TERREMOTO, DA CIA MODENA E CANTINE RIUNITE CIV DUE AD
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
TERREMOTO, DA CIA MODENA E CANTINE RIUNITE CIV DUE MODULI ABITATIVI AD ALLEVATORI ABRUZZO Due moduli abitativi – uno donato da Cia di Modena ed un altro da Cantine Riunite Civ ad allevatori delle aree terremotate e colpite dalle abbondanti nevicate delle settimane scorse – sono state consegnate mercoledì 8 febbraio dal presidente della Cia, Cristiano Fini, anche nella veste di membro del Consiglio di amministrazione di Cantine Riunite Civ. Le due case mobili sono state recapitate direttamente in azienda di due allevatori, una a Domenico Macchione di Pizzoli, (Aquila) e l’altra a Giovanni Tarquini di Amiterno (Aquila). Ha accompagnato a destinazione le unità mobili anche il presidente della Cia di Aquila Teramo, Roberto Battaglia. “La situazione, che abbiamo toccato con mano, è veramente drammatica – dice Fini – considerando che oltre al dramma del terremoto si aggiunge il disagio della neve, copiosa (in alcuni casi oltre un metro) che ha fatto crollare ricoveri attrezzi, danneggiato mezzi agricoli e spesso reso inservibili le scorte di fieno per gli animali” L’azienda di Tarquini di Amiterno, inoltre, si trova ad a oltre mille metri di altezza, ed rimasta bloccata per giorni, situazione comune, peraltro a tante altre imprese ed abitazioni. ##### “Sono piccoli aiuti che danno sollievo a questi agricoltori – osserva Fini – anche se non si tratta di una soluzione definitiva, ma sicuramente necessaria al momento perché sono
aziende che hanno la necessità di stare vicine agli animali”. Il presidente Cia, Fini, ha anche portato una ‘punta’ di Parmigiano Reggiano a questi imprenditori, ricordando “che questo formaggio è stato il simbolo della ricostruzione e della solidarietà che è scaturita dopo il terremoto nel modenese, mi auguro quindi che possa essere di buon auspicio anche per le popolazioni colpite dal sisma in Centro Italia”. I luoghi in cui sono state portate le unità abitative erano difficili da raggiungere, perciò negli ultimi chilometri le ‘casette’ sono state trainate da trattici perché le strade di accesso erano strette e non percorribili da mezzi pesanti. SALUTE, COVA: MIGLIORARE FARMACO VIGILANZA VETERINARIA PER CONTRASTARE ANTIBIOTICO RESISTENZA Migliorare l’organizzazione dei servizi di farmaco vigilanza in generale e veterinaria in particolare, per evitare che vengano controllati solo gli allevamenti che cercano di stare in regola visit homepage. E verificare come mai si parla di carenza di veterinari pubblici quando sono sette volte superiori, per numero, che in altre nazioni dove vi sono il doppio degli animali rispetto all’Italia. Sono le richieste di Paolo Cova, parlamentare del Pd, che ha presentato un’interpellanza al Ministro della Salute dopo che su tema analogo – la distruzione dei farmaci veterinari e il rapporto con la loro immissione sul mercato nero – aveva già depositato
un’interrogazione, rivolta anche al Ministro dell’Interno. “Nella relazione annuale al Piano nazionale integrato 2015 del Ministero della Salute sulla farmacosorveglianza vengono indicate tutte le attività svolte per verificare la tracciabilità del farmaco veterinario e l’uso corretto negli animali da reddito e da compagnia. Ma la relazione indica un livello minimo di controlli/annuo diversificato a seconda delle strutture interessate per verificare la tracciabilità del farmaco prima di arrivare all’utilizzatore finale e questa relazione indica un livello minimo di controlli/annuo pari al 33% per gli allevamenti di animali da reddito senza detenzione di scorte, mentre deve essere fatto un controllo/annuo per gli allevamenti zootecnici di animali da reddito con scorta di farmaci veterinari”, ribadisce Cova nell’interpellanza. “La giustificazione del mancato raggiungimento del numero minimo di controlli è attribuita a carenze croniche di personale veterinario e amministrativo e a difficoltà di riorganizzazione territoriale”, fa sapere il parlamentare Pd. Eppure, “In Italia risultano assunti circa 6.500 medici veterinari pubblici dipendenti e altri circa 1.500 medici veterinari assunti come convenzionati dalle Regioni con un patrimonio zootecnico composto da circa 5.800.000 capi bovini, 400.000 capi bufalini, 8.600.000 capi suini, 6.700.000 capi ovini. In Francia, con una popolazione identica alla nostra, risultano assunti circa 900 medici veterinari pubblici dipendenti, con un patrimonio zootecnico composto da circa 19 milioni di capi bovini, 13 milioni capi suini, 7 milioni di capi ovini”. Ecco perché, Cova chiede al Ministro della Salute se “non
ritenga che la tracciabilità del farmaco veterinario negli allevamenti di animali da reddito senza scorte sia troppo bassa visto che i dati indicano che si arrivi a verificare solo il 21% di allevamenti bovini e il 7% di allevamenti di capi suini. Invece, sono stati controllati l’89% di allevamenti bovini con scorte e l’85% di allevamenti suini. A queste verifiche sfuggono il numero maggiore di aziende zootecniche e il maggior numero di capi. Inoltre, se tutti gli allevamenti senza detenzione di scorte siano stati controllati almeno una volta ogni tre anni e se le aziende controllate rappresentano almeno il 40% degli animali da reddito a seconda delle specie ogni anno. Infine, se il Ministero, anche alla luce di questi dati, non ritenga sia necessaria una migliore organizzazione dei servizi di farmaco vigilanza e farmaco sorveglianza veterinaria, visto la diversa consistenza dei numeri di veterinari pubblici dipendenti assunti in Italia rispetto a quello di altre nazioni”. In questa battaglia Cova è appoggiato da tutta la Camera: pochi giorni fa i deputati hanno approvato una mozione sul tema dell’antibiotico resistenza in cui c’è anche “l’impegno per una maggiore tracciabilità e controllo dei farmaci veterinari nelle aziende zootecniche di animali da reddito”, ricorda il parlamentare Pd. CONFEURO: L’INPS SI SCHIERA CONTRO GLI AGRICOLTORI Ancora una volta l’esecutivo non ha perso l’occasione di schierarsi contro gli agricoltori e i cittadini. In questo caso ha scelto di farlo attraverso l’adozione dal 1° Marzo
dello Spid (un ennesimo passaggio nella pubblica amministrazione) e mediante nuovi ostacoli da porre davanti alle strutture di patronato che in questi anni sono riuscite a far rispettare i diritti dei cittadini. Con lo Spid diverrà ancora più complesso ottenere il pagamento delle proprie prestazioni; ed è per questo che consigliamo ai braccianti agricoli di effettuare le domande prima del 29 Febbraio 2017. L’attività dell’inps è ormai chiaramente orientata ad ostacolare tutte quelle strutture di rappresentanza e di tutela dei diritti dei cittadini, mentre nel contempo continua ad essere inadempiente e inefficace in quello che dovrebbe essere il so ruolo operativo. C’è però un passaggio che come Ufficio di Coordinamento Confeuro sentiamo la necessità di sottolineare: non accetteremo ulteriori campagne denigratorie mirate a colpire i cittadini, i lavoratori e il lavoro. Questo governo infatti, proprio come i precedenti, sta continuando progressivamente con la svendita dei patrimoni pubblici nazionali da regalare alle multinazionali così da favorire i profitti di speculatori di ogni genere. Tutto questo è oggettivamente inaccettabile e lesivo dei valori costituzionali che, nonostante l’opinione del governo, sono ancora alle fondamenta del nostro sistema paese. SALUTE, M5S: STOP A OLIO DI PALMA IN PRODOTTI PER NEONATI “Vietare l’uso di olio di palma nei prodotti destinati ai neonati, come il latte in polvere, a causa delle conseguenze nocive sulla salute dimostrate ormai da diversi studi scientifici, come quello condotto su diversi latti artificiali da K-Tip, mensile svizzero indipendente, e pubblicato nelle ultime ore su testmagazine.it, che ha riscontrato la presenza
allarmante del contaminante genotossico e cancerogeno 3-MCPD, contenuto appunto nell’olio di palma, in alcuni casi 14 volte superiore al limite massimo indicato dall’Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare”. È questo, in sintesi, il contenuto della mozione del M5S presentata alla Camera. “Nello studio svizzero sono state inoltre trovate tracce di clorato e perclorato in nove prodotti su dieci. E in tre prodotti è stato scoperto il glicidolo, sostanza che si crea per riscaldamento degli oli, in particolar modo il palma, e ritenuta mutagena e cancerogena sia dall’Efsa che dallo Jecfa, il comitato congiunto Fao-Oms sugli additivi alimentari. Proprio per la sua cancerogenicità le due Autorità non hanno potuto stabilire alcuna dose minima tollerabile”, spiega il deputato 5stelle Mirko Busto, primo firmatario della mozione. ##### “Nella nostra mozione riportiamo anche i dati di altri studi, tra cui: una ricerca dell’Università polacca di Gansk che ha analizzato 24 latti in polvere, gran parte dei quali venduti in tutta Europa, con i seguenti risultati: la contaminazione da 3-Mcpd è 4 volte oltre il limite fissato dall’Efsa per il migliore dei campioni, 150 volte sopra per il peggiore; un’inchiesta di Altroconsumo che denuncia come un bimbo di 5 mesi che beve 5 biberon di latte (1050 ml) andrebbe ad assumere 53 mcg del contaminante 3-MCPD, dieci volte superiore al limite di sicurezza, che per un bimbo di 7 kg è di 5,6 mcg. Parleremo anche di questo al Convegno ‘Olio di palma – Criticità e Alternative – Come uscire dalla filiera sporca’ che si terrà il 14 febbraio alla Camera”.
BASILICATA, BRAIA: MARTINA ACCOGLIE INVITO PER INCONTRO CON I 183 PRIMI INSEDIATI “Dodici milioni di euro ai primi 183 nuovi imprenditori in agricoltura under 40 lucani ammessi al finanziamento per il cosiddetto primo insediamento. Come annunciato, li incontreremo subito, il 20 febbraio prossimo a Matera, per dare ufficialmente mandato di avvio alle idee imprenditoriali che sono la scommessa per il rinnovamento del comparto in Basilicata, in un incontro formativo/informativo e motivazionale a cui sarà presente anche il Ministro Maurizio Martina, che ha accolto con piacere il nostro invito”. Lo comunica l’assessore alle Politiche agricole e forestali della Regione Basilicata, Luca Braia. Si trova a partire da oggi sul portale Feasr la graduatoria definitiva, dopo il positivo esito delle verifiche in campo e l’analisi dei ricorsi ricevuti, di tutte le domande pervenute, della prima finestra del bando misura 6.1.1, “Incentivi per la costituzione di nuove aziende agricole da parte di giovani agricoltori” del Psr Basilicata 2014-2020 per l’avvio di nuove imprese, approvata con determina dirigenziale n. 33/2017 che verrà pubblicata anche sul prossimo Bur della Regione Basilicata. ##### Il dato statistico conferma la distribuzione dei nuovi primi insediati su tutto il territorio regionale. Infatti, il 57,7% delle domande proviene dalla provincia di Matera e il 35,7% dalla provincia di Potenza. Inoltre, sono 61 le domande inoltrate da donne e 122 da uomini. Il 40% dei giovani richiedenti risulta avere un diploma in ambito agrario e il
23% una laurea in ambito agricolo e equipollente. 102 dei 183 ammessi a finanziamento hanno meno di trent’anni. “E’ ancora attiva sino al 20 febbraio 2017, – prosegue Braia – la seconda finestra del Bando, attraverso cui destineremo ulteriori 12 milioni di euro ad almeno altri 180 giovani che intendono rimettere l’agricoltura al centro dei loro programmi di vita, facendo salire fino a 24 milioni di euro le risorse stanziate. Una scelta politica e una scommessa – sottolinea – sul futuro del comparto agricolo e zootecnico della nostra regione. Assegniamo ad ognuno dei 183 progetti di investimento finanziati 60/70 mila euro per l’avvio di attività che potranno anche realizzarsi in modalità integrata con altri interventi previsti dal Psr Basilicata 2014-2020, già a partire dalla Misura 4.1 di prossima pubblicazione riservata proprio ai nuovi progetti del primo insediamento e che, se attivata, potrà concedere ulteriori contributi sino al 70% di 125.000 Euro. Forte e determinata è la volontà di creare, a partire da questo fermento e interesse, dimostrato dalle oltre 740 domande pervenute in questa prima fase del bando, un nuovo corso ed una capacità di fare agricoltura in una modalità sempre più organizzata, efficiente, moderna. Seguiremo i giovani sin dall’avvio dei loro progetti di impresa, con percorsi anche formativi e sarà sistematico il monitoraggio della loro crescita imprenditoriale e del rispetto delle progettualità presentate. ##### Questi primi 183 giovani lucani – aggiunge l’assessore Braia – mi auguro siano capaci, grazie al sostegno che Europa e Regione mettono nelle loro mani, di rendere l’agricoltura di Basilicata finalmente competitiva e con una qualità di prodotti con cui arrivare sui mercati, riconoscibile ed allo stesso tempo fortemente legata al territorio di
origine. L’obiettivo ambizioso è che riescano a produrre reddito e creare opportunità per se stessi e le loro famiglie, rimanendo nella propria terra e facendo leva su fattori fondamentali per lo sviluppo e il futuro sostenibile come l’innovazione, le competenze professionali specifiche e le adeguate qualifiche, a cui abbiamo deciso di dare premialità e fiducia, utili a compiere finalmente un vero ricambio generazionale per il comparto. Ho fortemente voluto – conclude Braia – organizzare un evento dedicato, i cui dettagli saranno resi noti nei giorni prossimi, alla presenza del neanche quarantenne ministro Martina perché ritengo, anche in maniera simbolica, che sia resa evidente l’attenzione che regione e governo vogliono dare ai giovani ed all’agricoltura, per essere autentici costruttori di futuro possibile e sostenibile, in un comparto straordinario che deve sapersi innovare in ogni senso assumendosi in toto le responsabilità, stabilendo un patto di sviluppo in cui cooperazione, sussidiarietà e solidarietà dovranno diventare le nuove parole d’ordine che fortemente caratterizzeranno l’agricoltura 4.0 nei prossimi decenni”. FLOROVIVAISMO, MARTINA: SETTORE DA 2,5 MLD E 100MILA ADDETTI “Sanremo – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina – offre un palcoscenico unico e privilegiato ai fiori d’Italia e più in generale al florovivaismo italiano. Un settore che vale complessivamente oltre 2,5 miliardi di euro e con 100mila addetti in 27mila aziende. Un settore che vogliamo sostenere puntando su 3 pilastri fondamentali: salvaguardia del reddito,
tutela sui mercati internazionali e ricerca. Sul primo fronte è l’impegno costante che stiamo portando avanti per gli agricoltori. Per tutelare il reddito interveniamo sulla leva fiscale e una prima risposta è arrivata con l’azzeramento della Irpef agricola con la legge di Bilancio 2017, ma credo vada approfondita un’analisi sugli incentivi al verde urbano. Si tratta di un settore cruciale anche per rendere sempre più sostenibili le nostre città e contribuire così alla protezione della salute dei cittadini, a partire dai più piccoli. L’idea di un bonus verde come quello per l’edilizia deve essere presa in considerazione come investimento strategico. Continueremo poi il nostro impegno in Europa per tutelare il florovivaismo made in Italy dalle importazioni a basso prezzo da Paesi extraeuropei che penalizzano le produzioni nazionali. Sul fronte della ricerca, potrà essere ulteriormente sviluppato l’impegno del Crea per dare risposte utili alle nuove esigenze del settore”. ##### IL FLOROVIVAISMO IN NUMERI Il florovivaismo in Italia vale oltre 2,5 miliardi di euro, di cui circa 1,15 per la sola produzione di fiori e piante da vaso. Sono ben 27mila le aziende impegnate nel settore, per un totale di 100mila addetti e quasi 29mila ettari di superficie agricola complessivamente occupata. Per quanto riguarda le giovani piante ornamentali, in Italia sono interessate ben 2mila aziende per una superficie complessiva di oltre 1500 ettari. NON SOLO SANREMO Non solo la Liguria. Tra le regioni più vocate per i fiori recisi e le fronde ci sono la Toscana, il Lazio, la Campania, la Puglia e la Sicilia. Per le piante in vaso e da vivaio, invece, la produzione è distribuita su molte regioni. Tuttavia vanno menzionate la Liguria per le piante aromatiche e alcune piante fiorite tipiche da esterno; il Piemonte per le piante acidofile; la Lombardia, oltre che per le acidofile anche per le latifoglie e le conifere; la
Toscana per la vasta gamma di alberi e arbusti tra cui le conifere, gli alberi a foglia caduca e sempreverdi, gli alberi da frutta ornamentali; il Lazio per le piante mediterranee; la Sicilia per le piante mediterranee tra cui spiccano gli agrumi ornamentali, le piante grasse e le palme. ##### EXPORT: ¼ DELLA PRODUZIONE L’export rappresenta un quarto del valore complessivo annuo della produzione florovivaistica in Italia. Tra i principali mercati di destinazione delle piante in vaso si annoverano la Germania, la Francia, i Paesi Bassi, la Gran Bretagna e il Belgio, mentre come mete di alberi e arbusti, oltre ai Paesi già citati, vanno aggiunti la Spagna, la Turchia e la Svizzera. Tra i Paesi che importano fogliame nostrano spiccano invece Paesi Bassi, Germania e Francia, mentre per i fiori recisi il primo sbocco di mercato è quello dei Paesi Bassi. RICERCA E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE Il principale ente di ricerca italiano dedicato all’agroalimentare è il CREA, che vanta un ampio settore di studio dedicato al comparto ornamentale e florovivaistico soprattutto con i Centri di ricerca di Sanremo e di Pescia. L’introduzione di novità e il miglioramento della qualità e longevità di fiori recisi e piante in vaso rappresentano importanti strategie per competere sui mercati internazionali delle produzioni ornamentali. Un altro fondamentale settore di ricerca investe le piante aromatiche con effetti curativi, di resistenza alle malattie e conservanti. Grande attenzione è poi attribuita alla salvaguardia dell’ambiente e alla razionalizzazione dell’uso delle risorse per migliorare l’utilizzo di acqua, fertilizzanti e fitofarmaci.
AGRICOLTURA, SBARRA: SERVONO PIU’ CONTROLLI E NUOVA LEGGE SU VOUCHER “La legge sul caporalato è una conquista di vitale importanza, che però non esaurisce la battaglia contro lo sfruttamento in agricoltura. Bisogna dare piena attuazione alle funzioni della Rete e della Cabina sui territori: già troppo il tempo perduto. Va dato modo alle parti sociali di esercitare un ruolo più incisivo nel governo di un mercato del lavoro indebolito da leggi inadeguate e dall’abuso dei voucher agricoli. Sui buoni lavoro dice bene Annamaria Furlan: basta una legge di due righe che riporti lo strumento alla funzione originaria, confinandone l’utilizzo ad impieghi occasionali e saltuari”. ##### Lo ha detto oggi Luigi Sbarra, Segretario Generale della Fai Cisl, intervenendo al Congresso della Federazione territoriale di Palermo. Per una tutela più efficace, ha aggiunto il sindacalista, “servono ispezioni capillari da parte degli organi preposti e una riforma che valorizzi contrattazione e bilateralità sui territori e che permetta al sindacato di contribuire a definire convenzioni e progetti di sistema che diano certezze ai lavoratori italiani e migrati su trasporti, sicurezza, politiche abitative, formazione, integrazione”. ##### “L’agroalimentare – ha sottolineato il leader della Fai Cisl –
resta un volano essenziale di crescita essenziale, che macina ricchezza e sviluppo in corrispondenza delle filiere bene integrate e che puntano sul lavoro di qualità. Per sviluppare il settore servono interventi pubblici che promuovano le aggregazioni e riequilibrino i rapporti con la grande distribuzione. E poi serve tanta, tanta buona contrattazione di secondo livello”. ##### Sbarra ha infine richiamato la necessità di pervenire a una “strategia regionale e nazionale per la messa in sicurezza del territorio che valorizzi il ruolo dei comparti forestali e della bonifica in una dimensione preventiva, protettiva e produttiva”. Non si fermerà quindi la nostra mobilitazione per la difesa dei livelli occupazionali, per la continuità lavorativa, per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari. Così come continuerà la lotta per l’individuazione di una controparte pubblica che permetta la ripartenza dei negoziati per il contratto nazionale”. VINO, CON ANTEPRIME DI TOSCANA RIFLETTORI ACCESI SULLA DENOMINAZIONE Tutto pronto per le Anteprime di Toscana, il workshop B2B, organizzato dalla Regione Toscana per favorire l’incontro tra i produttori vitivinicoli delle principali denominazioni toscane e il trade internazionale, che si tiene ogni anno a febbraio. Quest’anno sarà la Fortezza da Basso, sabato 11 febbraio, a ospitare i consorzi. Tra questi non poteva mancare quello della Cortona Doc che sarà presente con un banco
d’assaggio in rappresentanza delle aziende della denominazione che avranno così modo di incontrare da vicino i circa 300 buyer stranieri tra importatori, distributori, GDO e HoReCa, provenienti da mercati storici, ma anche da piazze “nuove” per un totale di 36 paesi rappresentati. Dagli Stati Uniti alla Cina, contando sugli operatori dei mercati storici in Europa, come Germania e Svizzera, i vini di Cortona sfileranno in passerella per una giornata intera, incontrando inoltre i circa 150 giornalisti della stampa di settore, anche in questo caso provenienti da tutto il mondo. «Arriviamo a questa manifestazione con tante novità – spiega il presidente del Consorzio, Marco Giannoni – una su tutte il restyling della denominazione, a partire dalla grafica del logo, un cambiamento che sta avvenendo in questi mesi, grazie anche ai contributi messi a disposizione della Regione Toscana attraverso lo strumento dei Progetti integrati di filiera al quale abbiamo preso parte». Tra i nuovi progetti di quest’anno anche il gemellaggio con l’evento promosso dal Consorzio del Chianti, Chianti Lovers, che fino a domenica vedrà un banco consortile “ospite” della denominazione. Un work-shop nel territorio. Dalla giornata di lunedì 13 febbraio oltre venti operatori in rappresentanza dei principali Paesi del mondo, saranno a Cortona partendo proprio da uno dei simboli della storia del borgo toscano in provincia di Arezzo, il Museo dell’accademia etrusca e della città (Maec). Proprio qui, dopo una visita del museo, potranno degustare i prodotti tipici accompagnati dai vini del territorio. Nel pomeriggio la delegazione sarà divisa in piccoli gruppi che visiteranno alcune aziende vitivinicole. La giornata si concluderà con una cena tradizionale dopo la quale gli operatori avranno modo di soggiornare in alcuni agriturismi del territorio, a dimostrazione che il vino e il turismo vanno di pari passo e giocano un ruolo di indotto importante. Il tour proseguirà il 14 febbraio con la visita ad altre aziende del territorio. I numeri della Cortona Doc.Il vino a Cortona rappresenta
sempre di più un importante indotto economico. Dalla creazione della Cortona Doc, nell’anno 2000, le aziende si sono moltiplicate di anno in anno e il settore ha richiamato numerosi investimenti. Attualmente vengono prodotte in media circa un milione di bottiglie all’anno, con un fatturato medio che supera i 3 milioni di euro. Oltre 500 sono gli addetti ai lavori coinvolti, senza contare l’indotto (tra turismo e aziende artigiane) che rappresenta per questo borgo toscano. A livello di mercati nel 2016 la bilancia è protesa verso l’estero per il 70% circa. Usa, Nord Europa sono i principali mercati, ma sono in crescita il Canada, Brasile, Cina e Giappone. La restante fetta percentuale va in Italia, Toscana, Lombardia e Lazio in particolare. Costituito nella primavera del 2000, è il Consorzio che svolge la funzione di controllo e tutela dei vini a D.O.C. Cortona e ne diffonde la conoscenza con un’efficace attività culturale, divulgativa e promozionale. Protegge l’immagine ed il prestigio della denominazione con continui controlli di qualità e intraprende iniziative di carattere culturale tendenti a far conoscere nel mondo Cortona, il suo territorio ed i suoi vini. Attualmente le aziende consociate sono 30 e rappresentano la quasi totalità dei produttori. CSO ITALY PORTA NEL MONDO L’ORTOFRUTTA DI QUALITA’ CON IL PROGETTO FRESHNESS FROM
EUROPE Che cosa rende l’ortofrutta Made in Italy di qualità superiore? Come si può comunicare al mondo l’essenza della diversità del Made in Italy ortofrutticolo? Sono due domande a cui CSO Italy tenta di dare una risposta con il Progetto Europeo Freshness from Europe. Il Progetto, finanziato da Unione Europea, Stato Italiano e Soci di CSO Italy: Apo Conerpo, con Alegra e Naturitalia, Apofruit, Assomela, Made in Blu, Ceradini Group, Origine Group, Oranfrizer è volto a far conoscere le peculiarità della produzione ortofrutticola di qualità sia in termini di gamma che in termini di modalità di produzione in paesi target quali: Emirati Arabi Uniti, Giappone, Cina, Canada e Stati Uniti. Il Progetto del valore di 5,3 milioni di euro proseguirà fino al 2018 con azioni di comunicazione b2b e b2c nei paesi target. I messaggi indirizzati ai Paesi target fanno leva sulle opportunità offerte dal Progetto rivolte ai buyers della GDO ma scendono anche sul dettaglio dell’offerta proposta. ##### “Chiaramente – dichiara il Presidente di CSO Italy Paolo Bruni – i prodotti esportabili nei paesi target del Progetto sono limitati dalle barriere fitosanitarie che impediscono di fatto un flusso commerciale più ampio ma abbiamo il KIWI, che possiamo considerare Ambasciatore dell’ortofrutta italiana nel mondo – e che riesce ad essere esportato in tutti i paesi target con incrementi costanti di export soprattutto in Cina dove la crescita è importante; abbiamo mele e pere che possono essere esportate negli Emirati, in USA e in Canada ma spero che siamo veramente vicini ad una apertura anche della
Cina e la stessa cosa possiamo dire per l’Arancia Rossa di Sicilia. Il nostro impegno costante verso l’apertura di questi mercati sarà ancora più attivo e pressante nei prossimi mesi, perché ritengo che da questa attività deriveranno grandi risultati per il settore”. ##### In chiave comunicazionale il Progetto Freshness from Europe ha declinato e presentato a Berlino un nuovo materiale informativo dedicato principalmente al mercato cinese che identifica la qualità Made in Italy con l’Arte. E’ stato realizzato un volume originale composto dalle opere di un pittore italiano tutte dedicate ai prodotti più importanti per il nostri export. Un volume unico nel suo genere che associa ad ogni frutto un’opera d’arte e che racconta i prodotti rappresentati con uno story telling accattivante e coinvolgente. ##### “Abbiamo presentato l’ortofrutta italiana – dichiara Simona Rubbi – Responsabile Relazioni Internazionali di CSO – attraverso l’arte, realizzando una mostra antologica di Luigi Mastrangelo a Berlino nello stand Italy e presentando agli operatori un volume che sintetizza i valori dei prodotti ed immagini artistiche dei prodotti. Il messaggio che vogliamo lanciare è quello di una produzione italiana differente perché legata ad un patrimonio di cultura arte e saper fare unico e inimitabile”.
IL 2017 SI APRE ALL’INSEGNA INNOVAZIONE: UNIVERSITA’ DI PAVIA E SIENA SCELGONO IL CROWDFUNDING I n i z i a o g g i l a c ampagna nazionale “Fitofarmaci? No grazie” sul portale di equity crowdfunding WeAreStarting, promossa dalla PMI Innovativa Noxamet, spin-off nata dalla collaborazione tra i team di ricerca delle Università degli Studi di Pavia e di Siena sul progetto “Biotechnology” promosso dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). ##### I due team universitari, il primo specializzato in chimica bioinorganica afferente all’Università di Pavia ed il secondo in farmacologia afferente all’Università di Siena, hanno sviluppato una nuova tecnologia per abbattere l’uso dei fitofarmaci normalmente impiegati nella filiera agricola industriale. La famiglia di molecole che rivoluzionerà il mondo dell’agricoltura si chiama “metallo-nonoati”, composti che,
già impiegati in ambito cardiovascolare, consentono di modulare e potenziare il rilascio del monossido di azoto (NO). ##### “Una scoperta recente che – come conferma la Prof. Lucia Morbidelli, responsabile del Team di ricerca dell’Università di Siena – nasce in ambito cardiovascolare con l’applicazione innovativa di molecole donatrici di monossido di azoto quali vasodilatatori per ridurre il rischio di infarti, per poi rivelarsi, dopo tre anni di studio, anche un’importante innovazione in ambito agroalimentare in sostituzione dei pesticidi, tossici per l’ambiente e per l’uomo”. Una soluzione efficace – come afferma il Prof. Enrico Monzani, responsabile del Laboratorio di Chimica Bioinorganica dell’Università di Pavia – confermata dagli esperimenti con piante infettate che “grazie al trattamento con metallo- nonoati, sono in grado di resistere alle infezioni. I test di laboratorio hanno dimostrato un aumento significativo della resistenza anche per bassi dosaggi di trattamento”. ##### Una soluzione sicura per l’uomo e l’ecosistema. Le nuove molecole brevettate da Noxamet – come afferma il Prof. Luigi Casella, coordinatore del Team di ricerca dell’Università di Pavia potranno segnare la “fine dei problemi dei fitofarmaci inquinanti, somministrando alle piante il monossido di azoto, una piccola molecola gassosa utilizzata in natura dalle stesse piante per difendersi da agenti patogeni quali virus, funghi e parassiti. Introdurre i metallo-nonoati significa ridurre drasticamente l’utilizzo di fitofarmaci, agendo con un meccanismo che punta ad aumentare le difese immunitarie delle piante, senza effetti collaterali per l’ambiente e per l’uomo”. I composti infatti non sono tossici nè mutageni. ##### Secondo il Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque 2016 condotto da ISPRA cresce infatti la percentuale di prodotti fitosanitari inquinanti nelle acque: +20% in quelle
superficiali, +10% in quelle sotterranee. Le acque superficiali (fiumi, laghi, torrenti) “ospitano” pesticidi nel 63,9% dei 1.284 punti di monitoraggio (nel 2012 era il 56,9%); quelle sotterranee nel 31,7% dei 2.463 punti (31% nel 2012). Noxamet avvia oggi la sua prima campagna di equity crowdfunding sul portale italiano WeAreStarting.it, consentendo ad investitori professionali, privati cittadini e imprese di diventare soci della PMI Innovativa sostenendo la Campagna Nazionale “Fitofarmaci? No grazie” con un quota investimento minima di soli 100 euro. “Per noi lanciare una campagna di equity crowdfunding per una PMI Innovativa è un importante traguardo – afferma Carlo Allevi, founder e operations manager del portale italiano di equity crowdfunding WeAreStarting – siamo fieri di sostenere lo sviluppo di tecnologie innovative per l’ambiente, costruendo un ponte tra Università e investitori. Con la recente estensione del crowdfunding a tutte le 136 mila PMI italiane ci sarà la possibilità di finanziare ancora più progetti del mondo Green, con conseguente impatto positivo per il territorio e la società”. ##### Noxamet S.r.l. è una società nata nel 2010 come spin-off delle Università degli Studi di Pavia e di Siena. Nel 2013 Noxamet è stata una delle prime imprese iscritta alla sezione speciale delle Camere di Commercio riguardante le Start-up Innovative. Dal luglio 2016 Noxamet diventa una delle prime società iscritte al registro speciale delle PMI innovative. Noxamet ha brevettato una nuova classe di molecole donatrici di monossido di azoto con il titolo “Nitric Oxide donors—based on metallic centres” (US Patent 6,897,218,2005) di proprietà del CNR, da cui Noxamet ha ottenuto la licenza esclusiva. La famiglia di molecole brevettate prende il nome di metallo- nonoati, pro-farmaci che permettono di modulare e potenziare il rilascio di NO grazie alla loro particolare composizione. I metallo-nonoati rappresentano una significativa innovazione
rispetto ai donatori tradizionali di NO. Gli esperimenti pre- clinici confermano l’efficacia e la sicurezza dei metallo- nonoati quali agenti vasodilatatori da utilizzare nella cura delle malattie cardiovascolari. Recentemente Noxamet ha espanso il suo interesse verso l’applicazione dei metallo- nonoati in campo agro-alimentare. Le eccellenti proprietà di rilascio del monossido di azoto da parte di questi composti li rende infatti particolarmente adatti per la protezione delle piante dagli agenti patogeni. ##### WeAreStarting S.r.l. è la società nata nel 2014 che gestisce l’omonimo portale di Crowdfunding WeAreStarting.it per l’accesso alla raccolta di capitale per PMI e Startup innovative. We Are Starting è il primo e unico portale in Italia realizzato in collaborazione con la società canadese JOI Media, tra i leader mondiali nella fornitura di software per l’Investment Crowdfunding. Nel 2016 EY ha analizzato il caso di successo di We Are Starting, Vox Pop, la Startup Innovativa che ha completato una campagna esemplare, come riportato nell’indagine dal titolo “Vox Pop, Case Study” il cui obiettivo è quello di andare a valutare il reale potenziale del crowdfunding e di altre forme di finanziamento alternative incentrate a sostenere la ricerca e l’innovazione. -LOMBARDIA.AOSTA,DOMANI FAVA A RIUNIONE CONSIGLIO
D’AMMINISTRAZIONE CERVIM L’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava partecipera’ domani, venerdi’ 10 febbraio, alla riunione del Consiglio di amministrazione del Cervim convocata ad Aosta. Il Cervim e’ un organismo internazionale creato nel 1987 sotto gli auspici dell’ O.I.V., l’Office International de la Vigne et du Vin, oggi Organisation Internationale de la Vigne et du Vin. ##### Al Centro aderiscono regioni e organismi regionali, nazionali e esteri, accomunati dall’interesse per la valorizzazione e la salvaguardia della viticoltura di montagna. All’ordine del giorno nel Cda di domani – tra le altre cose – l’adozione di provvedimenti deliberativi riguardanti l’organizzazione del Mondial des Vins Extremes 2017, il Concorso internazionale Vini di montagna, che dal 1987 ha selezionato i migliori vini eroici d’Europa e nel novembre 2016 si e’ tenuto per la prima volta a Milano. – ore 10.30, Assessorato all’Agricoltura della Regione autonoma Valle d’Aosta (localita’ Grande Charriere, Saint Christophe/Ao). VINO (OSSERVATORIO PAESI TERZI): NEL 2016 EXPORT ITALIA IN LINEA CON COMPETITOR L’Italia del vino tiene il passo del mercato, ma senza la spinta degli sparkling – Prosecco in testa – il risultato
sarebbe insoddisfacente. È quanto rileva l’Osservatorio Paesi Terzi curato da Business Strategies/Nomisma Wine Monitor, che ha elaborato i risultati 2016 degli acquisti extra-Ue di vino made in Italy nei primi 10 Paesi importatori, che da soli valgono il 92% del mercato di riferimento. In uno scenario che continua a registrare la corsa della domanda asiatica – Cina e Hong Kong in primis – e un contestuale rallentamento della crescita da parte dei Paesi considerati più maturi (Canada, Giappone, Svizzera, Norvegia), globalmente l’Italia fa leggermente meglio del mercato, con un +5%, in valore rispetto a una media mondo che si attesta a +4,7%. ##### “Il risultato è nel complesso sufficiente – ha detto la Ceo di Business Strategies, Silvana Ballotta –, perché bisogna tener conto di una congiuntura globale che non ha aiutato. Allo stesso tempo il rallentamento, che anche i nostri competitor hanno sofferto, ci allontana dagli obiettivi di crescita che il settore si è posto 2 anni fa. L’Italia del vino nei Paesi terzi ha in particolare evidenziato 2 diverse facce della stessa medaglia: quella sorridente degli sparkling, che chiudono a +22,3% in valore, e quella più riflessiva dei fermi imbottigliati, che segnano +1,8%. Una forbice ampia che non trova riscontro tra gli altri principali Paesi produttori e che andrà in qualche modo ristretta”. ##### In totale, nel 2016 il vino del Belpaese ha pesato per oltre 3mld di euro sulle importazioni dei primi 10 Paesi della domanda extra Ue (nell’ordine: Usa, Svizzera, Canada, Giappone, Russia, Norvegia, Cina, Australia, Hong Kong, Brasile) per una quota di mercato complessiva del 21%. “Tra le note positive – ha detto il responsabile Wine Monitor di Nomisma, Denis Pantini – figura la performance cinese, questa volta ad opera del prodotto fermo, che doppia la crescita del mercato (+32,7% contro un +16,5%) e che porta un valore delle
importazioni made in Italy del gigante asiatico a oltre 120mln di euro, sebbene la quota di mercato rimanga ingenerosa (5,6%). Bene ancora nel primo mercato di riferimento, gli Usa, dove anche qui il risultato in valore è quasi doppio rispetto alla media mondo (+6,1% contro +3,3%) per 1,62mld di euro e una market share a 32,4%”. Allo stesso modo sovraperforma la Svizzera (+4,3%, 351mln di euro), mentre è stabile il Canada (+1,5%, 330mln di euro il valore dell’import). Segno meno invece per Giappone (-2%) e la Russia, che contiene la perdita a -1,2% dopo anni di decremento in doppia cifra (dato questo a novembre 2016). ##### Nel confronto tra le tipologie, nei Top 10 gli sparkling italiani valgono 540mln di euro e chiudono a +22,3% con una crescita quasi 3 volte superiore rispetto alla concorrenza e una quota di mercato che sale al 25,1%. Per i fermi imbottigliati (2,34mld di euro) la quota scende al 20,9 a causa di una crescita più che dimezzata rispetto alla media mondiale (+1,8% contro 4,1%). Fonte dati: Osservatorio del vino Paesi terzi di Business Strategies e Nomisma Wine Monitor CONVEGNO M5S, “OLIO DI PALMA: CRITICITÀ E ALTERNATIVE – COME USCIRE DALLA FILIERA
SPORCA” Liberarsi dell’olio di palma aumentando fatturato e qualità dei prodotti, garantendo così ai consumatori tutela della salute e sostenibilità ambientale e sociale. È questo il tema, e la sfida, che il M5S propone con il Convegno “Olio di palma: criticità e alternative – Come uscire dalla filiera sporca”, che si terrà martedì, 14 febbraio, alle ore 14, nell’Auletta dei Gruppi della Camera dei deputati (ingresso: via Campo Marzio, 78). Al tavolo dei relatori la testimonianza di alcune aziende (Di Leo, Alce Nero, Coop Italia) che hanno avviato l’iter per sostituire nella propria filiera produttiva l’olio tropicale con altri ingredienti (olio di girasole, olio d’oliva ecc.) che valorizzano l’agroalimentare Made in Italy. ##### Tra gli altri temi al centro del dibattito, gli effetti dell’olio di palma sulla salute e lo sfruttamento delle popolazioni indigene legato alla coltivazione delle palme da olio. Ne parleranno i parlamentari 5stelle Mirko Busto, Carlo Martelli e Paolo Bernini con Ong ed esperti del settore, tra cui Alberto Mantovani, dirigente di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità, esperto dell’Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare; Laura Renzi, coordinatrice Campagne Amnesty International sezione Italia; Fabio Ciconte, direttore di ‘Terra! Onlus’ e portavoce della campagna ‘Filiera sporca’; Flaviano Bianchini, attivista per i diritti umani, fondatore e direttore di Source International; Dario Novellino, antropologo, ricercatore presso l’Università di Kent, direttore esecutivo di CALG, coalizione contro il furto delle terre; Dario Dongo, avvocato e giornalista, fondatore dei progetti GIFT (Greatitalianfoodtrade.it) e FARE (Food & Agriculture Requirements), co-fondatore de Il Fatto Alimentare.
REGIONE CAMPANIA, RIPRISTINATO TAVOLO VERDE PER REVISIONE PAC La Regione Campania, su iniziativa del Consigliere regionale delegato all’Agricoltura Francesco Alfieri, ripristina il Tavolo verde e istituzionalizza un Ufficio per la trattazione delle problematiche del comparto agroalimentare e per la revisione della Politica Agricola Comunitaria, coinvolgendo le Organizzazione agricole e la Cooperazione agroalimentare. ##### Il Tavolo verde, grazie all’Ufficio dedicato alla PAC, si propone come strumento di confronto e di raccordo dal basso tra gli attori del comparto e il Ministero per le Politiche Agricole e mira a fare della Regione Campania una protagonista dei processi decisionali, capace di riscoprire il gusto della sfida.L’Alleanza delle Cooperative della Campania – settore agroalimentare, rappresentata da Alfonso Di Massa, così commenta l’iniziativa: ##### “Plaudiamo all’impegno del Consigliere Alfieri e al lavoro della Regione finora svolto per rappresentare le esigenze del comparto agroalimentare. Come cooperazione confidiamo nella presenza della Regione Campania ai Tavoli della politica nazionale e comunitaria affinché si attuino decisioni attente a processi aggregativi e non discriminanti nei confronti delle piccole e medie imprese. Concordiamo con la necessità di ritrovare come Regione Campania la voglia di guidare i processi, accettando la sfida di vedere riconosciute le nostre peculiarità territoriali. L’innovazione, la cultura, l’internazionalizzazione costituiscono senz’altro i grandi temi su cui si gioca il futuro delle cooperative e di tutte le
imprese, agricole ed agroalimentari. Siamo certi che, guidati dalle istituzioni, riusciremo ad esprimere una voce unica e coesa sulle riforme da apportare alla PAC. Come Organizzazione pensiamo di dare il nostro contributo come braccio operativo sui territori della nostra Regione e come rete di raccordo e di connessione tra operatori e istituzione”. NOMISMA WINE MONITOR – IMPORT DI VINO NEI BRIC A DUE VELOCITA’
Puoi anche leggere