STUDI - Trend imprese della Moda: nella pandemia persi 20,6 miliardi di euro di ricavi, ma cresce la qualità del made in Italy

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STUDI - Trend imprese della Moda: nella pandemia persi 20,6 miliardi di euro di ricavi, ma cresce la qualità del made in Italy
STUDI – Trend imprese della Moda: nella pandemia persi
20,6 miliardi di euro di ricavi, ma cresce la qualità del made
in Italy

L’Italia è il primo paese dell’Unione europea a 27 per occupazione dei settori del tessile, abbigliamento
e pelli. La moda, punta di diamante del made in Italy nel mondo (oggi a Milano è stato presentato il
calendario di iniziative di White, l’evento show patrocinato da Confartigianato che si svolge a giugno
e settembre in occasione della Fashion week), è il comparto manifatturiero che ha maggiormente
sofferto gli effetti della recessione. La caduta dei ricavi nella moda registrati nel 2020 è del 21,2% di
intensità doppia della media delle imprese, con minori vendite per 17,9 miliardi di euro. La moda
italiana registra una perdita di ricavi che è 3,6 volte quella stimata per le stagioni 2019/20 e 2020/21 per
le squadre di football dei principali campionati europei. Se consideriamo i tredici mesi della pandemia,
da marzo 2020 a marzo 2021, la perdita di fatturato rispetto ai 13 mesi precedenti sale a 20,6 miliardi di
euro.
Sul fronte della domanda interna, nel 2020 i consumi delle famiglie per vestiario e calzature si è ridotto
di 12,6 miliardi di euro, con un calo del 19,7%.
Sui mercati esteri, le esportazioni della moda nel 2020 diminuiscono di 11,2 miliardi di euro, pari ad una
caduta del 19,5%, intensità quasi doppia rispetto alla media della manifattura (-10%). La crisi del
sistema moda si estende a fronte dei pesanti cali registrati dalle esportazioni della gioielleria e
dell’occhialeria.
Prosegue l’upgrade qualitativo del made in Italy della moda – Nel 2020 i valori medi unitari delle
esportazioni dei prodotti di abbigliamento salgono del 7,7% a fronte di un aumento dei prezzi all’export
dell’1,9%, evidenziando la crescente qualità intrinseca dei prodotti della moda venduti all’estero dalle
imprese della moda.
Lo spunto positivo della produzione ad aprile – L’analisi dei dati pubblicati giovedì scorso dall’Istat
evidenzia ad aprile 2021 un aumento della produzione manifatturiera dell’1,7% rispetto a marzo, con
una maggiore accentuazione per la moda che registra un aumento del 3,6%, e che risulta migliore del
+0,5% dell’Ue a 27. Da fine 2020 la produzione nella moda è salita del 4% a fronte del +3,2% della
media della manifattura.
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Nel 2021 un quarto di produzione in meno rispetto ai livelli pre Covid – Il recupero in corso non è ancora
sufficiente per compensare la drammatica caduta di attività nel corso della pandemia: nei primi quattro
mesi del 2021 nella moda si registra un livello della produzione, senza correzioni per il calendario,
inferiore del 25,6% rispetto al primo quadrimestre del 2019, anno pre Covid, a fronte di un divario
negativo dell’1,3% per il totale della manifattura, con 13 comparti su 24 comparti che registrano un
livello della produzione nei primi quattro mesi del 2021 superiore a quello del primo quadrimestre del
2019 (qui il grafico con la dinamica per settori).
Alcuni segnali di stress dei fattori produttivi – Si iniziano a registrare qualche tensione sui prezzi delle
materie prime – una crisi già conclamata in diversi settori – anche nella filiera della moda. A maggio
2021 i prezzi internazionali del cotone a maggio 2021 segnano un aumento del 38,3% e quelli della
lana del 27,5%. Le attese sui prezzi per le imprese del tessile registrano un saldo di 27,2 in salita
rispetto al 16,4 di aprile, superando il precedente picco del 2018 e tornando sui livelli di dieci anni
prima: bisogna tornare ad aprile 2011 per ritrovare un saldo più elevato. Segnali più attenuati per pelle
(saldo a +14,1) e abbigliamento (saldo a +2,3).
Nonostante la congiuntura debole, a fronte della trasformazione in corso nel sistema della produzione e
delle modifiche della domanda di lavoro, si osserva un elevata difficoltà di reperimento di personale:
secondo gli ultimi dati di Unioncamere-Anpal relativi a giugno 2021, delle 8.960 entrate previste per
operai specializzati e conduttori di impianti nel tessile-abbigliamento, il 44,6% è di difficile reperimento,
una quota di 13,9 punti più elevata della media del 30,7%.
Moda italiana ad alta la vocazione artigiana – Nei settori della moda sono attive 55 mila micro e piccole
imprese con 309 mila addetti, il 66,6% dell’occupazione del settore e operano 36 mila imprese
artigiane, che danno lavoro a 157 mila addetti, un terzo (33,8%) dell’occupazione del settore. Il quadro
territoriale, per regione e provincia delle imprese della moda nell’Appendice statistica ‘Imprese e
artigianato della Moda nel territorio’ disponibile nell’area ‘Ricerche e Studi’ del portale. Clicca qui per
scaricarla.

           DINAMICA CONGIUNTURALE DELLA PRODUZIONE NELLA
                      MANIFATTURA E NELLA MODA
  Gennaio 2010-maggio 2021 var. % rispetto mese precedente, dati destagionalizzati – Elaborazione
                            Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

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ATTESE SUI PREZZI DELLE IMPRESE: TESSILE E MEDIA MANIFATTURA
  Gennaio 2010-maggio 2021 saldo % – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

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