potrebbe essere svolto insieme in classe parzialmente il primo esercizio (pp. 68-69), invitando poi gli studenti a completarlo a casa. Sarà così più facile passare alle strutture e alle funzioni linguistiche svolgendo insieme l’esercizio 2 a p. 69 che intende portare a consapevolezza degli studenti la pluralità di strutture linguistiche (parti del discorso, sintagmi, frasi) atte a svolgere determinate funzioni. Si introduce così gradualmente l’analisi logica, sviluppata in questa e in altre unità, che consiste sostanzialmente nella classificazione delle funzioni, dapprima di soggetto e predicato, in seguito dando un nome preciso ai diversi complementi. Più importante che giungere immediatamente all’attribuzione del nome esatto dei diversi complementi, alcuni dei quali probabilmente saranno stati dagli studenti già appresi nella scuola primaria, è invitarli a descriverne la funzione (come esemplificato nella prima colonna dell’esercizio 2). Sull’individuazione del soggetto È abbastanza frequente che gli studenti si presentino alla scuola media con in mente una definizione di soggetto come “colui che compie l’azione”. Partendo da tale definizione, che non va demonizzata bensì reindirizzata, si potrà farli ragionare su una serie di frasi in cui il soggetto non compie alcuna azione, o perché la subisce (frase passiva: Luca è stimato dai compagni), o perché se ne descrive una caratteristica (frase con verbo copulativo: Luca è un bravo ragazzo), o perché si trova coinvolto in una certa situazione (frase costruita intorno a verbi stativi: Luca sta alla finestra). Si può poi chiedere agli studenti di trovare quale caratteristica accomuna in queste frasi il rapporto tra Luca e il verbo, suggerendo loro di sostituire il sintagma Luca con il sintagma Luca e Mario. Gli studenti verranno così condotti alla constatazione che il legame tra soggetto e verbo è innanzitutto di natura morfosintattica: il numero del sintagma nominale-soggetto modifica il morfo del verbo. Si tratta cioè di un legame così stretto da modificare la forma stessa del verbo quando si combinano nella frase. Ciò non avviene con altri sintagmi nominali presenti nella frase: 6
Luca mangia una mela. Luca mangia due mele. La boccia pesa un chilo. La boccia pesa due chili. Modificando l’oggetto del verbo o la misura, il verbo non modifica la sua forma, il suo morfo. Acquisito tale importante concetto si potrà procedere con la disamina dei tipi di nesso semantico che il soggetto può intrattenere con il verbo, mostrando che la definizione di soggetto eventualmente appresa alla primaria è vera ma parziale: compiere l’azione è uno dei valori del soggetto, ma non l’unico. Affrontando il paragrafo Quando il soggetto non è espresso, si consiglia di insistere sul procedimento dell’esplicitazione, argomento del box I trucchi del mestiere a p. 57. Si tratta di un’attitudine da favorire e sviluppare negli studenti, perché nel testo molte delle informazioni utili alla comprensione sono implicite e quindi, sia per l’analisi linguistica, sia per l’interpretazione dei testi, bisogna essere in grado di riconoscere anche le strutture linguistiche che non appaiono esplicitamente. Si consiglia di far riscrivere le frasi esplicitate prima di procedere con l’analisi, come mostrato nel box. In proposito vedi anche FAQ: Come introdurre la definizione di soggetto proposta in Nel suono il senso a studenti cui è stato insegnato che il soggetto è “chi compie l’azione”? Sulla distinzione tra predicato verbale e nominale Anche la nozione di predicato è stata sicuramente introdotta nella scuola primaria, pertanto occorre verificare che idea gli studenti ne hanno. Può capitare di riscontrare un appiattimento del concetto di predicato su quello di verbo, come parola che dice l’azione. In tal caso può essere utile partire dai box etimologici alle pp. 55 e 58, per trovare nella storia delle parole ‘soggetto’ e ‘predicato’ il concetto di sintagma sottoposto alla predicazione e di predicato come ciò che viene detto a proposito del soggetto. Si parte così dal legame fra essi per far comprendere in un secondo passaggio che sicuramente il verbo ha preferenzialmente la funzione di predicare, ma non sempre è in grado di farlo da solo. Va introdotta a questo punto la distinzione tra verbi copulativi e verbi predicativi. È importante anche illustrare agli studenti che si parla di predicato nominale anche quando a predicare insieme al verbo non è un nome ma un aggettivo, in latino chiamato nomen adjectivum per distinguerlo dal nomen substantivum. In proposito vedi anche FAQ: Gli studenti spesso utilizzano indifferentemente i termini ‘verbo’ e ‘predicato’. Come far capire loro la differenza? e Qual è il criterio con cui in Nel suono il senso si distingue fra predicato verbale e predicato nominale? 7
Sull’impostazione dell’analisi logica Senza la pretesa di imporre una modalità di svolgimento dell’analisi logica piuttosto che un’altra, magari già sperimentata come efficace dal docente, si fa in questa unità una proposta grafica intesa a mettere in evidenza due cose: ⎯ mentre l’analisi morfosintattica nasce dall’osservazione delle parole nell’ordine in cui sono disposte nella frase, e dunque graficamente è resa bene dalla linea o dalla colonna, l’analisi logica va a indagare una rete di relazioni più profonda, non visibile nella superficie del testo. Riorganizzare pertanto anche graficamente i sintagmi in base alle reggenze può essere utile per aiutare gli studenti a esplicitare la rete di relazioni che costituiscono lo schema logico della frase; ⎯ l’organizzazione logica della frase si struttura intorno alla composizione SN-soggetto + SV- predicato, da riconoscere all’inizio di qualsiasi analisi. Per questo vengono messi sempre in evidenza in alto e da essi si fanno partire le frecce che uniscono a loro i vari complementi, i quali possono dipendere o dal SN-soggetto o dal SV-predicato. Tale modus operandi, per analogia, risulterà utile anche nell’analisi del periodo, come si vedrà nell’U. 9 (v. pp. 207-208). Esercizi Gli esercizi della terza unità intendono introdurre gli argomenti attraverso ⎯ riconoscimento in frasi e testi dati dei fenomeni linguistici e delle strutture indagate; ⎯ attività di completamento, riscrittura e produzione a consegna vincolata, in cui gli studenti possano sorprendere all’opera i fenomeni linguistici indagati accorgendosi di saperli già usare ma di doverne prendere coscienza; Un esempio di es. che richiede la riscrittura per far emergere esplicitamente le funzioni: es. 15 p. 79. Trasforma i verbi di modo participio sottolineati in verbi di modo finito (cioè indicanti la persona nel loro morfo) e riconosci il loro soggetto. Es. Chiusa la porta, non sentii il rumore. à Quando chiusi la porta. Soggetto: io. 1. Spuntata la luna, decisi di tornare a casa. à Quando la luna spuntò, io decisi di tornare a casa. Soggetto: la luna. 2. Ricamato il corpino dell’abito, la sarta guardò soddisfatta il suo lavoro. à Non appena la sarta finì di ricamare il corpino dell’abito, la sarta guardò soddisfatta il suo lavoro. Soggetto: la sarta. 3. Allacciati i bottoni, questa giacca tiene molto caldo. à Se i bottoni vengono allacciati, questa giacca tiene molto caldo. Soggetto: i bottoni. 4. Cantata la romanza, Pavarotti fu applaudito a lungo. àQuando Pavarotti cantò la romanza, Pavarotti fu applaudito a lungo. Soggetto: Pavarotti. 8
5. Sorpreso a rubare, il ladro si costituì. à Quando il ladro fu sorpreso a rubare, il ladro si costituì. Soggetto: il ladro. 6. Scomparsa la ragazza, tutti si mostrarono preoccupati. à Quando la ragazza scomparve, tutti si mostrarono preoccupati. Soggetto: la ragazza. ⎯ correzione di errori nella strutturazione delle frasi per scoprire i procedimenti che non sono stati seguiti correttamente e divenirne consapevoli; ⎯ esplicitazione di elementi impliciti per riconoscere compiutamente la struttura della frase e comprenderne appieno il senso; ⎯ analisi morfosintattica e logica; ⎯ richiesta di spiegare le proprie scelte classificatorie o le correzioni delle frasi errate per favorire una classificazione motivata dalla consapevolezza della funzione delle strutture indagate. Un esempio di esercizio svolto che richiede di spiegare le proprie scelte: es. 18 a pag. 75. Non sempre in italiano è necessario esprimere il soggetto. Dove è possibile eliminalo, dando le ragioni della tua scelta. Es: Perché tu insisti a fare così? Il pronome tu non è necessario perché il morfo del verbo indica con sufficiente chiarezza quale sia il soggetto della frase. 1.Luigi è spossato perché egli ha percorso trenta chilometri in bicicletta senza fermarsi mai. Il pronome egli non è necessario perché si intuisce che il verbo concorda con il soggetto della frase precedente ‘Luigi’. 2. All’esame di maturità i professori interrogheranno su tutto il programma svolto. Il sintagma ‘i professori’ è superfluo perché si sa che alla maturità sono sempre dei professori a interrogare. 3. Tu non mi devi dire cosa io devo fare! I pronomi ‘tu’ ed ‘io’ possono essere eliminati perché il soggetto dei verbi è implicito nel loro morfo. Vanno lasciati espressi nel caso si voglia sottolineare con forza l’opposizione tra il destinatario e il mittente della frase, il quale non accetta imposizioni. 4. Voi due resterete a casa a lavorare. Se non ci fosse l’aggettivo ‘due’ si potrebbe eliminare ‘voi’, implicito nel morfo del verbo, ma la sua presenza impone che il pronome cui l’aggettivo attribuisce una caratteristica sia esplicito. 5. Lei ha meritato il premio, non Franco. Il pronome lei va lasciato perché si intende mettere in evidenza l’opposizione tra chi ha meritato il premio e Franco che non lo meritava. 6. Tu, che amavi le cose semplici, ti sei messo in un bel pasticcio. Il pronome ‘tu’, anche se implicito nel morfo del verbo, va lasciato perché seguito da una frase (che amavi le cose semplici) che ad esso si riferisce e che ne impone la presenza. 7. Ero io che fischiettavo. Il pronome ‘io’, anche se implicito nel morfo del verbo, va lasciato perché seguito da una frase (che fischiettavo) che ad esso si riferisce e che ne impone la presenza. 9
8. Luca ed io siamo usciti a fare una passeggiata, e noi abbiamo incontrato alcuni nostri amici. Il pronome ‘noi’ è ridondante, sia perché implicito nel morfo del verbo ‘abbiamo incontrato’, sia perché si intuisce facilmente che il soggetto è lo stesso della frase precedente: ‘Luca ed io’. 9. Ugo e Ivo sperano che tu vada con loro al mare. Il pronome ‘tu’ va lasciato perché il morfo del verbo ‘vada’ è ambiguo: potrebbe essere ‘io’, ‘tu’ o ‘egli’. 10. La mamma non pensava che io tornassi così presto. Il pronome ‘io’ va lasciato perché il morfo del verbo ‘tornassi’ è ambiguo: potrebbe essere ‘io’ o ‘tu’. 11. Anche lui è venuto a trovarmi. La presenza di ‘anche’, rafforzando il soggetto ‘lui’, impone che sia esplicitato, pur essendo implicito nel morfo del verbo ‘è venuto’. 12. Oggi è venuto Giorgio a studiare con me, ed io sono stata molto contenta. Non è necessaria l’esplicitazione del soggetto ‘io’ perché implicito nel morfo del verbo ‘sono stata’. Si può lasciare se si intende sottolineare con una certa forza la contentezza del mittente. 13. Simone balzò in piedi; egli si guardò attorno come può farlo una preda braccata; poi lui afferrò la cartella grigia. Simone corse alla sua macchina. ‘Egli’ ‘lui’ e ‘Simone’ possono essere omessi se le azioni espresse dalle 4 frasi hanno sempre lo stesso soggetto ‘Simone’. Se invece nella scena i protagonisti sono due: Simone e un altro, occorre evidenziare i soggetti esplicitandoli ogni volta che cambiano. 14. Tu sei davvero un caro amico. Non è necessaria l’esplicitazione del soggetto ‘tu’ perché implicito nel morfo del verbo ‘sei’. Si può lasciare se si intende sottolineare con una certa forza l’intenzione che il mittente ha di elogiare il suo amico. 15. Per l’emozione Roberto taceva. Non si può eliminare il soggetto perché non si capirebbe con precisione a chi si riferisce il predicato. Gli esercizi di ricapitolazione possono essere usati per il ripasso, per la verifica, per il recupero e per il consolidamento degli apprendimenti. Essi sono suddivisi in base alla competenza che intendono sviluppare. Per il ripasso Questionario: domande finalizzate a sistematizzare lo studio degli argomenti, favorendo la consapevolezza che ogni concetto espresso risponde a una precisa domanda. Tali domande possono guidare il ripasso prima di un test o di una interrogazione. Analisi: vengono proposte circa 50 frasi, in ordine crescente di difficoltà, su cui esercitarsi per verificare la propria capacità di operare l’analisi morfosintattica e introdursi nell’analisi logica. Per le competenze 10
Argomentazione: le consegne sono volte a stimolare la capacità di rendere ragione delle proprie scelte nell’individuazione di soggetto e predicato e verificare la comprensione della distinzione tra struttura e funzione. Scrittura: si tratta per lo più di esercizi di produzione con consegna vincolata, volti sia a potenziare le capacità di scrittura di testi corretti e articolati, sia a verificare la propria comprensione delle categorie di soggetto e predicato mettendole subito alla prova in atti comunicativi. Un esercizio è dedicato a una proposta di parafrasi che prenda le mosse dall’individuazione di soggetto e predicato nel testo poetico. In tal senso si vuole mostrare come una buona competenza nel riconoscimento di tali funzioni sia alla base della capacità di lettura e di interpretazione di testi di media ed elevata difficoltà. 11
Verifica La verifica e la valutazione può avvenire attraverso osservazioni durante le lezioni e/o interrogazioni orali, oppure attraverso verifiche strutturate, di cui proponiamo un esempio volto a valutare il raggiungimento dei seguenti obiettivi: Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua ⎯ Riconoscere l’organizzazione logico-sintattica della frase semplice. ⎯ Riconoscere in un testo le parti del discorso, o categorie lessicali, e i loro tratti grammaticali. ESEMPIO DI VERIFICA 1. Definisci i seguenti termini Sintagma Soggetto Predicato verbale Predicato nominale 2. Riconosci e scrivi nella seconda colonna il SN – Soggetto delle seguenti frasi. Quest’estate io e Carlo abbiamo visto una volpe. Ti hanno selezionato per la prima squadra del Real Madrid. A Luigi interessano i libri di avventura. Mi piace mangiare. Ragazzi, andiamo subito in teatro! Risuonò per la valle il potente suono del corno da caccia. D’estate il rumore delle cicale mi rilassava. C’é al telefono un tuo amico. Dei fenicotteri si alzarono in volo. 3. Dividi le frasi in sintagmi; quindi individua il soggetto, il predicato e la tipologia di predicato (PV o PN). Simone corre in giardino. Jürgen è un grande calciatore. Il film è stato divertente. Luigi incontra Mario. La pipa era sul tavolo. In Finlandia ci sono molte renne. 12
Antonio sembra un ragazzo diligente. Sono tornato. A causa del forte dolore alla gamba non ho fatto la gita sul Monte Bianco. Lo zio di Simone ha comprato una macchina nuova. 4. Scrivi tre frasi usando il verbo essere come copula, predicato verbale, ausiliare. Copula: _________________________________________________________________________ Predicato verbale: _________________________________________________________________ Ausiliare: ________________________________________________________________________ 5. Inventa delle frasi che seguano gli schemi sintattici sotto riportati. SN – Sogg. + SV- PV + SP SP + SN - Sogg. + SV- PN SN + SN – Sogg. + SV – PV + SN – C.OGG SV – PN + SN – SOGG 6. Completa i seguenti ragionamenti Nella frase “Durante l’ultima guerra mio nonno fu prigioniero dei Tedeschi”, il soggetto è “mio nonno”, infatti… Nella frase “Marco, leggi con più attenzione!”, il soggetto non può essere “Marco” perché… Nella frase “A me piace il gelato al pistacchio”, “a me” non può essere soggetto perché… Nella frase “c’è nessuno?”, il predicato non è nominale ma verbale, infatti… Nella frase “Luca sarà un bravo medico”, il predicato non è solo “sarà” infatti… 13
VERIFICA SVOLTA 1. Definisci i seguenti termini Sintagma Parola o combinazione significativa di parole che svolge una precisa funzione logica nella frase. Soggetto Funzione logica del sintagma nominale che concorda con il predicato. Predicato verbale Funzione logica del sintagma verbale avente come nucleo un verbo predicativo. Predicato nominale Funzione logica del sintagma verbale formato da un verbo copulativo + un aggettivo o un sintagma predicativo nominale. 2. Riconosci e scrivi nella seconda colonna il SN – Soggetto delle seguenti frasi. Quest’estate io e Carlo abbiamo visto una volpe. io e Carlo L’allenatore ti ha convocato per la partita. l’allenatore A Luigi interessano i libri di avventura. i libri Mi piace mangiare. mangiare Ragazzi, andiamo subito in teatro! noi (implicito) Risuonò per la valle il potente suono del corno da il potente suono caccia. D’estate il rumore delle cicale mi rilassava. il rumore C’é al telefono un tuo amico. un tuo amico Dei fenicotteri si alzarono in volo. dei fenicotteri 3. Riconosci i sintagmi e le funzioni di soggetto e predicato, distinguendo predicato verbale e nominale (PV o PN). Simone/ corre / in giardino//. SN sogg - SV PV SP Jürgen / è un grande calciatore//. SN sogg - SV PN Il film/ è stato divertente//. SN sogg - SV PN Luigi/ incontra/ Mario//. SN sogg - SV PV SN La pipa/ era/ sul tavolo//. SN sogg - SV PV SP In Finlandia/ ci sono/ molte renne//. SP - SV PV SN sogg Antonio/ sembra un ragazzo diligente//. SN sogg - SV PN 14
Sono tornato//. SV PV (soggetto implicito: IO) A causa del forte dolore/ alla gamba/ non ho fatto/ la gita/ sul Monte Bianco//. SP SP SV PV SN SP (soggetto implicito: IO) 4. Scrivi tre frasi usando il verbo essere come copula, predicato verbale, ausiliare. Copula: I biscotti danesi sono gustosi. Predicato verbale: I biscotti danesi sono sul tavolo. Ausiliare: I biscotti danesi sono caduti sul pavimento. 5. Inventa delle frasi che seguano gli schemi sintattici sotto riportati. SN – Sogg. + SV- PV + SP Miriam torna dalla palestra. SP + SN - Sogg. + SV- PN In inverno le volpi artiche diventano bianche. SN + SN – Sogg. + SV – PV + SN Questa sera le attrici reciteranno una commedia. SV – PN + SN – SOGG È straordinaria questa tua trovata! 6. Completa i seguenti ragionamenti Nella frase “Durante l’ultima guerra mio nonno fu prigioniero dei Tedeschi”, il soggetto è “mio nonno”, infatti… determina numero e persona del verbo: se al posto di “mio nonno” scriviamo “i soldati”, cambia infatti anche il numero del predicato. Nella frase “Marco, leggi con più attenzione!”, il soggetto non può essere “Marco” perché… non concorda con il verbo, coniugato alla seconda persona singolare. Il soggetto è implicito (TU). Nella frase “A me piace il gelato al pistacchio”, “a me” non può essere soggetto perché… è un SP; il soggetto invece è “il gelato” perché concorda con il predicato. Nella frase “C’è Beniamino!” il predicato non è nominale ma verbale, infatti… “c’è” esprime la presenza di Beniamino, il quale svolge la funzione di soggetto; “essere” non è, in questo caso, un verbo copulativo bensì un verbo predicativo. Nella frase “Luca sarà un bravo medico”, il predicato non è solo “sarà” infatti… “un bravo medico” è il sintagma predicativo riferito al soggetto e concordante con esso che, insieme al verbo copulativo “essere”, forma il predicato nominale: per questo motivo “sarà” non predica da solo. 15
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