Tour della Bessanese e Rocciamelone - CLUB ALPINO ITALIANO - CAI Bologna
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CLUB ALPINO ITALIANO Sezione di Bologna “M. Fantin” Via Stalingrado n. 105 40128 Bologna Telefono e Fax: 051/234856 www.caibo.it segreteria@caibo.it Tour della Bessanese e Rocciamelone Dal 28 luglio al 5 agosto 2018 Il Tour della Bessanese è un “trekking di Alta Montagna” per escursionisti esperti nel grandioso paesaggio delle Alpi Graie meridionali. E’ un itinerario a forma di anello attorno all’ Uia della Bessanese. Il trekking si svolge lungo gli antichi sentieri che furono teatro di scambi e commerci tra i pastori, contrabbandieri e guide tra Italia e Francia. Percorre vallate selvagge molto diverse fra loro e attraversa colli che superano più volte i 3000 metri di altitudine. Al Tour della Bessanese abbiamo collegato la salita al “ Rocciamelone” m. 3538, la montagna più alta delle Alpi Graie. Dalla vetta il panorama è impagabile. Spazia a 360° dalle Valli del Cuneese dominate dal Monviso, al Chabeton, alla Francia con i ghiacciai della Banc des Ecrin, alla Valle D’ Aosta con il Monte Bianco, il Dente del Gigante e la Grandes Jorasse e per continuare con il Gran Paradiso e il Monte Rosa, fino a chiudere con la Pianura Padana, Torino e l’ inizio della Valle di Susa con la Sacra di San Michele. Sulla cima si trova anche il santuario più alto d’ Europa, una statua di bronzo dedicata alla Madonna, “Nostra Signora del Rocciamelone“ e un bivacco Santa Maria per le emergenze. 1° tappa - sabato 28 luglio - Bologna - Partenza ore 5,00 - Arrivo a Margone alle ore 10,30 Bologna - Margone m. 1410 - Rifugio Cibrario m. 2616 Lasciata l'auto nel vasto piazzale si attraversa l'abitato di Margone verso nord e si incontra una sterrata a servizio dell' acquedotto. La si percorre per una decina di minuti fino ad incontrare a destra il cartello segnavia n. 118 che indica il rifugio Cibrario. Si sale fra i pascoli fino ad incontrare i binari della vecchia Decauville. Si prosegue sul ripido fino a giungere a un colletto poco a ovest di Monte Bassa. Si prosegue quasi in piano fino a pervenire al Rio della Lera e alla sua fontana m. 1962 poi ci si alza e si guadagna quota alternando tratti in diagonale e brevi tornanti fino a raggiugere il rio Peraciaval in prossimità della cascata, lo si attraversa su un ponte (siamo a quota 2324m circa). Passati sulla destra del vallone il sentiero sale tortuosamente con due svolte poi con lunghe diagonali che si alternano a ripidi zig zag e giunge nei pressi del roccione denominato Roe d’la Veja. La pendenza si attenua e si entra nel Pian dei Sabiunin da cui ci appare la conca di Peraciaval. Un comodo tratto in piano porta infine al rifugio Cibrario. Cena e pernottamento presso il Rifugio Cibrario. Dislivello: 1200 m. in salita - Distanza: 6/7 km. Durata: 4 ore circa 2° tappa - domenica 29 luglio - Rif. Cibrario m. 2616 - Colle Sule’ m. 3073 - Colle Auteret m. 3072 - Vallone della Lombarda - Refuge Averole m. 2210 Dal rifugio si attraversa in direzione ovest il Pian dei Sabiunin per raggiugere la morena dove ha inizio la ripida traccia che risale il versante verso Sud i 300 m. di dislivello che portano al bacino glaciale che fu il ghiacciaio Berta m. 2900. Con un percorso in leggera salita, mantenendosi a ridosso delle balze rocciose che scendono da Testa Sula, si percorre il piano che porta al Colle Sulè m. 3073. Dal colle, guardando a ovest sono ben visibili la forma triangolare di Point Costan con il colle d’Autaret alla sua destra ed il valloncello, dove scorre l’ emissario dei laghi di Autaret, nel quale si svolge la parte intermedia del percorso. Dal colle la traccia scende su un ripido pendio di sfasciumi per circa 100 mt.; la pendenza quindi degrada e si prosegue su pietraia sino a quota 2800 circa dove, nei pressi di un masso ben visibile, si abbandona il sentiero che scende a Colle Spiol e risale (palo indicatore) per circa 30 mt. verso un colletto oltre il quale si trova un laghetto di fusione. Lo si aggira sul lato sinistro e si prosegue verso O. per poi svoltare a sinistra per tracce di sentiero sino ad incrociare un evidente mulattiera militare lastricata. Si risale la mulattiera sino ad una dorsale dalla quale e visibile un laghetto presso il quale si nota il nudo edificio dell’ ex rifugio Moise, una vecchia casermetta della guardia di frontiera. Dal retro dell’ edificio si prosegue con evidente mulattiera verso i laghi orientali che si lasciano a distanza sulla destra. All’ altezza dell’ emissario del lago occidentale di Autaret si incrocia il sentiero proveniente da Malciaussia. Si prosegue su sfasciumi sino a raggiungere il Colle dell’ Autaret mt. 3072. Dal colle si scende il ripido fronte morenico con una diagonale in direzione N e si prosegue con pendenza costante a mezza costa fino ad incrociare il Torrent de la Lombard che si attraversa grazie ad un comodo passaggio su tubi di cemento mt. 2530. Si prosegue sulla riva sinistra orografica sino a quota 2450 dove, poco prima del Cabane des Bergers, il percorso svolta a destra abbandonando il sentiero principale per scendere in direzione di una passarella che
riporta sulla sponda destra del torrente. Passati il ponte il sentiero sale leggermente sino al Pas de la Mule da cui ridiscende al Pian de Revellon in direzione del già visibile Refuge d'Averole che si raggiunge in pochi minuti risalendo il pendio sino ad incrociare il sentiero del Col d’Arnes del quale si percorrono verso sinistra gli ultimi metri. Cena e pernottamento presso il Refuge Averole. Dislivello: 900 mt. in salita, 1300 mt. in discesa - Distanza: 15 km. Durata: 6/7 ore 3° tappa - lunedì 30 luglio - Ref. Averole m. 2210 - Ghiacciaio Glacier Blanc (resti) - Punta Audras m 3244 - Passo del Collerin m. 3200) - Ghiacciaio di Pian Gias m. 3000 - Rifugio Gastaldi m. 2659. Il sentiero inizia dietro il rifugio e risale in direzione NE il pendio erboso superando con ripide svolte una balza oltre la quale si avvicina alla destra orografica del rio Ruisseau du Veillet che segue fino alla quota 2600 dove, all'altezza di una morena ben visibile, piega verso destra attraversandolo. Il sentiero prosegue in direzione E-NE e risale la morena sino a raggiungere una piccola balza di gradoni rocciosi mt. 2850 dove, puntando a nord ripassa sulla riva destra del torrente; l’attraversamento può richiedere attenzione in caso di ingrossamento del rio. La traccia riprende la direzione NE e risale la dorsale sul terreno morenico molto ripido sino a raggiungere la conca sovrastata in alto dai resti del Ghiacciaio Des Grandes Pareis, qui la traccia di sentiero scompare nel Clapier Blanc mt 3030. Guardando in direzione nord si nota una sella dietro alla quale spunta la parte sommitale dell'Albaron; per raggiungerla, il percorso prosegue dapprima in leggera salita mantenendo la direzione N-NE sino a quota 3100., poi si abbassa leggermente in una conca in direzione di alcune balze scistose, e compie un arco a N-NO che porta verso la sella. In questo tratto il percorso migliore va scelto in base alle condizioni di innevamento e affidandosi in ogni caso ai segnavia dipinti sulle rocce a volte molto in alto al fine di risultare sempre visibili. Raggiunte le balze, la traccia ridiventa visibile e risale il pendio alla sinistra dell’ evidente triangolo nevoso che viene attraversato nel piano alla sua sommità. I segnavie portano alla cresta di scisti che costeggia la Punta Audras e la seguono per 150 mt. Per poi abbassarsi leggermente, sempre sul versante francese riportandosi a quota 3200 a raggiungere il Passo del Collerin, ben segnalato da pali indicatori (punto impegnativo, possibile neve e/o ghiaccio). Qui ha inizio la discesa sul versante italiano che avviene su un ripido pendio di detriti instabili e che in assenza di neve non presenta particolari problemi. In caso di neve gelata o mista può rivelarsi impegnativa e sono necessari i ramponi. Il ripido canale scende per circa 200 mt. e porta al Ghiacciaio di Pian Gias mt. 3000. Con le dovute attenzioni è possibile avanzare senza ramponi su questo ghiacciaio non troppo ripido e per lo più coperto di detriti prestando sempre la massima attenzione ai segnavia sui massi. La traccia di discesa continua al centro del pendio mantenendosi alla destra orografica del torrente che emerge dal ghiacciaio sino ad incontrare i massi sotto la cresta delle Rocce delle Russe mt. 2800; qui attraversa il torrente e lo fiancheggia seguendo la morena in discesa sino ad incontrare le tracce del sentiero per la Ciaramella dove riattraversa il torrente riportandosi sulla riva destra ala quota di mt. 2660. Raggiunto il palo indicatore il percorso abbandona il sentiero che scende al Pian della Mussa e segue sulla destra la traccia che con un percorso a saliscendi a mezzacosta in 30 minuti porta al Rifugio Gastaldi m. 2659. Cena e pernottamento presso il Rifugio Gastaldi. Dislivello: mt. 1100 in salita, mt. 650 in discesa - Distanza: 9 km. Durata: 5/6 ore 4° tappa - martedì 31 luglio - Rifugio Gastaldi – Collarin d’ Arnas m. 2850 - Punta Fortino m. 3010 - Lago della Rossa m.2718 - Colle Altare m. 2962 - Rif. Cibrario m. 2616 Si segue il sentiero che parte dal rifugio e scende a S. verso l’ uscita della Conca del Ciaussine, in direzione di una cascatella formata dal rio che scende dalla conca sottostante la Crest del Fort. Attraversato il torrente che scorre nel piano, il sentiero sale percorrendo il pendio erboso e detritico tra la cascata e le pareti di Rocca Affinau. Dopo una breve salita, si arriva al bivio per il col d'Arnas, lo si ignora e si segue la traccia di sinistra che aggira la Rocca Affinau mantenendosi nel vallone a Sn. (direzione S e poi SO). Con alcune ripide svolte, con lo sfondo della Cresta Rossa, il sentiero porta a una conca dove si incontrano alcuni laghetti di fusione, raggiunti i ripidi pendii detritici che chiudono a sud la conca , una breve traccia ben segnalata, risale con una diagonale verso sinistra portando al Collarin d’ Arnas mt. 2850; ottimo punto panoramico impreziosito dal vicino laghetto di fusione del Collarin. Il sentiero prosegue in leggera discesa per un centinaio di metri fino a pochi passi dalle terrazze che sovrastano il lago. Sulla sinistra un cartello indica la facile salita alla Punta Fortino. Lo si segue tra gli sfasciumi toccando una prima elevazione 2920 mt. (a picco sul Lago della Rossa) e poi continuando lungo il comodo filo della dorsale di detriti fino a che non appare un grosso ometto di pietre che contrassegna la Punta Fortino 3010 mt. con vista panoramica d’ eccezione sulla Croce Rossa e la Ciamarella. Volendo è possibile proseguire fino alla vicina Cresta del Fort 3024 mt. (salita facoltativa) con un percorso un po’ esposto, percorso non difficile ma che richiede abilità su terreni delicati. Si ritorna sul sentiero e raggiugiamo il bivacco “San Camillo” e la Diga mt. 2690. La si attraversa e si segue lo sterrato che circonda il lago. Il percorso continua sul lato sinistro del ruscello che scende su pietre scistose fino verso il fondo della conca glaciale. Si sale una rampa che comincia all’ altezza di una cascatella e che, con facile percorso, conduce al colle Altare mt. 2962. Dal colle si segue verso est
la traccia che porta ad un evidente e ampio canale nel quale, mantenendosi sempre sul lato destro a alternando falso piani a ripidi pendii si scende ad un pianoro costellato di pozze d’ acqua e delimitato in direzione ovest dal Lago di Peraciaval. Il sentiero ben segnalato prosegue in direzione sud, attraversa il ripiano e si porta sopra alla balza che domina il lato nord del Pian del Sabiunin, da dove con pochi ripidi tornanti si raggiunge il rifugio Cibrario. Cena e pernottamento presso il Rifugio Cibrario. Dislivello: 730 mt. in salita, 780 mt. in discesa - Distanza: 8,5 km. Durata: 5 ore c.a. 5° tappa - mercoledì 1 agosto - Rif. Cibrario m. 2616 - Colle della Valletta m. 3207 - Croce Rossa m 3517 A destra del rifugio si prende il sentiero n.118 che, con un ripidissimo traverso, tocca il lago Peraciaval e quindi su pietraia e detriti giunge al Colle della Valletta m. 3207. Si passa sul versante francese e, traversando verso destra lungo la pietraia e seguendo gli ometti si raggiunge la base del vasto pendio sulla verticale della vetta (si intravede la statua in cima). Si risale faticosamente il pendio su roccette e sfasciumi, con tratto centrale piuttosto ripido, seguendo sempre le tracce piuttosto evidenti e gli ometti. In vista della vetta il terreno migliora un po’ e si tocca la panoramica cima. Ritorno al rifugio per lo stesso sentiero. Cena e pernottamento presso il Rifugio Cibrario. Dislivello: +/- 900 metri Durata: 5 ore c.a. 6° tappa - giovedì 2 agosto - Rif. Cibrario - Colle Sulè m. 3073 - Rifugio Tazzetti m. 2642 Dal rifugio si segue lo stesso percorso della tappa n. 2 fino al Col Sulè m. 3073. Arrivati al Col Sulè si lascia il sentiero del TB e si scende per pendii piuttosto ripidi e a volte nevosi sino ad intercettare il sentiero n. 116 (che porta al Colle al Colle Autaret). Si continua a scendere per un tratto sul sent. n. 116 fino al bivio che indica Colle di Spiol. Si abbandona il n. 116 e si prende a sinistra il sentiero che porta al Vallone delle Cavalle seguendo sempre le indicazioni per il Rif. Tazzetti. Si attraversano il Rio Costan (con laghetto) ed altri torrenti. Dopo un lungo saliscendi, seguendo le tracce e tenendo sempre la destra della valle (punto più basso m. 2200 circa), si prende a salire seguendo le tracce del ripido sentiero che raggiunge il torrente che scende dal rifugio e il sentiero n. 111 che porta al Rifugio. Cena e pernottamento presso il Rifugio Tazzetti. Dislivello: 1000 m. in salita, 974 m. in discesa Durata: 4,30/5 ore 7° tappa - venerdì 3 agosto - Rifugio Tazzetti m. 2642 - Colle della Resta m. 3183 - Ghiacciaio del Rocciamelome - Rocciamelone m. 3538 - Rifugio Cà D’ Asti m. 2854 - Rifugio La Riposa m. 2205 Dal Rifugio parte una buona traccia con direzione ovest, risale un crestone prima per sentiero poi per scisti sfasciati e raggiunge il Colle della Resta 3183 mt. Dal colle si scende sul ghiacciaio di Rocciamelone e lo si attraversa in direzione SSO per raggiungere una selletta m. 3330. Si risale la cresta detritica in direzione SSE (può essere innevata e possono servire i ramponi) rimontandola fino alle Rocce Rosse della vetta del Rocciamelone sotto alle quali si trova il bivacco Santa Maria (non custodito). Ora il sentiero scende tra ripidi e utili gradoni naturali sempre paralleli alla cresta sud fino al Rifugio a D'Asti. Nel tratto più impegnativo si trovano alcune corde fisse. Si continua a scendere con numerose svolte lungo le pendici della montagna fino a raggiungere il Rifugio La Riposa. m. 2205. Dislivello: 896 m. in salita, 1350 in discesa Durata: 7/8 ore (dal rifugio alla cima di Rocciamelone, 3 ore circa) 8° tappa - sabato 4 agosto - Rif. La Riposa m. 2205 - Alpe Arcella m 2015 - Colle Croce di Ferro m. 2558 - Rifugio Vulpot (Lago Malciaussia) m. 1815 Dal rifugio si prende il sentiero m. 558/559 che porta sulla strada bianca che scende verso Susa e che incociamo a quota m. 1900 dove troviamo il sentiero GTA. Proseguiamo a destra sulla strada bianca che risale verso l'Alpe Arcella (sono circa 7/8 km. dal rifugio). Si lascia la strada e si continua sul sentiero GTA che risale lungo il fianco della Cresta Creuse fino al Rif: Ravetto e alla Colle Croce di Ferro m. 2558. Da qui una lunga discesa, inizialmente forte, ci porta alle prime case di Pietramorta e alla sterrata che costeggia la parte settentrionale del Lago di Malciaussia m. 1815. Cena e pernottamento presso il Rifugio Vulpot. Dislivello: in salita 770 m. - in discesa 1070 m. Durata: 5,00/6,00 ore 9° tappa - domenica 5 agosto - Ferrata G. Giorda e Sacra di San Michele La mattina partiremo presto per scendere a Margone e prendere le macchine (discesa 400 mt., tempo 1h 15m). Raggiugeremo S. Anbrogio in Valle di Susa dove parte la Ferrata ( 50km. tempo 1h 15m ) La Sacra di S. Michele è un’ antichissima abbazia costruita tra il 983 e il 987 sulla cima del Monte
Pirchiriano m.962, un tempo luogo di transito dei pellegrini tra Italia e Francia. E’ un complesso architettonico di origine medioevale e monumento simbolo della Regione Piemonte. Il luogo ha ispirato Umberto Eco per il best-seller “Il nome della Rosa”. La Ferrata si svolge sul versante nord del Monte Pirchiriano, parte in prossimità dell’ abitato di S. Ambrogio (TO). È considerata moderatamente difficile, un paio di passaggi verticali un po’ atletici ma mai strapiombanti e con un dislivello di 550 metri. La ferrata è stata rivista nel 2016 e dotata di un “Nuovo Ponte Tibetano” della lunghezza di 60 metri posto all'incirca a metà percorso. La prima parte risale lo spigolo del Precipizio della Bell’ Alda. Le roccette sopra l’ attacco sono molto facili. Poi leggermente a destra si attaccano i primi gradini di ferro ed in seguito 3 scale in successione e via via più esposte. Al termine delle scale finisce anche il primo salto. Ora la ferrata va decisamente a destra con un tratto di 250 mt. in leggera ascesa su sentiero in parte attrezzato senza nessun tipo di difficoltà. Si continua a destra e si ricomincia ad arrampicare sul secondo risalto. Prima in traversata facile e poi via via più ripida si giunge ad una crestina dopodiché si attacca la scala (gradini infissi nella roccia) dove la ferrata ritorna un po’ più aerea. Arrivati in cima alla ferrata proseguire sempre a destra contornando l'antica Abbazia della Sacra quindi discendere per uno scosceso sentiero che prosegue a mezza costa e porta sulla carrozzabile in vista dell' entrata della Abbazia. Visiteremo l' Abbazia, tempo 1 ora circa. Per scendere si attraversa la carrozzabile e si prosegue sulla mulattiera che in 45 minuti porta alla piazza di San Ambrogio e di qui a sinistra all' auto. Difficoltà: AD Dislivello: 550 metri Durata: Tempo complessivo 5/6 ore (3,30/4 ore per la ferrata, 1 ora a scendere più la visita all'Abbazia) Difficoltà: EE / EEA - Si tratta un trekking di Alta Montagna, impegnativo per il tipo di percorso con tratti attrezzati e altri ai piedi di ghiacciai e su nevai, per i dislivelli e la lunghezza di alcune tappe ma soprattutto per le quote in cui si svolge. Adatto a persone bene allenate e conoscono questi ambienti. Partecipanti: Si accettano massimo 20 persone. Per motivi assicurativi è richiesta l’iscrizione al CAI. Dato l' impegno tecnico e fisico del trekking gli accompagnatori si riservano di valutare e accettare o no le singole iscrizioni. Le prenotazioni devono essere fatte presso la segreteria del CAI e diventano definitive solo dopo l' accettazione degli accompagnatori e il versamento dell'acconto di € 200,00. In caso di ritiro la caparra sarà restituita solo se sarà trovato un sostituto. Viaggio in auto: a chi metterà a disposizione l’ auto sarà riconosciuto un rimborso chilometrico. Presentazione: ritrovo in sede Martedì 20 febbraio 2018 alle ore 21,00 per tutte le informazioni. Quota individuale: La quota individuale è stimata intorno a €. 500,00 e verrà gestita in cassa comune.di Comprende: il pernottamento in mezza pensione in rifugio, il rimborso chilometrico dell’ auto più il costo dell' autostrada, la gratuità di un accompagnatore e la quota di €. 12,00 per i diritti di segreteria. Il versamento dell’ acconto si può fare: - In contanti, con POS o con assegno presso la segreteria del CAI. - Con bonifico sul conto del CAI presso la Cassa di Risparmio di Ravenna - Via Ferrarese, 160/5 - 40128 - BO Iban: IT 59 Z 06270 02413 CC0130635275 Abbigliamento: E' indispensabile indossare indumenti e calzare scarponi alti idonei ad un trekking di Alta Montagna. Materiali occorrenti: Ramponi, Ghette, Bastoncini, Cordino di 6 metri da m/m 8, o due Fettucce cucite ( 1 da mt. 1,50 e 1 da mt. 1,20 ) e 2 moschettoni con ghiera. Per la Ferrata: Imbrago, dissipatore e casco ( da lasciare in macchina ) NB: Gli accompagnatori si riservano di modificare o annullare il trekking a loro insindacabile discrezione qualora si verificassero condizioni tali da mettere a rischio la sicurezza e l' incolumità dei partecipanti. Gli Accompagnatori: Mauro Bondi - tel. 347 0431910 - email: mauro.bondi45@gmail.com Mauro Scalambra - tel. 333 2745252 - email: scallimau@gmail.com Gneo - Mario Romiti - tel. 335 7291343 - email: marioromiti.gneo@gmail.com
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