Swiss Pop Art - Aargauer Kunsthaus
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Comunicato stampa Aarau, aprile 2017 Swiss Pop Art Forme e tendenze della Pop Art in Svizzera Dal 7 maggio al 1° ottobre 2017 Aargauer Kunsthaus, Aarau La mostra Swiss Pop Art presenta per la prima volta un’ampia retrospettiva dedicata alla Pop Art in Svizzera tra il 1962 e il 1972. Quest’ultima riunisce circa 270 dipinti, sculture, collage, fotografie e altri oggetti di 50 artiste e artisti provenienti da ogni regione del nostro Paese. La Pop Art è considerata una delle principali correnti artistiche internazionali del secondo dopoguerra. Nata in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, si è imposta nel mondo intero negli anni Sessanta del secolo scorso. Questo movimento è stato importante anche per le artiste e gli artisti svizzeri. Impressionati dai contenuti iconografici provocatori e dalle tecniche pittoriche innovative, essi hanno creato opere che traggono ispirazione dai modelli internazionali, ma esprimono anche un proprio linguaggio artistico. È così venuta delineandosi, nella Pop Art, una variante specifica che può essere ritenuta tipicamente svizzera. L‘Aargauer Kunsthaus dedica un’ampia mostra alle forme e tendenze della Pop Art specificamente svizzere, sviluppatesi nella Svizzera tedesca, in Romandia e in Ticino. Questa retrospettiva illustra, al di là delle arti figurative, anche le interazioni della Pop Art con l’arte nello spazio pubblico, la fotografia, il design e la musica. Swiss Pop Art riunisce circa 270 dipinti, lavori su carta, sculture, filmati e altri oggetti di artiste e artisti quali Fernando Bordoni, Samuel Buri, Niki de Saint Phalle, Emilienne Farny, Franz Gertsch, Rosina Kuhn, Urs Lüthi, Markus Raetz o ancora Peter Stämpfli. Le opere esposte provengono dalle collezioni personali degli artisti, da vari musei e collezioni private, nonché dalla collezione dell’Aargauer Kunsthaus. Molti di questi lavori non sono pressoché mai stati presentati nell’ambito di una mostra, ciò che consente al pubblico di fare numerose scoperte. L’esposizione propone inoltre una
selezione di installazioni, come per esempio quella di Peter Stämpfli intitolata M 301 (1970), ricostituite appositamente per la mostra. Pop Art - Swiss Made Con il divampare della Pop Art nel paesaggio artistico svizzero, si sono di colpo aperti nuovi campi tematici e referenziali all’inizio degli anni Sessanta. Nella rappresentazione figurativa si sono fatte breccia forme del tutto nuove, che hanno preso risolutamente le distanze dall’arte astratta allora predominante, adottando motivi triviali, uno stile fin troppo semplificatore e colori sgargianti e luminosi. La Pop Art esprimeva tutta la freschezza dello stile di vita di un gruppo di artisti generalmente giovani. Le opere più importanti della Pop Art elvetica risalgono agli anni compresi tra il 1962 e il 1972. Realizzato nel 1962, Carscape di Marc Egger è uno dei primi lavori chiaramente ricollegabili alla Pop Art. La gioia di vivere relativamente spensierata, che andava di pari passo con la diffusione della Pop Art, è durata una decina di anni, in un periodo contraddistinto da mutamenti sociali e politici. Tuttavia, la crisi petrolifera del 1973 ha messo fine repentinamente agli anni di alta congiuntura togliendo rapidamente ogni linfa vitale al «Pop Art Way of Life» in Svizzera come in altri Paesi. La Pop Art si impone durante un periodo comparativamente breve non solo nella storia dell’arte svizzera. Nel caso di molti artisti, la Pop Art è una sorta di fenomeno transitorio che coincide con la creazione delle loro prime opere. Alcuni di questi artisti sono caduti nel dimenticatoio, dopo la loro fase Pop Art, mentre altri sono diventati delle celebrità, in generale però con lavori in cui avevano già abbandonato il tipico linguaggio della Pop Art. A prescindere dal suo carattere episodico nella produzione artistica svizzera, la Pop Art ha indicato la via a numerosi artisti: per esempio Peter Stämpfli, negli anni Sessanta, si è ispirato all’automobile, simbolo della società consumistica americana, per introdurre il principale motivo delle proprie creazioni, vale a dire l’impronta lasciata da un pneumatico, che ha poi sviluppato durante varie decine di anni fino a raggiungere l’astrazione totale. Dal canto suo, Urs Lüthi ha creato, poco più che adolescente, una serie di lavori nei quali si ricollega, come per esempio nel quadro dipinto ad acrilico Supercortemaggiore (1967), alla gamma di prodotti e al chiaro logo del gruppo petrolifero AGIP. Come Lüthi stesso riassume oggi retrospettivamente, è il fatto di trattare banalità, e non le tematiche sublimi dell’arte, ad avere maggiormente segnato la Pop Art. I suoi primi lavori, influenzati dalla Pop Art, costituiscono pertanto il fondamento delle sue opere successive caratterizzate dalla mescolanza tra arte e vita. Per Markus Raetz, la semplificazione radicale dei contenuti, come per
esempio in Goppenstein (1968), ha dato un impulso decisivo alla Pop Art segnando oggi ancora le sue creazioni. I nuovi materiali, così come la paletta di colori accesi e vivaci, erano assolutamente «pop» contrapponendosi intenzionalmente alle tendenze di un’epoca dominata dagli artisti concreti zurighesi. Non è dunque un caso se l’eredità lasciata dall’arte concreta trova molteplici echi nella Pop Art svizzera: forme geometriche colorate vengono combinate con motivi figurativi, come per esempio nelle opere di Alfred Auer, Fernando Bordoni o ancora Ueli Berger. Quest’ultimo ha pure progettato una serie di mobili con sua moglie Susi Berger-Wyss, come la Soft-Chair (1967) o la Wolkenlampe (1970), che vanno annoverate tra gli esempi più rappresentativi del design Pop. Gli universi visivi della Pop Art Anche in Svizzera, la Pop Art ha introdotto nell’arte le immagini della vita quotidiana. La cultura di massa – pubblicità, moda, musica pop – come pure gli eventi di attualità sono temi ricorrenti nella mostra. Mentre Bendicht Fivian dà un volto alla Lady Jane di un grande successo dei Rolling Stones composto nel 1966 (Lady Jane, 1968), Franz Gertsch riduce questo gruppo leggendario ai suoi tratti essenziali nella serie di grande formato Rolling Stones (1968) realizzata all’inizio della propria carriera artistica. Artiste quali Emilienne Farny, Rosina Kuhn o ancora Margrit Jäggli si interessano dal canto loro alla nuova immagine della donna, che andava reinventata tra pubblicità, minigonna e bikini, al movimento femminista e alla liberazione sessuale. La navigazione spaziale, nella scia del «mega evento» che è stato il primo allunaggio della storia, ha ripercussioni sulle diverse rappresentazioni di astronauti o, come per esempio in Carl Bucher, sugli oggetti volanti simili a degli UFO che l’artista chiama Landings. La Frühlingsbombe di Urs Dickershof mostra come il decennio Pop riunisca elementi completamente opposti come la guerra del Vietnam e il movimento hippie. Una variante particolare della Pop Art svizzera è rappresentata dall’integrazione di immagini folcloriche tradizionali, attraverso il recupero sia di tipici motivi svizzeri che di forme locali dell’arte popolare. Samuel Buri riprende il motivo rustico dello chalet svizzero, che restituisce in una trama e in combinazioni cromatiche abbaglianti, come per esempio nell’opera Chalet psychédélique (1967). Dal canto suo, Barbara Davatz presenta nella serie di fotografie colorate a mano Souvenirs aus Appenzell (1968) motivi rurali da cartolina postale, ricorrendo all’esagerazione cromatica propria di Andy Warhol. Oltre ai motivi paesaggistici tipicamente svizzeri, gli artisti si interessano anche alla progressiva urbanizzazione, alla cementificazione e alla viabilizzazione
delle aree naturali edificate, ciò che traspare per esempio nei lavori di Max Matter e Jean-Claude Schauenberg. La ricerca nel campo della Pop Art nell’ottica svizzera Con la mostra Swiss Pop Art, l’Aargauer Kunsthaus si colloca in un dibattito internazionale: basta gettare uno sguardo a quanto avviene sulla scena artistica internazionale per rendersi conto di quanto la Pop Art sia di nuovo attuale al giorno d’oggi. Lo dimostrano i progetti di mostre internazionali quali The World Goes Pop, Tate Modern, 2015–2016, International Pop, Walker Art Center, 2015 o ancora German Pop, Schirn Kunsthalle Frankfurt, 2014–2015. Ciò va di pari passo con una rivalutazione della Pop Art, che non interpreta questa corrente artistica esclusivamente come un fenomeno dai tratti chiaramente definibili, dettato dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti, ma anche come un movimento dichiaratamente internazionale con specificità regionali pronunciate; queste ultime reagiscono alle tradizioni esistenti, all’arte regionale, ma anche al contesto culturale e politico. Questo è dunque il momento ideale per presentare la mostra anche nell’ottica della ricerca storico-artistica, poiché ciò ha offerto l’opportunità, durante la fase preparatoria dell’esposizione, di procedere a un esercizio di storia orale intervistando i protagonisti della Pop Art di allora e di raccogliere in tal modo preziose informazioni. Artiste e artisti che partecipano alla mostra Hans-Peter von Ah (1941, Sachseln, OW – 2011, Lucerna) Alfred Auer (1937, Wartau, SG – 2012, Winterthur, ZH) Susi e Ueli Berger (*1938, Lucerna, vive a Ersigen BE, / 1937, Berna – 2008, Berna) Livio Bernasconi (*1932, Muralto, TI, vive a Carona, TI) Fernando Bordoni (*1937, Mendrisio, TI, vive a Lugano) Francois Boson (*1949, Fully, VS, vive a Fully, VS) Anton Bruhin (*1949, Lachen, vive a Zurigo) Carl Bucher (1935, Zurigo – 2015, Zurigo) Samuel Buri (*1935, Täuffelen, BE, vive a Basilea) Roman Candio (*1935, Murgenthal, AG vive a Soletta) Ellen Classen (*1937, Paderborn, vive a Zurigo) Barbara Davatz (*1944, Zurigo, vive a Steg, ZH) Urs Dickerhof (*1941, Zurigo, vive a Bienne) Herbert Distel (*1942, Berna, vive a Katzelsdorf, Austria) Franz Eggenschwiler (1930, Soletta – 2000, Berna) Marc Egger (1939, Glarona – 2014, Sant Pere de Ribes, Spagna) Emilienne Farny (1938, Neuchâtel, NE – 2014, Losanna, VD) Franz Fedier (1922, Erstfeld, UR – 2005, Berna) Renzo Ferrari (*1939, Cadro, TI, vive a Cadro) Bendicht Fivian (*1940, Berna, vive a Winterthur) Franz Gertsch (*1930, Mörigen, BE, vive a Rüschegg, BE) Trix e Robert Haussmann (*1933, Coira / *1931, Zurigo, vivono a Zurigo) Margrit Jäggli (1941, Berna – 2003, Berna)
Markus Kaufmann (*1939, Basilea, vive a Basilea) Friedrich Kuhn (1926, Gretzenbach, SO – 1972, Zurigo) Rosina Kuhn (*1940, Zurigo, vive a Zurigo) Jean Lecoultre (*1930, Losanna, VD, vive a Losanna) Urs Lüthi (*1947, Lucerna, vive a Monaco di Baviera, Germania) Max Matter (*1941, Aarau, AG, vive ad Aarau) Markus Müller (*1943, Suhr, AG, vive a Boniswil, AG) René Myrha (*1939, Delémont, JU, vive a Les Breuleux, JU) Flavio Paolucci (*1934, Torre, TI, vive a Biasca, TI) Markus Raetz (*1941, Büren an der Aare, BE, vive a Berna) Monika Raetz - Müller (*1945, Dietikon, vive a Berna) Pierre Raetz (1936, Neuenburg – 2016, La Chaux-de-Fonds) Werner Ritter (*1933, Basilea, vive a Basilea) Dieter Roth (1930, Hannover, Germania – 1998, Basilea) Christian Rothacher (1944, Aarau, AG – 2007, Aarau, AG) Niki de Saint-Phalle (1930, Neuilly-sur-Seine, Francia – 2002, San Diego, Stati Uniti) Jean-Claude Schauenberg (*1940, Losanna, VD, vive a Losanna) Willi Schoder (*1930, Windisch, vive a Laufenburg, AG) Hugo Schuhmacher (1939, Zurigo – 2002, Zurigo) Albert Siegenthaler (1938, Endingen, AG – 1984, Leibstadt, AG) Daniel Spoerri (*1930, Galati, Romania, vive a Lostallo, GR) Peter Stämpfli (*1937, Deisswil bei Münchenbuchsee, BE, vive a Parigi) Jean Tinguely (1925, Friborgo – 1991, Berna) Max Wiederkehr (1935, Zurigo – 2008, Lupfig) Marianne Wydler (1939, Zurigo - 2016, Zurigo) Sala per le manifestazioni e la mediazione culturale Il duo artistico L/B, composto da Sabina Lang e Daniel Baumann, ha concepito appositamente per la mostra dell’Aargauer Kunsthaus una sala per le manifestazioni e la mediazione culturale. Ispiratasi a una classica sala di lettura, essa può essere utilizzata dai visitatori per approfondire individualmente la tematica trattata, ma può anche accogliere conferenze e manifestazioni speciali. Questo spazio invita il pubblico a cercare nei libri maggiori informazioni sugli artisti, a immergersi negli avvenimenti degli anni Sessanta grazie a vecchi servizi televisivi e ad ascoltare brani musicali di quell’epoca in un jukebox. Sabina Lang (*1972) e Daniel Baumann (*1967) vivono a Burgdorf e lavorano insieme dal 1990. Le loro opere sono già state insignite di vari riconoscimenti, segnatamente il premio culturale del comune di Burgdorf (2010) o ancora lo Swiss Art Award dell’Ufficio federale della cultura (2002/1998). Pubblicazione Un’ampia pubblicazione in tedesco, inglese e francese esce in occasione dell’inaugurazione della mostra. Essa comprende testi scientifici che analizzano il fenomeno della Pop Art in un’ottica storico-artistica solidamente documentata ed è riccamente illustrata con materiale iconografico e informativo. Articoli dedicati agli influssi della Pop Art sul design, sull’arte nello spazio pubblico, sulla grafica e la tipografia,
nonché sulla musica consentono, in un approccio interdisciplinare, di ricollocare la tematica in un contesto più ampio. Una cronologia corredata di testi e immagini illustra il contesto temporale della Pop Art, estremamente ricco di eventi politici e sociali, e le biografie offrono una sintesi della carriera delle artiste e degli artisti cha partecipano alla mostra. L’opera di riferimento sulla Pop Art svizzera contiene testi di Yasmin Afschar, Karoliina Elmer, Bernadette Fülscher, Kornelia Imesch, Dora Imhof, Renate Menzi, Franz Müller, Samuel Mumenthaler, Astrid Näff, Philipp Stamm, Madeleine Schuppli, Katrin Weilenmann e altri ancora. Swiss Pop Art. Formen und Tendenzen 1962–1972, edito da Madeleine Schuppli e dall‘Aargauer Kunsthaus, Aarau, Scheidegger & Spiess, Zurigo, 2017, ISBN 978-3-85881-536-1 Guida elettronica La mostra può essere visitata con una guida elettronica, che contiene numerose informazioni sugli artisti e sulle opere esposte, nonché dieci esercizi tematici destinati al giovane pubblico. La guida elettronica potrà essere scaricata gratuitamente all’inizio di maggio nell’App Store e su Google Play. Per la visita della mostra, vengono prestati apparecchi alle persone che lo desiderano. Curatrici della mostra Madeleine Schuppli e Katrin Weilenmann Curatrice assistente Karoliina Elmer Conferenza stampa Giovedì 4 maggio 2017, ore 10.30 Introduzione e visita della mostra con Madeleine Schuppli, direttrice dell‘Argauer Kunsthaus. Seguirà un aperitivo nel foyer Vernice Sabato 6 maggio 2017, ore 18 Ore 17 – 18 Visita in anteprima per i membri dell‘Aargauischer Kunstverein Ore 18.15 Allocuzioni di Madeleine Schuppli, direttrice dell‘Aargauer Kunsthaus, Katrin Weilenmann, co-curatrice Swiss Pop Art, e Roger Keller, direttore per la regione di Aarau, NEUE AARGAUER BANK AG. Seguirà un aperitivo nel foyer. A partire dalle ore 19.30 Cena nella tenda allestita sul tetto del museo A partire dalle ore 20.30 Musica e bar nel foyer Vernice per i bambini, 6 maggio 2017, ore 18 – 20 Ritrovo: ore 18 nell‘atelier, seminterrato (5 – 13 anni)
Incontri con gli artisti (in lingua tedesca) Peter Stämpfli – «l’artista Pop svizzero per eccellenza» Domenica 11 giugno 2017, ore 17 Visita della mostra e dibattito con Peter Stämpfli e Katrin Weilenmann, co-curatrice di Swiss Pop Art Max Matter & Markus Müller – La scena Pop Art ad Aarau Mercoledì 28 giugno 2017, ore 18.30 Gli artisti argoviesi Max Matter e Markus Müller si intratterranno con Stephan Kunz, direttore del Museo d’arte dei Grigioni Barbara Davatz & Rosina Kuhn – Le donne sono Pop! Domenica 27 agosto 2017, ore 16 Le artiste Barbara Davatz e Rosina Kuhn si intratterranno con Elisabeth Grossmann, storica dell’arte Samuel Buri – Pop una volta, Pop per sempre? Domenica 10 settembre 2017, ore 16 Visita della mostra e dibattito con Samuel Buri e Karoliina Elmer, collaboratrice scientifica Franz Gertsch – Rolling Stones e minigonna, la gioia di vivere a colori della Pop Art Domenica 1° ottobre 2017, ore 16 Visita della mostra e dibattito con Franz Gertsch e Madeleine Schuppli, direttrice dell’Aargauer Kunsthaus. Seguirà un aperitivo. Entrata + CHF 10.– Proiezione di un film e dibattito La Pop Art nel cinema – Un sottomarino in viaggio verso Pepperland Mercoledì 7 giugno 2017, ore 18.30 Proiezione del celebre film d’animazione Pop del 1968, 90 min., in inglese. Seguirà un dibattito in tedesco con Florian Keller, giornalista cinematografico. CHF 12.– / CHF 8.– prezzo ridotto Vernice di un libro (in tedesco) Emilienne Farny – un’artista Pop Art svizzera a Parigi Domenica 25 giugno 2017, ore 16 Dibattito con Fritz Billeter, critico d‘arte, e Kornelia Imesch, docente all’Università di Losanna, in occasione della vernice del volume monografico dedicato a Emilienne Farny. Seguirà un aperitivo Serate tematiche (in tedesco) Pop Art Design – La rivolta contro la «buona forma» Mercoledì 20 settembre 2017, ore 18.30 Susi Berger, designer, Daniel Baumann, il duo artistico L/B e Renate Menzi, conservatrice al Museum für Gestaltung di Zurigo, si intratterranno con Yasmin Afschar, collaboratrice scientifica
Hits à Gogo (in tedesco) Giovedì 28 settembre 2017, ore 18.30 Hardy Hepp, artista e musicista, e Trudy Müller-Bosshard, autrice di indovinelli, si intratterranno con Michael Lütscher, giornalista CHF 12.– / CHF 8.– prezzo ridotto Concerto I 55 anni del gruppo Les Sauterelles Venerdì 1° settembre 2017, ore 20 Concerto del gruppo Les Sauterelles al KUK, Aarau, CHF 45.– La mostra Swiss Pop Art rimarrà aperta fino alle ore 19.30. Bar. Visite guidate tematiche (in Tedesco) The Swiss Way of Pop Giovedì 1° giugno 2017, ore 18.30 con Madeleine Schuppli, direttrice dell’Aargauer Kunsthaus Laddove le scintille volavano – Luoghi e scene della Pop Art in Svizzera Giovedì 17 agosto 2017, ore 18.30 con Dora Imhof, storica dell‘arte, Basilea / Zurigo «Simbiosi pulita» – La Pop Art svizzera e l’arte concreta Domenica 24 settembre 2017, ore 16 con Franz Müller, collaboratore scientifico del SIK-ISEA Entrata + CHF 8.– Visite guidate Giovedì alle ore 18.30 11.5. / 8.6. / 15.6. / 22.6. / 29.6. / 13.7. / 20.7. / 27.7. / 3.8. /10.8. / 24.8. / 31.8. / 14.9. Domenica alle ore 11 7.5. / 14.5. / 21.5. / 28.5. / 4.6. / 11.6. / 18.6. / 25.6. / 2.7. / 9.7. / 16.7. / 23.7. / 30.7. / 6.8. / 20.8. / 10.9. / 24.9. / 1.10. Domenica alle ore 13 21.5. / 1.10. Lunedì di Pentecoste, 5 giugno alle ore 11 e alle ore 13 Mediazione culturale Per maggiori informazioni sulle manifestazioni destinate alle scolaresche, alle famiglie e ai bambini, nonché sulle offerte accessibili a tutti, si vedano il dépliant e la pagina web.
Orario di apertura Martedì – domenica ore 10 – 17, giovedì ore 10 – 20 Orario di apertura nei giorni festivi Aperto dalle ore 10 alle ore 17: Ascensione 25.5., Pentecoste 4.6., lunedì di Pentecoste 5.6., vigilia del Maienzug 6.7., Maienzug 7.7., 1° agosto giorno della Festa nazionale Offerta combinata RailAway Approfittate di uno sconto del 10% sul viaggio in treno e sull’entrata al museo con l’offerta combinata RailAway delle FFS. ffs.ch/swiss-pop-art Materiale fotografico per i media Le fotografie possono essere scaricate dalla nostra pagina web www.aargauerkunsthaus.ch sotto la rubrica «Medien». Vogliate tenere conto dei crediti fotografici. Ci teniamo volentieri a vostra disposizione se desiderate altre fotografie. Per ulteriori informazioni: Madeleine Schuppli, direttrice dell‘Aargauer Kunsthaus Tel. +41 (0)62 835 23 30, e-mail kunsthaus@ag.ch Katrin Weilenmann, co-curatrice di Swiss Pop Art, Aargauer Kunsthaus Tel. +41 (0)62 835 49 72, e-mail katrin.weilenmann@ag.ch Filomena Colecchia, media/comunicazione, Aargauer Kunsthaus Tel. +41 (0)62 835 23 34, e-mail filomena.colecchia@ag.ch Diventate fan dell‘Aargauer Kunsthaus su Facebook e seguiteci su Twitter e Instagram.
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