UN f ISICO ICONOCLASTA pER UNA TEORIA MOLTO MISTERIOSA
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PROLOGO UN FISICO ICONOCLASTA PER UNA TEORIA MOLTO MISTERIOSA Ciò che state per fare è pericoloso. Addentrarsi nelle stranezze del mondo quantistico è un viaggio fanta- stico dal quale non si esce indenni. È un mondo in cui gatti misteriosi sono nello stes- so tempo vivi e morti, e arguti topolini fanno esistere la luna semplicemente osservandola, un mondo in cui alcune interazioni si compiono al di fuori dello spazio e del tempo e una cosa può essere in due posti diversi nello stesso istante o spostarsi da un luogo all’altro senza passare per alcun punto intermedio… È anche un mondo in cui tutto è soltanto proba- bilità e onde immaginarie, e la materia si rivela essere soltanto vibrazioni effimere in perpetua ri-creazione, in 3
Una giornata con SCHRÖDINGER «felice Il momento più di una vita cui ciò che abbiamo mal defi- nito «vuoto» è pieno di un’e- umana è la partenza nergia prodigiosa e l’infinita- verso una terra mente piccolo si aggroviglia sconosciuta. » con l’infinitamente grande, un mondo in cui gli universi Dal diario di sir Richard paralleli si moltiplicano a vo- Francis Burton lontà e l’assurdo va a braccet- to con il divino… Pura costruzione intellettuale per amanti dei lin- guaggi astratti? Bizzarria matematica per appassionati di interrogazioni metafisiche? Eccentrica teoria scientifica al confine tra filosofia e follia? Molti sarebbero tentati di ri- spondere di sì, se il potere predittivo di questa teoria non si fosse rivelato tanto potente quanto rivoluzionario. Perché, per quanto sembri ammantarsi d’insensatezza, la fisica quantistica ha il supporto di un’ampia verifica sperimen- tale, e tuttavia conserva aspetti sconcertanti, in particolare quando si tratta delle interazioni fra luce e materia. La fisica dei quanti non è però una bellezza nasco- sta che riserva i suoi enigmatici splendori agli esploratori del mondo microscopico. Senza che ce ne accorgiamo, è presente in quasi ogni gesto della nostra vita quotidiana: quando scorriamo le dita sullo smartphone, quando pic- chiettiamo sulla tastiera del computer e in generale ogni volta che usiamo dispositivi con componenti elettronici. Senza la fisica quantistica, non potremmo comprendere il funzionamento dei diodi e dei transistor, quindi non 4
PROLOGO avremmo circuiti integrati, microprocessori o memorie flash. Senza la fisica quantistica, non ci sarebbe onda di materia, quindi niente orologi atomici né GPS. Niente laser né treni a levitazione magnetica, niente immagini mediche ultraprecise né comunicazione ultrasicura. E un domani, quando voteremo, useremo la carta di credito, ci vestiremo, ci sposteremo sulla Terra o nello spazio… il nostro ambiente sarà costellato di dispositivi che la fisica quantistica ha permesso di creare in labora- torio: dal computer quantistico al teletrasporto quanti- stico, passando per i nuovi materiali come il grafene e i nanotubi di carbonio. Ma c’è di più: ricerche recenti hanno infatti dimostra- to l’esistenza di effetti quantistici negli organismi viventi (nelle piante, per esempio, durante la fotosintesi, o negli occhi di certi uccelli migratori), un ambito finora escluso in ragione della sua estrema complessità, ritenuta inconci- liabile con la preservazione di un fenomeno fragile come la coerenza quantistica. Perfino la coscienza, o almeno la trasformazione dell’informazione in acquisizione consa- pevole da parte della mente umana, sembra oggi sul punto di essere correlata a interazioni di natura quantistica. Sì, senza dubbio, come sottolinea il fisico Steven Weinberg, «il giorno in cui si scopre la fisica quantistica, non si è più gli stessi». È dunque a un viaggio straordi- nario – nel significato etimologico di fuori dall’ordina- rio – che questo libro vi invita. 5
Una giornata con SCHRÖDINGER Erwin Schrödinger nel 1940, all’età di 53 anni. E chi meglio di Erwin Schrödinger (1887-1961), fra tutti i principali scopritori e artefici di questa teo- ria, potrebbe farci da guida? È certo meno conosciuto di Planck, Einstein o Feynman, forse meno visionario di Bohr, De Broglie o Pauli, di sicuro meno precoce di Dirac, Von Neumann o Heisenberg… – niente panico: se questi nomi non vi dicono nulla, avete in mano il libro che fa per voi – ma tutta la vita e l’opera di Erwin Schrödinger sono all’insegna della fisica quantistica. Di età intermedia fra le due generazioni di fisici che si sono confrontate alla nascita della fisica quantistica, 6
PROLOGO egli ha avuto un ruolo in quasi tutte le sue tappe cruciali: ha formulato l’equazione fondamentale di questa teoria (l’equazione di Schrödinger, appunto, la cui soluzione è all’origine delle principali applicazioni tecnologiche at- tuali); ha realizzato la sintesi fra le due principali versio- ni della teoria, la meccanica delle matrici di Heisenberg, Born e Jordan e la meccanica ondulatoria da lui stesso formulata alla luce dei lavori del francese Louis de Bro- glie; ha criticato l’interpretazione standard della teoria, attraverso il celebre esperimento del gatto vivo e morto e l’introduzione, insieme al suo amico Albert Einstein, della fondamentale nozione di entanglement o corre- lazione quantistica; ha perseguito l’ostinata – ancorché infruttuosa – ricerca di una superteoria che unificasse i due grandi pilastri della scienza moderna, la fisica quan- tistica e la teoria della relatività; si è dedicato con pas- sione alla filosofia e ai nessi fra scienza e spiritualità, e infine ha aperto la strada a quello che, ventiquattro anni dopo, sarebbe divenuto il campo rivoluzionario della biologia quantistica. E se Erwin Schrödinger fu iconoclasta nel suo approccio alle scienze, altrettanto lo fu nelle relazioni amorose, nelle amicizie e nelle scelte di vita. Spirito libero, insofferente di ogni convenzione, ha segnato in profondità la scienza del suo tempo e ne ha scosso non poco le coscienze. La sua opera scientifica e filoso- fica non smette di essere riscoperta e rivalutata, come se solo il tempo potesse rivelarne appieno la portata rivoluzionaria. 7
Una giornata con SCHRÖDINGER «Inventare significa pensare di lato», diceva Ein- stein. Quale migliore esempio della vita e dell’opera di Schrödinger, per far luce nel grande libro della fisica quantistica? 8
Capitolo 1 PRELUDIO AL VIAGGIO La fisica quantistica in tre parole e dieci domande! «Non occorre costruire un labirinto, l’Universo lo è già», osservava il poeta argentino Jorge Luis Borges. Que- sto primo capitolo vuol essere il filo d’Arianna delle vo- stre peregrinazioni quantistiche: diario di bordo e insie- me invito al viaggio, che riassume le nozioni e i princìpi esposti e sviluppati nelle pagine che seguiranno. Alcune risposte, immediate e concise, alle doman- de che certo vi ponete su questa affascinante teoria: di che cosa tratta la fisica quantistica? Quali sono i suoi princìpi? In che cosa differisce dalle altre teorie? Perché la luce vi riveste un ruolo importante? Che cosa significa la parola quantistico? Questo capitolo ha anche l’obiettivo di immer- gervi subito in questa fantastica teoria e permettervi di 9
Una giornata con SCHRÖDINGER «è prima Ogni viaggiatore di tutto un rispondere con tre parole o poco più al vostro vicino sognatore. » di metropolitana, che vi domanda con insistenza Bruce Chatwin, In Patagonia che cosa sia questa famo- sa «fisica quantistica». È chiaro che, se siete già in grado di rispondergli, potete passare al capitolo 2. Se invece l’evocazione di certi termini tecnici o di nomi di scienziati austriaci per- digiorno vi disorienta, non abbiate paura: le righe se- guenti dovrebbero aiutarvi a tracciare qualche segna- via sul cammino. Precisiamo fin d’ora che non si tratta di voler ar- rivare in vetta all’Everest quantistico: l’idea generale è equipaggiarvi per raggiungere il primo campo base, of- frendovi strumenti che vi permettano di proseguire in autonomia la vostra ascensione alla parete nord. Ma, intendiamoci, non si tratta nemmeno di to- gliervi l’ineffabile piacere di comprendere cose difficili! Se alcune semplificazioni e analogie, per forza approssi- mative, sono previste, nondimeno l’avventura richiederà da parte vostra attenzione, desiderio e un po’ di fatica. Come recita la massima che l’attore-poeta Jacques Gam- blin ama condividere, «Senza fatica, non c’è guadagno. Desiderio, gioco, gioia!». 10
PRELUDIO AL VIAGGIO LA FISICA QUANTISTICA IN TRE PAROLE Così come Einstein ha dimostrato che tutto è ener- gia – con la celebre formula E=mc² derivata dalla teoria della relatività – l’essenza della fisica quantistica si po- trebbe riassumere in tre sole parole: «Tutto è vibrazione!» Tutto è vibrazione, tutto è «onda». Come quelle che increspano la superficie dell’acqua colpita da un sas- solino o attraversano un campo di grano mosso dal ven- to, o quelle prodotte da uno strumento musicale. Ma, a differenza di queste onde fisiche che incontriamo tutti i giorni, le onde quantistiche non sono né materiali (come quelle sonore) né visibili (come quelle luminose), e non sono osservabili con alcun mezzo. Sono onde astratte che appartengono a un altro mondo, un mondo mate- matico immaginario, che tuttavia produce effetti fisici sul nostro. Com’è possibile? Qual è il legame fra questi due mondi? Qual è la natura del legame fra quel mondo astratto e il mondo reale che ci circonda? Questo insieme di problemi, complesso e destabi- lizzante, ha portato gli scienziati a rivedere il concetto di misura, a comprendere in profondità che cosa significhi osservare, e con ciò a ridefinire la nozione stessa di realtà. 11
Una giornata con SCHRÖDINGER LA FISICA QUANTISTICA IN DIECI DOMANDE 1. QUANDO E PERCHÉ È STATA CONCEPITA LA FISICA QUANTISTICA? La fisica quantistica è una delle due principali teo- rie fondamentali della fisica attuale; l’altra è la relatività generale di Einstein. I suoi princìpi hanno ricevuto una progressiva defini- zione durante il primo trentennio del Novecento, per opera di un gruppo di ricercatori soprattutto europei. Se Albert Einstein ha introdotto nel 1905 la nozione di «quanto» (cioè quantità discrete) di luce, e nel 1923 De Broglie quel- la di «onda di materia», furono soprattutto i fisici Werner Heisenberg, Erwin Schrödinger, Paul Dirac, Niels Bohr, Wolfgang Pauli e John von Neumann a mettere a punto e formalizzare la teoria come la conosciamo oggi. La fisica quantistica fu infatti formulata in risposta a osservazioni ed esperimenti impossibili da spiegare con le teorie dell’epoca (la meccanica e l’elettromagne- tismo, in sostanza), che furono in seguito definite classi- che, per distinguerle da quelle quantistiche. La maggior parte delle osservazioni e degli espe- rimenti che allora non venivano compresi chiamava in causa le interazioni fra luce e materia (per esempio il problema della radiazione emessa da un corpo a tempe- ratura costante). 12
PRELUDIO AL VIAGGIO 2. C HE COSA VUOL DIRE LA PAROLA «QUANTISTICO»? La parola deriva dal latino quantum, che significa «quanto». Il suo significato attuale è «granello». inteso, in as- senza di precisazioni concernenti la sua natura, come granello d’energia. In senso lato la parola quantistico fa ri- ferimento a tutto ciò che può essere connesso in modo più o meno stretto a un effetto o a una nozione di fisica quantistica. Un effetto quantistico non è altro che un ef- fetto predetto o descritto dalla fisica quantistica. In senso più preciso un quanto (quanti al plurale) è la quantità minima che una grandezza fisica può as- sumere nell’interazione fra due cose. Si parla allora di quantizzazione della grandezza considerata. Possiamo parlare di granelli d’energia perché è sta- to dimostrato che la luce possiede un aspetto granulare, sotto forma di quanti d’energia chiamati anche fotoni, e che, in generale, tutto ciò che esiste intorno a noi presen- ta un analogo comportamento granulare o corpuscolare: per esempio gli atomi – che ci è facile immaginare come grani di materia – hanno in sé una struttura energetica granulare. Anche lo spazio e il tempo potrebbero essere strutturati in granelli di spaziotempo, stando alle più re- centi speculazioni teoriche… 13
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