TEORIA E TECNICA DELLE COSTRUZIONI STORICHE - LEZIONE N. 3 : FONDAZIONI E SOSTRUZIONI 1 - Iuav

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TEORIA E TECNICA DELLE COSTRUZIONI STORICHE - LEZIONE N. 3 : FONDAZIONI E SOSTRUZIONI 1 - Iuav
TEORIA E TECNICA DELLE COSTRUZIONI STORICHE
          (PROF. PAOLO FACCIO – UNIVERSITA’ IUAV DI VENEZIA)
                           A.A. 2014 - 2015

                      Tempio delle Fortuna Primigenia a Palestrina - Roma

     LEZIONE N. 3 : FONDAZIONI E SOSTRUZIONI 1
TEORIA E TECNICA DELLE COSTRUZIONI STORICHE - LEZIONE N. 3 : FONDAZIONI E SOSTRUZIONI 1 - Iuav
Trattati e qualità muraria
TEORIA E TECNICA DELLE COSTRUZIONI STORICHE - LEZIONE N. 3 : FONDAZIONI E SOSTRUZIONI 1 - Iuav
TEORIA E TECNICA DELLE COSTRUZIONI STORICHE - LEZIONE N. 3 : FONDAZIONI E SOSTRUZIONI 1 - Iuav
La Regola dell’Arte nelle murature

•Regolarità dei corsi orizzontali
•Squadratura regolare dei conci
•Verticalità della muratura
•Non allineamento dei giunti verticali
•Qualità dei blocchi
•Qualità della malta
•Ammorsamento trasversale dei blocchi :
 ingranamento
TEORIA E TECNICA DELLE COSTRUZIONI STORICHE - LEZIONE N. 3 : FONDAZIONI E SOSTRUZIONI 1 - Iuav
Murature in materiale lapideo
           e mista
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Muratura omogenea :
                Composta da elementi lapidei di grande
                dimensione può presentarsi con
                apparecchiatura con malta di calce inerte
                e terra, con inseriti elementi di minor
                dimensione per ridurre la presenza di
                vuoti – rincocciatura- (a), presenza di
                maggiore regolarità dei conci con giunti
                costituiti sempre da calce inerte e terra
                con ridotta presenza di rincocciatura (b),
                corsi con materiale lapideo disposto in
                maniera prevalentemente orizzontale.
                Per paramenti di grande spessore
                possono essere presenti paramenti
                esterni con riempimenti di schegge e
                abbondante ricorso a malta

Schema di sezione
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Muratura disomogenea : presenza
            di pochi elementi lapidei di grande
            pezzatura, disposti
            prevalentemente nei cantonali,
            ampia presenza di malta con
            capacità strutturali discrete solo in
            presenza di grandi spessori – 80 –
            100 cm-.
            Presenza di muratura a cassetta e
            riempimenti con presenza
            abbondante di malta

Schema di
sezione
TEORIA E TECNICA DELLE COSTRUZIONI STORICHE - LEZIONE N. 3 : FONDAZIONI E SOSTRUZIONI 1 - Iuav
Muratura listata o mista: murature in
      pietrame di varia pezzatura e dimensione,
      con presenza di giunti di malta più o meno
      consistenti. Ad intervalli regolari di circa
      70 – 80 cm, sono presenti corsi in laterizio
      che attraversano completamente lo
      spessore del muro – corsi di ripianamento
      – conferendo grande qualità strutturale
      alla muratura.

Schema di sezione
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Murature a secco : murature a varia pezzatura dei blocchi, prive di
malta e aggregazione in relazione all’ingranamento dei conci. Nel
caso di costruzioni vengono utilizzati conci di grande dimensione
per fori porta finestra, soglie, gradini, cantonali

                Schema di sezione
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G.B. Piranesi Antichità di Cora
descritte ed incise da G.B.
Piranesi 1764
Ercolano casa a Graticcio

Tratto da M. Bianchini Le tecniche edilizie nel mondo antico,
ed. Dedalo 2008
L’OPUS AFRICANUM
Il nome di questa tecnica indica con chiarezza l’area in cui essa fu
maggiormente utilizzata. Tuttavia, anche se sembra che l’origine vada
fissata nell’Africa settentrionale, essa, per il tramite dei Cartaginesi, venne
introdotta in Sicilia e nell’Italia meridionale, dove sono noti molti esempi.
Da un punto di vista tecnico, l’opus africanum è costituito da catene verticali
di blocchi nelle quali si alternano pietre verticali e orizzontali, le ultime
più larghe delle prime. Queste catene costituiscono gli elementi portanti
del muro, collegati tra loro da file orizzontali di pietre più piccole.
Abbiamo dunque una tecnica «a ossatura e riempimento» del tutto simile
all’opera a graticcio. È per questo motivo che gli archeologi italiani la
definiscono opera a telaio. In effetti la rarità del legno ha fatto nascere
nell’architettura cartaginese l’idea di ricorrere alla pietra, creando grossi pali
di pietra, collegati da riquadri di pietre più piccole che, a seconda del tipo
di taglio che avevano ricevuto, potevano essere accostate a giunti vivi
ovvero legate con argilla.
Esempio di opus africanum a Pompei, telaio in
travertino e riempimento in pietre laviche ( sopra)
G. Rusconi I dieci libri
dell’Architettura, 1660
Opus caementicium, rappresenta il
nucleo di una muratura con vari
rivestimenti. Composto da spezzoni
lapidei, caementa, impastati con malta
di calce e sabbia (preferibilmente
pozzolana. I caementa sono costituiti
da sassi, o scapoli o frammenti di
pietra sostituiti progressivamente del
tutto o in parte da materiale fittile. La
malta è composta da tre parti di
pozzolana e una di calce spenta,
oppure due parti di sabbia di fiume e
una di calce spenta. Quasi mai
costituisce una paramento senza
rivestimento ad eccezione delle
fondazioni

                                            Massi posti in opera come
                                            venivano estratti dalla cava,    Incerta
                                            disponendo in facciata il lato
                                            planimetricamente regolare.
                                            Malta povera e abbondante
UNA COSTRUZIONE PUO’ ESSERE CONSIDERATA COME UN SISTEMA DI
ELEMENTI VARIAMENTE CONNESSI IN GRADO DI TRASFERIRE A TERRA FORZE
                DISPOSTE IN VARI PUNTI DELLO SPAZIO

            L’EQUILIBRIO DELLE FORZE A TERRA AVVIENE
               PER MEZZO DEL SISTEMA COSTRUTTIVO
                      DEFINITO FONDAZIONE

LE FONDAZIONI RAPPRESENTANO L’ELEMENTO DI TRASFERIMENTO A TERRA
                          DEI CARICHI
IL SISTEMA DELLE FONDAZIONI DEVE ESSERE IN GRADO DI TRASFERIRE I
         CARICHI IN RELAZIONE ALLE CARATTERISTICHE DEL TERRENO

  LA CAPACITA’ DEL TERRENO, INTESA COME PORTANZA, DEVE ESSERE IN
GRADO DI SODDISFARE LE SOLLECITAZIONI TRASMESSE DALLA COSTRUZIONE
                 FUORITERRA, INTESA COME DOMANDA.

LE CARATTERISTICHE MECCANICHE DEL TERRENO

Densità, massa del terreno riferita all'unità di volume

Porosità, volume degli spazi vuoti del terreno come rapporto percentuale sul volume
totale

Adesione, forza con cui le particelle terrose sono legate da corpi estranei che vengono a
contatto con il suolo

Coesione, forza con cui le particelle terrose sono legate fra loro e si oppongono al
distacco
LA PORTANZA O CAPACITA’ PORTANTE DI UN TERRENO, E’ L’ATTITUDINE A
   SOPPORTARE SOLLECITAZIONI DERIVANTI DA UN CARICO SOVRASTANTE.

LA CAPACITA’ PORTANTE DIPENDE DA:

Resistenza meccanica del terreno

Tempi di caricamento del terreno, storia tensionale

Intensità dei carichi

Eccentricità dei carichi

Forma della sovrastruttura e della fondazione

Approfondimento del piano di posa

Presenza di carichi adiacenti alla zona in esame
Per la determinazione della capacità portante di un terreno è ormai accreditata,
nell'uso corrente, una formula trinomia (formula di Terzaghi), espressa come
somma di tre termini, di cui uno rappresenta il contributo della resistenza a taglio
del terreno, il secondo dell'approfondimento del piano di posa, il terzo della
dimensione della fondazione:

 •c è la coesione del terreno;
 •q è il carico preesistente sul piano di posa;
 •B è la larghezza della fondazione (dimensione minore);
 • è il peso dell'unità di volume del terreno

Ciascuno dei termini della formula trinomia contiene un parametro, detto "fattore
di capacità portante", la cui espressione è funzione dell'angolo di resistenza a
taglio del terreno
Vitruvio Pollione Dell’Architettura, Libro I
A. Palladio, indica la dimensione da tenere nelle fondazioni, il doppio dello spessore del muro, co
l’accortezza di cercare terreno solido e eventualmente di incrementare la dimensione qualora sia
cedevole. Il piano di posa deve essere omogeneo e regolare per evitare cedimenti differenziali.
Articolazione della fondazione
con rinforzo dell’angolo
CLASSIFICAZIONE DELLE FONDAZIONI

1- IN BASE ALLA PROFONDITA’

2- IN BASE ALLA ARTICOLAZIONE PLANIMETRICA

3- IN BASE ALLA STRUTTURA / CONSISTENZA

4- IN BASE ALLA TECNICA REALIZZATIVA
1- QUOTA DEL PIANO / PUNTO DI SCARICO DELLE AZIONI PROVENIENTI DALLA
                      COSTRUZIONE SUL TERRENO

   SUPERFICIALI,                           PROFONDE CON
   CON PIANO DI                            PIANO DI POSA
   POSA INFERIORE                          SUPERIORE AI 4
   AI 4 METRI DAL                          METRI DAL PIANO DI
   PIANO DI                                CAMPAGNA
   CAMPAGNA
2- IN BASE ALL’ ARTICOLAZIONE PLANIMETRICA (DELLE FONDAZIONI)

Fondazioni discontinue, limitate a singoli
elementi portanti verticali puntiformi

Fondazioni lineari semplici, riproponenti lo
schema planimetrico dell’edificio in alzato

Fondazioni lineari con raccordi, con
legamenti sul piano fondale, come nel
colonnato dei templi

Fondazioni a piattaforma omogenea,
composte da un nucleo compatto in
calcestruzzo

Fondazioni a telaio presenti nel caso di terreni
di cattiva qualità, costituite da cassoni in
calcestruzzo riempiti di materiale di riporto

Fondazioni a pozzi e barulle, scavi a pozzo
isolati e successivamente riempiti in muratura
poi congiunti con archi di scarico annegati in     Illustrazione tratta da Cairoli Fulvio Giuliani, L’edilizia
getti di calcestruzzo continui                     nell’antichità. Carocci, Roma, 2000
Fondazioni di
templi a
struttura
lineare con
raccordi
Realizzazione di una base
rialzata di regolarizzazione del
sito

   Si può osservare la
   dimensione dei blocchi di
   fondazione in pietra
   squadrata
Fondazione a blocchi squadrati
FONDAZIONE AD ARCHI ROVESCI
FONDAZIONI SUPERFICIALI

Calvatone – CR tegoloni a
                                                            Calvatone - CR - frammenti
risvolto, interi o in frammenti
                                                            di laterizi di reimpiego
di grandi dimensioni,
                                                            (tegole, coppi, in minor
collocati di piatto in
                                                            misura mattoni) di
allineamento regolare, con
                                                            dimensioni medio-piccole,
le alette rivolte verso l'alto
                                                            posti di taglio e in obliquo,
poste lungo i margini esterni
                                                            con una tessitura più o
e costipati all'interno con
                                                            meno fitta e regolare
frammenti di laterizi
Calvatone CR - mattoni sesquipedali, interi
o in frammenti di grandi dimensioni, posti
di piatto in allineamento regolare su un
unico filare, generalmente accostati lungo il
lato corto.
FONDAZIONI PROFONDE A POZZI E BARULLE
3- IN BASE ALLA STRUTTURA / CONSISTENZA

Fondazioni a secco di pietrame irregolare,
realizzate con materiale di scarto,
prevalentemente scheggioni e resti di lavorazione
posate in scavi di piccola dimensione e
profondità. Realizzate per edifici di modeste
dimensioni e con scarsità di mezzi. Nel tempo le
pietre vengono posate con maggior cura e legate
con malta, dotate di superfice regolare per la
successiva posa dello spiccato

Fondazioni a secco con blocchi squadrati, molto
usato e successivamente soppiantato
dall’introduzione del calcestruzzo. Posate in
scavi di maggiore dimensione rispetto alla base
della fondazione e in alcuni casi di forma
trapezoidale. Veniva usato materiale di cava di
minore qualità. In corrispondenza di carichi
concentrati particolarmente gravosi si inseriva un
blocco di materiale più resistente .

Fondazioni in calcestruzzo, veniva posato il
conglomerato semifluido direttamente all’interno     Illustrazione tratta da Cairoli Fulvio Giuliani, L’edilizia
                                                     nell’antichità. Carocci, Roma, 2000
dello scavo .
4- IN BASE ALLA TECNICA REALIZZATIVA
Fondazioni con cortina a faccia a vista, realizzate in
particolari situazioni orografiche, con struttura a tratti fuori
terra. Veniva realizzata comunque una scarpa eccedente lo
spessore del muro.

Fondazioni in cavo libero, realizzate in terreno sodo e con
scavi poco profondi, il calcestruzzo veniva gettato senza
casseratura controterra.

Fondazioni in cavo armato, diffuso in particolare per
fondazioni profonde. Per grandi dimensioni il calcestruzzo
veniva gettato a strati con il pietrame allettato a mano
annegato in malta molto ricca di acqua e successivamente
battuti per una perfetta costipazione. Per fondazioni estese
i getti venivano confinati in murature di laterizio ed eseguiti
per fasi successive
                                                                    Illustrazione tratta da Cairoli Fulvio
                                                                    Giuliani, L’edilizia nell’antichità.
Fondazioni miste in conglomerato con e senza cortina,               Carocci, Roma, 2000
utilizzate per la realizzazione di strutture con diversi piani di
quota pavimentale o il recupero di dislivelli tra un corpo di
fabbrica e l’altro

Fondazioni su palafitta in zone paludose o di costipazione
del terreno
Preparazione e sbadacchiatura
dello scavo ( armatura con
tavole per il sostegno delle terre)

                                                                        Fondazioni
                                                                        costruite fuori
                                                                        terra e
                                                                        successivamente
  Fondazioni con sistema di                                             reinterrate
  consolidamento del terreno
  mediante pali.

                                      Illustrazione tratta da Cairoli Fulvio Giuliani, L’edilizia
                                      nell’antichità. Carocci, Roma, 2000
FONDAZIONI SU PALI
STUDIO DI FONDAZIONE VENEZIANA
Fondazioni di palazzo
Ducale
Rappresentazione di fondazione veneziana

                                       Muro di spina

                  Fondazioni dirette   Schema di funzionamento
Palificate                             dell’edificio veneziano
Il sistema fondazionale degli edifici veneziani
                                                           SCHEMA DEL SISTEMA FONDAZIONALE

                                              BRICK MASONRY

                                        PROTECTION PLASTER

                                       ISTRIAN STONE BLOCKS
SOLUZIONI TECNICHE                                                                     "CADENA"
1.   PALI IN LEGNO
2.   “MADRIERI” = TAVOLE IN LEGNO                                                      "CADENA"

3.   BLOCCHI IN PIETRA D’ISTRIA
4.   “CADENE” = CORSI CONTINUI E                    "CO
                                                          MU
     PASSANTI DI BLOCCHI IN PIETRA                             NM
                                                                                       "CADENA"
                                                                    AR
     D’ISTRIA                                                            INO
                                                                               "
5.   INTONACO DI PROTEZIONE
                                                                                          "TERA DA SAVON"
6.   “TERA DA SAVON” = ARGILLA
     IMPERMEABILE

                                                                                   "MADIERI"

                                                                                   WOODEN PILES

                                                                                                  slide 60/71
S. Basilio – Venezia
Pali di costipamento   Palafitta profonda in larice o rovere di lunghezza di
                       circa 4- 5 m e diametro 25 - 30 cm
Lo spazio tra i pali è saturato con scaglie e scapoli di pietra
d’Istria mescolati con calcetruzzo
Pali di ontano di        Madrieri a formare lo zateron:
lunghezza pari m. 1,00   panconi larice o olmo
Basilica di S. Maria in Selcis
muro perimetrale che mostra
una serie di fasi costruttive
dall’epoca romana a quella
medioevale (VIII – IX sec. )
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