Tutti gli uomini del ministero - Gli strani intrecci tra l'Eni e la Farnesina - La Nuova Savona
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Tutti gli uomini del ministero Gli strani intrecci tra l’Eni e la Farnesina 1 | TUTTI GLI UOMINI DEL MINISTERO
Testi di Alessandro Runci Prodotto da Re:Common www.recommon.org | info@recommon.org testi chiusi a febbraio 2021 In copertina: La Farnesina, sede del Ministero degli Esteri; nell’omonimo piazzale antistante è collocata l’opera di Arnaldo Pomodoro, “Sfera grande”. Foto Gianni o O, CC BY-SA 4.0, attraverso Wikimedia Commons.
Introduzione Petrolio e gas hanno spesso contribuito a definire lo spazio d’azione della politica estera italiana. Dalla Libia all’Iraq, passando per la Russia e l’Egitto, l’aspetto diplomatico e talvolta militare si sono sovrapposti a quello energetico e del controllo delle risorse. In veste di principale compagnia energetica italiana, Eni gode di un peso rilevante sulla politica estera del Palazzo della Farnesina, State Department photo/ Public Domain nostro paese. La protezione degli asset petroliferi del Cane a sei zampe ha motivato persino alcune delle missioni militari in cui è tutt’ora impegnato l’esercito Benché le alte sfere politiche riconoscano il peso italiano1. di Eni sull’azione diplomatica italiana, nulla si dice rispetto ai meccanismi attraverso cui tale influenza Presente in oltre 60 paesi, con un fatturato di 70 mi- viene esercitata. Un vuoto informativo che limita lo liardi, ed interi dipartimenti preposti esclusivamente spazio di confronto su una materia di vitale importan- ai rapporti con le istituzioni, la struttura diplomatica za per la vita democratica del paese, che racchiude di Eni è tale da far impallidire la stessa Farnesina. In temi come sicurezza, immigrazione, diritti umani, alcuni frangenti, è sembrato che gli apparati politi- energia e clima. co-diplomatici della società di San Donato si sosti- tuissero a quelli dello Stato, o che venissero meno i Con questa inchiesta, proviamo a far luce su uno confini tra gli uni e gli altri. dei dispositivi che ha permesso ad Eni di insediarsi saldamente all’interno del Ministero degli affari esteri Recentemente, il presidente della Commissione Affari (MAE), e non in senso simbolico ma del tutto letterale. Esteri Piero Fassino ha ammesso “il ruolo centrale che l’ENI esercita […] sulla stessa politica estera italiana”2. Un Protocollo d’Intesa stipulato tra la Farnesina La commistione tra lo Stato e la più potente compa- ed il colosso petrolifero nel lontano 2008 e mai gnia fossile del paese non sembra imbarazzare più di reso noto da allora. L’accordo concede ad Eni di tanto i politici italiani, specialmente quando questa stanziare i propri uomini presso il Ministero per un avviene in ambiti che non godono di grande attenzio- periodo illimitato di tempo, così da permettere un ne mediatica. “raccordo” tra l’azione diplomatica di stato e gli interessi dell’azienda. 1 https://www.geopolitica.info/missioni-militari-italiane-il-medi- In un’ottica di scambio reciproco, il Protocollo pre- terraneo-come-priorita-strategica-e-unanalisi-del-dibattito-in-se- vede anche che la Farnesina distacchi un membro nato/ del corpo diplomatico italiano presso Eni, dove potrà 2 http://documenti.camera.it/leg18/resoconti/commissioni/ste- svolgere funzioni di natura istituzionale per conto nografici/html/03/indag/c03_commercio/2020/10/29/indice_ste- della società. nografico.0007.html# GLI STRANI INTRECCI TRA L’ENI E LA FARNESINA | 1
Un patto di collaborazione sistematico che mira a questioni che trascendevano l’aspetto industriale. rafforzare “la capacità di proiezione all’estero del Si- Eni diventava infatti il principale cliente di Gazprom al stema-Paese” in campo energetico, ma non solo. Me- mondo. diante il protocollo, Eni ed il MAE si impegnano anche Visto il lungo radicamento della società in Russia e gli a scambiarsi informazioni “sulla realtà economica, ottimi rapporti di cui gode con il Cremlino, Berlusconi istituzionale, e sociale dei paesi oggetto di interesse”. vede in Eni un asset formidabile per la sua politica In altre parole, intelligence. estera, tanto da permettere alla compagnia petroli- Per comprendere meglio il significato di questo fera di insediare i propri funzionari all’interno della accordo e la sua rilevanza è necessario considerare Farnesina. il momento storico in cui viene prodotto. Berlusconi si è appena insediato a Palazzo Chigi, mostrando sin da subito di voler dare uno scossone allo scacchiere Alcuni estratti dal protocollo d’Intesa tra Eni e delle relazioni diplomatiche italiane. Ministero degli Affari Esteri: In una delle sue prime uscite istituzionali, il Cavaliere si reca nella Libia di Gheddafi con cui sottoscrive il Trattato di “amicizia e cooperazione”, che sostanzial- mente prevede soldi e investimenti all’ex colonia in cambio di una stretta sull’immigrazione - poi tradot- tasi nei tristemente noti lager del deserto - e maggio- re apertura per le imprese italiane intenzionate ad operare in Libia. In quell’accordo, Eni figurava in qua- lità di pagatore, anche se dopo la caduta di Gheddafi la società riuscì a svincolarsi da ogni obbligo3 . Le vere ambizioni politiche, diplomatiche e soprat- tutto economiche di Berlusconi guardano però alla Russia dell’amico Putin, con cui il Cavaliere coltiva rapporti sempre più stretti, nonostante i malumori di Washington e della stessa Farnesina. Oltre che sull’affinità personale tra i due leader, i rap- porti tra Italia e Russia si sviluppano lungo la direttri- ce del gas e degli affari tra Eni e Gazprom, il gigante energetico controllato dal Cremlino. Eni aveva iniziato ad acquistare gas dalla Russia fin dagli anni sessanta, ma la svolta arriva trent’anni dopo con la stipula dell’accordo tra la società mila- nese e la Gazprom per le realizzazione del gasdotto Blue Stream4, tassello fondamentale per la politica energetica di Mosca che ambiva a tagliare fuori i pae- si dell’area caspica. Il giro d’affari tra Eni e la contro- parte russa continuò a crescere notevolmente negli anni successivi, fino ad arrivare al fatidico accordo del 2006, con il quale Eni si impegna ad acquistare gas da Gazprom fino al 2035, e concede a quest’ulti- ma di entrare nel mercato della vendita in Italia. Un accordo che si rivelò un disastro da un punto di vista prettamente commerciale5, ma sul quale pendevano 3 “Lo Stato Parallelo” A. Greco, G. Oddo, Chiarelettere (2016) 4 https://www.gazprom.com/projects/blue-stream/ 5 https://quifinanza.it/finanza/descalzi-eni-attacca-i-contratti-a- lungo-termine-sul-gas-sono-un-cappio-al-collo/46668/ 2 | TUTTI GLI UOMINI DEL MINISTERO
I tre manager Eni distaccati alla Farnesina Il primo manager di Eni ad essere L’anno prima, Eni era riuscita a sbloccare l’impasse sul mega giacimento di Zubair in Iraq, dopo un in- inviato alla Farnesina è Giuseppe tensissimo lavoro diplomatico. Fu lo stesso Scaroni a Ceccarini, il cui distacco ha inizio sottolineare il ruolo fondamentale svolto dalla Farne- sina in quella circostanza, esprimendo soddisfazione nel giugno del 2009. sulla collaborazione con la diplomazia di stato7: Con alle spalle una carriera di trent’anni nella com- pagnia petrolifera, dal 1999 Ceccarini era responsabi- le delle relazioni istituzionali di Eni con la Russia. Un ruolo che potrebbe aver influito sulla sua scelta per il MAE, visti i delicati rapporti che si stavano delinean- do sull’asse Roma-Mosca. Ceccarini sarebbe dovuto rimanere in distacco al Ministero per un solo anno, ma il suo incarico sarà prolungato per ben sei volte, fino al 2017. Incardi- nato presso l’allora Direzione Generale per la Coope- “Dal punto di vista operativo ultimamente abbiamo razione Economica, Ceccarini svolge - ci dicono dal fatto qualcosa di veramente innovativo. Ogni mese ci Ministero - la funzione di raccordo tra Eni ed il MAE riuniamo con la Farnesina, noi a un lato del tavolo e i per quanto concerne la posizione italiana sui dossier diplomatici dall’altra parte, con l’obiettivo di mettere energetici e nell’ambito dei summit internazionali. assieme le energie nei paesi dove noi lavoriamo.” Una descrizione molto vaga, che non rivela alcun Nel 2014, Matteo Renzi diventa Presidente del con- dettaglio rispetto all’attività di Ceccarini nel corso siglio nominando, qualche mese più tardi, Claudio della sua lunga permanenza al Ministero, durante la Descalzi alla guida dell’Eni. “L’Eni è oggi un pezzo quale politiche energetiche e politica estera si sono fondamentale della nostra politica energetica, della spesso fuse tra loro, come nel caso della crisi libica, nostra politica estera, della nostra politica di intelli- dei rapporti con l’Iraq, l’Iran e quelli con la Russia. gence. Cosa vuol dire intelligence? I servizi, i servizi segreti.”8 A poche settimane dalla sua nomina a Pre- Nel 2011, mentre i combattimenti tra gli insorti e le mier, Renzi chiarisce subito la sua visione di Eni come truppe di Gheddafi erano ancora in corso, l’ammini- vera e propria articolazione dello Stato, scatenando stratore delegato di Eni, Scaroni, si reca in Libia per un putiferio politico e mediatico. tre volte negoziando e sottoscrivendo accordi con il Consiglio nazionale di transizione e con la NOC, la compagnia petrolifera di stato6. 7 https://st.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20 Mercati/2010/03/eni-scaroni-forum-intervista_PRN.shtml 8 https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/04/eni-renzi-a-ot- 6 https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-04-05/litalia-rico- to-e-mezzo-pezzo-fondamentale-della-nostra-intelligence-bru- nosce-ribelli-libici-063829_PRN.shtml netta-gaffe-inqualificabile/939651/ GLI STRANI INTRECCI TRA L’ENI E LA FARNESINA | 3
La portata delle scoperte e la sua posizione geo-strate- gica fanno del Mozambico la nuova possibile frontiera mondiale del gas, ma le complessità non mancano, a partire dalla gravissima crisi economica che affligge il paese africano in quel periodo. Un investimento estremamente rischioso dunque, che nessun finanziatore o compagnia privata può permet- tersi di sostenere senza un paracadute pubblico. E così interviene lo stato italiano, tramite l’agenzia di credito Sace, che a giugno 2017 approva una garanzia da 700 milioni di dollari a copertura dei rischi di Eni9. Molto probabilmente, il Ministero degli affari esteri ha dato il suo benestare all’operazione. Palazzo della Farnesina, Roma, Ministero degli Esteri. Foto © Luca Di Ciaccio, licenza BY-NC-SA 2.0, Flickr Il Codice etico del Cane a sei zampe contiene delle norme atte a prevenire situazioni di conflitto di inte- Da quel momento, Renzi si reca in missione ufficiale resse, che si applicano anche al personale in distacco ovunque Eni sigli un contratto petrolifero: Kazakhi- presso i ministeri. Tuttavia, in una lettera di Gaiani in- stan, Angola, Congo e Mozambico in un solo anno. dirizzata ad Eni, l’ambasciatore assicura che Tombolini Ancora una volta, gli affari di Eni e la politica estera potrà interagire con tutte le articolazioni del Ministero italiana si plasmano a vicenda. in cui vengono trattati temi di interesse per la società petrolifera. A fine 2016, Ceccarini lascia la Farnesina. In una lettera indirizzata all’Amministratore delegato, Paolo Scaroni, l’ex ambasciatore Giandomenico Magliano preme af- finché l’Eni possa attribuire “il giusto apprezzamento” al suo dirigente per l’ottimo lavoro svolto al Ministero. Lo stesso Magliano ha poi intrapreso una carriera nel settore energetico, ed è attualmente Amministratore di Italgas. Per rimpiazzare Ceccarini, l’Eni invia alla Farnesina Al- fredo Tombolini. Dopo aver accumulato un’esperienza trentennale in progetti petroliferi, lavorando in paesi come Libia, Algeria e Sudan, Tombolini viene assunto dall’Eni a dicembre 2016, per poi essere immediata- mente distaccato al Ministero, dove prende servizio a marzo del 2017. Oggi Tombolini fa il consulente freelance, dopo quasi tre anni passati negli uffici della Farnesina. Al suo Tombolini si insedia presso la Direzione Generale per posto al Ministero c’è Sandro Furlan, che lavora all’Eni la Mondializzazione e le Questioni Globali (DGMO), dal 2001. Ufficialmente il suo distacco terminava lo alla cui guida c’è Massimo Gaiani, oggi ambasciatore scorso dicembre, sarà prolungato anche questo come italiano in Turchia. da consuetudine? Tra le funzioni di Tombolini c’è quella di promuovere investimenti italiani all’estero nel settore energetico, ovvero indirizzare i finanziamenti pubblici del paese. Tombolini arriva alla Farnesina in un momento chiave per l’Eni; il governo italiano si appresta infatti a decide- re in merito ad un grosso investimento in Mozambico, 9 https://www.lastampa.it/tuttogreen/2020/08/01/news/ dove Eni è capofila in due mega progetti di gas. gas-in-mozambico-un-investimento-conveniente-per-l-ita- lia-1.39140678 4 | TUTTI GLI UOMINI DEL MINISTERO
Cabine di regia Il peso del Ministero degli affari esteri sulle politiche energetiche italiane trova conferma nelle due Cabine di regia presenti all’interno della Farnesina al fine di indirizzare l’azione dell’Italia in materia di energia, ed assicurarne il coordinamento con la politica estera nazionale. Palazzo della Farnesina, Roma, Ministero degli Esteri. La Cabina di regia Energia si riunisce per la prima vol- Foto © Luca Di Ciaccio, licenza BY-NC-SA 2.0, Flickr ta a giugno del 2019, presieduta dal capo della DGMO, proprio quella dove sono incardinati gli uomini di Eni. gia di Dicembre 2019, mentre il suo successore Furlan partecipa sia a quella Ambiente e Clima di Febbraio Nel giro di qualche settimana, l’Italia avrebbe parte- 2020, che a quella Energia della scorsa estate. cipato al Tavolo ministeriale sull’energia del G20 di Tokyo, dove si sarebbe affrontato un tema cruciale È importante sottolineare che i due non partecipano per Eni: l’idrogeno. Nel corso di quel vertice, sotto la come rappresentati del Cane a sei zampe, bensì nelle spinta delle lobby industriali e diversi stati membri vesti di funzionari del Ministero. Chi può dire se gli in- tra cui l’Italia, si va consolidando il consenso globale viati degli altri ministeri (tra cui quello per lo Sviluppo sull’idrogeno come tecnologia della transizione10. economico, Infrastrutture, Difesa, etc.) siano consa- pevoli di star trattando in realtà con dipendenti della Non sappiamo di cosa si sia discusso durante la compagnia petrolifera. riunione della Cabina sull’energia, poiché il MAE si è opposto alla divulgazione dei verbali, che a suo dire La presenza delle imprese fossili nelle Cabine è pregiudicherebbero la relazione dell’Italia con gli altri notevole: a quella di Dicembre 2019 partecipano tre paesi. rappresentanti di Eni (oltre a Tombolini), tra cui Lapo Pistelli – ex vice della Farnesina poi passato ad Eni – e La seconda Cabina di regia istituita dal MAE è quel- Francesco Ciaccia. Quest’ultimo, come recentemen- la Ambiente e Clima, il cui obiettivo principale è il te rivelato dal quotidiano Domani, è stato scelto da coordinamento della posizione italiana nell’ambito Palazzo Chigi come referente del tavolo ambiente e dei summit internazionali sul clima. La prima riunione energia per il prossimo G2011. della Cabina viene convocata ad Ottobre 2019, poco prima della COP 25 di Madrid, conclusasi in un colos- Sono ben otto i delegati di compagnie fossili, tra cui sale fallimento. Eni, Enel, Snam e Saipem, che partecipano poi alla ri- unione di febbraio 2020. Altri nove presenziano quella Alle riunioni delle due Cabine di regia partecipano di giugno, dove però spicca anche la presenza di due anche gli uomini di Eni incardinati presso la DGMO. rappresentanti di Confindustria Energia. Tombolini è presente a quella della Cabina sull’ener- 10 https://hydrogencouncil.com/en/g20-in-japan-hydrogen-ta- 11 https://www.editorialedomani.it/fatti/il-governo-ha-affida- kes-centre-stage/ to-i-negoziati-del-g20-a-eni-e-confindustria-unmhxz4q GLI STRANI INTRECCI TRA L’ENI E LA FARNESINA | 5
Riunione Cabina di Regia Partecipanti industria fossile Eni ENERGIA Marco Piredda GIUGNO 2020 Francesco Ciaccia Enel Marco Alberti - Capo relazioni esterne Snam Ruggero Corrias – Capo relazioni internazionali Carlotta Demofonti Valentina Bertoli Saipem Giovanni Castino – Public affairs manager Davina Mamprim Confindustria Energia Roberto Potì – Vice Presidente Gioia Tosti Eni AMBIENTE & CLIMA Renato De Filippo FEBBRAIO 2020 Marco Piredda Francesco Ciaccia Enel Marco Alberti - Capo relazioni esterne Snam Ruggero Corrias – Capo relazioni internazionali Carlotta Demofonti Saipem Giovanni Castino – Public affairs manager Vincenzo Maselli Eni ENERGIA Lapo Pistelli DICEMBRE 2019 Marco Piredda Francesco Ciaccia Enel Marco Alberti – Capo relazioni esterne Fabrizio Iaccarino Snam Ruggero Corrias - Capo relazioni internazionali 6 | TUTTI GLI UOMINI DEL MINISTERO
Conclusioni Sono passati tredici anni dalla firma di quel Protocollo di Intesa che ha permesso ad Eni di piazzare i propri uomini all’interno del Ministero degli affari esteri, e nessuno degli otto ministri che si sono succeduti alla guida della Farnesina in quest’arco di tempo ha mai sollevato perplessità a riguardo, almeno pubblicamente. Palazzo dell’Eni, Roma, marzo 2017. Di fronte al colosso petrolifero, Foto © Carlo Dojmi di Delupis/Re:Common i colori dei partiti politici Di fronte ad una serie di governi incapaci di esprimere sbiadiscono in fretta. una politica estera coerente, è verosimile ritenere che sia meglio affidare questo compito ad una potenza Nel corso della sua storia settantennale, Eni ha spesso globale come Eni. Un pensiero che spesso fa il paio agito come il vero Ministero degli affari esteri italiano, con la tesi che il commercio sia, in fondo, il più effica- talvolta piegando lo Stato ai propri interessi, altre ce tra gli strumenti diplomatici. volte facendosi esecutrice delle ambizioni del leader politico di turno. Di certo, vi è sempre stata una pro- “È terribile ciò che è successo a Giulio Regeni. Abbiamo miscuità tra l’azienda e lo Stato, che ora ha raggiunto detto chiaramente che noi siamo per i diritti umani, per livelli tali da non renderne più visibili i confini. questo pretendiamo chiarezza assoluta. La vogliamo come italiani e come Eni ”12. Così si esprimeva cinque L’assenza di un vero dibattito sul rapporto Stato-Eni anni fa l’Amministratore delegato, Claudio Descalzi, non ne rende meno profonde le implicazioni. Anzi, eppure da allora la sua azienda ha continuato a fare proprio una disattenzione generale sul tema, unita affari con il dittatore Al-Sisi, nonostante di chiarezza alla scarsa trasparenza che lo circonda, aumentano assoluta non vi sia alcuna traccia. il rischio che questa relazione vada fuori controllo e possa assumere connotati anti-democratici. A chi oggi gli chiede di passare dalle parole ai fatti, Descalzi replica che se non fosse Eni a sfruttare quei La politica estera di uno Stato dovrebbe rappresen- giacimenti, lo farebbe qualcun altro13, per di più un tare lo spazio in cui le esigenze politiche, strategiche, competitor. Il cinismo tipico degli investitori, perché di sicurezza, umanitarie, energetiche, ambientali ed in fondo è a loro che la società risponde. economiche vengono soppesate ed armonizzate. È qui che si stabilisce a quali interessi dare priorità nell’ambito delle relazioni con gli altri paesi. Lasciare 12 https://www.agi.it/politica/regeni_descalzi_e_interesse_go- che una multinazionale occupi questo spazio rischia verno_egitto_fare_chiarezza-585413/news/2016-03-06/ di far pendere l’ago della bilancia sempre dalla stessa 13 https://www.iltempo.it/adnkronos/2020/10/29/news/ca- parte. so-regeni-descalzi-parlato-costantemente-con-le-autorita-egizia- ne--25048218/ GLI STRANI INTRECCI TRA L’ENI E LA FARNESINA | 7
Palazzo della Farnesina, Roma, Ministero degli Esteri. Foto © Luca Di Ciaccio, licenza BY-NC-SA 2.0, Flickr “Si pensa alla pace come slegata dalla situazione eco- in petrolio e gas15, decisione che mette il governo nomica e dalle capacità politiche. La storia del Mozam- italiano con le spalle al muro. bico spiega invece che un percorso di pace si può fare Viene da chiedersi però quali siano le possibilità con- se c’è la possibilità di creare occupazione e sviluppo”14, crete che l’esecutivo smetta di finanziare i devastanti affermava Renzi in visita ufficiale nel piccolo stato progetti di Eni, fintanto che la compagnia godrà di africano, dove Eni aveva appena scoperto un mega una posizione privilegiata all’interno della stessa giacimento di gas. Di lì a poco, il Mozambico sarebbe Cabina di regia incaricata di coordinare la posizione sprofondato in una spirale di violenza che finora ha dell’Italia nell’ambito di questi negoziati. causato oltre 2 mila morti e 355 mila sfollati. Inseguire il profitto ad ogni costo è nella natura stes- Questo non ha però impedito al governo italiano di sa di una società di capitali come Eni, e di questo deve approvare due finanziamenti, attraverso la Sace, a fa- tener conto ogni velleità di riformare quest’azienda. vore dei progetti di Eni e della sua controllata Saipem Al netto di qualche ritocco comunicativo e persino nel paese. Ancora una volta, le logiche economiche tecnologico, le logiche di fondo che muovono Eni sovrastano tutte le altre, incluse quelle umanitarie e resteranno immutate ed incompatibili con qualsiasi di tutela del clima. istanza di giustizia sociale e climatica. Quello in corso sarà un anno fondamentale per la politica energetica italiana. Il nostro paese avrà la Cambiare Eni è, secondo noi, co-presidenza della prossima COP 26 e quella del G20. Un tema centrale sarà proprio quello dei finanzia- impossibile. Fare da argine al suo menti pubblici in nuovi progetti fossili. L’esecutivo potere, indispensabile. inglese ha appena annunciato che non investirà più 14 https://www.ilmessaggero.it/primopiano/politica/renzi_mo- zambico_eni_investimento_50_miliardi_descalzi_assicura_non_ 15 https://www.ft.com/content/920aee- andremo_via_gela-505965.html fa-9779-485d-b478-9fce0bd40020 8 | TUTTI GLI UOMINI DEL MINISTERO
Tutti gli uomini del ministero Gli strani intrecci tra l’Eni e la Farnesina “Tutti gli uomini del ministero” rivela l’esistenza di un protocollo tra l’Eni e il ministero degli Affari Esteri che permette al gigante petrolifero italiano di stanziare i propri uomini presso il dicastero per un periodo illimitato di tempo. Il tutto per facilitare un “raccordo” tra l’azione diplomatica italiana e gli interessi dell’azienda. Il documento, di cui Re:Common è entrata in possesso, risale addirittura al 2008. Il fatto che non sia mai stato reso pubblico ribadisce da un lato il peso rilevante sulla politica estera del nostro Paese di cui gode Eni, tanto che la pro- tezione dei suoi asset petroliferi ha motivato persino alcune delle missioni militari tutt’ora in corso, dall’altro come i meccanismi attraverso cui la società esercita questa influenza sugli apparati diplomatici italiani siano molto opachi. Un vuoto informativo che limita lo spazio di confronto su una materia di vitale importanza per la vita democratica dell’Ita- lia, che racchiude temi come sicurezza, immigrazione, diritti umani, energia e clima. Re:Common www.recommon.org | info@recommon.org
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